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Autore: Ellygattina    09/04/2021    0 recensioni
Ormai è risaputo che Mac e Jack farebbero di tutto per portare a termine con successo una missione pericolosa ma questa volta le cose sembrano essere sfuggite un po' di mano...
*Questa storia partecipa all'iniziativa “Easter Advent Calendar 2021” indetta dal gruppo fb Hurt/Comfort Italia - Fanart & Fanfiction.*
(Storia presente anche su AO3 con lo stesso nickname.)
Genere: Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Di lì a poco i terroristi sarebbero partiti verso il confine con il loro carico di armi e Mac e Jack, nonostante il netto svantaggio numerico, furono costretti a intervenire. In teoria i rinforzi della Fenice avrebbero già dovuto raggiungerli da parecchio ma qualcosa era andato storto e i loro bersagli, allertati da chissà chi, cercavano di portare via in fretta tutto ciò che potevano.
Appena ricevuta da Matty la spiacevole notizia che avrebbero dovuto cavarsela da soli ancora per un po', il ragazzo si mise subito al lavoro con i pochi oggetti utili che riuscì a trovare nei dintorni del loro nascondiglio per creare dei diversivi che gli dessero il tempo di sabotare i camion.
Il trucco funzionò, per fortuna, ed era quasi riuscito nell'impresa quando una delle sentinelle si accorse di lui.
Riuscì a metterla a tacere con un paio di colpi ben assestati ma la confusione prodotta da quel breve scontro finì inevitabilmente per attirarne altre proprio mentre Jack, terminato il suo compito e avvicinatosi di nuovo, gli ricordava che avevano pochi proiettili a disposizione. Purtroppo questo non valeva per i terroristi, che chiamandosi l'un l'altro, si organizzarono in fretta per stanare gli intrusi, rischiando più volte di colpirli.

Jack rispose al fuoco finché poté ma alla fine, ormai circondati, non restò altro che affidarsi al corpo a corpo.
Cercando di coprirsi le spalle a vicenda come sempre, ne stesero un buon numero, ma a un certo punto uno dei terroristi, ripresosi all'improvviso, colpì Mac con un poderoso calcio al fianco sinistro facendogli vedere nero per qualche secondo. L'uomo ne approfittò subito per tentare di mandarlo definitivamente al tappeto, ma Jack, giratosi appena in tempo, lo precedette per un soffio.
«Tutto bene?» domandò preoccupato all'amico, notando la sua espressione.
«Sì» mormorò lui, sbattendo velocemente le palpebre per schiarirsi la vista.
«Sicuro?» insistette l'ex soldato, poco convinto, già pronto a prenderlo al volo se avesse perso l'equilibrio.
Il più giovane gli sorrise rassicurante per poi riportare in fretta la sua attenzione sul loro obiettivo. Alcuni avversari, approfittando di quell'attimo di distrazione, erano infatti riusciti a raggiungere gli ultimi due camion ancora funzionanti e stavano mettendo in moto.
Dovettero quindi tornare di corsa all'auto che li aveva portati fin lì, cercando di non perderli mai di vista. Quella zona così vicina al confine era davvero l'ideale per la fuga e non potevano rischiare che riuscissero nel loro intento.
Stranamente Mac, una volta sistematosi sul sedile del passeggero, si voltò verso il finestrino senza più dire una parola ma Jack, almeno all'inizio, lo lasciò fare senza preoccuparsene più di tanto. Succedeva spesso, in fondo, da quando l'amico si era messo in testa di ritrovare suo padre e l'ex soldato sapeva ormai che in quei momenti scandagliava ogni ricordo in suo possesso alla disperata ricerca di eventuali indizi che gli fossero sfuggiti.
Con un lieve sospiro, si concentrò sulla strada piena di bivi e curve per non perdere di vista i camion, augurandosi che i rinforzi li raggiungessero presto. Un inseguimento da quelle parti era davvero problematico e sentiva la mancanza degli strani aggeggi di Mac, che con ogni probabilità sarebbero riusciti, chissà come, a facilitargli il compito.
«Ehi, amico... non credi che sarebbe ora di costruire qualcosa per non mandare a monte la missione?» lo richiamò a un certo punto, dopo aver evitato per un soffio di girare dalla parte sbagliata all'ennesimo bivio.
Non ricevette risposta e la cosa lo insospettì parecchio. Di solito bastavano frasi del genere o una virata un po' brusca per riportarlo al presente e la cosa non gli piacque affatto. Lo chiamò ancora un paio di volte scuotendolo leggermente per una spalla appena poté ma il ragazzo rimase inerte. Sempre più preoccupato, gli appoggiò due dita sul collo riprendendo a respirare solo quando riuscì a cogliere il battito. Era più rapido del normale ma ancora presente, per fortuna.
Mentre combatteva tra il senso del dovere e l'impulso di fermarsi a controllare meglio Mac, gli arrivò alle orecchie la voce di Matty.
«Vuoi dirmi che i rinforzi stanno per raggiungerci, vero?» la interruppe subito con impazienza.
«Sì, ma...»
«Bene. Allora posso fermarmi» disse Jack sollevato nel vedere un punto di sosta poco più avanti. Aveva appena captato il rumore di un elicottero in avvicinamento e la conferma della donna che non fossero altri guai aveva subito messo fine alla sua lotta interiore.
«È successo qualcosa? Che avete combinato questa volta?» domandò lei, sforzandosi di sembrare severa per nascondere la preoccupazione. Non era un buon segno una simile agitazione da parte dell'ex soldato, soprattutto perché non aveva ancora sentito la voce di Mac.
«Perché dovrebbe essere sempre colpa nostra?» protestò seccato l'uomo, che nel frattempo era riuscito a raggiungere lo slargo e stava facendo voltare delicatamente l'amico nella sua direzione.
Emise un mugolio infastidito quando lo costrinse a girarsi ma non si diede nemmeno la pena di aprire gli occhi e Jack, guardando il suo volto pallido e sofferente, non riuscì a capire quale fosse il problema. Non gli sembrava fosse stato raggiunto da un proiettile vagante e per fortuna i terroristi non avevano tirato fuori coltelli durante lo scontro nello spiazzo dei camion...
«Jack...» lo richiamò Matty irritata dopo qualche secondo di silenzio, pretendendo una risposta.
A quel punto il soldato si arrese e le raccontò brevemente cosa fosse successo mentre tastava con delicatezza l'amico in cerca di indizi. Lo sentì sussultare quando toccò un punto sul fianco sinistro e sollevando i vestiti vide un grosso livido che fece tornare tutti i pezzi al loro posto.
«Non ci credo, Mac... Come ti è venuto in mente di non dirmelo?» disse in tono lievemente sconsolato. Una parte di lui sapeva che avrebbe dovuto arrabbiarsi parecchio con il suo partner ma al momento riusciva solo a pensare, agghiacciato, alle troppe manovre brusche che aveva fatto per tutto quel tempo senza sospettare nulla. A questo punto era probabile che fosse colpa sua se il ragazzo era in condizioni potenzialmente molto gravi e dovette scuotere con decisione la testa per scacciare i terribili scenari che vi si susseguivano. La cosa più importante da fare adesso era chiamare i soccorsi, augurandosi che arrivassero presto.
Dopo aver informato Matty della scoperta, telefonò agitato al numero di emergenza, seguendo le istruzioni dettate dalla donna che gli rispose. Avrebbe voluto fare ben altro ma si limitò a coprirlo con la sua giacca per non fargli prendere freddo e tenere d'occhio battito e respiro mentre attendeva sulle spine l'arrivo dell'ambulanza.
Per fortuna Mac non fece altri scherzi e Jack, osservando la sua espressione, cominciò ad accarezzargli la fronte sudata e sussurrargli parole di incoraggiamento. Era consapevole che con ogni probabilità non le avrebbe sentite ma in momenti come quello non riusciva a sopportare il silenzio.
Dopo lunghi minuti vide arrivare l'ambulanza e ben presto fu costretto a spostarsi per consentire ai medici di fare il loro lavoro. Avrebbe voluto restare al fianco dell'amico ma non era possibile e rimase quindi a guardare con il fiato sospeso, a una certa distanza, le manovre per estrarlo dalla macchina senza fare ulteriori danni e le valutazioni del caso. Si sentì uno stupido ad ammettere di non essersi accorto di nulla fino a poco prima ma il suo interlocutore non fece commenti, limitandosi a raggiungere i suoi colleghi dopo avergli promesso che avrebbero fatto tutto il possibile.
Jack sospirò e rimase faticosamente al suo posto a seguire l'andamento della visita, augurandosi che la situazione non fosse poi così seria.
Per fortuna le sue speranze non vennero deluse, anche se i medici avrebbero dovuto comunque ricoverare Mac per controllare l'evolversi della situazione. Per come si erano svolti i fatti, però, era stato decisamente fortunato e Jack non poté trattenere un sospiro di sollievo a quelle parole, andando verso l'ambulanza con il cuore più leggero mentre ringraziava tra sé chiunque l'avesse protetto dalle sue manovre azzardate.
Nel frattempo la Fenice, a detta di Matty, era riuscita a catturare i terroristi e recuperare le armi senza problemi, alleggerendo anche il suo senso di colpa per aver abbandonato la missione. Non che fosse pentito della sua scelta, ma temeva di sapere per quale motivo il suo partner avesse corso un rischio del genere e non voleva rendere vani i suoi sforzi.
Finalmente più tranquillo, si sedette al suo fianco sul mezzo osservandone il volto seminascosto dalla maschera per l'ossigeno finché l'arrivo al pronto soccorso non lo costrinse a lasciarlo andare.
Contrariamente al solito, non dovette aspettare molto per ottenere il permesso di vederlo e questo era un altro buon segno. Non aveva capito granché della spiegazione del medico che era venuto a dargli notizie ma anche solo da questo non era difficile intuire che l'amico si sarebbe ripreso presto.
Una volta rimasto solo con lui, gli prese delicatamente una mano come faceva sempre, riflettendo intanto su cosa dirgli quando si fosse svegliato. Mai come quel giorno ci sarebbe stato bene un rimprovero e sperò di riuscire nel suo intento senza farsi bloccare dalla sua espressione fin troppo abile a smontarlo in certi momenti decisamente inopportuni.


Mac non avrebbe saputo dire quanto tempo fosse passato quando si svegliò ma capì subito di non essere più in macchina. Si guardò intorno confuso e vide Jack al suo fianco che lo guardava in modo strano. Riconobbe nel frattempo una stanza di ospedale e non poté fare a meno di assumere un'espressione leggermente colpevole. Sapeva che il suo partner si sarebbe arrabbiato quando avesse scoperto cosa gli stava nascondendo ma non poteva permettere che si preoccupasse per lui quando la vita di chissà quante persone dipendeva dall'esito della loro missione. Gliel'avrebbe detto una volta sicuro di aver terminato il suo compito ma non aveva calcolato il dolore di una probabile frattura alle costole durante un inseguimento a tutta velocità su una strada simile. Girato verso il finestrino per non mostrare all'amico la sua sofferenza, più volte era stato in realtà sul punto di chiedergli almeno di rallentare ma alla fine si era sempre trattenuto, cercando invece di limitare i danni come poteva. Purtroppo la respirazione meno profonda aveva presto iniziato a mostrare i suoi effetti, regalandogli un mal di testa e una stanchezza che non era riuscito a contrastare come avrebbe voluto. Dall'espressione di Jack era chiaro che sapesse tutto e si preparò a sorbirsi la predica con un lieve sospiro.
«Come ti è venuto in mente di dirmi che stavi bene? Di sicuro sapevi che sarebbe stato pericoloso!» lo sgridò infatti, sforzandosi di tenere basso il tono della voce.
«Lo sai che non potevamo fermarci... A proposito, com'è andata a finire la missione?» si giustificò stancamente, ricordandosi all'improvviso di quel particolare.
«I rinforzi ci hanno raggiunto appena in tempo e li abbiamo presi» rispose brusco Jack, spazientito dalla poca importanza che l'amico continuava a dare a se stesso. «Ti rendi conto dello spavento che mi hai fatto prendere? Rischiavi di morirmi di fianco e nemmeno lo sapevo!» aggiunse poi con rabbia.
«Scusami, non avevo intenzione di arrivare a tanto» disse sinceramente Mac. «Non ero più molto lucido a un certo punto e devo essermi addormentato senza accorgermene.»
Per tutta risposta il suo partner sbuffò frustrato, sentendo svanire fin troppo rapidamente, come al solito, la rabbia nei suoi confronti. Era da quando avevano fatto amicizia che quello sguardo dispiaciuto lo metteva in seria difficoltà e al momento era chiaro che l'amico stesse facendo un grosso sforzo anche solo per tenere gli occhi aperti. Probabilmente non avrebbe resistito ancora a lungo al potente antidolorifico che gli scorreva nelle vene e decise di dargli tregua.
«Non credere che sia già finita ma vedi di riposare adesso» borbottò alla fine facendolo sorridere.
«Grazie, Jack. Mi dispiace davvero» sussurrò il ragazzo, con gli occhi già semichiusi, mentre cercava una posizione più comoda.
«Dormi tranquillo» lo esortò con un sospiro l'ex soldato guardandolo intenerito. Avrebbe dovuto lavorarci su questo problema con lui ma per il momento gli avrebbe concesso il meritato riposo.


Prompt: Costole


Angolo autrice:
Ciao a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! Spero che la storia vi sia piaciuta e che mi farete sapere che ne pensate, se vi va. Grazie intanto per il tempo che mi avete dedicato anche solo leggendo. <3
Come ho accennato nell'introduzione, la fic partecipa all'iniziativa “Easter Advent Calendar 2021” indetta dal gruppo fb Hurt/Comfort Italia - Fanart & Fanfiction. Mi raccomando, ringraziate anche l'admin se la storia vi è piaciuta, perché senza di lei non sarebbe probabilmente mai nata. ;)
Se a qualcuno interessa, ho fondato tempo fa un gruppo facebook principalmente su Fairy Tail ed Edens Zero, ma anche sugli anime e manga in generale. Se volete conoscere altri fan di queste bellissime opere, saremo ben felici di accogliervi qui (attenzione ai possibili spoiler se non seguite le scan online però, anche se cerco di stare attenta). Vi aspettiamo numerosi! :)
Penso di non avere altro da aggiungere, quindi per ora vi saluto augurandovi una buona serata.
Bacioni e alla prossima!
Ellygattina


P.S: Una mia amica ha fondato tempo fa un gruppo facebook dedicato a Mac e Jack. Passate a trovarci a questo indirizzo, se anche voi amate questa coppia! ;)

  
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