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Autore: fenris    12/04/2021    4 recensioni
Nella cupa oscurità del lontano futuro... c'è solo l'avventura! Centinaia di clan di esploratori e guerrieri si contendono la galassia tra tornei, missioni e guerre in miniatura. Sei ragazzi delle Isole del destino sognano di unirsi a loro, ma i loro sogni vengono infranti in una notte. Un di loro, Sora, si ritrova caricato con un'antica eredità che lo obbligherà ad addentrarsi negli angoli più oscuri della galassia e a scoprire il suo stesso limite.
*Crossover con Star Wars, Spectrobes e altre serie Disney con altri elementi da diversi giochi Square Enix*
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Kairi, Riku, Sora
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Il sonno di Sora era stato tutt'altro che tranquillo. Si era ritrovato su una strana piattaforma a combattere altre orde delle creature che avevano attaccato l'isola. Agitava la sua strana arma a destra e manca, ogni volta distruggendo un mostriciattolo. Sentiva la stessa stanchezza di quando aveva ucciso il gigante sulla montagna.

 

Quando uccise anche l'ultimo, una nuova massa apparve trasformandosi in un mostruoso demone il cui viso sembrava coperto da un impossibile groviglio di capelli. Così come nell'ultimo scontro, la spada del ragazzo cambiò forma in quella bizzarra lama a stella prima che si lanciasse sulla testa del colosso d'ombra.

 

Una manata dall'essere fu sufficiente a lanciare via il povero Sora, che si rialzò ansimante sui gomiti guardando il nemico. Era sopravvissuto alla distruzione della sua isola solo per venire schiacciato da un altro mostro.

 

Il gigante d'ombra si avvicinò quindi con passi lenti e pesanti che fecero tremare l'intera piattaforma. Sora fu certo che in pochi secondi sarebbe stato schiacciato, ma improvvisamente l'oscurità che circondava i due contendenti fu attraversata da un potentissimo fascio di luce che tagliò in due il mostro.

 

Diversi altri raggi, che Sora non riuscì neanche a contare da quant'erano veloci, sminuzzarono ulteriormente la creatura nera finchè non si unirono in un'unica grande sfera luminosa la cui vista sembrò ristorare le forze di Sora. Essa si posò quindi davanti al giovane spadaccino, formando una figura simile a un ragazzo della sua stessa età, con capelli simili ai suoi sebbene meno lunghi.

 

“ Stai imparando in fretta a usare il tuo Keyblade, mi complimento. Confrontare così Heartless e Nessuno non è cosa da poco per uno che ha ricevuto quell'arma solo da neanche un giorno.”, disse la figura luminosa, porgendo la mano a un confuso Sora, che non di meno accettò l'aiuto per rialzarsi. Il potere che il nuovo arrivato emanava era incredibile... e familiare per certi versi.

 

“ Il mio.... cosa? Ti riferisci a questa spada?”, domandò dopo un po', posando lo sguardo sulla propria chiave. Lo strano ragazzo di luce sembrò ridere nel notare la sua confusione.

 

“ Esatto. Questa fu l'arma usata da coloro che scoprirono come usare la Forza, insegnandolo poi a tutta la galassia. Per secoli, nel bene o nel male, questi guerrieri, me incluso, hanno combattuto fino allo stremo per ciò in cui credevano. Gli Heartless e i Nessuno invece sono le bestiacce che hai già affrontato.”, spiegò il ragazzo di luce con un tono divertitio, ma molto cordiale... aveva quasi del familiare, si rese conto Sora.

 

“ Bah, non sono neanche stato capace di impedire un attacco di pirati, per debole che sono. Ma comunque questo cos'ha a che fare con me, chi sei tu?”, chiese esasperato Sora allargando le braccia ad enfatizzare. Il misterioso ragazzo fu sul punto di spiegare, ma il suo corpo cominciò a tremolare in modo strano prima di affievolirsi per sua grande seccatura.

 

“ Uff, il mio corpo si sta per svegliare, non c'è tempo per spiegarti tutto,Sora. Posso dirti solo questo, lascia che il tuo cuore sia la tua chiave guida.”, concluse l'essere luminoso, trasformandosi quindi in un'intensa nova bianca. Pochi secondi stava fissando un soffitto grigio.

 

“ D- dove sono?”, domandò alzando lo sguardo, osservando attentamente il posto in cui si trovava. Era in una sorta di infermeria rudimentale a giudicare dagli armadietti pieni di medicinali, su un lettino e ancora coi vestiti del giorno precedente... o di quando fosse stata la battaglia all'arcipelago.

 

“ Sulla nave mia e di mio padre tu sei, portatovi io ti ho. Svenuto dopo aver vinto eri.”, gli rispose Grogu, entrando con un vassoio su cui erano posati un po' di pankake verdi e una tazza di caffè nero che mise su un tavolino.

 

“ Sei... il ragazzo che mi ha salvato. Grazie... per l'aiuto con quell'affare, ma che è successo all'isola?”, domandò rapido il moro, ignorando momentaneamente il cibo, siccome i suoi pensieri erano tutti focalizzati sui suoi amici e parenti. E anche se il viso di Grogu era coperto, l'espressione del ragazzino non era molto diversa e prese un largo respiro prima di parlare.

 

“ La radio ho ascoltato. Su molti canali l'attacco è stato trasmesso. Diverse le perdite e i feriti , ma bene le cose vanno in generale, quasi tutti sono sopravvissuti. Tra gli scomparsi il tuo nome era.”.

 

“ Chi altri c'era nella lista?”, domandò inquieto Sora, affondando le unghie nel palmo della mano.

 

Il piccolo mandaloriano gli passò un tablet e col cuore in gola, il ragazzo in sua custodia cominciò a controllare ogni articolo sull'attacco all'arcipelago. Vide con ansia un'intervista ai suoi gentiori, che chiedevano disperatamente notizie, e finalmente capitò su una lista dei defunti e degli scomparsi.

 

Molte persone che conosceva dalla nascita, inclusi alcuni compagni di scuola e un paio di suoi cugini, non ce l'avevano fatta. Più di una lacrima cadde sullo schermo a leggere quei nomi.

 

Per di più Riku e Kairi erano spariti. Era possibile fossero stati portati via dai pirati o fossero ancora sepolti sotto delle macerie in attesa di essere recuperati, ma come magra consolazione c'era una piccola speranza che fossero ancora vivi. Nel caso non aveva dubbi che si sarebbero reincontrati. Un articolo a piè di pagina riportava Montblanc, Judy e Arami che promettevano di andare a cercare lui e gli altri, con una richiesta inviata a ogni clan interessato all'averli tra le loro fila.

 

Sora rimise a posto il tablet e si alzò, già deciso sul cosa fare.

 

“ Devo tornare subito a casa. Darò una mano a ricostruire, mi riunirò agli altri e scoprirò cos'è successo.”, disse il moro rialzandosi e dirigendosi verso la porta, solo perchè Grogu gli afferrasse l'orlo dei pantaloni con una forza tutt'altro che proporzionale alla sua stazza.

 

“ Non puoi, cercarti i tuoi nemici staranno. Al sicuro ti porterò, poi una comunicazione filtrata mandare potrai.”, disse pragmatico il bambino tirandolo indietro. Dopo aver ripreso l'equilibrio, Sora per tutta risposta ringhiò nervosamente ed evocò la sua spada.

 

“ Non so neanche se fidarmi davvero di te.”, disse alzando la lama dentata, intento a combattere pur di tornare a casa se necessario. L'espressione e il potere che emanava erano più minacciosi di quanto avrebbe mai pensato di poter aver, ma il ragazziono dalle orecchie a punta restò perfettamente immobile.

 

“ Quello decidere da solo dovrai.”, disse ancora Grogu con un tono alquanto canzonatorio che spaccò di netto i nervi del giovane avventuriero.

 

“ Almeno puoi dirmi dove potresti portarmi, razza di tappo vestito da Mandaloriano?!”, sbottò infine Sora, canalizzando in quell'urlo tutta l'adrenalina e la rabbia delle sue ultime ore.Prima che potesse accorgersene, un grosso peso stava premendo sulla sua schiena, mentre il ragazzino in armatura era sparito dal suo campo visivo. Non ci mise molto a capire cosa stava dietro la sua testa.

 

“ Prego, tappo vestito e addestrato da Mandaloriano. Non sfidarmi.”, disse freddo Grogu avvicinando un coltello alla gola di Sora, che divenne estremamente pallido.

 

“ Scuuuusami. E' solo che è accaduto troppo in troppo poco tempo e non ho avuto modo di digerire il tutto.”, disse terrorizzato, sperando che quelle scuse bastassero a evitare uno sgozzamento. E fortunatamente per lui, fu così.

 

“ Tranquillo, comprendere bene io. Per scomparsa di mio padre anch'io preoccupato.”, ammise dunque Grogu con tono malinconico, saltando a terra e abbassando tristemente le orecchie mentre Sora si prendeva un ben meritato respiro desiderando di sprofondare sottoterra.

 

“ Mi dispiace, Grogu, se finita questa situazione potrò ripagare il favore, sta pur certo che ti aiuterò a ritrovare tuo padre. Comunque, davvero, dove avreste dovuto portarmi?”.

 

“ Sul pianeta Olimpia, da Ercole. Lui insegnarti dovrebbe finchè nostro mandante non venire a prenderti.”.

 

Un lungo silenzio si diffuse nell'aria, mentre il ragazzo cercava di processare la frase.

 

“ Vuoi dire... quell'Ercole? Il gladiatore più potente della galassia?”, domandò sentendo improvvisamente il battito accelerare, stavolta per l'eccitazione alla prospettiva di incontrare uno dei più grandi avventurieri conosciuti.

 

“ Sì.”, rispose il mandaloriano.

 

“ L'Ercole che ha sconfitto i giganti?”.

 

“ Sì.”.

 

“ Quello che ha sconfitto una manifestazione impazzita di Ade?”, domandò riferendosi a un'Evocazione, una creatura considerata praticamente una divinità, i cui avatar potevano essere evocati da coloro che facevano un contratto con essa, la cui forza dipendeva dal potere dell'evocatore e dal legame col proprio patrono.

 

Alcuni di questi frammenti potenti a sufficienza potevano stravolgere il risultato di una battaglia ed erano conosciuti con molti nomi in tutto il cosmo: Esper, Eidolon, Eikon( un sacco di e), bestie fantasma e molti altri ancora. Quello cui Sora si stava riferendo era un frammento del vero Ade, evocato da un clan che aveva tentato di conquistare la galassia molti anni prima, la Gilda dei diafani. Intendevano schiavizzare il signore dei morti al massimo della sua potenza per distruggere qualsiasi opposizione, ma ne avevano evocato soltanto un avatar che si era rivelato comunque più che felice di aiutarli, diventando una spina nel fianco dei loro nemici .

 

“ Sì.”.

 

“ Quello....”.

 

“ SIIIIIIII'!”, gridò Grogu, stufo di tutte quelle domande, saltando in aria e dando quasi una testata al suo ospite, nuovamente spaventato da quello sbocco di rabbia .

 

“ Scusa di nuovo, ma volevo essere sicuro.”, disse Sora mettendo le mani a mò di protezione. Grogu scosse più volte la testa e si diresse alla cabina di pilotaggio, mettendo le cordinate per Olimpia.

 

“ Di partire l'ora è dunque. Pronto spero tu sia.”, disse speranzoso il giovane guerriero premendo sull'acceleratore dell'astronave.

 

*****

Tebe, la capitale di Olimpia, era una città enorme, realizzata nello stile dell'antica Grecia terrestre, con una grandissima ricchezza di colonne rigate, templi d'ogni tipo e bellissime statue in bronzo. Anche gli abitanti erano vestiti per lo più con chitoni e corazze greco romane, mescolate a tenute in kevlar e armi da fuoco. Una folla immensa occupava la strada dallo spazio porto al mercato, costringendo Sora e Grogu a muoversi come anguille.

 

“ Bene, ora come facciamo a incontrare Ercole? Se non ricordo male oggi aveva un importante scontro, ma i biglietti costeranno una fortuna se anche ne sono rimasti.”, commentò Sora ricordando le notizie lette negli ultimi giorni. Sebbene normalmente l'eroe non facesse pagare troppo per i suoi spettacoli, il match di quel giorno era l'ultimo di un importantissimo torneo. Dubitava che i suoi risparmi o quelli di Grogu avrebbero potuto pagare un biglietto per entrambi.

 

“ Anche pagare potrei. Ma senza soldi poi resteremo, e detto non è che ci lasceranno vederlo.”, disse concorde quest'ultimo, cominciando quindi una discussione su come entrare. Fortunatamente a quel punto la folla era diminuita e qualcuno sentì dei loro impellenti bisogni.

 

 

“ Dovete andare al colosseo?”, domandò una voce dietro i due ragazzi. Voltandosi trovarono una donna molto alta dai capelli castani raccolti in una coda quasi vaporosa. Sulla schiena teneva una cetra ed indossava una cotta di maglia. Per un istante Sora credette di aver visto alcune note di diversi colori girare attorno alla misteriosa donna, ma poi scrollò la testa e sparirono.

 

“ Sì, signora, può indicarcelo, per cortesia?”.

 

“ Vi posso accompagnare direttamente, se mi portate questi sacchi. Purtroppo ho lasciato il mio Prizmod a casa- disse lei cortese prendendo due buste che diede a Sora e Grogu, prima di far loro cenno di seguirla- a proposito, mi chiamo Megara, ma voi chiamatemi pure Meg.”.

 

Non ci volle molto per arrivare al colosseo, che pur essendo relativamente modesta per un'arena da tornei era comunque saturo di un'atmosfera che fece quasi sentire a Sora e Grogu ogni battaglia che era stata combattuta lì.

 

L'ingresso assomigliava a una caserma, con ai lati diverse statue di opliti e programmi sugli eventi. Alcuni degli allievi di Ercole si stavano allenando in piccole arene, mostrando e affinando le loro abilità. L'occhio di Sora fu catturato in particolare da una Gargoyle dai lunghi capelli neri e le scaglie grigie che combatteva corpo a corpo contro ben tre colleghi.

 

Meg li condusse per una piccola scala, che li condusse nel punto più alto dell'arena, nella parte opposta al gigante schermo olografico dove i commentatori giudicavano l'acceso scontro già in atto.

Non c'era un solo posto libero sugli spalti, una folla immane, forse superiore all'intera popolazione delle Isole del destino, si era preso tutto lo spazio disponibile e teneva gli occhi incollati sull'arena. E i due occupanti della suddetta decisamente meritavano l'attenzione ricevuta, muovendosi con incredibile velocità e colpendosi l'un l'altro con un misto armonioso di forza e tecnica il cui impatto poteva essere sentito a pelle..

 

 

Sora riconobbe subito lo sfidante del padrone di casa, un muscoloso gobbo dai capelli rossi e il viso gonfio, protetto da una corazza verde e dai polsi coperti da bracciali decorati con piccole campane, che saltava con incredibile agilità e precisione avvolto da fiamme e ghiaccio. Quasimodo, membro di spicco della Corte dei miracoli e idolo assoluto di qualsiasi aspirante avventuriero afflitto da qualche disabilità. Nonostante la sua sordità e la deformazione che gli avevano complicato la vita, era riuscito comunque a emergere come uno dei più famosi guerrieri ed esploratori del proprio sistema.

 

E ora se le stava dando di santa ragione con un'altra leggenda della galassia. Ercole sarebbe passato come un modello ipernutrito e ossigenato se non fosse stato per l'abilità con cui si muoveva e per la scintilla di rispetto nell'avversario che dimorava nei suoi occhi azzurri.

 

“ Sapevo già che venendo qui avrei assistito a un grande duello, ma non mi sarei mai aspettata una simile dimostrazione di potere. Qui non abbiamo davanti due semplici guerrieri, ma il massimo esempio del fulgore di un avventuriero.”, disse uno dei commentatori con voce femminile mentre un pugno di Ercole avvolto dai fulmini spingeva Quasimodo quasi al bordo dell'arena prima che potesse riprendere l'equilibrio e ripartire al contrattacco. Alzando lo sguardo verso lo schermo dei due cronisti, Sora fide un satiro piuttosto tracagnotto e una bellissima ragazza dai capelli castani chiusi in una treccia, con un diadema argenteo sopra la fronte e un abito roseo da principessa ricoperto da una cotta di maglia.

 

“ Quella è la regina Lucy?!”, domandò stupefatto il moro. La suddetta Lucy Pevensie era, assieme ai tre fratelli, la governatrice di un lontano pianeta chiamato Narnia. Così come Ercole, anche loro avevano sconfitto uno dei membri della Gilda dei Diafani, in questo caso dopo che il clan era già stato disperso.

 

Jadis, nota ai più come la Strega bianca, aveva ridotto Narnia a un blocco di ghiaccio finchè quei quattro ragazzi non avevano in qualche modo riunito la popolazione per detronizzarla. E da quel momento avevano poi governato con rettitudine e abilità. Nonostante le decine, se non centinaia di richieste di unirsi ad altri clan o di porre il pianeta sotto la loro protezione, però, si erano mantenuti il più neutrali possibile. .

 

 

“ Sì, Narnia è ancora una piccola nazione paraganota agli altri poteri della galassia, per di più si sta ancora riprendendo da una crisi, quindi i sovrani vengono qui spesso in cerca di avventurieri forti per addestrare le loro truppe o per migliorare le loro abilità.”, spiegò Megara passando al giovane avventuriero un po' di snack. Sora si ritrovò dunque a mangiare ipnotizzato, imitato da Grogu nel guardare quel bellissimo scontro che durò quasi un'ora.

 

I due contendenti non smisero di scontrarsi, liberando energie che Sora poteva appena comprendere. Pugno dopo pugno, presa dopo presa, il duello proseguì finchè finalmente, una volta caricato entrambe le braccia con potentissime saette azzurre, Ercole colpì lo stomaco di Quasimodo con tale devastazione che buona parte degli spettatori caddero per l'onda d'urto.

 

Il campanaro si ritrovò fuori dall'arena, tutto il corpo pieno di dolore. La sua pelle fumava, ma sembrava comunque incredibilmente allegro e fu accolto di nuovo nell'arena da scroscianti applausi che includevano quelli di Grogu e Sora.

 

“ Sapevo che due anni di allenamento non erano abbastanza per batterti, Ercole.”, disse sorridente inchinandosi davanti al vincitore, che gli concesse a sua volta un rispettoso inchino.

 

“ Lo sono stati per dare un grande spettacolo. Alzati, ti meriti ogni singolo applauso.”, si congratulò Ercole porgendo sportivamente una mano a Quasimodo, che si alzò in piedi per rivolgere abbassare nuovamente la testa di fronte al pubblico entusiasta.

 

“ Ed ecco, signori e signori! La furia della lotta, il rispetto tra i campioni, ecco perchè ho fondato questo colosseo!”, annunciò roboante Phil, l'allenatore di Ercole, saltando sulla propria scrivania davanti allo sguardo divertito della regina Lucy, che scese quindi dal podio dei commentatori per dare ai due campioni i rispettivi premi, dando a entrambi i suoi più grandi complimenti.

 

“ Bene, ora come lo avviciniamo? Chiediamo al suo allenatore?”, domandò Sora, sentendo le mani in fiamme a furia di applaudire. Non aveva mai visto uno scontro del genere in vita sua, a confronto la sua battaglia col mostro dell'isola sembrava una bazzecola. Se gli avventurieri d'alto rango erano così, dubitava avrebbe raggiunto il loro livello tanto presto.

 

Megara però sorrise e si alzò, facendo cenno a lui e Grogu di seguirla di nuovo.

 

“ No, possiamo andare direttamente da lui.”.

 

“ Come?”.

 

“ Ah, giusto, non ve l'ho detto. Ercole è il mio fidanzato.”, disse la donna col più sghembo dei sorriso.

 

*****

 

Dopo il round Ercole si era fatto una doccia e stava ora consumando qualche barretta energetica, riprendendo le forze spese nel duello contro Quasimodo. Era parecchio che non si divertiva così, il suo amico gobbo l'aveva costretto a dare il tutto per tutto più di una volta. C'era da chiedersi chi altri avrebbe trovato Phil pur di mantenere alti gli incassi nei prossimi mesi.

 

Forse per un po' non l'avrebbe fatto combattere. In quel caso sarebbe stato felice di fare qualche missione fuori dal sistema assieme a Meg o addirittura prendersi una bella vacanza. Perso nei suoi pensieri, ne fu tratto fuori guardacaso dalla voce della fidanzata.

 

“ Megafusto, posso entrare? Ho due ragazzi che vorrebbero conoscerti.”, disse questa appena fuori dalla porta.

 

“ Venite pure.”, disse cordiale il gladiatore, vedendo entrare la sua amata Meg assieme a due ragazzi. Inizialmente pensò che fossero venuti per un autografo, ma poi notò che uno di loro era vestito da mandaloriano.

 

“ Signor Ercole, è.... un vero onore conoscerla.”, disse un po' nervoso Sora, quasi eccitato nel trovarsi davanti una delle tante star di cui aveva sentito storie sin dalla prima elementare. Il guerriero gli rivolse un'espressione rassicurante.

 

“ Niente formalità, ragazzo, chiamami solo Ercole. E vale anche per il tuo amico. Come vi chiamate?”.

 

“ Il mio nome è Sora.”, disse il giovane avventuriero tirandosi il colletto della felpa.

 

“ Grogu io mi chiamo. Mandato mio padre fu a consegnarvi Sora. Portatore di Keyblade lui è.”, disse invece il piccolo alieno accanto a lui.

 

A provare l'affermazione, Sora evocò la propria arma. Ercole, con sguardo attento, sfregò un dito sulla catena del Keyblade, avvertendo la Forza che scorreva nel moro attraverso l'arma.

 

“ Immagino che tuo padre sia il mandaloriano che avrebbe dovuto portare qui Sora. Che gli è successo?”, domandò a Grogu, le cui orecchie si abbassarono malinconiche in un modo che toccò il cuore di Ercole.

 

“ Catturato temo sia stato. Notizie di lui non ho avuto dall'attacco alle isole.”, confessò stringendo le manine verdi, lieto che l'elmo tenette nascosto il suo volto infuriato. Sora guardò comprensivo l'amico( se tale si poteva già definire), ma dopo un po' parlò nuovamente ad Ercole.

 

“ Ercole, Grogu, non per fare l'insensibile, ma devo sapere.... chi ha deciso che io sarei dovuto venire qui?”.

 

Il guerriero si mise una mano in faccia e prese un respiro prima di spiegare.

 

“ Un mese fa circa ricevetti la visita di un mio carissimo amico, che mi disse che a breve un mandaloriano avrebbe portato da me un giovane portatore di Keyblade. Io avrei dovuto addestrarlo finchè lui o persone di sua fiducia non sarebbero venuti a prenderlo. Il nome di questo mio amico era Paperino.”.

 

“ Quel Paperino? Uno degli assi del clan Disney?!”, esclamò stupito Sora, sentendo gocce di sudore scivolargli sul collo nello scoprire chi si era interessato a lui.

 

Il clan Disney era uno dei più forti e influenti clan dell'intera galassia, forse il più potente in assoluto assieme al clan Eclipse, guidato da Vader. Il precedente capo clan nonché zio del suddetto Paperino, Paperone de' Paperoni, aveva viaggiato in lungo e in largo trovando tesori, fondando aziente d'ogni tipo e sconfiggendo intere armate con le sue sole forze.

 

L'attuale generazione non aveva nulla da invidiargli. Il nuovo capo clan, Topolino, aveva aiutato a sconfiggere la Gilda dei diafani assieme a Paperino e a un altro loro amico, Pippo. Tutti e tre erano considerati tra i migliori guerrieri della galassia e il clan contava moltissimi altri membri non meno straordinari a modo loro.

 

“ Proprio lui- affermò Ercole indicando alle sue spalle una foto, dove appariva più giovane insieme a un papero umanoide armato con una coppia di pistole- non lo vedevo così preoccupato da anni. Ha reso ben chiaro che ci sono molte persone che ti stanno cercando, Sora, la maggior parte per scopi tutt'altro che altruistici. Se qualcuno avesse saputo che eri qui, la mia influenza ti avrebbe protetto finchè non fossi stato pronto per viaggiare per conto tuo.”.

 

“ Ma perchè mi cercano? Questo... keyblade, è davvero così importante?”.

 

“ E' una questione complicata, te lo spiegherò nei prossimi giorni se deciderai di restare. Qualora volessi tornare a casa, non ho intenzione di impedirtelo.”

 

Sora si morse il labbro, ripensando ai suoi amici che forse erano già partiti per trovare lui, Riku e Kairi. Si chiese cosa stessero facendo ora i suoi genitori. E si chiese quanto ci avrebbero messo coloro che avevano attaccato l'isola a ritrovarlo se fosse tornato.

 

No, Grogu l'aveva reso chiaro prima e Ercole aveva rinforzato il punto. Non poteva tornare a casa per il momento, solo pensare a diventare più forte e sperare in meglio.

 

“ Va bene, Ercole. Grazie per darmi quest'occasione. Mi allenerò al meglio e quando sarà possibile partirò per scoprire la verità e trovare il padre di Grogu.”, disse infine, sperando di fare la scelta giusta.


                                                                                                         *****

Salve a tutti, spero che abbiate passato una buona pasqua. Questo è un'altro capitolo realizzato un pò nella fretta causa continui inviti ed esami, spero che sia di vostro gusto poichè introduce altri piccoli elementi di World building che saranno fondamentali più avanti dopo il giusto approfondimento. Gli scontri ovviamente diventeranno più corposi. A presto e grazie a chiunque abbia lasciato una recensione.

P.s. Per chi legge 'Sangue di Re'( la mia fic in comune con Scarlet Queen, pubblicata usll'account di evil65), siamo momentaneamente in pausa, ma speriamo di tornare in tempi relativamente brevi.

  
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