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Autore: neveah    09/04/2021    0 recensioni
"Unus pro omnibus, omnes pro uno"
"Uno per tutti, tutti per uno!" Il motto dei quattro moschettieri, la promessa di proteggersi a vicenda.
Un'alleanza forte che sosterrà i giovani Braccialetti Rossi quando uno di loro risprofonda nell'inferno della malattia.
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Vale
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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"Watanka!"

Un grido che è liberazione, incoraggiamento; forza nuova per superare il dolore e soprattutto è speranza: la speranza di potercela fare, la speranza per un domani migliore.

Se è vero che l'unione fa la forza, non c'è gruppo più unito di questi ragazzi pronti ad aiutarsi e a sostenersi a vicenda.

Leo, Vale, Toni, Cris e Rocco non appartengono ad una tribù di nativi americani ma si identificano con questa parola che, per assonanza, ricorda i Tatanka , i bisonti nella prateria del monumentale western "Balla coi lupi" . Perché questi ragazzi non ancora ventenni viaggiatori coraggiosi e guerrieri lo sono davvero. Quando tutto gli è stato contro, quando ciò che gli accadeva era più grande di loro e si sentivano impotenti questo motto, questo grido di battaglia, è stato la loro ancora di salvezza. Un mantra. Un'esortazione, un invito ed una spinta a non arrendersi mai.


"Watanka!"

Un coro di voci bianche, di bambini cresciuti troppo in fretta, piccoli Peter Pan e Wandy pronti a rendere onore ad una nuova vita e ad un infanzia spensierata.

Il loro vociare festoso e ridanciano, quasi angelico, anima e rincuora fuori dallo spazio più dolce e confortevole che ci sia in ospedale: il nido con le cullette a schiera dove la vita di ogni bimbo è una storia con personaggi colorati, buffi e pimpanti.

In uno di quei lettini Allegra, una neonata felice come implica il suo nome, si è addormentata nella copertina candida in lana e cotone, ciucciandosi il pollice ignara dei suoi cinque giovani paladini che vegliano il suo sonno e di cui lei (e Davide), come in una spirale, sono i loro angeli custodi.

Finalmente, dopo le incomprensioni e i litigi, la rabbia, le paure e la lontananza, i Braccialetti Rossi sono di nuovo insieme. Uniti (anzi riuniti) da un'amicizia più forte di qualsiasi avversità.


"Chi di voi è Valentino?"

Un'infermiera che indossa uno scrub blu e un sorriso amichevole spazza via, come un vento freddo, la spensieratezza del momento attuale e fa svanire i sorrisi dei ragazzi, di Valentino in particolare che si acciglia dietro tutte le sue incertezze.

"Il dottor Alfredi vuole vederti!"

Annuncia la giovane donna, precedendolo lungo il corridoio con le pareti affrescate da splendidi murales di farfalle che trasformano le monotone pareti in un'armoniosa esplosione di colori.

Il ragazzo registra appena la pacca di incoraggiamento che Leo gli batte sulla spalla, i "coraggio Vale" e i sorrisi fiduciosi e carichi d'affetto dei suoi amici.

La tensione gli si attorciglia sullo stomaco come un nodo e sprofonda nel buco nero dell'ansia mentre raggiunge lo studio del Dottor Alfredi.

É buffo che, nella stanza del professore, faccia bella mostra una riproduzione un po' rivisitata in chiave moderna dell'olio su tela "Visita del medico" , il cui dipinto originale, conservato nella Wellington Museum di Londra, fu realizzato nel Seicento dal pittore olandese Jan Steen.

Un ragazzo spiritoso e spigliato come Leo smorzerebbe sicuramente la tensione con una battuta dissacratori, del tipo " Per fortuna tra i capolavori collezionati da quel critico d'arte di Alfredi non possiamo ammirare Lezione di Anatomia!" ma le preoccupazioni di Vale occupano tutti i suoi pensieri rendendolo poco lucido perciò non c'è spazio per Rembrandt, l'arte e le cose belle in generale.

E di certo non lo tranquillizza lo sguardo velato di tristezza con cui lo accoglie Nora e, anche se la mamma gli accenna un sorriso che dovrebbe essere rincuorante, lui capisce che la donna è sull'orlo di una crisi di stress.

"Vieni. Vieni pure Valentino!"

Il dottore ha questo tono gentile e cortese, una grande capacità di metterlo a proprio agio, mentre lo invita a sedere accanto a Nora che intanto sta mordicchiando una pellicina intorno all'unghia curata.

Vale sprofonda malvolentieri sulla sedia in plastica dal design moderno e uno sgradevole odore di disinfettante gli da il mal di testa e lo rende ancora più insofferente in quell'attesa.

Un silenzio angoscioso, carico di implicazioni, di pensieri intimi e parole inespresse, accompagna la lettura attenta del Dottor Alfredi, i cui occhi studiano diligentemente e accuratamente tutte le analisi del suo giovane paziente.

"Il rigonfiamento sotto l'ascella si è rivelato una semplice pallina di grasso."

Esplica in tono professionale, quasi borbottando quel preambolo felice che non fa in tempo a distendere i visi di Vale e di Nora in sorrisi di sollievo.


Vale può sentire la stretta della mano di sua madre che acquista vigore nella sua, quasi che un sesto senso le suggerisca che questa è l'unica debole e inefficace arma in suo possesso per difendere suo figlio dalla prossima meschina sferzata del destino.

Impallidisce quando il dottore alza su di lui uno sguardo quasi colpevole e increspa le labbra in un'espressione che somiglia ad un sorriso mesto, ad un dolore contenuto.

Qual è la reazione di un medico empatico quando, con schiettezza ma con amorevole tatto, deve comunicare una diagnosi che cambia la vita ad un ragazzo già annientato una volta dal male?

"Valentino...Purtroppo la Tac ha evidenziato una massa sospetta nei tuoi polmoni!"

   
 
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