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Autore: KiaeAlterEgo    31/03/2021    1 recensioni
Dallo scontento per l’adattamento de “Lo Hobbit” a Thorin e Thranduil che finiscono in una ricerca imbarazzante dei propri vestiti, il passo è più breve di quanto ci si potrebbe aspettare.
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Thorin Scudodiquercia, Thranduil, Valar
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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V. Il completamento

 

Lungo il corridoio illuminato da torce, Thorin ritrovò Thranduil, fermo, come se lo stesse aspettando.

Il Re di Bosco Marcio gli rivolse uno sguardo gelido. 

Entrambi erano ancora a torso nudo.

«Anche tu hai affrontato una prova da solo?» disse a bassa voce. Perché, per tutte le sale di Khazad-dûm, doveva mettersi a parlare di questo?

«Mary Sue?» ribatté invece Thranduil.

Thorin annuì, riluttante. «Oscenamente bella, per i canoni degli Uomini».

«La mia aveva i capelli blu».

Thorin si passò una mano dietro il collo. «Naturalmente, non parlerò mai di queste prove...» lasciò la frase in sospeso, fino a che Thranduil non gli rivolse lo sguardo, «Se tu non ne parlerai. Se si verrà a sapere dei boccioli della Regina della Terra, dirò a tutti che l'hai succhiato a Ulmo»

Thranduil alzò un sopracciglio. «Se devo proprio mentire su ciò che è successo, dirò che hai sposato una certa Mary Sue, della razza degli Uomini, e avete concepito una figlia. E che, quando l'hai saputo, ti sei accoppiato con lo Hobbit per festeggiare».

«Non è vero!» ringhiò Thorin.

Il Re di Bosco Marcio si limitò a fare spallucce.

«Abbiamo fallito, secondo te?»

Thranduil sembrava sovrappensiero. «Nelle prime due prove c'erano le Potenze a fare da giudice. In quest'ultima non c’è stato niente di tutto ciò. Continuiamo lungo questo corridoio, non è detto che sia conclusa».

Thorin pregò Mahal che l'Elfo si sbagliasse a riguardo.

Il corridoio si aprì in una grossa stanza circolare. Al centro c’era un piedistallo, con due corone in esposizione e ai piedi due involti. 

La corona di Erebor. 

La camicia e la giacca di pelliccia.

Thorin avanzò e allungò le mani sul solido oro squadrato della corona. Sorrise quando le sue dita si strinsero sul metallo, freddo e concreto contro la sua pelle. Era vera. Non era un’illusione.

Avevano finito! La prova era superata!

Thranduil era rimasto a un passo dal suo obbrobrio di rametti decorativi, le braccia incrociate e gli occhi stretti. Thorin gli rivolse il sorriso più orribile che fosse in grado di fare e indossò la corona.

Dei botti, e petali colorati svolazzarono nella stanza. Thorin saltò via dal piedistallo, mentre altri scoppiettii e coriandoli li inondavano.

Stava infilando la manica della camicia, quando un battito di mani attirò la sua attenzione.

«Complimenti, sovrani, miei complimenti! Avete superato anche questa prova!»

L'Esecutrice Junior, quella del Comitato di 'sta Rincoglionita Carogna, emerse dalle ombre della stanza, sempre ammantata di nero e con il cappuccio che le nascondeva il viso. Thranduil si era già rivestito, la corona in testa e le braccia incrociate sul petto, grazie a Mahal, coperto da quel grigiume di veste ridicola.

Meglio quello che soffrire la sua vista da nudo.

Thorin tirò giù la camicia.

La figura si schiarì la voce. «Mi rincresce dare questa notizia, ma non avete finito».

Non avevano finito? E cosa mancava? Avevano superato... 

No!

«Esatto, mio caro Re Sotto la Montagna in Esilio». 

L'Esecutrice Junior doveva avergli letto nel pensiero o semplicemente aveva visto che abbassava lo sguardo sui suoi piedi nudi. 

Per le fucine di Mahal! Si era dimenticato di non aver passato una prova. Grazie all'aiuto della Regina della Terra, non provava alcun disagio a camminare scalzo, ma questo non voleva dire che avesse spezzato la maledizione.

Thorin alzò gli occhi per incontrare quelli di Thranduil freddi e crudeli da assassino.

L'Esecutrice Junior si grattò la testa nel borbottare: «Come fare? Come fare?»

C'era qualcosa nel suo tono che gli fece colare sudore freddo lungo la schiena. Cosa che aveva percepito anche Thranduil, a giudicare da come corrugava la fronte anziché ostentare la sua solita aria di Spocchia Elfica.

O forse stava solo calcolando come sfruttare la cosa a suo favore

«Ma sì...» mormorò lei e si volse verso di loro.

«Siccome solo Thranduil, figlio di Oropher, Re degli Elfi Silvani del Boscoverde, ora detto Bosco Atro, ha superato la prova. Invece Thorin, figlio di Thrain, Re Sotto la Montagna in Esilio ha fallito, posso applicare la clausola del paragrafo 3, comma 2, articolo 1». 

L’Esecutrice Junior si schiarì la voce.

«Dato che il fallimento della prova da parte di Thorin Scudodiquercia, figlio di Thrain, Re Sotto la Montagna in Esilio è dipeso dalla insufficiente collaborazione delle parti, la prova riparatoria dovrà essere affrontata da ambo le parti».

Una prova ancora, e l’avrebbero subita entrambi. 

Thorin lanciò un'occhiata a Thranduil, che aveva gli occhi stretti rivolti verso l'Esecutrice Junior. Oh, che cosa poteva essere di tanto terribile questa prova? Avevano colto rugiada, lucidato mazze ed evitato di finire a letto con femmine strambe e sospette.

«Purché non si parli di queste prove» disse.

L'Esecutrice Junior agitò una mano in aria. «Troppo tardi, Thorin Scudodiquercia».

Thorin sgranò gli occhi e aprì la bocca. «C'è chi sa... Cosa...»

«Tutti i lettori, tutto. Sì, Thorin, molto divertente la parte in cui hai scambiato le tette di Yavanna per boccioli di fiori». 

La voce dell'Esecutrice Junior era troppo canzonatoria per i suoi gusti. Forse avrebbe dovuto preoccuparsi di questa ultima prova.

«Qual è la prova?» chiese Thranduil, la voce tesa.

L'Esecutrice Junior unì le mani davanti a sé. 

«Oh, dovete solo baciarvi con trasporto».

«Cos–». 

Thorin si strozzò con la sua stessa saliva e tossì.

«Non ho nessuna intenzione di baciarlo!»

«Mi rincresce, ma sono d'accordo con il Nano».

«Non volete tornare a casa?» disse lei.

Thorin e Thranduil si scambiarono un’occhiata che rifletteva tutto lo schifo che entrambi provavano all'idea.

«Ugh, non così!»

«Eravate ben disposti a strofinare mazze di carne e vi fermate davanti a un ostacolo così minuscolo come un bacio? Sono sicura che sarà il bacio del vero amore». Alle ultime due parole, infilò le mani nel cappuccio e volse la testa verso l'alto con un sospiro, il cappuccio che rimaneva sempre al suo posto e si ostinava a nasconderle il volto.

«Vero amore?» disse Thranduil, gelido. «Ho una moglie, io».

L'Esecutrice Junior agitò di nuovo una mano davanti a sé. «Suvvia, per un bacio non si offenderà».

«Con trasporto» aggiunse Thranduil, il tono sempre gelido. 

Thorin rabbrividì all'idea, e per una volta fu contento che l'Elfo avesse preso in mano la situazione. Almeno lui poteva usare la scusa della moglie!

«Se non è con trasporto vale un decimo!» protestò l’Esecutrice Junior, con tono piagnucoloso.

Thranduil strinse gli occhi e anche Thorin assunse la sua espressione più arcigna e minacciosa. Forse così sarebbero riusciti a persuaderla a lasciarli andare.

L'Esecutrice Junior fece un passo indietro, poi sembrò ritrovare coraggio e si fermò, incrociando le braccia. 

«Guardatemi male quanto volete, fino a che non vi baciate non tornerete indietro». C'era della spacconaggine nella sua voce, ma il tono non era fermo. 

L'avevano messa alle strette?

Thranduil sollevò gli occhi al cielo e si voltò verso Thorin, con le spalle tese e la mascella contratta.

«Sembra che non abbiamo scelta».

«Non si stuferà prima lei di aspettare?»

«No, no, mio caro Thorin. Se mi costringerete ad aspettare, i baci diventeranno due, poi quattro e poi chissà? 

«Magari vi richiederò di amarvi a vicenda… Carnalmente».

Ecco perché aveva trovato il coraggio. Si era ricordata che era lei che decideva lì.

Thorin gettò le braccia in aria e sbuffò esasperato. «Mahal che stai nelle rocce tutte, dammi la forza e poi fammi dimenticare l'esperienza».

Si voltò verso il Re di Bosco Marcio e deglutì. «Senti… Facciamo in fretta».

Thranduil annuì e fece un passo avanti.

Thorin strinse i pugni.

Thranduil si passò una mano sul viso e sospirò.

Si fissarono per qualche minuto, finché la figura non batté il piede a terra.

«Avanti, vi sbrigate?»

Thranduil si piegò in avanti, la sua espressione sempre più sofferente mano a mano che si avvicinava a Thorin. 

No, era impossibile! Indietreggiò con la testa, l’immagine del sedere pallido del Re di Bosco Marcio come se fosse davanti ai suoi occhi. Non ce la faceva proprio. La faccia di Thranduil era troppo vicina, non era rilevante che sembrasse contrariato quanto lui.

«Fermi tutti!»

Una seconda figura ammantata comparì dal nulla e marciò dritta verso l'Esecutrice Junior.

Thranduil si raddrizzò e allontanò a una velocità tale che a Thorin sfuggì un sospiro di sollievo.

«Cosa avevi intenzione di fare?! Avevi un compito e te ne sei approfittata!» Anche la nuova venuta aveva una voce femminile e stava puntando il dito contro l'Esecutrice Junior.

Quest'ultima si stropicciò le mani e si fece piccola piccola stringendosi nelle spalle, la seconda figura ammantata che torreggiava su di lei, nonostante fossero alte uguali. 

«Ma–».

«Ma un corno!» La nuova arrivata alzò la voce. «Dovevi solo correggere la sceneggiatura! La cavolo di sceneggiatura!» 

All'ultima parola, un plico di fogli cadde a terra come se lei stessa l'avesse sbattuto lì.

«La vedi?»

L'Esecutrice Junior fece di sì con la testa, piagnucolando.

«Ti sei divertita così tanto con questi due che ti sei scordata la missione! Hanno già finito di girare le scene!

«Continueranno a dire che noi del CORICA non serviamo a nulla! Non siamo nemmeno riusciti a mettere una toppa a questo! Sai cosa succede ora? Sai cosa?»

L'Esecutrice Junior fece di no con un fluttuare del cappuccio.

«Kiliel» disse l’altra con tono funereo.

«Bagginshield?» 

Thorin non aveva la più pallida idea di cosa stessero parlando quelle due, ma il solo suono di quella parola sconosciuta gli fece rizzare i peli sulla nuca. 

«Solo queerbaiting» le rispose asciutta la nuova arrivata. 

Si voltò poi verso Thranduil e Thorin e abbassò il cappuccio, rivelandosi una donna umana ordinaria, dai capelli corti e scuri. Si inchinò, una mano al petto.

«Dovete scusarci sovrani, sono l'Esecutrice Senior». Si raddrizzò.  «L'Esecutrice Junior qui presente aveva un compito e non avrebbe dovuto coinvolgervi personalmente». 

La donna si voltò per lanciare uno sguardo di fuoco verso l'Esecutrice Junior. Lei si fece ancora piccola, un tremolio che faceva ondeggiare il manto che la nascondeva.

«Purtroppo ha fallito e l'unica cosa che posso fare è rinnovare le nostre scuse, a nome del CORICA e riportarvi nella vostra storia originale».

«Senza ricordi insensati e discorsi su gemme che non stanno in piedi?» chiese Thranduil.

Ah! Voleva dire che il Re di Bosco Marcio non sapeva della sua missione? Thorin strinse gli occhi. Ma era vero?

«Senza ricordi insensati e discorsi su gemme che non stanno in piedi» ripeté l'Esecutrice Senior, con tono dolce e rassicurante.

Prima che loro potessero rispondere, lei allargò entrambe le braccia e le ombre della stanza seguirono i suoi movimenti. 

«Per i poteri a me conferitimi dal CORICA, io vi riporto al Verbo del Professore».

Richiuse le braccia e attorno a Thorin, tutto divenne buio e silenzioso.

Erano tornati al palazzo di Thranduil? 

Sembrava di sì. 

Il peso della corona svanì dalla sua testa e i suoi abiti presero a puzzare. Quanto puzzavano, per la barba di Mahal? Per fortuna che il suo naso si sarebbe abituato presto. Finire in una tana di goblin e poi viaggiare attraverso una foresta tetra e maledetta non faceva bene all'igiene personale, in fondo.

Pian piano, una luce tenue e ambrata illuminò  la sala del trono del Re degli Elfi.

Thorin stette ritto, due guardie silenziose ai suoi fianchi, e fissò il Re, seduto sul trono, lo sguardo severo. Dove erano rimasti?

Ah, sì. Lo avevano catturato, posto sotto un incantesimo e ora si trovava ai piedi del Re degli Elfi. Avrebbe tenuto la bocca cucita e non avrebbe pronunciato una sola parola riguardo a oro o gioielli della Montagna.

«Perché tu e i tuoi avete cercato per tre volte di attaccare il mio popolo durante i loro festeggiamenti?» gli chiese il Re, la voce calma.

«Non li abbiamo attaccati» rispose Thorin. «Imploravamo per del cibo, perché morivamo di fame». 

Doveva trovare un modo per uscire di lì. 

Erebor e l'Archengemma lo aspettavano.

 


 

Angolo dell’Autrice

Phew, è fatta!

Sono liberi dalla maledizione \o/

Questo significa che la storia è finita (che emozione!).

Ringrazio tantissimo la mia alfabeta che con le sue pazienti correzioni ha lubrificato ben bene l’italiano di questa storia. 

Modalità promozione senza vergogna: ON
Andate a leggere le sue fan fiction, sono bellissime :D
Modalità promozione senza vergogna: OFF

Un grazie speciale a greenleaf, che mi ha condiviso il suo parere sui capitoli. Sono contenta che questa storia ti abbia fatto ridere :)

E infine, un grazie a chi ha letto, spero che vi sia piaciuta questa piccola (dis)avventura di Thranduil e Thorin e, se anche non vi ha fatto ridere come spero, che almeno vi abbia fatto sorridere!

Ci vogliono un po’ Valar pescivendoli in questo fandom serioso ù_ù

kiaealterego

  
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