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Autore: LadyHeather83    10/04/2021    3 recensioni
Adrien e Marinette si sono sposati. Hanno una bella casa, un lavoro entrambi alla Maison Agreste e tre figli: Louis, Emma e Hugo, e anche il tanto agognato criceto.
Un equilibrio stabile, che verrà sconvolto dal ritorno di un nemico che credevano sconfitto.
Terza parte della serie ENSEMBLE CONTRE LE MONDE . Long precedenti BEST FRIENDS e LE ALI DELLA FARFALLA.
Genere: Azione, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Gabriel Agreste, Lila, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Papillon
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ensemble contre le monde'
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Il ritorno di Papillon

*

Capitolo 10

*

Lila Rossi iniziò a spogliarsi e a gettare vestiti e biancheria un po’ dove le capitava in giro per casa, un piccolo appartamento situato in un quartiere malfamato, dove le sirene della polizia e il continuo via vai di ambulanze faceva da sottofondo oltre alle urla e schiamazzi dei vicini non proprio raccomandabili.

A volte si potevano udire degli spari, forse qualche regolamento di conti, e non era raro che la polizia passasse ad interrogarla.

Se la trovava in casa.

Era tornata a Parigi qualche mese fa, ma di dirlo ai suoi genitori non se ne parlava, infatti, nell’ultima telefonata fatta a sua madre la settimana scorsa, aveva detto di essere ancora impegnata nel suo volontariato in India, quando era già atterrata nel paese che le aveva dato i natali.

L’appartamento, o come lo chiamava lei il tugurio, era composto da tre stanze piccole, buie che odoravano di muffa e di chiuso, il muro era rivestito da dei listelli di legno, non proprio nuovi, anzi doveva stare attenta a non attaccarsi per non rovinarsi i vestiti costosi che indossava.

Nell’ingresso c’era un attaccapanni e poi di lato della porta, iniziava la penisola della cucina.

Un divano a due posti di pelle invecchiata dall’odore nauseabondo, forse qualcuno lo aveva usato come latrina, o per pisciarci dentro o per vomitarci stando alle macchie di colore indefinito che affioravano sulla superficie di alcantara, era stato messo per coprire un buco nel muro.

Al centro della stanza c’era un tavolo rotondo marrone, anche quello logoro, con sopra un piccolo vaso di cristallo e un fiore secco, vicino, ci aveva gettato con noncuranza la spilla della farfalla, come se quella non fosse un oggetto prezioso a cui prestare la massima attenzione.

Infine, l’appartamento era dotato di una camera da letto, con un armadio a due ante e un letto matrimoniale, con bagno annesso, se quello si poteva chiamare bagno.

L’unico modo per togliersi da dosso quella sensazione di fastidio e sconfitta, era fare un bel bagno caldo e rilassante.

Magari a lume di candela e con in mano un buon calice di rosso.

Immerse il suo corpo nell’acqua profumata e schiumata di rosa selvatica, stando attenta a non far fuoriuscire il liquido dalla vasca, poi a pulire avrebbe dovuto pensarci lei, e non le governanti che era solita avere.

Sorseggiò sensuale quel liquido rubino, mentre tramava la prossima mossa facendosi cullare dalle bolle dell’idromassaggio.

Almeno quel lugubre luogo aveva quel confort, quando funziovana.

Il piano per rovinare Gabriel Agreste stava prendendo forma, non aveva avuto molta fortuna con Alya Cesaire, ma infondo era prevedibile, la giornalista è molto amica di Marinette e Adrien, non andrebbe mai incontro i suoi principi morali.

Anzi, con molta probabilità, erano già a conoscenza da quanto appreso dalla reporter.

Bene, non aspettava altro.

Se Marinette e Adrien, non sapevano che Gabriel vestiva in passato i panni di Papillon, probabilmente ora ne staranno discutendo apertamente e a pochi giorni dalla sfilata del secolo, un allontanamento, è la cosa che ci vuole per far naufragare la carriera della Dupain-Cheng.

In caso contrario, i sospetti che ha sui coniugi Agreste, potrebbero ritenersi fondati, ma sempre con il senno di poi.

Marinette e Adrien potrebbero essere Lady Bug e Chat Noir.

Quell’imbranata una super eroina? Ma fatemi il piacere.

Lila si passò un dito sulle labbra, ormai il sapore di Adrien, era svanito e sostituito con il gusto più forte del vino.

Peccato!

Era stato bello finchè era durato.

Quei baci, quei tocchi. Da quanto un uomo non la toccava con tanta riverenza, forse nessuno lo aveva mai fatto.

Quando si fa del sesso occasionale è così.

Non c’è amore, non c’è affetto. Solo sesso.

Puro sesso selvaggio, solo per sfogare un istinto.

Invece con Adrien era stato diverso, e non erano nemmeno andati al sodo.

Presto sarai mio.

*

Gabriel e Nathalie continuavano a guardare i filmati di sorveglianza in cerca di qualche indizio che gli facesse scoprire chi aveva rubato la spilla della farfalla.

Quella del pavone non era stata nemmeno toccata, sembrava che al ladro non conoscesse il potere di entrambe la spille combinate insieme.

Forse pensava che quella della farfalla fosse la più potente di tutte, oppure semplicemente voleva sottrarre qualcosa al proprietario.

“Niente!” Imprecò battendo i pugni sulla scrivania bianca e facendo sobbalzare il monitor, la tastiera ed il mouse.

“Dobbiamo dirglielo.” Suggerì Nathalie affranta.

Gabriel si sistemò gli occhiali sul naso e si diresse verso la porta finestra, osservò ancora una volta il via vai di macchine e persone che percorrevano la strada.

Non era un’arteria principale, quindi di solito poco trafficata, ma i lavori alla strada vicina faceva deviare il traffico in quella direzione.

Alcuni curiosi fotografavano la residenza, i turisti per altro, che riconoscevano quella dimora come la casa del famoso stilista Gabriel Agreste.

Per questo era solito a tenere tende pesanti sulla finestra che rabbuiavano le stanze, e nel giardino che la delimitava, le siepi erano alte.

Sperava di tenere a bada i più curiosi, ma si sbagliava.

Per fortuna Adrien e Marinette abitavano un po’ più distanti dal centro, in una zona tranquilla e non di passaggio, almeno così la loro privacy sarebbe stata al sicuro, anche se non mancavano paparazzi appostati in cerca di uno scoop.

“Domani c’è la sfilata, non possiamo distrarli così.” Deglutì il nulla, e l’unico sapore che attraversò la gola era quello del caffè appena trangugiato. “…appena sarà terminata e con il dovuto successo, glielo comunicherò”.

“Hai qualche sospetto?” Chiese avvicinandosi di più mettendogli le mani sulle spalle ed appoggiando il viso sulla schiena.

“Spero di sbagliarmi”.

“Lila Rossi?” Osò fare il suo nome.

Mmm…” Un mugugno che sembrò significare si.

“E’ passato molto tempo ormai dall’ultima vola che l’abbiamo vista, pensi che sia tornata dopo anni per vendicarsi?”

“Il quasi incidente di Hugo e il furto del miraculous, non può essere una coincidenza, o che faccia pensare a lei, e poi come avrebbe fatto? Incantesimi?”

Gabriel sciolse quella posa ed iniziò a camminare su e giù per lo studio con aria pensierosa, le braccia le tenne dietro la schiena.

“L’ho tenuta d’occhio in questi anni” Esordì lo stilista facendo inarcare un sopracciglio alla moglie “…conosco la sua mente instabile e manipolatrice. Quando ero Papillon la sentivo, sentivo la sua rabbia, la sua frustrazione, il suo non essere considerata da nessuno l’aveva portata a farsi molti nemici per il suo carattere. Quella ragazza è in cerca di attenzioni.” Ancora qualche passo prima di voltarsi e guardare Nathalie con uno sguardo sadico “…ma si è messa contro la famiglia sbagliata, e se oserà solo fare del male ad Adrien e Marinette, dovrà vedersela con me.”

“Pensi userebbe tuo figlio o la sua famiglia per vendicarsi di un fatto accaduto più di vent’anni fa?” Nathalie si versò la camomilla che di solito assumeva prima di coricarsi.

Gabriel abbassò lo sguardo e il riflesso delle lampade al neon colpì le lenti degli occhiali da vista schermandoli.

“Chi lo sa cosa potrebbe fare una mente malata.”

“Più che altro mi sto chiedendo come abbia fatto ad ingannarmi” Nathalie si portò due dita al mento.

“Lo sai che è stata in Africa? Quel continente e le sue popolazioni nascondono oscuri segreti, stregoni e sciamani delle tribù indigene conoscono cose che noi non possiamo immaginare, avrà usato senz’altro qualche fungo allucinogeno o roba simile.”

La donna sorseggiò della camomilla e tenne per qualche istante la tazza ancora calda e vuota tra le mani, non faceva freddo quella sera, erano le supposizioni del marito che le stavano facendo venire i brividi.

“Mi chiedo perché agire adesso, dopo tutto questo tempo”.

Gabriel si massaggiò il mento con due dita “Una femmina incazzata e ferita è molto pericolosa, se ha giurato vendetta nei miei confronti sicuramente troverà un modo per colpirmi. Quello dell’altro pomeriggio potrebbe essere stato solo un avvertimento.”

“Io comunque continuo ad insistere perché ne parli con Adrien e Marinette, soprattutto lei, ha il diritto di sapere che Nooro è stato rubato.” Lo disse mentre metteva in un vassoio di argento il servizio di porcellana.

Lo stilista sospirò, sperava di poter risolvere quella faccenda da solo e senza mettere in mezzo figlio e nuora.

*

Lila Rossi si era alzata di buon mattino, anzi diciamo pure che non aveva dormito per niente.

Aveva passato la notte a vomitare l’intera bottiglia di rosso che si era scolata mentre faceva il bagno, pensava e ripensava al piano da mettere in atto e per poco non era affogata.

Molti lo avrebbero voluto.

Molti avrebbero voluto leggere della sua prematura scomparsa sui vari necrologi dei quotidiani e i più scettici, o quelli che la conoscevano bene, avrebbero sicuramente storto il naso e pensato che aveva inscenato la sua morte.

Chissà cosa avrebbe scritto Alya a riguardo, si sarebbe occupata lei di redigere l’articolo, oppure avrebbe incaricato qualche suo subordinato di scrivere giusto qualcosa?

Si era buttata sul letto sfatto, nuda, con solo una vestaglia di seta rossa addosso, e il fatto che non avesse asciugato i capelli non giocava a suo favore, infatti erano un cespuglio ingarbugliato che sarebbe risultato difficile districare senza farsi del male ad ogni colpo di spazzola.

Si guardò allo specchio.

Aveva un aspetto orribile, e le ore di sonno perse erano ben visibili in due grosse borse poste sotto gli occhi messe in risalto dalla pelle pallida.

Doveva darsi una sistemata e alla svelta.

Per prima cosa strofinò energeticamente i denti, sperava così di togliere quel sapore di succhi gastrici misti a vino che aveva in bocca, poi districò quell’ammasso informe di capelli, ed infine cercò di nascondere come meglio poteva la stanchezza.

Fu un’impresa titanica, perché quando accese il phon per cotonare i capelli, il rumore assordante iniziò a martellarle la testa.

Si preparò un rimedio post-sbornia, ormai era diventata maestra indiscussa su questo, e alcuni trucchi li aveva appresi dai suoi amici sciamani in Africa.

Aprì la porta ancora con una tazza fumante in mano quando sentì il garzone gettare il quotidiano addosso.

Sperava di leggere della cattura di Gabriel Agreste visto che la talpa all’interno del commissariato le aveva comunicato l’esito dell’analisi del video che aveva inviato anonimamente a Sabrina.

Autentico.

Assolutamente autentico.

E non poteva essere più contenta.

Però lo scoop non era ancora uscito. Peccato.

Ma qualcosa le diceva, mentre leggeva che con la giornata odierna si apriva la settimana della moda a Parigi, che ci sarebbe stato da divertirsi.

Preventivamente, era riuscita a procurarsi, sotto falso nome, l’inserimento sulla lista di ospiti illustri.

Lila aprì il suo armadio che conteneva qualsiasi tipo di abito, trucco e parrucco.

Con un sorriso sadico iniziò a scegliere l’outfit più adatto per presenziare alla sfilata.

La prima casa di moda che avrebbe presentato la sua collezione, era proprio quella Agreste.

In prima pagina c’era una foto di Marinette e una sua intervista.

Preparati…Marinette Dupain-Cheng”. Sogghignò.

*

Continua

  
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