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Autore: Lodd Fantasy Factory    04/04/2021    1 recensioni
Non ho tempo per le introduzioni. Devo raccontare questa storia, e voglio farlo il prima possibile. Prima che qualcosa mi possa fermare... prima che loro... sono dietro ogni angolo. Sono nella mia casa... cancelleranno tutto. Persino me...
Genere: Dark, Mistero, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash, Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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(3)4 Aprile 2021,

 

 

Occorre una grande energia per affrontare determinate situazioni. Bisogna cercare nel profondo della nostra anima quel motivo specifico per andare avanti, quando intendiamo superare un certo ostacolo. È nella nostra imperfetta natura. Niente potrà mai cambiarlo.

Ma di tanto il tanto il destino, crudele, ci mette il suo zampino, cercando di deviarci dai nostri intenti; ed è proprio in questi casi che perdiamo la fiducia in noi stessi, nelle nostre idee, nel nostro futuro. Mi ritrovo spesso a perdermi in questi discorso, e ho scoperto che la scrittura non fa altro che guidami verso certi argomenti, anche se il mio intento iniziale è quello di mostrarvi la mia realtà, questo crudo squarcio sulla potenziale conclusione della mia esistenza. Un po’ catastrofico, non trovate? Alla fine, diciamolo, Philipp Lloyd è riuscito a cambiarmi… è riuscito anche con voi, tramite me? Vi auguro proprio di no!

Spesso, e parlo per esperienza personale, si legge per cercare di sfuggire al mondo, alle sue tinte scure, cercando nella vita di personaggi inventati un momento di fuga. Certo, sarebbe ingiusto escludere dai motivi della lettura la conoscenza, la curiosità, il confronto con il diverso; trovo però non sia questo il caso specifico. Voi, amici miei, per quale motivo tornate a leggere le mie disavventure?

So che non risponderete tutti, ma sarei felice anche di avere solo quelle solite poche risposte.

Il perché di tutta questa premessa?

Il perché di un giorno di distanza dalla realtà?

Perché ho voluto rileggerlo, ma senza toccarlo.

La verità non dovrebbe essere alterata… mai.

Vado oltre i miei pensieri, ora.

 

Come correva Anduin!

Starle dietro non è stato semplice. Aveva avuto tutto il tempo a sua disposizione per esplorare la città tramite Google Maps, quindi era come se conoscesse questo posto meglio di me. Non nascondo di essermi sentito vagamente a disagio. Avevamo lasciato Avorio da solo, a riposare, a custodire il Diario di Philipp Lloyd. Avevamo giusto preso la precauzione di armarci di torce senza pile, a luce solare, da poter caricare mezzo USB. Non volevo correre il rischio dei canonici problemi da film dell’orrore.

L’idea iniziale era quella di raggiungere le caverne sotto il ponte, le stesse dove avevo avuto quella specie di epifania. Ma Anduin era impaziente, e avrei dovuto capirlo sin da subito che qualcosa non andava. Invece, da sciocco quale sono, ho continuato a sentirmi a disagio per la sua straordinaria conoscenza. Ero invidioso. Sapeva sulla mia città più di quanto avrei voluto ammettere, e non si trattava solo di conoscerne le vie, ma anche di illustrarne (facendo sembrare che anche io ne fossi a conoscenza) alcuni tratti storici, con cenni all’architettura oppure ai personaggi storici legati ad esse. Ero invidioso, ecco tutto.

Voi come vi sareste sentiti?

Mi ha come dimostrato di non aver mai prestato troppa attenzione alla mia città, alla sua storia. Quel suo comportamento mi ha fatto sentire a disagio. Anche se ho imparato dalla sua spiegazione più di quanto non mi abbiano mai raccontato i miei conoscenti nella mia intera vita. È stato bello. Avrei potuto apprezzare maggiormente il suo impegno, invece di ignorarlo. Siamo così sciocchi.

L’entusiasmo di Anduin si è smorzato solo quando siamo arrivati all’ingresso di quelle vie segrete. Voleva a tutti i costi ripercorrere quella via. Accettare la sua folle idea, pur sapendo di starci ficcando in una strettoia senza via di fuga, è stata la mia più grande colpa. Così, in quell’angusto passaggio fetido, le nostre voci risuonarono come quelle di antichi e socievoli giganti.

Vi starete chiedendo quale idiozia ci abbia spinto a farci due chiacchiere nei luoghi ove serpeggia il male più oscuro? La risposta è semplice: la paura. Abbiamo iniziato quella conversazione proprio quando ci è riuscito di avvertire una profonda sensazione di disagio. Era nostra intenzione scacciare i timori, perché ci sono pochi elemento che possono terrorizzarci come i suoni e le creature generate dalla nostra mente.

Le torce ci permisero di andare spediti, di indagare con maggiore cura i dettagli di quegli antichi passaggi. Non c’era traccia alcuna della presenza di quegli Esseri, tolto il tanfo; era come se l’intero cunicolo stesse respirando quel fetore. E non vi trasmette forse terrore questa sensazione? Un tetro respiro, io continuo a crederlo il vento, iniziò a fischiare una nenia da qualche parte, avventurandosi verso di noi nella più raggelante eco. Avreste dovuto vedere come tremavano le nostre luci!

Anduin, sino a quel momento dietro di me, prese il comando della marcia.

“Sono passi nell’ignoto, i nostri.” disse col volto illuminato a giorno. “Seguimi, ed io seguirò te. Uno accanto all’altra, un passo dopo l’altro. Vuoi?”

La guardai con la dolcezza di un figlio, quasi fossi un cucciolo e lei mamma lupo. Riderebbe di questa espressione, perché fu proprio ciò che le confessai.

“Se è un tentativo di convincermi ad allattarti, pessima mossa! Avresti dovuto offrirmi da bere… E poi, sai che una donna non deve mai sentirsi troppo vecchia!”

Continuammo il nostro viaggio nell’oscurità, sinché non accadde proprio ciò che stavamo cercando, ciò che Anduin aveva desiderato. In un bivio, indecisi sulla strada da prendere, mi feci avanti. Cercai di ritornare con la mente a quella notte, ma fu del tutto inutile. Però, decisi di seguire il mio sesto senso.

Dopo qualche minuto mi parve di sentire quel suono di acqua, quasi le pareti stessero deviando il corso stesso di un fiume. Eravamo vicini, anche se dopo quella svolta avevamo smesso di dialogare. Inoltre, Anduin aveva insistito affinché utilizzassimo una sola delle torce, per risparmiare energia. Ennesima pessima scelta.

“Ecco, ci siamo…” dissi, voltandomi verso Anduin.

Non c’era più.

Puntai la luce verso la sua direzione, e in quel momento avvertii dei passi, lesti, come delle specie di zoccoli, incedere verso la mia direzione. Da un momento all’altro avrebbe potuto palesarsi quell’Essere orribile, pronto a prendere me dopo aver ghermito Anduin di nascosto!

Ma perché attendere?

Mi ero forse accorto troppo presto della sparizione di Anduin, e quindi avevo interrotto i suoi piani?

Oppure traeva divertimento dal mio terrore?

Non so dirlo, neanche ora che scrivo.

Ma devo confessarvi la mia codardia…

Proprio ciò che sospettate…

Mi sono voltato e ho continuato a correre con quanto fiato avessi in corpo. Sino allo sfinimento; ogni volta che le mie gambe protestavano, o i miei polmoni si lamentavano, implorando una sosta, quel rintocco di zoccoli alle mie spalle continuava a ricordarmi di essere in pericolo!

E così, una volta fuori dal cunicolo, e non davanti alle grotte, continuai a correre. Lasciai indietro Anduin. La dimenticai in quell’oscurità…

Questa è la mia confessione.

Avrei dovuto impedirglielo.

Avrei, ma sono un codardo.

Ho aspettato un giorno, nella speranza che tornasse…

Non è stato così.

Il senso di colpa mi sta uccidendo!

 

 

Aggiornerò, forse…

 

 

Philipp Lloyd

   
 
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