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Autore: lisi_beth99    10/04/2021    0 recensioni
Il matrimonio tra James Rauner e Isabel Bledel assume una piega molto spiacevole quando lo sposo viene ucciso proprio al momento dello scambio delle promesse. Sarà compito dell'Intelligence scoprire chi è stato e perché. Inizialmente si cercano i moventi nella vita politica della vittima, ma forse la pista è quella sbagliata...
Nel frattempo, la relazione tra Alex e Jay vedrà un cambiamento importante.
AVVERTIMENTO! Questa storia è il seguito di "Nothing will drag you down - L'attentato"
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jay Halstead, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1


Era ormai arrivato dicembre, il clima di Chicago si era fatto molto più pungente e ventoso. Quell’anno aveva già nevicato quattro volte e i cumuli di neve venivano accatastati ai lati delle strade. Camminare per le strade era quasi impossibile in alcuni punti; come sempre la gente si lamentava ma nessuno faceva nulla di concreto.

Alex lavorava come segretaria dell’Intelligence da ormai tre mesi. In quel periodo aveva assistito a scene che aveva preferito dimenticare; cose che era bene non raccontare a nessuno. In quei mesi aveva scoperto cosa distinguesse quella squadra dal resto del dipartimento di polizia.

Una volta era scesa nel garage assegnato esclusivamente all’Intelligence, quello in cui era stata un’unica volta quando avevano catturato suo padre, Danny O’ Brian. All’epoca non si era soffermata molto sul fatto che ci fosse una gabbia in metallo con solo una panca al suo interno. Ma quella volta aveva afferrato il senso e aveva pensato bene di fingere di non aver visto. Arrivata in fondo alla scala che dal suo ufficio portava direttamente in garage si era trovata davanti ad un Voight più incazzato del solito che colpiva con una spranga un sospettato mentre Dawson e Ruzek tenevano fermo quell’uomo. Fece dietrofront e tornò alla sua scrivania senza accennare al fatto. Qualche giorno dopo il sergente l’aveva chiamata nel suo ufficio e l’aveva praticamente intimata di non rivelare mai come venivano gestite certe questioni in quell’unità. – Non so che tipo di persona creda che io sia, sergente, ma le posso assicurare che quello che ho visto o vedrò non uscirà mai dalla mia bocca! Se per far parlare qualcuno andate giù pesanti non è un mio problema. Non approvo il metodo ma sono l’ultima a poter parlare. Detto ciò – si alzò dalla sedia su cui era seduta – torno al mio lavoro. – ed uscì dall’ufficio.

Hank Voight non l’avrebbe mai confessato, ma l’idea di assumere quella ragazza come segretaria si era rivelata una grande idea. Era un valore aggiunto a cui avrebbe faticato a fare a meno. Una cosa che apprezzava di Alex era la schiettezza con cui si rapportava con il resto della squadra, Hank incluso. Diverse volte aveva colto qualche cosa che agli altri era sfuggito per quanto riguardava un caso e non aveva mai mancato occasione di farlo notare. A volte risultava quasi insolente ma si vedeva che era così sciolta solo perché si sentiva come a casa, quindi nessuno aveva mai dato peso alla cosa, anzi ci ridevano su.

Quella sera Jay l’aveva invitata a cena fuori, cosa abbastanza rara visto che entrambi amavano molto il cinese sotto casa del detective.
Stavano finendo di mangiare il dolce quando lui tastò nella giacca appoggiata sul suo schienale e ne tirò fuori un astuccio di forma quadrata di colore nero, con delle rifiniture dorate. Ad Alex quasi si incastrò il boccone in gola accorgendosi che era una di quelle scatolette porta anelli.

Jay sembrava molto convito di quello che stava facendo – Alex, ormai sono praticamente sei mesi che ci frequentiamo. E tu passi quasi ogni notte a casa mia quindi, perché non rendere ufficiale la cosa? – aprì il cofanetto rivelando che al suo interno vi era poggiata una piccola chiave argentata con un brillantino viola incastonato proprio sotto all’anellino in cui passava una catenina. – Che ne dici di lasciare il tuo appartamento e trasferirti da me? -.

Quella proposta, fatta in quel modo, le rese lucidi gli occhi. Non se l’aspettava ma l’idea la elettrizzava. Era già da un po’ che rifletteva su quella possibilità, solo che non aveva ancora trovato modo di parlarne con lui. – Certo! – esclamò lanciandosi verso Jay per lasciargli un bacio sulle labbra – è un’idea fantastica! – estrasse la collanina dalla scatoletta e la allacciò dietro al collo. – Ti amo! – si lasciò scappare in preda alla gioia.

Si bloccò rendendosi conto di cosa avesse appena detto. Quella era la prima volta che quelle parole fossero pronunciate. Nessuno dei due si era mai lanciato nell’esprimere a parole quello che si dimostravano tutti i giorni… -Ti amo! – le fece eco lui accarezzando una guancia leggermente arrossata di Alex.

Inutile dire che quella notte non dormirono molto.

-*-

Il giorno seguente, al lavoro, si comportarono come al solito. Avevano deciso di tenere la notizia per loro, per nessuno sarebbe cambiato nulla e preferivano non doversi subire le battutine che già immaginavano Adam avrebbe avuto in serbo per loro.

A pranzo poi, Alex si vide con Mady per organizzare il matrimonio. Come damigella d’onore (Madison l’aveva quasi implorata) Alex avrebbe dovuto occuparsi più che altro di supportare la sposa, dato che la sua amica aveva già pianificato tutto, persino il colore delle tovaglie.

-E così te l’ha chiesto?! – era euforica vedendo la piccola chiavetta che pendeva al collo della sua migliore amica – Cosa sarà? Un cristallo di ametista? – chiese avvicinandosi per esaminare meglio il gioiello. Alex si ritrasse un po’ infastidita – Non lo so e non mi interessa! Mi piace punto e basta! – poi si accorse dello sguardo di Mady, gli occhi scintillavano di felicità – Che c’è? – chiese un po’ irritata la ragazza. – Lo ami, non è così? – la futura sposa era tornata l’amica che Alex adorava, quella carina e per nulla viziata. – è così. – confessò senza distogliere lo sguardo da Madison – Mi fa stare bene, mi fa ridere e con lui sento di poter essere sempre me stessa. Stare fra le sue braccia mi fa sentire a casa… - l’altra allargò il sorriso – Ti luccicano gli occhi, lo sai? Non ti avevo mai vista così felice e serena. Sono davvero contenta per te, tesoro! –

Il resto del tempo lo passarono a parlare del matrimonio. La data era stata fissata per il 6 di giugno, così avrebbero avuto ancora molto tempo per i preparativi. Madison aveva assunto una wedding planner (che sorpresa eh?!) che si sarebbe occupata di tutti i preparativi. Alex ascoltava con mezz’orecchio quello che le stava dicendo l’amica, continuava a giocherellare con il ciondolo a forma di chiave mentre pensava a come portare tutte le sue cose nell’appartamento di Jay.

-Mi stai ascoltando?! – domandò Madison sventolando una mano davanti al viso dell’altra – Devi accompagnarmi a trovare il vestito, Alex! E dobbiamo iniziare il prima possibile. Voglio fare il giro di tutte le boutiques presenti a Chicago e nei dintorni. -. L’altra sbuffò in tono di disappunto – Dobbiamo farle proprio tutte?! Hai almeno qualche idea di come lo vorresti? – purtroppo per lei, la sua cara amica era una persona impossibile quando si trattava di vestiti, scarpe e appartamenti. Decidersi per Mady era quasi una sfida impossibile e spesso Alex aveva dovuto minacciarla di scegliere o trascinarla fuori a forza dal negozio – Zac dice che starei benissimo in qualunque cosa, ma lui è un uomo… non fa testo! – rispose Mady facendo un cenno vago della mano – Io sarei indirizzata verso uno stile fiabesco. Sai no? Gonne ampie e piene di tulle, corpino a cuore e ricamato di piccole pietre gioiello… Sarebbe meraviglioso… - aveva assunto uno sguardo trasognante; poi tornò sulla terra – Ma preferisco provare anche altri modelli per trovare quello che mi starà meglio. Voglio essere perfetta quel giorno! –

Ad Alex scappò un sorriso. Le visite agli ateliers sarebbero state lunghe e difficili, già se lo immaginava. Ma avrebbe fatto qualunque cosa per vedere la sua amica felice.

-*-

Tornata in ufficio si lasciò scivolare sulla sua sedia girevole emettendo un leggero sbuffo. Nella stanza non c’era nessuno. Jay apparve in quel momento dalla sala svago – Com’è andato il pranzo? – Alex gli lanciò uno sguardo che valeva più di mille parole – Adoro Mady, ma credo che questo matrimonio mi farà impazzire. Hai idea di tutte le cose che vuole preparare?! La sua wedding planner vuole addirittura trovare un qualcosa da regalare ad ogni ospite, un segno per ricordarsi dell’evento! Che fine hanno fatto le semplici bomboniere con i confetti?! – aveva preso a gesticolare come suo solito quando si infervorava. Quando si accorse che l’uomo la stava fissando con uno dei suoi splendidi sorrisi, si scocciò ancora di più – Che c’è? Perché ridi? – domandò con una punta di fastidio nella voce. Lui scosse il capo ancora più divertito – Nulla. È solo che sei carina quando ti fai prendere da qualcosa. Sembri una bambina… - lei rimase a fissarlo, immobile, per qualche secondo. Poi incrociò le braccia al petto – Non mi sembra un grande complimento. – disse atona, mantenendo lo sguardo negli occhi di Jay. Il detective si abbassò per lasciarle un bacio sulle labbra ma lei afferrò una cartellina che aveva sulla scrivania e la frappose fra le loro labbra. – Non mischiamo il lavoro con la nostra vita. Specialmente ora che andremo a convivere. – era categorica su quel punto. Non voleva che i possibili problemi di coppia potessero interferire con il lavoro dell’Intelligence e viceversa. Jay non poté replicare perché si sentì la voce di Voight provenire dal fondo delle scale.

In pochi secondi il sergente fu nell’ufficio dell’Intelligence. Jay si era già allontanato dalla scrivania di Alex, così come la giovane si era già messa davanti al monitor del computer a controllare le ultime notizie sul caso che la squadra stava seguendo in quei giorni.

Hank si bloccò per un secondo trovando l’ufficio pressoché vuoto – Dove sono tutti? – chiese con il solito tono di voce. Alex distolse lo sguardo dalle e-mails che erano arrivate alla casella di posta elettronica della squadra – Kim e Kevin stanno indagando su una possibile pista. – Halstead prese la parola subito dopo – E Adam e Antonio sono andati a trovare un informatore che potrebbe sapere qualcosa sulla partita di droga tagliata male. Hailey non so dove sia. -. Il sergente li guardò per un solo istante – Lei è andata ad interrogare una possibile testimone all’ospedale. – a grandi falcate raggiunse il suo ufficio.

Di lì a poco rientrarono tutti. Portando le poche e confuse notizie che avevano raccolto. Nell’arco del pomeriggio, però, riuscirono a trovare qualcosa di utile e fecero un arresto.

Il cellulare di Alex vibrò sulla sua scrivania, controllò di chi fosse il messaggio e sorrise divertita quando vide che era Mady che la minacciava di non rifornirla più di vino se quella sera non fossero andate a bere qualcosa al Molly’s; citando le sue testuali parole “Ti taglio le scorte se non mi porti in quel locale di cui mi parli sempre! Oggi non abbiamo approfondito la questione casa! Il matrimonio mi sta già divorando l’anima…”. Quella donna era una grandissima regina del melodramma.

-*-

L’Intelligence fu in grado di chiudere completamente il caso della partita di droga tagliata male, che aveva causato la morte di ben 13 giovani vite, solo dopo le nove di quella sera. Tutti furono lasciati liberi di andare a rilassarsi e decisero di andare a festeggiare, come spesso accadeva, al Molly’s. Alex aveva ottenuto il permesso di andarsene già tre ore prima; essendo tecnicamente un’impiegata non era necessario che rimanesse per guardare gli altri redigere i loro rapporti. Colse l’occasione per rubare l’auto a Jay e scappare a casa sua (ancora per poco) per prepararsi all’uscita con Madison.

Mentre trasmettevano il giornale radio delle 20, la giovane si trovava nuovamente seduta al volante del SUV diretta al Molly’s. Spense il motore dopo una ventina di minuti e si affrettò ad entrare nel locale; le temperature a Chicago erano sempre più basse, erano alcuni anni che non raggiungevano picchi così.

Si accomodò in un tavolino verso il centro del bar, difronte al bancone dove Cruz, uno dei vigili della caserma 51 l’aveva già notata e salutata con un rapido cenno della mano.

Madison apparve sulla soglia dopo un po’, le ci volle un secondo per individuare la sua amica che spiccava fra tutti per il suo abito completamente fucsia. Si avvicinò ad Alex cominciando a ridere – Non hai mica paura di passare inosservata tu?! – la salutò con due baci sulle guance e si sedette di fronte all’altra.

Quando entrambe ebbero avuto il loro bicchiere di vino davanti al naso, Mady fissò negli occhi l’altra – Allora, hai intenzione di darmi più particolari riguardo al trasloco o continuiamo a parlare di cose a vanvera? – ad Alex si accese una scintilla di gioia nello sguardo – Sono felice! Non saprei che altro dirti… - all’amica scappò una risata gracchiata – Tesoro! Questo lo vedo! Ma voglio più particolari. Quando ti trasferisci? Ad esempio… -.

La castana giocò un po’ con il bicchiere, guardando il liquido spostarsi da una parte all’altra, - Appena arrivo a casa mi metto ad inscatolare la mia roba. Mi ci vorrà poco visto che non ho praticamente nulla. Poi inizieremo a spostare le cose più pesanti… Penso che entro settimana prossima potrò già smettere di usare quell’appartamento. Penso che Jay avesse calcolato tutto, perché dovrei pagare l’affitto fra dieci giorni… - Madison appoggiò il mento sul palmo delle mani – Certo che è proprio adorabile. E tu ancora non me l’hai presentato! – mise un finto broncio che lasciò del tutto indifferente l’altra. – Non c’è stata occasione. Vedi di non farne una questione di stato! – Alex bevve l’ultimo sorso di vino e fece cenno ad Otis di portarne un altro ad entrambe.
   
 
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