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Autore: Sacchan_    01/04/2021    0 recensioni
[Sky - Children of the Light]
[Sky - Children of the Light]
Le avventure di due creature della Luce nel Regno della Luce, dal loro incontro ai successivi.
Raccolta di one-shot autoconclusive ambientate nei regni di Sky.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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"Mi dispiace davvero tanto." Fiatò con voce dispiaciuta. "Amica mia."
Non c'erano dubbi che si trattasse di Uselji, però Toen non conosceva questa Uselji.
Toen la ricordava come una viaggiatrice alta, dall'aspetto sempre composto e fiero. Questa piccola Uselji davanti a sé era minuta, dalle sembianze minuscole e l'immagine stanca. C'erano delle occhiaie sotto le sue palpebre, violacee ed evidenti, marcate sulla pelle pallida del suo viso; c'era persino qualcosa di diverso nella luce dei suoi occhi: non si poteva dire che erano spenti, anzi erano molto vivi, ma Toen poté giurare di scorgerci un bagliore differente simile a una consapevolezza maggiore.
La sua forma poteva essere rimpicciolita al punto da farla sembrare una bambina, ma tutta la sua aura esprimeva saggezza, sapere e coscienza.
Toen provò l'istinto amorevole di chinarsi e abbracciarla, stringerla forte tra le sue braccia per non lasciarla più andare via e lontano; tuttavia si limitò a scuotere la testa e sorridere assieme.
"Sono io a chiedere scusa. Perché, senza sapere nulla, ho dubitato che tu volessi ancora stare con me."
Uselji non accettò quelle parole, le rifiutò mentre stringeva gli occhi fino a chiuderli accentuando maggiormente l'ombreggiatura scura e bluastra che li cerchiava. Osservandola meglio Toen ne era sicura più che mai: fuori poteva sembrava una fanciullina nata da poco, ma la verità era che Uselji pareva invecchiata improvvisamente e di colpo.
Un effetto collaterale del suo ritorno dall'Eden?
"No." Le rispose Uselji flebile come un uccellino. "Io sono molto contenta. Perché ti sono mancata."
Toen si inginocchiò davanti a lei, portando così il viso alla sua altezza. Allungò un braccio per stringere una di quelle piccole manine tra le sue. Lo fece con delicatezza e senza irruenza, per timore di farle del male senza volerlo.
"Io... ho viaggiato molto in queste settimane che non c'eri. Ho visto posti nuovi e conosciuto nuovi viaggiatori, mi sono fatta nuovi amici. Ho tenuto a mente di tutto perché volevo farteli vedere."
Uselji annuì silenziosamente prima di riaprire lentamente le palpebre.
"Amica mia." Pigolò. "Guarda, sono rinata da poco. Le mie ali sono quasi scomparse e io non ho forze per volare a lungo."
Era vero, constatò Toen. Uselji era dotata di ben dieci ali per volare lontano l'ultima volta che si erano viste; un quantitativo che faceva di lei una viaggiatrice piuttosto veterana, ma ora a stento arrivava ad averne cinque.
Comportava questo, viaggiare nell'Eden? Provò i brividi nel pensare alla fatica immensa fatta per accrescere le proprie ali, per poi perderle in un batter d'occhio con un singolo viaggio. 
All'improvviso le venne un'idea e si indicò le proprie spalle.
"Puoi salire qui su! Starai comoda e non farai nessuna fatica!" 
Non credeva di averlo detto sul serio, ma era una cosa che aveva visto fare tra tantissimi viaggiatori, amici di lunga data, e non poteva nascondere di esserne altrettanto curiosa. Uselji ridacchiò incredula da come Toen insisteva a voler farla salire sulle proprie spalle, infine cedette e l'assecondò. Per darsi stabilità poggiò entrambe le manine sul capo di Toen, che nel frattempo le chiese se stesse comoda così.
Lei annuì, beandosi delle brevi e lente giravolte che Toen compì su se stessa in modo scherzoso e per giocare.
Insieme partirono alla volta del reame chiamato Valle del Trionfo, da sempre il regno preferito da Toen. Si lanciarono giù per la grande discesa ghiacciata e ricoperta di neve, sfidando altri ignari viaggiatori in una tacita competizione a chi arrivava prima.
Corri giù per la Valle e le porte della Città si apriranno in tuo onore. 
Questo era il benvenuto riservato a ogni singolo viaggiatore che percorreva quel luogo; scenari innevati dal colore bianchi e puri, attenuati dal rosa del tramonto. L'aria nella Valle era sempre fredda e secca, al punto tale da essere capace di toglierti il fiato, ma proprio per questo regalava cieli limpidi e paesaggi splendidi.
Alla fine della corsa Toen virò verso le grandi scalinate dell'arena che precedeva il tempio dei due Antichi Gemelli, custodi della Valle.
Dall'alto si poteva osservare tutto lo scivolo che ne componeva la discesa, aguzzando la vista si poteva persino notare piccoli puntini neri che scivolavano sopra di esso, dall'alto verso il basso. Toen li salutò da lontano sbracciandosi, costringendo Uselji a fare lo stesso.
Infine puntò a entrare dentro il Tempio volando in picchiata, ma prima di frenare a terra planò e risalì verso l'alto con un movimento simile a un vortice. Fermò il proprio volo solo dopo aver raggiunto la più alta delle vetrate del Tempio; sotto di loro il punto di meditazione per ricevere la benedizione di Samakh e Mek, al loro fianco un collegamente con l'esterno da cui Toen si gettò nel vuoto a capofitto, accolta dalle nuvole che bucò volando, dritto simile a un razzo, sbucandone oltre la corte.
Sotto di loro ora brillavano acque marine dal colore cristallino e riflettente, ma la vera meta di quel viaggio era il Colosseo visibile all'orizzonte: una meta ambita da tantissimi viaggiatori alla ricerca di un luogo che potesse ricompensare le loro fatiche giornaliere. Più si avvicinavano e più il cielo si scuriva, assumendo colori magici che variavano dal blu al viola, mentre sopra le loro teste erano le stelle a risplendere. Toen atterrò proprio sopra la cima di uno dei torrioni che componevano quella grande struttura circolare, chiamata per l'appunto Colosseo di Notte.
Stanca dal grande sforzo appena compiuto si accasciò a terra per ripredere fiato, mentre Uselji, ormai già balzata a terra dalle sue spalle, le regalò uno sguardo ammirevole e fiero. Toen lo riconobbe e sorrise a sua volta felice.
"Ho desiderato venire qui con te."
"Davvero?" Gioì Toen tra una boccata d'aria e un'altra. Uselji le diede le spalle volgendo il proprio sguardo in lontananza, da dove erano arrivate.
"Voglio vedere ogni angolo di questo mondo con te."
Toen si portò a sedere, incrociando le gambe.  Se da un lato moriva dalla voglia di chiederle come era morta nell'Eden e cosa aveva dovuto affrontare per ritornare da esso, dall'altro non voleva nemmeno rovinare questo momento tutto per loro.
Scacciò immediatamente via dalla testa quel pensiero: non voleva sapere niente di niente dell'Eden e di tutto ciò che lo riguardava; un regno capace di portarti via gli affetti non era degno per lei e anche se Uselji vi aveva fatto ritorno non era mutata la sua convinzione che fosse pericoloso al punto tale da guardarsi le spalle, né capiva perché i viaggiatori ne erano tanto attirati.
Uselji parve capire il suo disagio, pertanto non lo menzionò più nemmeno una volta. Ma c'era una cosa da cui non poteva esimersi di stare zitta.
"Lo sai? Gli Antichi dell'Eden mi hanno fatto dono di un nuovo incantesimo." Toen l'ascoltò in silenzio e con curiosità, mentre l'altra si accingeva a dichiararle che non vedeva l'ora di farglielo vedere. La vide giungere le piccole mani in segno di devozione, per poi aprirle come se stesse rivolgendo una preghiera al cielo. L'aveva già vista fare un movimento simile, quella volta che le aveva donato un arcobaleno nel cielo, mentre si riposavano sopra uno dei tappeti d'erba nella vaste Isole Sacre.
Difatti una luce si sprigionò dalle sue mani, rilucendo per qualche istante prima di posarsi a terra e materializzarsi.
Sul pavimento di fronte a loro comparve un cerchio fatto di legna, assieme a dei tronchi più robusti e spessi, adatti per sedervisi sopra. La piccola catasta di legna sembrava fatta apposta per essere bruciata all'istante. Uselji tirò fuori la sua candela e l'accese, generando così in poco tempo una fiammata capace di riscaldare l'aria circostante. Il fuoco danzava sopra quella legna, consumandola poco alla volta, attirando lo stupore di Toen.
"Un falò! Io non ne ho mai visto uno prima d'ora! Grazie!" 
Uselji ricambiò contenta di vederla così strabiliata, poi si sedette su uno dei grandi tronchi invitando l'altra a fare lo stesso.
"Noi siamo creature di luce. Viviamo grazie a questa e al calore."
La fiamma ondeggiava in balia dell'aria, rischiarando il pallore della loro pelle, donando loro un formicolio piacevole. Toen fu rapita da tanta bellezza ipnotica racchiusa in una semplice fiammella, come se fosse un augurio di buon auspicio, sotto quel cielo notturno.
"E tu questo sei per me. Importante come la fiamma di questo falò."
Toen aprì la bocca sbalordita, ma la richiuse all'istante per regalarle un sorriso sincero. In fondo così era il loro rapporto, un legame racchiuso nel significato delle enigmatiche frasi che Uselji amava rivolgerle, assieme alle dimostrazioni d'affetto da parte di Toen. Quest'ultima, in particolare, sentì il bisogno di allungare una mano per toccare il palmo di quella dell'altra, nel mentre che le si portava più vicina.
"Uselji, ascolta..." Attirò la sua attenzione soffiando dolcemente a bassa voce quelle parole. "Perché non mi racconti di tutto quello che hai affrontato nel tuo ultimo viaggio?"
Non poteva credere di essere davvero interessata, ma si trattava dell'ultimo viaggio affrontato da Uselji e questo sì che la interessava eccome.
Tuttavia lei negò con il capo, senza però ritrarsi al suo tocco.
"Il viaggio finale va vissuto di persona." La rimproverò dolcemente, Toen si sfogò corrucciando le labbra. "Ma posso accompagnarti."
Toen ritrasse indietro la mano come se si fosse scottata. Anche gli occhi di Uselji si ritrassero da Toen, spostando l'attenzione al cielo.
"Non preoccuparti. Non sarei mai tornata indietro senza prima averti trovato lassù."
   
 
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