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Autore: Alphisia    11/04/2021    1 recensioni
Near è arrivato in Giappone per indagare sul caso Kira e trovare le prove per incastrare Light Yagami. Lo chiama subito per offrirgli la sua collaborazione e dargli una sorprendente rivelazione: gli darà tutto l'aiuto necessario per assicurare Kira alla giustizia, ma, soprattutto, vendicare suo padre.
Ecco la tormentata storia d'amore tra Elle quindicenne e Jane, una ragazza che lavora in una pasticceria. Secondo voi, come potrebbe mai si potrebbero conoscere? ;)
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: L, Mello, Near, Nuovo personaggio, Watari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quartier generale, 16.57 di sabato 12 dicembre 2009


Gli schermi si oscurano d’improvviso per poi illuminarsi di nuovo con una grossa N gotica. 
-Era da un pezzo che non si faceva vivo - commenta Hideki. 
-Che vuole oramai? - anche Matsuda si è alzato in piedi. 
Già, cosa vuole questo adesso? 
-Sono Elle - gli dico appena mi infilo le cuffie e il microfono. 
-Elle, da quanto tempo. Ti sono grato per non avere ancora interrotto il canale di comunicazione. 
-Di che si tratta, Near? 
-Sono arrivato in Giappone per catturare Kira. 
In Giappone?! 
Che bisogno c’era di dirmelo? Vuole spingermi a fare qualche passo falso? 
Ha la stessa voce calma e monotona di Ryuzaki con cui ho già combattuto. E vinto. 
-A questo punto, se vogliamo catturare Kira, è fondamentale indagare a partire dalla NHN e da Kyomi Takada. Così sono venuto anche io in Giappone per seguire questa pista. 
-Anche io sto indagando su questa pista in Giappone. Sarei lieto se potessimo collaborare.
-Certo. Può darsi che ci incontreremo presto. 
Puoi giurarci. Così potrò eliminare tutti i degni successori di Elle. 
-Sono sicuro che quel giorno sistemeremo Kira una volta per tutte e vendicheremo mio padre. 
La chiamata viene agganciata. 
Mio padre?
Un silenzio eloquente piomba nella stanza. 
-Ho capito bene? - chiede per primo Matsuda, frastornato come tutti. 
Ryuzaki aveva un figlio? Ma non aveva neanche trent’anni quando l'ho conosciuto. 
-Ecco perché è così motivato a trovare Kira - prova a ragionare Hideki, che inizia a camminare in tondo. 
-Quanti anni potrà avere questo ragazzino? Una persona giovane e troppo coinvolta potrebbe anche essere pericolosa. 
Cosa pensa di poter fare contro di me, che ho anche sconfitto suo padre? 
-Non lo so, ma, se è davvero suo figlio e ha intuito la stessa pista che stiamo seguendo noi, deve avere di sicuro le facoltà intellettive di Elle. 
Bel discorsetto, Hideki. Arriva proprio da te, che te la sei data a gambe quando Elle ti ha chiesto di collaborare con lui. 
Matsuda sembra ancora scosso dalla rivelazione, fissa i monitor tornati scuri con le braccia conserte. Si volta lentamente verso di me. 
 -Ma quindi ha avuto anche una ragazza?
Sempre domande stupide, Matsuda. 
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Wammy’s House, 16.00 di mercoledì 26 ottobre 1994 

Appena esco in cortile, le campane iniziano a rintoccare. Alzo gli occhi e mi riparo la vista con una mano dai raggi ancora forti del sole di ottobre. Mi faccio strada tra i bambini che sciamano senza posa, liberati dalla costrizione del banco e delle maestre. 
Ecco perché rimango sempre dentro a quest’ora. Oltre a non aver trovato neanche un posto nella sala comune, si erano già tutti presi le scacchiere. Mi arrangerò con un quaderno, per studiare sarà più che sufficiente. 
Un pallone da calcio mi colpisce la gamba. Vedo dei bambini che mi fanno segno di rilanciarglielo: con due tocchi eseguo una gran bella punizione. Attraverso lo spazio che mi separa dalle panchine sotto gli alberi, proprio di fronte all’edificio principale. La ghiaia scricchiola cupa sotto le scarpe. Trovo un posto al riparo dal sole e mi siedo. Apro il quaderno e prendo la matita sull’orecchio per cominciare a disegnare la scacchiera. 
Cerco di isolarmi dalle urla, ma i bambini hanno deciso di assieparsi tutti davanti a me. Urlanti, attorniano una ragazza che avrà la mia età e distribuisce qualcosa dal cestino dietro della sua bicicletta. 
Avrei voluto provare qualche nuova mossa nella calma del mio angolo in sala comune, ma dovrò accontentarmi. Le ho studiate per un po’ e credo che sia giunto il momento di metterle in pratica. Quillsh è stato molto bravo a iniziarmi a questo gioco, ma ora potrei batterlo facilmente. 
Finalmente le urla si fanno lontane e guadagno un po’ di tranquillità. I bambini se ne vanno nel grande giardino alle mie spalle. Quanto mistero trovavo anche io in una piccola foresta come quella. La ragazza sta per mettersi in sella, quando si ferma, prende qualcosa dal cesto e comincia ad attraversare il cortile, sulle mie orme. 
Mi guardo di lato. 
Qualcuno vicino a me ha dimenticato qualcosa? 
Impossibile, sono solo. 
Regge in mano un tovagliolo di carta e quello che sembra un dolce. Arrivata a poca distanza, allunga la mano e me lo porge. Una ciliegina rossa e glassata brilla sopra la crema pasticcera, arrotolata con maestria, e la pasta dorata. 
Mi sta regalando una frittella ripiena? 
Poso il quaderno accanto a me e la prendo con indice e pollice. 
-Grazie. 
Addento la pasta e la crema dolce trabocca. 
È molto buona. La guardo attentamente prima di inzuppare il dito nella crema giallognola e assaggiarla da sola. 
È squisita. 
-Ti piace? 
-Moltissimo. Ne hai altre? 
Potrei mangiarne per tutto il pomeriggio. 
Si volta verso la sua bici, appoggiata al muro dell’edificio. 
-Purtroppo no, questa era l’ultima. Te l’ho tenuta da parte. 
Per me? 
-Domani torno. Se vuoi, puoi averne un’altra.
-Ti ringrazio - annuisco e mordo la ciliegina rossa. 
-Ho visto che continuavi a fissarmi, ma non ti alzavi. Ho pensato che non puoi muoverti. Sai, sei in una posizione strana per sedersi. 
-In verità la trovo molto comoda. E poi stavo pensando a ciò che ho studiato di scacchi - e faccio un cenno alla scacchiera sul quaderno. 
-Non stavi guardando me? 
Lei sorride sfregandosi le mani e poi aggiustandosi una ciocca di capelli rossi e ricci dietro l’orecchio. 
-No. 
Arrossisce e si congeda in fretta per correre alla sua bicicletta. Con un movimento preciso, si mette in sella senza che la gonna della divisa scolastica possa sollevarsi e lasciare troppo alla vista. Non alza mai la testa, non rivolge neanche uno sguardo indietro. La guardo uscire dai cancelli della Wammy’s House. 
Questa frittella è buonissima. 
 
{L'idea di questa storia viene da una curiosità che ho sentito in un video: Near e Mello erano stati pensati per essere non solo i successori di Elle, ma anche i suoi figli. Se avete letto o visto Death Note, sapete che la scelta finale è stata diversa. 

Però mi sono detta, ma perché no?, è un'idea plausibile! E più rivedevo DN e più mi accorgevo di quanto davvero Elle e Near fossero simili, nei modi, nei gesti e, ovviamente nelle capacità intellettive. Non è un caso che alla fine sia stato proprio lui a beccare Kira!

Spero che le prossime puntate vi piacciano! Ci ho messo molto a scrivere tutta la storia, ma è già conclusa e aspetta solo di essere pubblicata. Ci sarà tanto amore, tanto affetto, ma anche dilemmi e un po' di sofferenza :/ Sì, mi sento in colpa, ma ho infierito sul povero Elle. Al prossimo weekend con la seconda puntata!
}
   
 
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