Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Helen_Book    04/04/2021    0 recensioni
Eileen ha perso la voce e la capacità di trasformarsi. Sente di non aver nulla da offrire al proprio branco. L'incontro inaspettato con un lupo randagio cambierà totalmente la sua esistenza e la porterà ad addentrarsi nei più oscuri ricordi del suo passato.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Sovrannaturale
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Scese la notte e una parte del branco Mavix si riunì intorno ad un falò. 

Da quanto le aveva raccontato Roman, si trattava di un rito abbastanza recente. Prima della diffusione del virus, non esisteva nulla di tutto ciò.

A turno, ogni membro del clan aveva la possibilità di riposarsi e incontrare gli altri dopo una giornata estenuante di lavoro. In questo modo, i pazienti venivano sorvegliati 24 ore su 24. In più, la tradizione del falò era l’unico modo per commemorare le perdite della giornata.

Eileen si era chiesta se fosse giusto riunirsi insieme agli altri, ma Roman aveva insistito perché ci andasse. Lei era sotto la sua protezione, poteva muoversi liberamente, in più rappresentava un buon modo per farsi conoscere dagli altri. 
Non era sicura che fosse una buona idea: la diffidenza nei suoi confronti era palpabile. Non li biasimava.

Tuttavia, decise di recarvisi lo stesso.

C’era un fondo di verità nelle parole di Roman e in qualche modo voleva renderlo felice. 

Durante il tragitto,  si erano impegnati realizzando due collane, la cui estremità conteneva dei sacchetti pieni di lavanda.
Indossandole, nessuno sarebbe riuscito a sentire l’odore di uno sull’altra e viceversa. O comunque lo avrebbero percepito in forma minore, non destando alcun sospetto.

Almeno da questo punto di vista, potevano dormire sogni tranquilli.

Una sensazione di vuoto allo stomaco le ricordò quanto avesse paura di allontanarsi da lui. Aveva atteso così a lungo di poter passare del tempo in sua compagnia e ora dovevano già separarsi. Come se non bastasse, non erano neanche liberi di frequentarsi alla luce del sole.

Non ancora, pensò cercando di fare uso delle famose dosi di puro ottimismo.

Già le era difficile fare i conti con le sue emozioni e con quei nuovi sentimenti che sentiva crescere giorno dopo giorno, in più era costretta a nasconderli, senza avere la possibilità di sperimentarli apertamente.

Quei pensieri la intristirono tanto che Roman se ne accorse.

“Ehi, tutto bene?” le chiese, prendendole la mano.

Il calore che emanava il suo corpo riuscì a darle un po’ di sollievo. La sua vicinanza riusciva a farla sentire meglio.
Alzò lo sguardo e annuì, ricambiando la stretta.

Per tutto il percorso di ritorno verso l’asilo, non avevano quasi spiccicato parola. Gli ultimi avvenimenti della giornata erano stati parecchio intensi per entrambi.

Eileen si era sentita stordita e fuori dal mondo, ma allo stesso tempo, era in grado di percepire qualsiasi movimento che provenisse da lui.

Camminarono uno a fianco all’altra.

In alcuni momenti, era stata lei a fare aderire la spalla al suo braccio, mentre qualche secondo dopo lui le aveva sfiorato il polso con le nocche.

Come se stessero danzando, si erano mossi attratti da una forza sconosciuta.

D’un tratto, Eileen si era accorta dell’assenza dell’amica e aveva iniziato a preoccuparsi per lei.

Quanto tempo era passato? Poteva essere in pericolo?

Roman le aveva assicurato che non era sola.

Ziki non avrebbe mai permesso che si muovesse liberamente, o che le venisse fatto del male. Si fidava di suo fratello, sebbene non lo desse a vedere, era una persona responsabile.

Ad Eileen non venne spontaneo definire Ziki una persona ‘responsabile’, ma si fidava del suo giudizio. 

“Sai, nostro padre ha cercato più volte di coinvolgere Ziki negli affari del branco, ma lui non è interessato” sorrise amaramente, ripensando ai vari tentativi fatti “Ziki fa di tutto per dimostrargli quanto la sua inaffidabilità non si sposi con la politica” gesticolava, girandosi diverse volte a guardarla.

“A partire dai piercing sparsi per tutto il corpo: un vero segno di ribellione” rise, scuotendo la testa.

È impossibile non notarli, però devo dire che non mi dispiacciono.

Gli riferì, notandolo storcere il naso.

Non sembrava aver gradito che quel complimento provenisse da lei. Il fatto che non commentò, confermò la sua ipotesi.

Però di norma non mi piacciono, preferisco poter accarezzare il viso di una persona senza incontrare ostacoli, segnò lentamente, osservandolo con la coda dell’occhio, mentre il suo volto cambiò espressione.

L’insicurezza era scomparsa, lasciando il posto ad un sorriso malizioso e ad uno sguardo molto eloquente. Le fossette fecero capolino.

“Accarezzare il viso di una persona qualunque?” le chiese, mostrandosi assettato di conferme.

Solitamente lo faccio ad una persona che lo merita, scherzò, ricambiando il sorriso.

Pian piano, iniziava a prendere confidenza e a sentirsi a suo agio in sua presenza.

Era cosciente del fatto che si conoscevano da poco e che probabilmenteavevano bruciato diverse tappe, ma ciò non toglieva che si stava affezionando a lui.

Più lo conosceva e più i suoi timori si attenuavano.

“Buono a sapersi” le rispose, guardandola intensamente.

Il suo cuore mancò un battito. Le guance presero colore.

“Riguardo Ziki, io so benissimo che tipo di persona è. Cerca di nascondere la sua vera indole agli altri per proteggersi, ma passando del tempo con lui, è impossibile non affezionarsi.”

Eileen lo ascoltava affascinata dal modo in cui parlava di suo fratello.

Si vede che gli vuole bene, pensò, apprezzandolo ancora di più.

Lei era figlia unica, non sapeva cosa significasse. Un po’ lo invidiava, doveva ammetterlo.

Traspariva amore dalle sue parole, nessuna traccia di odio, rancore o invidia.

Si ritrovò a desiderare un rapporto come quello.

Subito il suo pensiero si spostò su Mala, la sua unica amica. Quel viaggio le aveva avvicinate molto, rafforzando un legame creatosi da poco.

Chissà, magari un giorno l’avrebbe potuta chiamare ‘sorella’.

“Non ti preoccupare per Mala” aggiunse lui, leggendole il pensiero “è al sicuro e probabilmente la vedrai al falò.”

La mano di Roman prima intrecciata alla sua allentò la presa e risalì lungo il suo braccio, fino a posarsi sulla sua guancia.
Il viso iniziò ad andarle in fiamme.

Non sapeva più distinguere se il calore che percepiva, proveniva da lei o dal corpo del ragazzo che nel frattempo aveva annullato le distanze. Si trovava così vicino che era stata costretta ad alzare il mento.

“Ora va’, partecipa al falò e fai conoscenza, vedrai che il branco dei Mavix sa essere molto ospitale” mosse il pollice avanti e indietro, accarezzandole le lentiggini “poi, verso mezzanotte, alla prima turnazione disponibile, alzati insieme agli altri e raggiungimi, così potremo passare del tempo insieme” le disse con trepidazione.

Ancora stordita da quella vicinanza, non le venne in mente nessuna battuta o risposta appropriata da dirgli, così che alla fine, annuì e basta.

Quel contatto le aveva carbonizzato buona parte dei neuroni.

Con difficoltà si allontanò da lui e si recò al falò.

Non aveva bisogno di una guida, l’odore di fuoco le aveva inondato le narici, spingendola nella giusta direzione.

Durante il tragitto, aveva pensato e ripensato a quel pomeriggio, aspettando con ansia che arrivasse la mezzanotte.

Tra tutte le persone riunite intorno al fuoco, aveva subito riconosciuto Genny. I capelli corti neri lisci, le incorniciavano il viso, mettendo in risalto gli occhi color miele. La prima volta che si erano conosciute, non aveva notato quel particolare. Era stata troppo presa dalla situazione e dal litigio.

Fu lei la prima ad accorgersi della sua presenza. Senza toglierle gli occhi di dosso, la seguì con lo sguardo finché non si sedette in disparte, alle spalle di alcune persone. Non voleva dare nell’occhio e sicuramente essere fissata dalla figlia del capobranco non aiutava.

Molti di loro si accorsero di lei, altri erano troppo stanchi anche solo per parlare. Mangiavano indisturbati il loro pasto, fissando con sguardo assente il fuoco.

Eileen sapeva che significava assistere persone malate tutto il giorno, senza sosta. Era spossante fisicamente, ma anche dal punto di vista emotivo. Il dolore a cui si assisteva lo si riviveva nei momenti di riposo.

“Ecco a voi la mia salvatrice!” gridò una voce maschile, facendola sobbalzare. Alzò la testa per capire chi stesse parlando e d’un tratto si ritrovò tutti gli occhi puntati.

Subito riconobbe l’uomo adulto che aveva curato appena arrivata al branco dei Mavix. Non sembrava totalmente in salute, anzi le gambe traballanti minacciavano di farlo cadere da un momento all’altro.

“Finalmente ti ho trovata! Vedo che ti sei ambientata abbastanza bene” le disse sempre con un tono di voce alto, avvicinandosi a lei. Eileen si guardò intorno e rimpianse l’anonimato.

Di scatto, si alzò in piedi e provò ad allontanarsi, quando lui le afferrò il braccio, costringendola a girarsi.

“Non scappare da me, voglio solo ringraziarti” l’alito di vino dell’uomo la investì, notando solo in quel momento che era ubriaco e che reggeva una bottiglia mezza vuota.

Immobile, non sapeva come reagire. Se lo avesse attaccato, avrebbe potuto scatenare l’ira del gruppo, e quella dell’uomo, mettendosi in pericolo. Ma allo stesso tempo non era saggio aspettare che il nemico facesse la prima mossa, doveva anticiparlo.

Alzò lo sguardo e incontrò gli occhi dell’uomo che per un momento sembrò tornare lucido. Delle piccole rughe comparvero sulla sua fronte, mentre la bocca semiaperta dava l’idea che fosse sul punto di dirle qualcosa.

Se avesse avuto intenzione di riferirle qualcosa, Eileen non ne ebbe mai la certezza. Genny si materializzò al suo fianco, liberandola dalla presa, per poi spingere l’uomo violentemente, con entrambe le braccia, per terra.

L’uomo cadde all’indietro, il corpo disteso completamente sull’erba.

“Maledetta…” biascicò, sbattendo più volte le palpebre.

Eileen non sapeva cosa pensare. Da una parte era felice che Genny fosse intervenuta, dall’altra le faceva pena vedere l’uomo steso per terra che aveva difficoltà a rialzarsi.

“Il vino si è rovesciato tutto…” aggiunse lui, riferendosi alla bottiglia vuota.

Nessuno più prestava attenzione a ciò che stava succedendo. Genny prese Eileen per il braccio, trascinandola più vicino al fuoco. La fece sedere accanto a sé e in silenzio continuò a mangiare la sua bistecca.

Felice e confusa allo stesso tempo, accettò quel piccolo rametto d’ulivo e si mise anche lei a mangiare, senza farsi troppe domande. La guardò di sottecchi diverse volte, provando a comunicare, ma Genny non sembrava intenzionata a socializzare.

L’unica cosa che le disse fu di stare lontana da quell’uomo: era un pazzo e poteva farle del male.

Eileen lo cercò tra la folla e vide che era riuscito a rialzarsi. Con lentezza, se ne andò, scomparendo nel buio della foresta.

Non mi sembra così pericoloso, ma semplicemente ubriaco, pensò decidendo di tenere per sé quelle considerazioni. Genny non sembrava il tipo di persona a cui piaceva essere contraddetta.

Soprattutto ora che avevano stabilito una tregua.

Quasi dalla stessa direzione, fecero la loro comparsa Ziki e Mala. 

Contenta di vederli, sventolò la mano, rivelando la sua posizione. Il viso dell’amica si illuminò e in pochi secondi la raggiunse.

“Eccoti, è da un po’ che non ci si vede” le riferì a bassa voce, facendo allusioni al suo incontro segreto con Roman.

Sono anche io felice di vederti, segnò Eileen, sperando che Genny non notasse nulla di strano nella loro conversazione.

Mala si sedette al suo fianco, seguita da Ziki. Per un breve momento, tutti si zittirono, osservando i nuovi arrivati. 

L’amica imbarazzata, cercò di guardare altrove, mentre il ragazzo le chiese cosa volesse mangiare, ignorando totalmente quelle attenzioni poco gradite.

Fu in quell’istante che Eileen notò l’abbigliamento di Mala. Indossava un maglione colorato con diverse forme geometriche, abbinato ad un pantalone colorato con la stessa fantasia.

Ora sei tu che sicuramente non passerai inosservata con quelli addosso, scherzò, ammettendo che Ziki aveva talento.

“Sono stata costretta ad indossarli e poi secondo Ziki, potrei sponsorizzare i suoi indumenti” le sussurrò all’orecchio, in modo che solo lei potesse ascoltare ciò che aveva da dirle.

Indossare i vestiti di Ziki è da incoscienti, sai almeno cosa significa?!

Genny si intromise e mosse le mani velocemente, scagliandosi contro di lei. La rabbia nei suoi occhi era visibile.

Confusa, Mala guardò l’amica, sperando che le traducesse il messaggio.

Cosa dovrebbe significare? Che male c’è?

Le chiese Eileen, difendendola.

Significa che le appartiene. Se accetti dei doni così personali, può avere un unico senso. Incoscienti!

Chiarì il concetto, ripetendolo un paio di volte.

“Cosa ti ha detto? Non capisco perché si stia agitando così tanto” commentò Mala, sorpresa.

Il problema sono i tuoi vestiti, le semplificò la spiegazione, rimandandola in un secondo momento.

“I miei vestiti? E perché?” chiese, alzando il tono della voce e rendendo di conseguenza Ziki partecipe della loro conversazione.

“Ho sentito la parola ‘vestiti’, c’è qualche problema?” domandò sedendosi di nuovo accanto alla ragazza, porgendole un piatto pieno di cibo.

Per ringraziarlo, rispose con un sorriso e incominciò a mangiare. Lo sguardo che le rivolse Ziki in risposta, non passò inosservato, attirando l’attenzione di Eileen.

Cosa sta succedendo tra i due?

Si chiese, incuriosita e preoccupata allo stesso tempo per le future ripercussioni.

Alla sua destra, Genny si alzò, ripose il piatto insieme agli altri e si allontanò dal gruppo senza salutarli.

“Devi perdonarla, solitamente è più simpatica, ma probabilmente non le piace avere concorrenza” disse Ziki ironicamente, dopo aver addentato un pezzo di carne.

Entrambe si girarono di scatto verso di lui. Soprese da quella affermazione, non seppero cosa rispondere.

Cosa intendi? Eileen mosse piano le mani tremanti, mentre l’amica tradusse al posto suo.

La paura di essere stati scoperti l’assalì. Deglutì più volte, provando a mandarla giù.

“Non vi preoccupate il vostro segreto è al sicuro con me. Pensate che non me ne sia accorto?” riferì loro a bassa voce, sollevando un angolo della bocca “Conosco troppo bene mio fratello, anche meglio di quanto lui conosca se stesso” alzò le spalle, come se fosse qualcosa di totalmente normale.

“A cosa ti riferisci?” chiese Mala, mostrando un autocontrollo migliore di quello di Eileen. Continuò a mangiare, ma il corpo era pronto a scattare.

“Non penso vogliate parlarne in questo momento” affermò, riferendosi alla folla intorno a loro.

Eileen sapeva che i lupi avevano un udito sopraffine e bastava poco per captare una conversazione, anche a distanza. Anche se alcuni lo sviluppavano maggiormente di altri.

Per tutto il tempo, non staccò gli occhi di dosso dal ragazzo. Osservò ogni sua reazione, sebbene stesse solamente mangiando. Il suo viso non tradiva nessuna emozione.

L’amore di Roman nei confronti del fratello sembrava ricambiato, ed ecco perché arrivò alla conclusione che non avrebbe rivelato nulla della loro relazione.

Almeno non in quel momento. 

D’un tratto, sentì l’urgenza di raggiungere Roman per confrontarsi con lui. Era sicura che lui sapesse perfettamente cosa fare.
Prese un po’ di cibo e lo conservò in un pezzo di stoffa.

Lo porto a Roman dato che a breve dovrò tornare a lavoro.

Lo sguardo interrogativo di Mala non la stupì. Per rassicurarla, appoggiò la mano sul suo braccio e le riferì che avrebbero parlato in seguito. Senza porre altre domande, annuì in risposta e tornò a mangiare.

Eileen si allontanò dal gruppo, inoltrandosi nella foresta.

Rimpianse di non aver portato nulla con sé per illuminare il cammino. A tentoni, riuscì a trovare due pietre e un ramo lungo e maneggevole.

Dopo vari tentativi, riuscì ad accendere il fuoco e con maggiore serenità, perlustrò la zona. Dall’odore le sembrò di esserci già stata.

Non lontana dalla sua posizione, c’era una costruzione totalmente in pietra, con le inferriate alle finestre.

Questa è la prigione.

Un brivido le salì lungo la schiena, facendole tremare tutto il corpo. Ricordava chiaramente quei giorni e il dolore provato.
Non lo avrebbe mai dimenticato.

Si avvicinò ad una delle finestre, nella speranza di riuscire a comunicare con qualche prigioniero. 

Il pensiero di non poter aiutarli, la divorava.

Purtroppo, la finestra era troppo in alto e anche saltando, non riusciva a vedere nulla. Si guardò intorno e a pochi passi da lei scorse un sasso della giusta altezza.

Piantò il tronco a terra e con due mani sollevò la pietra.

Una volta poggiato a terra, parte della pelle dell’indice rimase incastrata sotto il masso. Il dolore fu tale da farla saltare più volte sul posto.

Per una volta, ringraziò il fatto di non poter parlare, perché se ne avesse avuto la possibilità, sicuramente avrebbe urlato, rivelando a tutti la sua posizione.

Il sangue iniziò a colarle verso il palmo. Strappò un pezzo della sua maglia e la usò per avvolgere la ferita.

Ci mancava solo questa, pensò dopo aver preso un respiro profondo.

Senza perdere altro tempo, salì sulla pietra e si sforzò di far abituare gli occhi al buio.

Dopo alcuni secondi, il bimbo con gli occhi color nocciola si avvicinò alle sbarre, riconoscendola.

Eileen sorrise e in risposta, lui fece lo stesso. Alle sue spalle, gli altri sembravano addormentati, proprio come la volta precedente.

Come posso aiutarli? Si chiese, osservando l’espressione ingenua del bambino, ignaro di tutta quella situazione.

Prese il cibo conservato per Roman e glielo passò attraverso le sbarre. Sicuramente ne avevano più bisogno loro.

All’asilo, avrebbe cucinato qualcosa per lui.

Titubante, il bambino accettò il dono, ritirandosi nell’oscurità della cella.

“Cosa stai facendo?” per lo spavento sobbalzò, perdendo l’equilibrio. All’ultimo, si aggrappò alle inferriate e di scatto si girò, cercando di capire da dove provenisse la voce.

L’ubriaco appoggiato al tronco di un albero la guardava, mentre nella mano destra aveva una bottiglia di alcool piena.

Maledizione, fu il suo unico pensiero, mentre scendeva dal masso e impugnava la fiaccola.

Quanto sarà lontano la scuola? Se inizio a scappare ora, riuscirò a seminarlo? Dopotutto è ubriaco.

C’erano diversi fattori a suo svantaggio. L’uomo era grande e grosso e poteva trasformarsi.

“Non penso di averti posto una domanda così difficile” biascicò, ridendo della sua stessa affermazione.

Pian piano, si avvicinò a lei, barcollando da una parte all’altra. Doveva solo spingerlo come aveva fatto Genny in precedenza e sarebbe caduto a peso morto.

Il sorriso sparì dal viso dell’uomo e ritornò serio. Le rughe sulla fronte ricomparvero. Eileen non capiva da cosa fosse dovuto quel cambiamento così repentino.

“Occhi verdi. Non ce ne sono molti da queste parti…” una fitta allo stomaco lo fece piegare in due, interrompendo la frase.
La bottiglia cadde a terra, e parte del liquido fuoriuscì.

Spinta dall’istinto, si avvicinò a lui, senza toccarlo cercò il suo sguardo. Gli occhi dell’uomo si incatenarono ai suoi e con un’espressione sofferente, le afferrò il braccio con forza.

Sobbalzò e di fretta indietreggiò, provando a liberarsi.

“Mi dispiace…” sussurrò l’uomo, tra le lacrime.

Eileen liberò il braccio con l’altra mano e spaventata, si allontanò da lui, correndo lontana da lui.

“Mi dispiace!” un’eco distante della voce dell’uomo arrivò alle sue orecchie.

Il respiro corto e l’affanno la costrinsero a fermarsi per riprendere fiato. Sapeva di averlo seminato, aveva corso come una dannata.

Inspira, espira, inspira, espira.

Solo in quel momento, mentre le gocce di sudore le scivolavano sulle tempie, le venne in mente:

‘Mi dispiace’ per cosa?





Buonasera a tutti, ma soprattutto Buona Pasqua! 

Ero indecisa se aggiornare oggi la storia, ma alla fine ho pensato che 'Senza voce' poteva farvi compagnia anche in un giorno di festa. Spero che non vi dispiaccia che il capitolo sia così lungo. Che ruolo gioca quest'uomo nella vita di Eileen? Difficile a dirlo! 

Stay tuned! 

Helen
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Helen_Book