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Autore: Klo89    12/04/2021    0 recensioni
La galassia di Pegaso era in grave pericolo. I replicanti riattivati dal Dr. McKey erano cresciuti di numero in maniera esponenziale. Avevano costruito molte navi con le quali distruggevano tutti i mondi umani che incontravano. Per sconfiggere un male ne era stato creato uno peggiore. Atlantide cercava di fare del suo meglio per contrastare questa minaccia. Tuttavia lo scontro aveva portato a una perdita improvvisa e dolorosa tra i suoi membri. Un'alleanza con i Wraith sembrava l'unica possibilità per sconfiggere il nemico, mentre un nuovo membro si unisce alla spedizione terrestre. Il tempo è poco e la minaccia imminente. Potrà la cooperazione tra Wraith e terrestri avere la meglio sui replicanti? Si potranno diminuire le tensioni e soprattutto potranno Wraith e umani imparare gli uni dagli altri? Leggete e lo scoprirete.
Genere: Azione, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: John Sheppard, Nuovo Personaggio
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
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Nonostante fosse esausta quella notte Hope non riuscì a dormire. Era elettrizzata all'idea di incontrare finalmente i Wraith. Erano una razza di cui sapevano poco e niente. Non che a qualcuno dei suoi colleghi , oltre a lei potesse interessare apprendere qualcosa sulla loro cultura, lingua o sulle loro relazioni sociali. La maggior parte delle persone presenti ad Atlantide pensava solo a una cosa: i Wraith erano nemici e bisognava neutralizzarli.

Hope sapeva perfettamente che erano una minaccia per gli esseri umani della galassia di Pegasus, tuttavia per i Wraith l'unico mezzo di sussistenza era quello di prosciugare la forza vitale delle persone. Non vi erano altre alternative. Ogni specie fa ciò che deve per sopravvivere. E i Wraith non erano da meno.

Da scienziata sapeva che avrebbe potuto apprendere molto. Infondo i Wraith erano tecnologicamente molto avanzati. Tuttavia le interessava andare oltre il mero aspetto scientifico e tecnologico. Era determinata a scoprire la loro cultura e la loro società. Forse era l'unica che li vedeva come persone e non come mostri. Con questi pensieri in testa sentì la svegli suonare. Si alzò e si vestì. Prese lo zaino che aveva preparato la sera prima contenente alcune strumentazioni che potevano esserle utili e si diresse verso la sala dove si trovavano i jumper dove avrebbe incontrato Sheppard e la sua squadra. Teyla e Ronon erano rientrati il giorno precedente. La squadra, ma non solo loro, non aveva ancora accettato il fatto che Mckay fosse stato sostituito da una ragazzina. Non importava a nessuno il fatto che fosse una brillante scienziata. Tutti vedevano solo una ragazzina. A Hope non interessava nulla di ciò che pensavano gli altri.

Arrivata nella sala de jumper trovò Sheppard e gli altri. Hope si avvicinò ai suoi compagni.

“Buongiorno” disse rivolta a Teyla e Ronon che stavano parlando.

Ronon non le rispose, mentre Teyla si girò a guardarla e le fece un cenno del capo. Sheppard era già a bordo.

La squadra di Sheppard è pregata di recarsi nella sala dello Stargate. Stiamo attivando l’iride. Si sentì all’interfono.

Ronon, Teyla e Hope salirono a bordo del jumper.

Sopra di loro si aprirono le porte che collegavano la sala del jumper a quella dello Stargate.

Teyla e Ronon avevano preso posto vicino a Sheppard che guidava il jumper, mentre la Dott.ssa Hope stava nella sezione posteriore.

Il jumper si alzò in volo seguendo una linea verticale. Entrò nella sala dello Stargate che era già aperto e lo varcò. Oltrepassato lo Stargate si ritrovarono nello spazio profondo. Avrebbero incontrato i Wraith lì. Era una zona che veniva considerata dai Wraith stessi neutrale.

“Non sono ancora arrivati” disse Sheppard contemplando l’oscurità dello spazio.

“ Che non sia una trappola” disse Ronon. Lui più di tutti odiava i Wraith. Oltre ad aver distrutto il suo mondo, Sateda, era stato utilizzato per anni come Runner, ovvero come preda durante le caccie dei Wraith. Avesse potuto, avrebbe compiuto un genocidio. Cancellare i Wraith dall’universo. Era questo il suo desiderio più grande.

“Sono sicura che non sia una trappola. Probabilmente…” iniziò a dire Hope ma fu interrotta da Ronon che girandosi a guardarla le disse bruscamente “tu dei Wraith non sai nulla. Mettiamo in chiaro una cosa, non ho dimenticato il tuo tentativo di salvare il Wraith – Smily pensò subito Hope – se c’è una cosa che odio più dei Wraith stessi sono gli umani che liberamente scelgono di servirli o aiutarli” concluse e si voltò di scatto.

Né Sheppard né Teyla dissero una parola in favore di Hope la quale pensò che era stata una dichiarazione di odio senza mezzi termini. Non ci diede particolarmente peso. Sapeva bene cosa provava la squadra nei suoi confronti. Decise comunque di non ribattere. Non avrebbe portato a nulla.

Si aprì una finestra nell’iperspazio e dinanzi a loro comparve la nave alveare. Il jumper ricevette una comunicazione. Poteva attraccare all’interno di quello che sembrava un hangar. Era enorme. Hope era felicissima. Non stava più nella pelle. Atterrarono. 

“Molto bene ci siamo” disse Shepaprd guardando i suoi compagni. Teyla annuì mentre Ronon prese in mano la sua pistola. Sentirono bussare. Sheppard schiacciò un pulsante e le porte del jumper si aprirono.

Hope era in piedi. Voleva scendere il prima possibile. Avrebbe voluto girare tutta la nave. Ciò che si trovò dinanzi erano cinque Wraith, quattro erano droni e uno era probabilmente uno scienziato pensò Hope. Era vestito con una lunga giacca di pelle nera. Aveva i capelli lunghi e bianchi. In viso attorno all’occhio sinistro un tatuaggio che ricordava vagamente quelli tribali. Sul mento la barba era formata da due ciuffi bianchi molto lunghi. La ragazza voleva dire qualcosa, ma Sheppard fu più rapida di lei.

“Dov’è Guide?” disse brusco.

Fu lo scienziato a rispondere “il comandante riceverà tra poco. Seguitemi”.

Sheppard guardò Teyla e Ronon. Dal suo sguardo i suoi compagni capirono di non abassare la guardia. L’unica tranquilla era Hope. Era nell’interesse dei Wraith trovare una soluzione definitiva alla minaccia dei replicanti. Fu la prima a scendere dal jumper. Il gruppo seguì il Wraith, mentre i droni li scortavano. Non vedeva benissimo. La nave non aveva la stessa illuminazione che si poteva avere all’interno di una nave terrestre. Da quello che aveva scoperto leggendo i rapporti, i Wraith erano sensibili alla luce e potevano vedere al buoi. Hope continuava a guardarsi intorno affascinata.  Le navi alveari erano esseri viventi. Si distaccò dal gruppo per avvicinarsi a una  parete del corridoio che stavano attraversando. Poggiò una mano sulla parete e in qualche modo, non sapendo come sentì pulsare. Ebbe la stessa sensazione che si ha quando si mette una mano sul torace per sentire i battiti cardiaci. “Affascinante” sussurrò tra sé e sé. C’erano così tante cose che voleva sapere.

I droni la fecero tornare insieme agli altri che si erano fermati. La sua squadra la stava squadrando, mentre lo scienziato aveva una faccia inespressiva. Alla fine del corridoio c’era una porta. Il Wraith che li stava guidando poggiò il palmo della mano su quello che sembrava un dispositivo di apertura. Le porte si aprirono e il gruppo entrò. La stanza era abbastanza piccola. Al centro vi era collocato un tavolo sopra il quale c’erano dei vassi contenenti della frutta.

“Aspettate qui. Il nostro comandante arriverà tra poco”. Detto ciò i Wraith uscirono.

“Siamo alla loro mercé” disse Ronon.

“Cerca di stare tranquillo. Siamo qui per negoziare non hanno motivo di tradire la nostra fiducia ” disse Teyla poggiandogli una mano sulla spalla.

In quel preciso momento le porte si aprirono nuovamente. Entrarono Guide ed altri tre Wraith, uno dei quali era lo scienziato che li aveva accolti.

“Benvenuti a bordo della mia nave” disse Guide.

“Frutta fresca, che elegante” disse Sheppard.

“ E' per rendere la nostra conversazione più piacevole” gli rispose Guide sedendosi a una delle estremità del tavolo. All'estremità opposta c'era Sheppard, mentre gli altri occupavano i posti sui lati longitudinali del tavolo.

Prese la parola il comandante dell'alveare “Avete chiesto questo incontro, sono pronto ad ascoltarvi”.

“Se permette, io sono la Dott.ssa Hope, è un piacere..” cercò di dire quando fu interrotta da Sheppard. “Nessuno ti ha detto di parlare” le disse in maniera brusca.

Hope si morse il labbro. Adesso stava davvero iniziando ad essere stufa dei coportamenti suoi e degli altri.

I Wraith li guardarono senza proferire parola.

“Molto bene, verrò subito al sodo. Siamo qui per proporvi un'alleanza per sconfiggere i replicanti una volta per tutte” disse Sheppard.

Guide parve sorridere “un'alleanza? E perché mai dovremmo accettare? Non abbiamo bisogno di voi”

Fu Teyla a prendere la parola “come sapete i replicanti rappresentano una minaccia non solo per i mondi umani ma anche per voi. Mentre noi parliamo decine di mondi umani vengono annientati. State già affrontando una guerra civile a causa della mancanza di umani se in più aggiungiamo i replicanti, beh direi che prima vengono eliminati, prima ne beneficiamo tutti “.

“Ovviamente i replicanti rappresentano una minaccia, ma perchè dovremmo allearci con voi. I nostri scienziati stanno già cercando un modo per eliminarli. Non abbiamo bisogno di voi” disse Guide.

“Ovviamente...” iniziò Sheppard, ma questa volta fu Hope a interromperlo.

“Colonnello, se mi permette, sono io la scienziata e mi sembra doveroso poter discutere con il capitano e i miei colleghi Wraith – e indicò gli altri Wraith presenti – delle motivazioni per cui questa alleanza sarebbe vantaggiosa per entrambe le parti”. Hope era decisa. Guardò Sheppard dritto negli occhi per fargli intendere che non ammetteva repliche.

Il colonello stava per ribattere, quando Teyla gli afferrò il braccio. “Per quanto mi costi ammetterlo, ha ragione. È lei la scienziata” concluse.

Hope ebbe finalmente la possibilità di parlare senza interruzioni.

“La ringrazio colonnello” poi si rivolse ai Wraith “innanzitutto vi ringrazio per aver acconsentito all'incontro. Io sono la Dottoressa Hope e sono specializzata in astrofisica e fisica nucleare. Per rispondere alla sua domanda il motivo per cui ritengo che un'allenza con noi possa essere profiqua per entrambi risiede nel fatto che siamo stati noi a riattivare i replicanti. Ma prima di fare ciò, il Dr. Mckey ha isolato la sequenza di codice caratteristica di questi replicanti. È un codice unico grazie al quale possiamo creare un'arma efficace contro di loro. Voi state lavorando al problema in generale, ovvero immagino stiate cercando un arma in grado di distruggerli, così facendo tuttavia come ben sapete vi limitate a distruggere solo i replicanti che in quel momento vi trovate ad affrontare. E come ben sapete si adattano facilmente alle armi. Quindi utilizzata un paio di volte l'arma diventa inutile. Noi grazie al codice univoco che li caratterizza possiamo trovare qualcosa che sia in grado di disattivarli definitivamente. Sono sicura che mettendo insieme le nostre forze potremmo lavorare più velocemente” disse in modo chiaro e sintetico.

Guide la guardò senza proferire parola. Evidentemente stava meditando su quell'opportunità. I replicanti erano un problema. Già dovevano fare i conti con la scarsità di umani, motivo per cui era in atto una guerra civile. I replicanti non avevano fatto altre che peggiorare le cose. Prima venivano eliminati, meglio era. Inoltre lavorare con i terrestri poteva dare risvolti inattesi. Era sempre pronto a cogliere nuove opportunità per accrescere la sua influenza tra i Wraith.

“Effettivamente se avessimo a disposizione il codice di partenza potremmo sviluppare qualcosa che elimini definitivamente questa minaccia” disse infine. Poi aggiunse "quindi cosa proponete?”

Fu Sheppard a prendere la parola “Ad Atlantide c'è tutto ciò che occorre per sviluppare l'arma. Proponiamo che alcuni vostri scienziati, non più di tre, vengano ad Atlantide e lavorino con lei” disse indicando Hope.

Guide stava meditando sulla proposta.

“E dovrei inviare alcuni dei miei migliori scienziati sulla vostra base, senza garanzie. Potrebbe semplicemente essere un pretesto per imprigionarli e cercare di carpire informazioni “ disse Guide con tono duro.

“Perché mai dovremmo imprigionarli? Suvvia non è il momento di perdere tempo. Accettate sì o no?” disse Sheppard, stava iniziando a perdere la pazienza.

“Se mi permette “prese la parola Hope “le posso assicurare che i suoi uomini – e a quelle parole Ronon fece un espressione truce, i Wraith uomini? - saranno trattati con i massimi riguardi. Saranno nostri ospiti. Inoltre sono sicura che potremmo imparare molte cose. Mi piacerebbe molto conoscere la vostra cultura e...”

“Dottoressa Hope, ora basta con queste fesserie. Sono Wraith e, certamente, non verranno imprigionati, ma come tali verranno trattati. Saranno sempre accompagnati da una scorta armata e non potranno girare liberamente nella città” disse il colonnello.

“Colonnello a lei questi sembrano termini adatti? Siamo noi che stiamo chiedendo il loro aiuto e dobbiamo trattarli con rispetto...” stava dicendo Hope decisa quando Ronon sbattè violentemente i pugni sul tavolo e scattò in piedi. “Ora mi hai veramente stancato!!! I Wraith sono nostri nemici, rispetto???? Cosa..” ma Teyla gli afferrò la mano nel tentativo di placare la sua rabbia.

Hope era veramente stufa.

Guide si alzò dalla sedia, aveva visto abbastanza. “Non credo ci siano i termini per un accordo. Siete liberi di tornare sul vostro jumper” disse e si allontanò dalla stanza seguito dagli altri Wraith.

“Fantastico!” disse Sheppard con tono rude. Poi aggiunse “Tu – e indicò Hope – non so veramente cosa ti passa per la testa. Sono Wraith e ...”

“Ora statemi tutti bene a sentire” disse Hope secca. Si era alzata dal tavolo e guardava i suoi “compagni” con fare deciso. “Non mi interessa assolutamente niente di cosa pensate di me. Vi sono antipatica? Benissimo chissenefrega!!! Io ritengo che i Wraith possano essere molto utili e che possiamo imparare moltissime cose da loro! Per la miseria!!! Vivono migliaia di anni. Pensate a tutta la conoscenza che hanno in campo storico, scientifico, tecnologico...Inoltre di loro che cosa sappiamo eh?? Assolutamente nulla!!! Siete qui da anni e a parte pensare a farli sparire dalla faccia della terra non avete fatto nient'altro. Ora se volete scusarmi!!” e detto ciò uscì dalla porta che era rimasta aperta.

Fuori c'erano due droni di guardia. Hope li superò. Si aspettò che questi la fermassero, ma non fu così. Uno dei due la seguì mentre l'altro rimase dinnanzi alla porta. Sheppard e gli altri non fecero in tempo a ribattere che Hope era già sparita nell'oscurità del corridoio.

Quest'ultimo era buio e molto lungo, ma Hope era decisa. Percorse una ventina di metri quando si voltò per parlare con il drone che la stava seguendo “Mi scusi, può dirmi dovè andato Guide? Vorrei parlargli se possibile” ma non ottenne risposta. Continuò a camminare. A un certo punto il corridoio si ramificava. Fissò il Wraith per vedere se le indicava la via, ma così non fu. Decise quindi di prendere il corridoio sulla destra. Hope vide che le pareti erano rivestite da molto tessuto organico. Era come se potesse distinguere i muscoli e i tendini di un essere umano. Pensava che la tecnologia Wraith doveva essere davvero molto affascinante da studiare. Arrivò dinnanzi a una porta chiusa. Con lei aveva un pannello portatile degli antichi che sicuramente l'avrebbe aiutata a bypassare la serratura. Prima di fare ciò tuttavia guardò nuamente il Wraith che la stava accompagnando per verificare le sue intenzioni. Ma come prima non si mosse.

“Senta sia chiaro che non ho nessuna intenzione ostile. Voglio solo trovare il comandante” detto ciò Hope iniziò a bypassare la serratura e la porta si aprì. Entrò. A un primo sguardo Hope si rese conto di essere in un laboratorio. Si avvicinò a un pannello di controllo. Avrebbe voluto mettersi a lavorare per vedere a cosa stavano lavorando, ma non voleva dare le impressioni sbagliate. In quel preciso momento comparve un Wraith. Indossava una lunga giacca nera. Rispetto a quelli che aveva visto finora questo sembrava decisamente anziano. Sul suo volto vi erano i segni di rughe. Due occhiaie profonde gli marcavano gli occhi. Strano pensò Hope.

“Mi scusi se sono entrata senza permesso. Le assicuro che non ho toccato niente. Sono la Dottoressa Hope e sto cercando il comandante se può aiutarmi..lei come si chiama?” disse. Il Wraith si avvicinò per guardare meglio la ragazza. “So perfettamente chi sei. Cosa vuoi dal comandante? Il colloquio si è concluso. Dovete lasciare la nave” disse il Wraith senza particolare enfasi.

Hope pensò che probabilmente grazie alla loro telepatia tutti a bordo della nave sapevano come erano andate le cose “sì, so che il comandante ci ha invitati a lasciare la nave. E sinceramente visto come sono andate le cose non posso dargli torto. Tuttavia ritengo...” stava dicendo quando il Wraith le si avvicinò ancora “sei una strana umana. Nessuno della tua specie penserebbe mai a voler lavorare con noi. Eppure tu insisti” disse inclinando la testa da un lato.

“ Certamente che insisto!! So perfettamente ciò che pensano gli altri di voi. Vi temono, vi odiano. Tuttavia io ritengo che possiamo imparare molto da voi. Mi piacerebbe conoscere la vostra cultura, le vostre usanze, la vostra lingua. Infondo non sappiamo assolutamente nulla di voi. Sono sicura che lavorando insieme potremmo beneficiarne entrambi. So che voi ci vedete solo come cibo, ma siamo molto di più. Esattamente come voi che non siete solo dei mostri come gli altri vi vedono” era decisa.

Il Wraith fece quello che a Hope parve un sorriso. Dopo qualche attimo di silenzio le disse “Seguimi”.

Uscirono dal laboratorio seguiti dal drone e camminarono per circa cinque minuti. Hope avrebbe voluto parlargli, ma ritenne più saggio non sfidare troppo la sorte, almeno per il momento. Raggiunsero quella che sembrava la plancia di comando. C'erano Guide e i Wraith che lo avevano accompagnato all'incontro oltre che altri droni di guardia.

Il Wraith che l'aveva accompagnata guardò il suo comandante. Probabilmente stavano comunicando telepaticamente.

“Vi avevo detto di lasciare la nave” disse Guide secco.

“Mi spiace, ma non posso assolutamente lasciare la nave senza prima trovare un accomodamento che vada bene ad entrambe le parti” disse Hope decisa.

Tutti la stavano fissando. “Innanzitutto mi scuso per la scena patetica a cui avete assistito. Rimango della mia idea. Lavorare insieme velocizzerebbe lo sviluppo di un arma in grado di distruggere i replicanti” disse la ragazza.

“Come puoi aspettarti che accetti questa proposta dopo aver sentito i commenti di Ronon e Sheppard” disse Guide.

“Lei ha perfettamente ragione e mi spiace per ciò che hanno detto. Per essere franchi Ronon è stato usato come Runner per molti anni e sicuramente non vi perdonerà mai. Vi odia con tutto sé stesso. Il colonnello Sheppard è un soldato e come tale agisce. Ha visto molti mondi devastati dal vostro passaggio. Famiglie distrutte. Sia chiaro so perfettamente che avete ucciso migliaia di persone, distrutto villaggi. Ma quello che nessuno vuole capire è che la vostra è una necessità. Certo essere sadici e violenti è un crimine. Ma tralasciando ciò l'unico modo per sostentarvi è quello di prosciugare l'energia vitale delle persone. Questa è un'ineluttabile verità” disse e si avvicinò a Guide “ mi ascolti, le posso assicurare che ai suoi uomini non capiterà nulla di male”

“E come puoi assicurarmelo? Da quello che ho visto Sheppard e gli altri non ti prendono minimamente in considerazione. Quindi della tua parola non me ne faccio nulla. Non hai nulla da offrire” disse Guide.

Hope non avrebbe ceduto facilmente “ha ragione. Sheppard e gli altri, non solo la sua squadra, ma anche le altre persone presenti su Atlantide, non mi sopportano. Saranno la mia giovane età, il mio modo di fare o semplicemente il fatto che ho sostituito Mckay. Non lo so e poco mi importa. Tuttavia le posso dire questo. In ciò che faccio sono molto brava e non è un caso se hanno scelto proprio me per sostituire Mckay e portare a termine questo lavoro. Se dico che i suoi uomini saranno trattati con tutti i riguardi è perché posso garantirglielo. I miei superiori sanno perfettamente che sono l'unica in grado di trovare una soluzione. Con il vostro auto lavorerò molto più in fretta. Anche Mckay aveva optato per la stessa cosa. I suoi scienziati lavoreranno con me. Certo quando si muoveranno all'interno della città saranno sempre sorvegliati a vista, mi spiace ma purtroppo a questo non posso farci nulla. Quello che posso fare è fargli avere degli alloggi confortevoli e dato che passeranno la maggior parte del tempo con me le posso assicurare che nessuno gli farà del male. È un alleanza proficua per tutti. Inoltre vorrei imparare da voi molte cose” concluse con un sorriso.

Il comandante pensò che c'era qualcosa di diverso in quella ragazza. Era risoluta e sincera.

“Torna dagi altri. Ti darò una risposta dopo averne discusso con i miei uomini” disse Guide.

“La ringrazio infinitamente” disse Hope inclinando il capo e scortata dal drone fece per uscire dalla sala controllo quando si fermò sulla soglia e si voltò “ah nonnino è stato un vero piacere conoscerla. La ringrazio per il suo aiuto. Spero di rivederla presto” disse dirigendosi al Wraith che aveva incontrato nel laboratorio.

“Nonnino?” gli chiese quest'ultimo con fare interrogativo. Anche gli altri Wraith la guardavano increduli.

“Beh lei non mi ha voluto dire il suo nome quindi in qualche modo dovevo pur chiamarla. Mi scusi se glielo dico, ma mi sembra più anziano rispetto agli altri. Nella mia cultura possiamo dire che nonnino è un modo affettuoso per chiamare le persone anziane” disse sorridendo e voltandosi uscì dalla sala.

*Quell'umana è davvero molto particolare* disse telepaticamente uno dei Wraith presenti.

* Ritengo che si possano creare delle possibilità inattese* disse Guide.

* Effettivamente i replicanti sono una minaccia. Hanno già distrutto molti mondi. Di questo passo rischiamo di non avere abbastanza umani per nutrirci * disse il Wraith ce aveva accolto la squadra di Sheppard.

* Vale la pena lavorare con quella ragazza. Non so c'è qualcosa in lei che non ho mai riscontrato in nessun umano* disse il Wraith denominato da Hope nonnino. Gli altri sembravano d'accordo. Era una situazione strana. Tutti gli umani li temevano e li odiavano, ma quella ragazza non solo voleva lavorare con loro, voleva anche conoscerli.

* Non costringerò nessuno a partecipare a questa alleanza. La ragazza ha buoni propositi, ma non è lei che comanda e dubito che abbia molta voce in capitolo. Andrà solo chi si offrirà volontario. Ovviamente oltre a lavorare con quella ragazza cercate anche di carpire informazioni* disse Guide e gli altri annuirono.

Nel frattempo Hope aveva raggiunto la sua squadra. Non appena entrò nella stanza Sheppard la aggredì verbalmente “tu!!!!! cosa diavolo pensi di fare??” e le si avvicinò con fare minaccioso.

Hope rispose tranquillamente:“ Stavo solo cercando di fare ciò per cui siamo venuti prima che si creasse quel teatrino patetico”.

“Teatrino patetico, ma come ti permetti?” disse Ronon prendendola per il colletto.

Hope gli afferrò la mano “Esatto teatrino patetico. Capisco perfettamente i tuoi sentimenti Ronon. Dopo quello che hai passato non ti si può dar torto. Ma facendo come fai tu, oltre a renderti insopportabile, non si risolve nulla”.

Ronon era furente di rabbia. Manco la stava a sentire. Avrebbe voluto solo spararle. In quel momenti Teyla che, nonostante non sopportasse Hope particolarmente, era l'unica propensa a una sorta di mediazione disse: “Ronon calmati. Effettivamente siamo venuti per stringere un alleanza. Che ci piaccia o no”.

“Ho parlato con Guide e ha detto di aspettarlo qui per comunicarci la sua decisione” disse Hope. Ronon la strattonò via.

“Bene, attendiamo allora” disse Sheppard acido.

Calò il silenzio. Hope rimase vicino alla porta e iniziò a lavorare sul suo dispositivo portatile. Gli altri si sedettero intorno al tavolo.

Dopo circa mezz'ora comparve Guide, il Wraith denominato nonnino e il Wraith che aveva accolto la squadra al loro arrivo.

“Abbiamo valutato la vostra proposta. Ritengo possiamo lavorare con voi per sconfiggere i replicanti” disse il comandante.

Hope era felicissima “fantastico, grazie mille!!!” disse sorridendo.

I suoi “compagni la guardavano disgustati.

“Molto bene, disse Sheppard. Noi torniamo ad Atlantide. Dobbiamo parlare con i nostri superiori e organizzare il vostro soggiorno” disse Sheppard.

“Molto bene. Una volta pronti contattateci a queste coordinate” disse Guide e diede un bigliettino a Sheppard.

“Bene, ora muoviamoci e torniamo ad Atlantide” disse il colonnello rivolgendosi più a Ronon e a Teyla che a Hope. Infatti furono i primi ad uscire dalla sala.

Hope si avvicinò a Guide “La ringrazio, sono molto contenta che abbiate accettato” disse, poi facendo un cenno con il capo aggiunse “nonnino” e uscì dalla stanza.

N.d.A: l'allenza è stata stretta. Sicuramente ci saranno sviluppi inattesi.
Spero mi facciate sapere la vostra opinione. commentate, commentate, commentate!!!

 

   
 
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