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Autore: Maqry    09/04/2021    5 recensioni
Maggio 1989
È passato qualche mese dalla clamorosa vittoria di Tassorosso, che ha visto Ninfadora Tonks afferrare il Boccino sotto gli occhi di Charlie Weasley, ma gli animi dei Grifondoro non si sono ancora calmati per la sconfitta. Di altro avviso è invece la giovane strega, che gioca la sua ultima carta per attirare le attenzioni del Capitano Grifondoro.
“Lui non ha idea di quello che sta per accadere: è stato convinto di dover incontrare un qualche amico di Hagrid che alleva draghi, di passaggio da queste parti e che soggiorna alla Testa di Porco. Solo che ad attenderlo non ci sarà alcun allevatore di draghi, ma, indovina un po’…”
“Non ne ho proprio idea, magari la fantomatica Tassorosso?”

[Sequel di "Sconfitta al gusto di chewing gum"]
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Charlie Weasley, Nimphadora Tonks, Nuovo personaggio, Oliver Wood/Baston | Coppie: Charlie/Ninfadora
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Il primo amore è come un uovo di drago'
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Appuntamento al gusto di Burrobirra

 

 

A Silvia

 

 

 

 

 

 

 

Maggio 1989

 

 

“Ti ho trovato, finalmente!” la voce squillante di Finn Sheridan, fiero Grifondoro e incubo del povero Gazza da ben sei anni, perfora i timpani del cugino, mentre gli si avvicina e inizia a distribuirgli generose e delicate pacche sulla schiena. Ryan Sheridan, Grifondoro del settimo anno, sobbalza dallo spavento, voltandosi di scatto verso Finn e rischiando di dargli una testata sul naso: tutta colpa di quel Demente e del suo essere così alto – e dire che nonna ha sempre ripetuto a entrambi che a bere di nascosto caffè corretto accidentalmente con whiskey non sarebbero mai cresciuti!

Il maggiore dei due cugini – solo di qualche mese ci tiene sempre a precisare Finn, per quanto quei pochi mesi significhino frequentare anni diversi – tenta di ricomporsi, mentre Finn, guardandosi attorno circospetto, lo trascina con sé, salutando sbrigativamente il fidanzato di Ryan, con cui il ragazzo stava passeggiando fino a pochi secondi prima.

“Dove mi stai portando, a mhac1? Ho promesso a Daniel di accompagnarlo da Scrivenshaft a comprare un regalo per sua madre, non posso lasciarlo solo.”

“Andarci da solo o con te cambierà poco,” ribatte pronto Finn, continuando a trascinare Ryan per le stradine secondarie di Hogsmeade. “Avanti, Ry, sai meglio di me che finiresti per consigliargli qualcosa di orrendo.”

Och, aye. Ma tu piuttosto cosa ci fai qua? Non dovevi passare il pomeriggio in punizione con Vitious?” domanda Ryan, sottraendosi alla presa del cugino.

Aye, ma ho convinto il vecchio a lasciarmi libero per l’uscita a Hogsmeade, proponendogli di sostituire la punizione con compiti aggiuntivi di Antiche Rune.”

Ryan inarca infastidito le sopracciglia: “Sempre il solito sfacciato: con che coraggio gli hai proposto di darti compiti di Antiche Rune? A Vitious, che insegna tutt’altro e sa comunque benissimo quanto sia la tua materia preferita.”

“Con il coraggio di Godric Grifondoro, ovviamente: tentare non mi costava nulla, anche se poi non ha accettato. A volte fai proprio domande sceme! In ogni caso sono riuscito comunque a far rimandare la punizione a… beh, non so a quando, mi sono dileguato non appena ho avuto il permesso di raggiungervi!” lo informa Finn, enfatizzando con un immenso sorriso compiaciuto la propria mirabile impresa.

“E si potrebbe sapere il perché di questo repentino cambio di programma, o pensi di farmi stare qui tutto il giorno? Se ti sbrighi a dirmi quello che devi, faccio ancora in tempo a raggiungere Daniel,” chiede ancora Ryan, intenzionato a non venire trascinato per alcuna ragione in qualche guaio, almeno per questa volta.

Och, cinnte!2 Dunque, pare che il nostro solitario e misantropo Capitano di Quidditch, meglio rinominato da te Weasley Numero Due o più semplicemente noto come Charl…”

“So benissimo come si chiama; vieni al punto, Finn! Sono impaziente di sapere cosa hai ideato con Charlie Weasley...”

Aye, arrivo, abbi un po’ di pazienza, a mhac. E comunque non ho ideato niente con Weasley: non ha la stoffa per queste cose. I suoi fratelli – i gemelli, intendo – invece… Ma non distrarmi, ora! Stavo dicendo, il Capitano Charlie Weasley questo pomeriggio, tra meno di quindici minuti,” specifica Finn, controllando l’orologio regalatogli per i diciassette anni e già ammaccato sul lato, “sarà impegnato in un galante appuntamento dal vecchio Aberforth con una leggiadra fanciulla di Tassorosso!”

“Buon per lui, immagino, molto meno per lei, dato il discutibile romanticismo del locale,” commenta Ryan spiccio, cercando disperatamente una via di fuga: se c’è qualcosa che è intenzionato a fuggire come il vaiolo di drago sono proprio le relazioni sentimentali del Capitano.

“Ma non è tutto, mi hai interrotto sul pezzo forte,” riprende Finn, artigliando un braccio del cugino e scuotendolo con veemenza per l’entusiasmo. “Lui non ha idea di quello che sta per accadere: è stato convinto di dover incontrare un qualche amico di Hagrid che alleva draghi, di passaggio da queste parti e che soggiorna alla Testa di Porco. Solo che ad attenderlo non ci sarà alcun allevatore di draghi, ma, indovina un po’…”

“Non ne ho proprio idea, magari la fantomatica Tassorosso?”

“Precisamente, a mhac, con tanto di graziose amiche al seguito pronte a invitare Weasley Numero Due e compagnia a prendere una Burrobirra con loro, per poi distrarre gli amici del Capitano e lasciarlo alle attenzioni della sua Tassorosso.”

“Affascinante, Finn, ora se vuoi scusarmi avrei un impegn…”

“Ma non hai sentito ancora il pezzo forte!” lamenta l’altro, trattenendolo ancora sul retro della Testa di Porco, che hanno nel frattempo raggiunto.

“Non era quello di prima, il pezzo forte?” ribatte Ryan esasperato, mentre si ritrova a invocare qualche santo magnanimo perché distragga il cugino e gli permetta di fuggire indisturbato.

“No, quella era la premessa al pezzo forte: abbi un po’ di pazienza, Ry, è già la seconda volta che te lo chiedo e la terza che mi interrompi,” specifica Finn, il viso che si illumina con il suo caratteristico sorriso malizioso, quello che Ryan ha rinominato Sorriso-da-vecchia-Banshee: quando si tratta di relazioni sentimentali altrui, Finn diventa il pettegolo più incallito di tutta Hogwarts e non solo.

“Sentiamo allora questa strabiliante notizia.”

“La Tassorosso in questione è la tizia dai capelli rosa cicca che lo ha battuto a Quidditch qualche mese fa!”

Ryan rivolge uno sguardo più allucinato del solito a Finn, quasi gli fossero improvvisamente spuntate due code e tre teste: non può essere vero, e se lo è… beh, in questo caso è ancora più deciso a svignarsela a gambe levate! Pochi mesi prima l’intera scuola ha assistito alla clamorosa disfatta di Grifondoro, che ha visto Ninfadora Tonks afferrare il Boccino d’Oro sotto gli occhi dell’imbattibile Charlie Weasley. Sconfitta che ha causato non poco scompiglio negli spogliatoi Grifondoro, scompiglio in cui Ryan si è trovato invischiato contro ogni volere in quanto Battitore della squadra: per settimane ha dovuto sopportare le sfuriate e gli improperi dedicati da Weasley Numero Due – e Oliver Baston – alla ragazza, trovarsi nella stessa stanza dei due è lontano anni luce dalla sua lista dei desideri. Probabilmente ha sbagliato santo a cui rivolgersi, allora, perché la situazione pare sul punto di degenerare.

“Perché proprio quella Tassorosso?” rantola, preparandosi mentalmente alla sciagura che si abbatterà presto su tutti loro.

“Come perché, ma perché ha una cotta per lui, no?” ribatte il cugino come se fosse la cosa più ovvia del mondo. “L’ho sentito dire per puro caso dal fidanzato Serpeverde della sorella di Matthew Wilkinson, che ha un’amica a Tassorosso col fratello nello stesso anno della Signorina Gomma Da Masticare – hai un’ossessione per dare soprannomi, lo sai? –, e, incuriosito, ho chiesto poi conferma a Siobhan Kelley, che è una delle migliori amiche della Tassorosso.”

“Non ho capito niente.”

“Come non hai capito niente, sei sordo? In parole povere alla Tassorosso piace Weasley. E io ho organizzato il loro primo appuntamento!” spiega tutto soddisfatto Finn, sfregandosi le mani con fare cospiratorio.

“Come sarebbe a dire ho organizzato il loro primo appuntamento?” chiede Ryan, nascondendosi affranto il viso tra le mani.

“Beh, a quel punto Siobhan si è ricordata delle mie infallibili doti da Cupido e ha richiesto il mio intervento per coronare il sogno d’amore della Signorina Gomma Da Masticare. In fondo è tutto merito mio se metà dei nostri amici è felicemente impegnata, pensa solo a quando ho combinato la prima uscita a Hogsmeade di Matthew e Olivia Frankilin! Ora ti illustro il nostro piano.”

“Parli di te stesso al plurale, adesso? Se inizi con i deliri di onnipotenza significa che la situazione è grave...”

“Ma no, a mhac, nostro nel senso di noi due. La tua mente è così poco elastica, talvolta…”

“Ti fermo subito: io non parteciperò a nessun appuntamento. È stato bello incontrarti, tienimi informato sulla faccenda, ma ora devo andare.”

“Certo, alla Testa di Porco con me, ecco dove devi andare. Prego, ti faccio strada,” lo corregge Finn, afferrandolo saldamente per un braccio e trascinandolo all’interno del pub, forte dei propri quindici centimetri in più.

 

 

 

 

Può funzionare si è ripetuta convinta ed entusiasta Tonks per settimane. Può sicuramente funzionare le hanno fatto eco le amiche, incoraggiandola mentre la sommergevano di consigli su abbinamenti di gonne e camicette e su gusti di lucidalabbra a prova di bacio. Delle camicette, alla fine, ha fatto volentieri a meno – impossibile separarsi dalla sua maglia portafortuna delle Sorelle Stravagarie, che è stata però costretta a nascondere sotto una giacca di pelle che le sta facendo sudare le sette camicette non indossate –, ma il lucidalabbra l’ha preso ben volentieri in prestito da Gladys.

La fama di Finn Sheridan come Esperto d’Amore, a Hogwarts, è pari a quella di Mina Vagante – titolo che si contende da anni con nientemeno che Pix –, per cui dopo l’iniziale tentennamento ha acconsentito a seguire il piano del giovane. Un piano geniale, ha pensato all’inizio, consolandosi, nel caso di disastro, con la possibilità di entrare comunque nella storia delle Uscite Memorabili della scuola. Un’assurda follia, le appare ora, mentre si trova seduta a un tavolo polveroso della Testa di Porco, il cuore che inizia a batte a mille quando sorge dalle finestre appannate un gruppetto di Grifondoro che si sta avvicinando al locale.

“Nervi saldi e sangue freddo, Tonks, arriva il tuo principe azzurro!” le sussurra Siobhan.

“Forse è il caso che io vada in bagno, così, ecco… accetterà di sedersi con voi, se non mi vede.”

“Non dire scemenze, Tonks…” inizia Gladys, afferrando per una manica l’amica per trascinarla di nuovo a sedere con malgarbo, e facendola inciampare nelle gambe della sedia, tanto che Tonks è costretta ad aggrapparsi al tavolo per non cadere a terra, afferrando però la tovaglia e trascinandola verso di sé con conseguente traballamento dei boccali di Burrobirra.

Damnú air3, Gomm… ehm, Tonks! Vuoi rovinare tutto?” la riprende in un sibilo stizzito Finn Sheridan, allungandosi verso il tavolo delle ragazze Tassorosso, mentre con un gesto secco della bacchetta immobilizza sedia, tavolo e Burrobirre. Il ragazzo trae poi un respiro profondo, per non perdere anche lui la lucidità e il proprio titolo indiscusso di Cupido, e apporta qualche modifica dell’ultima ora al piano.

Aye, d’accordo, direi che andare in bagno sia la soluzione migliore, o quel povero figliolo scappa prima di mettere un piede qui dentro. Aspetta che si siano accomodati, però, prima di ritornare qui.” Non esiste che quella ragazzina gli boicotti l’appuntamento: se qualcuno ha diritto a creare scompiglio in simili situazioni, quello è sempre lui, il regista, che lei si limiti a seguire il copione.

Tonks allora si alza e sgattaiola nel retrobottega, non prima di travolgere il vecchio Aberforth troppo occupata a guardare alle proprie spalle la porta che si apre cigolando, e ricevendo dal barista una serie di improperi che liquida con un occhiolino e una linguaccia sfacciati.

“Quella ragazza è un danno, och,” borbotta Finn tornando a voltarsi verso il cugino e fingendo profondo interesse per il bicchierino di Whiskey Incendiario che tiene tra le mani.

“Forse potresti uscirci tu, con lei,” ribatte Ryan, spiando con la coda dell’occhio il gruppo di Grifondoro che si trova presto attorniato dalle cinguettanti Tassorosso, che senza troppi complimenti li trascinano letteralmente al loro tavolo. Nel mezzo del gruppo, l’inconfondibile Capitano rosso-oro si guarda attorno spaesato, alla ricerca del fantomatico esperto di draghi.

“Hanno ceduto subito,” commenta Ryan in gaelico, la fronte aggrottata e un’espressione scettica sul volto, inclinando la testa di lato per squadrare poi il cugino in cerca di risposte.

Questi, che con studiato controllo e totale disinteresse per il resto del locale sta bevendo qualche sorso di whiskey, gli risponde con un mellifluo ghigno ingrandito dal vetro del bicchiere: “Ho dato ripetizioni di Antiche Rune a un tale Nick Non-ricordo-il-cognome: è a conoscenza del piano, mi ripaga seguendo le mie direttive oggi.”

Ryan alza gli occhi al cielo, nell’ennesimo – e inutile – rimprovero stanco, mentre entrambi i cugini Sheridan allungano le orecchie per non perdere nemmeno un brandello di conversazione. Aye, ammette con se stesso Ryan: ormai c’è dentro fino alla punta dei capelli in quella follia, tanto vale godersi la commedia finché Weasley Numero Due non scoprirà la verità, farà una scenata – non lo avrebbe mai detto, ma ha dato prova di esserne capace e non poco –, e lui e il resto della squadra dovranno vivere un martirio in spogliatoio per i prossimi mesi.

Ma i suoi pensieri vengono presto distratti dalla Signorina Gomma Da Masticare che ha finalmente deciso di farsi viva e, con un sorriso sbarazzino e i capelli più rosa del secolo, avanza trionfale verso il proprio Principe Rosso. In un moto di compassione, Ryan si ritrova a pregare che la povera ragazza non inciampi in qualche granello di polvere e stramazzi al suolo proprio nel suo grande momento: ha già dubbi sulla riuscita dell’appuntamento senza che la sua goffaggine mandi tutto all’aria, lei per prima. Ma Ryan non può sapere che sono settimane che Tonks si allena a camminare con scioltezza e grazia, facendo attenzione a dove mette i piedi – oh, d’accordo, a camminare minimamente concentrata. Gladys, Siobhan e Lizzie4 le hanno imposto ore e ore di passeggiate per i corridoi della Sala Comune, con una pila di libri in equilibrio sulla testa e lei stessa in equilibrio sui precari stivaletti con tacco della sorella maggiore di Lizzie: le tre amiche le hanno ripetuto che se fosse riuscita a farcela così, con ai piedi i suoi amati anfibi sarebbe stata una sciocchezza non cadere poco metaforicamente ai piedi di Charlie Weasley. E così, ora la giovane Tassorosso avanza estremamente concentrata, provando a dissimulare quanto possibile la tensione e le farfalle – ma che dice, gli Ippogrifi – che le si agitano nel petto.

“Oh, no no no,” scatta il Capitano, alzandosi in piedi non appena la nota troppo vicina al loro tavolo e per l’esattezza alla sedia vuota proprio accanto a lui. Mossa sbagliata e troppo repentina, che sorprende Tonks e la porta a bloccarsi per evitare di essere colpita da una testata, finendo così a barcollare all’indietro, salvata di nuovo dall’immediato intervento della bacchetta di Finn Sheridan.

Sweet suffering Jesus5, quei due sono delle calamite per gli scontri e le disgrazie,” borbotta il giovane irlandese, masticando improperi tra i denti, e alzando lo sguardo oltre la finestra alla ricerca di qualcosa. Ryan intercetta quell’occhiata sospetta, mentre tiene sotto controllo la situazione poco più in là, dove Charlie ha ritrovato un minimo di educazione – non è cortese, nemmeno dopo tutto quello che è accaduto tra di loro, andarsene così platealmente, per di più da un luogo pubblico e con gli occhi di tutti gli avventori puntati addosso – ed è tornato a sedersi fumante, Tonks che pare aver perso la sua consueta sicurezza e si affloscia spenta sulla sua sedia, i capelli che sbiadiscono poco a poco.

“Cosa stai cercando, adesso, Finn?” mormora Ryan preoccupato, il terribile sentore che si stia per scaraventare su di loro l’ennesima sciagura della giornata che si impossessa delle viscere e gli contorce lo stomaco.

“Che arrivi Baston,” ribatte pratico l’altro, come se fosse la cosa più scontata dell’universo, così simile a quando gli passa qualche traduzione di Antiche Rune con il tono di chi si chiede come possa il mondo non arrivarci da solo.

Damnú air, gobshite6, non avrai invitato qui anche Oliver Baston. Lean air7, che ti passa per la testa, Finn?”

“Ovvio che sì, a mach. Mi pare ovvio. Come pensavi di far ingranare le cose a quei due?” ribatte il cugino, indicando con un cenno della spalla i due ragazzi, entrambi paonazzi, seduti al tavolo alla loro destra.

“Non lo so: magari facendoli parlare, tanto per dirne una. Di sicuro non facendo comparire sulla scena il Grifondoro più competitivo della storia della Coppa di Quidditch, che non si è ancora ripreso dalla sconfitta contro Tassorosso, e che, se non rischiasse il posto in squadra se beccato, non esiterebbe a farla pagare con la morte a Gomma Da Masticare.”

“Ed è il mio intento: così Weasley dovrà intervenire per difendere la sua bella.”

“O si unirà a Baston nel commettere l’omicidio!”

“Ne dubito. Se tu fossi un più fine osservatore della natura umana, ti saresti accorto che Weasley non lo farebbe mai; non in pubblico, per lo meno. Vedrai, Baston farà il grosso del lavoro per noi, aye.

“Il grosso… och, tu ti sei bevuto tutto il cervello. La ragazza lo sa, almeno?”

Nay, ovvio che no.”

Ryan è sul punto di aggiungere altro, quando davvero – le sue speranze di un qualche bluff si sono infrante prima ancora di nascere – la porta si spalanca, con una alzata seccata di sopracciglio da parte di Aberforth e un turbinio di maglia rosso-oro e capelli arruffati: la maglia e i capelli di Baston. Lean air!

“Allora è vero!” trilla furente il ragazzino, piantandosi di fronte al tavolo di Tassorosso e Grifondoro, un pugno sul fianco e un dito puntato contro Weasley Numero Due. “Esci davvero con il nemico!”

Charlie Weasley, sull’orlo di una crisi di nervi, per poco non tira le cuoia per l’infarto procurato dall’abbattersi improvviso di Tornado Baston, come l’ha presto soprannominato Ryan, mettendo da parte l’apprensione per qualche attimo e indossando i professionalissimi panni di Affibbia Soprannomi Ufficiale.

Tonks, da parte sua, pare quasi più allucinata dei due, presa alla sprovvista dall’entrata in scena di Baston di cui non sapeva nulla e che sta complicando ulteriormente la sua – già tragica a sufficienza – situazione.

“Oh, Charlie, come puoi? Con la bara, la megera che ci ha rubato il Boccino così subdolamente! È la causa di tutte le nostre rovine!”

“Oliver…”

“Pensavo che volessimo farla espellere dalla Bumb, non… oh, uscirci assieme! Sei… sei… ipocrita,” pigola sempre più combattuto e amareggiato Oliver, soffrendo nel profondo per il tradimento del proprio – amatissimo e idolatrato – Capitano.

“Ipocrita… è il massimo che sa dire?” borbotta Finn con un ghigno.

“Quanto hai sobillato Oliver per farlo reagire così? È troppo persino per lui,” si informa Ryan, preoccupato, una mano che si serra attorno alla bacchetta pronto a intervenire. “Sei un grandissimo coglione, aye. Stai solo giocando con…”

“Ho solo aggiunto un po’ di divertimento, a mach,” risponde Finn, liquidandolo con un’alzata d’occhi e sistemandosi comodo sulla sedia. “Vedrai che funzionerà, e noi ci saremo anche goduti un bello scherzo.”

“Io non esco proprio con nessuno. Quante volte devo ripetertelo, Oliver!” sta nel mentre rispondendo per le rime Charlie, arrossendo ancora di più, se possibile, e alzandosi per fronteggiare il compagno di squadra.

“Questo è giocare con i sentimenti altrui, Finn! E i sentimenti non sono uno scherzo,” continua invece poco più in là Ryan, tentando di incenerire il cugino con lo sguardo.

“Che palle, a volte mi chiedo perché tu sia stato Smistato a Grifondoro,” risponde invece laconico l’altro, sbuffando appena e facendogli poi cenno di stare zitto.

“Ti ha stregato?” domanda, quasi tremando per furore e indignazione, Oliver. “Non sarebbe strano, anche l’altra volta ha giocato quel colpo bassissimo con la magia, è solo una… una… fottutissima… megera sleale e perfida!” sputa il ragazzino, mettendo in ogni singola lettera più risentimento di quanto Ryan avrebbe mai potuto credere possibile si nascondesse in quel corpicino. “È solo una stron…”

“Oliver!” tuona Charlie, rosso per l’indignazione, questa volta. “Scusati subito, io…”

“Oh, e per cosa? Per stronza o per fottutissima?” replica invece Tonks, lasciando a bocca aperta Oliver e Charlie per primi, che la guardano allucinati, non capendo se sia arrabbiata e molto brava a nasconderlo o se quel sorrisetto malizioso di sfida sia davvero un sorriso. “Nanetto, ti esprimi con la stessa gamma di insulti della mia prozia del Sussex che vive ancora nell’epoca Vittoriana.”

“Nanetta sarai tu, stregaccia da quattro zellini,” strepita Oliver. E poi, rivolgendosi all’amato Capitano: “Ti prego, Charlie, non lasciarti intortare da questa… vipera subdola. Già una volta ti ha imbrogliato, e sappiamo come è andata a finire!”

“Oliver, vedi di smetterla. Io… oh, mi dispiace, Ninf…”

“Tonks. Non osare chiamarmi in quel modo, o ti giuro che questa volta una fattura te la lancio davvero e denuncio il nanetto al nostro Prefetto,” replica Tonks decisa. “E non ho imbrogliato nessuno,” specifica poi, alternando lo sguardo tra i due Grifondoro, “come ho spiegato per mesi sono… oh, beh, mi sono imbarazzata e ho perso il controllo dei miei poteri e della scopa. Lo sapreste, se solo mai vi foste degnati di ascoltarmi.”

“Non ci credo, non mi… freghi!” ribatte, per l’ennesima volta, un piccatissimo Oliver. “Ed eri d’accordo anche tu, Charlie!”

“Non a insultare la gente in pubblico, e per giunta così. Io… mi spiace, Nin– Tonks. Da parte di entrambi, per le parole che abbiamo usato.”

“Tu eri incavolatissimo che ci avesse battuti!” esclama ancora Oliver, che Ryan teme davvero possa essere sul punto di scoppiare in un pianto isterico o una crisi di nervi, oppure tentare qualche follia nella disperazione di essere stato abbandonato dal suo Capitano.

“Oh, ma fate bene,” commenta pratica Tonks, scuotendo la chioma divenuta ora rosa acceso, “io avrei reagito allo stesso modo, credo. Beh, magari portando rancore per meno tempo, ma immagino che perdono e pazienza non siano proprio qualità Grifondoro, eh?”

Ma, se Charlie arrossisce ancora di più per l’imbarazzo – l’espressione da cucciolo trovato con le manine sporche di marmellata sul volto –, Oliver continua a non vedere il lume della ragione e si allontana a passo di marcia dal pub, ben deciso a non chiudere lì la questione e tornare a battere il ferro ancora caldo quando possibile: non ha ancora rinunciato a far rigiocare la partita, e di sicuro non lo farà proprio ora.

“Io sono…” farfuglia Charlie, torturandosi il codino come se ne andasse della sua stessa vita.

“Un coglione?” lo anticipa irriverente Tonks, facendogli un occhiolino stanco, ormai convinta di aver perso per sempre le sue occasioni e anche decisa a farsela passare presto quella stupida cotta, se Weasley è tanto rancoroso e infantile.

Ma, a sua sorpresa, lui annuisce: “Immagino di essermelo meritato, questa volta.”

“E dunque?” sbotta allora Gladys con il suo proverbiale tatto, sciogliendo lo stato di pietrificazione e silenzio in cui erano parsi essere caduti gli amici di entrambi gli innamorati sventurati. “Ora che avete dato spettacolo e fatto pace, gradireste sedervi e bere questa fottutissima Burrobirra?”

I due ragazzi arrossiscono e si lasciano cadere scomposti sulle sedie, un po’ abbattuti per l’esito dell’appuntamento una e la scenata l’altro, ma con qualche rancore in meno tra di loro, almeno da parte di Charlie, che davvero si vorrebbe prendere a Bolidi in testa per la propria esagerata reazione il giorno della sconfitta. Ma, insomma, per l’impulsività e il temperamento di fuoco si può e deve sempre incolpare Godric, giusto?

Ma proprio mentre si siedono, e Charlie rovista nella mente alla ricerca di qualche argomento civile con cui tentare una parvenza di conversazione, Tonks – o qualche incantesimo lanciato da un tavolo lontano – urta il proprio boccale con un gomito e la Burrobirra le si rovescia addosso sporcando tutta la giacca di pelle.

“Oh, per le mutande di Tosca!” si lamenta la ragazza, aprendo la zip della giacca sotto gli occhi agghiacciati delle amiche, che si insultano mentalmente per averle permesso di indossare la maglietta della band preferita, e sotto quelli sempre più stupiti di Charlie.

“Ti piacciono le Sorelle Stravagarie?” le domanda il ragazzo, gli occhi che ora brillano di una luce nuova, felice di aver finalmente trovato qualcuno con cui condividere la passione per il gruppo formatosi pochi anni prima tra le mura di Hogwarts8.

“Oh, sì, sono fichissimi!” esclama Tonks, dando un altro colpo al bicchiere di Gladys, che l’amica però riesce a salvare in tempo. “Anche a te? Quale è il tuo pezzo preferito? Impazzisci anche tu per gli assoli della cornamusa di Crumb?”

“Come è possibile che le sia già passato tutto e gli parli come se fossero amici da una vita?” domanda, con tono del tutto diverso da quello eccitato della ragazza, Ryan al cugino, scuotendo perplesso la testa e guardando i due allucinato.

Och, tutto merito della magia dell’amore, della mia intelligenza sopraffina e del mio piano, e dell’entusiasmo Tassorosso della Signorina Gomma Da Masticare,” sogghigna Finn soddisfatto, come un gatto che si lecca i baffi dopo aver catturato un topo bello grosso. “Scommetto venti galeoni che, al concerto delle Sorelle Stravagarie ai Tre Manici, li troveremo in prima fila abbracciati l’uno all’altra a cantare e sbaciucchiarsi.”

“Tu non hai venti galeoni. Gli zii te ne danno forse dieci, come paghetta da spendere per le uscite a Hogsmeade.”

Damnú air, Ry, se sei precisino: forse dovresti davvero ripensare alla tua Casa di appartenenza e chiedere al Cappello di mandarti a Corvonero. E comunque non mi serve averli quei venti galeoni, li vincerò con la scommessa. Chi si deve preoccupare di procurarseli sei tu: vedrai che perderai, nessuno batte Finn Sheridan, Esperto in Amore e Cupido d’Eccellenza Di Hogwarts.”

Gobshite.”

 

 

 

 

 

Un mese dopo, alla festa ai Tre Manici per la fine dell’anno scolastico e degli esami, Finn Sheridan intascò i venti galeoni che Ryan racimolò chiedendo prestiti a sorelle e cugine.

 

 
 
 
 
 
 
 
  
Note alla storia: pare che la mia lentezza abbia ormai deciso di raggiungere i massimi storici, tanto che il documento con questa storia è stato creato ancora a inizio maggio dello scorso anno, e la trama si è scritta una frase alla volta ogni tot mesi, ma finalmente ci siamo. Preciso velocemente che sia Charlie che Tonks, qui, sono al quinto anno, e che questa storia si colloca dopo la mia “Sconfitta al gusto di chewing gum”. Le amiche di Tonks, così come i cugini Sheridan, sono miei OC creati per questo universo o presi a prestito da altre storie (perché anche Ryan merita un briciolo di felicità una volta tanto): non sapendo niente dei compagni di Charlie e Tonks, c’è un’intera scuola da inventarsi, ma non serve conoscerli in precedenza.
Non so quanto possa apparire assurdo il piano di Finn, potrei scusarmi dicendo che ho seguito il prompt che Mari Lace mi ha lasciato sul gruppo “C’era una volta con un prompt” – che chiedeva una Charlie/Tonks sulla citazione “Il primo amore è solo un po’ di follia e molta curiosità.” (George Bernard Shaw) – e quello di Rosmary per “Scrivimi” nel gruppo “Caffè e Calderotti” – che voleva il sequel di “Sconfitta” che prevedesse un disastroso primo appuntamento ai Tre Manici di Scopa (sorry, Finn era d’altro avviso, e sai che non ho ancora imparato a impormi sugli Sheridan, di qualunque Sheridan si tratti – ci sarà poi un motivo se lui è proprio il cugino preferito di Charlotte). La verità è che se vi capitasse un amico Grifondoro come me (o come Finn), i geniali piani da adolescente potrebbero davvero rivelarsi così insensati – ma efficaci, posso affermare con orgoglio che molte delle coppie che ho aiutato ai tempi del liceo stanno ancora insieme.
Ultimo, ma in realtà più importante: questa storia vuole essere il mio regalo di compleanno (e Natale in ritardo, dato che ogni mio tentativo di consegnarla allora è miseramente fallito) per Sia_, nonché il mio ringraziamento per avermi reso la fangirl felice che sono oggi amando Charlie e Tonks come me e scrivendone così meravigliosamente, per la sua gentilezza, e per l’immensa pazienza con cui riesce a sopportarmi in Sala Comune. Ti si vuole un mondo di bene, Herm!


[1] Gaelico irlandese: letteralmente significherebbe “figlio”, ma viene utilizzato come appellativo per un amico, specie se maschio (corrispettivo dell’inglese “dude”, “buddy”).
[2] Gaelico irlandese: sicuro, certamente.
[3] Gaelico irlandese: imprecazione, corrispettivo dell’inglese damn it, dannazione (e varianti più offensive a seconda di contesto/tono)
[4] Gladys Price, Siobhan Kelley, Lizzie McGregor, migliori amiche di Tonks, Tassorosso del quinto anno e personaggi di mia invenzione.
[5] Una delle frasi più usate nella serie tv “Derry Girls”, ambientata in Irlanda del Nord.
[6] Slang irlandese: stupido, coglione (significato più o meno offensivo a seconda di contesto/tono)
[7] Gaelico irlandese: alternativa di damnú ai
[8] Il gruppo rock delle Sorelle Stravagarie, stando al lexicon e i vari siti di HP, è stato formato da un gruppo di studenti durante l’anno 1986-1987, e inizia a farsi notare tra l’89 e il 90. Nel mio personale headcanon sono la band preferita di Charlie e Tonks (fan dei primissimi tempi quando ancora non erano famosi), che ogni anno andranno ad assistere insieme a un loro concerto.

   
 
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