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Autore: Harry Fine    12/04/2021    1 recensioni
Una guerra terrificante si svolgerà presto sulla Terra. Ma i nemici da combattere sono tutto fuorchè convenzionali. Non sono esseri umane, ma macchine provenienti dallo spazio capaci solo di distruggere tutto quello che trovano sulla propria strada. E per sconfiggerle sarà necessario un esercito altrettanto nuovo, letale e pronto a tutto. L'esercito degli androidi Yorha, composto da valorosi volontari. Ma davvero ne varrà la pena?
Genere: Avventura, Guerra, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai, Yaoi
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: Threesome
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Gli Yorha stavano volando via alla massima velocità per sfuggire, ma quando sentirono l’esplosione del Bunker non poterono fare a meno di voltarsi: le fiamme avevano spaccato in terreno con una forza dirompente, creando un cratere enorme di terra bruciata. 《Maledizione!》 Sibilò Natasha, sentendo chiaramente gli occhi umidi. 《Maledizione. Maledizione!》 Il generale era morto. Il Colonnello era morto. Tutti i loro commilitoni erano morti! E la loro casa era andata in fumo. Avrebbe voluto fare a fette tutte quelle maledette Biomacchine e quel loro Padrone! Li avrebbe voluti ammazzare tutti quanti fino a liberare la Terra!

《Natasha ti prego, dobbiamo andare via di qui! Non possiamo fermarci.》 La richiamò Becky, mentre volava a pochi metri da lei. L'altra rossa strinse I denti per la rabbia, ma annuì. Si sarebbe vendicata dopo. In quel momento bisognava solamente salvare la propria vita e quella dei suoi amici. Kyran era il vertice della loro formazione e stava spingendo i propri propulsori fino al punto di fusione, ma sembrava anche lui estremamente preoccupato. Se davvero Rahl e Ivar li avevano salvati dalla corruzione disconnettendoli dalla rete centrale degli Yorha, significava che Quel maledetto Virus vi si era infiltrato. Era l'unica spiegazione logica per il fatto che fossero stati infettati tutti, anche quelli che non erano presenti durante la battaglia o che addirittura non erano nemmeno nello stesso continente. E questo voleva dire che non avrebbero potuto contare su rinforzi o aiuto, specialmente non con l’annullamento di tutti i Bunker. Anzi, ormai erano soli contro due eserciti. Il rumore del Radar lo strappò da questi pensieri, mostrando vari segnali in rapido avvicinamento.

 

《Ishley, Ivar, rilevo qualcosa sui miei radar. Sono velivoli volanti ad alta velocità che stanno arrivando verso di noi!》

《Nemici!?》 Chiese Athal, davvero sull’orlo di una crisi di nervi. Il dottore la contraddisse. 《No. Questo segnale è inconfondibile. Sono…》 《Yorha!》 Esclamarono tutti insieme, mentre almeno una quarantina di Aereoscheletri li sorpassava e apriva il fuoco in una gigantesca pioggia di proiettili.

《MERDA!》 Urlò King, virando a velocità folle verso sinistra per non farsi colpire.

《DISIMPEGNATEVI! Date inizio alle manovre evasive, non fatevi colpire!》 Sbraitò Rahl, accelerando ancora di più per evitare i proiettili e rispondendo al fuoco. Becky, Natasha, Ivan e Athal gli andarono subito dietro, ma erano davvero troppo pochi: i proiettili nemici arrivavano da tutte le parti e le loro corazze non erano pensate per resistere al fuoco amico! Presto iniziarono a piegarsi e addirittura a prendere fuoco, mentre i loro piloti cercavano una via d’uscita. I corrotti volavano in circolo attorno a loro, attaccandoli da tutti gli angoli possibili, accelerando sempre di più e non facendo neanche attenzione a dove miravano: volevano solo farli fuori con più forza possibile. Rahl notò effettivamente che si stavano anche colpendo tra di loro e gli venne un’idea.

 

《Cercate di volare in modo che si colpiscano a vicenda! Fatevi inseguire dal fuoco incrociato!》

《Che cosa!? Dolcezza, hai per caso perso la testa?!》 Urlò Athal, che stava eseguendo un giro della morte dopo l'altro.

 

《Fidatevi! Non prestano attenzione contro cosa sparano finché mirano contro di noi. Li possiamo attirare In trappola!》 King, Ivar, Becky e Natasha non se lo fecero ripetere due volte: accelerarono ancora di più ed iniziarono a volare dritti in mezzo alle loro linee, riuscendo a sfondarle, mentre due aereoscheletri nemici venivano pesantemente danneggiati, ma non era ancora abbastanza. Ishley vide Momoko, inseguita da una coppia di Corrotti, schizzare verso l'alto rapidissima, per poi tornare giù in picchiata e aprire nuovamente il fuoco, riuscendo finalmente ad abbatterne uno, ma l’altro fu più veloce e volò via, dritto vero Kyran. Il biondo stava lanciando tutta l'artiglieria che aveva: missili, proiettili, bombe, tutto per tenerli lontani, ma non avrebbero potuto andare avanti così. L’idea di Rahl stava funzionando, già una decina di Aereoscheletri nemici erano estremamente danneggiati e un altro quartetto era stato abbattuto, ma anche i loro mezzi stavano venendo colpiti sempre di più e non avrebbero retto per molto.

 

 

《Ragazzi, non riusciremo a salvarci se continuiamo a combattere, sono troppi. Dobbiamo andare via di qui.》 Gli altri non se lo fecero ripetere: schizzarono tutti via a velocità folle, cercando di allontanarsi il più possibile dalle loro raffiche di proiettili, i loro Aereoscheletri ammaccati e probabilmente sul punto di andare in pezzi.

《Kyran, dove dovremmo andare?》 Chiese Becky dalle retrovie.

 

《Non ne ho idea. Non so che cosa dovremmo fare! In questo momento dobbiamo solo pensare a trovare un posto sicuro dove riposare! Al resto penseremo dopo!》 Rispose lui, la voce acuta per il nervoso.

La ragazza si limitò ad annuire, accelerando ancora, ma un tremendo scossone la fece sbiancare, mentre uno scoppio mandava in pezzi una delle sue ali. 《Ragazzi! Mi hanno colpita!》 Urlò, cercando di mantenere il mezzo in quota nonostante stesse già iniziando a precipitare verso il basso. Athal e Natasha furono le prime a reagire, lanciandosi subito al salvataggio verso di lei. E Ishley avrebbe voluto imitarle, ma una nuova raffica di proiettili lo costrinse a spostarsi ancora una volta. Gli Aereoscheletri dei corrotti sbucarono fuori da chissà dove, accalcandosi attorno a loro e ricominciando a sparare come forsennati, rompendo la loro formazione e costringendoli a lasciare indietro le tre ragazze.

 

King, Rahl e Kyran erano quelli più avanti: avevano provato a tornare indietro, ma almeno una decina di Aereoscheletri gli arrivò addosso, rischiando di tranciare una delle ali dell’albino e costringendoli a tornare indietro a rotta di collo. Momoko ed Ivar erano quelli più indietro: avevano cercato di aiutare Becky, Natasha e Athal, ma questo li aveva lasciati scoperti e senza protezione!

Ivan ed Ishley erano quelli proprio in mezzo, ma anche loro stavano venendo costretti a cambiare sempre di più la traiettoria e molto presto si sarebbero ritrovati tutti i Corrotti addosso. Il francese stava facendo virare il suo unico occhio rimasto dappertutto, in cerca di una qualsiasi via d’uscita da quell'inferno! Il suo Aereoscheletro stava iniziando a rallentare e alcune parti avevano iniziato a prendere fuoco e Poteva chiaramente vedere i suoi amici bersagliati da quella incessante pioggia di proiettili e presto o tardi sarebbero stati abbattuti. Anche dai loro mezzi stava uscendo del fumo e per quanto fossero riusciti ad abbattere vari Corrotti e a resistere fino a quel momento, presto tardi avrebbero ceduto sotto l’immane numero di nemici. Strinse I pugni, prese un bel respiro e aprì i canali di comunicazione. 《Ragazzi, so come uscire da questo disastro. Ho trovato una via libera, dovete solo permettervi di dirottare la rotta.》

《Che cosa?!》 Chiese Momoko

《Fidatevi di me!》 Urlò il ragazzo, azionando le procedure. Gli altri tre, non vedendo altre alternative, fecero come gli era stato ordinato. Sentirono i loro comandi muoversi senza il loro controllo, virando bruscamente verso sinistra a velocità folle e sfondando le linee nemiche con uno schianto tremendo.

 

《Ivan! Ma che…!?》 Urlò Ivar, prima di sgranare gli occhi per l’orrore quando vide tutti i corrotti salire rapidissimi verso l'alto, inseguendo un altro Aereoscheletro: quello di Ivan. Il francese aveva iniziato a volare per farsi notare, esibendosi in evoluzioni aeree sempre più complesse e sparando tutto ciò che aveva a disposizione, cercando di attirare il più possibile l’attenzione dei corrotti su di sé. Se si fossero concentrati su di lui, avrebbero lasciato stare gli altri. Ivar cercò immediatamente di invertire la rotta e lo stesso fecero Momoko ed Ishley, ma i mezzi continuarono ad allontanarsi sempre di più ad una velocità inverosimile.

Afferrò immediatamente la ricetrasmittente. 《IVAN! CHE DIAVOLO COMBINI?!》

《Voi Ragazzi non fermatevi. Se attaccano me, non cercheranno di inseguire voi》 Rispose lui, virando rapidissimo e tagliando in due l'ala di un Aereoscheletro nemico, facendolo precipitare in caduta libera. 《Torna subito indietro, ti uccideranno!》 Urlò l'altro, gli occhi già umidi e cercando disperatamente di tornare indietro.

 

《Ti prego! Non lo fare. Possiamo combattere con te! Non devi sempre essere tu quello che si sacrifica per gli altri!》 Il francese si ritrovò a sorridere dolcemente. Ivar aveva sempre cercato di fare il duro, ma in realtà era tra i più sensibili nel loro gruppo, sempre pronto a proteggerlo in qualche modo e mostrargli il suo affetto in quel modo adorabile e imbronciato.

《Ti amo Ivar. Sei stato senza dubbio il compagno migliore che potessi sognare, è stato un onore conoscerti e… mi sarebbe piaciuto passare più tempo con te.》 

 

《Ivan no!》 Lo implorò Momoko, la voce spezzata dai singhiozzi. 《Ti scongiuro, torna indietro!》.Ma tutto quello che ricevette come risposta fu silenzio.

Ishley abbassò lo sguardo, Mordendosi il labbro. Avrebbe voluto dire qualcosa, ma non sapeva che cosa. Probabilmente non avrebbe mai trovato le parole. Quel ragazzo era giovanissimo, ma era probabilmente la persona più coraggiosa e generosa che avesse mai conosciuto. Si limitò semplicemente a sopprimere un singhiozzo.

Ivar intanto stava prendendo a pugni lo schermo dell'abitacolo, non sapendo neanche cosa voleva fare esattamente, le guance bollenti e rigate di lacrime. Doveva tornare indietro, fare qualcosa, cercare in qualche modo di tirarlo fuori da quel disastro, ma non serviva a nulla! Aveva provato ad Hackerare il sistema, ma era stato inutile e non riusciva a sfondare il vetro. Tutto quello che poteva fare era guardarlo combattere da solo mentre lui, Momoko ed Ishley continuavano ad allontanarsi in volo e praticamente implorandolo dalla ricetrasmittente di tornare indietro.

 

Il francese ignorò le loro preghiere, il volto contratto per la concentrazione, e continuò a schizzare verso l'alto fino a quando non li vide diventare minuscoli contro l'orizzonte. A quel punto, si lanciò in picchiata verso il basso, tranciando a metà due corrotti in un colpo solo e crivellandone un terzo di proiettili. Le linee nemiche, sorprese da questo improvviso attacco, vennero colte alla sprovvista e lo Yorha ne approfittò per abbattere un altro ancora, ma la situazione non durò più di qualche minuto. Un missile colpì il fianco dell’Aereoscheletro, sbilanciandolo e appiccando il fuoco ad uno dei motori. Ivan sentì un dolore acuto poco sopra la coscia sinistra e una sensazione calda e umida gli scivolò lungo la gamba: qualcosa di metallico si era conficcato dentro di lui.

Rispose immediatamente a suon di missili e proiettili, ma ormai era sotto tiro. Un'altra esplosione piegò una delle sue ali e un corrotto schizzò a tutta velocità verso di lui, tranciando l'abitacolo a metà e sollevando schizzi di olio rosso e carburante. L’estremità affilata di qualcosa affondò sotto il costato del francese, tranciando pelle sintetica, muscoli e legamenti, facendogli sanguinare naso e bocca mentre cercava di tenere il mezzo in aria. Ormai era ridotto a nient’altro che un rottame: stava perdendo velocemente quota, ma continuò a spingere i propulsori fino a quando non vide arrivare la terra sotto di lui. Ormai il dolore che sentiva dappertutto era diventato una sensazione sorda relegata nel retro della testa.

 

Non mancava molto. Doveva solo attirarli un po' più vicini alla costa: in quel modo non sarebbero riusciti a tornare indietro e cercare gli altri anche se avessero voluto. Ormai mancavano pochi metri: premette un pulsante e lo schermo dell'abitacolo saltò via, mentre rimuoveva le cinghie di sicurezza e attirava il comando dell'autodistruzione. Con una spinta delle gambe ormai intorpidite, si lanciò di sotto, mentre il suo Aereoscheletro si sollevava di nuovo ed esplodeva con un botto terrificante, abbattendo praticamente tutti i nemici più vicini e scaraventando gli altri indietro di vari metri. Lui atterrò malamente sul terreno, sentendo della sabbia morbida contro il volto, un intenso profumo salmastro e un moto di onde gentili a lambirgli le gambe: si guardò intorno e si accorse effettivamente di essere in riva al mare.

Guardando giù, si rese conto di avere vari pezzi di metallo e vetro conficcati nel braccio e nel busto e un grosso taglio frastagliato stava perdendo olio a fiumi, imbrattando la sabbia e l'acqua. Era sicuro che qualche circuito importante fosse saltato, perché Stranamente non sentiva più dolore. Anzi… non sentiva più nulla a dire la verità. Braccia e gambe pendevano inutili attorno a lui, e probabilmente sarebbe morto molto presto, ma gli stava più che bene. Aveva salvato Ivar, Momoko ed Ishley, aveva abbattuto uno stormo di Corrotti ed era riuscito a vedere di nuovo il mare. Era da anni che non ci andava più. Gli sarebbe piaciuto tornarci con suo fratello e la loro famiglia una volta finita la guerra. Chissà… magari gli avrebbe persino presentato Ivar. 《In un'altra vita magari.》 Sussurrò a sé stesso, mentre reclinava la testa sul lato.

 

**

 

Athal aprì gli occhi di scatto, un gran mal di testa a tormentarle il cranio e un rivolo di olio a colarle dalla fronte e imbrattarle i capelli. Che diavolo era successo? Si ricordava… la fuga dal Bunker, Becky che precipitava, lei e Natasha che cercavano di salvarla e poi… c'era stata una grande esplosione sopra di loro che le aveva scaraventate in basso e poi più niente. Si tirò su a fatica, guardandosi intorno. Aveva dormito fino ad allora in mezzo ad una specie di piccola radura fangosa in mezzo agli alberi che conosceva fin troppo bene e quel clima umido e afoso era inconfondibile: era finita di nuovo nel Rio delle Amazzoni. Quanto diavolo avevano volato per arrivare così a Sud rispetto al Bunker!?

Tra l’inseguimento da parte dei Corrotti e il tentativo di evitare che Becky si schiantasse da qualche parte, le era sembrato che il viaggio fosse durato poco, e invece doveva essere durato delle ore. Si tirò a sedere con un grugnito infastidito: era ricoperta di lerciume, gli stracci che indossava ormai erano sul punto di disintegrarsi e i suoi capelli erano un vero disastro. L'unica fortuna era che si era fatta solo qualche graffio, si disse, osservando i resti ormai accartocciati dei tre Aereoscheletri. Avrebbe potuto farsi molto molto più male. Sbarrò poi gli occhi quando si rese conto di non vedere le sue compagne da nessuna parte e iniziò a guardarsi intorno freneticamente. 《Natasha? Becky? Ehi! Mi sentite!?》 Urlò, cercando macchie di capelli rossi attorno a lei o tentando di captare qualsiasi suono di passi.

 

Iniziò a respirare pesantemente quando non sentì niente, cercando in mezzo alla vegetazione qualche segno o impronta delle sue compagne, ma non trovò tracce sicure. Che fossero state schiacciate dai loro mezzi o fossero cadute più avanti!? Era rimasta sola!? Cercò di scacciare questi pensieri ridicoli. Natasha non sarebbe mai morta per una cosa simile, e nemmeno Becky, però quel maledetto dubbio continuò a roderle. Se fosse davvero rimasta sola? Che cosa avrebbe fatto?! Avrebbe continuato a combattere biomacchine per i secoli seguenti? Si sarebbe nascosta per sempre in quelle dosgustose giungle umide!?

Un misto tra una risata isterica e un singhiozzo le sfuggì dalle labbra. Tra tutto quello che era successo nelle ultime quarantotto ore rimanere da sola sarebbe stato davvero il colmo! Aveva rischiato la pelle perché si salvassero tutti e ora doveva pure rimanere sa sola!? Lo schiocco di un ramo alle sue spalle la fece immediatamente scattare, la sua frusta che andava ad avvolgersi attorno al manico di una falce. 《Ferma Athal! Siamo noi!》 Disse Natasha, comparsa insieme a Becky da dietro degli alberi e rimettendo l’arma sulle proprie spalle, giusto prima di essere travolta per la seconda volta da un abbraccio della corvina. La russa era coperta di ferite, che stavano facendo scendere olio rosso dappertutto, ma non le importava nulla. Tanto ormai era già ridotta peggio di una pattumiera e poi era troppo contenta di rivederla viva.

《Ehi ehi, tranquilla. Stiamo bene》 Sussurrò la più alta, ricambiando goffamente la stretta pro mentre la ragazza si staccava.

《Dove Accidenti eravate finite!? Pensavo che foste morte!》

《C'è mancato poco con quello schianto.》 Ammise Becky, accanto a loro. Anche lei era coperta di sporcizia e tagli, ma adesso i suoi capelli scendevano poco oltre le sue orecchie.

《Che ti è successo?》 Chiese la corvina.

Lei si accarezzò i capelli. 《Hanno preso fuoco quando siamo precipitate e Natasha ha dovuto tagliarmeli. Ma rispetto a tutto quello che ci è successo oggi, è l'ultimo dei miei problemi.》

Tutte e tre si strinsero nelle spalle, il pensiero del Generale e del Bunker ancora marchiato a fuoco nella testa. 《Che cosa faremo ora? Siamo… siamo gli ultimi rimasti?》 Domandò l'ex guardia carceraria.

《Non lo so Becky. Davvero non lo so. Il Bunker e il generale non ci sono più. E tutti gli altri Yorha sono stati corrotti. Davvero non so che potremmo fare adesso.》 Rispose la russa.

《Beh… non ci possiamo arrendere. In qualche modo dobbiamo continuare a combattere.》 Disse la ragazza.

 

Athal la fissò con gli occhi sgranati. 《Ma dico stai scherzando?! Ti rendi conto che siamo rimasti solo in dieci e soprattutto che ci siamo divisi un'altra volta!? Non abbiamo più aereoscheletri, siamo sole, sperdute in mezzo ad una giungla e Ridotte così come siamo non potremmo battere nemmeno una pattuglia di biomacchine e tu vorresti che ci buttassimo contro il mondo intero!?》

《Ma… ma non possiamo arrenderci. Come faremo con gli esseri umani? Quando torneranno, lo faranno per trovare la Terra sana e salva e ricominciare a vivere qui, non per vedere un simile fallimento!》

 

《Oh, Non ci dovremo più preoccupare di questo.》 Rispose la corvina.

Le altre due giovani si guardarono immediatamente con un’espressione confusa. 《Di che stai parlando Athal?》 L'altra davvero non sapeva se mettersi a ridere o esplodere in lacrime. Di tutti i compiti ingrati che le erano toccati, adesso stava a lei raccontare alle sue compagne che tutti I loro sacrifici erano stati buttati al vento.

 

《Voglio dire semplicemente che non dobbiamo più preoccuparci di deludere gli umani perché non torneranno più. Loro… sono morti tutti. Da un bel pezzo, aggiungerei.》

Becky sbarrò gli occhi. 《Athal avanti, non mi sembra il momento di mettersi a fare stupidi scherzi. Siamo tutte stanche e probabilmente sull'orlo di una crisi di nervi!》

《Ti assicuro che non sto affatto scherzando. Ho avuto la stessa reazione quando Ivar me lo ha detto, ma mi ha mostrato le prove. Gli shuttle sono stati distrutti appena hanno lasciato l’atmosfera; c'erano dei blocchi di biomacchine che hanno teso loro un'imboscata e li hanno uccisi appena gli sono passati davanti. Non ci sono più umani da salvare.》

 

Becky sentì gli occhi pizzicare: suo padre e sua madre erano su quegli Shuttle, così come tantissime altre persone innocenti. Li aveva salutati poco prima che partissero, aveva promesso loro che avrebbe combattuto fino alla fine per proteggere la loro casa. Era riuscita ad andare avanti in quella guerra solo perché non aveva mai smesso di pensare a loro o ai suoi amici. E adesso, dopo la corruzione di tutto il loro esercito e tutte le battaglie in cui aveva rischiato la vita, scopriva che tutta la fatica, il dolore, la morte, i compromessi erano stati fatti per niente!

《Becky…》 Natasha si avvicinò, ma l'altra si allontanò. 《Scusate. Io… sono molto confusa. Ho bisogno di stare un po' da sola.》 Disse, andando via con il volto bagnato e le spalle che si muovevano a causa dei singhiozzi. La russa abbassò lo sguardo, per una volta lasciando che un’espressione sofferente intaccasse la freddezza del suo mondo. Non le importava che qualcun altro la vedesse in quello stato: Era semplicemente troppo stanca per pensare al rimanere composta o alle reazioni delle altre. Il senso di colpa era troppo grande da sopportare.

 

《Natasha…》 La voce di Athal la richiamò. 《Tu lo sapevi già vero? Degli umani.》

La ragazza trattenne il respiro, ma poi annuì. Non aveva senso continuare a mentire dopotutto. La corvina sentì chiaramente un macigno pesarle sullo stomaco. Una sensazione che odiava quasi quanto il sentirsi impotente: era spaventata… e forse si sentiva tradita. L'ironia della sorte. 《Perché non ce lo hai detto? Perché non lo hai detto almeno a me?!》 Chiese

《Cosa ti aspettavi di sentire Athal? Che tutti gli umani erano morti da tempo e che tutto quello che stavamo facendo non sarebbe servito a niente? Sul momento mi avresti dato della pazza e in ogni caso Non potevo raccontarti una cosa simile. Ne a te ne agli altri.》

 

《Avresti potuto fidarti di noi invece. Non ti avremmo mica denunciata al generale. E poi, Posso capire all’inizio, ma… dopo mesi che lottavamo insieme… tu sei la mia partner!》 La rossa si girò di colpo, gli occhi umidi.

《Ma credi che lo abbia fatto perché mi divertiva vedervi brancolare nel buio!? L'ho fatto solamente per proteggere te e tutti voi! Sapevo come avreste reagito tu, King, Ivar e Rahl se aveste scoperto tutti. E sai bene cosa avrei dovuto fare io se fosse successo! Il compito di quelli come me è sorvegliare ed eliminare tutte le minacce tra i ranghi degli Yorha, quindi avrei dovuto uccidervi tutti se aveste scoperto troppi segreti.》 Athal strinse I pugni. Aveva sempre avuto la sensazione che il generale avesse inserito nella loro squadra una tipo E del suo calibro per tenerli d'occhio e probabilmente farli fuori se si fossero in qualche modo ribellati, ma doveva ammettere che sentirselo dire da lei in persona faceva comunque un effetto completamente diverso. Ma Natasha non aveva finito.

《Io non volevo farvi del male. Inizialmente eravate semplicemente delle persone che comunque non mi avevano fatto niente, ma Quando ho iniziato ad affezionarmi davvero a te, a Ivan, a Becky… ho fatto di tutto per convincere il generale che eravate degni di fiducia. Le ho detto che eravate una squadra altamente dotata e le ho proposto di testare la vostra lealtà in qualche modo per dimostrarlo. Ho persino mentito quando mi ha chiesto in che modo avevate reagito. E ti giuro che tutte le volte in cui ci siamo salvate la vita a vicenda, tutte le volte che abbiamo parlato o combattuto insieme, non è stato parte di una recita. È stato reale.》

L'altra davvero non sapeva come sentirsi davanti a quella dichiarazione. Sentiva uno sgradevole groviglio di affetto, tradimento, rabbia e tristezza e per la prima volta in anni non era in grado di elaborarli. Era divisa tra il volerla abbracciare e il prenderla a pugni. Natasha aveva una relazione particolare col Generale di cui non aveva mai capito le dinamiche, ma era chiaro che tenesse molto alla sua approvazione, quindi mentire per proteggerli doveva essere costato uno sforzo notevole. Ma non poteva mettere da parte i sentimenti negativi. Non ancora almeno.

《Ma perché dopo che mi hai conosciuta come si deve non mi hai detto niente? Pensi che non sappia com'è soffrire o perdere gente che ami per colpa di qualcun altro!? Pensi che non sappia controllarmi?》

Stavolta vide un lampo di rabbia attraversare gli occhi della russa. 《Ti ho già detto che non era personale! E ti assicuro che non l'ho fatto a cuor leggero! Quando lo hanno raccontato a me, ho pensato seriamente di scappare da tutto questo. Anche io ho perso una persona importantissima quel giorno.》 Athal la fissò interrogativa. 《Mio padre era su uno di quegli Shuttle! Voleva unirsi agli Yorha come me, ma io l'ho convinto a fuggire perché temevo che potesse succedergli qualcosa sul campo! Se è morto come mia madre, è colpa mia. E se ti stai ancora chiedendo perché ho mentito a te e agli altri anche dopo avervi conosciuti, è anche perché ho un debito enorme col progetto Yorha che ora non potrò mai ripagare. Loro mi hanno chiesto di comportarmi così e anche se ti voglio più bene di quanto possa immaginare, non potevo tradire la loro fiducia fino a quel punto.》

Ormai anche lei stava definitivamente piangendo e si allontanò esattamente come Becky, lasciando la corvina sola a rimuginare coi suoi pensieri fin troppo confusi.

 

**

 

Rahl si svegliò di soprassalto, guardandosi intorno confuso e con un tremendo mal di testa a tormentargli le tempie. 《Dove… che cosa…?》 Si chiese, prima di notare di essere dentro una stanza e soprattutto tra le soffici coperte di un letto con addosso un semplice pigiama. Si accorse anche di avere una fasciatura attorno a tutta la testa. Si mise le mani sulla fronte, cercando di ignorare il mal di testa e ricordare che cosa fosse successo: i Corrotti li avevano separati dal resto del gruppo e avevano aperto il fuoco, cercando di abbatterli.

Kyran ne aveva uccisi più di un paio, King si era praticamente catapultato addosso agli altri col suo Aereoscheletro e lui aveva abbattuto gli ultimi tre con dei missili, ma uno di loro aveva attivato l’autodistruzione e li aveva fatti precipitare tutti con un'esplosione talmente grossa da mandare in tilt le loro strumentazioni. Avevano lottato tutti e tre per tenere I loro veicoli in aria, ma alla fine si erano schiantati su una superficie che probabilmente era riconducibile ad un tetto. Aveva battuto con forza la testa durante l'impatto e poi… più niente.

 

Qualcuno però doveva averlo portato in quel posto e doveva avergli cambiato i vestiti con quel pigiama, oltre al fasciargli la testa. Probabilmente erano stati King e Kyran. L'albino sbarrò gli occhi e scattò in piedi. Giusto! King e Kyran! Dov'erano finiti!? Erano precipitati anche loro con lui. Erano feriti? Stavano bene?

Uscì dalla stanza di corsa, un braccio già trasformato nel suo fedele fucile, guardandosi intorno freneticamente. Era da tanto che non si sentiva così in balia delle proprie sensazioni e aveva tutti i sensi all'erta. La casa fortunatamente era abbastanza normale: c'erano mensole, tavoli e sedie, mobili e quadri alle pareti, però naturalmente ogni cosa recava uno spesso strato di polvere un po' ovunque e sembrava che i padroni di casa fossero andati via di corsa. Notò una foto che spuntava da sotto un mobile e, cercando di riprendere il controllo delle proprie emozioni, la raccolse. Raffigurati, c'erano un uomo e una donna sulla tarda quarantina con in mezzo una ragazzina di quattordici anni circa. Tutti stavano sorridendo davanti all’obiettivo, e probabilmente tutti loro erano morti ormai. Cercò di non pensarci e rimise la foto su una mensola. Lui aveva avuto più tempo degli altri per metabolizzare la notizia, ma pensare a tutte quelle famiglie uccise, ai bambini e ai neonati che avevano perso la vita in quella maledetta imboscata… gli faceva solo voglia di ridurre in polvere ogni dannata biomacchina. Come soldato aveva dovuto imparare che in certi conflitti, e in particolare nelle guerre, le vittime erano inevitabili, ma quello che era accaduto a quegli Shuttle non era un atto di guerra: era semplicemente un massacro gratuito di persone incapaci di difendersi, fatto solo per cattiveria o rabbia.

 

Sentì un rumore di passi in avvicinamento e immediatamente, si nascose accanto all’ingresso con il fucile pronto, ma poi le figure di King e Kyran entrarono nel suo campo visivo. Erano ancora più disordinati dell'ultima volta che li aveva visti: ormai i loro vestiti bastavano a malapena a coprire il petto e l’inguine ed erano tenuti insieme da delle cuciture non esattamente fatte a regola d’arte, i capelli e la pelle erano sporchi di terra, polvere e olio. Tutti e due sembravano stanchi, nervosi e pallidi e stringevano le loro armi in maniera spasmodica. Appena il biondo lo vide in piedi, gli venne subito incontro con un'espressione preoccupata.

《Rahl! Che ci fai in piedi? Dovresti riposare, quella botta ti aveva davvero ridotto male.》 《Domando perdono. Mi sono svegliato senza avere idea di dove fossi e voi non eravate da nessuna parte, quindi volevo vedere se vi fosse successo qualcosa.》 Rispose, cercando di spiegare.

Il ramato annuì. 《Eravamo usciti a dare un’occhiata a quello che sta succedendo fuori di qui. Diciamocelo, Un disastro peggiore di questo non potevamo trovarlo.》 L’albino si sedette sul sofà accanto a loro.

《La situazione è davvero così disperata?》

Kyran si ritrovò ad annuire. 《Purtroppo si. Qui a San Francisco gli attacchi sono stati violenti come in altre parti degli Stati Uniti, ma la città è stata comunque danneggiata in vari settori e ormai le strade pullulano di biomacchine e corrotti. Schiantarci su questo edificio è stato praticamente un miracolo.》

 

《Da quanto tempo ero incosciente? Ci sono state notizie da parte di Miss Natasha o degli altri? Avete avvistato dei senzienti?》 Domandò l'albino, già temendo la risposta.

《Ci siamo schiantati qui quattro giorni fa e tu non ti sei mai svegliato fino ad oggi. Ti abbiamo portato dentro appena è stato possibile, ma Per un po' abbiamo davvero temuto che saresti morto. Fortunatamente grazie alle cure che ci ha dato Momoko e ai tuoi attrezzi siamo riusciti ad arginare i danni, ma credo che dovresti riposare per un altro po'.》 Rispose Kyran, osservandolo preoccupato. Quelle ferite erano piuttosto serie, quella alla testa più di altre. Fortunatamente i corpi Yorha erano più resistenti e potevano guarire più in fretta di quegli umani, ma senza i tipi H o soccorso immediato certe ferite si sarebbero rivelate letali anche per uno di loro.

 

《Già. Prenditi il tuo tempo e riposa. Dopotutto… ormai quella è l’ultima cosa che ci resta.》 Commentò cupamente King, ripensando per l’ennesima volta al Buker. Quel posto era stato come una seconda prigione inizialmente, un posto dove era praticamente obbligato a vivere per il suo stato di Yorha e in cui non avrebbe mai voluto mettere piede, però dopo tutti quei mesi passati lì, dopo tutti i momenti passati con i suoi ragazzi e con i suoi amici… doveva ammettere che faceva male sapere che non esistesse più. Persino pensare alla morte del Generale era come una stilettata. Rahl scosse la testa.

《Siete riusciti a capire dove sono finiti gli altri? Possiamo contattarli in qualche modo?》

《No. Le radio degli Aereoscheletri sono state distrutte quando siamo precipitati. Abbiamo provato a dare un’occhiata, ma i circuiti sono completamente andati.》 Rispose il più giovane.

 

《Ma forse è meglio così. Se qualcuno intercettasse delle frequenze radio, potrebbero scoprire dove ci troviamo o dove sono loro. E ora che siamo separati e feriti, avere dei senzienti alle costole sarebbe una condanna a morte.》 Aggiunse Kyran. 《Per ora non ne abbiamo visto nessuno, ma dobbiamo stare attenti.》

L'albino lo guardò con aria sorpresa. 《Non si sono fatti vedere?! Nemmeno uno di loro? Com'è possibile?!》

《Potrebbero essere convinti che quei corrotti ci abbiano uccisi, oppure sanno che siamo vivi, ma non dove siamo. Credo che anche per dei senzienti sia difficile perlustrare un continente così grande. Il che è una cosa positiva: abbiamo tutti bisogno di riposo.》 Affermò il biondo.

 

《Si, ma che cosa faremo poi quando saremo di nuovo in piedi?》 Chiese il ramato, stringendo nervoso la sua spada.

Il biondo si morse il labbro. 《Non lo so King. Ti giuro che non lo so. Il Bunker è andato, generali e colonnelli sono morti o corrotti come il resto degli Yorha e noi ormai siamo rimasti quasi senza risorse o mezzi di trasporto.》 Anche lui aveva davvero l'aria esausta, abbattuta. Si sentiva talmente inutile e svuotato in quel momento. Stava addirittura arrivando a chiedersi se davvero essere sopravvissuti a quell'infezione di massa fosse stato un bene. Erano dei soldati senza più niente da proteggere, senza più compagni o una casa dove tornare. Non avevano nulla

《Secondo me dovremmo cercare di reagire. Non possiamo smettere di combattere e lasciare che il generale e gli altri siano morti invano.》 Affermò Rahl convinto, facendoli girare entrambi verso di lui.

《Stai scherzando, vero Rahl?》 Gli chiese il più giovane, un lampo di paura negli occhi grigi.

 

《Non… hai visto che cosa hanno fatto! In qualche modo hanno contagiato tutti gli Yorha del mondo, siamo rimasti solo noi. E anche se fossimo sopravvissuti tutti a quella maledetta caduta, siamo solamente in dieci contro quelli che ormai sono due eserciti interi Più i senzienti!》

L'altro sospirò. 《King, mi rendo conto che tu sia spaventato. Anche io lo sono e anche Kyran, ma non possiamo permettere che il Padrone delle Biomacchine vinca. Ha già ucciso tutti quegli umani sugli shuttle e ha fatto lo stesso con tutti gli Yorha che ha corrotto, se gli permetteremo di andare avanti così finirà per distruggere tutto ciò che resta del nostro pianeta.》 I suoi occhi scarlatti brillavano di convinzione.

Anche lui aveva paura, aveva ancora impresso nella mente il momento in cui aveva visto i suoi commilitoni venire corrotto attorno a sé, ma pensare a loro, a tutti gli animali che erano morti e persino al Generale e al Colonnello… non poteva permettere che le loro morti fossero vane. Avevano commesso dei crimini, avevano ucciso altri Yorha e avevano mentito a tutti loro per molto tempo, ma non si meritavano una fine tanto cruenta. Ed era anche preoccupato per King e Kyran. Loro due non erano feriti come lui, però avevano un'espressione molto più… esausta rispetto alla sua. Non aveva mai visto il primo così spaventato e il secondo così demoralizzato: Temeva che se si fossero arresi adesso, non si sarebbero più mossi di lì.

 

Il ramato intanto aveva stretto I pugni. 《E che cosa faremo quando saremo lì, eh!? Sarò costretto a guardarvi mentre vi fate uccidere per proteggere me o qualcun altro? Oppure dovrò vivere di nuovo con la paura che uno di voi si ritrovi impalato ad un obelisco o torturato fino alla pazzia come è quasi successo a te quella volta con Mizuhiro?》 L'albino provò a controbattere, ma l'americano lo bloccò. 《Non dirmi che non è vero, perché sono sicuro che lo farete. Lo fate fin da quando mi avete conosciuto: avete rischiato la vita per salvare una persona che nemmeno conoscevate e che avrebbe potuto essere la peggiore feccia di questa terra, eppure non avete esitato. Siete delle persone molto migliori di me, questa conversazione lo dimostra, e sono sicuro che se andremo a cercare il padrone, voi non tornerete vivi. E io ne ho abbastanza di vedervi rischiare la pelle. Che mi piaccia o no, tengo troppo a voi per vederlo succedere!》 Aveva il fiato grosso e le pupille dilatate. Si sentiva così arrabbiato, vulnerabile e debole.

Tutto il suo mondo era andato in mille pezzi per la seconda negli ultimi giorni, ma non avrebbe mai creduto di potersi sentire di nuovo così messo a nudo, come quando era bambino e il suo primo istinto era fuggire. Non era un atteggiamento da soldato, era uno da vigliacco, ma lui non era mai stato come Rahl e Kyran. Loro due erano i veri eroi, quelli che si erano sempre immolati per la causa, lui invece aveva pensato fin da subito che sarebbe dovuto fuggire una volta ottenuto il corpo di uno Yorha, e in quel momento si sentiva esattamente come allora: confuso, senza punti di riferimento e in balia del suo istinto di sopravvivenza che gli urlava di prendere i suoi partner e andare il più lontano possibile da lì.

 

Rahl avrebbe voluto dire qualcosa, mentre Kyran Aspettò che finisse la sua sfuriata, poi si alzò e lo strinse in un abbraccio, cogliendo il ramato di sorpresa. 《King, io capisco bene come ti senti. Non solo hai passato dei momenti orribili, ma sei stato anche costretto ad unirti a noi contro la tua volontà e hai perso tutto per ben due volte, il fatto che tu non voglia più combattere è comprensibile. E io… la penso come te: sono molto stanco e non voglio perdere te, o Rahl, avete reso l’ultimo anno il migliore della mia vita, e se potessi fuggire con voi, lo farei. In questi giorni mi sono già chiesto varie volte se valga davvero la pena andare avanti, data la situazione.》

L'albino si portò la mano alla bocca sentendolo, ma poi vide un piccolo sorriso increspare il viso del biondo. 《Vorrei davvero tanto ritirarmi con voi e tutti gli altri in un posto tranquillo, dove finalmente potremo dimenticarci di questa maledetta guerra, Ma proprio perché voglio trovare quel posto e non voglio vivere con la costante paura di perdervi… credo sia il caso di continuare a lottare.》

 

Il ramato scosse la testa, ma si era notevolmente rilassato, e a quel punto anche Rahl si unì all'abbraccio. Neanche sapeva perché, ma gli sembrava il momento più adatto: tutti loro erano stanchi, vulnerabili, e anche lui doveva ammettere di averne bisogno. Per quanto fosse stato addestrato come militare insieme a Kyran per mantenere il controllo, ma nessuno di loro aveva avuto modo di elaborare quanto era successo. La faccenda degli umani, la corruzione di massa, la fine dell'esercito Yorha e la morte dei loro superiori e commilitoni si erano svolti ad una velocità tale che nessuno di loro aveva avuto tempo per riflettere o sfogare lo stress causato da tutte quegli avvenimenti. Lui stesso aveva scoperto la sorte degli umani per primi, ma non era riuscito a smettere di pensarci, non sul serio. E la parte peggiore era che lui non aveva familiari in vita su quegli Shuttle, ma da quanto aveva sentito, Natasha, Ivar, Becky, Momoko e Ishley si. E in ogni caso, molte persone, come King avevano perso la propria libertà e la possibilità di crearsi una vita migliore per proteggere gli umani e quel sacrificio era stato ricambiato con il nulla.

Strinse maggiormente la stretta sui suoi fidanzati. 《Sta tranquillo King, non abbiamo intenzione di abbandonarti o di finire tra le braccia della morte; anche io voglio vivere in pace con voi quando questa storia sarà finita. Abbiamo sempre combattuto come una squadra e io voglio continuare a farlo: Che si vinca o si perda, noi tre rimarremo insieme, d'accordo?》 Sorrise, mentre Kyran annuiva, gli occhi più illuminati rispetto a poco prima.

 

Il ramato ricacciò indietro la commozione con una risatina. 《Grazie ragazzi. Mi… mi avete fatto diventare un vero pappamolle. Un anno fa vi avrei presi entrambi a botte e vi avrei trascinati via di peso.》 Disse, prima di dirigersi verso una delle stanze da letto. 《Ci penserò, va bene? Ora sono troppo stanco per riflettere decentemente e tutti e tre abbiamo bisogno di dormire. Ma… grazie. Grazie di tutto.》

   
 
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