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Autore: chemist    08/04/2021    0 recensioni
E se Joey e Phoebe ci avessero creduto e avessero insistito un po' di più?
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Joey Tribbiani, Phoebe Buffay
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5 - Tutto come prima?
 
Sembrava che Joey avesse totalmente dimenticato le ultime ruggini con Phoebe mentre, ancora avvinghiato a lei in un passionale bacio, cercava di aprirle il ferretto del reggiseno, dopo essersi già celermente sbarazzato dell’elegante abito blu che la ragazza aveva scelto per il precedente appuntamento; e Phoebe, d’altro canto, non aveva certo perso tempo nello sfilare il maglione a lui, tastando avidamente il suo petto.
Quando finalmente riuscì a rimuoverle pure l’ultimo indumento, Joey la afferrò per la parte bassa della schiena e la accompagnò di fretta nella sua stanza, reso ancora più smanioso dal ghigno compiaciuto assunto da lei mentre veniva trascinata.
Una volta trasferitisi, tuttavia, fu proprio Phoebe a prendere l’iniziativa facendolo stendere sul letto, saltandogli addosso e riprendendo subito a baciarlo mentre gli sbottonava i pantaloni.
Avrebbero voluto dirsi qualcosa, rivolgersi un esaltante ‘lo stiamo facendo davvero!’ o un timido ‘ti sta bene tutto questo?’, ma semplicemente non ci riuscirono: le loro bocche erano troppo desiderose l’una dell’altra per fermarsi a parlare.
Joey era ancora piuttosto frastornato da quel rapido e caotico flusso d’azioni, ma Phoebe sembrava solo impaziente e con le labbra scese giù, sempre più giù, fino alla meta più attesa.
La sua bocca era calda ed il contrasto con la fresca brezza notturna che soffiava sui loro corpi nudi lo fece tremare inavvertitamente, esattamente come il ritmico saliscendi della sua testa, il tocco morbido della sua lingua e i suoi lunghi capelli biondi sparsi disordinatamente sulle spalle e sui seni.
“Oh…Pheebs…” mormorò, annaspando a causa delle scosse elettriche che la presa delicata ma convinta della sua mano gli causava. Pensava che ci sarebbe stato dell’imbarazzo: erano migliori amici, condividevano tutto, ma la naturalezza con cui stava accadendo tutto ciò lo portò a chiedersi perché, invece, non avessero mai condiviso quello.
Il suo corpo non mentiva e quando ebbe raggiunto la massima eccitazione fece cenno a Phoebe di rialzarsi, perché voleva darle il cambio: la fece coricare al suo posto, le divaricò le gambe e vi affondò famelicamente. La sentì gemere e stringere i fianchi ogni volta che la assaggiava e il modo sensuale in cui gli arruffava e tirava leggermente i capelli quando arrivava al culmine del godimento lo mandavano in estasi.
Quando la morbida parte interna delle cosce di lei cominciò a pressare contro le sue guance, Joey capì che bisognava passare a qualcosa di più concreto; rimettendosi in piedi con vigore, si bloccò per qualche secondo a guardarla, leggermente sudata, arrossata in viso, ma con lo sguardo fieramente fisso nel suo. Era bellissima.
“Ehi…tutto ok?” domandò, sinceramente interessato. Non voleva commettere errori. Non con lei.
“Beh? Che stai aspettando?” fu la risposta breve ma chiarissima di Phoebe, quindi aprì un cassetto del comodino e ne tirò fuori un preservativo (che custodiva per le ‘evenienze’).
Dopo averlo infilato, fece aderire il petto con quello di lei, penetrandola e tormentandole vogliosamente il collo. La ragazza chiuse gli occhi e ansimò soddisfatta, gemendo sempre più forte quanto più a fondo si spingeva lui e pizzicandogli lievemente la schiena e la nuca con le unghie.
Joey pareva assuefatto da quelle sensazioni e proprio quando iniziò a perdere ritmo, avvicinandosi alla conclusione, Phoebe si sporse verso il suo orecchio e gli sussurrò un provocante “non ci provare nemmeno!”; poi, con uno slancio secco e improvviso, lo capovolse di lato, mettendosi a cavalcioni e scivolando sinuosamente su di lui.
“Si, Joey, continua, ti prego…non ti fermare” mugolava mentre lui arricchiva ogni affondo leccandole e mordicchiandole i capezzoli, in una veloce e travolgente ascesa verso l’apice del piacere di cui l’orgasmo fu la logica conseguenza: vennero praticamente insieme, si adagiarono sul letto e si rilassarono, comprensibilmente esausti dopo una tale giostra d’emozioni.
Dopo qualche minuto, Joey si sollevò su un gomito, si voltò verso Phoebe e la richiamò con un raggiante “ehi”, al quale lei rispose con un altro “ehi” e nascondendosi languidamente sotto le lenzuola, senza riuscire però a reprimere uno smagliante sorriso.
“Sai, ripensandoci credo che Rachel sia stata l’unica ad andare in bianco stanotte!” scherzò il ragazzo, in riferimento a ciò che aveva detto dopo il loro disastroso appuntamento. “Cavolo, è stato…”.
“Già!” annuì Phoebe, ridacchiando e sistemandosi alcune ciocche di capelli dietro le orecchie.
“Non ti è piaciuto?”, si preoccupò stranamente Joey. Non faceva mai quella domanda alle donne con cui faceva sesso, non ce n’era il bisogno, ma stavolta era diverso.
Stavolta, si trattava di Phoebe.
“Si, certo che si!” lo rassicurò lei, accarezzandogli un braccio. “È stato stupendo, Joey. Dico davvero”.
L’amico, rincuorato, si allungò a baciarle la fronte: un gesto affettuoso di cui lei si beò prima di chiedergli “posso farmi una doccia?”.
“Sicuro” la autorizzò Joey; al che, dopo essersi accertata con una fugace occhiata da dietro la porta che Chandler non fosse nei paraggi, corse in punta di piedi fino al bagno.
Dopo una lavata al volo la bionda fece di nuovo irruzione nella stanza, coperta solo da un asciugamano ma con in mano il vestito che aveva appena recuperato dal pavimento del salotto.
“Allora...adesso cosa ti va di fare?” domandò Joey, che nel frattempo si era già rivestito.
“Non lo so ma una cosa è certa: non posso indossare questo” rispose Phoebe gettando nervosamente l’abito sul letto. “È mattina, attirerei troppo l’attenzione…e se poi dovessi incrociare Monica o Rachel…”.
“Ma dai! Sono soltanto le 7, sono certo che stanno ancora dormendo” tentò di tranquillizzarla lui. “Posso prestarti io dei vestiti, se vuoi”.
Così, Phoebe non poté far altro che accontentarsi della larga t-shirt dei New York Knicks (la squadra di basket per cui i ragazzi facevano il tifo) e la comoda tuta che l’amico le passò.
“Okay, potresti girarti?”.
“Sul serio?” ribatté Joey, alzando un sopracciglio per puntualizzare l’assurdità di quella richiesta.
“Beh…tu girati lo stesso” insistette lei, arrossendo vistosamente.
Joey cercò dunque di sbirciare il meno possibile, e fu uno sforzo notevole considerando che lei era lì a pochi centimetri, completamente nuda e di spalle; e mentre Phoebe si vestiva, propose: “dato che è ancora presto, che ne dici di fare colazione insieme al Central Perk?”.
“Per te esistono solo il sesso e il cibo, vero?” lo punzecchiò divertita la ragazza che però accettò volentieri, supponendo che parlare un altro po' con lui in un ambiente confortante l’avrebbe aiutata a scacciare le ultime remore; quindi, dopo aver raccolto la propria roba, s’avviò discretamente fuori dall’appartamento, seguita a ruota da Joey.
 
Giunti al bar si accomodarono sul solito divano, chiacchierando del più e del meno e sorseggiando dei cappuccini; non molto dopo, una figura familiare fece il suo ingresso nel locale.
“Buongiorno, gente!” li salutò allegramente Chandler. “Come mai già qui a quest’ora?”.
“Magari non siamo mai andati via da ieri sera” replicò Phoebe con sarcasmo ma anche con la voce vagamente tesa di chi ha qualcosa da nascondere.
“Non vivete mica qui dentro. Non siete Gunther” disse il nuovo arrivato, prendendosi gioco del barista che rispose con uno sbuffo e un’occhiataccia.
“Tu, piuttosto, perché sei qui?” disse Joey.
“Sono solo di passaggio visto che io, a differenza vostra a quanto pare, ho un lavoro; però, se proprio insistete…”, aggiunse, sedendosi proprio in mezzo ai due e facendoli deglutire, “…vi farò compagnia per la colazione. Soprattutto perché Joe deve dirmi un paio di cosette su stanotte”, con annesso pugno amichevole sul braccio.
“Che vuoi dire? Io non ho fatto niente di diverso dal solito stanotte”, brontolò l’altro.
“Hai fatto sesso stanotte. So che per non è niente di diverso dal solito…”, precisò Chandler contrariato e con pure un pizzico di malcelata invidia, “…ma speravo che potessi raccontarmi qualche dettaglio piccante”.
Ai due amici gelò il sangue nelle vene. “Vuoi…vuoi veramente parlarne in mia presenza?”, lo ammonì Phoebe.
“Perché no? Tanto Joey ti dice tutto…anzi, voglio sapere anche la tua opinione a riguardo!”.
“E pe-perché dovrei avere un’opinione a riguardo?!” si difese la bionda con tono stridulo, arrampicandosi disperatamente sugli specchi.
“Beh, perché ieri sera Rachel mi ha detto che tu e lei avete cenato praticamente allo stesso tavolo di Joey e Tina, e pensavo che aveste avuto modo di conoscerla un po' meglio…tutto qua”.
“Oh…oh, Tina! Certo!” esclamò Phoebe, tirando un pesante sospiro di sollievo e spalleggiando Joey per convincerlo a reggerle la copertura. “A-anche io stavo parlando di Tina, naturalmente!”.
Il ragazzo però rispose con un perplesso “chi è Tina?”, beccandosi l’espressione severamente contrita di Phoebe e quella sconsolata di Chandler.
“Ah! Volete dire Tina…’quella’ Tina!” riuscì infine a biascicare. “Sai, amico, seratina normale: abbiamo passeggiato, abbiamo mangiato e l’ho riaccompagnata a casa, fine della storia. Chi lo sa, forse la richiamerò!” sghignazzò, senza credere neanche lui stesso alle proprie parole.
“Andiamo! Non mentire, non a me” lo rimproverò Chandler spiritosamente.
“Perché dovrebbe? Io c’ero e posso confermare che è andata esattamente così” s’intromise Phoebe. “E poi Joey non è un bugiardo; a volte è un po' imbecille, ma non un bugiardo”.
“Giusto!” la appoggiò l’amico che, ovviamente, ignorò bellamente il fatto che lo avesse definito imbecille.
“Ah si? Allora come spieghereste i colpi, i gemiti e i gridolini che ho sentito dalla mia stanza?”.
Phoebe, ormai a corto di frottole, si affidò definitivamente alla fantasia di Joey; e lui, colto in flagrante, non ebbe scelta che ammettere: “e va bene, abbiamo fatto sesso! Contento?”.
“Lo sapevo!” gongolò Chandler in trionfo. “Parecchio rumorosa la tipa, non è vero?”.
“Ma come ti permetti?!” si incollerì Phoebe, spiazzando entrambi; poi, rendendosi conto dello sbaglio, dopo qualche istante si giustificò dicendo: “scusate, non volevo; è solo che…controllarsi, a letto, non è sempre facile, neanche per una donna sensuale e irresistibile come…beh, come Tina”.
“Non intendevo offenderla…né tantomeno immaginavo che ti fossi già affezionata tanto a lei! Sembrava quasi che l’avessi presa sul personale…”.
“Già, sul personale!” ripeté ironicamente Joey, come per dirle di darsi una calmata.
“Vorrà dire che la prossima volta, se Joey le farà la grazia di richiamarla…”, dovette specificare Chandler, “mi alzerò un po' prima per vedere che tipo è”.
“No! Per l’amor del cielo, non farlo!” supplicò Phoebe, calamitando di nuovo gli sguardi basiti dei ragazzi; “s-sai…Tina è abbastanza timida e rischieresti di metterla in s-soggezione…”.
“Sei sicura di stare bene, Pheebs?” domandò Chandler, sempre più scettico. “Sei un po' strana oggi…e poi, cambiando discorso, non è di Joey quella maglia?”.
In quel cataclisma di eventi, la ragazza s’era scordata che quel giorno, oltre che di carattere, era diversa anche d’abbigliamento.
“N-no…è mia”.
“Una t-shirt dei Knicks?”.
“Credi che solo voi maschi possiate seguire la pallacanestro? Che pochezza, non me l’aspettavo da te…”.
“Chi è il centro titolare dei Knicks?” la interrogò Chandler con fare indagatorio.
“È, uhm…è quello figo, alto e muscoloso”.
“Stiamo parlando di giocatori di basket, Pheebs: sono tutti fighi, alti e muscolosi!” la riprese Chandler, pentendosi immediatamente per l’ambiguità della frase. “Voglio nome e cognome”.
Joey, scalpitante e rammaricato per il divieto di intervenire in uno dei pochissimi argomenti di cui era colto, diede all’amica due leggere e incoraggianti pacche sulla schiena, e altre due quando si accorse che le prime non avevano dato frutti.
“Joey, questo non aiuterà le parole ad uscire” commentò Phoebe.
“Pat Ewing. Pat. Ewing” rispose arrendevole lui. “Ti stavo suggerendo, ma come al solito nessuno mi capisce!”.
La ragazza arricciò il naso, indecisa sul ritenere l’idea dell’amico squallida o geniale, per poi ribadire risentita: “comunque la t-shirt è mia!”.
 
Quella sera, Phoebe stava mangiando un’insalata sul proprio divano quando il campanello la fece letteralmente sussultare: aveva avuto una mattinata particolare e a dir poco movimentata, era ancora su di giri e avrebbe preferito restare un po' da sola.
Trovò ugualmente la forza per andare ad aprire, e dall’altra parte della porta c’era Joey.
“Ciao”.
“Ehi!”.
“Ti disturbo?”.
“Affatto! Entra”.
“Cavolo, non venivo a casa tua da secoli!” affermò, guardandosi intorno e constatando che quasi nulla era cambiato: persino quell’inquietante quadro col manichino in rilievo era ancora lì, appeso al muro.
“Stavo cenando. Ti unisci a me?”.
“Volentieri! Che c’è di buono?”.
“Insalata”.
Joey storse il naso: sapeva che l’amica era vegetariana, ma il suo stomaco reclamava ben altro. “Ah, ehm…ripensandoci, sono a posto così. Grazie lo stesso”.
“Come vuoi. Siediti, almeno!”.
“In realtà…”, continuò lui seguendo il consiglio di Pheebs, “…sono venuto perché volevo discutere di ciò che è successo ieri notte, e anche di ciò che è successo oggi”.
“Non serve. Ci ho già riflettuto abbastanza anch’io” lo frenò lei. “È stato un colpo di testa, una cosa che abbiamo fatto senza pensarci nella foga del momento. Un errore che non ripeteremo”.
“Ottimo, sono felice che anche tu la pensi alla stessa maniera. Ce la siamo vista brutta con Chandler, stamattina. C’è mancato poco che non ci scoprisse”.
“Già! Meglio metterci una bella pietra sopra”.
“Quindi…tutto come prima?”, propose Joey offrendole una buffa stretta di mano.
“Tutto come prima”, concordò Phoebe.
Il ragazzo, tuttavia, indugiò più del previsto sulla sua mano, lisciandone il palmo e percorrendone lentamente tutte le dita, soffici e affusolate; e quando rialzò gli occhi, Phoebe vide che non c’era rassegnazione in essi, ma resistenza…frustrazione addirittura.
“No…mi spiace, ma non ce la faccio”.
La tirò a sé e prima ancora che potesse controbattere la baciò con urgenza e impulso, costringendola sotto di lui mentre si distendeva sul divano; e lei ricambiò il bacio senza il minimo rimorso, abbandonando la scodella con la propria cena sul tavolino e lasciandosi trasportare da quella magia.


Note dell'autore: salve a tutti, mi scuso (tanto per cambiare) con coloro che stanno seguendo la storia per il tremendo ritardo con cui pubblico questo aggiornamento ma purtroppo gli ultimi mesi sono stati saturi di impegni e poveri di fantasia...inoltre la scena di sesso tra Joey e Phoebe mi ha dato parecchi grattacapi, volevo davvero descriverla nel modo giusto e spero di esserci riuscito (nel dubbio ho anche modificato il rating della fiction da verde a giallo). A parte quella, so che Chandler sembra troppo poco sveglio in questo capitolo ma spero che me lo perdonerete ai fini del racconto, così come spero che mi perdonerete quella piccola battuta sul giocatore di basket ('pat' è l'onomatopea utilizzata per le pacche sulla spalla), a me che sono un grande fan di questo sport 😂 Chiudo ricordandovi che ogni recensione/opinione è sempre ben accetta 😊 A presto (spero)!
   
 
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