Anime & Manga > Altro - anime/manga mecha/su robots
Segui la storia  |       
Autore: Altair13Sirio    09/04/2021    11 recensioni
[Darling in the FranXX]
Mille anni di pace non bastano a far svanire il passato. Quando dalle profondità della terra emergono dei giganti antichi, Hachi e Nana capiscono che il futuro dell'umanità è nuovamente incerto e dovranno agire per proteggere il mondo che hanno aiutato a costruire.
Formata una squadra di nuovi Parasite, i due adulti metteranno a disposizione le loro conoscenze e la loro esperienza per guidarli verso la battaglia, ma non tutto sarà facile per la nuova squadra e i ricordi di vecchi amici ritorneranno a galla dopo tanto tempo.
"Non credo che il caso possa andare così lontano... Forse il destino... E' così e basta. E ora noi dobbiamo prenderci cura di quei ragazzi!"
Genere: Azione, Science-fiction, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nana si voltò a guardare Hachi, con la sua pettinatura all'indietro e la giacca elegante dava proprio un'altra impressione rispetto al solito, mentre la benda nera sull'occhio destro controbilanciava aggiungendo quell'alone di mistero che si portava sempre dietro; si stava scrutando allo specchio e sembrava star giudicando ciò che aveva di fronte a sé con impietoso orgoglio. Le sfuggì un sorriso a vederlo in quell'aspetto così formale: l'ultima volta che lo aveva visto vestito così bene era stato all'annuncio del programma Parasite, due settimane prima, ma era stato attraverso la televisione e vederlo di persona dava tutto un altro effetto. Le persone che lo guardavano da fuori non potevano sapere quanto diventasse nervoso, specialmente nei minuti prima di andare in scena.
Sentendosi lo sguardo della compagna addosso, Hachi si voltò e inarcò un sopracciglio per chiederle che cosa avesse da ridere.
<< Lo sapevo. >> Borbottò tornando a guardarsi allo specchio. << Sono ridicolo. >>
<< No, non è questo! >> Disse lei nascondendo più che poté quel sorrisetto. << E' solo che non sono abituata a vederti così… Si vede che tieni a questa cosa. >>
Hachi si studiò un altro po' allo specchio, poi prese la sua cravatta dal cassetto posto sopra al mobile e cominciò ad annodarsela attorno al collo. << Voglio fare la migliore impressione possibile! Dal nostro operato verranno fuori dei ragazzi che potranno salvare il mondo, anche la forma è importante in questi casi, dobbiamo far sapere loro che quello che stanno facendo è importante e che possono fidarsi di noi! >>
Nana si avvicinò e infilò le mani in mezzo a quelle di Hachi, interrompendo il suo tribolare con la cravatta. << Ma non dovresti esagerare con "la forma", se non riesci a metterla assieme… >> Lo prese in giro mentre gli annodava la cravatta al posto suo, le mani molto più rilassate e ferme di quelle di Hachi.
Hachi guardò Nana per un secondo. Anche lei stava molto bene: era raro ritrovarsi in situazioni come quella dove dovevano vestirsi in modo formale negli ultimi tempi, quindi non gli era capitato di vederla a quel modo per un bel po' di tempo. Il suo vestito le calzava perfettamente e non sembrava mancare nulla nonostante la sua semplicità; a Nana non erano mai piaciuti i vestiti troppo rivelatori, così il seno era ben coperto e non portava gioielli o altri accessori che distraessero lo sguardo da ciò che andava veramente osservato: lei. A incontrare quei ragazzi sarebbero state due persone che portavano con sé una grande eredità da moltissimo tempo ed erano le loro idee e i loro valori che avrebbero dovuto mettere in mostra, non i loro corpi o degli inutili accessori.
La cerimonia stessa era comunque una pura formalità. I ragazzi erano stati convocati con delle lettere pochi giorni prima e non conoscevano ancora i loro partner: in quel momento stavano aspettando in una stanza l'arrivo dei due coordinatori e quello sarebbe stato il momento di un primo contatto tra i giovani piloti e i loro futuri tutori. Nana e Hachi avevano atteso quel momento con trepidazione.
<< Ecco fatto. >> Disse lei finendo di aggiustare la cravatta. Hachi sembrava un manichino per quanto fosse rigido.
<< Grazie. >> Disse atono abbassando lo sguardo.
Nana sorrise e si voltò per andare a prendere la scatola che aveva posto sulla scrivania.
<< Ancora con quei cosi? >> Chiese lui guardandola mentre afferrava la scatola. << Non credi che fossero meglio delle spille o qualcosa del genere? Così sembra quasi che li stai facendo sposare. >>
<< Perché? >> Chiese lei avvicinando la scatola al ventre e rivolgendo al compagno uno sguardo volpino. << E' solo un simbolo, un modo per fargli capire l'importanza del loro legame. >>
Hachi distolse lo sguardo. << Forse hai ragione… E' solo che mi sembra troppo simile a quello che fecero loro… >>
<< Sei troppo teso! >> Lo rimproverò lei tornando a posare la scatola. Si avvicinò e tirò la giacca di Hachi dal colletto per assestarla, ma in realtà voleva solo una scusa per dargli uno strattone, e si assicurò che risultasse più brusco possibile. << Sembra che ogni cosa ti ricordi il passato. E' vero, le circostanze sembrano essere tornate le stesse di un tempo, ma è per un fine totalmente diverso. >> Sembrava infastidita da quell'atteggiamento di Hachi. << Noi non stiamo disumanizzando quei ragazzi, non li butteremo via come inutili pedine glorificando il loro sacrificio. Noi, da questo momento in poi, saremo la loro guida e li seguiremo uno ad uno per fare in modo che diventino i migliori piloti che siano mai esistiti! >>
<< Potremmo fare degli errori… >> Disse lui. << E se finissimo per sbagliare di nuovo? >>
<< E chi se ne frega? >> Sbottò lei scuotendo la testa. << Tutti fanno degli errori! Dagli errori si impara, e noi abbiamo imparato già tante cose. Non commetterai qualcosa che tu stesso aborrisci. E se sentirai di non sapere che strada prendere, ricordati che non sei solo. >>
Nana si allontanò un poco e osservò l'aspetto di Hachi nella sua interezza. La sua espressione si addolcì e sulle sue labbra affiorò un sorriso nostalgico. << Ce lo siamo promessi, ricordi? >>
Il ricordo di una collina verde e di un futuro luminoso davanti ai propri occhi riaffiorò alla mente di Hachi; allora voleva comprendere meglio gli umani perché lui stesso pensava di aver perso la sua umanità. Allora non aveva la più pallida idea di che cosa significasse provare empatia per qualcuno e temeva di non poter ricoprire quel ruolo di guida che aveva poi preso; adesso, che sembrava essere diventato troppo umano per via di tutti questi dubbi, credeva ancora di non essere all'altezza di quel compito.
<< Dai. >> Disse lei accarezzandogli una guancia. Nana fissò lo sguardo sulla sua benda, dove riposava l'occhio che lui aveva perso mille anni addietro per difenderla, con la sua antica cicatrice a rammentare a chiunque osasse pensare di varcare la soglia tra l'uomo e gli dei quale fosse il suo posto. << E' ora. >>
Già, era ora di andare a incontrare quei ragazzi. Hachi abbassò lo sguardo con aria rassegnata e respirò profondamente, poi seguì Nana verso la porta e la chiuse alle proprie spalle una volta usciti dalla stanza.
Seguirono fianco a fianco lungo il corridoio per una decina di metri, poi quando raggiunsero la porta si fermarono di colpo: dietro a quella porta li attendevano i ragazzi che avrebbero dovuto prendere sotto la propria ala e che un giorno avrebbero dovuto lottare per difendere il mondo. Rimasero entrambi immobili di fronte alla porta, ad attendere che la tensione diminuisse un po' prima di entrare.
Alla fine fu Hachi a decidersi: avanzò fino alla porta e poggiò la mano sulla maniglia, ma arrivato lì si bloccò di nuovo. Una forte ansia si impadronì di lui e tutti i dubbi che Nana era riuscita in qualche modo a dissipare tornarono in un attimo; era passato troppo tempo da quando aveva imparato a sopprimere le proprie emozioni e ormai non era sicuro di ricordare come si facesse quel lavoro. Guardò Nana che accanto a lui gli mandava degli sguardi di incoraggiamento: anche lei era tesa, non era qualcosa che avrebbero potuto fare con la certezza di fare bene, ma insieme potevano farcela. Avrebbero condotto i ragazzini oltre a quella porta insieme fino al loro obiettivo!
Hachi prese un bel respiro e si voltò di nuovo verso la porta mentre la sua mano spingeva delicatamente; la luce della saletta di raccolta li investì in pieno e Hachi strizzò un po' le palpebre in attesa che il suo occhio si abituasse. Nana uscì dall’ombra e accostandosi a lui sfoderò il suo sorriso più accogliente.
C’era un totale di dodici adolescenti nella stanza, disposti in modo casuale su tre file di panche; i due adulti avevano studiato attentamente le loro cartelle quindi conoscevano già i loro volti, e forse anche per questo motivo avevano tanta paura di andare avanti. Fu quando colsero gli sguardi dei due seduti in seconda fila, intenti a parlottare tra loro, che nelle loro menti riaffiorarono dei ricordi ormai sepolti da tempo.
Sembrava che i ragazzi avessero avuto la stessa idea di Hachi e Nana, perché tutti quanti indossavano degli abiti graziosi ed eleganti, come se quello fosse un incontro dell'alta società. Era vero che nessuno di loro fosse eccessivamente elegante, se non per qualche eccezione, e visti d'insieme erano tutti unici nell'aspetto, ma le scelte di abiti dei futuri Parasite erano state sicuramente molto attente. I loro sguardi erano carichi di curiosità, qualcuno sembrava addirittura timoroso, ma la maggior parte delle emozioni trasmesse da quegli occhi era chiaramente di grande eccitazione.
<< Buongiorno a tutti! >> Esordì Nana continuando a sorridere. Le venne automatico battere le mani due volte e per un momento le sembrò di aver già vissuto quella scena: lei che faceva il suo ingresso per presentarsi, quegli occhi luminosi che la seguivano pieni di meraviglia, e poi i volti di quei due ragazzi che erano così simili a…
Distolse lo sguardo fugacemente come se non volesse farsi notare mentre li osservava e si ricompose un poco. << Il mio nome è Nana e questo qui è Hachi, saremo i vostri coordinatori e insegnanti d'ora in avanti. Vi guideremo per questi due anni e confidiamo che lungo il corso del nostro viaggio imparerete ad essere una squadra e a confidarvi con noi qualora abbiate dei dubbi. >>
Il silenzio che seguì fu strano. Quando Nana si era presentata per la prima volta alla Squadra 13 la reazione era stata molto più vivace: ma quei ragazzi non avevano quasi niente in comune e non potevano di certo comportarsi in quello stesso modo. Fu Hachi a intervenire.
<< Innanzitutto, voglio ringraziarvi. Ci vuole un grande coraggio e un forte spirito per decidere di entrare a far parte del programma Parasite e vi promettiamo che i sacrifici che avrete fatto per arrivare sin qui non saranno in vano. Adesso vi chiameremo due alla volta in base ai livelli di compatibilità ottenuti durante i test; la persona che avrete accanto sarà il vostro partner per i prossimi anni. >> Anche lui non riusciva a distogliere lo sguardo da quei due ragazzi in seconda fila; nonostante stesse parlando a tutti, si scoprì diverse volte a studiare i loro volti pieni di meraviglia, incredulo.
Nana prese l’elenco dei candidati dal piccolo leggio posto a un angolo della stanza e cominciò a chiamarli in ordine. Provò un po' di tristezza quando dovette leggere i numeri ai quali erano abbinati. << Candidato 741, Kaoru Matsumoto e candidata 460, Aiko Mori. >>
Dalla prima fila di sedili si alzarono un giovanotto con la testa rasata e una fanciulla dai boccoli dorati che le racchiudevano il viso; avevano entrambi un'aria distratta come se entrambi avessero la testa tra le nuvole, nonostante si stessero sforzando di apparire seri…
Attraversarono la stanza con aria impacciata e si fermarono di fronte ai due adulti.

<< Nonostante voi non vi conosciate, i livelli di compatibilità sono solo dei valori genetici che permettono a due persone di raggiungere più facilmente la connessione. >> Spiegò Hachi mentre Nana andava ad aprire il cofanetto che si era portata dietro per tirarne fuori un nastro di seta azzurra. Quando tornò, chiese ai due giovani di porle i polsi e glieli legò insieme con delicatezza; un piccolo rituale che pensava avrebbe potuto rendere più speciale quel momento e aiutarli a superare la tensione.
<< Voi siete geneticamente predisposti per pilotare assieme e non dovete preoccuparvi di dover per forza andare d'accordo per formare una buona squadra. Certo, avere una situazione di armonia all'interno della squadra porterebbe a migliorare ancora di più il vostro rendimento, ma adesso dovete pensare solo a conoscervi meglio e prepararvi a quello che vi aspetta. >> Continuò Hachi mantenendo un tono rassicurante.
I due giovani si misero sull’attenti quasi contemporaneamente, scattando come delle molle. << Sissignore! >> Esclamò il ragazzo, mentre la sua partner faceva una piccola ed elegante riverenza.
Hachi rispose con un sorriso bonario. << Non c'è bisogno di tutta questa serietà! >> Disse, e con un movimento della mano li invitò a sedersi.
<< Candidato 099β, Hoshi Kondō e candidata 283, Momo Sakei. >> Chiamò Nana leggendo i due nomi dal registro.
I partecipanti erano stati così tanti che, per non creare codici estremamente complessi era stato deciso di aggiungere una lettera ogni volta che venivano superate le tre cifre; il candidato 099β, il primo della squadra a presentare questa particolarità, era un ragazzino dall’aria timida e con un paio di occhiali dalla montatura sottile che gli conferivano un aspetto inerme. Alzò il capo e si guardò intorno alla ricerca della sua partner, e la vide quasi subito perché ancora prima di alzarsi si era girata a guardarlo e gli sorrideva accogliente: era una ragazza molto alta, con i capelli che non le andavano oltre le spalle e un’espressione sicura di sé in viso; si affrettò a raggiungere i due adulti al centro della stanza mentre il ragazzo sembrò esitare. Quando anche lui si fu alzato e fu arrivato accanto alla sua partner, il divario in altezza tra loro due fu ancora più evidente: la Sakei aveva una corporatura più imponente delle altre ragazze nella stanza, ma anche il suo partner era molto più magro e basso dei suoi compagni di squadra, rendendo il loro accostamento quasi un fatto di contrasto.
Nana si avvicinò sorridendo dolcemente e prese i polsi dei ragazzi per legarvi attorno il nastro. Anche le loro mani sembravano completamente diverse.
<< La compatibilità non è data da caratteristiche fisiche o estetiche, se ve lo foste chiesti. Si tratta di qualcosa di più complesso, che affonda nelle vostre radici e vi rende soggetti unici, capaci di pilotare nel migliore dei modi quando messi in coppia. Quindi non cercate di arrovellarvi troppo sul perché siate stati scelti proprio per fare coppia con alcune persone, invece di altre. >> Disse Hachi schiarendosi la voce, dopo aver notato lo sguardo quasi terrorizzato del ragazzino di fronte a sé.
La Sakei si mise sull’attenti. << E' un grande onore! Mi prenderò cura del mio partner. >> Esclamò emozionata. Poi con uno sguardo più fiducioso, si voltò verso Kondō e disse:<< E' bello avere qualcuno accanto in questa avventura. >>
Lui annuì con poca convinzione e abbassò lo sguardo per osservare il nastro con cui Nana aveva legato insieme i loro polsi, poi assieme andarono a sedersi mentre gli sguardi dei ragazzi ancora sui sedili li seguivano in silenzio.
<< Continuiamo… >> Disse Nana schiarendosi la voce. << Numeri 351 e 352, Aki Mizuru e Rin Kawakami. >>
Due ragazzi seduti a poca distanza l'uno dall'altra si voltarono all’unisono a guardarsi per un momento prima di girarsi verso i due adulti e alzarsi senza dire una parola; sembravano starsi spingendo a vicenda, ansiosi di fare un passo falso. Avevano lo stesso sguardo, dubbioso, benché gli occhi fossero l'unica cosa dei loro volti a non somigliarsi: quelli di lui erano di un chiaro color nocciola, lei invece li aveva verde smeraldo, come i capelli di entrambi.
<< Devo farvi i miei complimenti: i vostri livelli di compatibilità erano incredibilmente alti! >> Esordì Hachi quando furono di fronte a lui. Il suo sorriso era solare e accogliente, ma forse fu proprio quello a spaventarli, anche se sembrarono alquanto orgogliosi di quel risultato. << Anche se avete già un'ottima compatibilità, mi aspetto che diate il massimo e non vi adagiate sugli allori! >>
<< Sissignore! >> Esclamarono all’unisono, sembrando ancora di più una cosa sola. Nana legò il nastro attorno ai loro polsi congratulandosi con loro e li mandò a sedersi. Anche nelle movenze i due sembravano uguali, con quell'aria guardinga che assunsero prima di riprendere i propri posti sulle panche.
<< Bene, andiamo avanti… >> Disse Nana unendo di nuovo le mani e voltandosi a guardare per un momento tutti i ragazzi nella stanza. Quando poi abbassò lo sguardo sul registro, la sua fronte si corrugò per un attimo e dovette schiarirsi la voce. << Candidato 016, Ryo Sato, e… Candidata 002, Kya Nakamura. >>
I due ragazzini che sedevano in seconda fila alzarono la testa insieme, leggermente distratti. Fu come rivedere due vecchi amici, Nana dovette lottare con l'impulso di andargli incontro e stringerli a sé, chiedendo a quei due di non farla preoccupare più così tanto.
Ci siete mancati, Hiro, Zero Two… Pensò Hachi mentre guardava il sorrisetto inconfondibile di quella ragazza che conobbe mille anni addietro farsi avanti nella stanza, ammirando gli inconfondibili capelli rosa di lei e soffermandosi sugli occhi di smeraldo del ragazzo prodigio che fu l'unico a riuscire a pilotare insieme a lei.
Sembravano loro, eppure non erano loro. Per un momento solo ai due adulti sembrò di essere tornati indietro nel tempo, ma poi tutto riprese a muoversi e i ragazzi si fermarono di fronte a loro. Erano i loro ritratti perfetti per qualche scherzo del destino, ma Kya Nakamura e Ryo Sato erano due persone diverse, dovevano esserlo!
Nana si era fermata al fianco di Hachi e gli stringeva il braccio in una morsa carica di ansia. Pur avendo visto le loro foto nei documenti che gli erano stati spediti, non aveva voluto credere ai suoi occhi finché non li avrebbe visti di persona, e ora erano lì, non c'erano più dubbi!
Rimasero a guardarli come se avessero visto dei fantasmi e ai ragazzi sembrò che li stessero fissando un po' troppo, quando alla fine la donna si decise ad avanzare per legare i loro polsi con il nastro mentre Hachi si ricomponeva e cominciava a parlare.
<< Anche voi… Avete mostrato livelli di compatibilità molto elevati. >> Mormorò rimanendo fisso a guardarli negli occhi. Era come se non fosse passato neanche un istante da quei tempi in cui Zero Two gli lanciava i suoi sguardi di sfida e contestava le sue decisioni per restare assieme al suo darling, e ora era lì che lo guardava con quegli stessi occhi, ma piena di curiosità e allegria, molto meno combattiva. << Ci aspettiamo molto da voi. >> 
Nakamura sorrise in modo esagerato. << Certo! >> Esclamò. << Io e il mio Ryo daremo il massimo! >>
Sato fu strattonato dal movimento della sua partner e ci mise un attimo a rispondere, ma quando lo fece annuì con decisione. Anche le loro voci erano le stesse.
Nel frattempo, Nana stava avendo qualche difficoltà a concentrarsi per legare il nodo. I pensieri si stavano ammassando nella sua mente e cominciavano a spingere per poter uscire e cercare risposte. Che cosa stava succedendo?
Quando finalmente ebbe legato il nastro attorno ai polsi dei due ragazzi, questi sorrisero e si voltarono per tornare a sedersi tenendosi per mano. Quel dettaglio colpì così tanto i due adulti che dovettero entrambi distogliere lo sguardo per non farsi sopraffare dalla malinconia.
<< Andiamo avanti… >> Mormorò Nana con voce tremante, girandosi per andare a prendere il registro che aveva lasciato sul leggio. << Candidato numero 698ζ, Tetsuya Maruyama e Candidata numero 115, Suzuko Sentakami. >>
Erano rimasti in quattro ancora: due ragazzi entrambi molto alti, uno di loro aveva uno sguardo di ghiaccio stampato in volto, mentre l'altro sembrava molto più gentile e timido, e due ragazze minute e dall'aria simile ai due restanti compagni di squadra, una accigliata e l'altra più rilassata con il volto segnato da qualche lentiggine. I due che erano seduti ai lati della stanza alzarono la testa contemporaneamente e si cercarono con lo sguardo prima di alzarsi e dirigersi verso i due adulti. La ragazza era quella con lo sguardo duro, mentre il ragazzo era quello timido; lei bionda, lui rosso, vederli accanto fu come prima con i due ragazzi che si passavano almeno una ventina di centimetri di differenza, solo al contrario. Nana gli sorrise mentre loro le porgevano i polsi, ma non riuscì a sembrargli naturale: dopo l’incontro con gli ultimi due candidati era impallidita di colpo.
Hachi disse:<< Alcuni di voi sembrano conoscersi già, mentre molti probabilmente non vi sarete mai visti prima. Potrete non piacervi all’inizio, forse fallirete anche la connessione diverse volte. All'inizio è normale, stabilire un contatto con un perfetto sconosciuto può essere difficile, ma se dovesse esserci qualsiasi problema potrete sempre venire a parlarne con noi. E’ importante che si risolva ogni tipo di divergenza per il bene della squadra, e per una vostra convivenza più tranquilla. >>
I due ragazzi annuirono con decisione, poi la giovane davanti ad Hachi si portò una mano all'altezza del cuore e parlò con tono sicuro di sé. << Lavoreremo duramente, promesso! >>
Hachi sorrise fiducioso, contento di vedere quella passione in lei, poi li lasciò andare ai propri posti. Alzando lo sguardo, rimase a fissare gli ultimi due candidati che stavano attendendo di essere chiamati, il ragazzo alto con lo sguardo di ghiaccio e la ragazza con le lentiggini.
<< E infine… >> Disse Nana con voce ferma. << Candidato 259δ, Yoshiki Ojizaki e Candidata 903ρ, Naho Fukuda. >>
La Fukuda ci mise un attimo a rispondere; sembrava che si fosse persa nei suoi pensieri e quando si accorse di essere stata chiamata quasi cadde dalla sedia per alzarsi. Alzando la voce, avvertì di stare arrivando.
Nella stanza si sentirono delle risatine sommesse un po' tra tutti i candidati, ma lei non sembrò prestarvi attenzione e si affrettò a raggiungere gli adulti assieme al suo partner, che era rimasto impassibile.
<< Voi due siete gli ultimi. >> Disse Hachi col tono di chi stava per concludere. << Giusto perché non abbiate alcun dubbio, il vostro ordine non è determinato dal vostro valore o dai livelli di compatibilità ottenuti… Quindi non pensate a questa cerimonia come un modo per stabilire le gerarchie. Voi siete tutti uguali per noi e più avanti, sul campo, darete prova di ciò che siete capaci e collaborerete insieme. >>
Nana finì di legare il nastro attorno ai polsi dei ragazzi e questi abbassarono lo sguardo per osservarli un istante, poi la Fukuda alzò la testa e sorrise al suo partner, arrossendo un po'. Ojizaki non reagì, ma non sembrò infastidito da quel gesto e rimase a sostenere il suo sguardo in silenzio con aria di approvazione. Poi fecero un cenno ai due adulti e andarono a sedersi.
I Parasite adesso erano tutti seduti vicini, sembravano già aver cominciato a comportarsi come una squadra, ma sarebbe stato il tempo a mostrarlo. Ora c'erano solo i sentimenti dei due adulti a dargli speranze che forse non avrebbero dovuto lasciar trasparire, almeno non ancora.
Erano tutti fissi a guardare i loro coordinatori, come studenti affamati di conoscenza; qualcuno di loro risaltava in mezzo al gruppo per qualche movimento di troppo, ma l'attenzione era completamente rivolta sui due adulti in fondo alla stanza. Nana prese un bel respiro e cominciò a parlare.
<< Questo è solo il primo passo. Abbiamo voluto tenere questa… Piccola cerimonia per potervi incontrare tutti assieme, ma ci sarà molto tempo per conoscervi tutti quanti più a fondo, e soprattutto voi avrete il tempo per creare legami tra di voi. >> Disse, e riprese fiato. << Non vogliamo che vediate questa come una sorta di "relazione di lavoro", ricordate che per i prossimi due anni voi vivrete assieme, studierete assieme, lavorerete in squadra e noi saremmo veramente felici se tra voi dovessero nascere amicizie ben salde e durature, che possano andare avanti una volta che tutto questo sarà finito… >>
Mentre parlava, Nana si rese conto di essersi allontanata un po' troppo dal discorso. Aveva lasciato parlare il proprio cuore, proiettando verso quei ragazzi ciò che avrebbe voluto che diventassero, ma non poteva aspettarsi tutto questo da loro. Si ricompose e concluse in fretta:<< Da adesso siamo tutti una squadra e lavoreremo insieme per raggiungere un obiettivo superiore. Vi prego di avere fiducia in noi e di andare d'accordo! >>
<< Potrete venire da noi per dissipare qualunque dubbio; questa zona è totalmente sicura, i vostri alloggi sono poco distanti dal quartier generale e lungo il sentiero ci sono tutte le indicazioni necessarie per non perdersi; potete anche esplorare a vostro piacimento il parco. Non abbiate paura di esporre le vostre paure, perché una squadra si forma attraverso i suoi successi, ma anche superando ogni sua più piccola crisi. >> Prese la parola Hachi. << Per adesso potete semplicemente concentrarvi a conoscervi meglio tra voi. Nei giorni successivi seguirete delle lezioni integrate al vostro programma scolastico con l'aggiunta di materie speciali incentrate sul funzionamento della connessione, gli Stridiosauri e tutto ciò che sappiamo su VIRM. Andate nelle stanze che vi sono state assegnate e indossate le divise che troverete lì. Indossatele con fierezza perché da oggi siete il futuro dell’umanità! >> Mentre parlava, Hachi prese sempre più confidenza con quel ruolo e alla fine si ritrovò a parlare fermamente come un vero leader.
Nana fece un cenno chiudendo quel discorso. << Questo è tutto. Potete andare. >>
I ragazzi cominciarono ad alzarsi e avviarsi verso l’uscita. Un leggero mormorio si levò nel gruppetto di adolescenti che si muoveva, poi la Sentakami si voltò di scatto e con uno sguardo quasi ammaliato disse:<< Grazie per l’occasione che ci è stata concessa! Non vi deluderemo! >>
Nana e Hachi sorrisero mostrando di aver apprezzato quella dichiarazione nonostante non ce ne fosse bisogno, quindi rimasero immobili ad osservarli mentre uscivano dalla stanza per la porta da dove erano entrati in precedenza. Finché questa non si fu chiusa, nessuno dei due si mosse dal proprio posto.
Fu Nana a rompere gli indugi quando non si sentirono più suoni provenire dal corridoio oltre la porta.
<< Come ti senti? >> Domandò con un grande sospiro.
<< Mi sembra di essere tornato indietro nel tempo. >> Rispose Hachi senza distogliere lo sguardo dalla porta chiusa, ma concedendosi un leggero sorriso per distendere i nervi.
Nana respirò profondamente e le sue spalle si liberarono di tutta la tensione accumulata. << Già… Tutti quegli occhi sognanti che si aspettano molto da te, e l’ingenuità di una gioventù ancora acerba. >>
<< Me li ricordano molto… Tutti loro. >> Disse lui senza nessun tono in particolare. Nana rimase a pensare a quelle parole per qualche secondo, e alla fine non poté che concordare con lui.
<< Già. >>
Per un po' rimasero in silenzio e nessuno esternò i pensieri che correvano liberi nelle loro menti, ma sia Nana che Hachi sapevano a cosa stesse pensando l'altro: i due giovani che si erano presentati come Kya Nakamura e Ryo Sato. Quando avevano visto le loro foto non ci avevano voluto credere del tutto, ma ora non potevano più far finta di niente: quei ragazzi, per qualche motivo, avevano un collegamento molto speciale con Hiro e Zero Two.
<< Credi che… >>
<< Sia solo un caso? >> Hachi rubò le parole di Nana e le fece sue, ma vi diede anche una rapida risposta. << Non credo che il caso possa andare così lontano… E' tutto troppo perfetto perché sia solo un caso. >>
La schiena di Nana fu attraversata da un brivido gelato e la donna abbassò lo sguardo pensierosa. << Hai ragione… >> Mormorò cupa. Rimasero in silenzio per un po’, poi Hachi, che sentiva il bisogno di dare un senso a tutto quello, riprese a parlare.
<< Deve essere qualcosa di più complesso, qualcosa oltre la nostra comprensione. Non è stato il caso a far incontrare di nuovo Hiro e Zero Two, e di sicuro non può essere questo il motivo dell'aspetto di quei due ragazzi. >>
<< E allora che cosa pensi sia stato? >> Chiese Nana alzando lentamente lo sguardo.
Lui si girò a guardare lontano, pensieroso e con chissà quali pensieri nella mente. << Chissà… >> Mormorò fermandosi a guardare la scatola di legno che aveva portato la sua compagna, ora vuota. << Forse il destino… E' così e basta. E ora noi dobbiamo prenderci cura di quei ragazzi, sia che abbiano qualcosa in comune con loro, sia che si tratti di due bambini completamente diversi! >>
Nana lo guardò con preoccupazion, ma annuì. Aveva ragione, non serviva a niente continuare a farsi quelle domande: quei ragazzi che si erano presentati a loro non erano gli stessi che avevano lottato contro gli alieni mille anni addietro, avevano dei nomi diversi e delle identità ancora tutte da scoprire. Non erano Hiro e Zero Two, ma Kya e Ryo.
   
 
Leggi le 11 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Altro - anime/manga mecha/su robots / Vai alla pagina dell'autore: Altair13Sirio