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Autore: Meramadia94    01/04/2021    2 recensioni
Dopo la fine della rocambolesca relazione con Eva, Vincenzo decide di chiudere con l'amore, e di dedicarsi solo a sua figlia Mela e ad Isabella.
Alle prese con il suo ruolo di testimone per il matrimonio di Francesco, il commissario incontra la criminologa Deborah Rigosi, testimone di Emma, e donna dal passato tormentato.
Tra i due nasce una complicità particolare, ma entrambi rifuggono la possibilità di approfondire la loro amicizia, l'uno per paura di soffrire ancora, l'altra sembra in fuga da un grave pericolo.
Vincerà l'amore o la paura?
Genere: Angst, Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Commissario Nappi, Huber, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vincenzo Nappi aveva sempre saputo cosa voleva dalla vita. Non era mai stato uno di quegli adolescenti che al cenone di Natale, Capodanno o durante le feste di Pasqua, occasioni che sembravano fatte più per mettere le persone sotto torchio che per passare qualche ora allegra in famiglia davanti ad una bella tavolata imbandita, rispondevano sempre in modo diverso. 
Lui lo aveva sempre saputo cosa voleva diventare.
Un poliziotto. Dedicare la sua vita a servire e proteggere la brava gente contro il male del mondo, come avevano fatto suo padre e suo nonno prima di lui. 
C'era riuscito. Era diventato Vice Questore Aggiunto. Come agente aveva avuto ottime valutazioni, riconoscimenti, mai uno sgarro, non era mai finito sotto inchiesta disciplinare, si era trovato a dirigere indagini per rapine, omicidi, trattative con ostaggi... 
Tuttavia il vice questore aggiunto Nappi aveva un altro sogno. Che si era avverato solo per metà.
Vincenzo sognava una famiglia.
Sognava di tornare a casa dopo aver passato una giornata a contatto con la feccia dell'umanità, di trovare i suoi figli che gli correvano incontro... mentre gli mostravano i disegni che avevano fatto a scuola quel giorno, che insistevano perchè giocasse con loro in attesa che fosse pronta la cena... ed una donna dolce, gentile, ma che appena la situazione lo richiedeva diventasse una leonessa pronta a combattere con lui e per lui, ad aspettarlo. 
Solo che lui con le donne non era fortunato.
Silvia, l'aveva amata in un modo che non avrebbe mai creduto possibile. L'aveva amata al punto di passare sopra ad un tradimento avvenuto quando erano praticamente sull'altare, di decidere di crescere il bambino che la ragazza aspettava come se fosse suo... e l'avrebbe amato come se lo fosse stato davvero. In fondo, i figli erano di chi li cresceva... a volte il sangue era solo sangue. Solo che poco dopo la loro riconciliazione, Silvia era ripartita per una nuova spedizione. Poi un'altra. Ed un'altra ancora... ci aveva fatto il callo a vederla tornare la sera con un trolley e vederla ripartirare la mattina dopo con il medesimo bagaglio. Quello a cui non era preparato era l'SMS che gli aveva spedito dopo essere ripartita per l'Alaska: '' Tra noi non può più funzionare. Addio. Non cercarmi.''
Come non aveva creduto che fosse possibile amare così tanto una persona, non avrebbe mai creduto che si potesse soffrire così tanto per la fine di un amore... altro che '' Morto un papa, se ne fa un altro''. Aveva sofferto come un cane. La notte a malapena dormiva, si alzava all'alba per correre e non si fermava fino a quando non doveva andare in ufficio, non usciva più di casa, rifiutava ogni conforto da parte dei suoi  amici, non rispondeva al telefono se non per ragioni di lavoro, ed erano più i farmaci antidepressivi che mandava giù che gli alimenti solidi. 
Poi era arrivata lei.
Eva Fernandez. Quella che sarebbe diventata la madre di sua figlia. Si era innamorato di nuovo... ed era difficile non innamorarsi di una donna come Eva: era come Afrodite  scesa dall'Olimpo. Non dimostrava una particolare intelligenza o attitudine per un settore particolare... come aveva detto sua madre quando l'aveva conosciuta '' Non sa cucinare, non  sa rassettare, non va a messa... è un disastro''. 
Ma in fondo quello che lui voleva era una compagna, non una colf. Qualcuno con cui condividere gioie e dolori, una persona presente, che gli volesse bene e sulla quale poter contare. Non gli era mai importato nulla del fatto che Eva non fosse portata per la vita da casalinga. Ne si era innamorato di lei solo per la sua bellezza... se ne era innamorato perchè era una persona vera. Spontanea, allegra, sorridente, piena di gioia di vivere, una sferzata di aria pura... si erano messi insieme, erano andati a vivere insieme, erano persino soci nella gestione di un albergo... il minuto prima si sentiva l'uomo più felice del mondo vicino a lei e alla loro bambina... quello dopo si stavano sbranando in tribunale per decidere chi dei due dovesse avere l'affidamento esclusivo di Mela. 
Come non aveva creduto che il suo cuore potesse tornare ad amare, dopo il palo ricevuto da Silvia, non avrebbe mai creduto che si potesse odiare così tanto la stessa persona che era riuscita a restituirlo alla vita. 
Alla fine Eva era sparita definitivamente dalla sua vita... dalla sua e quella di Carmela, salvo qualche apparizione per le feste comandate per ricordare a Mela di avere una madre ( e a sè stessa di avere una figlia) nemmeno fosse la Madonna di Lourdes, e poi ripartiva.
'' Basta. Basta. Basta. Basta.''- pensò il vice questore aggiunto fissando Isabella mentre imboccava Mela -'' Lotterò solo per te Carmè... sei tu l'unico amore della vita mia.''
Anche Valeria se n'era andata. Era partita per una spedizione con dei vecchi compagni di cordata, in Nepal. Era stato lui stesso a consigliarle di riprendere la sua vita da dove l'aveva lasciata. 
 Isa invece aveva deciso di rimanere a San Candido con lui, Mela e Klaus. Sua zia le aveva chiesto di andare con lei, ma la ragazzina aveva rifiutato. Per la prima volta si sentiva a suo agio in un posto: si era integrata a scuola, lei e Klaus erano più innamorati che mai, lui finalmente era riuscito a lasciarsi alle spalle l'educazione econazista che il padre aveva imposto a lui e alle sorelle, ed aveva trovato un lavoro in un pub del centro, e cosa più importante non voleva lasciare Mela e Vincenzo. Soprattutto lui. Vincenzo era la figura più vicina ad un padre che avesse mai avuto: era stato vicino a lei e alla zia quando sua madre era morta, si preoccupava se tardava a tornare o a telefonare, di chi frequentava, si premurava di andare a scuola per tenersi informato sul suo rendimento.. tutte cose che il suo vero padre non si era mai curato di fare se non in un breve periodo.
 E solo per guadagnarsi la sua fiducia per quel tanto che bastava per non farle capire che era tornato nella sua vita solo per per i soldi dell'eredità.
- Hai firmato l'autorizzazione per la gita?- fece Isa - devo consegnarla entro domani.- 
- Cosa....- fece Vincenzo riscuotendosi dai suoi pensieri - ah... si certo. E' in ufficio. Passa pure dopo la scuola, così domani la consegni...- 
- Grazie.- sorrise la ragazzina bevendo il suo caffè-latte. 
- Però stabiliamo delle regole, ok?- fece Vincenzo con tono paterno e che non ammetteva repliche. 
Isa sorrise sbarazzina - Vediamo se indovino...- fece la ragazza imitando il tono di voce del vice questore aggiunto - Tieni sempre acceso 'o telefono, tienìm informàt su aro' vai e cu chi seì, e nun da' confidènz agli sconosciùt... sopratutto se sono maschi adolescenti.-
Vincenzo fece per parlare, come per dire '' E no, te sei dimenticata...''- per poi tacere.
- Come facevi a saperlo?- fece Vincenzo.
- Perchè ti conosco.- fece Isa sorridendo a Mela - Vero Mela?- 
La bambina rise divertita. 
- Ma tu da 'ra ca parte stai?- fece Vincenzo abbastanza sorpreso da quella coalizzazione al femminile, per poi sorridere a quelle che ormai erano diventate le due donne della sua vita. 
Isa gli prese una mano per tranquillizzarlo - Stai tranquillo. Sono solo cinque giorni, e passeremo il novanta per cento del tempo tra castelli, chiese e musei e saremo sotto l'occhio vigile di almeno tre insegnanti.-
 - Lo so... di te mi fido.- fece Vincenzo - è il resto del mondo che mi preoccupa.- 
- Stai tranquillo, ok?- fece Isa - Me la saprò cavare. Tu approfittane per pensare anche a te stesso... guarda che non ti fa bene frequentare solo adolescenti e neonati.- 
- Huber a quale delle due categorie appartiene?- fece Vincenzo con un sorrisetto tirato per poi tornare serio. 
Non era certo un segreto per nessuno il fatto che il vice questore aggiunto di San Candido, avesse deciso di lasciar perdere l'amore e di dedicarsi solo al lavoro e alle due figlie, solo che Emma, Francesco, Isabella ed in particolar modo Huber ( '' M-ma co-commissario... Una casa senza donna, è come una torta senza panna!''), da bravi amici quali erano, facevano una gran fatica ad accettare che una persona di indole buona e generosa come Nappi, avesse deciso di negarsi la possibilità di essere felice con qualcuno.
...
...
...
- Huber per favore.- fece Nappi quel giorno in ufficio, dopo che il suo fidato collaboratore gli aveva '' proposto'' di creare un profilo su un sito di incontri - A parte che non sono ancora così disperato... pensavo di essere stato chiaro: voglio stà ppe e' fatti miei.- il rosso tentò di replicare - e se mi paragoni ad un dolce senza panna, ad un contadino senza mucche o che so io, ti faccio trasferire in Sardegna.-
-Guardi che io lo dicevo per lei eh.- fece Huber - L-le ricordo che il co-comandante le ha chiesto di essere il suo testimone di nozze. Mica è bello che il testimone dello sposo se ne stia al tavolo dei single.- 
- A parte che io al tavolo dei single non mi ci siedo, perchè da che mondo è mondo, i testimoni degli sposi e gli sposi mangiano allo stesso tavolo...- fece Vincenzo addolcendo un po' il tono - Huber... capisco che hai buone intenzioni, ma ho fatto scorta di delusioni d'amore per i prossimi dieci anni e sto in Trentino da quasi sei anni.
Voglio dedicarmi solo ad Isa e Mela. Loro hanno bisogno di me. E so che non mi abbandoneranno mai.- 
- Ma fa brutto presentarsi ad un ma-matrimonio senza accompagnatrice.- insistette Huber.
Nappi sbuffò -  Dico davvero. Non ti preoccupare per me. Sono adulto e so cavarmela.- 
Huber si allontanò borbottando. 
- Come un ceco in un campo minato.- 
- Ti ho sentito.-
...
...
...
Una delle cose che accomunavano Emma e Francesco, e che li avevano fatti innamorare follemente l'uno dell'altra, era il fatto di non aver mai dubbi sulle scelte importanti. Dopo che la morte di Kroess, l'arresto dei Moser e il ritorno a casa della piccola Mela, e l'intervento della giovane etologa ( che per qualche strano miracolo era andato a buon fine), i due avevano superato la crisi avuta a causa della scappatella con Kroess, ed avevano fissato una data per il loro matrimonio, e si erano buttati a capofitto nei preparativi. 
La prima cosa da fare era la scelta dei testimoni. 
Francesco non aveva avuto il minimo dubbio, su chi volesse quel giorno al suo fianco, a testimoniare davanti a Dio e al resto del mondo, quando forti fossero i sentimenti che provava per Emma. Vincenzo era la persona più adatta del mondo per quel compito. Gli era stato vicino persino quando il dolore di non rivedere più sua figlia, se non in qualche rara occasione decisa da Eva, gli stava spaccando il cuore in tanti piccoli pezzettini, ed aveva vegliato silenziosamente su di loro. 
Anche Emma non aveva avuto dubbi, su chi volesse accanto a sè nel giorno più bello della sua vita. 
La dottoressa Deborah Rigosi, psicologa criminale. 
La sua amica più cara, che nonostante la lontananza, in quei mesi non aveva mancato un solo giorno di farsi sentire attraverso e-mail e lunghe videochiamate che spesso iniziavano poco dopo la fine del tg della sera e terminavano quando spuntavano le prime luci dell'alba. Era a lei che aveva confidato per prima del suo aneurisma, ancora prima che a suo fratello e a sua zia. 
Era stata la prima a sapere che la sua amica, nonostante la malattia, si era innamorata di quel forestale dal passato misterioso e che pareva aver dimenticato a sorridere.. aveva gioito con lei quando lei ed '' il bel tenebroso''( come il forestale era stato ribattezzato dalla giovane psicologa) si erano messi insieme, come aveva sofferto con lei quando l'amica le aveva confidato di aver perduto il figlio che portava in grembo. 
Più volte Deborah le aveva detto che avrebbe preso il primo aereo da Milano per raggiungerla a San Candido, ma Emma non aveva voluto che l'amica la raggiungesse, temendo che la ragazza potesse mettersi nei guai a causa prima di Kroess e poi di Moser.
Ora che era tutto finito però le aveva chiesto di venire in Trentino, con una mail. 
'' Io e Francesco ci sposiamo. Vuoi essere la mia testimone?''
Una mail che però non aveva avuto risposta. Emma pensò che probabilmente la sua amica fosse dovuta partire per un corso di aggiornamento per Londra, Parigi, Lisbona, ovunque la portasse la sua sete di conoscienza sulle nuove scoperte della psicologia...
Quello a cui non era preparata era di vederla apparire all'improvviso. 
Quel giorno Emma si trovava nei pressi della caserma della forestale/polizia, per occuparsi di una cavalla che aveva appena dato alla luce un puledrino, quando la voce della sua amica la sorprese alle spalle. 
- E' ancora valida l'offerta?- 
Emma si paralizzò quasi fosse stata  colpita da un fulmine e si voltò. 
Davanti a lei c'era una ragazza di ventotto anni, sul metro e sessanta, dalla carnagione olivastra, occhi e capelli castani, tagliati corti e lasciati liberi e morbidi almeno sino alle spalle. Era abbigliata con una camicetta bianca, un cardigan nero, jeans scuri e degli stivali con un lieve accenno di tacco. 
- DEBBY!!!- fece Emma buttandole le braccia al collo, euforica come una bambina. La sua amica ricambiò con enfasi l'abbraccio. 
- Ma quando sei arrivata?- fece Emma guardandola negli occhi con un sorriso pieno di gioiosa incredulità. 
- Un'ora fa.- fece Deborah. 
- Potevi avvisare... io e Francesco saremmo venuti a prenderti...- fece Emma per poi osservare il trolley ed il borsone da viaggio che l'amica aveva con sè - Da dove arrivi... Parigi, Londra, Roma, Madrid...- 
- Milano.- fece Debby - Ho ricevuto la tua mail e mi sono organizzata subito.. le valige, trovare un appartamento a San Candido... volevo farti una sopresa.- fece la giovane con un sorriso sbarazzino. 
Emma sorrise.
In effetti, doveva aspettarselo da lei. Ricordava ancora che il primo anno che condividevano l'appartamento, quando studiavano entrambe all'università, il giorno del suo compleanno, l'aveva tirata giù dal letto a mezzanotte per essere la prima a farle gli auguri. 
- E quando conoscerò il Bel Tenebroso?- fece Debby. 
Emma le prese la mano e le fece cenno di seguirla su per le scale - Anche subito, vieni.- fece per poi irrompere nella caserma alla ricerca del suo futuro marito - Francesco!- lo chiamò attirando subito la sua attenzione - Francesco, ti presento la mia amica Deborah...  nonchè la mia testimone di nozze.- 
- Oh, finalmente ti conosco!- la accolse il comandante con un sorriso talmente radioso che tutti i presenti, forestali e poliziotti,  per poco scambiarono per un miraggio - Non hai idea di quanto Emma mi abbia parlato di te.- 
Deborah sorrise al futuro marito della sua migliore amica, mostrando due file di denti bianchissimi, quasi fossero perle di fiume. 
- Tu sei Francesco invece.- fece la ragazza - Mi ha raccontato tutto di te.- 
- Spero che non te ne abbia parlato troppo male.- fece il forestale ridendo. 
- E che è 'sta novità?- fece Vincenzo avvicinandosi al gruppo, richiamato e messo in allarme  - So' due anni che ti conosco, ti avrò visto sorridere si e no mezza volta, che è sta cosa che sorridi due volte in un giorno e a trenta secondi di distanza l'una dall'altra?- 
Emma gli fece cenno di avvicinarsi. 
- Vincenzo, ti presento la dottoressa Deborah Rigosi, psicologa criminale, nonchè mia testimone di nozze.- fece l'etologa per poi rivolgersi all'amica - e questo invece è Vincenzo. Il testimone di Francesco.-
Vincenzo le tese la mano - Vice questore aggiunto Vincenzo Nappi, piacere.- 
- Debby per gli amici.- fece la ragazza ricambiando la stretta per poi ritirare la mano. 
Vincenzo fece altrettanto. 
- Volano scintille.- commentò Emma con un sorriso. Vincenzo la supplicò con lo sguardo di non mettersi anche lei a dar manforte ad Huber perchè si trovasse un'altra fidanzata. Ma l'appello parve essere ignorato, data la proposta dell'etologa - Beh a questo punto, che ne dite di vederci tutti e quattro per cena stasera in quel nuovo ristorante?- 
- Si, mi pare una splendida idea.- 
'' Ragazzi, ma che parlo arabo?''- pensò Vincenzo sull'orlo di una crisi di nervi, mentre le due donne si allontanavano verso l'uscita. 
Poco dopo il commissario fulminò il futuro sposo con un'occhiata di fuoco. 
- Tutto bene?- fece Francesco. 
-  E no che non va tutto bene Francè, io vi dico che di relazioni, appuntamenti e salamecchi annessi nun ne vogliò sapé cchiu' nient, e voi parlate di cene a quattro, e jamme su.- 
Il forestale lo guardò come per dire '' Hai finito?'' per poi prendere la parola - Vincenzo, guarda che non è assolutamente come pensi. Solo che  fino a prova contraria, i testimoni collaborano almeno per la scelta delle fedi, la scelta del regalo per gli sposi ed altre piccole cose. Mica vorrai prendere delle decisioni assieme ad una persona che conosci si e no da cinque minuti.- 
- Ah ecco.- fece Vincenzo. 
- Vi conoscete, parlate, così poi vi consultate.- fece Francesco - Nessuno cerca di sistemarti.- 
Huber intervenne - Commissario, chi non si consulta, poi si ribalta.-
- Ti ribalto io casomai.- fece Vincenzo strappando un sorriso a Francesco. 
'' Il terzo sorriso in due ore e nello stesso giorno... ho capito, non accadrà niente di buono''
  
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