È passato così tanto tempo dall’ultima volta che Hvitserk ha visto suo zio, che sembra sia passata una vita.

Entrambi ora portano nomi diversi, cristiani.

Athelstan, in omaggio all’uomo che ha illuminato la vita del grande Ragnar Lothbrok. Insieme al sangue che gli scorre nelle vene, è l’unica eredità che gli è rimasta di suo padre. Il bracciale lo ha venduto in un momento di debolezza.

Sorride di fronte a Rollo che fa una smorfia e sembra non apprezzare la scelta del nome.

“Ti ricordi degli dei? Ti ricordi da dove vieni?” domanda serio.

Hvitserk annuisce.

Sorride, alza il calice e dice: “Skol!”

Nonostante gli sforzi, non riesce a dimenticare.
 
[110 parole]







 

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Note:
Da quando ho finito di vedere la sesta stagione di Vikings ho ragionato a lungo su un possibile incontro di Hvitserk con Rollo. Alla fine dei conti sono quasi dirimpettai e sto sviluppando degli headcanon in mente e - tra l'altro - ho in testa una storia demenziale su loro due. Vediamo se riesco a usare uno dei prompt di questa challenge per convincermi a buttarla giù e perdere la dignità anche in un fandom che non mi conosce.

Ho un rapporto conflittuale con Ragnar e con tutti i suoi figli, al punto che speravo che morissero tutti male. Alla fine, però, mi sono affezionata ad Ivar perché speravo che li uccidesse tutti e poi a Hvitserk perché speravo che uccidesse Ivar quando era in preda al delirio di onnipotenza. Alla fine, a Hvitserk mi sono affezionata così tanto da chiamarlo ciccino. 
Non potevo non scrivere di lui, dopo Rollo. 

Alla prossima,
Sev