La donna finisce spalle al muro, le ali si ritirano un secondo prima dell’impatto della schiena contro la parete mentre, prima che abbia il tempo di dire qualsiasi cosa, il freddo di una lama sul suo collo la fa sussultare. Non dice una parola, limitandosi a guardare colui che le sta davanti. Colui che, di fatto, si sta comportando più umanamente che mai, quasi sembrando uno di essi e non l’essere freddo e spietato che tutti in Paradiso conoscono. Lui ricambia gelidamente il suo sguardo, lo sguardo così uguale se non identico a quello della donna malgrado siano di fatto acerrimi nemici, malgrado siano di fatto incompatibili, luce ed ombra che si scontrano irrimediabilmente. Ma d’altra parte… la voce di lui interrompe ogni pensiero della bruna. “ Dovrei ucciderti, qui seduta stante e senza pietà “. E’ quasi un sussurro, la lama viene lievemente spinta sul suo collo ma ancora non la fa sanguinare. La fanciulla rimane in silenzio qualche momento per poi, in fine, prendere parola.

“ Allora provaci, che aspetti? Fallo: prendi la mia grazia ed uccidimi “. Fa, ora con una certa grinta e dimostrando comunque di non aver paura nemmeno di lui, di non aver più paura di niente e nessuno. “ Dopo tutto, sei qui per questo. Non è vero, Lucifero? “. Lo chiama, rivelando così che colui che l’ha aggredita è niente poco di meno che Lucifero, il signore Infernale e principale nemico suo, di suo Padre e di tutti quanti gli Angeli. Colui che diede vita a questa terribile battaglia tra bene e male, che ancora si protrae e che pare non trovare mai una fine.

“ Non mi provocare, Justice. O dovrei dire, Morte? “. Fa di rimando lui, dimostrando di aver riconosciuto che nel corpo di colei che si è rivelata essere Valentina non risiede più solamente la sua virtù: ora in lei c’è anche Morte, lo spirito della morte stessa. “ Sei fuggita dalla gabbia e ti sei rifugiata nel corpo di una Virtù: proprio quella più vicina a me, guarda caso “. La lama sul collo la costringe ad alzare lievemente il capo, chiudendo gli occhi qualche istante e deglutendo.

“ Ti sbagli: in questo momento sono Valentina: Morte mi ha lasciata esistere, abbiamo fatto un patto “. Sentenzia semplicemente il tramite di Giustizia ed ora anche tramite della stessa morte. Il figlio di Dio la osserva attentamente: non mente. E’ davvero Valentina e, se è così pensa, le cose potrebbero volgere inaspettatamente a suo favore.

“ Se sei Valentina, perché non fuggi o non reagisci? Perchè sei qui a parlare con me, che ti punto una lama di Cristallo Demoniaco alla gola? “. Una domanda apparentemente legittima quella di Lucifero, ma lei sa bene cosa si cela dietro. Non potendo fare un gesto di diniego con il capo si limita a fare a sua volta una domanda.

“ E tu perché non mi uccidi e te ne stai qui a parlarmi? “. Chiede di rimando. Lui pare alterarsi a quella semplice domanda e, senza dire nulla o rispondere, fa sanguinare il collo della donna. Con il sangue fuoriesce anche un po' di Grazia che, tuttavia, lui ancora non assorbe.

“ Perchè forse, non sono qui per ucciderti? Forse io e te potremmo trovare un accordo: in fondo, tu sei il tramite della sola donna che abbia mai amato ed ora in te risiede anche il potere immenso della Morte. Se ti combattessi ora, forse potrei ucciderti ma a che servirebbe? Il tuo immenso potere andrebbe sprecato, e… “. Si ferma: la donna lo osserva qualche istante con uno sguardo che, certamente, di Valentina ha ben poco. E’ vero che Morte la lascia cosciente di sé, tuttavia pare aver mutato la personalità della donna in una totalmente nuova.

“ Vorresti fare un patto? Con me? “. Chiede sorpresa: di certo non si aspettava una proposta del genere da parte del signore delle Tenebre, ma decide di ascoltare di che patto si tratti.

“ Io risparmierò nostro Padre e gli Angeli, ridando la vita a quelli che ho ucciso e restituendo le ali a ci le ha perdute. Ma in cambio avrò il posto di re del Paradiso… e te “. E lei? Quell’ultima parola la fa sussultare mentre sgrana gli occhi sorpresa.

“ Me? “. Chiede sorpresa. Lui la guarda, ora sfoggiando lo stesso ghigno presente sul volto di lei poco prima.

“ Hai capito benissimo: voglio che tu sia mia, altrimenti il patto salta e distruggerò sia il paradiso che nostro padre ed i nostri fratelli: ora che il grande capo ed il suo stesso tramite sono deboli, per me sarebbe uno scherzo finirlo una volta per tutte e conquistare con la forza il titolo di Re “. Non ha torto, pensa Valentina: non ha torto, nello stato attuale delle cose Lucifero è certamente più forte di Dio e potrebbe davvero conquistare il trono con la forza, uccidendo i loro fratelli ed il padre. E lei non lo può certo permettere.

“ E sia: stringiamo questo patto. Io sarò tua, il trono anche. Ma in cambio salverai i nostri fratelli e papà “. Sentenzia, tornando risoluta: una parte di lei è quasi felice di quel patto, una remota parte di lei preferisce questo ad un’eterna lotta che porterebbe altro dolore e sangue. Una parte di lei forse, inconsciamente desiderava questo. E’ una sensazione forte, molto forte. Una sensazione che nemmeno lei sa spiegarsi, non ancora almeno. Senza dire nulla lui preme lievemente il pugnale sul collo di lei facendola così sanguinare ulteriormente: il sangue che in un rivolo le finisce lentamente fino alla scollatura, mentre il patto viene finalmente suggellato con un bacio.