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Autore: Myriru    12/04/2021    6 recensioni
Ispirato al secondo racconto del ciclo "Lady Oscar – Le storie gotiche: Il figlio del generale Jarjayes?!"
Dal testo:
«Il mio nome è Maurice. La mamma mi ha detto di venire qui da voi, padre, e di chiedervi se potete prendervi cura di me. Ha detto che voi avreste capito... sono state le sue ultime parole prima di morire »
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Generale Jarjayes, Madame Jarjayes, Nuovo Personaggio, Oscar François de Jarjayes
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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«Questa davvero non ci voleva »
Bernard nascose il viso tra le mani, puntando i gomiti sul tavolo, pensieroso. Oscar cercò lo sguardo di Rosalie e la donna le sorrise appena, facendo segno di non preoccuparsi.
«E... sai quando potrebbero arrivare? Quanti sono? Ho bisogno di più informazioni possibili »
«Il Royale Allemand è formato principalmente da svizzeri e tedeschi, non si farebbero alcuno scrupolo a fare fuoco sulla popolazione in caso di rivolte. È il più pericoloso e il comandante, Charles Eugene, non è famoso per la sua gentilezza d’animo » 
«Maledizione...! »
Bernard si alzò di scatto innervosito, facendo cadere rovinosamente la sedia su cui era seduto a terra. Si spaventò, presa di sorpresa. Bernard aveva sempre avuto dei problemi nel gestire la rabbia e Oscar non potette non comprendere i suoi sentimenti in quel momento. Tutto era sembrato andare nel verso giusto, o almeno per il terzo stato, ma la revoca di Necker e la tragedia sfiorata all’Assemblea aveva surriscaldato gli animi ulteriormente. 
«Bernard, tranquillizzati ti prego »
«Rosalie... come posso tranquillizzarmi se il mio stesso re punta la pistola alla mia testa?! »
Ironico.
Bernard non aveva mai considerato Louis XVI suo re.
«E davvero credi che in questo modo tu possa cambiare le cose? Non ragioni, la tua mente è annebbiata dalla rabbia e potresti fare una pazzia! Quindi ti prego... calmati »
Oscar accennò un lieve sorriso, Rosalie riusciva davvero a tranquillizzarlo e lui, dopo aver baciato le mani alla moglie, si voltò verso di loro.
«Oscar, André... perdonatemi. Tutta questa situazione mi sta facendo perdere la testa »
«Non ti devi preoccupare Bernard, ti capiamo benissimo »
«Quali sono le tue intenzioni, ora? »
André se ne stava in piedi, dietro di lei che invece aveva preferito sedersi e teneva le mani sulle sue spalle, accarezzandole e massaggiandole appena.
«È complicato. Il popolo non è armato, non ha fucili o spade e il più forte di noi è bravo con il pugnale »
«Perché non usi la tua di spada? »
«L’ho venduta »
Oscar corrugò la fronte, anche Rosalie sembrava sorpresa.
«Bernard tu... »
«I soldi del giornale non sono molti e... i prezzi stanno aumentando troppo, per tutto. Ieri notte hanno assaltato il forno che si trova dietro l’angolo perché il panettiere aveva nascosto la farina per fare meno pane e venderlo più caro. È assurdo »    
«Bernard se dovessi avere qualsiasi tipo di problema non esitare a chiedere aiuto, non permettere al tuo orgoglio di »
«No, Oscar. Non ti devi preoccupare ma apprezzo molto le tue parole, davvero. In più... volevo ringraziare tuo marito per non aver sparato ai rappresentanti. Spero che questo però non vi abbia causato molti problemi »
Accennò un sorriso, scuotendo appena il capo. 
«Davvero io... non so come ringraziarti per tutto quello che stai facendo per noi, per la nostra causa »
«Non c’è bisogno, lo faccio con piacere. Sono consapevole che gli ultimi anni sono stati disastrosi e... io voglio solo il bene per la Francia »
«Quindi non seguirai il mio consiglio »
Scosse il capo, posando la mano su quella di André. 
«Adrien è stato obbligato a condurre le sue truppe qui, a Parigi, e io non me la sento di abbandonarlo dal nulla. Se la situazione dovesse precipitare allora... agiremo di conseguenza »
«È un peccato averti perso come soldato »
Oscar rise guardando Bernard dritto negli occhi. 
«Sai... se mio padre non avesse combinato il matrimonio, probabilmente avrei lasciato la guardia reale. Ho saputo che i soldati della guardia metropolitana non hanno un comandante da un bel po’, sicuramente mi avrebbero affidato il comando »
Rosalie corrugò la fronte confusa, perché avrebbe voluto lasciare ugualmente la guardia reale?
«Ora è meglio andare, si sta facendo buio fuori »
Disse André guardando fuori alla finestra e Oscar si alzò dalla sedia lentamente, rilassando le spalle e la schiena.
«Spero di rivedervi entrambi presto, per liete notizie »
Bernard le tese la mano e lei la strinse con piacere, accennando un piccolo sorriso.
«Lo spero anch’io Bernard, lo spero anch’io »

«Sei pensierosa, c’è qualcosa che non va? »
Oscar voltò appena il capo verso il marito, stringendo il calice di vino tra le mani. 
Appena era tornata a casa aveva ordinato alle cameriere di prepararle un bagno caldo e così avevano fatto. Avrebbe voluto che l’acqua calda potesse togliere da lei anche tutte le sue preoccupazioni, oltre che la sporcizia e il sudore. 
«Sono preoccupata, è vero. Domani dovrai partire presto, non è vero? »
«All’alba »
Rispose lui senza tono, sedendosi accanto alla vasca per guardarla meglio in viso. Oscar aveva gli occhi rossi e la mano che stringeva il calice di vino tremava lievemente. 
«Hai pianto »
Non era una domanda, pensò Oscar e lo guardò in viso.
«Questa potrebbe essere l’ultima notte che trascorriamo insieme »
«Non essere così drammatico, ti prego »
Disse lei alzando gli occhi al cielo bevendo un sorso di vino.
«È la pura realtà, non possiamo negare l’evidenza »
«Vorrei non pensarci mentre cerco di rilassarmi in vasca, grazie »
Oscar lanciò qualche schizzo d’acqua verso il marito, sperando di allontanarlo ma lui le bloccò il polso, stringendolo dolcemente.
«Non potresti essere più dolce nei miei riguardi? »
«No »
«Sei odiosa »
«Lo so »
Risero entrambi, lui lasciò andare il suo polso e si allontanò, permettendole di uscire dalla vasca e di coprirsi con un telo bianco. Quando lo raggiunse, lo abbracciò da dietro, posando la fronte tra le sue scapole.
«Oscar...? »
«Sei molto dolce, credo davvero di non meritare tanto affetto da parte tua ma ti prego, ho solo una richiesta da farti... torna a casa, sano e salvo »
Socchiuse gli occhi, stringendo la camicia che lui indossava tra le mani.
«Dovresti smetterla di sminuirti così tanto »
Rideva appena e Oscar nascose completamente il viso, anche se lui non poteva vederla.
«Te lo prometto. Tornerò da te »
«Io credo di... non provare i tuoi stessi sentimenti »
«Lo so, ma va bene così »
«Però voglio che tu sappia che... sono davvero felice di essere tua moglie »
Adrien sciolse il suo abbraccio e si voltò verso di lei, prendendo il suo viso tra le mani e sorridendole.
«Non hai idea di quanto le tue parole mi abbiano reso felice »
Sorrise appena, donandogli una leggera carezza sul viso e lui posò la fronte sulla sua.
«Posso baciarti? »
Lo sussurrò appena, senza avvicinarsi di più a lei o costringendola e Oscar disse un lieve sì, sentendo poi le labbra di lui premere caste sulle sue.
Chiuse gli occhi.
Quando li riaprì era l’alba, l’aveva svegliata il cigolio della porta della loro camera che si apriva. Si alzò di fretta, senza preoccuparsi di coprirsi con una vestaglia e con la sola camicia da notte lo raggiunse, ai piedi della scala di marmo e lo fermò, prendendogli il polso.
«Non volevo svegliarti »
Sussurrò lui guardandola in viso dispiaciuto ma lei scosse il capo.
«Me l’hai promesso »
«Mantengo le mie promesse »

 

Note d’autrice
Ci stiamo avviando verso la fine di questa storia, mancano forse un paio di capitoli, e mi ritengo molto soddisfatta del mio lavoro.
Mi scuso per il capitolo breve, i prossimi dovrebbero essere più lunghi!
Colgo l’occasione per ringraziare tutti voi che leggete e recensite questo mio racconto, vale molto per me!

   
 
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