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Autore: Brume    12/04/2021    5 recensioni
Si sono incontrati per caso, Ryo e Kaori, sei anni dopo la morte di Hideyuki; durante un brevissimo incontro in un bar riemergono ricordi dai Kaori fugge mentre lui vorrebbe capire: capire perchè anni prima è andata via, capire cosa è quella sensazione che prova pensando e stando insieme a lei, l' unica in grado di avergli dato un pò di pace. E' il seguito di "Una -quasi- favola natalizia".
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: AU, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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KAORI 

Saeko è appena arrivata. 

Da una decina di giorni, ovvero da quel maledetto giorno in cui ho visto Ryo per l’ ultima volta, è passata a trovarmi con cadenza regolare.                         
Lei e Mick non mi mollano un attimo. Stanno cercando in tutti i modi di trovare una soluzione ed io con loro; ma sono solo una professoressa di 
inglese , niente di più.                                         
Mi sento inutile.
 

“Kaori, cara, sei tra noi?” sento chiedermi da Saeko.                                                 
Mi riprendo, la guardo; è seduta accanto, elegante come sempre. Ha portato un vassoio di pasticcini, qualche rivista, sul tavolo della cucina vedo alcune borse della spesa.
 

 Mi strizza l’ occhio 

“Dobbiamo restare in forze e non farci abbattere. Io sono fiduciosa, Kaori: in qualche modo riusciremo a tirarlo fuori di li” dice.Mick, perennemente alla finestra, si gira e mi sorride; noto che ha la barba lunga, il viso stanco.                                                E’ esausto. Il suo cervello non si ferma un attimo. 

“Speriamo” è l’ unica parola che riesco a dire. 

“Fidati, ci riusciremo” dice Mick.  

Lui ha visto, ogni sera ed ogni mattina, i miei pianti. Ha assistito  immobile  alle mie sfuriate , alle mie urla, al mio sentirmi inadeguata. Ha ricevuto i miei schiaffi.  Si avvicina, si siede, prende  la mia mano e la stringe forte. 

“Hai avuto notizie?” gli domanda Saeko 

“No. I miei informatori dicono che è tutto tranquillo, Kaibara sembra sparito” risponde. Sbuffa. 

“Potrebbero...potrebbero avere lasciato il Giappone?” chiedo con voce tremante. Non ci avevo mai pensato, ma... 

Sia Mick che Saeko mi guardano. 

“Si, esiste questa possibilità, anche se ci sembra remota...Kaibara ha troppe mire sul Giappone e su Tokyo, dubito voglia lasciare il Paese” risponde  subito Saeko, mentre si alza.                                                                                           
“ Ora io vado, passerò dopo. Ti serve qualcosa d’ altro, Kaori?” mi chiede.Io titubo un attimo, vorrei chiederle una cosa ma...non faccio nulla... E’ sempre molto gentile. 

“No, grazie, Saeko. Al momento, sono a posto” rispondo con un sorriso mentre alcuni pensieri mi passano per la testa.  

La lascio uscire, poi guardo Mick, lo fisso negli occhi. 

“Insegnami a sparare” gli chiedo senza molti preamboli: avrei voluto farlo già con Ryo, ma non ho mai trovato il coraggio. Ora...ora mi pare qualcosa di ovvio, di indispensabile: se voglio condividere la mia vita con lui, mi dovrò pur sapere difendere... 

Mick mi guarda, è sorpreso; i suoi grandi occhi azzurri si spalancano. 

“...io...io...non so, Kaori. Non mi sembra una cosa....giusta da fare. Tu non fai parte del nostro mondo e maneggiare una pistola...non è bello” mi dice; si alza, si passa le mani tra i capelli scarmigliati e le mette in tasca. Lo osservo mentre  va in cucina dove inizia a sistemare la spesa portata da Saeko.             
Lo raggiungo e fermo le sue mani, gli prendo i polsi, lo obbligo a guardarmi.
 

“No, Mick. Io sono la compagna di Ryo, vivrò con lui il resto della mia vita, se mi sarà concesso... e non voglio restare inerme come sto facendo ora, dovesse succedere qualcosa. Voglio condividere tutto, con lui. So che maneggiare una pistola non è facile né fisicamente né mentalmente...ma ti prego...aiutami” gli domando, con le lacrime agli occhi ed il fiatone. 

“...Devo pensarci, Kaori” risponde liberandosi dalla presa e poggiando il contenuto delle sue mani sul tavolo. Infine esce dalla cucina e dopo poco sento anche la porta di casa socchiudersi; rimango li, appoggiata allo stipite della porta, aspettando che torni...ma dopo mezz’ora non lo vedo ancora. Sospiro, tanto per cambiare. Poi decido di uscire di casa….e lo trovo, li, sulle scale... seduto, le braccia stese sulle gambe; si gira, alza la testa e mi guarda.  

“Ah, sei qui...pensavo fossi sceso nel poligono” gli dico, mentre mi siedo accanto; Mick sorride e scuote la testa. 

“Non è facile ciò che mi stai chiedendo, Kaori.” dice. Prende una sigaretta, la accende, ne aspira il fumo lentamente.  

“Lo so benissimo” rispondo “ non credere che non lo sappia...” mormoro; sono quasi persuasa, dovrò rassegnarmi a fare da spettatrice,  lo so.Restiamo seduti in silenzio ancora per un po' finchè il suo cercapersone non trilla: è Saeko, mi dice; si alza ed entra in casa a telefonare.  

Cosa avrà da dirgli? E’ uscita da meno di dieci minuti! Penso tra me.  

Lo aspetto li, raccolgo le ginocchia sul mio petto  per poco non perdo l’ equilibrio; appoggio la testa contro il muro.                      Penso a te, Ryo.                                                                                                                 
Non posso e non voglio credere che tutto finisca così; ci abbiamo messo anni per ritrovarci, ci hai messo tempo per convincermi che accogliere 
l’ amore che ci lega è una cosa giusta...Dobbiamo trovarci, dobbiamo restare insieme... 

“Kaori, era Saeko”. 

La voce di Mick interrompe ancora i miei pensieri; ha un viso tirato, lo sguardo serio. Ho un attimo di cedimento e lui lo vede, allunga le braccia per afferrarmi perché mi sento mancare. Presto mi trovo stretta a lui. 

“Va tutto bene. Kaibara è ancora qui. Saeko mi ha appena detto che uno dei suoi ha visto Ryo, sta bene. Sono ancora dove li abbiamo lasciati....” 

Il mio cuore per un momento corre velocissimo, poi finalmente attenua la sua corsa ed il mio corpo si rilassa.                                Mick mi accarezza i capelli con un gesto dolcissimo. Non è una persona che ama il contatto fisico e apprezzo molto ciò che fa.  

“Crediamo che... tra una decina di giorni potrebbe farsi vivo”. 

Lo guardo. Credo di avere un grande punto interrogativo sopra la testa. 

Perchè proprio tra dieci giorni, Mick?”  

Lui mi solleva il viso. 

“...ci sarà un evento particolarmente importante e...Saeko pensa che Kaibara colpirà in quel frangente...quindi, dovremmo giocarci il tutto per tutto e capire come liberare Ryo”. 

Il suo viso finalmente sorride e tutta quell’ ansia scompare; io mi aggrappo a lui, affondo il viso nel suo petto; intravedo una flebile speranza, una luce, alla fine di questo tunnel buio. 

“Non mi hai ancora risposto” gli dico, tra i singhiozzi.                                           
Lui sospira.                                                                                                                   
Ancora.
 

“Sia. Va bene. Ti insegnerò...a sparare ma MAI, e sottolineo MAI, dovrai fare di testa tua. Userai l’ arma solo per difesa e sotto il mio comando, per ora. Siamo intesi?” dice. La sua voce si è fatta dura. 

Rialzo lo sguardo, lo fisso. 

“D’ accordo” rispondo. Mi prende la mano, allora; torniamo in casa. 

“Ci riusciremo, Kaori. Tornerai con il tuo Ryo” mi dice chiudendo la porta alle sue spalle; ma io sto già correndo verso il bagno....ancora quella nausea, non mi lascia tregua, ormai. 

 

 

 

RYO 

“Domani dovrai accompagnarmi in un posto” mi dice Shin.  

Io, seduto poco distante, sto sistemando la mia pistola. Alzo la testa , i nostri occhi si incrociano. 

“Cosa è quella faccia? Domani dovrò recarmi da una persona molto importante, fare dei sopralluoghi... ed ho bisogno di una guardia del corpo affidabile” dice allungando la mano per prendere la tazza di te appoggiata sul tavolino poco distante da lui. Sono nel suo studio e le grandi porte a vetro lasciano intravedere i suoi uomini passeggiare avanti ed indietro, lunghe ombre scure senza volto e senza anima. Li osservo per un po', prima di rispondergli. 

“Vuoi dirmi che tra quelli” dico , indicandone uno a caso con un cenno del capo” non c’è nessuno adatto a tale compito? O vuoi proprio mostrarmi al mondo, come tuo trofeo? Siamo una bella accoppiata: Shin Kaibara e City Hunter...”. 

Sia il mio sguardo che la voce esprimono sarcasmo ma lui...lui appare tranquillo, sorride compiaciuto.Si aspettava questa risposta.                     
 Lascio perdere ciò che stavo facendo. Accavallo le gambe, mi verso del 
bourbon, prendo del ghiaccio e ne bevo subito un sorso, mentre il mio sguardo passa in rassegna la stanza. 

“Sei un ragazzo sveglio, Ryo. Si, mi servi come rappresentanza...ma voglio anche mostrare ciò che perderai se , per qualche assurdo motivo, riuscirai a scappare e sopravvivere alla mia vendetta” risponde, scaltro come sempre.  

Sorrido.E’ un sorriso stanco e amaro...ed è l’ unica arma che ho al momento. 

“...ho imparato dal più grande in assoluto. Non posso fare sbagli” rispondo pronto gettando lontano il pesante bicchiere e riversandone il contenuto su marmi prezioni, lucidi.  Per un attimo mi sembra quasi di cogliere una espressione di sincera soddisfazione. 

Shin si alza, fa alcuni passi , un cenno alle guardie.                                           
Uno di loro apre la porta, entra.
 “E’ tutto pronto” dice; io mi chiedo cosa possa avere in mente. Ho cercato, in questi giorni, di capirci qualcosa..ma non sono riuscito a scovare nulla... 

 Esce. Finalmente esce e rimango solo con i miei pensieri, guardato a vista in questa stanza, anche se in teoria sarei libero di andare dove mi aggrada. Cerco di tenermi impegnato ancora un po', ma dopo poco devo alzarmi,  la mia testa scoppia…non ce la faccio più, amore mio...non ce la faccio più a starti lontano. Non smetto di pensarti e trovare una via d’uscita...lo sapevo, eh? Sapevo che di imprevisti ce ne sarebbero stati, ma non pensavo così prestoMi alzo, faccio due passi; osservo la città dall’ alto, è una bellissima giornata...quanto mi piacerebbe essere li con te, passeggiare per il parco o andare a fare compere insieme... 

Basta, Ryo mi dico ad un certo punto: non devo fantasticare, devo trovare un modo per uscire di qui.                                              Domani? Potrei approfittare di domani? La vedo dura,  ma...no, devo stare attento, qui ne va non solo della mia vita ma anche di quella di Kaori...ed io non voglio le accada niente.                                                                                   
Con le mani in tasca ed un malessere in ogni singolo centimetro del mio corpo, guardo fuori dalle vetrate che mi circondano e poi decido di tornare nei miei appartamenti; appena entro nelle stanze che ormai conosco a menadito, mi accorgo di un uomo.                                                                                                       
Sta in piedi in un angolo, silenzioso.                                                                          
E’ vestito di scuro.
 

“Chi sei, cosa vuoi?” chiedo sprezzante cercando di capire cosa ha in mente mio padre. Ora mi fa controllare anche nelle mie stranze....                                   
 Lui mi fa un cenno; vuole che mi avvicini ed io, come se nulla fosse e con i sensi all’ erta, procedo.                                                   “Deve leggere assolutamente questo!” mi dice con sguardo e voce marziale, consegnandomi una cartelletta scura. Fisso il plico e poi lui, faccio volare la cartelletta sul divano e prendo il tale per il collo, trascinandolo dove le telecamere non possono vederti, sbattendolo contro il muro. Lui mette l’ indice davanti alle labbra e l’ altra mano in tasca, dalla quale trae un foglio che fa cadere....
 

“Chi sei?” gli chiedo, sussurrando. Il tale mi fissa, i suoi occhi mi chiedono di raccogliere quel foglio così mi chino, lo prendo, lo apro. 

 

Sto rischiando la pelle. Sono l’ agente speciale Akihashi...segua le mie istruzioni, in  questi giorni...la tireremo fuori di qui. La cartelletta è chiaramente una scusa, contiene scarabocchi”   

 

Leggo più volte il biglietto, osservo il tale; gli faccio cenno di uscire, lui fa una faccia sorpresa.Non mi fido, deve essere un’ altra delle trovate di Shin.       
“Mi creda. La osservo da tempo. Loro sanno che lei sta bene” dice solamente, senza aggiungere altro, quando è sulla porta. Per un attimo, ho un cedimento. Se fosse vero? Quest’ uomo sta rischiando la 
pelle....No, non è possibile.... 

Non ci capisco più nulla.Non so più che giorno è, che ore sono.Chiudo la porta in faccia all’ uomo, mi giro, appoggio la schiena alla superficie liscia e mi lascio cadere a terra,  allungando le gambe davanti a me.  

Se fosse vero? Ripeto a me stesso, almeno un migliaio di volte, stropicciandomi il visto con le mani;scuoto il capo, ascolto i miei pensieri, ascolto il mio cuore... quando mi alzo sono stravolto e vorrei solo andare a dormire  ma anche quando mi stendo nel letto, dopo essermi spogliato di questa divisa che mi procura il vomito solo a guardarla, resto a rotolarmi nel letto con gli occhi spalancati a fissare il soffitto lucido e brillante di questo maledetto posto. Va all’ inferno, Kaibara! 

 

Il giorno seguente 

 

KAORI 

Stamattina Saeko mi accompagnerà da Doc. Da un po' di tempo non sto bene ed io ne sospetto il motivo, ma vorrei averne una certezza; avrei preferito andarci da sola, ma Mick non si fida. Lui resterà a casa, dice che sono cose da donne.  So che dovrà vedere anche uno dei suoi informatori; mi sta bene.  

Saeko arriva puntuale, così come ci siamo accordate ieri sera.  E’ sobria, stamane: indossa un paio di jeans ed una maglia a maniche lunghe, non l’ ho mai vista così e appena mi compare davanti le sorrido. E’ il suo giorno libero. 

“Sei pronta, Kaori?” mi chiede. E’ appoggiata alla sua macchina, le braccia incrociate sul petto, sorride. Tra le bocca ha una sigaretta, è la prima volta che la vedo fumare. 

“Si, Saeko. Grazie di tutto e scusa lo scarso preavviso...” dico passandole accanto. Lei sorride e mi apre la portiera, la sua macchina è davvero bella, è strano vedere una vettura simile in mano ad una donna ma lei non è mai stata una persona normale e solo ora capisco come mai Hide si sia innamorato di lei. 

“Che c’è?” mi dice, mentre sale in macchina e si accomoda. La guardo, sorrido ancora. 

“Nulla. Pensavo a te, ad Hide” dico abbassando il capo.  Anche lei sorride e  non dice nulla, ma vedo un velo di tristezza nei suoi occhi. 

Non lo ha ancora dimenticato. 

“Partiamo?” dice appena, mettendo in moto la macchina. 

“Andiamo” rispondo, prima di trovarmi nel traffico di Tokyo. 

 

Quando giungiamo dal professore, lo troviamo ad attenderci davanti alla piccola porticina di servizio accanto all’ entrata principale, ci saluta con un piccolo inchino e ci accompagna in casa. La sua governante ed aiutante ci viene incontro con una piccola tazza di tè. 

Ci sediamo , proprio davanti all’ entrata c’è una piccola panchina. 

“Dimmi, Kaori, come stai?” mi chiede. Lo sguardo generalmente  lubrico ha lasciato il posto ad occhi sensibili e dolci....anche lui è preoccupato per Ryo, ne sono sicura. 

“Date le circostante, bene” rispondo “ vado avanti con la speranza che a breve si risolva”. Sono sincera ed anche Saeko annuisce. 

Il professore mi osserva, finisce il suo te e aspetta me. 

“Ne sono sicuro, Kaori” mi dice “ Ryo sa cavarsela, anche se Shin Kaibara è un osso duro”. Il suo sguardo ora osserva il pavimento, rimaniamo tutti in silenzio, cerco di non lasciarmi andare.                                                                      Dopo un tempo che pare infinito, si alza. 

“Andiamo, ora” dice, precedendomi di alcuni passi; mi alzo, lo seguo. Sono emozionata ed ho paura, ma ormai sono qui...e so che dovrò affrontare qualsiasi realtà. Anche se farà male.                                                                             
“Professore, secondo lei, devo preoccuparmi?” chiedo, una volta arrivata nello studio e posando la borsetta sulla sedia. Mi guardo in giro: è davvero un bell’ ambiente ed è accogliente, nonostante si tratti di uno studio medico.         
Puoi andare 
la dietro” mi dice il professore  indicandomi un paravento in carta di riso decorato con alcune gru “...troverai una vestaglia, indossala. Tieni solo la biancheria...” . Non aggiunge altro; quindi seguo le sue indicazioni e vado, mi preparo, mentre i pensieri si fanno sempre più forti...ho paura di perdere il controllo, piego nervosamente gli indumenti e cerco di rinsavire, ma è dura. 

Quanto vorrei che tu fossi qui” dico a bassa voce, pensando a te, Ryo, prima di uscire ed affrontare la realtà. 

“Stai tranquilla Kaori, andrà tutto bene” mi dice Doc, probabilmente osservando la mia faccia “ ...intanto accomodati; ora ti farò delle analisi ed una ecografia”. 

Mi stendo sul lettino, dunque; nemmeno mi accorgo quando l’ ago mi entra nella pelle, è simile ad un pizzico.  

“Sono preoccupata, temo sia qualcosa di brutto. Una mia amica aveva sintomi simili, pensava fosse in attesa invece...” borbotto, in tutta fretta, premendomi una garza di cotone nell’ incavo del gomito.                                                              Il professore sorride e mentre sono stesa si avvicina alla porta dello studio e chiama Kazue, che arriva poco dopo portando con sé una piccola macchina; ha un viso dolce, sembra rassicurarmi... io ho lo stomaco e la mente in subbuglio. 

Mi preparano, stendendo del gel sul mio ventre. 

Tremo. 

Ho paura di ciò che mi potrà essere detto ed il mio cuore sta impazzendo; sono silenziosi, sia il medico che Kazue...però sembrano rilassati, sorridono.  Lei mi fa cenno di guardare lo schermo, io osservo. 

Non può essere! Esclamo tra me e me, incredula.  

Si, lo avevo pensato, ma il mio cervello si era focalizzato su ben altre cose.  

Trattengo il fiato. 

“Congratulazioni, Kaori. Babyface ha fatto centro. Due volte.” dice Doc, sorridendo.   

Sono incinta. Vedo...vedo una..due vite, dentro di me.  Era una vaga speranza, che avevo nascosto con altri pensieri negativi...il panico mi assale. Senza nemmeno aspettare che finisca, mi metto a sedere. 

 Un figlio...anzi, due...e non so nemmeno se conosceranno  il padre...  

Con un gesto gentile, la mano del Professore mi invita a stendermi; mi fa calmare, tiene la mia mano. Poi continua con la sua visita; una decina di minuti e finalmente abbiamo finito. 

“Non avere paura” dice Kazue “ il professore è bravissimo, ti seguirà passo passo”. E’ davvero gentile; mi porge delle salviettine imbevute per potermi dare una sistemata provvisoria, mi aiuta a scendere dal lettino. 

“Ti aspetto fuori” dice infine il professore mentre armeggia con il pc, inserendo alcuni dati.Mentre mi reco al paravento per sistemarmi, con la coda dell’ occhio vedo che si avvi verdo a porta. 

 

Quando esco, Saeko mi accoglie con un sorriso; sta leggendo una quotidiano ed al contempo risponde alle domande del Professore inerenti un vecchio caso di qualche anno prima, mi pare di capire. Appena mi vede non lascia passare un minuto, si alza, mi abbraccia. 

“Avresti potuto dirmelo, anche se non siamo in confidenza. Come hai fatto a tenerti tutto dentro?” mi dice a bassa voce; io abbasso il capo ricambiando il suo gesto. 

“...hai ragione, Saeko...ma sai come sono fatta “ rispondo; non è cattiveria, è riservatezza. Sono fatta così. 

“Signore, scusate...” dice il professore prima che ve ne andiate devo mostrare a Kaori una cosa.  

Entrambe ci voltiamo nella sua direzione; ha in mano un contenitore. 

“Qui si sono alcuni farmaci che dovresti prendere” dice dandomi la scatola tra le mani “ sono tutti prodotti a basa naturale e non comprometteranno nulla. Solo quello contrassegnato da una linea gialla è un farmaco  con base chimica, ti servirà solo all’ inizio, prendine una compressa al giorno per i prossimi 20 giorni” .  

Faccio un piccolo inchino. 

“....Professore...grazie” dico.  

Vorrei essere felice e festeggiare questo avvenimento ma non ci riesco; si, sono felice, come non potrei? Ma è tutto così strano!Voglio solo andare a casa, stendermi sul letto, chiudere gli occhi e non pensare a nulla.  

Ryo, ti prego, sopravvivi per noi penso mentre torno alla macchina con Saeko, silenziosa. 

 

 

RYO 

Siamo in macchina da due ore, abbiamo girato solo una parte della città. Credo di capire cosa voglia fare; sta facendo un sopralluogo e ne conosco anche il motivo. Siamo arrivati alla resa dei conti dico tra me, mentre osservo il mondo vivere intorno a noi e lui blatera dati, richieste ed altro ad uno dei suoi tirapiedi. Allungo la mano e prendo da bere, questa macchina è praticamente un monolocale; bevo tutto d’ un fiato  il contenuto della flute davanti a me, solo questo c’è... poi torno nei miei pensieri. 

Potrei aprire la portiera all’ improvviso, approfittare di una sosta e scappare penso; già, peccato che sicuramente nel tempo di un battito di ciglia andrei sicuramente davanti al Creatore mi trovo a pensare.I miei occhi sondano velocemente tutto ciò che ho intorno.Metto la mano sulla pistola, la accarezzo; osservo Kaibara ridere sprezzante immerso nei suoi deliri, lui ricambia lo sguardo. 

“Non riuscirai a scappare. Sei fin troppo ovvio” mi dice girandosi verso di me. 

Non sono così stupido, penso indossando un sorriso sprezzante che lo fa subito tornare serio. Ci fissiamo per un po', il primo a cedere è lui; torno a farmi i cavoli miei, torno a pensare ed osservare oltre i vetri oscurati.... e ad un tratto la vedo.  

TI vedo. 

E’ solo una frazione di secondo, ma i nostri sguardi si incrociano; poi tutto svanisce; sei triste, pensierosa. Chissà dove stai andando. 

Finchè riesco, ti guardo. Guardo la macchina che riconosco essere di Saeko.      

Kaori, amore mio, sono qui! Vorrei urlarti.   

Invece devo restare zitto e fare finta di niente, mentre le nostre auto procedono in direzioni opposte. Appoggio la testa sul vetro freddo, chiudo gli occhi. 

 

Domani sarò da te giuro a me stesso.  

Non posso più aspettare....  

Domani! 

   
 
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