Sepolta.
Mi guardi biecamente, in fondo sei spaventato.
Hai ragione, forse è colpa mia.
C'era tempesta, ho quasi consumato le mie unghie per risalire quella roccia, arrancando miseramente.
Mi sono macchiata di sangue, annidando nella mia pelle speranza.
Reclinata a lungo per contrappasso.Gli occhi cerulei di quel bimbo, in quel giorno di inizio primavera, mi parvero cantare, ciononostante non riuscivo a sentirli.
Un vortice dentro di me risaliva, il tumulto era l'unica melodia che padroneggiava nei miei pensieri.
Ma non allontanarti, non sono io il mostro.Sono stata sepolta.
Eppure adesso inizio a sentirle le campane. La loro dolce sinfonia mi culla, mi ritempra.
Non avere paura, perché angustiati occhi ora ti osservano come fossi l'unico bagliore.Sono sepolta, ho provato ad eludere ciò, scongiurare il buio e la dimenticanza, la frigida temperatura, l'ossessione... ma adesso sto setacciando la mia strada, talvolta incespicando, tuttavia con sussiego ripristinandomi.
Ridammi la lanterna, fammi luce, mi basta appena, non andare, ma lascia che vada io.