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Autore: Nirvana_04    01/04/2021    4 recensioni
Ognuno di loro è come una canna: ritta e solitaria, ben piantata nel terreno di turbamenti e in lotta con il resto del mondo. E James… James è come vento tra di loro. Ottimista, appassionato, sicuro di sé, un uragano di voglia di fare e sogni da realizzare. E le canne, lunghe e rigide nella loro forma naturale, piegano la loro natura al vento, si avvicinano tra loro, si sfiorano grazie a esso, fintanto, alle volte, a volare via con lui.
1. Ci vuole passione, Felpato ~ Voi, due corpi che condividono la stessa ombra
2. E un po' di follia la notte, Lunastorta ~ Calde e fiduciose sono le sue mani
3. Anche quando avremo paura, Codaliscia ~ Perché gli intrepidi non sanno andare dritti, conducono dove la vita freme
4. Ma insieme, amore mio, conquisteremo il cielo ~ È vento l’amore che provi, dentro turbina, ed esplode l’anima bella.
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Peter Minus, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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E un po’ di follia la notte, Lunastorta
 
 



«Non ti permetterò di arrenderti, dovessi anche odiarmi
 
Logora è la tua anima, una coperta di carne e pelo rattoppata in cui avvolgi le ossa, le tue speranze – addenta, strappa, divora.
Calde e fiduciose sono le sue mani, mani che vorresti staccargli – lacera, morde, ringhia.

 
«Quando farò del male alle persone che ami, sarai tu a odiare me.»
«Non succederà, perché io te lo impedirò.»
Succederà… è già successo…

 
Logora è la tua mente, fili di paura e amarezza che pendono inerti – ghigna, morde, dilania.
Ottimisti e ingenui sono i suoi sorrisi, sorrisi a cui ti aggrappi per non venire annientato – s’acquieta, osserva, attende.

 
«Io so che uomo sei, Rem.»



 

N.d.A.

Buon Pesce d'Aprile a tutti/e!


 Questa drabble partecipa alla Challenge “Coppa di Drabblitch!” indetto da Mari Lace sul forum di EFP.

Il tema di questa seconda sfida è stato esso stesso una sfida: Nemesi.
Il rapporto tra James e Remus possiede sfumature ancora più sottili e complesse di quello tra James e Sirius, e visto che questa raccolta si basa proprio sulle relazioni tra i vari personaggi, ecco che ho deciso di sfruttare quei piccoli dettagli presenti nella Saga per parlare di loro, dell'ottimista e del fatalista, finalmente.





NOTE

Ci sono due modi d’intendere la scrittura: il primo è una vera e propria passeggiata, il narratore prende per mano il lettore e lo guida lungo il viale alberato che è la sua storia; il secondo è un giocare a nascondino, il narratore semina indizi, scava buche scure e vi nasconde dettagli, e sfida il lettore a sporcarsi le mani, ad arrovellarsi la mente. Il primo parla, il secondo sussurra. Io mi diverto a giocare, mi diverto a sussurrare.
Io sono pazza.
E adesso ve ne darò alcune prove.
Titolo della raccolta: Il motore di questa raccolta è James. Lui è il vento, e i malandrini e Lily sono le canne.
Con questo titolo ho voluto ribaltare il focus del famoso proverbio “come canne al vento”, il quale evidenzia la volubilità delle persone, il loro lasciarsi andare, influenzare, convincere. Il proverbio, a mio dire, sottovaluta la forza trasportatrice del vento. Ed ecco che con il mio titolo è proprio quest’ultimo a diventare il focus d’indagine: il vento piega, il vento avvolge, il vento infuria, fintanto alle volte a strappare la canna e a portarla via con sé. E lo fa senza colore, senza nome… quasi come una carezza, una carezza che sa far male.
Ed ecco che ho pensato al suono. “Come vento tra le canne” vuole essere un soffio malinconico, che disegna memorie, evoca ricordi e poi li porta via, mescola passato e presente, così come il vento, sempre impalpabile e invisibile anche nella sua forma più violenta, fa con le foglie, l’erba, le canne… Ecco perché ho voluto giocare con il suono della C, mi piace pensare che “Come” e “Canne” poste a inizio e fine titolo siano come la sferzata avanti e indietro di un pennello sulla tela, che disegna e cancella, come l’onda sulla sabbia, che bagna e se ne va.
Sottotitoli: Se il titolo vuole avere una natura più “soave e poetica”, i titoli delle singole drabble sono decisamente meno formali, meno “sopra le righe”, e lo dico letteralmente perché, a pronunciare quei sottotitoli non è l’autore o il narratore, bensì il personaggio: James. E alla fine, mettendo insieme tutti i titoli delle 4 drabble (una è fuori challenge), si otterrà un’unica frase, che io immagino essere pronunciata dallo stesso Ramoso.
L’uso del corsivo: La prima frase di tutte e due le drabble è in corsivo, così come la frase centrale. «Non ti permetterò di arrenderti, dovessi anche odiarmi.»/ Succederà… è già successo… Questo perché la drabble è, sì, ambientata in un contesto preciso – la Prima Guerra Magica – ma è anche sospesa nel tempo. È come se fuori campo ci fosse un Remus, più grande, che ricorda questo momento (se devo confessarla tutta, io immagino questo Remus dopo la litigata con Harry a Grimmauld Place, nel settimo libro). Quindi queste due frasi risuonano sia nel presente sia nel passato. “Succederà… è già successo…” è sia il Remus del presente della drabble a pensarlo sia il Remus del “futuro”. Lo stesso per le due frasi presenti nella prima drabble con Sirius.
Il ruolo di James e i prompt: Oltre a essere un tema affrontato nella drabble, e ad avere una forma propria, il prompt di ogni singola drabble è incarnato dal personaggio di James. Così, come nella drabble “Ci vuole passione, Felpato” James è Passione, in questa drabble James è Nemesi: è Nemesi del lupo che alberga in Remus, ed è Nemesi della rassegnazione di Remus stesso, del suo non riconoscersi un uomo degno di amore e di rispetto. Passione e nemesi non sono soltanto i temi delle drabble, quindi, ma anche il tono delle parole di Ramoso.
Utilizzo del prompt “Nemesi”: qui vado veloce, perché vi ho già rotto. Ci sono diverse nemesi in campo, e tutte quante sono intersecate tra loro in un groviglio di emozioni e sensazioni contrastanti, proprio come ingarbugliato e tormentato è l’animo di Remus. Oltre alle due nemesi già citate, quindi – rassegnazione di Remus/James, James/lupo – c’è anche la lotta costante di Remus contro la maledizione – quella voce del lupo che si manifesta in quelle quattro parentetiche di climax – che lui vive a momenti come qualcosa da combattere, altre come una punizione “divina” che deve rassegnarsi ad accettare. C’è la lotta Rem-uomo/Rem-lupo, ma c’è anche la lotta uomo/uomo.
I Quattro climax: Ci tengo particolarmente a questo punto. Le tre parole che stanno al di là delle lineette sono le azioni che compie il lupo, che io ho personificato cercando di renderlo davvero come un essere che abita dentro al corpo e alla mente di Remus. E queste azioni, ci tengo che si noti, non sono lì buttate a caso, ma sono in risposta alle frasi introspettive che descrivono Remus e James. Il lupo interagisce con le emozioni e le sensazioni di Remus. Per esempio, quando dico che James ha mani calde e fiduciose non è un caso che il lupo “dilania, morde, ringhia”, il lupo si ribella all’influsso positivo che James ha su Remus; così, allo stesso modo, quando “paura e amarezza pendono inerti”, Remus si mostra più stanco, più rassegnato, il lupo “ghigna, morde, lacera” come une bestia che si trastulla con la sua vittima. È una lotta che non avrà mai fine, quella tra l’uomo e il lupo, ma mi piace pensare che in questa lotta Remus non sia solo.
Il protagonista della drabble: Remus. Dire tutto quello che penso di lui vi farebbe scappare, e io non voglio. Sappiate che è uno dei personaggi che amo di più proprio per la sua fragilità. Dietro quella sua calma apparente, dietro quel volto triste, sconsolato, c’è una lotta che imperversa (da qui il gioco del climax al di là della lineetta, che rappresenta visivamente il “dietro le quinte” dell’animo di Remus, quello è il lupo che incalza). E io ho sempre pensato che senza James, Remus si sarebbe arreso molto prima. Ma la personalità umana è complessa e contraddittoria alle volte, e io mi sono chiesta quante volte tutto quell’ottimismo di James abbia infastidito Remus, quante volte la sua disperazione e il suo dolore gli abbiano fatto pensare “facile per te, tu non sai cosa si prova, sei così “ingenuo””. È il pensiero di un attimo, più una sensazione sotto pelle, che io immagino abbia provato nei momenti di maggiore sconforto… ma James sta sempre e comunque lì, pronto a tirarlo fuori dall’abisso, e Remus si è aggrappato a lui, penso che lo abbia fatto anche dopo la sua morte, e non a caso il Remus del futuro, quello fuori drabble, io l’ho immaginato proprio reduce di quella scena lì, nella cucina, con Harry. Il nome di James è appena riecheggiato tra loro, Harry ha dimostrato di sapere esattamente cosa James gli avrebbe detto, e questo gli fa male, fa male a Remus, che ancora una volta stava cercando di tirarsene fuori, di arrendersi. James, anche da morto, gli ha impedito di piegarsi al lupo ancora una volta, di annullarsi dietro alla sua parte più debole.
Ultime note di servizio: “Rem” è un diminutivo che non ricordo appaia nella saga. Io ho sempre pensato che, nei momenti più seri come questo, James non ricorresse ai soprannomi ma che comunque adoperasse una forma del nome amichevole, fraterna. E Rem è la mia personale interpretazione di questa zona di mezzo.

 
   
 
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