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Autore: Meramadia94    11/04/2021    1 recensioni
Dopo la fine della rocambolesca relazione con Eva, Vincenzo decide di chiudere con l'amore, e di dedicarsi solo a sua figlia Mela e ad Isabella.
Alle prese con il suo ruolo di testimone per il matrimonio di Francesco, il commissario incontra la criminologa Deborah Rigosi, testimone di Emma, e donna dal passato tormentato.
Tra i due nasce una complicità particolare, ma entrambi rifuggono la possibilità di approfondire la loro amicizia, l'uno per paura di soffrire ancora, l'altra sembra in fuga da un grave pericolo.
Vincerà l'amore o la paura?
Genere: Angst, Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Commissario Nappi, Huber, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Palafitta, lago di Braies 
Emma percorse il pontile che l'avrebbe condotta a quella che ormai considerava la sua nuova casa. Dopo che lei e Francesco si erano riconciliati avevano deciso di rimanere a vivere in palafitta. Dopo tutto, quella struttura, per quanto piccola, spoglia che non aveva nulla a che vedere con la classica casa di famiglia che tutte le coppiette fresche di fidanzamento ufficiale e matrimonio cercavano , era il posto in cui si erano conosciuti. Che li aveva visti affrontare insieme gioie e dolori e nascere il loro amore. Non avrebbero mai potuto pensare di vivere in un posto diverso da quello. 
Avrebbero pensato in seguito, a trovare una casa più grande, quando e se sarebbero stati benedetti con dei bambini.
'' E poi la palafitta può restare sempre il nostro... capanno fuori dal mondo''- aveva commentato Francesco.
Francesco sorrise vedendola tornare.
- Dove sei stata?- 
- Ho accompagnato Debby in centro.- fece Emma - ha preso in affitto il vecchio appartamento di Tommaso.- e a giudicare dalla quantità di scatoloni nel piccolo appartamento, pareva proprio che la sua amica avesse tutte le intenzioni di trattenersi anche DOPO il matrimonio- Sono troppo contenta che  sia venuta...- fece Emma mentre il suo promesso sposo le agganciava il fermaglio del ciondolo d'agata che le aveva regalato subito dopo le dimissioni dall'ospedale - Non ci speravo quasi... pensavo che fosse in giro per qualche capitale europea invece...-
- Immagino. Sarà una consulente richiestissima...- fece Francesco. 
Emma scosse il capo. 
- Veramente non ha ancora avuto il suo primo caso importante.- fece l'etologa sistemandosi il trucco - Ma ci tiene ad essere sempre aggiornata sulle nuove tecniche della psicologia, ed ogni tanto parte per Roma, Parigi, Londra...- 
- E' molto scrupolosa insomma.- fece Francesco pensando che quella donna fosse anche un'ottima persona, o Emma non le avrebbe mai chiesto di essere la tua testimone di nozze- Vi conoscete da tanto?
- Dai tempi dell'università.
Ti dirò... all'inizio non ci eravamo particolarmente simpatiche.- fece Emma con un sorriso birichino - La vedevo sempre nei corridoi, con un tablet o un faldone di appunti e con un'espressione  perenne che diceva '' Rivolgimi la parola e ti uccido''... poi un giorno ci hanno messo a lavorare assieme ad un progetto... e ho scoperto che non era un'antipatica, acida che odiava il genere umano... era solo una persona molto sola, con una profonda sofferenza.- 
Francesco sorrise pensando all'ironia della situazione. 
Quando era arrivato a San Candido era tale e quale a Deborah. Arrabbiato con il mondo, pieno di rabbia, rimorsi e senso di colpa per ciò che era capitato a Marco, senza più alcun interesse per la vita... l'unica cosa che voleva era buttarsi nel lavoro, per dimenticare il suo passato di marito e padre. Poi era arrivata Emma. 
Una ragazza dolce, sensibile, intelligente, che nonostante sapesse di avere a disposizione meno tempo di quello che credeva, riusciva ancora ad essere felice di essere viva e a credere che in qualunque persona, anche la più abietta e malvagia, ci fosse qualcosa di buono che valesse la pena salvare.
Era il motivo principale per cui si era innamorato di lei.
Aveva portato una sferzata di aria pura nella sua vita. 
Le si avvicinò cingendole la vita per poi darle un bacio sulla guancia.
- Non vedo l'ora che tu sia mia moglie.- 
...
...
...
- Maronna, ci mancàv sul a' cena co a' psicològ mo.-  fece il commissario sorseggiando un caffè.
Huber rise.
- Commissario non si lamenti.- fece il rosso - Uno strizzacervelli in famiglia fa sempre comodo.- fece il poliziotto bevendo il suo.
Vincenzo si morse la lingua per non fare una battuta che iniziava con '' Potrei decidere di andare dalla tua'' e che finiva con '' Così almeno capisco come l'hai convinta a sposarti''.
Non aveva niente contro la dottoressa Rigosi. In fondo, se Emma oltre ad esserne amica, la stimava fino al punto di darle il delicato compito di testimoniare quando erano forti i suoi sentimenti per Francesco, non doveva essere una persona così male. Anzi, a vederla sembrava un mix di intelligenza e bellezza, due qualità che si sposavano a meraviglia. Solo che sui testimoni di nozze degli sposi, spesso e volentieri, aleggiava la leggenda '' Oggi testimoni, domani sposi''. A volte si avverava e vi era un matrimonio felice, altre finiva in un disastro, altre ancora diventano relazioni di sesso senza impegno, tanto banali quanto squallide.
Ed era esattamente ciò che voleva evitare. Riteneva che Eva avesse sbagliato a non parlargli delle sue paure e dei suoi timori, e che la loro bambina non avesse bisogno dell'esempio di una donna che andava e veniva dalla casa dove vivevano come se fosse un hotel, perchè ormai lo aveva capito... non c'entrava la depressione post partum, così come non c'entravano i provini o le occasioni di lavoro. Eva semplicemente non era fatta per mettere le radici. 
Riteneva anche però, che essendo lui l'unico genitore di Mela, dovesse essere un punto di riferimento per la bambina, non uno di quei padri single/separati che cambiavano compagna come se fossero vestiti o scarpe. 
'' Il matrimonio.''- pensò Vincenzo -'' Io devo resistere fino al matrimonio.'' 
Forse si stava davvero facendo troppe paranoie. In fondo, Deborah era solo venuta per fare da testimone di nozze ad Emma. Tempo tre mesi, ed il matrimonio si sarebbe celebrato, e lei sarebbe ripartita. Doveva solo tenere il punto fino a quel momento. 
Il suono del suo cellulare lo scosse dai suoi pensieri. 
- Vice questore aggiunto Nappi... oh buongiorno preside, mi dica pure... come... si certo, il tempo di arrivare e sono da lei... ma è successo qualcosa ad Isabella...? Ok, si se dice che non possiamo parlarne per telefono....- 
- Commissario, qualche problema?- fece Huber una volta che il poliziotto ebbe chiuso la chiamata.
- Non ne sono sicuro.- fece Nappi alzandosi per prendere la macchina.
...
...
...
Vincenzo arrivò a scuola in tempo record. La prima cosa che percepì quando arrivò era la tensione che aleggiava nell'aria, che non stonava decisamente con quello che doveva essere un tranquillo liceo in un tranquillo paesino di montagna.
Gli pareva che tutti gli studenti, mentre passava, lo guardassero come se volessero accusarlo di qualcosa. Aveva anche avuto la sensazione che qualcuno avesse borbottato '' Non le faranno niente perchè è affidata ad uno sbirro'', ma non ci badò. Pensò che fosse solo deformazione personale ed entrò nell'ufficio del preside.
Nella stanza era presente Isabella, con gli occhi gonfi di pianto che lo guardava implorante.
- La ringrazio di essere venuto subito commissario.- fece il preside facendo cenno di accomodarsi. 
- Di che si tratta?- fece Vincenzo prendendo posto di fronte al preside, accanto ad una sconvolta Isabella.
- Commissario...- fece il preside non sapendo bene da dove iniziare - Lei è al corrente che la classe di Isa avrebbe dovuto partecipare ad un importante concorso d'arte?-
Vincenzo annuì. Era difficile non essere al corrente delle attività di una ragazza come Isabella. Dopo il primo periodo di rabbia e depressione dovuta alla morte di sua madre, le visissitudini con Klaus, la scoperta che la madre dell'uno era responsabile della morte della madre dell'altra, aveva cominciato a vivere al cento per cento: faceva parte di gruppi di studio, partecipava ad iniziative, attività extrascolastiche, tra cui il laboratorio d'arte.
Il lavoro di Isa per la competizione consisteva in una foto, ingrandita, che raffigurava lui, Valeria, Isa e Mela all'inaugurazione del sentiero in memoria del compagno di cordata di Vale, fatta con le perline.
 Isa ci aveva messo l'anima. Più di una volta era andato a chiamarla per svegliarla e l'aveva trovata intenta nel suo lavoro. 
Non poteva credere che qualcuno fosse stato così meschino da distruggere, danneggiare o addirittura rubarle il suo lavoro. 
- Bene, mi dispiace informarla che questa mattina, i lavori in gara, ad eccezione di quello di Isabella... sono stati trovati distrutti.- 
Vincenzo lo guardò come se gli fosse spuntata un'altra testa. 
- Scusi... cosa sta insinuando?- fece il commissario - Che Isabella c'entri qualcosa?- 
- Ti giuro che non ho fatto niente!- fece Isabella con gli occhi gonfi di pianto che dicevano '' Almeno tu credimi, per favore''.
Il commissario le prese la mano per tranquillizzarla - Ma figurati se c'entri qualcosa...- 
- Si, nemmeno io sono molto propenso a credere che Isabella possa aver fatto una coa simile...- fece il preside - il problema è che il suo lavoro è l'unico ad essere intatto. E' per questo che tutti i suoi compagni di classe hanno puntato il dito contro di lei.- 
- E qualcuno di loro l'ha vista commettere il fatto?- fece Vincenzo - o allontanarsi in fretta e furia dal luogo del misfatto?- 
Il preside fece cenno di no con il capo. 
- Signore, non funziona così.- fece Vincenzo - se dovessimo arrestare tutti i '' presunti colpevoli'' solo perchè i più dicono che sono stati loro, in giro chi rimarrebbe? Mi madre e mi sorella probabilmente.-
- Comprendo il suo punto di vista, ma cerchi di comprendere anche il mio.- fece il preside - Ho un'intera classe di scuola superiore arrabbiata e delusa per il lavoro buttato al vento, e tra i genitori ci sono almeno tre avvocati che reclamano giustizia per i loro figli.- 
Vincenzo lo guardò semisconvolto - Giustizia per i loro figli? Non possono partecipare ad un concorso a scuola, mica sono stati emerginati, umiliati o malmenati.- 
- Per i danni morali. E oltre a quelli, possono chiederle il risarcimento per il materiale usato per la realizzazione.- fece il preside - Mi dispiace, ma almeno finchè non si chiarisce la situazione devo sospendere Isabella. E con sospendere intendo dire che non potrà prendere parte alla gita scolastica.- 
L'ultima frase parve non avere nessun effetto su Isa. L'idea di essere esclusa dalla gita non le faceva ne caldo ne freddo. Quello che non riusciva a tollerare era l'idea che qualcuno la ritenesse davvero capace di distruggere i lavori dei suoi compagni di classe, nonostante lei stessa fosse perfettamente conscia di quanto tempo ed impegno  vi fossero dietro. 
Durante il viaggio di ritorno, la ragazzina non proferì nemmeno una parola. 
Vincenzo non sapeva cosa dirle per tranquillizzarla o per farla stare meglio. L'unica cosa che era riuscito a dirle era '' Non dirmi che sei innocente perchè lo so da me''. 
Solo che la ragazzina non gli aveva risposto. 
...
...
...
- Ehy...- fece Francesco dopo aver visto Isa e Vincenzo tornare. Isabella gli era passata accanto senza nemmeno rispondere al saluto, a passo talmente svelto da far cadere dei documenti sulla scrivania, per poi salire di corsa in foresteria. Poi si rivolse a Vincenzo - Ma... va tutto bene...?- 
Vincenzo scosse la testa - No... dicono che Isa ha deliberatamente danneggiato i lavori dei suoi compagni di classe per la gara d'arte.- 
- Co-co-cosa?- fece Huber avvicinandosi - Ma è un-una fo-fo- follia.- 
- Mica te la berrai, vero?- fece il comandante. 
- No. E' ovvio che non ci credo.- fece Vincenzo - Ma il preside l'ha sospesa come '' misura precauzionale''... e mi sa che a breve i genitori dei suoi compagni di classe mi manderanno sia il conto dei danni che una querela. Ciascuno.- poi si rivolse a Francesco - Scusa... ma stasera non posso venire a cena. Scusami tu con Emma e la sua amica.- 
- Ma va, figurati.- fece Francesco - Ora è prioritario aiutare Isabella.- nel dir così inviò un messaggio ad Emma per informarla dell'accaduto. 
Isa si affacciò dalla terrazza della foresteria ad urlare.
- Aiutarmi??? Non c'è nulla che tu possa fare per aiutarmi!- urlò la ragazzina con i lucciconi agli occhi - A scuola tutti pensano che sia stata io, i miei amici mi evitano, i loro genitori mi odiano, mi stanno già tormentando sui social!!!-
Vincenzo salì le scale per andare ad aiutarla - Isa! Guardami. Si risolve tutto... troveremo il vandalo e gliela facciamo pagare, in tempo per la gita, promesso.- 
- Non mi importa niente della gita...- fece Isa scoppiando a piangere - Voglio solo una vita come tutte le ragazze della mia età. Ed ogni volta che mi illudo che finalmente le cose stiano andando per il verso giusto mi ritrovo al punto di partenza. Ora però basta!- nel dir così corse in casa piangendo. 
I forestali e i poliziotti si erano fermati per assistere alla scena.
Vincenzo lì gelò tutti con lo sguardo - Beh? Nun avit nullà ra fare? A lavorarè, forzà.-
I poliziotti ripresero le loro occupazioni, incluso Huber, così come i forestali. 
Vincenzo e Francesco si scambiarono un'occhiata preoccupata. 
  
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