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Autore: Lodd Fantasy Factory    08/04/2021    1 recensioni
Non ho tempo per le introduzioni. Devo raccontare questa storia, e voglio farlo il prima possibile. Prima che qualcosa mi possa fermare... prima che loro... sono dietro ogni angolo. Sono nella mia casa... cancelleranno tutto. Persino me...
Genere: Dark, Mistero, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash, Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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8 Aprile 2021,

 

 

Se dovessi dare un titolo a questa parte della storia, sarebbe di certo: euforia psichedelica.

Non vorrei condividere questa parte delle vicende di Philipp Lloyd, eppure, è necessaria per giungere al suo finale, al culmine della persecuzione dell’Uomo Ombra.

 

Ultimamente la penna scorre rapida sul foglio, quantunque i miei appunti appaiano contorti, ingarbugliati, mostrandosi in tutto e per tutto simili ai pensieri. Quante contraddizioni rigate in fase di correzione! Sviscerare un ricordo, che ora sembra così lontano nel tempo, non è semplice. È un tuffo nel passato, un costante attingere a dettagli allora superflui.

Il coro di preghiere mi aiuta a concentrarmi, per quanto so che possa sembrare strano; alle volte ho come la sensazione di star esperendo quei momenti una seconda volta, tuttavia riuscendo a distaccarmi dal senso di terrore, gioia e sorpresa. La penna corre lesta sul foglio… questa carta ha sete d’inchiostro: esige che la storia sia raccontata!

 

L’incontro con il resto della compagnia non era stato dei migliori; la Colt di Idris Coen avrebbe potuto fumare di morte alla prima vibrazione negativa, o i membri della compagnia avrebbero potuto scegliere di disertare, abbandonandoci alla nostra stessa smania di risposte. Niente di tutto ciò accadde: ognuno di noi era stregato dal desiderio di ottenere un risultato, a qualsiasi costo. Sono tutti ragionamenti che sarebbe stato impossibile fare allora; fu sulla nave che mi ha condotto in Europa che ho rivalutato buona parte delle mie scelte.

Con il Prof. Poegrim erano rimasti Giles Higgins, un ebreo irsuto, dalla carnagione fosca come i suoi occhi, profondi come la sua conoscenza delle lingue antiche... […] (Per quanto interessanti, i riferimenti di Philipp agli altri membri della compagnia sono del tutto superflui ai fini della storia.) e, malgrado le differenze, tutti loro avevano una cosa in comune da quando avevano varcato l’ingresso della Ziggurat: un sinistro bagliore negli occhi. Se avessero notato qualcosa di strano in me, questo non si sbilanciarono mai nel confessarlo; ognuno di noi aveva però cominciato a guardare con sospetto gli altri, temendo segrete trame nei rispettivi confronti.

Dopo aver riposato, ci lasciammo guidare dal Professore giù per una scalinata tanto bizzarra quanto affascinante: dai dislivelli costanti, impostati su una miriade di pentagoni, un foro centrale, profondo sino al centro della terra, si apriva per tutta la sua lunghezza, spaccandola in due corsie sempre separate, pericolanti; questo foro si allargava e restringeva costantemente, così come la scala, laddove i pentagoni si univano in rombi dalle punte spezzate.

Uno degli operai, incauto nella discesa, si sbilanciò e finì per svanire insieme al suo agghiacciante lamento nella profonda oscurità. Non sentimmo alcun tonfo. Era lì che il filo rosso del Professore aveva smesso di accompagnarci.

Cauti!’ aveva sollevato il tono Professor Poegrim. ‘[…] Più si scende, altresì diventa ripido.’

Quell’ultima frase mi convinse a sollevare lo sguardo: sopra di noi lo spettacolo era il medesimo: nessuna luce, se non quella fornita dal riflesso opalescente delle pareti vive. E quel costante zampettare malefico in ogni dove.

Tirammo un sospiro di sollievo quando, arrivati al termine della scala, ci fu concesso un momento di tregua. Per la prima volta da quando eravamo entrati nella Ziggurat, ci ritrovammo davanti un locale vagamente familiare, quantomeno umano. Vi era una vasca pentagonale, o presunta tale, stipata sul fondo; era colmata di un liquido denso, simile al fango. Il profumo che esalava non aveva alcun riferimento a niente che nessuno di noi avesse avuto la fortuna di conoscere in vita; era dolce, a tratti pungente, con una nota di densità anomala, la stessa che potreste avvertire inalando del fumo. Tuttavia, nessuno di noi tossì.

Ma la cosa più stupefacente, e che a occhi inesperti come i miei sarebbe potuta apparire come una raccolta di scarabocchi, si presentò all’attenzione di Giles come una testimonianza di una cultura antichissima. Si trattava di una scrittura cuneiforme mai riscontrata prima!

Meraviglia!’ esultò l’ebreo, dopo aver elencato parole in almeno cinque lingue differenti. ‘Uno scritto! E prosegue longilineo per tutta la stanza. Anche sulla fontana!’

Io non credo sia una fontana…’ mugolò Andrej, scrutando con perplessità il liquido che si agitava a malapena, mandando strani riflessi alla vicinanza della fiamma, quasi cercasse di allontanarsene. Considerato il nostro numero, posso solo lasciarvi immaginare quale luce restituisse la parete venosa. Una trama ipnotica di vene iridescenti.

Che nessuno la tocchi…’ mormorò in tono cupo il Professore. ‘L’ultima volta che ho visitato questo luogo [...], non vi era niente di simile. La vostra presenza ha risvegliato il Santuario.’

Santuario?’ domandò Harry.

Risvegliato?’ aggiunse Andrej, visibilmente allarmato.

Cos’altro ci nasconde Sig. Poegrim?’ chiesi prendendolo in disparte.

Dovete aver fiducia in me, Sig. Lloyd.’ mi sussurrò all’orecchio. ‘Cose maestose, meravigliose. Vedrete… e solo allora comprenderete!

Cosa dicono? Quali natiche divine hanno adorato e baciato questi Antichi?’ grugni Coen, ridendo alla propria battuta con la spensieratezza tipica dei bambini, frattanto che lo vedevo impegnato ad esaminare la fontana, forse alla ricerca di qualche trappola.

Non ho un dizionario. Questi simboli [...] sono del tutto nuovi. Ci vorrà del tempo… un’equipe di esperti… sarà difficile portare il materiale sin qui. La questione che mi affascina di più, è scoprire come sono state incise queste scritte!’ rispose Higgins. Lo vidi carezzare i simboli e poi trascriverli sul grosso tomo che lo aveva quasi fatto precipitare nel vuoto durante la discesa di pochi minuti prima.

In Marcia, presto!’ protestò Professor Poegrim, la sua impazienza palesò una rabbia immotivata.

Tuttavia, il resto della compagnia era assorto nella propria meraviglia. Nessuno di loro aveva prestato attenzione all’avviso che era stato fatto presente all’ingresso della Ziggurat, ovvero di evitare il più possibile il contatto diretto con le luci delle pareti.

Bastarono pochi attimi per stravolgere ogni concezione di intelligenza superiore della razza umana. Io e Poegrim potemmo notare un evento singolare: ognuno di loro prese a ciondolare, vaneggiando – a partire da Giles – un linguaggio che nessuno di noi aveva mai udito prima, ma a cui io mi sarei abituato in seguito. Borbottavano frasi incomprensibili, facendo roteare le loro teste quasi fossero dei girasoli, inseguendo i bagliori delle venature sulle pareti in perfetta sincronia.

Cosa sta succedendo, Professore?’

I fumi del liquame!’ sostenne, portandosi la stoffa della sciarpa a coprirsi il naso e la bocca. ‘Il gas – utilizzò proprio questo termine, ma sul momento mi sfuggì quella sua affermazione –… unito agli effetti di luce!’

Osservai sconcertato quel loro muoversi sconnesso, macchinoso, inquietante. In quel momento mi domandai se stessero semplicemente vocalizzando in risposta al linguaggio di Giles, oppure se fossero sotto una sorta di ipnosi collettiva. Avevo sentito parlare di rituali per trasformare le persone in Zombie: Magia Voodoo!

Chiamare i loro nomi non servì a niente, tanto meno scuoterli. Toccarli innescava in loro scatti violenti, più simili a spasmi; avevano le pupille completamente dilatate, schiuma alla bocca ed una tendenza a perdere il controllo della mascella; mordevano l’aria. Era come se fossero sotto l’effetto di una qualche sconosciuta droga. Un prete li avrebbe forse reputati posseduti!

Dobbiamo portarli via’ m’imposi, trascinando di nuovo nella stanza il Professore. ‘Sono sotto la nostra responsabilità!’

Niente avrebbe potuto prepararmi alle conseguenze della mia affermazione.

Poegrim estrasse la Colt S.A.A. dalla fondina di Idris e, senza prendere la mira, esplose due colpi in rapida successione. Il primo colpì di striscio sul fianco lo stesso Coen, mandandolo a terra in un susseguirsi di tremiti convulsi, e il secondo trovò facile ingresso nell’occhio destro di Harry Collins, con abbastanza potenza da uscirgli dalla nuca e incastonarsi in una delle vene nella parete, ma senza perforarla. Si udì un tetro lamento levarsi dai meandri della Ziggurat; risalì sino a noi come una sentenza di morte. Avevamo offeso ben due volte le pareti di quel luogo sacro/maledetto.

Quegli scoppi sortirono comunque l’effetto desiderato, riportando alla realtà la compagnia. Così, vedemmo tutti il geologo danzare come una foglia in autunno, prima di riversarsi con un tonfo sordo nella fontana, portandosi dietro la fiaccola e trasformando la pozza in una pira incendiaria!

Il gas!’

Si consumò all’istante come fosse cera di candela, e insieme ad essa svanì anche il corpo di Collins, il suo equipaggiamento, i suoi vestiti; svanirono anche le luci sulle pareti.

Ammutolimmo poi all’udire di un ennesimo verso crudele, aberrante come il grido di un barbagianni, levarsi però dal corridoio alle nostre spalle!”

 

 

Scrivendo queste parole, ho ripensato a quanto accaduto ad Anduin dalla veterinaria. Il fuoco. Il fuoco può risolvere ogni cosa.

Ho molte idee che mi passano per la testa.

Questa notte andrò a casa del vicino.

Per Anduin.

Per Philipp Lloyd.

Se deve finire, finirà questa notte. Tra le fiamme!

 

 

Philipp Lloyd

   
 
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