Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: jomonet    31/03/2021    4 recensioni
[Levi x Petra]
La guerra è finita e una lunga era di pace si prospetta nelle vite dei sopravvissuti.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Levi Ackerman, Petra Ral
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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La luce del sole illuminava ogni filo d’erba verde che, accarezzato dalla brezza primaverile, si muoveva ritmicamente, formando insieme agli altri tante piccole onde nel vento che sbattevano e incontravano le sue gambe distese. La testa era sollevata verso il cielo ricoperto da qualche nuvola bianca e le alte creste degli alberi, che suonavano leggere e sonore melodie ad ogni rapido incontro fra le loro foglie verdi, disegnavano tante piccole delineate ombre nei loro volti sfumati da un delicato rosso sulle loro gote e sui loro nasi. 

Petra alzò una mano contro i luminosi e dorati raggi solari, come a volerli rubare e metterli dentro  ad una tasca, catturando completamente l’attenzione del corvino che abbassò velocemente lo sguardo sui corti ciuffi rossastri sparsi tra le sue gambe. 

“Che fai?” le chiese inarcando un sopracciglio.

La donna fece finta di non averlo sentito e allungò maggiormente il braccio verso il cielo. Arricciò le labbra, chiuse appena gli occhi e, usando un solo dito, cominciò a disegnare i contorni del sole nel vuoto. “È strano…” bisbigliò.

“Cosa?” lui le accarezzò alcune ciocche rosse che le ricadevano morbide vicino ad una guancia.

“Tutto questo.” lei abbassò il braccio, fermando i piccoli movimenti del corvino, che le regalavano tanti piccoli brividi lungo il volto e il collo, e facendo intrecciare le loro mani. “Non ti sembra… strana, diversa quest’atmosfera… di pace? Pura pace.” Petra chiuse gli occhi e si voltò con la testa verso il petto di lui. Baciò con sincera tenerezza le loro dita unite, ferme e inseparabili, a poca distanza dalla punta del suo naso. “Levi…” sussurrò, socchiudendo appena l’occhio destro per incontrare il sinistro del corvino. “È così bello… essere qui, in mezzo alla natura, con te. Con voi due. Nella più completa quiete.”

Levi si sporse in avanti per lasciarle un dolce bacio sulla fronte che sfiorava la sua pancia. 

“Sembra quasi surreale.”

“Petra.” la chiamò come a volerla fermare dal suo turbine di pensieri. “Petra. È tutto vero.” inspirò profondamente. “La guerra è finita. È passato un anno.”

Lei fece scivolare la mano libera dai fili d’erba al suo ventre, sfiorandosi quasi spontaneamente la piccola pancia tonda che sporgeva dal suo largo vestito celeste. 

Levi notò quel piccolo dolce e morbido gesto. “Tutto bene?” la sua ultima sillaba gli fece tremare involontariamente appena la voce.

Petra gli regalò un ampio sorriso splendente e brillante come il sole di quella mattina. “Sto bene, Levi. Sta’ tranquillo. Stiamo bene.” con una piccola spinta, si alzò per sedersi e sistemarsi meglio accanto al corvino sulla coperta che avevano portato insieme da casa. “È tutto così perfetto.”continuò una volta appoggiato il viso sulla spalla sinistra di lui.

L’iride, che rispecchiava l’azzurro del cielo racchiuso nell’occhio sinistro di Levi, scivolò curiosamente sulla ragazza che allegramente giocava con il suo fazzoletto legato al collo.

Petra sorrise nuovamente più solare di prima, arrossendo leggermente sulle gote e mordendosi il labbro superiore. “Si è allentato per colpa del vento.” In quel momento un altro piccolo soffio d’aria fresca spostò i fili d’erba, le foglie degli alberi, i loro capelli, la giacca nera di lui e alcune pieghe morbide del vestito di lei.

Levi indietreggiò con la schiena e appoggiò saldamente le sue mani sulla coperta per reggere il peso del suo corpo. “Senti freddo?” le chiese preoccupandosi un’altra volta. “Il tuo abito non è molto pesante e le giornate non sono ancora pienamente calde. Vuoi la mia giacca?”

Petra scosse la testa, ma Levi continuava a non esserne convinto. “Sono abituata a sopportare temperature più basse. Dovresti saperlo, mio caro vecchio Capitano.”

Il corvino piegò la bocca verso destra per un leggero, ma furbo, sorrisetto. “Non sono più il tuo Capitano da un bel po’.”

“Sì, lo so.” Petra si toccò scherzosamente più volte il mento come a dover pensare alla sua prossima risposta. “Credo… mh… da cinque anni.” improvvisamente spalancò gli occhi color caramello e si posò nuovamente di fronte al volto del corvino. “Wow. È trascorso parecchio tempo da quando non sono più una tua sottoposta.”

“Preferivi continuarlo ad esserlo, invece di diventare un mio vice ed essere finalmente riconosciuta come una tra le più forti guerriere?”

“Mh, assolutamente no.”

“Rispondi in fretta.”

La ramata alzò appena il mento scherzosamente verso l’alto. “Certo.” rise per un momento sotto lo sguardo più rilassato del corvino, ma d’un tratto si rabbuiò, facendosi seria. “Levi.” lo chiamò con voce ferma. “L’importante per me era starti accanto. Guardarti le spalle. Mi avrebbero potuto offrire anche qualcos’altro o una posizione migliore, ma non l’avrei accettata se non eri coinvolto anche tu. Se io non ci fossi più stata, chi ti avrebbe protetto e sorretto?

Levi schiuse involontariamente le sue labbra, separandole l’una dall’altra.

Ancora oggi darei la mia vita per te.” continuò lei, non staccando il suo sguardo rosso da quello blu di lui.

“Anche io.” per la prima volta il corvino rispose senza pensare. “Anche io, lo farei. Per te. Per voi. Tutto quello che ho fatto per te… non mi pento di nulla.”

La bocca di Petra si allargò lentamente in un ampio e accogliente sorriso, che subito Levi rubò per farlo suo in un lungo e appassionato bacio sotto l’ombra di tante foglie rumorose.

“Mh.” sussurrò lei. “Anche quando orgogliosamente non volevi ammettere che provavi qualcosa per me? Ti è servito diverso tempo prima di riuscire ad accettarlo con te stesso.”

“Mh.” il corvino copiò lo stesso tono della donna. “E mi pare che tu avessi impiegato tempo prima di riuscire a fare un primo passo con me.”

“Dici quando ti ho curato la spalla e ho dovuto pulire la tua divisa da cima a fondo dal sangue dei giganti?” Petra si avvicinò di molto allo sguardo freddo di Levi. “Sì, credo che in quel momento, tra un balbettio ed un altro, ero riuscita a dirti due cose… del tipo… essere per sempre devota a te da quando mi avevi scelta nella tua squadra e bla bla bla.” sul suo volto si disegnarono due occhi piccoli e maliziosi. “Anche se, a quanto pareva, mio padre ti aveva già riferito tutto quanto.” si grattò distrattamente la fronte. “Già… Comunque l’ho fatto il primo passo.”

Levi sollevò la testa al cielo.

“Ehi!” Petra lo richiamò a dovere. “Non guardare in alto. Fa male la verità, ma la devi pur sempre accettare.” ridacchiò sonoramente, quando lo sguardo del corvino si puntò nuovamente nel suo. “Potremo… che so… una volta… potremo tornare qui con…” il suo flusso di pensieri fu fermato da un gesto improvviso del corvino, che allungò lentamente la sua mano sinistra sul collo della ramata , salendo e scendendo delicatamente con le punte dei polpastrelli, e, dopo aver giocato per un po’ con i suoi capelli che riflettevano la calda luce solare, sfiorò delicatamente una sua guancia. “Levi…” bisbigliò lei.

“Amo quando mi chiami per nome.” la voce rauca e bassa. “Per questo eri l’unica della nostra prima squadra che poteva dirlo.”

Questa volta toccò a Petra a schiudere le labbra e allargare maggiormente le sue palpebre.

Sei bella come il sole, Petra.” ammise. “L’ho sempre pensato.” Le lasciò un dolce e casto bacio sulla fronte, mentre lei rimaneva immobile, come pietrificata da quelle confessioni per niente aspettate, ma da sempre sperate e sognate.

“Levi…”

Il corvino piegò leggermente i lati della sua bocca in un accenno di sorriso. “Scusa se non te l’ho mai detto prima.” La sua mano sinistra accarezzò ogni centimetro del corpo di Petra che separava il viso della ramata dal suo ventre appena gonfio. Levi si fermò lì e al centro del rigonfiamento disegnò teneramente un piccolo sole.

“Sarai un padre fantastico.” confessò dolcemente lei, ammirando lo sguardo morbido, sereno e felice dell’uomo, mentre questo continuava a sfiorarle la pancia.

Le dita del corvino si bloccarono, aprendosi e ricoprendo con tutto il palmo l’intero rigonfiamento. “Non avrei mai pensato di volere una famiglia… di essere un… padre.” sollevò un sopracciglio e incontrò gli occhi sorridenti di lei. “Sinceramente…non lo avrei mai voluto essere o avere niente di tutto ciò. Si può soffrire troppo.” 

Le iridi giallognole di Petra erano fisse su di lui. Attendeva.

“Ma poi sei arrivata tu e le tue tecniche di pulizia perfette e impeccabili.” sbuffò. 

Petra rise di gusto a quelle parole dette quasi con leggero sforzo. “Quindi… dovrei scusarmi?” gli lanciò uno sguardo malizioso misto alla curiosità.

Levi si allungò di lato sulla coperta, reggendosi la testa con il gomito sinistro, continuando a toccare il ventre della ramata con l’altra mano. “No.”

Petra lo guardò di sottecchi. “Quindi… sei tu a dovermi ringraziare?”

“Forse.” le rispose con la sua solita espressione seria dipinta sul suo volto.

Un leggero venticello mosse nuovamente i loro capelli, le foglie sopra di loro creavano un sonoro rumore e alcuni fiorellini, che spuntavano fieri tra i fili d’erba, si spostavano rapidamente, verso destra e poi a sinistra, a qualche centimetro dalla loro coperta. Levi li notò danzare a ritmo dell’aria primaverile, ma ben presto la sua attenzione fu totalmente colta dai piccoli spostamenti della ramata, che tentava di sistemarsi il largo vestito azzurro e di sedersi come un’importante e regale donna, con le gambe ben piegate a poca distanza da lei e le braccia appoggiate delicatamente sotto la sua pancia, sfiorandogli le dita. L’osservò mettersi dietro le orecchie alcune ciocche rosse più piccole, che le ricadevano fastidiosamente davanti agli occhi, e sorridere alla vista delle loro mani contemporaneamente posate sul suo ventre caldo. “Ancora mi domando per quale cavolo di motivo tu abbia scelto me.” gli sfuggì inavvertitamente dalla bocca.

Petra si voltò immediatamente verso di lui. “Io non ti ho scelto.”

Un sincero sguardo interrogativo si palesò sul viso di Levi. 

“In amore non si sceglie.” gli spiegò dolcemente. “Se vuoi, però, una risposta migliore… mh, perché sei l’uomo più forte dell’umanità.” trattenne a mala pena l’inizio di un’altra sonora risata.

Il corvino le lanciò un’occhiata impassibile. 

Petra si coprì la bocca con un polso e per un veloce istante abbassò timidamente la testa, prima di  tornare a posare la sua mano su quella di Levi ancora legata alla sua pancia. “Sapevo già che eri una brava persona, buono, e che tenevi ai tuoi soldati più della tua stessa vita. Lo sapevo allora, quando ti nascondevi ancora a me, dietro al tuo grande muro che avevi voluto costruire col tempo per non soffrire. Eppure, nonostante la tua corazza, sapevo chi era il vero Levi Ackerman, lo vedevo dai tuoi piccoli gesti.”

“Come facevi ad esserne sicura?”

“Perché con me eri diverso. Eri te. Il vero Levi e non l’uomo più forte dell’umanità. Ogni volta che combattevamo fianco a fianco, mi accorgevo sempre di più di quanto in realtà tu fossi sensibile. Eri una persona come tutti noi.”

“Tu se l’unica che conosce ogni parte di me… del mio passato… e… tutto… il resto.” lo sguardo di Levi cadde nuovamente sui fiorellini accanto alla loro coperta. Li osservò meglio. Erano delle margherite. Semplici e banali fiori, eppure splendenti e luminosi alla luce del sole. “Sono contento di averti lasciato entrare. Sei stata uno spiraglio di luce in quella merda di guerra. Il mio spiraglio. Il mio sole. E continui ad esserlo.” Prese un po’ d’aria. “Ora più che mai.”

“Le-levi…” farfugliò lei. “Ma… ma cosa… io…” Una lacrima di gioia bagnò teneramente una sua guancia.

Con un veloce slancio, il corvino tornò a sedersi davanti alla sua amata per asciugarle silenziosamente la gota con un dito e prestarle il suo fazzoletto, che lei accettò riluttante, ancora scossa dalle sue parole.

“Io…” sussurrò lei, non rompendo l’incontro incantevole formatosi tra le loro iridi così diverse, ma così simili, blu e rosse, azzurre e gialle, fredde e calde. “Ti amo, Levi.”

Levi si allungò con il corpo in avanti, facendo sfiorare le loro labbra semichiuse e muovendo il suo braccio sinistro oltre il corpo della ramata. Rimasero a guardarsi così, l’uno perso nel colore dell’altra, fino a quando uno stacco deciso e rumoroso di un filo d’erba non fece sussultare la donna sul proprio posto. Il corvino sorrise spontaneamente a quel piccolo gesto involontario di lei e, con  pacata tranquillità, avvicinò lentamente ai loro volti le due margherite appena colte.

“Oh.” esclamò la donna completamente sorpresa.

“Se si potesse scegliere in amore, io sceglierei sempre te. In qualsiasi epoca, tempo, universo o spazio.” Levi posò uno dei due fiori sopra l’orecchio di Petra, mentre l’altro, stretto tra le sue dita, lo accostava delicatamente sul suo ventre leggermente gonfio. “Nella mia vita entrambi risplendete come queste due margherite alla luce del sole. Potrebbe essere una cosa ‘normale’ o ‘comune’ avere un figlio o una figlia, ma… voi… voi due mi state regalando un nuovo inizio… felice. Io… spero solo di esserne all’altezza. Per te. Per voi. Siete la cosa più preziosa che ho.” strinse ancora di più il fiore nella sua mano, mentre faceva sua una mano di Petra, prendendola e unendola alla sua.

“Levi…”

“Petra, io… ti amo.” la baciò furiosamente e dolcemente, mischiando il sapore dolciastro delle loro salive, il morbido e soave profumo dei loro vestiti puliti, i loro capelli scuri e chiari ingarbugliati tra le braccia calde e fresche dell’aria primaverile.

“Sarai un buon padre, Levi.” gli sussurrò lei. “Lo so. Fidati.”

“E tu sarai una fantastica madre, Petra.”

Le due margherite risplendevano sotto i raggi del sole sempre più caldo nella posizione più alta nel cielo azzurro, mentre i due amanti si abbracciavano e si cullavano sotto l’ombra di alti rami verdi e rigogliosi, mossi dalla dolce voce della ramata che cantava una sonora canzone alla sua pancia.

   
 
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