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Autore: sallythecountess    01/04/2021    1 recensioni
In questo capitolo finale della saga della famiglia Jimenez tutti i nodi verranno al pettine. Juan ritroverà la sua natura oscura e darà inizio ad una guerra che incendierà Los Angeles solo ed esclusivamente per amore di Mina. John dovrà affrontare non solo la fine della sua relazione con il suo amato Ethan, ma un enorme dolore che lo manderà totalmente in crisi e lo costringerà a crescere. I tre ragazzi Jimenez, infatti, si troveranno da soli a combattere con la paura di diventare orfani e inevitabilmente diventeranno adulti.
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Mìmi'
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Capitolo: una ragazzina in rosa e un disegno
Una volta uscito Myles, Juan rientrò e le disse serio “Oh beh…penso che non ci avresti creduto se avessi visto la scena di me e Ronson che parliamo di te come due vecchi compagni di classe. Quando voglio non mi comporto da uomo delle caverne, hai visto?” sorridendo piano. Non gli era piaciuta la carezza che Myles aveva fatto al suo viso, ma si era reso conto che non era successo nulla, così aveva provato ad avvicinarsi e dopo aver lavato le mani le aveva accarezzato la guancia con dolcezza. Mina era attaccata a un respiratore, quindi non poteva toccarle le labbra, ma le sfiorò piano la guancia, i capelli, il collo, la spalla e poi con l’indice le accarezzò piano due dita della mano sinistra, soffermandosi sull’anulare, dove non c’era più la fede, ma compariva la scritta “Juanito” con un cuoricino.
Aveva fatto prima lui il tatuaggio, il giorno dopo il loro anniversario di qualche tempo prima. Mina aveva sofferto molto vedendolo con l’anello del clan al posto della fede, e lui aveva deciso di provare a farsi perdonare per quell’oltraggio così forte imprimendosi il suo nome sul corpo. Voleva qualcosa che il tempo non avrebbe potuto cambiare, qualcosa che dimostrava amore eterno, perché glielo doveva.
 Mina si era già tatuata per lui, aveva un lupo grigio sulla schiena, e malgrado le sue mille richieste, non aveva mai fatto nulla di simile per lei. In realtà semplicemente non voleva più tatuaggi, perché li trovava già troppi ed eccessivi, considerato che aveva entrambe le braccia, la schiena e la gamba sinistra totalmente a colori, ma aveva voluto dimostrarle il suo amore e la sua devozione totale, così lo aveva fatto.
“Oh sei veramente fregato! Ora anche se ti stancherai di me e mi lascerai, dovrai spiegare sempre a tutti quanto mi hai amato…”gli aveva detto la moglie allegra e lui aveva solo riso, ma quando lei aveva fatto lo stesso gesto ne era stato davvero felice.  
“Mi è mancato toccarti Mimi. Lo sai, non sto troppo bene senza la tua pelle…” aggiunse piano, cercando di non piangere, continuando ad accarezzare piano il suo anulare.
“Te lo ricordi com’era all’inizio? Avevo una voglia assurda di toccarti e di prenderti, ma allo stesso tempo ne avevo una paura fottuta. Così ti accarezzavo piano, solo in zone innocue e tu ti arrabbiavi tanto perché mi volevi sempre addosso e sembrava non potessi essere felice senza toccarmi!”
Aggiunse, con le lacrime agli occhi, pensando a quella ragazzina che voleva disperatamente fare l’amore con lui.
“E quanto mi hai tormentato con la storia dei disegni, oddio!”
Concluse ridacchiando, un attimo prima di ricordare una sera che aveva inciso molto sul loro rapporto, perché era la prima volta in cui Juan aveva totalmente capitolato a lei.
  La prima volta che Mina aveva realmente provato a sedurlo Juan l’aveva quasi violentata in un parcheggio. La seconda aveva ceduto alle sue insidie, erano diventati incredibilmente intimi, ed era letteralmente diventato dipendente dalla sua pelle e dalla sua bocca, ma poi le aveva chiesto tempo e lei non lo aveva apprezzato. Era innamorata di lui e voleva averlo, così lo provocava in ogni modo possibile. Passava ore a baciarlo con passione, amava spogliarlo e ogni volta che poteva accarezzava il suo petto, l’addome e la schiena in un modo che faceva letteralmente impazzire Juan. Lo mordicchiava, a volte gli lasciava anche i segni delle unghie sul corpo, ma lui non aveva il coraggio di dirle di non farlo, perché era il primo a riempirla di segni di morsi sul collo. Se ne vergognava, e Neide lo tormentava perché era molto complicato nascondere le tracce del loro amore, ma lei gli aveva detto felice che adorava quei segni perché la facevano sentire totalmente sua, e Juan si era sciolto. L’unica cosa che voleva al mondo era proprio quello, proprio che fosse totalmente sua e moriva al pensiero che lei volesse la stessa cosa.
Una sera in particolare, a tre giorni dalla data fatidica in cui Juan aveva deciso di concedersi a lei, dopo aver chiuso con la sua precedente compagna, Mina era bellissima. Indossava un abito rosa di cotone, con le spalline sottili, di quelli che generalmente si usano per andare al mare. Aveva appena fatto la doccia, quindi profumava di cocco e vaniglia, era senza trucco e aveva tirato su i capelli, facendogli battere il cuore come mai prima. Gli aveva chiesto con un sorriso favoloso se sembrasse una barbie, e lui aveva davvero dovuto trattenersi tanto, perché avrebbe solo voluto dirle che sembrava la cosa più bella del mondo, ma l’aveva tirata contro il suo corpo sul dondolo e l’aveva tenuta stretta per un po’.
Non aveva provato a sedurlo quella sera, semplicemente avevano scherzato come sempre, ma lui aveva avuto grossi problemi a non toccarla, perché Mina aveva steso le sue meravigliose gambe ambrate e nude sulle sue e Juan aveva per un po’ perso il controllo del suo cervello, mentre le accarezzava la gamba. Chiacchierava allegra e lo guardava disegnare, ma Juan era mostruosamente distratto da lei e non riusciva a pensare ad altro che alla sua pelle nuda contro la sua, così aveva preso ad accarezzarle i piedi e le gambe prima, ma poi si era sentito in imbarazzo e le aveva chiesto di girarsi, appoggiando la testa sul suo petto. Mina lo aveva fatto, e per un attimo Juan si era perso fissando i suoi occhi, che erano ancora più sensuali della sua scollatura. E poi era successo: la ragazzina in rosa aveva gettato uno sguardo sul suo blocco e aveva commentato con “ah…questo stavi disegnando?” e lui era letteralmente morto d’imbarazzo.
 Aveva riempito un blocco intero di lei, dei suoi occhi e delle sue labbra che desiderava ardentemente, ma da quando si erano avvicinati ed erano diventati intimi, non era riuscito a disegnare altro che loro due che facevano l’amore.
“Molto intenso…mi piace!” aveva aggiunto, togliendogli il blocco dalle mani e lui era rimasto totalmente immobile.
“Quindi pensi a me?” aveva aggiunto, con uno sguardo a metà tra il compiaciuto e il sensuale, sfogliando tutti quei disegni estremamente spinti e lui non aveva detto una sola parola, perché era morto d’imbarazzo, ma aveva pensato solo “ma secondo te riesco a pensare a qualcos’altro?”.
 Non voleva che lei sapesse quanto spesso fosse nella sua testa, ma ora quel maledetto blocco stava svelando tutti i dettagli delle sue fantasie e Juan avrebbe voluto morire, perciò glielo tolse di mano in modo molto rude.
“Me ne regali uno?” chiese lei dolce e solo allora lui riuscì a dire “assolutamente no. Sono miei, privati. Neanche avresti dovuto vederli, ragazzina ficcanaso…” facendola sbuffare forte.
“Ma sono anche miei, io sono in tutti quanti!” aveva risposto seccata e Juan aveva pensato solo “già, secondo questo principio anche io sono totalmente tuo, perché non esci un attimo dalla mia testa” ma aveva sbuffato e le aveva detto di scegliere quello che preferiva, facendola felice.
“Mi rispondi se ti chiedo una cosa?” aveva aggiunto dispettosa, e lui aveva solo portato gli occhi al cielo, mentre lei continuava a sfogliare le sue fantasie.
“Dai, dai mi amor non essere così odioso…”aveva aggiunto lamentosa, portandogli le braccia al collo e lui l’aveva solo baciata, ma le sue mani erano finite sotto al vestitino rosa, esplorando il suo corpo in modo un po’ troppo spregiudicato. Le sue mani grandi e forti avevano preso ad accarezzarla tutta, e una volta raggiunte le sue mutandine sembrava non volessero minimamente fermarsi, quando lei ansimante aveva bisbigliato“dimmi che hai voglia di me…”
“Davvero non ci sei ancora arrivata? Sei una scheggia proprio…” le aveva risposto con un po’ troppo sarcasmo, e Mina offesa si era liberata dalla sua presa e aveva fatto per andarsene, ma lui aveva provato a trattenerla e a baciarla contro la sua volontà e si era beccato un morso.
“Sto davvero sanguinando, lo sai?” le aveva tuonato, in realtà molto divertito e ancora eccitato, ma Mina offesa aveva risposto “così impari a trattenermi contro il mio volere” e lo aveva lasciato lì sul dondolo tutto solo a urlare “ma se un minuto fa stavi scegliendo in quale posizione volevi…” ma poi aveva incontrato gli occhi severi di sua madre e si era bloccato imbarazzato come un bambino.
Era tornato sul portico e per dieci minuti era rimasto a pensare a cosa fare, ma poi aveva ceduto. Aveva diviso il foglio in quattro e aveva realizzato quattro disegni: nel primo chiacchieravano insieme sorridendo, nel secondo si baciavano, nel terzo facevano l’amore e nel quarto lui dormiva sdraiato sul suo petto. Aveva inserito dei numeri in alto a sinistra e alla fine aveva solo scritto “ e una volta svegli, ricominciare dal punto 1 o dal 3”. Era il suo criptico modo per farle capire che voleva stare insieme a lei e viverla ogni giorno perché l' amava, e Mina aveva conservato gelosamente quel disegno una volta capito il senso, ma quando se lo era trovato fuori dalla porta con quel foglio in mano aveva detto solo “che dovrebbe significare questa cosa?” facendogli alzare gli occhi al cielo.
“Ci sono anche i numeri, dannazione, non è così difficile…” le aveva detto divertito, ma Mina si aspettava una dichiarazione e rimase molto perplessa per quel disegno.
“Ok, forse manca la parte in cui mangiamo, ma tanto tu vivi d’aria e caffè, quindi forse non è necessario…” aveva aggiunto, mettendole una mano sulla testa, ma Mina lo liquidò dicendo che avrebbe preferito uno di quei suoi dettagliatissimi disegni porno e Juan decise di non insistere. Solo anni dopo, incinta di John e con la fede al dito, Mina aveva capito il senso di quel disegno ed era corsa a baciarlo e a stringerlo.
“Quanto desideravo questa pelle…”concluse Juan con un sorriso, ma poi giunsero i dottori a portare una buona notizia, e per un attimo il suo cuore divenne più leggero.
Ciao a tutti! C'è ancora qualcuno? Vi è piaciuto questo capitolo nostalgia sulla gioventù di Mina e Juan? Il prossimo è quello in cui viene presentato come si deve Rafa...siete curiosi? Vi va di leggerlo? Fatemi un segno se ci siete e ve lo caricherò immediatamente
   
 
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