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Autore: Smeralda Elesar    11/04/2021    1 recensioni
Alla fine il momento decisivo è arrivato: Gorhan non può più ignorare quanto la sua mutazione sia andata avanti, ma allo stesso tempo non è pronto ad accettarla.
Paperinik fa del suo meglio per aiutarlo, anche se lui a sua volta deve affrontare una scelta: fare ciò che è giusto o fare ciò che è semplice?
Genere: Generale, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gorthan, Paperino aka Paperinik, Uno
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'La ballata dell'esule e dell'eroe'
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Rosa incantata


Rosa_incantata


È una storia sai
Vera più che mai
Solo amici e poi
Uno dice un noi
Tutto cambia già


-Sto cercando di farti capire che per Gorthan la sua mutazione è dolorosa-

Non era la prima volta che UNO apriva quell'argomento con lui, come in quel momento in cui aveva chiamato Paperinik in disparte in un minuscolo stanzino creato apposta per non farsi sentire dal loro ospite.
-Sì, ne abbiamo già parlato, ma ancora non capisco come sa possibile. Come può essere, UNO? È lui che ha sempre detto di essersi innamorato della cultura terrestre, perché dovrebbe fargli male?-
-Perché lui è un evroniano, ed ogni passo in più che fa verso il modo di vivere terrestre è una sofferenza per la sua vera natura. Inoltre se si allontana troppo dal modo di vivere degli evroniani rischia davvero di non poter più tornare tra loro-
-Hanno cercato di ucciderlo, ricordi? Non credo che vorrebbe tornare-
-Sí che vorrebbe. Vorrebbe poter tornare a ciò che era e vorrebbe poter tornare a casa, ma sa che verrebbe rifiutato. Lui vuole tornare ad Evron, ma non può. Il pensiero di aver tradito il suo popolo lo consuma, sapere che loro vogliono distruggerlo a causa del suo amore per la cultura terrestre lo sta lacerando. Non riesce a rinunciare a ciò che ama, ed allo stesso tempo non può strapparsi da dentro la sua natura di evroniano. Capisci quanto deve fargli male?-

Paperinik abbassò lo sguardo. Nonostante ne avesse già parlato anche con Gorthan gli riusciva ancora difficile considerare le cose da quel punto di vista.

-E tu come fai a sapere tutto questo? Te lo ha detto lui?-

-Certo che no! Credo che sia troppo orgoglioso per parlare di queste cose, o forse non riesce a comprendere cosa gli sta succedendo perché non è ancora abituato ad avere delle emozioni sue. Il fatto è che l'ho monitorato, e certi suoi parametri sono tipici degli stadi di forte stress delle creature biologiche. Incrociando questi dati con i momenti in cui li ho rilevati e conoscendo la sua storia, il quadro che viene fuori è quello che ti ho descritto-

Doveva rifletterci su... quindi Gorthan era... stressato? Un evroniano di casta alta che soffriva di stress... se non fosse stato preoccupante sarebbe stato divertente!
-Io... io non sapevo tutto questo. Io... ma se non può più tornare ad Evron perché farsi tanti problemi a rimanere qui? Insomma, potrebbe vivere sulla Terra come Urk!-
-Paperinik, allora non mi hai ascoltato! Vivere sulla Terra anche mille anni non farà di lui un terrestre! Sentirà sempre il richiamo della sua gente, e più si avvicina ai terrestri, più sviluppa emozioni, più soffrirà a sapere che il suo popolo lo disprezza e lo teme-

Ok, UNO ci era andato giù pesante ma in quel modo Paperinik non aveva più scappatoie.
-Che cosa devo fare, UNO? Se restasse qui io lo proteggerei-
-Dovresti proteggerlo da sé stesso. Per quanto ne so io è impossibile-
-Sarei un pesimo eroe se mi facessi fermare dall'impossibile-

-La retorica non risolve i problemi- lo stroncò UNO.

-E va bene, va bene! Allora facciamo così: gli dirò come stanno le cose e poi sarà lui a decidere-

Paperinik si voltò per andarsene, ma...

-Ehm... UNO? Ti dispiace creare anche una porta la prossima volta?-


È una realtà

che spaventa un po'


L'eroe difensore dela Terra decise di parlare con Gorthan quella sera stessa, al ritorno di un giro di ronda insolitamente breve e tranquillo.

Chiese ad UNO di portarlo sul tetto e poi di far salire anche Gorthan, ma non si tolse di dosso il costume da Paperinik.

Sentiva di aver bisogno di una barriera, seppur sottile come la sua doppia identità, che proteggesse Paperino dal dolore emotivo.

-Sembra una cosa seria, eroe- commentò l'evroniano appena lo ebbe raggiunto.
-Sí, è una cosa molto seria e non voglio girarci attorno. So che vivere qui sulla Terra ti sta creando dei problemi-

Gorthan annuì.

-Sì, è corretto-

-Perché non me ne hai parlato?-

-Come avrei potuto spiegarti qualcosa che non capisco nemmeno io?-

Accidenti! Sembrava che tra Gorthan ed UNO fosse una gara a chi demoliva meglio le sue argomentazioni.

-Non importa, adesso lo so e vorrei risolvere questo problema- si fermò un attimo perché non era facile dire quello che voleva dire -Io voglio che tu possa scegliere. Se resti sulla Terra sarai sempre più contaminato dalla nostra cultura e sempre più lontano da Evron. Potresti partire ora, disintossicarti dalla cultura terrestre, e forse così un giorno potresti tornare al tuo popolo. La scelta spetta a te-
Gorthan lo scrutò a lungo.
I suoi occhi blu argenteo erano ormai diventati familiari per Paperinik.

Non provava più inquietudine o disorientamento quando l'altro lo fissava, anzi ormai che si era abituato all'assenza della pupilla trovava quel colore ed il riflesso metallico affascinanti.
Erano occhi che vedevano in modo diverso dai suoi, e con questo?

-Mi stai proponendo di partire?-

-Sì. Sai, per capire meglio certe cose. Insomma, non credevo che vivere sulla Terra ti avrebbe reso tutto più difficile, io volevo aiutarti quando ti ho portato qui alla torre-

-Lo hai fatto, eroe, non crucciarti per questo. Il tuo aiuto è stato sincero. Io lo so-

Certo, se non lo sapeva Gorthan, che percepiva le emozioni terrestri e ne analizzava ogni sfumatura come un vino!

Rimasero in silenzio. Paperinik avrebbe voluto spiegarsi meglio ma non riusciva a mettere ordine nel caos che gli ronzava in mente, ed era sicuro che se avesse aperto becco se ne sarebbe pentito.

Gorthan invece era apparentemente calmo; come faceva sempre quando rifletteva su qualcosa, lasciava vagare lo sguardo in alto tra le stelle, oppure sull'orizzonte.
-Non è una scelta facile- disse infine -Ah, ma c'è altro che ti preoccupa. Tu cosa vorresti che facessi, eroe?-
Tutto il turbamento di Paperinik venne a galla all'improvviso.
Tanto l'evroniano era così bravo a percepire le emozioni, perchè tentare di nasconderle?
-Io vorrei che tu... che tu trovassi pace! Vorrei che tu smettessi di essere tormentato. E se questo volesse dire che vuoi tornare ad essere un evroniano senza coscienza e che torneremo ad essere nemici, a me sta bene!-
Gorthan avrebbe potuto essere una statua.
La sua figura imponente si stagliava contro il cielo notturno perfettamente immobile, senza che si vedesse nemmeno un cenno di respirazione nelle sue spalle, mentre Paperinik tradiva il suo nervosismo contraendo le mani e nel respiro affannoso.
-Mi preferiresti come nemico pur di non farmi stare male? Eppure sai bene quanto potrei essere pericoloso. Ah! Sei... incredibile!-
Gorthan si avvicinò fino a posargli le mani sulle spalle e poi piegò un ginocchio a terra per essere alla sua altezza.
-Tu mi lasceresti andare. Mi restituresti la mia libertà senza condizioni, senza rinfacciarmi nulla di quello che hai fatto per me in questi mesi-
Era più forte di lui.
Paperino sapeva di essere emozionato, e sapeva che Gortban poteva sentirlo e non gli importava che sapesse come si sentiva.
Si buttò tra le sue braccia e lo strinse forte come la sera prima di Natale, con gli occhi che gli bruciavano di lacrime.
-Se devi andare vai. Non voglio che restare qui sulla Terra ti renda le cose ancora più difficili. Non voglio che tu soffra perché devi scegliere tra la Terra ed Evron. Io... io ti voglio bene!-
Non voleva che Gorthan soffrisse, e non voleva metterlo più in pericolo di quanto già non fosse tra gli Evroniani.
Avrebbe voluto essere suo amico, ma non a prezzo del futuro del suo improbabile non-più-nemico viola.
Mentre stringeva Gorthan quasi non si era reso conto che lui ricambiava la stretta.
Era rassicurante.
La mole dell'evroniano era solida e confortante.
-Mi stai dando una scelta. È una cosa preziosa la possibilità di scegliere il proprio destino. Lo sai che potresti costringermi o ingannarmi? Sei un vero eroe, Paperinik-
Avrebbe voluto rispondergli qualcosa ma aveva un groppo in gola troppo denso, e rimase solo avvinghiato e nascosto con il becco e tutto il resto nella veste dell'evroniano.
-Io non riesco a provare affetto o amicizia come voi terrestri- continuò Gorthan -Ma riesco a riconoscerle ormai, e so che tu ne provi per me. Ne sono onorato, eroe. Nessuno aveva mai prodotto per me queste emozioni-
Paperinik non sapeva se esserne commosso o ridere.
-Voi evroniani avete uno strano modo di fare i complimenti-


Una poesia

piena di perchè

e di verità


Le emozioni di Paperinik bruciavano a contatto con lui.

Era un fuoco di sentimenti tanto intenso da togliergli il fiato, e come il fuoco, se avesse cercato di trattenerlo a forza lo avrebbe soffocato.
Poteva solo ammirarlo ed essere grato per ciò che gli era concesso senza pretendere nulla di più.
Era... difficile...

Lui era un conquistatore, un evroniano di casta alta, abituato a prendersi quello che voleva!
Con il terrestre sapeva di non poterlo fare.
Coolflamizzarlo quando bruciava di emozioni in quel modo avrebbe significato ottenere energia per anni, ma avrebbe anche significato distruggerlo per sempre, ed al solo pensiero Gorthan provava un dolore insopportabile.

-Non è una decisione semplice da prendere. Ti chiedo il tempo di pensarci su-


Ti sorprenderà
Come il sole ad est
Quando sale su
E spalanca il blu
Dell'immensità


Gorthan ci pensò davvero.
Per ore rimase sulla terrazza a soppesare le scelte che aveva davanti e che aveva visto chiaramente solo quando Paperinik ne aveva parlato in modo aperto.
Poteva lasciare la Terra.

Dopotutto lui era uno scienziato ed era stato potenziato, con la sua forza e la sua intelligenza l'universo non aveva quasi limiti per lui.
Forse lontano dalla Terra, lontano dalla cultura che aveva fatto nascere la sua malattia, poco alla volta avrebbe dimenticato tutto e sarebbe guarito.
Avrebbe lasciato alle spalle gli abbozzi di emozioni scoordinate che a volte produceva e sarebbe tornato ad essere un perfetto soldato di Evron.
Evron! Quanto gli mancava!
L'Impero era così grande e maestoso nella sua assoluta semplicità!
Evron aveva la bellezza gelida di un fiocco di neve: una struttura rigida, fatta di poche linee nette ed assolute, sempre uguale a sé stessa, immutabile.
Perfetta.
Ognuno era superiore di qualcuno e sottoposto di qualcun altro, tranne l'Imperatore ed i coolflame, i due estremi della gerarchia.
Eseguire gli ordini era semplice, così semplice!
A Gorthan mancava quella semplicità.
La vita tra i terrestri era un continuo fare aggiustamenti per adeguarsi ad un mondo reso caotico dal dominio delle emozioni.
Il dibattito, il disaccordo, il pensiero divergente oh, che cose destabilizzanti!
Eppure grazie a quello la vita sulla Terra era un'esplosione di colori.
Evron era perfetto, ma il suo colore era un unico, uniforme, grigio acciaio.


Stessa melodia
Nuova armonia


Gorthan ricordava anche delle emozioni.
I suoi superiori riconoscevano che il suo lavoro era utile, mentre i suoi sottoposti a volte lo rispettavano ma più spesso lo temevano con quella paura semplice ed ancestrale che spingeva ogni evroniano a sottomettersi agli individui di casta superiore.
Era istintivo.
Per lui non più, forse.
Non era rimasto immobilizzato dalla paura quando gli altri capi branca si erano dimostrati molto scontenti del suo comportamento, perché?
La sua mutazione era l'unica risposta.
Come ogni evroniano di casta inferiore, avrebbe dovuto accettare la punizione come una cosa naturale, la paura incisa nel suo codice genetico avrebbe dovuto paralizzato, ed invece l'istinto di autoconservazione aveva avuto la meglio.
Lui aveva voluto sopravvivere!
Ed era fuggito.
Ed aveva incontrato Paperinik, che lo aveva aiutato nonostante sapesse benissimo chi fosse, e che gli stava lasciando la scelta su chi o cosa voleva essere in futuro.
All'orizzonte un bagliore lontano cominciava a tingere il cielo di rosa.
Gorthan si stupiva sempre di quanto potesse essere bello il cielo, all'alba ed al tramonto, anche sopra una metropoli.
Stese la mano per sfiorare i primi raggi del sole.
Era una stella, come tante lui ne aveva viste.
Ne conosceva a memoria le radiazioni emesse, il moto nello spazio ed il moto della Terra attorno ad essa.
Conosceva tante stelle, ma solo sulla Terra si era lasciato andare, aveva camminato secondo ciò che dettavano le sue emozioni rudimentali sulla bellezza, ed aveva provato ad afferrare la luce.
Quel modo di vivere era terribilmente complicato!
Non era sicuro di riuscire ad adattarvisi come non era sicuro di riuscire a farne a meno.
In che guaio si era cacciato! Era troppo evroniano per adattarsi a vivere da terrestre, e forse ormai era troppo terrestre per dimenticare tutto e tornare a vivere da evroniano.
Insomma, cosa era?!


Semplice magia
Che ti cambierà
Ti riscalderà


Tornò al piano di sotto dove Paperinik era già vestito per il lavoro e stava facendo colazione con latte e cereali.

Si era fermato a dormire alla torre come faceva ogni tanto quando non voleva rientrare a casa troppo tardi.

In sottofondo c'era la televisione che però il terrestre non stava guardando, invece si voltò immediatamente verso di lui quando fece ingresso nella stanza.

-Gorthan!-

Stava per dire qualcos'altro ma lui lo fermò con un cenno della mano.

-Devo sapere una cosa, Paperinik. Tu credi di conoscermi, non è vero? Anzi sei l'unico a conoscermi davvero qui sulla Terra, a parte l'intelligenza artificiale. Devi dirmi una cosa. Tu credi che io sia diventato come i terrestri? O lo sai che sono ancora parte di Evron?-

Aveva utilizzato tutta la sua autorità per fare quella domanda nel modo giusto, ma forse era lui a non conoscere abbastanza l'eroe terrestre.

Paperinik spise via la sedia e si avvicinò a lui, e nonostate la differenza di corporatura tra loro fosse ridicola ed assolutamente a sfavore del terrestre, Paperinik non aveva nulla da invidiare a lui quanto ad atteggiamento.

Lo guardò dritto negli occhi, e tra tante cose che Gorthan percepiva proprio l'unica che non c'era era sentirsi inferiore o intimidito.

-Adesso chiariamo questa cosa una volta per tutte. Non mi importa quale mutazione hai, non importa quanti esperimenti scientifici hai fatto su te stesso o quanto detesti la cultura che ti ha infettato... e non mi interessa nemmeno che tu mi abbia scatenato contro quel bestione viola! Per me tu sei mio amico!-

L'ondata di determinazione emanata da Paperinik era così forte che per qualche secondo Gorthan ne rimase stordito.

L'intensità delle emozioni del terrestre riusciva sempre a sorprenderlo, speciamente quando lui ne era l'oggetto.

-Capisco- rispose lentamente quando l'ondata più intensa fu passata -Ti ringrazio-

-Ma certo che...! Aspetta? Cosa? Tu lo capisci?-

-Sì, capisco. E adesso so cosa fare-

La decisione era presa.

Paperinik non voleva mettere in difficoltà lui contaminandolo troppo con la cultura terrestre, e lui sapeva di non poter permettere al difensore della Terra di legarsi troppo ad un evroniano.

Affezionarsi a lui avrebbe potuto essere una debolezza che Paperinik avrebbe pagato cara nel tempo, un pericoloso punto debole che Evron non avrebbe mai dovuto poter sfruttare.

-Ho preso la mia decisione. Devo allontanarmi per un po' di tempo sia da Evron che dalla Terra-

Qualcosa si spense nello sguardo di Paperinik, e subito si voltò da un'altra parte.

-Certo, anche io capisco-

-Capisci ma lo stesso ne sei deluso-

Paperinik tentò di abbozzare un sorriso.

-Non ti si può nascondere proprio nulla, eh?-

-Non sulle emozioni che provi-

Il terrestre sospirò. Non c'era nulla da aggiungere sull'argomento e lo sapevano entrambi.

-Quando partirai?-

-Appena sarà possibile. Dovrò chiedere ad UNO di aiutarmi con qualche preparativo-


Quando sembra che
Non succeda più


Gorthan era stato felice sulla Terra.
In in modo diverso da cui si provava soddisfazione per l'approvazione dei superiori di Evron, ma poteva dire di essere stato felice.

Tutte le cose che aveva studiato con l'aiuto dell'intelligenza artificiale, tutte le esperienze che aveva vissuto grazie a Paperinik... era molto più di quanto un evroniano avrebbe mai potuto sperare di provare.

Anche se aveva deciso di partire, si rendeva conto che in realtà non lo voleva.

Conosceva bene i sentimenti che il terrestre provava per lui, e si chiese se, se fosse rimasto, prima o poi lui sarebbe stato in grado di produrne di simili.

Per la milionesima volta si chiese cosa sarebbe stato se lui avesse deciso di restare sulla Terra e di assecondare la sua mutazione.

Si chiese anche cosa significasse esattamente il fatto che lui volesse proteggere il papero che una volta aveva tentato di annientare.

Durante i preparativi per la partenza non poteva fare a meno di pensare al principe della favola terrestre.

Nonostante la curiosità di vedere altri mondi il principe non smetteva di provare nostalgia per la sua rosa, e l'amore per la sua rosa non gli aveva impedito di partire per esplorare altri mondi.

Un legame così assoluto che tuttavia non diventa una prigione era uno dei tanti misteri della Terra che Gorthan non avrebbe mai risolto.


Ti riporta via
Come la marea
La felicità


Gorthan partì all'alba di un paio di giorni dopo.

Il modulo spaziale che UNO gli aveva messo a disposizione era piccolo, veloce e semplice da pilotare.

Somigliava molto alla Pkar, e vedere Gorthan a bordo fece provare a Paperinik un acuto moto di nostalgia; gli ricordava quando lo aveva portato a vedere l'alba in Alaska.

Gorthan dovette percepire il suo disagio perché si voltò immediatamente verso di lui.

-Questo non è un addio, eroe-

-Lo so, lo so... sono emozioni terrestri, che vuoi farci?-

Invece di rispondergli Gorthan saltò giù dalla navicella e lo abbracciò.

Era... era senza parole!

-Di solito questo fa sentire meglio voi terrestri. Non voglio partire e sapere che come ultima emozione tu eri triste per me-

Essere abbracciato dal suo miglior nemico, per cui era triste e che cercava di confortarlo, era un'esperienza surreale.

Ricambiò la stretta con tutta la sua forza, perché se doveva essere un'esperienza assurda allora tanto valeva viverla fino in fondo!

-Abbi cura di te, nemico! Le solite cose, sai... comportati bene, sii educato con gli altri alieni, vai a letto presto e mangia sano. E... e...- non riuscì a continuare perché sarebbe stato “Non andare a cacciarti in pericoli da cui io non posso proteggerti”.

Rimase solo a stringere Gorthan, e per una volta fu contento che l'evroniano fosse in grado di percepire le sue emozioni.

Dovette fare uno sforzo per ricordarsi che aveva scelto di non trattenerlo, e per questo non gli chiese se e quando sarebbe tornato.

Sapeva che Gorthan doveva affrontare delle cose, e che per quanto lui volesse aiutarlo erano questioni fuori dalla sua portata.

Gli venne in mente la scena di un film che aveva visto tanto tempo prima con i nipotini.

Parte perché non c'è più speranza”

Parte perchè deve farlo”

-Buona fortuna, capo branca-

-Grazie di tutto. E grazie anche a te, UNO-

Per un attimo Paperinik si chiese con chi diavolo stesse parlando, ma poi ricordò che UNO era la torre stessa, ed altro ancora, e che aveva visto e sentito tutto.

-Vai si farà tardi- riuscì a dargli una pacca solo sul braccio perché l'evroniano era troppo alto per lui.

Gorthan risalì sul modulo spaziale ed accese i motori prima di cominciare a far scendere l'oblò che faceva anche da portellone.

-Ah, quanto hai ragione! Così tardi, amico mio, che è quasi presto. Arrivederci, eroe della Terra-

Quando il modulo si staccò da terra Paperinik era frastornano più che dal rumore dei motori, dal fatto che Gorthan lo avesse chiamato “amico”.


Ti riporta via
Come la marea
La felicità


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Cantuccio dell'Autore


Bentornati in questa serie!

Stavolta ci sono parecchie cose da dire.

0 – Ditemi se il giochetto tecnologico che ho provato a fare con il titolo funziona: dovrebbe funzionare da ipertesto che vi riporta ad una versione strumentale di “La bella e la bestia”.

In caso non funzionasse ve la lascio qui https://www.youtube.com/watch?v=mAaiVlKkZzE

1- Questo, come dice Gorthan, è solo un arrivederci. Non è l'ultima storia della serie, non nel lungo termine almeno.

2- Ho scelto la canzone de “la bella e la bestia” per almeno tre buoni motivi;

Il primo è che è bellissima;

Il secondo è che, nonostante la relazione tra Gorthan e Paperinik non sia di coppia né romantica, è un legame molto forte da entrambe le parti. È un bromance cameratesco e profondo che merita la stessa considerazione delle più grandi storie d'amore;

Terzo motivo è il forte contrasto tra il testo sognante della canzone ed il tema della storia, che invece è la scelta dolorosa, il senso dell'identità ed infine il distacco;

Quarto motivo: la rosa incantata del titolo fa da collegamento tra “Il piccolo principe”, libro che fa da sfondo alla storia “Mekkano”, ed il tema di lasciare andare l'altro per il suo bene, come il principe maledetto fa con Belle e come Paperinik e Gorthan fanno uno per l'altro.

E no, non ho gli occhi lucidi in questo momento, cosa andate a pensare?

3-“Parte perché non c'è più speranza”“Parte perchè deve farlo” è una citazione di re Theoden ne “Il signore degli Anelli – Il ritorno del re” riferita ad Aragorn.

4- ”Così tardi che è quasi presto” è una citazione di Leigh Teabing de “Il codice Da Vinci”. Molto bella ed evocativa, ma non ho ancora capito cosa significa.


Grazie a tutti, compagni di viaggio, ed a presto rivederci.


Makoto





   
 
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