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Autore: genxha    08/04/2021    0 recensioni
La fanfic che state per leggere è il seguito di "you're mu best friend". Questa (anche in questo caso il titolo viene da una canzone) si svolge circa un anno dopo la sua conclusione, ma dovreste poterla leggere anche indipendentemente dall'altra.
Marinette ed Adrien hanno scoperto le rispettive identità segrete ed i sentimenti che provano l'uno per l'altra. Decidono di formare una coppia ma di tenere questo fatto segreto.
Naturalmente continueranno ad essere Ladybug e Chat Noir e combattere contro Papillon, che non ha ancora rinunciato al suo progetto di prendere i loro Miraculous.
Miraculous: le storie di Ladybug e Chat Noir - Zagtoon, Method Animation, Toei Animation, SAMG Animation, De Agostini Editore, Nelvana, Cartoon Network Studios Tutti i diritti appartengono ai rispettivi proprietari.
Genere: Azione, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Altri, Kagami Tsurugi, Luka Couffaine, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Marinette chiude la botola di camera sua e si siede alla scrivania, prendendo l’album degli sketch dallo zaino. Tikki le vola accanto e chiede “Marinette, pensi di farcela per il concorso? Ci sono davvero pochi giorni!”

“Lo so, Tikki, lo so che c’è poco tempo,” risponde la ragazza. “E forse non dovevo dirlo ad Alya. Ma oramai ci sono, quindi tanto vale darsi da fare,” prosegue, con un mezzo sorriso. “D’altra parte, qualche cosa di pronto ce l’avevo già. Il tema tutto sommato è semplice. Forse il risultato non sarà perfetto ma se gli abiti verranno rifatti dalla Maison non è un problema.”

La kwami si sposta per guardare le pagine dell’album che Marinette sta sfogliando. “E per quanto riguarda te ed Adrien?” 

Marinette sbuffa. “Lascia perdere… oggi ci voleva pure lui. Speravo che mi aiutasse con Alya e invece era dalla sua parte!”
“Beh Marinette, Adrien vuole sfilare con te, è evidente! E poi ti ha avvisato lui del concorso.” commenta Tikki, continuando a guardare le pagine, mentre il telefono di Marinette segnala l’arrivo di un messaggio.

 

La mora sbuffa di nuovo e afferra il telefono, leggendo il messaggio:


Adrien: Ciao Principessa, volevo dirti che oggi scherzavo! Non te la sei presa, vero?

 

Marinette commenta a mezza voce: “Parli del diavolo...”, con una smorfia, poi risponde:

 

Marinette: Io speravo che convincessi Alya a lasciar perdere

 

Pochi secondi dopo arriva la risposta:

 

Adrien: Credevo che ti avrebbe fatto piacere! E poi ti posso aiutare a prendere le misure.

 

La ragazza spalanca gli occhi, arrossendo “TIKKI! Dice che vuole aiutarmi a prendere le misure!” e digita rapidamente una risposta:


Marinette: Eccoti! Lo sapevo, cercavi solo una scusa per mettermi le mani addosso e vedermi seminuda!

 

Marinette si rimette a sfogliare l’album, lo finisce, poi ne prende un altro dallo scaffale dietro la scrivania, dei fogli e una matita, quando il telefono trilla di nuovo. La mora riprende in mano il telefono e legge un altro messaggio proveniente dal numero di Adrien

 

Adrien: Codini non dirgli queste cose, ora Adrien è rosso come un semaforo

 

Marinette arriccia il naso come quando cerca di risolvere un Lucky Charm “Ma cosa..” borbotta mentre un nuovo messaggio appare sotto il precedente

 

Adrien: Scusa Principessa, Plagg mi ha rubato il telefono! Dico sul serio. E poi non sono sicuro faccia poi molta differenza da come ti vede tutta Parigi quando sei Ladybug. :*


“MA CHE CAVOLO!” sbotta Marinette, e digita furiosamente:

 

Marinette: Se ti fai vedere stasera ti appendo alla Torre Eiffel per la coda, mon chaton. Giuro. Ora lasciami lavorare!

 

Poi invia il messaggio e butta il telefono sulla chaise longue.

 

Dopo aver sfogliato l’album degli schizzi da cima a fondo almeno per tre volte, Marinette si mette a disegnare qualcosa di nuovo, partendo da un paio di cose che aveva già disegnato. Due ore dopo alza l’album davanti a sé con aria soddisfatta “Tikki! Guarda qua! Che ne dici di questo?”

Tikki si alza in volo dalla scrivania e si mette di fronte all’album, osservando il disegno. Marinette aveva disegnato un grazioso abitino con corpino in pizzo che lasciava scoperte le spalle, con lo scollo a cuore e una vaporosa gonna a ruota in tulle sopra al ginocchio. Il vestito era giocato sulle sfumature del color champagne, stretto in vita da una cintura leggermente più scura.
“Ecco, sul colore sono un po’ indecisa” dice Marinette, posando l’album “perché se lo devo indossare io non so se sia proprio il mio colore,” continua, alzandosi dalla scrivania e aprendo l’armadio. “Vediamo che cosa ho qua e decido…”.

Tikki si infila nell’armadio e indica un rotolo di stoffa azzurra: “Secondo me devi usare quella, richiama i tuoi occhi, Marinette”

La ragazza prende la stoffa “Uhm. Hai ragione, Tikki! Non è male questa, devo vedere se ho il pizzo e il tulle coordinati, se no dovrò comprarli, e mi resta solo domani” commenta, prendendo il rotolo di stoffa e posandolo sulla chaise longue, per poi aprire la cassapanca facendo attenzione a non far cadere i regali per Adrien all’interno.

Marinette solleva della stoffa dalla cassapanca “Siamo fortunate, Tikki! Guarda, questo tulle è perfetto!” esclama “e questo lo metterò sul corpino!”, chiude la cassapanca e affianca tutti i tessuti sul tavolo. “Bene. Domani inizierò a cucire!”.

 

Si è appena seduta e Marinette sbotta “Ah! Ora devo disegnare qualcosa per Adrien! QUESTO sarà difficile!” 

Tikki le si mette di nuovo davanti. “Non dire così, Marinette, sei bravissima e ce la farai sicuramente!” 

Lei per tutta risposta si mette a guardare le foto di Adrien che non ha ancora tolto dalle pareti della camera, sospirando: “Forse non dovevo dirgli di non farsi vedere, stasera,” commenta, sorridendo.

La kwami incrocia le zampe sul petto. “Beh, sai, conoscendo Plagg e Adrien, credo che non dovrai preoccuparti. Anzi!” e ammicca a Marinette, che scoppia a ridere 

“Dici che dovrò DAVVERO appenderlo per la coda? Guarda che ne sono capace!”

“Non ne dubito, Marinette, non ne dubito” conferma Tikki
Marinette si rimette a disegnare commentando “Meglio che mi dia da fare” e mentre la voce di Sabine, dalla cucina, la chiama per la cena un’ora più tardi, posa finalmente la matita per osservare l’abito disegnato per Adrien. Pantaloni grigio chiaro di taglio classico, scarpe senza lacci, camicia con colletto alla francese verde scuro, gilet leggermente più scuro dei pantaloni. “Bene, direi che con questo ci siamo” conclude Marinette, guardando la pila di disegni appallottolati accanto alla tastiera del computer. 

“E meno male che devo realizzare solo un abito, altrimenti non ce l’avrei mai fatta. Ti piace?” chiede poi a Tikki

“Sì, decisamente”, conferma lei

Sorridendo alla creaturina volante, Marinette si alza, apre la botola e scende per la cena.


Dopo cena e la consueta sfida tra Tom e la figlia a Ultimate Meka Strike 3, che come ogni sera finisce con il pasticcere a lavare i piatti come penalità per aver perso, Marinette torna in camera e mentre chiude la botola dice “Mamma, stasera ho da fare per un nuovo contest di design della Maison Agreste, ma non farò tardi, domattina ti darò una mano in negozio, ok?”

“Certo tesoro, buon lavoro e buona notte” risponde Sabine dal divano.

“Buonanotte mamma, papà,” saluta di rimando la ragazza, chiudendo la botola e lasciandosi cadere sulla chaise longue, sbuffando “Tikki, stasera siamo di pattuglia, me ne stavo quasi dimenticando. Speriamo che Papillon non tenti uno dei suoi trucchetti, l’ultimo combattimento è stato davvero una faticaccia.”

“Dici quello che aveva trasformato i parchi e i viali di Parigi in foreste tropicali?” chiede Tikki dal suo angolino tra i gomitoli di lana

“Proprio quello… Anche se con questo freddo il clima tropicale non era poi così male, umidità a parte” conferma Marinette, sbadigliando “aspettiamo che mamma e papà vadano a letto e poi si parte!” conclude, prendendo il cellulare e iniziando a cercare su Instagram notizie sul concorso di capodanno della Maison Gabriel.


Ladybug chiude la botola del lucernario e sale sul tetto per osservare le luci della città addobbata per Natale - Parigi è sempre bellissima nel periodo delle feste. Sono fortunata ad avere un terrazzo così - riflette, prima di lanciarsi con lo yo yo verso Notre Dame per il consueto giro: la città universitaria, Montparnasse, la Torre Eiffel, il Trocadero, l’Arco di Trionfo, poi passando sopra Saint Augustine, su verso il Sacre Coeur. Durante il percorso Ladybug cerca di passare vicino alle case degli amici a cui ha affidato i Miraculous per controllare che sia tutto a posto. I quartieri parigini, a pochi giorni dal Natale, sono abbastanza affollati anche intorno alla mezzanotte e anche Papillon sembrava non aver architettato niente - Strano che Papillon e Mayura siano così tranquilli, ho paura che stiano preparando qualcosa di grosso. Anche lo scorso Natale fecero la stessa cosa - riflette Ladybug, saltando sulla base della cupola dal lato posteriore della Cattedrale.

 

Una breve pausa per riprendere fiato e dal Sacre Coeur, Ladybug torna poi verso la Senna costeggiandola e passando per il Louvre. Lungo il percorso quasi tutti quelli che, alzando lo sguardo, la vedono passare le rivolgono un cenno di saluto. Un piccolo gruppo di ragazze davanti alla piramide di cristallo e acciaio del Louvre la chiama a gran voce e Ladybug decide di scendere a vedere come mai. Atterra accanto al gruppetto “Eccomi ragazze, che succede?” e viene subito circondata da mezza dozzina di ragazze sui vent’anni, visibilmente stupite dal suo arrivo. Una prende la parola, un po’ a disagio “No ecco noi… Noi volevamo solo dirti che sei grande, Ladybug. Grazie per tutto quello che fai!”. 

 

Ladybug le guarda tutte, lusingata e senza sapere bene come rispondere tenta con “Beh… grazie ragazze, davvero. Faccio solo il mio dovere di supereroina meglio che posso. Passate una buona serata. State attente, mi raccomando, e ricordatevi che ciascuno di noi può essere un eroe a suo modo.” Riprende lo yo yo e lo fa roteare mentre alcune prendono i cellulari per fotografarla. “Buon Natale” le saluta legando il filo a un lampione e lanciandosi verso i tetti, diretta verso Saint-Mandé, tornando poi verso casa, verso il liceo DuPont, villa Agreste per poi dirigersi di nuovo a Notre Dame e al suo terrazzo.

 

Quella sera però, posando i piedi sulle mattonelle accanto alla botola, Ladybug sente un leggero tonfo sulla ringhiera. Afferra lo yo yo e lo lancia alle sue spalle, intrappolando uno sbigottito Chat Noir, che con gli occhi spalancati per la sorpresa balbetta leggermente e cerca di giustificarsi "Ciao Milady… che a-accoglienza… io… sono qui perché volevo solo re-rendermi utile. Per il concorso. E scusa per stamattina!". L’eroe tenta di fare uno dei suoi famosi sorrisi da modello, sicuro che Ladybug non sapesse resistere al suo fascino e conclude con un “Mi purrdoni, Insettina?”

 

La ragazza, mentre lo guarda con una smorfia, pensa - Ma guarda! Tikki aveva proprio ragione… adesso che faccio? Mica posso appenderlo davvero! Anche se se lo meriterebbe - poi incrocia le braccia sul petto, tenendo in mano il filo dello yo yo “Hmmm” inizia, arricciando il naso “Ci sarebbe qualcosa… A parte smettere di chiamarmi Insettina, intendo, con cui potresti FORSE farti perdonare, Micetto”
“Qualsiasi cosa, Milady, ma lasciami andare!” risponde lui, tentando senza successo lo sguardo da cucciolo della piccola Manon.

Ladybug tira il filo avvicinandosi fino a un passo da Chat Noir: “Potresti” inizia, poi abbassa la voce fino a un sussurro “potresti usare quelle mewravigliose labbra per fare qualcosa di più interessante che inventare scuse, mon chaton”.

La ragazza si alza sulla punta dei piedi, appoggia delicatamente una mano sulla guancia di Chat Noir per attirarlo a sé e gli dà un bacio, passando poi a mordergli leggermente il labbro inferiore, lasciando andare il filo dello yo yo e posando l’altra mano quasi sul sedere del ragazzo, gli occhi chiusi.

Lui non se l’aspettava e sulle prime si ritrae, poi si china verso Ladybug e con le mani finalmente libere comincia lentamente ad accarezzare la schiena della ragazza, facendole scendere fino alle natiche.

Ladybug rabbrividisce e dopo qualche istante si stacca dalle labbra di Chat Noir e sorride “Ecco, questo è MOLTO interessante, peccato che ci sia questo campanello sempre in mezzo”, sussurra, toccando il sonaglio dorato che Chat Noir porta al collo. Lui, quasi senza fiato per il bacio improvviso, ribatte “Ehi, devo farti arrabbiare più spesso… Hai fatto pure un gioco di parole dei miei… Per il campanello posso rimediare subito. Plagg...” ma lei gli mette un dito sulle labbra, interrompendolo “La prossima volta, Micetto, devo alzarmi presto domattina ed è già tardissimo,” sussurra, con lo sguardo dolce che rivolge solo a Chat Noir. “E poi siamo sul mio terrazzo, non vorrai mica restare qui fuori in pigiama. Dai, ora sparisci!”

Chat Noir mette il broncio e si stacca da Ladybug, che nel frattempo ha riavvolto il filo dello yo yo, poi sorride di nuovo. “Sai, Insettina, non dovresti fare minacce che non puoi mantenere, è segno di debolezza!” Allunga la mano e le mette l’indice sulla punta del naso.
“Non sfidarmi, mon chaton, non ti conviene. Buonanotte!” risponde lei, ridendo e voltandosi per aprire la botola

“Vado, vado,” si congeda, prendendo il bastone dalla cintura. “Buonanotte, Insettina!” E prima di saltare dal terrazzo dà a Ladybug una pacca sul sedere. Lei si gira di scatto ma l’eroe in nero è già dall’altro lato della strada.

 

“Che sfacciato!” commenta Ladybug tra i denti, calandosi nella botola. “Tikki, ritrasformami!” sussurra una volta all’interno, inginocchiandosi sul letto e alzando le mani a coppa per far posare la Kwami.

“Tikki, avevi ragione, Chat Noir mi ha seguita fino qua e io beh….” inizia Marinette, interrompendosi mentre ripensa al bacio di pochi istanti prima con un sospiro, le guance che si riscaldano, “sarà meglio che vada a dormire!” termina, sfilandosi la felpa rosa che aveva indossato sopra il reggiseno, slacciandosi anche quello e togliendolo, seguito dai pantaloni, per poi indossare il pigiama.

Marinette sbadiglia, si mette sotto le coperte e saluta la Kwami: “Buonanotte, Tikki!” 

“Buonanotte, Marinette,” risponde lei, posandosi sul cuscino accanto all’amica.

   
 
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