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Autore: IamNotPrinceHamlet    05/04/2021    0 recensioni
Seattle, 1990. Angela Pacifico, detta Angie, è una quasi 18enne italoamericana, appassionata di film, musica e cartoni animati. Timida e imbranata, sopravvive grazie a cinismo e ironia, che non risparmia nemmeno a sé stessa. Si trasferisce nell'Emerald City per frequentare il college, ma l'incontro con una ragazza apparentemente molto diversa da lei le cambia la vita: si ritrova catapultata nel bel mezzo della scena musicale più interessante, eterogenea e folle del momento, ma soprattutto trova nuovi bizzarri amici. E non solo.
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Nel capitolo precedente: Angie fa uno strano incubo sul suo futuro in cui diventa una scrittrice di romanzetti rosa a sfondo fantasy e viene svegliata da una telefonata di Eddie, che le ricorda che finalmente è venerdì, cioè il giorno in cui riveleranno agli amici che stanno insieme. Stone, dopo essere sparito per un po’ per riflettere su quanto gli aveva detto Grace, va a prenderla al lavoro e chiarisce le cose con lei. Angie e Eddie si baciano sotto casa di lei, convinti che Jeff, Mike e Dave, che li aspettano nel furgone della band per andare insieme al concerto, li abbiano visti e stiano parlando di loro. Quando arrivano al van, invece, li scoprono intenti a discutere dell’ultimo episodio di Twin Peaks.

***

Rosa. Stanno diventando rosa. I miei colpi di sole viola si stanno lentamente, ma inesorabilmente, sbiadendo in un fucsia-gomma da masticare triste di sottomarca, mentre la tinta blu scuro sta via via scaricando del tutto, lasciando il posto al mio vecchio e banale castano. China, in bilico, sopra la turca, analizzo le ciocche che mi penzolano davanti alla faccia, illuminate dalla luce ronzante del bagno dell'Ok Hotel. Dopo aver tirato l'acqua ed essermi ricomposta, sento il volume della musica del locale alzarsi e abbassarsi subito dopo, seguito da chiacchiere e risate femminili. Qualcun altro è entrato in bagno e allora io resto qui. Non so perché, ma non mi piace incontrare altra gente uscendo dal bagno, mi mette a disagio. Non ho nulla contro l'andare al cesso in due, tre, cinque, dieci ragazze, ma se devo fare pipì, io sono quella che la fa sempre per ultima e dice alle altre di andare pure e che le raggiungerà fuori. Non posso certo usare questo sistema con le sconosciute, soprattutto nei cessi dei locali con file interminabili fuori dalla porta, allora che faccio? La tengo oppure cedo, cercando di evitare di incrociare lo sguardo con quello della tizia che entra dopo di me, a cui non frega un cazzo della sottoscritta ovviamente e vuole solo farla. Stavolta però è presto, il concerto deve ancora iniziare e i bagni erano vuoti, almeno finché non sono entrate queste. Chissà quante sono? Dalle voci sembrano tre, dovrò aspettare qua dentro per poco, sperando che nessuna cominci a farsi domande sul perché la mia porta è chiusa a chiave.

“Ma voi li avete già sentiti questi Pearl Jam?” la domanda posta da una di loro non sfugge alle mie orecchie, concentrate sui loro discorsi, fino a quel momento solo allo scopo di capire quando se ne sarebbero andate, ma ora ancora più attente.

“Non ancora, ma Emma sì, vero?” risponde un'altra voce un po’ più acuta della precedente.

“Sì, e il cantante è un figo pazzesco” la terza voce ha un accento vagamente bostoniano, non riesco a capire se è un accento vero che la ragazza cerca di camuffare o se è una parlata che non le appartiene ma che calca apposta, non saprei per quale motivo. Ed è l'accento ad attirare per primo la mia attenzione, più che quello che dice.

“Va beh, per quello non serve sentirlo cantare, basta avere gli occhi per guardare” ribatte la prima voce sghignazzando.

“Sì, visto così è carino, ma sul palco è ancora più sexy. Vedrete che mi darete ragione”

“Non è male, ma io sono più orientata sul bassista” interviene di nuovo la voce numero due, che viene subito coperta da quella delle sue amiche.

“Lo sappiamo, lo sappiamo!”

“E’ dai Green River che sei orientata su di lui, magari dovresti cambiare orientamento, visto che non c'è storia, che dici?”

“Tornerà single prima o poi, no? Mica se la sposerà Miss Perfezione” l'innocuo, e tutto sommato lusinghiero, soprannome dato da queste tipe alla mia amica mi dà un po’ fastidio, diversamente dagli apprezzamenti su Eddie, che mi fanno quasi… piacere? Sì, piacere. Sono normale o cosa?

“Punta sui single della band, fidati” Emma-forse-Boston cerca di dissuadere l'amica dalla sua cotta per Jeff.

“Che poi sarebbe solo il chitarrista”

“Ma chi? Stone? Non si è ancora ripreso dalla storia disagiata con Valerie? O intendi l'altro?”

“L'altro. Stone ha la ragazza, avrà ritrovato la fiducia nel genere femminile”

“Oppure questa tipa la tiene a distanza di sicurezza dalle sue chitarre eheheh”

Ma chi è Valerie? Devo ricordarmi di chiederlo a Meg.

“Quindi restano la chitarra solista e il cantante. Tu ti prendi il chitarrista”

“Il cantante non è single”

“No?” chiedono le altre due in coro.

“No, ha la ragazza a casa che lo aspetta, o che sta per raggiungerlo, dipende da come va con la band”

“Ma di dov'è?”

“California, non so bene dove”

“Los Angeles”

“Secondo te uno che vuol fare musica parte da Los Angeles, che è il centro di tutto, e viene a infognarsi a Seattle? Ho sentito che è di San Francisco”

“NO, SAN DIEGO "sul momento quasi non capisco di chi sia la quarta voce, poi realizzo: sono io stessa, uscita dal bagno praticamente urlando.

"E tu… che ne sai? Chi sei?” ora che vedo il terzetto mi rendo conto che non è per niente come lo avevo immaginato. Voce numero 1, che nella mia testa è una sorta di capo del gruppetto, è alta quanto me, magrissima, e tutta occhi, occhi grandi e verdi, bellissimi, i capelli scuri raccolti in una coda alta tiratissima, orecchini a cerchio giganti. La ragazza di Boston sembra uscita da un episodio di Baywatch, bionda, occhi azzurri e fisico da urlo strizzato in un mini-abito nero, mentre la fan di Jeff con la voce acuta è la più alta di tutte, con spalle da nuotatrice evidenziate da un top a fascia, occhi neri e naso leggermente aquilino che le dà un'aria esotica e affascinante.

“Lo so perché lo conosco” faccio spallucce mentre mi butto sul lavandino a lavarmi le mani, focalizzando tutta la mia attenzione sul rosa dei miei cazzo di colpi di sole nello specchio.

“Sì, aspetta…ti ho vista con l'amica di Stone e Jeff, la bionda che lavora da Roxy… come si chiama?”

“Meg, è la mia coinquilina” rispondo al capo guardandola attraverso lo specchio.

“Conosci Jeff? E’ ancora fidanzato?”

“Eheh sì, mi spiace”

“Visto, te l'avevo detto?”

“Allora ripiego sul cantante, tanto se la tipa è a San Diego che ne sa? Occhio non vede, cuore non duole”

“Non sta più con quella ragazza, si sono lasciati quando si è trasferito qui” mi fermo prima di aggiungere altri particolari intimi e non richiesti, anche se ho un insensato e improvviso desiderio di riverarli tutti, fino all'ultimo.

“VISTO? ALLORA E’ SINGLE!”

“Lo dicevo io”

“In realtà… sta uscendo con un'altra ragazza, una che sta qui a Seattle” e che poi sarei io, ho una voglia matta di dirlo, ma perché? Che mi sta succedendo? Non starò mica diventando gelosa? Ho detto a Eddie che la sua gelosia nei confronti di Jerry non aveva alcun senso, ma almeno quella aveva delle basi. Dopotutto Jerry è il mio ex, è venuto a cercarmi e abbiamo passato del tempo in uno spazio ristretto da soli. Queste invece sono delle ragazze random che hanno solo detto che Eddie è carino. E grazie al cazzo. E’ normale che lo pensino .Allora, perché parlo?

“E chi è?”

“Va beh, uscire non significa avere una fede al dito o chissà cosa”

“Ma come si chiama lui?”

“Già, è vero, come cazzo si chiama?”

“Eddie”

“E com'è Eddie? Come tipo, intendo”

“E’…” è dolce, sexy, divertente, timido, fuori di testa, romantico, buffo, protettivo, silenzioso, sgraziato, intelligente, appassionato, concreto, fedele, sincero, affidabile e altri ottocento aggettivi che mi vengono in mente, ma che tengo per me “… è ok, non parla molto, ma è simpatico”

“Un figo che parla poco: l'uomo perfetto” sentenzia la bionda, scatenando le risate di tutte e tre.

Io intanto continuo a sciacquarmi le mani e se insisto ancora un po’ mi verranno le dita palmate. Chiudo il rubinetto e scrollo le mani nel lavandino, prima di indirizzarmi verso il ventilatore asciugamani con tre paia di occhi addosso.

“Allora ce lo presenti?” mi chiede la pertica quando ho già una mano sulla maniglia della porta e sto per uscire.

“Sì, certo!” sto ancora cercando di interpretare il mio comportamento quando esco dal bagno, seguita a ruota dal gruppetto, e chi ti trovo proprio lì, di fronte, con una mano in tasca e l'altra impegnata a reggere un bicchiere?

“Ehi, finalmente! Mi stavo preoccupando, c'era coda?” mi chiede notando che non sono l'unica a uscire dal bagno. Io gli vado incontro strofinando le mani ancora un po’ umide sui miei jeans e, ben conscia di avere gli occhi del trio puntati su di me, faccio una cosa onestamente incomprensibile: allaccio le braccia al collo di Eddie e lo bacio come se lo avessi baciato per l'ultima volta un mese prima e non venti minuti fa, nel backstage, cercando di suscitare una qualche reazione in Stone e Dave, che però proprio in quel momento non stavano guardando dalla nostra parte. Cos'è? Improvvisamente sono diventata un'esibizionista?

“Stavo parlando con le ragazze” mi stacco dalle sue labbra, gli rubo la birra dalle mani e ne bevo un sorso, dopodiché mi giro verso il terzetto di mandibole cadute a terra alle mie spalle.

“Parla poco, ma si fa capire” il capo è la prima a rompere il ghiaccio, facendo ridere le altre due, e anche me, sotto i baffi.

“Si fa capire molto bene, direi” aggiunge la stangona.

“Ahah dai andiamo, ciao Eddie, buon concerto!” la Boston vamp prende le altre due per mano e le invita ad allontanarsi con lei.

“Ciao Eddie!”

“Dio che figura di merda”

“Ma va, che abbiamo detto in fondo?”

“Beh, insomma…”

Seguo finché posso la conversazione a tre, poi, quando le ragazze scompaiono dal mio radar, mi volto di nuovo e trovo l'espressione perplessa di Eddie.

“Le conosci?”

“Più o meno. Dai, andiamo che fra poco tocca a voi”

 

Io e Eddie ci salutiamo sotto il palco con un bacio, poco dopo aver intravisto Meg venire dalla nostra parte, ma quando ci separiamo notiamo che la mia coinquilina è più impegnata a imprecare contro un tizio, reo di averla urtata e aver quasi rovesciato il suo cocktail sulla maglietta nuova di lei, piuttosto che a guardare noi e le nostre effusioni. Eddie alza le spalle, fa un cenno di saluto a Meg e se ne va nel backstage a prepararsi.

“Non devi più far finta di non sapere niente di Eddie e me”

“Ah no? Ok, comunque quello stronzo davvero non guardava dove andava!” ribadisce voltandosi verso l'anonimo malcapitato, ormai già sparito fra la gente.

“No, abbiamo deciso di dirlo. Cioè, di farlo sapere, più che altro. Non nasconderci, ecco”

“Ah! Allora è per questo che state limonando a caso per tutto il locale?”

“Esagerata”

“No, hai ragione, forse sotto al mixer non l'hai ancora slinguazzato. E nemmeno davanti ai cessi”

“Ahahah piantala! E comunque, ehm, davanti ai cessi sì, anche”

“HA!”

“A tal proposito, ho bisogno di una consulenza. Della dottoressa Meg”

“Uhm”

“Sai che non mi piace approfittare dei tuoi studi in psicologia”

“Studi alquanto miseri”

“E della tua grande passione non solo accademica per la materia, ma… sono strana e ho bisogno che mi dici perché sono strana”

“Allora, prima di tutto ti ringrazio per la fiducia che hai in me, probabilmente malriposta, perché deve essere enorme se pensi che basti così poco per risolvere l'enigma Angelina Pacifico”

“Sto parlando seriamente”

“E poi sono lusingata, perché in genere sono io a impicciarmi dei cazzi tuoi cercando di psicanalizzarti e farti ragionare, mentre stavolta sei tu a chiedermelo spontaneamente. Sento che c'è una lacrima di commozione pronta a uscire”

“Ho fatto una cosa strana prima e non me la spiego”

“Ok, spara”

Ignoro il suo sarcasmo, pur apprezzandolo, e le racconto tutto quello che è successo con le tre sconosciute in bagno, mentre lei mi ascolta in un silenzio innaturale. Innaturale sia per lei, perché onestamente non penso di averla mai sentita tacere così a lungo, sia per il luogo, un locale affollato di persone, voci e rumori, anzi, casino puro.

“Quindi? Che mi sta succedendo? Sono diventata gelosa come Eddie? La gelosia è contagiosa? Oppure sono diventata stronza e basta?”

“Eddie è geloso?”

“Sì. Beh, un pochino” questo capitolo meglio affrontarlo un'altra volta.

“Il giusto, insomma”

“Oddio, giusto… cos'è giusto? La gelosia non è giusta, è stupida. E sto diventando stupida anch'io a quanto pare”

“Non sono del tutto d'accordo con la tua affermazione, comunque la gelosia non c'entra un cazzo col tuo exploit di prima”

“No?”

“No bella, non è gelosia, te lo dico io cos'è. Sono tre cose”

“Tre? Addirittura?”

“Numero uno: sei pedante”

“Vuoi dire pesante?”

“No, proprio pedante, è più forte di te. Se uno dice una cosa sbagliata lo devi correggere, nulla ti può trattenere, neanche la tua timidezza patologica. Se fosse stata una questione di gelosia saresti saltata fuori subito dal gabinetto, insultandole e dicendo loro di tenere giù le mani dal tuo uomo, invece te ne sei rimasta lì, buona buona, chiusa in quella toilette puzzolente a sentire le tipe sbavare per il tuo ragazzo finché non hanno cominciato a snocciolare informazioni sbagliate. A quel punto non ce l'hai fatta, dovevi dire la tua e illuminarle”

“Quindi mi sarei messa al centro dell'attenzione solo per fare la maestrina?”

“Non solo, ma anche. In questo, lasciatelo dire, tu e Stone siete uguali. Spaventosamente uguali”

“Smettila, mi dai i brividi”

“Numero due: cerchi approvazione”

“Approvazione?”

“Tutti vogliono piacere agli altri, per qualcuno è un po’ più importante, soprattutto se ha un'autostima che traballa”

“Cos'è un'autostima?”

“Se fossi stata gelosa mi avresti descritto quelle tre come delle stronze o delle racchie o entrambe le cose, invece sembra quasi ti stessero simpatiche”

“Infatti, è così”

“Appunto. Tre ragazze simpatiche e carine che avevano un interesse comune con te, senza saperlo. Gli hai detto che conosci Eddie perché, inconsciamente, volevi ti accettassero”

“Oh”

“Numero tre… beh, il numero tre è il mio preferito”

“Ah sì?”

“Sì. Perché, cara Angie, sono lieta di comunicarti che alla veneranda età di diciotto anni”

“E mezzo”

“Diciotto anni e mezzo…” si corregge alzando gli occhi al cielo “… dopo tutto questo tempo, hai finalmente appreso uno dei concetti fondamentali della vita, nonché una delle sensazioni più gradevoli”

“Ovvero?”

“Ahahahah tirarsela, è ovvio”

“Tirarsela? Io non me la sono mai tirata nella mia vita!” forse giusto due secondi, quella famosa sera sfigata, con la cameriera del Canlis, aspettando Jerry. Si è visto poi com'è andata a finire.

“Appunto, ti ho detto che ci hai messo qualche annetto…”

“Ma poi tirarmela per cosa?”

“Perché Eddie è il tuo ragazzo, no?”

“E che c'entro io? Mica è un merito di cui vantarsi!”

“Questo lo dici tu, ma il tuo subconscio la pensa diversamente. Rifletti, hai trovato l'approvazione delle tue nuove amichette e quando hai visto Eddie potevi limitarti a presentargliele di sfuggita e andartene con lui, invece hai puntato dritto su Vedder e lo hai baciato lì davanti a loro, sapendo bene che le avresti lasciate di sasso. E non provarci neanche a dirmi che ti è venuto spontaneo e non hai pensato nemmeno per un secondo alla loro reazione, perché non ci credo per un cazzo”

“Beh, in effetti, ok, sì, ci ho pensato, un po’…”

“Stai col tipo che piaceva a tutte loro, quella è l'approvazione definitiva, quasi una consacrazione”

“Me la tiro senza un motivo valido, cosa sono diventata?”

“Pfff adesso non esagerare, dai!”

“Sono una persona orribile!”

“Ecco che parte l'Angie-dramma in 3, 2, 1” Meg fa il conto alla rovescia con le dita a un centimetro dal mio naso.

“Non capisci? Vuol dire che ho trattato Eddie come un oggetto, una merce di scambio!”

“Stai con un ragazzo carino e te la sei tirata un attimo, capirai!”

“Un trofeo per alimentare la mia autostima”

“La stai facendo più grave di quanto non sia, davvero. Cioè come tuo solito”

“Un ragazzo decente mi caga e mi monto la testa?”

“Un ragazzo decente ti caga, state insieme e non vi dovete nascondere per un motivo o per l'altro. Da quant'è che non ti capita?”

“Ehm… un sacco di tempo?” una relazione normale? Sono anni, direi. Ma poi, ce l'ho mai avuta una relazione normale?

“Stai col cantante di una band coi contro-cazzi di cui parlano tutti in città, io lo urlerei a tutti quelli che incontro, figurati. Vedila così: non sei orgogliosa di Eddie e di cosa sta facendo nella band?”

“Beh sì”

“E allora, sei orgogliosa e lo comunichi in giro, come lo hai comunicato a quelle tre”

“Infilandogli la lingua in gola davanti a loro?”

“Esatto. Ad ogni modo, considerando che lo stai facendo in ogni angolo di questo locale, ti avrebbero vista comunque a un certo punto”

“Non è detto, soprattutto se sono attente come i nostri amici, che non si sono ancora accorti di niente”

“O magari se ne sono accorti, ma vogliono essere discreti”

“Discrezione? Stone?”

“Beh, in effetti…”

“A proposito di Stone: chi è Valerie”

“ODDIO, VALERIE??? DOV'E’?!”

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“Mi sembra assurdo che tutti odino il Kingdome. Voglio dire, è il vostro stadio!” da quando sono qui a Seattle non ho trovato un tifoso che sia uno che non si sia lamentato dello stadio o che non l'abbia liquidato con sufficienza come una semplice location mai troppo amata dai cittadini. Jerry non è da meno, mentre discutiamo al bancone del bar in attesa dei nostri drink.

“Non è che lo odiamo, è che c'è di meglio. Sicuramente per il football non fa così schifo come per il baseball. O forse è solo questione di punti di vista: se i Mariners non giocassero così di merda, sarebbe lo stadio del cuore, come Wrigley Field per Chicago eheh”

“Non bestemmiamo, per cortesia! Non ci sono ancora stato comunque, devo andare a vedere coi miei occhi” lo spintono per gioco, afferro il bicchiere che il barista mi ha appena allungato e Cantrell fa lo stesso, facendomi un cenno di ringraziamento perché ho offerto io e continuando a parlare.

“Io ci ho camminato, anzi, ci ho corso! Sei anni fa, no, sette, quando i Seahawks hanno battuto i Raiders 13 a 7 al Wild Card Game e c'è stata una mega-invasione di campo dei tifosi. Ovviamente poi è andato a finire tutto in merda e la settimana dopo le abbiamo prese da Miami, ma in quel momento ci credevamo! Comunque il Kingdome lo fa la gente”

“Il dodicesimo uomo, no?” annuisco e, mentre faccio scorrere lo sguardo in giro per il locale, lo incrocio per caso con quello di Angie, poco lontana.

“Già, tolto quello e l'adrenalina, il campo di per sé fa cagare, sembrava di camminare su del cemento ricoperto di moquette verde”

“Io invece ci dormirei sull'erba di Wrigley…” guardo di nuovo nella stessa direzione di prima, ma non vedo più la mia ragazza “Ma anche sulle gradinate”

“Anche al Kingdome si può dormire bene, quando piove c'è la copertura che ti ripara. Al massimo te ne può cadere qualche pezzo in testa, ma che vuoi che sia” Jerry ridacchia sorseggiando il suo whisky, ma quasi si strozza, e io pure, quando una persona a caso compare dal nulla, praticamente urlando nelle nostre orecchie.

“CIAO RAGAZZI! VI STATE DIVERTENDO??”

“Oddio! Ciao Angie, uhm sì, direi di sì” Jerry la guarda perplesso mentre io istintivamente le circondo le spalle con un braccio.

“PERCHE’?”

“Come perché?”

“Cioè, ehm, voglio dire, come mai? Di che parlate?”

“Baseball” rispondo, probabilmente con gli occhi a forma di stella, come ogni volta che penso al mio sport preferito.

“E football” aggiunge Cantrell per poi finire in un sorso il suo drink.

“Sport eh? Una normale conversazione tra maschi, insomma…”

“Non necessariamente tra-” sto per obiettare sull'interesse prettamente maschile per lo sport quando il mio interlocutore mi interrompe.

“Vado a cercare Sean. Ho visto Layne con Demri quindi mi sa che hanno rifatto pace e mi tocca andare a casa col mio batterista. Ci vediamo!”

“Ci si vede!” lo saluto mentre si allontana con le mani in tasca e Angie fa lo stesso, ma a voce più alta.

“CIAO! Ok, che succede?” mi chiede rivolgendosi subito dopo a me con un'espressione serissima sul volto.

“Che succede? Niente, che deve succedere?”

“Di che stavate parlando davvero?”

“Che vuoi dire? Di sport, te l'ho già detto”

“Sì e io sono Doris Sams” ribatte incrociando le braccia e guardandomi male.

“Non è che sai giocare anche a baseball per caso?” la lascio andare a incrocio le braccia anch'io guardandola con sospetto per prenderla in giro.

“No”

“Non ci posso credere! Dobbiamo fare due lanci qualche volta”

“Non so giocare! Ma so come si gioca e so quattro cose di storia, ti ricordo che mio padre è un tifoso praticamente di tutti gli sport”

“Non lo so… sei molto brava a fingere di non saper fare le cose, non è vero?”

“E tu e il tuo amico siete molto bravi a fare finta di niente e cambiare argomento al momento giusto, non è vero?”

“Il mio amico?”

“Jerry… sì beh, amico per modo di dire”

“Guarda che stavamo parlando davvero del Kingdome”

“Sì, certo. E il dibattito era così animato che l'hai pure strattonato. Ovvio”

“Ahah gli ho dato una spintarella, per scherzo!”

“Oh sì, per scherzo”

“Angie, non so che cosa ti frulla per la testa e non so cos'hai visto, ma davvero, stavamo chiacchierando del più e del meno e stop”

“Stavate chiacchierando?”

“Sì”

“Tu e Jerry chiacchierate?”

“Sì. Come ben sai gli esseri umani sono animali sociali, interagiscono tra di loro e-”

“Piantala! Sai cosa voglio dire…”

“Non è che siamo migliori amici o cosa, ma ci conosciamo, perciò capita di fare quattro chiacchiere ogni tanto” alzo le spalle e da un lato mi viene da ridere al pensiero di Angie che accorre temendo un imminente duello tra me e il suo ex, dall'altro penso che tutto sommato un paio di pugni se li meriterebbe anche.

“E non avete parlato di nient'altro?”

“No, di che dovevamo parlare?”

“Non so, magari gli hai detto qualcosa per l'altra sera…”

“Perché avrei dovuto?” pensavo che Angie mi mandasse a fare in culo dopo quella prima scenata del cazzo, invece abbiamo fatto pace, la cosa è risolta. Perché dovrei andare a smuovere le acque?

“Boh, non lo so, forse perché a me hai fatto una testa così!” ribatte lei e d'un tratto mi sembra quasi esserci rimasta male.

“Che c'entra, io sto con te, mica con lui…”

“Ok, ma mi hai quasi mangiata viva al telefono. Invece lui niente? Se la cava così? Quattro chiacchiere al bar tra amiconi?”

“Angie, non ho capito, un secondo fa eri tutta allarmata perché pensavi gli avessi detto qualcosa e ora invece sei offesa perché non l'ho fatto. Sono io che non ci arrivo o non ha un cazzo di senso?”

Apre la bocca come per rispondere, poi la richiude e si guarda attorno come se fosse in cerca delle parole giuste fra la folla del locale, prima di ammettere, quasi mortificata: “Non ha un cazzo di senso, non lo so nemmeno io onestamente”

“Ehi, guarda che è tutto a posto, ok? Io e Jerry abbiamo un rapporto civile tra colleghi. E poi chi cazzo se ne frega di Jerry” le prendo il viso tra le mani e la costringo a guardarmi mentre la accarezzo e le sorrido per tranquillizzarla e farle capire che si sta agitando per niente.

“Ok. Ma come fate? Cioè, quando si parla di me, intendo”

“Semplice: noi non parliamo di te. Vuoi qualcosa?” rispondo secco, voltandomi verso il bancone e richiamando l'attenzione del barista per ordinare un altro giro per me, visto che Angie fa di no con la testa.

“Sì, va beh, ma se capita?”

“Non capita. Neanche una coca? O un succo?”

“No, grazie. Ma come fai a esserne sicuro? Se salto fuori come argomento in una discussione come vi comportate?”

“Non ci comportiamo in nessuna maniera perché non può succedere, Angie… Windbreaker?”

“Sbagliato. Comunque il fatto che non sia mai successo finora non esclude possa capitare in futuro” Angie sorride al mio tentativo buttato lì indovinare il suo secondo nome, ma non demorde sul tema.

“Lo escludo io, al 100%. Io e Jerry non parliamo di te e basta”

“Mai?”

“Mai, anche perché abbiamo fatto un patto” mi lascio sfuggire l'ultimo dettaglio e me ne pento un secondo dopo, non appena vedo l'espressione di Angie che registra questa informazione.

“Voi avete fatto… COSA??”

“Abbiamo stretto un accordo di non belligeranza che soddisfa entrambe le parti” ok, io non sono soddisfatto al 100%, e sicuramente nemmeno lui, ma almeno per ora sta funzionando.

“Hai fatto un patto con Cantrell? Su di me? E quando?” dopo ogni domanda lascia un paio di secondi di pausa, in cui io faccio sì con la testa. Ma la terza richiede una risposta più articolata.

“A San Diego” articolata per modo di dire.

“A SAN DIEGO? Hai detto a Jerry di noi quando me ne sono andata?”

“In realtà, prima…”

“COME PRIMA??”

“E comunque non gliel'ho detto io, è stato lui” Angie non mi sembra convinta o forse è solo che non ci sta capendo molto. Allora le racconto del nostro mini-battibecco allo Yates Club, di come Jerry aveva capito tutto e si era incazzato perché non gliel'avevo detto prima.

“Cioè, fammi capire: lui ha fatto quel cazzo che voleva con me e ha avuto il coraggio di prendersela con te perché non gli hai fatto sapere prima di essere interessato alla sua ex ragazza, che lui ha trattato come una pezza da piedi? Perché avresti dovuto riservargli questa cortesia? E poi, da cosa l'avrebbe capito che ci piacevamo, scusa?”

“Si vede che è un buon osservatore.” o che io faccio schifo a nascondere cosa provo, ma evito di dirlo perché lei fa altrettanto schifo a capire i sentimenti degli altri e non voglio ferirla “Comunque un po’ aveva ragione perché eravamo in tour assieme e ogni tanto lui mi chiedeva di te e si confidava con me e io avrei potuto confessare i miei sentimenti o almeno cambiare argomento e invece stavo lì a sentirlo. Quindi un po’ merda lo sono stato”

“Si confidava con te?”

“Già”

“E che ti diceva di me?”

“Perché ti interessa? E’ importante? E poi, non lo immagini?” se mi sono ingelosito così tanto l'altra sera è anche perché so che lui le sbava ancora dietro, mica per niente.

“No, ma sarei curiosa di sapere: 1) come fa ad essere ancora vivo e 2) come hai fatto a trattenerti durante tutto il tour”

“Non so, sarà che forse avevo fatto una certa promessa a una certa persona speciale di non spaccare la faccia a un certo ex e di mantenere un certo segreto e non combinare casini in generale”

“Caspita, sei proprio un tipo di parola, allora”

“Sono uno di cui ci si può fidare”

“Allora lo fai un patto anche con me?”

“Certo, tutto quello che vuoi”

“Il patto è… che non parliamo di Jerry”

“Ah”

“Tipo mai, ok?”

“Beh ecco…”

“Io non lo nomino a te e tu non lo nomini a me. Non è che lo possiamo cancellare dalle nostre vite, semplicemente non avremo mai più attivamente una conversazione su di lui, va bene?

"Non è così semplice…”

“Beh, se puoi fare un patto con lui non vedo perché non puoi fare lo stesso patto con me, che per giunta sono la tua ragazza” incrocia di nuovo le braccia e da come mi guarda so che non uscirò vivo da questa situazione se non accettando questo cazzo di accordo. L'unica cosa che posso fare è cercare di trarne il maggior vantaggio possibile.

“Infatti, posso farlo. Ci sto…” le tendo la mano e lei me la stringe “A una condizione”

“Quale sarebbe?” molla la mia mano sospettosa e secondo me davvero non sa dove sto per andare a parare.

“Che mi riveli finalmente il tuo secondo nome” alza gli occhi al cielo e nasconde a malapena un sorrisetto, forse si aspettava qualcosa di peggio.

“Ok, ci sto” mi stringe di nuovo la mano e io sono tutt'orecchi.

“Quindi?”

“Lo sai che ti sto offrendo un'arma potentissima, vero? Mi prenderai per il culo a vita per questa cosa”

“Scommetto che è un nome stupendo”

“Più che stupendo, stupefacente, come le sostanze che si facevano i miei quando hanno deciso di chiamarmi così”

“Così come?”

“Angelina…Qualcosa Wind Pacifico”

“Ma se è W puntato non può essere-”

“Anche l'altro pezzo inizia per W”

Whirlwind!"mi viene di getto e per una spontanea associazione di idee nella mente mi scorre il testo di Like a hurricane di Neil Young e già me la vedo perfetta protagonista di quel capolavoro.

"No, è tutto insieme ma in teoria sarebbe una parola separata”

“Oh” sicura sicura? Perché quella ci stava davvero bene.

“E’ un aggettivo” precisa mentre nel mio film mentale esco definitivamente dal bar fumoso di Neil e mi chiudo la porta alle spalle.

Windy Wind?”

“Ahahah vaffanculo, Eddie!”

“Ok, serio. Warm Wind?” penso al calore dei suoi abbracci e della sua sola presenza in generale, ma lei fa no con la testa.

“Mia madre era…è una fan di Nina Simone. Quindi?”

“Uhm…”

“Forse se ti dico Station to station di David Bowie ti aiuto di più”

Scorro mentalmente la tracklist del disco finché non arrivo a forse una delle migliori performance vocali di Bowie di sempre, proprio alla fine.

Wild is the wind.

“Angelina Wildwind Pacifico”

“Colpita e affondata”

“Ma è fighissimo!”

“Ok ma… Vento folle? Io? mi ci vedi?” arrossisce e scuote la testa e si nasconde il viso con le mani.

“A dire il vero, ti si addice perfettamente”

“Come no? Si addice perfettamente alla persona più noiosa e banale del mondo”

“No, alla persona più forte e imprevedibile e bella da mozzare il fiato del mondo. Almeno, della parte di mondo che conosco io, che è poi l'unica che mi interessa perché ci sei tu” Angie si leva le mani dalla faccia e mi guarda seria seria senza aprire bocca e per un attimo mi illudo davvero di averla lasciata senza parole o per lo meno nella condizione di essere costretta a riconoscere e accettare un cazzo di complimento una volta tanto.

“Ahahah bel mondodi merda!” scoppia a ridere di botto e mi abbraccia, stretto.

“Quanto cazzo sei scema da uno a dieci?” io stringo di più.

“Non lo so, ma direi che a questo punto abbiamo un patto, giusto?” alza la testa per guardarmi e libera la sua manina destra dalla mia presa per siglare il nostro accordo definitivamente.

“Giusto. Affare fatto” la sciolgo dall'abbraccio e le stringo la mano, per poi tirarla di nuovo verso di me e sigillare il patto nella maniera che preferisco.

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Time to take a ride, time to take it in a midnight eye

And if you want to go, get on below

 

“Va beh, dove cavolo sono finiti quei due? Io e Dave dobbiamo aprire i regali!” siamo riusciti a raggrupparci più o meno tutti attorno a un paio di tavoli dell'Ok Hotel, do una pacca sulla spalla di Krusen che si risveglia di botto. Stava in fissa da quando è iniziato il pezzo dei Sonic Youth. O forse da quando è iniziata la serata.

“Prima li ho intravisti al bar” il batterista azzarda un'ipotesi e considerando che al bar ci ha trascorso tutto il tempo prima e dopo il concerto, Angie e Eddie potrebbe averli visti chissà quando. Potrebbero essere benissimo in Messico a quest'ora.

“Non ci sono più al bar, veniamo giusto da lì” McCready e Staley si uniscono a noi con due birre fresche fresche in mano, a proposito di gente che dovrebbe darsi una calmata.

“Ma sì, saranno in giro a limonare in qualche angolo del locale” è il commento di Stone, seduto di fronte a me, che tiene una mano sulla spalla di Grace, mentre agita l'altra nell'aria come per scacciare via un pensiero di poco conto.

“Ma chi? Eddie e Puffetta?” Gazzettino Cornell dall'altro capo del tavolo non poteva lasciarsi sfuggire il gossip dell'ultim'ora e sia Stone che Grace annuiscono.

“E’ tutta la sera che non fanno altro, siamo al limite degli atti osceni in luogo pubblico” Mike condisce ulteriormente il pettegolezzo, seguito da Ben e Kim, che iniziano un vero e proprio siparietto, serissimo, che ci fa piegare tutti in due dalle risate.

“Io non ho mai visto una cosa del genere”

“A un certo punto li abbiamo cronometrati”

“Ci annoiavamo”

“Dodici minuti e mezzo di lingua”

“Ma lingua ininterrotta eh? Cioè, senza pause”

“Sembravano due cazzo di quattordicenni”

“Beh, Angie non è che sia tanto più grande, ci può stare”

“Ok, ma Eddie? Ma poi anche a livello pratico, cioè, io non ho capito come cazzo facevano a respirare”

“Avranno le branchie, cazzo ne so”

“Ahahahah ma che stronzi che siete!” la mia ragazza ci rimprovera tutti, ma prende a sberle sul coppino solo me.

“Si vede che stanno recuperando il tempo perso e voi siete solo invidiosi” Meg si unisce nel difendere i due piccioncini.

“Ho capito, ma DODICI MINUTI E TRENTA SECONDI” Kim ribadisce il concetto scandendo bene la tempistica da record.

“Invidiosi e guardoni!” ci si mette pure Grace.

“Erano in cima alle scale, era impossibile non vederli” il chitarrista fa spallucce e il suo bassista annuisce.

“Da qualsiasi punto e angolazione”

“Dodici minuti e mezzo sulle scale?” mi diverto a gettare benzina sul fuoco, i due musicisti mi guardano e allargano le braccia per ribadire la loro incredulità.

“Sì!”

“Allora il record è che Angie non sia caduta di sotto su qualcuno, visti i precedenti” commenta Cornell ridendo sotto i baffi.

“Dio, quanto ti piace quella storia!” Layne quasi si strozza con la sua birra e poi ride in faccia a Chris.

“Va beh, comunque siete delle merde, tutto questo casino per qualche effusione. Solo perché si sono lasciati un po’ andare non significa che stiano sempre lì a sbaciucchiarsi ventiquattr'ore su ventiqu- Oh, aspè, sì, eccoli lì, si stanno baciando vicino alla porta” Meg interrompe bruscamente la sua arringa di difesa e il momento è comico perché tutti ci giriamo all'unisono e fra quelli che stanno dietro c'è chi si alza, chi si avvicina e chi allunga il collo per vedere meglio la nuova coppia non tanto nuova accanto all'ingresso del locale. Anche gli sconosciuti che ci passano davanti si girano dalla stessa parte per capire che cazzo stiamo fissando.

Non sappiamo se siano passati più di dodici minuti e mezzo dall'inizio di quest'ultima sessione, ma quei due si staccano e Eddie butta l'occhio proprio verso di noi, che come dei cazzoni ci giriamo e torniamo a parlare tra di noi, o meglio, a fare finta di chiacchierare del più e del meno, come se niente fosse, come se non ci avesse sgamati in pieno. Con la coda dell'occhio li vedo avvicinarsi e alzo la voce a caso.

“Va beh, anch'io adoro Goo, è un disco della madonna, non c'è neanche bisogno di dirlo. Dicevo solo che metterlo su per intero in un locale, lasciandolo andare, mi sa tanto di… sciatteria? Si dice così? Cioè, non dico tenere un dj o uno stronzo qualsiasi solo a mettere i dischi e fare una selezione, ma almeno prendersi il tempo in settimana di fare una cazzo di compilation e suonare quella, anche in repeat, non mi sembra uno sforzo così immane. Oh, ciao ragazzi, dov'eravate?” mi rivolgo prima a Stone e Dave, che mi guardano stralunati, poi a Angie e Eddie che arrivano al tavolo.

“In giro. Hai già aperto i regali? Manca il mio!” Angie alza le spalle e ravana nella sua borsa in cerca di qualcosa, per poi estrarre un pacchetto non troppo piccolo, anzi.

“Che figo, un set di pennelli nuovi, grazie!” esulto scartandolo.

“Me l'ha detto un uccellino che ti servivano…” Angie guarda per aria facendo la gnorri, esattamente come quell'uccellino che conosco bene e che le sta accanto. Questi due pirla stanno proprio bene assieme.

“Oh e questo è il mio” l'uccellino infila le mani nella borsa della sua bella e ne tira fuori un altro pacchetto tutt'altro che piccolo, che si rivela essere Subway art, un libro fotografico sulla graffiti art che volevo prendermi da una vita.

Posso dire di concludere questo compleanno in attivo, tra corde, cavi, kit di attrezzi, set di acrilici, un paio di buoni dell'Easy Street Records, ambìti e apprezzati tanto quanto il buono spesa del supermercato che mi ha preso Meg, e altri regali apparentemente più inutili, ma graditissimi, come l'appendichiavi da muro a forma di testata di Marshall con quattro portachiavi a jack: grazie Alice!

In tutto questo scambio di doni e auguri, Eddie e Angie sono seduti in un angolo e praticamente osservati speciali da parte di tutto il tavolo, che li guarda come si guarda un documentario sugli animali nella stagione degli amori. I due partecipano alle conversazioni e fanno finta di niente, anche se di tanto in tanto parlano zitti zitti tra di loro.

“Angie deve dirvi una cosa comunque” Eddie se ne viene fuori con questa cosa così dal nulla, in un momento in cui siamo tutti in silenzio a riprendere fiato dopo una battuta letteralmente del cazzo di Stone, che ha suggerito come titolo del brano di punta della nostra band fittizia nel film di Cameron Crowe Touch me I’m Dick, tanto per prendere un po’ per il culo Mark Arm e soci. A proposito, chissà se Chris ha già buttato giù i brani del demo di Cliff? Devo ricordarmi di chiederglielo.

“Che cosa?” chiede Meg per prima, visto che nessuno parla, nemmeno Angie, che ha prima squadrato malissimo Eddie e poi ha iniziato a guardarci uno per uno e a sbiancare.

“C'entra il film?” chiede Layne.

“No, non c'entra il film”

“Molli l'università?” prova Dave.

“No! Perché dovrei?” nega quasi schifata Angie.

“E’ una cosa personale?” se non lo conoscessi direi che Stone sta cercando di mettere Angie a suo agio aiutandola a sputare il rospo, ma visto che lo conosco posso dire senz'ombra di dubbio che si sta solo divertendo alle spalle della poveretta.

“Beh, sì, ma… mmm… non riguarda solo me, ecco”

“E chi?” la incalzo io.

“Eddie” “Io” rispondono i due piccioncini in coro.

“Oh cazzo, sei incinta?” McCready si distingue come sempre per il tatto e la delicatezza.

“ODDIO NO! Ma che cazzo dici?” Angie si alza in piedi allibita, mentre Eddie ride e basta.

“E allora? Qual è questa notizia?” Cornell è tutto orecchi e in questo momento me lo immagino armato di penna e blocchetto come un cronista di altri tempi.

“Quello che Angie sta cercando di dire è che-” Eddie si asciuga gli occhi con la manica della camicia e prova a rispondere, ma la ragazza lo interrompe.

“Stiamo insieme”

“…”

“Io e Eddie. Stiamo assieme”

“…”

“Da un po’”

“Quasi un mese” le suggerisce lui sottovoce.

“Quasi un mese” ripete lei e guarda le nostre facce in cerca di qualcosa che non riesce a trovare ed evidentemente ha deciso che la cosa migliore da fare è continuare ad aggiungere particolari o a ripetere lo stesso concetto con parole diverse finché non l'avrà trovato. O finché qualcuno di noi non aprirà la bocca.

“…”

“Tre settimane e qualcosa”

“…”

“Praticamente siamo una coppia”

“…”

“Cioè, lui è il mio ragazzo e io-”

“E lei è la mia ragazza”

“Wow, che coincidenza” Stone non si trattiene e io mi nascondo la faccia tra le mani per non far vedere che rido.

“In che senso?”

“Ok. State insieme e…?” Mike cerca di indagare ancora e se le chiede di nuovo se è incinta giuro che rotolo giù dalla sedia.

“E basta” Angie risponde e si risiede.

“E sarebbe questa la notizia?” Kim domanda mantenendo un'espressione serissima.

“Perché? Qual è il problema? E’ perché pensate sia troppo piccola? Guardate che ne abbiamo parlato, lo so bene anch'io che-” Angie sta per lanciarsi in un discorso senza uscita, ma la sua coinquilina la blocca e fa scoppiare tutti a ridere.

“Angie-dramma del tutto immotivato in 3, 2, 1…”

Tutti tranne Angie, ovviamente.

“Perché ridete? C'è qualcosa che non so?”

“Quello che non sai è che tutti ora sanno che quello che tu sei convinta nessuno di noi sapesse, in realtà era ben noto a tutti quanti” Stone risponde alla sua maniera e la faccia di Mike mi lascia intendere che non ci ha capito molto.

“Eh?” il chitarrista conferma la mia ipotesi.

“Cioè ridiamo perché la notizia la sapevamo già” gli spiego riaccendendo la lampadina nel suo cervello.

“Ah!”

“Allora ci avete visti, insomma, stasera? No perché non dicevate niente…”

“Per chi ci hai presi? Noi siamo tipi discreti!” dichiara Cornell e sembra quasi crederci lui stesso.

“E comunque lo sapevamo già da prima di stasera” aggiunge Ben senza pensarci.

“Come lo sapevate già? MEG?? GLIEL'HAI DETTO, VERO??” Angie si rialza e ruggisce contro la sua amica.

“Come faceva a dirlo, scusa, se non lo sapeva?” Eddie domanda alla sua ragazza, ormai ufficiale, con perplessità.

“No! Infatti! Non lo sapeva! Ma… boh, magari lo aveva intuito. LO AVEVI INTUITO?”

“Lo avevo intuito” confessa Meg.

“ECCO!”

“Ma non ho detto un cazzo a nessuno, giuro” alza le mani come per difendersi, Angie decide di crederle e allora torna a squadrare noi uno per uno, prima di puntare dritto sul suo ragazzo.

“GLIEL'HAI DETTO TU!”

“No no, ti assicuro che io non ho aperto bocca, ho fatto come mi hai chiesto tu”

“E allora come facevate a saperlo?”

“A me l'ha detto Stone” dal nulla la voce dell'innocenza di McCready.

“Anche a me l'ha detto Stone, perché c'ero anch'io quella sera. E anche Dave” confesso e pure il batterista annuisce.

“Anche a noi l'ha detto Stone, ma un'altra sera, almeno credo” Chris guarda Kim e Ben che fanno sì con la testa.

“Per ovvi motivi, l'ha detto anche a me” Grace alza la mano e confessa timidamente.

“A me l'ha detto Jeff. Che gliel'ha detto Stone” anche Laura dice la sua.

“C'è qualcuno a cui Stone non l'ha detto, cazzo?” Angie sbotta incredula.

“Io! Io ho capito tutto da solo, sono un genio!” Layne alza la mano e la agita in aria tutto felice, come il vincitore di un gioco a premi in tv.

“E tu, invece? Tu come lo sapevi, genio?” Angie si rivolge a Gossard in cagnesco, ma Stone le risponde tranquillissimo.

“Io penso di averlo saputo ancora prima di te che sareste finiti insieme, Puffetta”

“Che vuoi dire?”

“Che fate entrambi schifo a fare gli innamorati inconsapevoli. Siete fatti l'uno per l'altra” traduco in Jeffese e tutti annuiscono, perfino Eddie.

“Eravamo così ovvi?”

“Noooooo”

“Non così tanto”

“Ma vaaaaa”

“E’ che Stone è un acutissimo osservatore”

“E’ che Stone non si fa i cazzi suoi, punto”

Sono solo alcune delle nostre risposte date in ordine sparso per non far sentire troppo una merda la piccola Angie.

“Dai, si è capito subito che avevano una certa intesa. Dalla prima sera che si sono incontrati, l'ho capito a mie spese visto che ci avevo scommesso su, ti ricordi Mikey?” mi piace che Stone, un po’ come me, rievochi i ricordi in base alle scommesse fatte.

“Vero! Anch'io ci ho rimesso un deca perché pensavo non vi sareste cagati, invece avete attaccato bottone subito, sembrava vi conosceste già”

“Sorvolo sull'ennesima scommessa fatta sulla pelle di un'amica… ma, in un certo senso, noi ci conoscevamo già per davvero” Angie confessa e fa scattare mille campanelli d'allarme nella mia testa.

“COSA? COME? SUL SERIO?”

“Jeff?” Stone mi apostrofa dubbioso, mentre io continuo a dissimulare, alla mia maldestra maniera.

“IN CHE SENSO VICONOSCEVATE GIA’? QUESTA Sì CHE E’ UNA NOTIZIA!”

“L'avevo incontrato da Roxy la sera prima, era venuto lì a mangiare”

“NOTIZIA NEL SENSO CHE E’ UN FATTO NUOVO, MAI SENTITO”

“Jeff tu non ne sapevi niente, vero?” Stone non molla e ormai è chiaro che mi ha già sgamato alla grande, sono fregato.

Il mio sputtanamento per lo meno ha un merito: il battibecco che scatta subito dopo tra me, Stone e Mike circa i venti dollari che secondo loro gli dovrei restituire, sposta un po’ l'attenzione da Angie che, finalmente libera dall'imbarazzo, si risiede e si gode la scena dei nostri amici che mi fanno il culo, mano nella mano con il suo nuovo ragazzo.

  
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