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Autore: Flos Ignis    05/04/2021    0 recensioni
Tratto dal testo:
Voleva una famiglia, qualcuno di cui prendersi cura e che avrebbe ereditato le sue conoscenze: la vera vita eterna che voleva era quella della memoria, essere ricordato per aver cambiato per sempre il concetto stesso di vita.
E quel bambino era l'incarnazione della sua anima, il suo uguale e opposto.
Il Desiderio si era fatto Verità, e per Randou non ci sarebbe stato mai un momento in cui si sarebbe sentito più felice.
Fantasy!AU
Il titolo deriva dal concetto giapponese "ikigai", che implica la necessità di una ragione di vita per essere felici.
Da molto tempo aspettavo di scrivere su questo fandom, molte idee sono nate nel vedere i meravigliosi personaggi che noi tutti amiamo, ma alla fine il mio debutto ho deciso di dedicarlo a una versione alternativa della nascita di Chuuya.
Il suo legame con Randou/Rimbaud verrà mostrato in una nuova luce, così come quello con il suo ex "partner in crime" Dazai.
Volete vedere come un nuovo mondo ha inciso sui rapporti di questi tre personaggi, dal modo in cui si sono conosciuti a quello in cui si sono relazionati? Venite a vedere se vi piace la mia risposta.
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Chuuya Nakahara, Osamu Dazai
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Amore sublime

 

Uscire di casa di nascosto fu la parte più semplice di tutte.

Chuuya era abituato a girovagare di notte per le strade semi deserte, Randou e lui avevano discusso di queste sue fughe molto tempo prima e gli era stato dato una sorta di lascia passare, purché stesse sempre attento a non farsi beccare e tornasse in tempo per fare colazione insieme.

Aveva questa strana fissa moderna dei pasti in famiglia o roba del genere…

Il rosso non aveva mosso proteste finché poteva andare e venire di casa come preferiva, e la sera della sua uscita con quel pazzo di Dazai ne approfittò spudoratamente.

Si mise i vestiti più comodi che possedeva e infilò la prima giacca che ammansì il suo umore temporalesco con il suo stile punk, e per accumulare ulteriore buonumore si infilò il cappello del suo tutore. Aveva sempre avuto una particolare predilezione per quel cappello, per il velluto nero che faceva risaltare i suoi capelli rossi e gli copriva gli occhi, rendendolo simile a uno spettro appena scappato dall’inferno – o almeno così aveva commentato Randou la prima volta che glielo aveva visto addosso.

Lo mise anche quella notte, coprendosi gli occhi e muovendosi agile nella notte come un felino.

La sera il buio scendeva presto ed erano già spuntate le prime stelle quando raggiunse il bar dove doveva trovarsi con Dazai, con un’elegante mezz’ora di ritardo.

Ovviamente il damerino era già arrivato, invece.

-Mi aspettavo che mi avresti fatto aspettare, ma trenta minuti di ritardo? Sei peggio di una signora, ragazzino.-

A Chuuya saltarono subito i nervi, e l’appuntamento era iniziato da appena trenta secondi.

-Avevi detto che avresti smesso di chiamarmi così una volta saputo il mio nome.-

-Vero, ma se ti comporti come un ragazzino aspettati che io ti tratti come tale.-

-Hai biasimato me, ma sembra che sia tu quello pessimo con gli appuntamenti. Non ho ancora ordinato il primo drink e ho già voglia di tirartelo in faccia.-

-Chi sono io per mettermi tra il mio adorato ragazzino e il primo drink della serata?-

Dazai dribblò elegantemente l’umore nero del rosso, che sospirò in modo esasperato. Gli sembrava di non fare altro da quando quella guida turistica molesta lo aveva avvicinato per la prima volta, ma non riusciva a frenarsi. La cosa, paradossalmente, esasperava la sua esasperazione… facendolo sospirare esasperato una volta di più.

E bentornato al mal di testa.

Ma aveva dato la sua parola, perciò si sedette.

Due pinte e tre bicchieri dopo però aveva raggiunto una certa tranquillità mentale, o almeno a sufficienza per condurre una pacifica conversazione con quell’uomo odioso che l’alcool aveva reso quasi simpatico.

Ordinarono da mangiare e trascorsero un po’ di tempo a punzecchiarsi, anche se le battute del rosso erano smorzate da quanto si sentisse sazio e anche leggermente brillo.

Fu quasi piacevole a dire il vero trascorrere il tempo di un aperitivo e una cena con qualcuno che conosceva il suo segreto più oscuro, ma che al tempo stesso non lo rendeva il centro delle loro conversazioni.

Per quanto gli irritasse l’anima, doveva concedere un punto all’uomo davanti a lui: non gli aveva mai mentito, aveva mantenuto tutte le promesse che gli aveva fatto.

Aveva giurato che non avrebbe detto a nessuno del suo segreto e non l’aveva fatto.

Aveva giurato che a interessargli era Chuuya e non la magia che l’aveva creato e che era parte di lui, e infatti dopo la spiegazione che aveva inizialmente preteso non aveva più toccato l’argomento.

Gli aveva chiesto com’era Randou come padre, se aveva mai viaggiato, come si trovava a scuola e se avesse avuto delle relazioni, quali cose amava – poche, pochissime – e quali odiava – per questa lista servirebbero almeno dieci anni -, ma non aveva toccato l’argomento “magia” neppure di striscio.

Chuuya non voleva ammetterlo, ma lo apprezzava illimitatamente. Non dover essere costantemente cauto mentre parlava di sé perché l’altro sapeva già il peggio, e poter quindi evitare l’argomento in serenità… era molto tempo che non si sentiva così rilassato.

Così tanto che decise di lasciar correre un paio delle battute meno spinte dell’uomo moro, mentre a quelle più audaci decise di rispondere con un livore moderato.

Dazai sembrava essersene accorto, perché aveva iniziato a sorridere di più, sia ghigni soddisfatti che semplici sorrisi piccoli ma brillanti.

Tutto sommato la serata era andata meno peggio del previsto. Anzi, aveva superato le sue più rosee aspettative.

Dazai pretese di accompagnarlo per un tratto di strada fino a casa, e dopo le iniziali proteste Chuuya decise semplicemente di lasciarlo libero di decidere.

-Tanto fai sempre quello che ti pare!-

E andò così pure quella volta.

Certo, quando Dazai osò troppo cercando di attirarlo più vicino con un braccio intorno alla vita si era beccato un pestone a una gomitata tra le costole, ma a parte questo inconveniente camminarono a debita distanza e in pacifico silenzio.

Chuuya si bloccò dietro un angolo a pochi passi da casa sua, pronto a mandare al diavolo il compagno per la notte, ma l’altro lo zittì prima che potesse aprire bocca.

Lo pressò contro un muro di mattoni che gli punse fastidiosamente la schiena, e per questo fece partire in automatico un pugno diretto al fianco scoperto dell’uomo.

Dazai emise un gemito sofferente, ma poi ridacchiò, un suono tanto affannoso quanto insolito e questo bloccò la raffica di cazzotti che il rosso stava per far partire.

Almeno per il tempo necessario a far virare violentemente il corso delle loro vite.

-Passerò la vita a inseguirti e al tempo stesso a guarire i lividi che mi procurerai, non è vero? Mi sta bene.-

Poi gli pressò le labbra sulle sue, e ogni protesta morì.



 

Quando Randou vide Chuuya rientrare, quella sera, capì che qualcosa era cambiato per sempre nelle loro vite.

Il ragazzo era silenzioso, ma diversamente dal solito non sfoggiava alcuna espressione corrucciata e anzi, il suo volto era disteso nell’incredulità e le sue guance erano rosse come i suoi capelli.

Non lo guardò e non gli rivolse parola, ma Randou era una persona percettiva e un mago abile, anche se sarebbe stato sufficiente essere un semplice dilettante per capire gli stati d’animo di Chuuya. La magia rispondeva a ogni sua violenta emozione, a ogni incontrollabile impeto che potrebbe avere, e in quel momento…

In quel momento e per molto tempo a venire, la magia avrebbe danzato intorno al ragazzo con un brio inusuale, come un cucciolo in festa intorno al suo padrone.

Randou non aveva mai visto la felicità impressa sul viso del ragazzo, ma anche se le sue labbra non erano state piegate da quel sentimento nei suoi occhi si era accesa una luce inequivocabile.

Randou sospirò, capendo che ora sarebbero iniziati i veri problemi, altro che adolescenza: il ragazzo si era innamorato.



 

Randou era intelligente, perciò non bisogna dargli la colpa se non capì subito cos’altro avrebbe implicato quel sentimento torrenziale che il Figlio della Magia aveva appena iniziato a provare.

Come avrebbe potuto immaginare che, nel corso degli anni, grazie al legame dell’anima che i due condividevano anche il loro tempo sulla terra era stato condiviso? Gli anni che si erano aggiunti al corpo di Chuuya pesavano su quello di Randou in aggiunta ai suoi, facendolo invecchiare due volte più velocemente di quanto accade normalmente… ma tutto ciò, ancora, non era stato compreso.

Cosa credete che implichi il fatto che la metà della sua anima, quella che aveva donato al piccolo dai capelli rossi, avesse trovato il modo di diventare completa?

Perchè è questo il potere dei sentimenti, così come il loro punto debole: ognuno, alla base, è egoista.

Per se stessi si desidera, per se stessi si teme, per se stessi si ama.

Questo dona forza, ma rende vulnerabili.

E Randou, ormai da troppi anni, era lacerato dal Desiderio che aveva reso Realtà.

E ora quella realtà dalla chioma in fiamme aveva iniziato a provare sentimenti propri, sentimenti che per loro stessa natura erano egoisti. E la sua parte di anima divenne una: era piccola e acerba, ma più avrebbe provato e sentito più essa sarebbe cresciuta fino a diventare indipendente dalla sua matrice originale.

E il processo era ora in atto.

Ditemi, miei cari: cosa accadrà allora alla parte originale dell’anima, quella che possiede Randou?

Una metà può sopravvivere senza l’altra?

Vi avevo avvertito che non si sarebbe trattato di una favola comune, con personaggi straordinari e avvenimenti temibili.

L’amore può portare a conseguenze terrificanti, ma non trovate ci sia qualcosa di sublime in questa verità?

Che dall’amore veniamo generati, e dall’amore saremo distrutti.

Che esso ci dona la forza di realizzare le vette più alte, ma si trasforma in zavorra per trascinarci negli abissi più profondi.

 

 

 

 

  
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