Film > The Big Four
Segui la storia  |       
Autore: ElfaNike    06/04/2021    0 recensioni
Avatar Darje è scomparso da tempo, ma nessuno è mai riuscito a trovare il suo successore, la sua reincarnazione. Finalmente, dopo quindici anni, Monaco Norbu, vecchio amico di Avatar Darje, riceve la notizia del ritrovamento di un candidato... parte così un viaggio alla ricerca del nuovo Avatar e alla scoperta di quattro giovani di grandi speranze e talenti fuori dal normale.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hiccup Horrendous Haddock III, Jack Frost, Merida, Nuovo personaggio, Rapunzel
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il giovane si era perso per le strade di Ba Sing See per giorni, braccato com’era dagli uomini in nero che lo cercavano. Sapeva che se fosse tornato alla corte avrebbero ritentato il colpo. Sapeva che se fosse tornato senza sapere di chi si trattasse sarebbe stato doppiamente vulnerabile. E che anche sua madre lo sarebbe stata. Loro avevano detto ‘Siamo venuti a vendicare il generale’: erano stati uomini di suo padre, prima che lui morisse? Sapevano delle circostanze della sua morte? O avevano un mandante e mentivano?
Il giovane si strinse nei cenci che si era procurato per coprire le sue vesti da nobile. Se fosse tornato senza prove in mano non era sicuro che qualcuno gli avrebbe creduto o l’avrebbe aiutato. Nutriva molti dubbi sulla popolarità delle scelte di Sua Maestà l’Imperatore: non per la loro equità o per la loro saggezza, ma perché sapeva che molta gente non avrebbe accettato la sua nomina a erede al trono facilmente. Per ripresentarsi a corte in sicurezza aveva bisogno di un alleato, e di un alleato potente. Qualcuno che fosse al di fuori dell’ambiente dell’aristocrazia ma che, una volta tornati a palazzo, tutti avrebbero rispettato.
Aveva sentito dire che nel Tempio dell’Aria dell’Est era stato ritrovato il nuovo Avatar. Senza sapere se poteva nutrire davvero la speranza di essere ascoltato, il giovane si era messo in marcia verso il Mare dell’Est, dove sperava di trovare un nave che l’avrebbe portato alle isole sulle cui montagne era stato costruito il tempio.
Si era incamminato per affrontare un viaggio lungo, e molto faticoso.
 
Hiccup e Jack Frost si erano trovati subito d’accordo su due cose: la prima, che mai si sarebbero più fatti trovare da chicchessia per essere riportati in quella trappola da cui erano scappati dopo la scomparsa del loro maestro; la seconda, che il primo posto in cui a entrambi sarebbe piaciuto andare era la Nazione del Fuoco. Così avevano diretto Champa verso ovest, verso il mare che tante volte il bisonte aveva attraversato per andare e tornare dal Popolo del Sole.
A quel pensiero Hiccup rabbrividiva, si sentiva profondamente scombussolato, diviso tra la voglia di riabbracciare i suoi genitori e la repulsione che gli procurava il ricordo della sua vita laggiù.
Jack Frost faceva il grosso del viaggio volteggiando rapido in tutte le direzioni col suo aliante, compiendo ampi archi sotto Champa, lasciandosi trasportare verso l’alto dal vento e poi chiudendo l’aliante per lasciarsi cadere con una risata.
Hiccup non lo perdeva d’occhio: il cielo non era propriamente il suo ambiente e, benché lui e Champa avessero sviluppato in poco tempo una certa intesa, l’idea di rimanere senza l’altro ragazzo in mezzo alle nuvole lo inquietava parecchio.
La sera, quando si accoccolavano entrambi contro il fianco caldo del bisonte volante, ogni tanto parlavano delle ragazze, e si chiedevano che fine avessero fatto.
-Merida doveva tornare a casa con i suoi genitori.- commentava Hiccup.
-Secondo te l’ha fatto davvero?- chiedeva allora Jack Frost.
-A giudicare da come sua madre la teneva l’ultima volta che l’abbiamo vista, temo non abbia avuto molta scelta.-
-Sì, però una volta tornata nel Regno della Terra potrebbe essere scappata, no?-
-Non tutti hanno solo la fuga per la testa, Jack Frost.- ribatteva seriamente Hiccup -Tanto più che nella sua regione è pieno di rivolte e di banditi. Secondo me è rimasta a casa sua.-
-Assieme a sua madre che vuole sposarla a tutti i costi?!-
-Adesso che sa che sua figlia è l’Avatar non riesco a immaginarmi dama Elinor obbligare Merida a tanto. Ma Merida è coraggiosa e sicuramente sarà rimasta a casa per assicurarsi che con tutte quelle rivolte non succeda niente a nessuno.-
Jack Frost non rispondeva, perplesso. Allora Hiccup guardava il cielo stellato e commentava: -Chissà invece come sta Rapunzel...-
-Hai ragione...- diceva allora Jack Frost -Sicuramente quei monaci non la lasceranno tranquilla un attimo.-
-Lei sì che dovrebbe fuggire.- rispondeva corrucciato Hiccup -Non posso immaginarla a soffrire.- e si passava la mano dove la ragazza l’aveva accarezzato, quando erano andati a recuperarla da dama Gothel, e arrossiva nel buio.
Jack Frost lo guardava corrucciato con la coda dell’occhio, chiedendosi cosa volesse questo qui da Rapunzel, visto che non la conosceva bene quanto lui: dimostrare di essere l’Avatar era stato l’obiettivo della ragazza da quando l’aveva incontrata, e adesso era solo contento che ci fosse riuscita. Anche se, è vero, gli aveva fatto male lo sguardo perso che lei aveva lanciato ai suoi amici prima di essere portata via dal Saggio Sandman...
 
Finalmente, un bel mattino assolato i due ragazzi arrivarono all’oceano che divideva il Regno della Terra e la Nazione del Fuoco. A partire da quel momento si tennero bassi e fecero in modo di non stancare troppo Champa: la traversata non era breve ed era fondamentale non perdere il senso dell’orientamento.
Quando il sole calò e il calore lasciò spazio alla frescura della notte i due ragazzi tirarono un sospiro. Champa atterrò dolcemente sull’acqua e loro si sdraiarono sulla sella: guardavano il cielo e fantasticavano su cosa avrebbero trovato nella Nazione del Fuoco. Hiccup faceva calcoli sulla direzione dal prendere appena avessero visto la costa: dal Tempio dell’Aria del Sud erano risaliti verso nord per vie familiari, avevano superato il deserto e, una volta all’altezza di Ba Sing See, avevano virato a ovest. Sapevano che in questo modo non avrebbero perso la strada, ma Hiccup era cosciente che in quel modo si avvicinavano pericolosamente a casa sua.
Era intento a tracciare una rotta nella sua testa quando qualcosa di enorme e nero comparve da destra e oscurò tutte le stelle, una dopo l’altra.
Gli occhi di Hiccup si spalancarono e il suo cuore fece un salto: -Jack Frost!- lo prese per il braccio.
-Un’onda?!- il ragazzo afferrò il bastone e saltò in piedi sulla sella -Hiccup! Tieniti a me!-
L’amico si strinse alla sua gamba, mentre lui faceva roteare il bastone sopra la testa. Champa si sollevò con un pesante colpo di coda e volò basso lungo l’onda, che si ripiegava dietro di loro con uno scroscio pesante. Il Dominio dell’Aria li copriva, ma Jack Frost sapeva che se fossero rimasti imprigionati nulla avrebbe impedito loro di venire trascinati sott’acqua.
Hiccup aveva chiuso gli occhi e si teneva stretto, lanciando un urlo mentre Champa accelerava.
-Ci sta chiudendo!- urlò Jack Frost, che alzò gli occhi: l’onda stava finendo e la loro unica speranza era sollevarsi e infrangere la cresta dov’era più sottile in modo da non essere presi dalla corrente.
Il bisonte reagì al suo ordine e puntò in alto. Il pelo dell’acqua si infranse in mille schizzi quando tornarono a riveder le stelle, e Hiccup tirò un sospiro di sollievo: -Possibile?- chiese -Il mare era piatto come l’olio, poco fa.-
Ma Jack Frost aveva girato la testa: -Hiccup!- esclamò invece -Attento!-
Un’altra onda, più alta della prima, si stava spezzando sopra le loro teste. In direzione diagonale rispetto all’altra. Hiccup chiuse gli occhi e Jack Frost strinse l’aliante con entrambe le mani. L’acqua li colpì pesante e fredda, e li trascinò a fondo con un boato.
 
Hiccup riaprì gli occhi quando i tiepidi raggi del sole del mattino gli accarezzarono la guancia. Dolorante si tirò a sedere, tossendo e sputacchiando: si trovava su una spiaggia dalla fine sabbia bianca, e il mare era tornato a essere piatto come una tavola.
Champa borbottava pesantemente un po’ più lontano: aveva ancora la sella, ma tutte le provviste era andate perse.
Il ragazzo si avvicinò al bisonte e gli accarezzò il muso: -Sono qui, amico mio. Stai bene?-
In quel momento sentì un grido: -Ehi, tu! Fermo dove sei!- si girò e vide spuntare delle figure dal fogliame, e in pochi secondi si trovò circondato.
 
Jack Frost era stato spinto dalla corrente fino a una scogliera piatta e bassa. La roccia era levigata dal mare e presentava qua e là delle piccole pozze di acqua residua.
Il ragazzo fu svegliato da qualcosa che lo puntellava alla testa: aprì gli occhi e scoprì una bambina, che cercava di farlo reagire usando la punta del suo aliante.
-Tutto bene?- chiese la piccoletta. Aveva lunghi capelli e grandi occhi neri, e la pelle scura -Sei stato portato qui dalla corrente?-
Jack Frost si mise a sedere tossicchiando: -Sì. Qualche onda anomala ci ha ribaltati stanotte dal nulla.- strizzò gli occhi al sole del mattino.
-Ah, ma quella non era un’onda anomala.- rispose allora la bambina: -Probabilmente erano le nostre sentinelle. Stamattina hanno detto che hanno ribaltato una strana imbarcazione al largo della costa. Strano però... non sareste dovuti sopravvivere.-
Jack Frost ebbe un brivido al tono analitico e per niente accorato della ragazzina: sembrava stesse risolvendo un problema di matematica, invece di ragionare sulla vita di uno sconosciuto.
-Va be’.- decise allora lei, come se niente fosse -Allora ti porto alla mia tribù.-
Quella parola fece scattare qualcosa nella testa di Jack Frost: -Tribù? Aspetta... quell’onda è stata prodotta dalle tue sentinelle? Non sarete mica... Dominatori dell’Acqua?!-
 
Hiccup e Champa erano stati portati dentro l’isola, fino a un piccolo villaggio di capanne, da dei giovani guerrieri dai grandi occhi scuri ed esotici e la pelle olivastra, i toraci nudi, i fianchi coperti da stoffe allegre.
Ovviamente il bisonte causò sguardi stupiti e mani davanti a bocche spalancate, ma la piccola tribù non mandò nessuna sensazione di ostilità a Hiccup. Le donne avevano stoffe colorate o gonnelline di paglia ai fianchi, le spalle scoperte e nastri di stoffa a coprir loro il décolleté. Portavano collane di conchiglie e vistosi fiori fra i lunghi capelli scuri.
Il ragazzo fu fatto sedere vicino a un fuoco e un giovane si venne a sedere davanti a loro: aveva i capelli corti che ricadevano ai lati degli occhi e uno sguardo perplesso.
-Chi siete?- chiese con profonda serietà.
-Mi chiamo Hiccup. Stavo viaggiando con un mio amico verso al Nazione del Fuoco quando un’onda anomala ci ha colti di sorpresa nella notte.-
-Un’onda anomala dici?-
-Sì...- Hiccup si accorse che la notizia non aveva lasciato indifferente il suo interlocutore -Siamo stati trascinati sott’acqua e io ho perso il mio amico...-
-Quindi eravate diretti alla Nazione del Fuoco?- lo interruppe il giovane -Per fare cosa?-
-Esplorare.-
-Mi sembra una scusa un po’ vaga.-
-Eppure è così. Ma adesso ho un altro problema: voglio ritrovare Jack Frost...-
-Se è stato preso dalla corrente non credo lo ritroverai mai.- rispose secco l’altro -Nessuno sopravvive alle correnti che circondano le nostre isole.-
Hiccup lo guardò assottigliando lo sguardo, cercando di capire fino a che punto l’altro fosse serio. E in effetti sì. L’altro era serio, e lo guardava con un’espressione che lo inquietò parecchio.
-C’è forse qualcosa che non va?- chiese allora il viaggiatore, a bruciapelo.
Il giovane non cambiò espressione: -Nessuno sopravvive alle correnti che circondano le nostre isole.- ripeté, a mo’ di spiegazione -Sono molto comode, per questo.-
Hiccup lo osservò in silenzio, e il giovane si sentì in dovere di spiegare: -Evitano a noi di occuparci di tutto il lavoro.-
-Tutto il lavoro?-
-Già.- il ragazzo si alzò in piedi e assunse una posizione familiare a Hiccup, e lui notò solo allora le enormi cisterne sparse fra le case del villaggio -Non possiamo lasciarti andare, se hai scoperto la nostra isola.-
 
Jack Frost seguiva senza parole la bambina, che saltellava allegramente nel fogliame rigoglioso e verdeggiante.
-Prima ti porto da mia sorella. È alla spiaggia: lei saprà cosa fare.- gli aveva detto, e si era incamminata.
Lui procedeva guardandosi intorno e si diceva che sì, l’ambiente gli ricordava molto il Popolo del Sole, ma questa novità della tribù di Dominatori dell’Acqua gli faceva vedere l’isola con occhi completamente diversi.
Arrivarono a una spiaggia isolata, dove una ragazza si esercitava nel suo dominio. Seguiva con le mani l’andirivieni delle onde sulla battigia, le spingeva più lontane e le tirava più vicine, sollevava il loro lembo di schiuma e lo faceva roteare in tante goccioline verso l’alto.
-Nani!- chiamò la bambina, correndo verso di lei.
La ragazza si voltò quando si sentì chiamare: -Lilo! Cosa ci fai qui? Non dovresti essere al villaggio?-
-Ero andata a dare da mangiare a Padge.- la bambina scrollò le spalle, poi sorrise e strillò: -Guarda cosa ho trovato sugli scogli!- E corse a prendere Jack Frost per la manica, strattonandolo perché si avvicinasse.
Nani ebbe un sussulto: -Lilo!- e la prese in braccio, allontanandola dall’intruso -Chi è questo straniero?!-
-L’ho trovato io! Possiamo tenerlo?-
Jack Frost stringeva il suo bastone e la guardava interdetto, mentre la sorella inarcava un sopracciglio: -Non sono sicura che al villaggio si possano tenere stranieri.-
-Ma possiamo chiedere!-
-Non so, Lilo...-
-Scusa...- si intromise allora lo ‘straniero’ -Cosa contate di fare con me? E mi puoi dire cosa stavi facendo poco fa? È davvero Dominio dell’Acqua? Ero convinto ci fossero dominatori solo ai Poli...-
-Conosce i Poli!- strillò Lilo -Conosce i Poli! Per favore, Nani, possiamo tenerlo? Me ne occuperò io, promesso!-
Nani sospirò e si massaggiò una tempia. Jack Frost si sentì completamente ignorato. Scocciato, insisté: -Ma come è possibile che ci siano Dominatori dell’Acqua qui?!-
Nani gli lanciò un’occhiata di sbieco, ancora presa dalla richiesta della sorellina:- I nostri antenati facevano parte della spedizione che dal Polo Nord è partita per raggiungere il Polo Sud. Durante il viaggio si sono persi di vista... la leggenda dice per via di una tempesta.-
-O di mostri marini giganteschi!- aggiunse eccitatissima Lilo.
-O perché sono stati attaccati da pirati.- finì Nani -Comunque sono arrivati qui e hanno deciso di rimanere.-
-Quindi è per questo siete Dominatori dell’Acqua!- esclamò Jack Frost, che finalmente era riuscito a mettere quasi tutti i pezzi a posto.
Nani annuì: -Ora sei contento? Perché ti interessa tanto?-
Jack Frost sorrise: -Perché vengo dalla Tribù dell’Acqua del Nord. Lassù ci è stato insegnato che, a parte i Poli, non è possibile trovare il dominio dell’Acqua in nessun altro posto della terra.-
-È normale. Nessuno sa che noi esistiamo.-
-Non avete provato a contattare nessuno, dopo l’arrivo sull’isola? La Nazione del Fuoco, il Regno della Terra...-
-Assolutamente no!- esclamò scandalizzata Nani -Teniamo la nostra esistenza segreta, altrimenti potremmo essere attaccati!-
-Per questo affondiamo tutte le barche che si avvicinano troppo!- aggiunse ridendo Lilo.
Jack Frost guardò la bambina come fosse un’aliena. Così come sua sorella, che non sembrava essere disturbata dal comportamento inquietante della piccola.
Decise che forse era il caso di allontanarsi senza essere troppo brusco, nella speranza che non attaccassero: -Allora... io cercherei il mio amico...-
-Sei un Dominatore dell’Acqua anche tu?- chiese invece senza preavviso Nani, le braccia incrociate.
Jack Frost rimase un momento interdetto: -No... no. Non domino l’acqua.-
-Ma vieni dal Nord vero?-
-Sì.-
-E com’è il Dominio dell’Acqua, lassù?-
Il ragazzo si rese conto che sarebbe stata lunga. Lilo e Nani lo guardavano con una certa aspettativa.
Lui si grattò dietro il collo: -Non saprei dirvi... Io non sono un Dominatore dell’Acqua.-
Nani sembrava delusa, poi però chiese: -E perché sei partito dalla Tribù? Vuoi andare al Polo Sud?-
Jack Frost scosse la testa: -No... non è così facile.-
In quel momento qualcuno arrivò alle sue spalle: -Lilo! Nani! Allontanatevi da lui!-
Jack Frost si librò in un’agilissima spirale d’aria, allertato da quel grido.
La sorella maggiore si lanciò sulla minore e la tolse dalla traiettoria di una frustata d’acqua che si abbatté dove si erano trovati fino a quel momento.
Il giovane che aveva catturato Hiccup era comparso dalla verdura della foresta e ora attaccava l’intruso, urlando: -Non dovevate allontanarvi dal villaggio! Che vi è saltato in mente?!-
Nani cercava di chiamarlo: -David, aspetta! Ascoltami!-
Ma lui era ormai concentrato sulla battaglia e attaccava Jack Frost con furia. Jack Frost, dal canto suo, schivava con lunghi balzi dalla battigia agli alberi della boscaglia e si rendeva imprendibile grazie alle ventate taglienti che spezzavano le fruste d’acqua e disperdevano le onde.
Dopo qualche attacco, David esclamò: -Sei più noioso da gestire di quell’altro, tu!-
A quelle parole Jack Frost ebbe un sussulto: -Hiccup! Cosa gli avete fatto?- in uno slancio lanciò una fustigata col bastone, la frusta d’aria che ne partì prese in pieno David e lo spinse contro il tronco dietro di lui, neutralizzandolo. Il giovane si ritrovò con il sedere per terra e il bastone puntato alla faccia.
 
Quando arrivarono al villaggio, Champa era circondato da donne che gli intrecciavano fiori vistosi e colorati al pelo, e Jack Frost vide Hiccup di spalle in mezzo a un gruppo di ragazzi urlanti.
-Hiccup!- lo raggiunse con un balzo, mentre quello si girava con un sorriso.
-Jack Frost! Dov’eri finito? Stavamo organizzando le ricerche!-
-Le ricerche?-
Hiccup indicò una piantina dell’isola, disegnata con un bastoncino nel terreno.
L’altro osservò perplesso il disegno, i fiori che li circondavano, l’aria festante: -Ma... che cosa ti è successo?-
-Hiccup ha notato che la disposizione delle cisterne non era ottimale nel villaggio.- spiegò uno dei presenti -Col suo Dominio della Terra ci ha aiutato a risistemarle e a creare dei condotti per le colture dietro al villaggio.-
Jack Frost guardò il suo amico, che gli sorrideva senza aggiungere una parola.
-Ma... allora perché quello là mi ha attaccato?- gli chiese a mezza voce, indicando David che cercava di alleviare in un angolo le ferite inferte al suo orgoglio.
-A giudicare da quello che ha detto prima di andare a cercare le due sorelle...- gli sussurrò Hiccup di rimando -...la più grande sta con lui. Probabilmente era geloso.-
Jack Frost annuì con l’aria di saperla lunga, e una voce femminile li prese alle spalle: -Ah, così ha detto, eh?-
I due si voltarono e si trovarono davanti Nani, con le braccia incrociate e l’espressione che la sapeva più lunga di loro. I due si scambiarono un’occhiata imbarazzata e lei si lasciò andare, per la prima volta da quando Jack Frost l’aveva vista, e un sorriso sghembo. Hiccup l’avrebbe definito quasi scettico.
-Quindi per adesso siete salvi.- riprese la ragazza.
-Per adesso?-
-Sapete dell’esistenza dell’isola. Le alternative sono: o rimanete per sempre o dovremo impedirvi di partire.-
-Ma Hiccup vi ha aiutati con le cisterne!- protestò Jack Frost.
-Non è un valido motivo per mettere a rischio l’intero villaggio.- Nani fece spallucce -E poi qui siamo a corto di carne.-
I due ragazzi si scambiarono un’altra occhiata e guardarono Champa. Rimasero interdetti, mentre la ragazza sondava la loro reazione, e Jack Frost si disse che, dopotutto, Lilo doveva pur aver preso da qualcuno.
-Quindi.- decise poi d’un tratto la ragazza -Tu vieni dalla Tribù dell’Acqua del Nord.-
-Sì.-
-E sei un Dominatore dell’Aria.-
Jack Frost fece un sorriso sghembo a sua volta: -La cosa ti interessa.-
-La trovo curiosa. Hai sconfitto David con una facilità impressionante.-
-Eh, sai... tanta esperienza in giro per il mondo.-
-Tante avventure, suppongo.-
-Ti piacerebbe ascoltarne qualcuna?-
-Oh, per favore. Sicuramente non sono più interessanti delle leggende dei nostri antenati.-
-Mettimi alla prova.-
Nani colse la sfida: -Tempeste apocalittiche.-
-Fatto.-
-Popoli selvaggi.-
-Fatto.-
-Mostri marini.-
Jack Frost alzò le mani: -Manca.-
Hiccup toccò una spalla all’amico: -Non credo sia il caso di flirtare... vogliono comunque impedirci di andare via.-
Jack Frost si grattò dietro al collo e lanciò un’occhiata a David, che lo osservava con sguardo truce.
Nani si allontanò ridendo: -Continueremo più tardi, allora!-
Quando quella sera il villaggio si riunì per festeggiare il nuovo sistema idrico, l’interrogatorio a Jack Frost di Nani e Lilo riprese con insistenza: -Ma se quindi hai il Dominio dell’Aria vuol dire che sei un nomade disperso?-
-Non lo so. Non credo, però.-
-I tuoi genitori non ti hanno mai raccontato niente?-
Il ragazzo fece un gesto di stizza: -Non possono raccontarmi niente. Sono morti.-
Le due ragazze fecero una piccola ‘o’ con la bocca e, con aria dispiaciuta, Lilo mormorò: -Anche noi siamo senza mamma e papà. Erano usciti una sera di tempesta.-
Il ragazzo le guardò comprensivo, e Lilo riprese: -Però sai almeno come si chiamano, no?-
-Neppure quello.-
-Neppure? E non ti sei mai chiesto da dove venissi?- Nani accarezzò la testa della sorella perché smettesse.
-Scusala. Non sa quando è ora di piantarla.- giustificò.
Jack Frost fece un cenno distratto con la mano. Le domande di Lilo gli avevano risvegliato una curiosità ormai assopita da anni, e anche il ricordo di un’altra conversazione simile, con un’altra ragazza.
‘Io non troverei pace...’ aveva detto Merida.
E anche lui non aveva trovato pace, per anni. Poi il tempo era passato, la curiosità era scemata e la necessità di rimanere libero aveva preso il sopravvento, e aveva smesso di farsi domande.
Nani lo guardava con gli stessi occhi inquisitori di quella mattina, e di quando avevano parlato una volta arrivati al villaggio.
-Va tutto bene?- chiese a un certo punto.
Il ragazzo si massaggiò la tempia: -Sì, sì. Credo di sì.-
Nani prese Lilo in braccio e la tenne saldamente: -Ti abbiamo messo a disagio?-
Ma Jack Frost con un balzo si era allontanato ed era atterrato accanto a Hiccup, che stava dando da mangiare a Champa: -Dobbiamo andare via di qui.- gli sussurrò all’orecchio.
-Ora, in questo momento?-
-Se non li cogliamo di sorpresa non ci lasceranno mai andare via.-
-Champa è incatenato per terra.- Hiccup indicò le zampe del bisonte volante.
-Ma per noi non è un problema, no?-
Hiccup scosse la testa: -Dirò a David che abbiamo intenzione di restare. Stanotte ti porterò via di qui.-
-Se non veniamo denunciati prima.- Jack Frost guardò le due ragazze, ma Nani non si era mossa e lo osservava senza dire una parola.
Fu così che quella notte Hiccup guidò Jack Frost fuori dalla loro camera sorvegliata evitando facilmente tutte le guardie, e una volta da Champa le catene finirono accartocciate per terra.
-Andate via?- chiese una vocina esile. Lilo li stava guardando, a pochi metri da loro.
Jack Frost le sorrise e si inginocchiò davanti a lei: -Avevi ragione tu a cena. Devo sapere.- le disse, mettendole una mano sulla spalla.
Nani comparve dietro la bambina con due fiori variopinti tra le dita: -Vai a cercare le tue radici?- chiese.
Jack Frost annuì, si alzò e, presa la bambina sotto le ascelle, la mise in braccio alla sorella: -So che potete capire.-
La ragazza annuì, e porse loro i fiori.
-È stato divertente.- commentò Lilo.
Jack Frost le sorrise e con un balzo agile fu sulla sella. Con un gesto mimò un grazie alle due ragazze, poi Hiccup fece decollare Champa.
Nani e Lilo non diedero l’allarme. Li guardarono abbracciate volare via, e i loro occhi spalancati sparirono nel groviglio di foglie che proteggeva il villaggio e l’isola.
 
Il viaggio al Polo Nord fu rapido, i due ragazzi persero pochissimo tempo.
-Sei sicuro di quello che vuoi fare?- chiese Hiccup quando furono in vista.
-Assolutamente sì.-
-Sai anche a chi chiedere?-
-Ho la mia idea.- Jack Frost guidò Champa nella notte fino oltre la casa del capo, e quando furono in vista del giardino spirituale atterrarono sopra le mura di neve e ghiaccio.
-Andate via.- sussurrò Jack Frost -Se restate qui rischiate di congelare, e Champa è troppo riconoscibile, giù alla tribù. Volate alla prima terraferma che incontrate e tornate a prendermi domani notte. Io conosco abbastanza il villaggio per non farmi prendere fino al vostro ritorno.-
Hiccup annuì, sollevato. Tutta quella neve lo metteva più a disagio del cielo. Non avvertiva niente, se non un freddo troppo pungente per lui.
Jack Frost li guardò allontanarsi contro il cielo stellato, poi con un balzo fu sul bordo del laghetto.
Quel posto gli ricordava il suo maestro. Nella speranza di avvertire Monaco Norbu un po’ più vicino, Jack Frost fece l’unica cosa che gli venne in mente in quel momento: si sedette a gambe incrociate a meditare.
Le due nishikigoi si misero a nuotare in cerchio davanti a lui, e lo misero in contatto con il mondo degli spiriti.
In quel momento un sacerdote dell’acqua passò di lì, e lo vide. Senza dire una parola andò ad allertare Maestro Okko.


 


 
Angolino dell’autrice:
Io finirò questa storia. Prima di iniziare qualunque altra cosa. Ci vuole solo tempo, ed è molto difficile questa volta seguire lo stesso ritmo che ho tenuto con le altre long fic.
Chiedo perdono.
Unica nota: le nishikigoi sono le carpe koi, le carpe giapponesi, molto belle da vedere. Non sono sicura che i due spiriti siano proprio questo tipo di pesce, anche se ho vaghi ricordi che si trattasse comunque di carpe. Ma, sarete d’accordo con me, per indicare due potenti spiriti ‘nishikigoi’ ha tutto un altro sapore rispetto alle ‘carpe spirituali’.
Con ciò, ci vediamo al prossimo capitolo.
A presto,
Nike
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Big Four / Vai alla pagina dell'autore: ElfaNike