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Autore: ValeKikyo    02/04/2021    0 recensioni
Questa sarà una raccolta di fanfiction Hurt/Comfort, in generale one-shot totalmente a sé stanti, scritte per il gruppo FB "Hurt/Comfort Italia Fanfiction & Fanart", nelle challenge altre persone danno un prompt e lo scrittore deve adattarsi ad esso, quindi tratteranno tutti di temi diversi, unica cose in comune, la dinamica hurt/comfort, spero vi piacciano!
Genere: Guerra, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Insonnia Scritta per la #adventcalendarchallenge edizione 2020

Prompt: rimpianto

Insonnia

“Un giorno rimpiangerai di esserti ribellato”
Queste erano le parole, pregne di veleno, che Arthur gli aveva rivolto poco dopo l’Indipendenza.
Alfred non gli aveva dato ascolto, carico di buoni propositi ed euforia per l’appena ottenuta autonomia.
Non era più una colonia, era una Nazione indipendente adesso, e avrebbe fatto tutto il possibile per diventare grande e potente, anche più di Inghilterra stesso.
Si era impegnato, si era espanso, aveva combattuto.
Ma nonostante la sua giovane età e l’entusiasmo, le cose avevano cominciato ad andare storte molto presto.
La guerra del 1812, proprio contro Inghilterra e il suo stesso fratello, Canada.
La guerra di secessione.
Le due guerre mondiali.
E da lì era stata una lunga discesa fra guerre e sangue, non aveva avuto letteralmente nemmeno un anno di pace dal 1945 in poi.
E più guardava le altre ex-colonie di Arthur, e più si rendeva conto di quanto lui fosse quello messo peggio da molti punti di vista.
Certo, economicamente era diventato la prima potenza mondiale, ma era una vittoria effimera quando tutto il resto andava in rovina.
Era proprio a casa di Inghilterra, aveva dormito da lui e si era svegliato nel bel mezzo della notte con quelle parole in testa, Arthur ancora sopito al suo fianco.
Si girò a guardarlo, aveva un’espressione tranquilla che da sveglio non gli aveva mai visto, in fondo anche lui aveva le sue gatte da pelare.
Stava veramente rimpiangendo di non essere rimasto suo più a lungo?
Canada stava conoscendo la prosperità, Australia e Nuova Zelanda avevano molti meno problemi di lui, ed era sicuro che se non fosse tornato da Cina, anche Hong Kong se la starebbe cavando egregiamente.
Certo, erano tutte colonie in cui aveva commesso atrocità, ma quale Impero della storia non lo aveva fatto?
Letteralmente nessuno.
Quindi forse, tutto sommato, gli sarebbe convenuto di più stare ancora un po’ sotto il dominio britannico, piuttosto che fare quel colpo di testa e dichiararsi indipendente.
Sospirò, girandosi a guardare il soffitto.
Inghilterra sbatté le palpebre, svegliandosi.
-Mh…che succede?-
-Oh, scusa, non volevo svegliarti…-
-Sono le tre di notte America…cosa c’è che non va?-
-No…niente…-
L’inglese si giro verso di lui, mettendosi in modo da guardarlo meglio, per quanto il buio glielo permettesse.
-Sputa il rospo, sono troppo assonnato per le tue stronzate-
Ed eccolo, il solito vecchio Inghilterra.
-Sai…stavo pensando…se ribellarmi a te non sia stato uno sbaglio…-
L’altro sbatté le palpebre, guardandolo incredulo.
-Mi prendi per il culo?-
-No…dico sul serio…-
L’inglese sospirò, abbandonandosi sul cuscino.
-Perché tiri fuori questo discorso dopo 200 anni?-
-Stavo pensando all’attuale situazione…a come me la passo io rispetto alle altre tue ex colonie…- si girò a guardarlo -sono quello messo peggio-
-America, sei la prima potenza mondiale-
-Oh andiamo, sai cosa intendo!- gesticolò, irritato -a che serve essere la prima potenza mondiale se il tuo popolo muore di fame? Se il razzismo dilaga? Se molti miei cittadini non hanno ancora diritto ad essere curati? Noi siamo il nostro popolo, sei stato tu ad insegnarmelo, e il mio popolo se la sta passando malissimo!- si mise seduto, continuando ad agitarsi -mentre Canada e altre tue ex colonie sono messi molto meglio!-
Inghilterra lo lasciava sfogare in silenzio.
-Mi dicesti che mi sarei pentito di essermi ribellato, ebbene quel momento è arrivato! Sono sicuro che sarei migliore se fossi rimasto tuo!- abbassò lo sguardo, giocherellando con un lembo di lenzuolo -avevi ragione…rimpiango di averlo fatto…e considerando come stanno andando le cose, non rimarrò la prima potenza mondiale ancora a lungo…-
Arthur lo attirò a sé, facendogli appoggiare la testa sul suo cuore.
-Pensarci adesso è un po’ tardi, non credi?-
Alfred si limitò ad annuire, abbracciandolo e affondando la testa nel suo petto.
-Non possiamo cambiare ciò che è stato, certo, le cose sarebbero state molto diverse se tu fossi rimasto mio più a lungo, ma potevano essere diverse in meglio come in peggio, non lo sapremo mai…ricordo bene ciò che ti dissi, ero guidato dalla rabbia e dalla disperazione…ma ciò non significa che nonostante tutto io non sia fiero di te-
America alzò lo sguardo, guardandolo stupito.
-Fiero di me? E perché mai?-
-Perché ancora ti importa, sei ancora legato alla tua umanità e al tuo popolo…mentre io invece sto diventando sempre più insofferente a ciò che ci circonda…-
-Bhe io sono più giovane, può anche darsi che fra qualche secolo sarò come te-
-Non è da escludere in effetti- gli accarezzò i capelli, cercando di confortarlo -c’è anche da dire che il tipo di rapporto che ho con te non ce l’ho con nessuna delle altre colonie- sogghignò leggermente, chinandosi a baciarlo.
America rispose molto volentieri al bacio, stringendosi a lui ancora di più, come se volesse tornare a far parte di lui anche fisicamente.
Era vero, ciò che si era creato con Inghilterra era speciale, e non pensava che il loro rapporto si sarebbe evoluto in quel modo se lui fosse rimasto una sua colonia.
Stava un po’ rimpiangendo di non essere stato suo più a lungo, ma paradossalmente era Inghilterra stesso a consolarlo, coccolandolo e confortandolo.
E considerando che il passato non si poteva cambiare, andava bene così.

Buonasera a tutte!
Anche questo nuovo capitolo è approdato, il giorno dopo l'uscita della settimana stagione <3
Spero che questa raccolta continui a piacervi, alla prossima!
  
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