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Autore: Graffitisuimuri    31/03/2021    5 recensioni
Inuyasha e Kagome.
Kagome ed Inuyasha.
Migliori amici, fratelli, o quasi. Ma le apparenze spesso nascondono segreti più grandi.
#tratto dal primo capitolo.
"Innamorarmi di Kagome era stato naturale, semplice quasi come respirare o camminare.
C’è chi l’ amore lo cerca per tutta la vita. Io, invece, l’ amore l' ho trovato in una casa a pochi metri dalla mia."
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Chapter 2 – Casa.
 
 
 
“it feels like home when I'm with you
Leave it all behind
Put your head on mine
Home
It feels like home when I'm with you”
 
 
 
 
 
 
<< Si mamma, ho mangiato …no non c’è bisogno che chiami il medico, io … no, il nonno no per piacere … >>
 
Sento dei suoni di passi provenire dall’ altro lato del telefono.
 
<< Nonno, ciao … si sto bene .. no, non ho bisogno della pelle di lucertola essiccata … lo so che è un vecchio rimedio di famiglia … come? domani?  Ma non è necessario ho solo l’ influenza … ma … a domani … >>.
 
Mi passo una mano sulla fronte esasperata. Il pigiama di pile rosa è completamente incollato alla mia schiena sudata e nonostante questo e il piumone che ho messo addosso per coprirmi sento brividi di freddo scuotermi tutto il corpo.
Ma adesso non è questa la mia preoccupazione principale: domani un intera delegazione di Higurashi invaderà casa mia e il pensiero mi spossa più della febbre stessa.
Dovevo prevederlo, avrei dovuto aspettare che la febbre passasse prima di chiamare a casa.
Deglutisco disgustata al pensiero della pelle di lucertola essiccata.
Che i Kami mi salvino.
Riprendo il telefono e in rubrica cerco il numero di Inuyasha, ho assolutamente bisogno di un medicinale – un medicinale serio che faccia passare davvero la febbre -  e lui è l’ unico che può procurarmela. Faccio per telefonargli ma mi blocco con il pollice a mezz’aria. No, se lo chiamassi gli dovrei spiegare perché sono tornata prima da casa di Koga.
E non ho nessuna voglia di parlare di lui. Non oggi. Non dopo il litigio di ieri notte.
Mi affosso ancora di più sotto il piumone, desiderando di poter scomparire dalla faccia della terra.
Si, ho deciso che rimarrò qua, sepolta sotto le coperte e una montagna di fazzoletti di carta, fino alla fine dei miei giorni. Perché è così che si affronta la vita: scappando.
E vaffanculo l’età adulta e le responsabilità.
 
La vibrazione del cellulare mi richiama alla realtà e mi ricorda che anche se cerco di scappare dai problemi loro sapranno sempre come trovarmi. Soprattutto nell’ era di internet.
Sbircio il blocco schermo: un messaggio di Koga.
 
“Kagome rispondi. Dobbiamo parlare”.
 
Appoggio il cellulare al petto ignorando deliberatamente il messaggio perché, come ho già detto, sono una persona matura io.
Lo so che non è giusto, che sto facendo la stronza e che Koga non se lo merita perché è davvero un bravo fidanzato ma non so come comportarmi altrimenti.
Certo, tutto questo non sarebbe mai accaduto se non mi avesse chiesto di andare a vivere insieme.
Dopo una serata come tante altre Koga aveva ben pensato di sganciare questa bomba cogliendomi totalmente impreparata.
Questa richiesta aveva messo così a repentaglio il mio fragile cervello che ero rimasta la a osservalo. In silenzio. Per cinque minuti buoni.
Ciò doveva averlo fatto arrabbiare parecchio perché è proprio così che è cominciato il nostro litigio.
Lui accusava me di essere egoista, di non pensare al nostro rapporto e io accusavo lui di voler correre.
Alla fine, come nei migliori film drammatici, io ero uscita sbattendo la porta. Solo che ad aspettarmi c’era un acquazzone senza precedenti.
Ero tornata a casa completamente fradicia, ecco il perché della mia febbre improvvisa.
 
Ora la mia coscienza sa perfettamente il prechè del mio “no” così secco. E sicuramente non è la paura che sia “ troppo presto”. No, decisamente no.
È inuyasha.
È sempre stato Inuyasha, da tutta la vita più o meno.
Perché solo una sfigata come me poteva innamorarsi del proprio migliore amico, rispettando lo stupido stereotipo da romanzo rosa.
Andare a vivere con Koga sarebbe accettare la disfatta, che Inuyasha non mi ama e non mi amerà mai e io non sono pronta a questo. Anche se nel profondo, spero che prima o poi lui possa vedermi un giorno.
Nonostante un giorno si e l’ altra pure mi trovi qualche nuova ragazza intenta a fare colazione con i miei biscotti con addosso la sua maglietta.
Non mi arrendo, sperando che un giorno smetta di vedermi come Kagome, la sua amica di infanzia, la sua vicina di casa.
La ragazza che l’ ha baciato ubriaca durante una festa.
 
Al solo ricordo di quella orribile serata strattono le coperte e ci sotterro la testa emettendo un verso di frustrazione nemmeno fossi uno gnu.
C’è da dire che mi ero preparata solo per fare colpo su di lui: quello stupido abito da sacerdotessa, l’ingombrante arco finto che avevo trascinato in metropolitana. Le ore, ORE, spese ad acconciare i capelli in un intricatissima treccia e a truccarmi.
Tutto inutile.
Non mi aveva degnata di uno sguardo, anzi,  mi aveva lasciata andare con Hojo.
Hojo!  Come se qualsiasi donna dotata di un briciolo di senno volesse passare veramente la serata con uno che ti regala cesti di frutta per augurarti pronta guarigione.
E io cosa avevo fatto? Mi ero ubriacata.
E poi? Avevo sbrattato anche l’ anima.
E dopo ancora? L’ avevo baciato con ancora la bocca impastata di vodka e vomito.
E alla fine? Ero mezza sventa tra le sue braccia.
 
La mattina dopo, quando mi sono risvegliata – con dei sintomi post sbornia che non sto qui a raccontare per preservare almeno un po’ della mia dignità – avevo mentito. Non volevo che lui sapesse che io sapevo – semplice no? . Non volevo che lui pensasse che l’ avevo baciato solo perché ero ubriaca.
Da allora non ne avevamo più parlato, ma la foto di quella sera – scattata prima del disastro – troneggia ancora sulla mensola accanto a tutti e sette i libri della saga di Harry Potter.
 
Sento il rumore della porta che si apre e il tintinnio delle chiavi che Inuyasha con mala grazia lascia cadere nel contenitore all’ ingresso.
Poco dopo lo sento bussare alla mia porta, ma non aspetta nemmeno che io risponda – ti pareva! – che entra nella stanza.
 
<< Kagome che ci fai qui? Ho sentito il tuo odor … oh mio dio ma hai un aspetto orrendo! >> esclama guardandomi in faccia.
<< Sono malata cretino! >> sbotto. Ho una voce talmente nasale da fare impressione e mi rendo conto che il mio colorito non deve essere dei migliori ma non c’è bisogno di essere così diretti!.
Si appoggia allo stipite della porta con la spalla destra << questo lo vedo >> poi annusa l’ aria << ma il lupastro non è con te? Avevo capito che avreste passato un “weekend romantico “ solo voi due >>  calca la voce su “weekend romantico” caricandola con una nota di disgusto.
 
<< E’ saltato >>.
 
Inarca il sopracciglio.
 
<< E’ saltato? >>.
 
Sbuffo. Mai possibile che anche in queste condizioni io debba discutere con lui?.
 
<< Si Inuyasha è saltato. Sal-ta-to è chiaro adesso? >>. Lui mi fissa con aria perplessa in cerca di un qualcosa che gli faccia capire se sto mentendo o no poi esclama:
 
<< Sei una bugiarda >>
 
Ecco lo sapevo, lo sapevo. Mi conosce troppo bene.
 
<< Inuyasha ho la febbre. Ti prego, ti prego non adesso >> piagnucolo .
 
E il primo premio come attrice drammatica va …
 
<< Dimmi solo se il lupastro ti ha fatto qualcosa, perché se è così giuro che lo prendo e poi …>> mi lascio andare ad un sospiro esasperato.
<< No! Non è successo niente. Sono malata e il weekend è saltato tutto qua >>.
Mi fissa ancora perplesso, ma non replica. Forse, date le mie condizioni, ha deciso di abbandonare l’ ascia di guerra.
Ma so che è solo una tregua, appena potrà tornerà all’attacco.
Allunga una mano e delicatamente me la passa sulla fronte, le sue dita sono ancora fredde del contatto con l’ aria esterna.
È da tanto che Inuyasha non mi tocca così: con una tenerezza solo sua, quelle premure nascoste che ha sempre riservato solo a me.
Mi si contorce lo stomaco, mi sento una vecchia nostalgica.
<< Inuyasha? >> lo chiamo con un filo di voce.
 
<< Uhm? >>.
 
<< Vedresti “Colpa delle stelle” con me stasera? >> lo supplico con lo sguardo, come una bambina capricciosa che sa perfettamente come ottenere quello che vuole quando lo vuole.
E infatti cede.
<< Oh al diavolo! Ma solo perché sei malata!>> ficca un braccio  sotto le mie ginocchia e l’ altro lo avvolge intorno alla mia vita issandomi su.
Stringo con le dita il piumone per non lasciarlo cadere e insieme attraversiamo il piccolo corridoio che separa le nostre due camere da letto dal salotto.
Mi appoggia delicatamente sul divano sgangherato comprato poche settimane prima con i miei risparmi. Mi avvolge per bene tra le coperte, sistemandomele per bene intorno alle spalle e alle braccia.
<< Aspetta qui >> mi dice per poi scomparire dietro la porta. Pochi attimi dopo riappare, in una mano stringe una coppa di gelato alla nocciola e nell’ altra la sua felpa rossa preferita.
Mi porge entrambi gli oggetti.
<< Ho sentito che per guarire dalla febbre il gelato è necessario. Ordini del medico >>.
Lo amo, c’è poco da dire. Lo amo perché sa come farmi sentire meglio con una sciocchezza, perché conosce il mio gusto di gelato preferito, perché vuole guardare “Colpa delle stelle” con me anche se dice il contrario.
Lo amo perché, senza che io chiedessi niente, mi ha prestato la sua felpa preferita perché è la più calda che ha e la da a me perché non vuole che senta freddo.
Lo amo per tutte queste piccole cose che non sono mai scontate se fatte da lui.
E dimentico di avere un fidanzato quando è così, dimentico che probabilmente lui non mi vorrà mai come lo voglio io.
 
Inuyasha sposta leggermente il piumone e si siede accanto a me. Mi attira verso di se e avvolge una mano intorno al mio fianco, io appoggio la testa sulla sua spalla.
Il film inizia, ma io quasi non me ne accorgo. Scivolo in un sonno tranquillo, cullata dal profumo della sua pelle che oggi sa di pioggia mista a terra.
Mi sento a casa.







Angolo autrice.
non aggiorno questa storia da tempo immemore e non saprei dire nemmeno perchè. 
Ma sono stata presa da uno slancio di buona volontà e la voce della mia coscenza mi stà intimando di finire i progetti che ho comiciato.
Per cui eccomi qui!
mi auguro che il capitolo vi sia piaciuto e ringrazio chi ha recensito, messo la storia nelle seguite/ricordate/preferite.
Alla prossima.
Graffiti.


 
  
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