Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Feisty Pants    13/04/2021    1 recensioni
Un possente muro di nebbia divide due regni completamente diversi. Da una parte Arendelle, governata dai sovrani Anna e Hans e dai loro figli, non crede nell'esistenza della magia della quale solo pochi cantastorie possono raccontare attraverso miti e leggende. Dall'altra il popolo dei Northuldri che vive in armonia con la natura, governata dalla guardiana Elsa, unica in grado di controllarla grazie ai propri poteri. La nebbia che li divide, però, sarà costretta a dissolversi per mettere così a conoscenza entrambi i regni dei profondi segreti che una volta li univano e a causa dei quali sono stati costretti a separarsi...dimenticando uno dell'esistenza dell'altro.
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Fratelli di Hans, Hans, Kristoff
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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CAPITOLO 3
 
“Buon compleanno, Elsa!” sussurra una voce all’orecchio della ragazza addormentata in una tenda, nella meravigliosa foresta incantata.

La ragazza dai capelli biondo platino e la carnagione pallida spalanca immediatamente gli occhi, rendendosi conto della giornata che avrebbe dovuto trascorrere.

“Honeymaren, ti ringrazio di cuore!” afferma la giovane fanciulla destandosi con particolare eleganza, rivolgendo poi un tenero sguardo all’amica d’infanzia.

“Vieni, come sai oggi ti festeggeremo tutti!” commenta poi l’altra prendendola per mano, per nulla spaventata dai poteri che potevano scaturire dall’altra persona.

Elsa si lascia guidare dall’altra senza esitazione, consapevole che l’amica e tutto il villaggio, le avrebbero preparato una festa con i fiocchi come ogni anno.

“Tantissimi auguri Elsa!” gridano in coro gli abitanti una volta fuori dalla tenda. Ognuno aveva preparato qualcosa per Elsa. C’era chi le aveva cucinato un dolce ai frutti di bosco, chi aveva preparato del thé caldo sul fuoco, chi le aveva cucito una meravigliosa coperta e chi, semplicemente, l’attendeva per cantarle una canzone tradizionale.

Elsa risponde a tutto il calore con un sorriso e un cenno della mano, grata ed emozionata di fronte all’amore che i Northuldri le avevano sempre mostrato.

“Gara di corsa cavallo d’acqua contro renne?” si intromette poi il biondo Kristoff, dando una leggera pacca sulla schiena della guardiana della foresta.

“Non riesci proprio a farne a meno vero?” chiede Elsa divertita da quella bizzarra richiesta.

“Ormai è una tradizione del tuo compleanno! Abbiamo cominciato a 9 anni e lo continueremo sempre!” risponde lui sicuro, mostrandole un orgoglioso sorriso radioso.

Kristoff era sempre stato il suo migliore amico. Entrambi avevano avuto un passato burrascoso. Elsa viveva con quella comunità dall’età di 8 anni mentre Kristoff era stato abbandonato vicino al muro di nebbia insieme ad un cucciolo di renna. Entrambi, quindi, erano cresciuti senza qualcosa, con una parte mancante del proprio passato che li faceva soffrire e interrogare costantemente. I northuldri, però, avevano subito dato loro calore e cure. Elsa aveva imparato a gestire i propri poteri riuscendo addirittura ad entrare in simbiosi con la natura, tanto da dominarla. Kristoff, invece, si era talmente legato alla renna chiamata da lui Sven, da diventare il miglior allevatore. Essendo, inoltre, l’unico nato fuori dalla coltre di nebbia, poteva uscire ed entrare in contatto con entrambi i due mondi.

Dopo qualche festeggiamento e risata, i due cavalcano i rispettivi destrieri per poi dare il via a quella gara interminabile che entrambi amavano tremendamente. L’aria tra i capelli, il sole negli occhi, il profumo di libertà erano tutte esperienze delle quali non riuscivano a fare a meno. Loro due, così simili ma anche così diversi, riuscivano a provare le medesime emozioni motivo per cui, durante quei momenti, la loro cavalcata si trasformava in un’avventura di gioia e serenità.

Kristoff, però, sapeva che ogni anno la gara si interrompeva sempre nello stesso punto e aveva imparato a non interferire. Elsa, infatti, si fermava improvvisamente di fronte a un immenso fiume, che sfociava in un mare, che la catturava. La ragazza affermava di sentire una voce proveniente da quelle acque, una voce che la chiamava e che non si dimostrava del tutto sconosciuta. La ragazza dai poteri glaciali si sedeva allora sulla riva di quel mare e si poneva in ascolto contemplativo. Quella voce la cullava e, non sapeva perché, la sentiva sempre più forte soprattutto il giorno del proprio compleanno.

“Mi manchi…mamma” sussurrava poi lei alle onde sinuose del mare, sperando di poter consegnare loro dei messaggi da riferire a quella voce che non sentiva ormai da troppo tempo.

“Sapevo di trovarti qui” constata l’anziana Yelena, sedendosi accanto alla giovane.

“Lo sai che non posso farne a meno” risponde la bionda senza interrompere il contatto visivo con il mare.

“Io sono contenta che tu riesca a sentire tua madre e ad amarla con tutta te stessa” le comunica Yelena con profondo orgoglio.

“Mi sono chiesta spesso il perché di tutto. Perché io sia stata portata da voi e perché loro non siano mai tornati indietro a prendermi. Una cosa, però, la so: loro mi hanno dato la miglior opportunità e grazie al vostro affetto ho trovato la mia famiglia e la mia vera natura” risponde Elsa rivolgendo uno sguardo amorevole a quella donna che l’aveva cresciuta e amata come una nipote.

“Sono fiera della donna che sei diventata e della purezza che conservi dentro di te. Finché resterai così buona e caritatevole con tutti, sono certa che potrai continuare a sentire tua madre e, magari, a rincontrarla prima o poi, sotto qualche forma” conclude poi l’anziana del villaggio, appoggiando la propria mano rugosa ricca di esperienza, su quella esile e liscia di Elsa.

18 anni prima…

Un uomo e una donna incappucciati galoppavano nel cuore della notte, cercando di nascondersi il più possibile. L’uomo teneva lo sguardo fisso sulla strada da percorrere, lottando contro l’aria pungente che gli faceva lacrimare gli occhi. La donna, invece, restava aggrappata alla schiena del marito custodendo tra le braccia una bambina addormentata di circa 8 anni.

Una volta giunti di fronte ad un grande fiume, i due scendono da cavallo con fare frenetico, continuando a guardarsi intorno nella speranza di non essere visti.

“Siamo qui, mostrati!” dice con fermezza l’uomo, senza scoprirsi. È in quel momento che, dopo qualche secondo di silenzio, una roccia si muove di fronte a loro per poi trasformarsi e prendere le sembianze di un troll dall’aspetto saggio e anziano.

“Eccomi, vostre eccellenze. La situazione non si è risolta vedo” sussurra il troll, facendo segno alla donna di chinarsi e mostrarle il volto della bambina che dormiva beatamente.

“Come temevamo i poteri di Elsa si stanno intensificando e nel nostro regno sta per scoppiare una guerra contro la magia! Non sappiamo che cosa fare! Puoi rimuoverle i poteri?!” chiede l’uomo, di nome Agnarr, con il fiatone e il cuore in gola per la paura.

“No, non posso cancellare l’essenza di vostra figlia. Iduna, tu appartenevi ad un popolo magico e questo sangue si è tramandato a Elsa. La bambina qui non è in salvo! L’unica opzione possibile è quella di allontanarla per sempre da questo regno” comunica il troll mostrandosi estremamente serio.

“No, no! Come posso fare a vivere senza di lei?!” si sfoga allora la madre, stringendo tra le braccia la propria creatura come a volerla proteggere da un mondo ingiusto e pericoloso.

“Iduna, forse dovremmo fidarci…” si intromette il marito, poggiando una mano sulla spalla della donna che, scossa dalla situazione e tremante, grida:

“Dovremmo separarci da lei! Come può una madre, abbandonare sua figlia?!”

“Se Elsa rimane qui, la uccideranno!” urla allora il re, inginocchiandosi di fronte a quella orribile realtà. L’uomo appoggia la fronte a quella della moglie, cingendole la testa con una mano e strizzando gli occhi. Sono attimi interminabili per due genitori costretti a decidere la sorte della propria bambina.

“Noi dobbiamo darle, la miglior opportunità…” afferma ancora Agnarr, senza staccarsi dalla moglie, poggiando poi una mano sulla fronte della bambina e lasciando scorrere due silenziose lacrime lungo le guance.

“Non abbiamo molto tempo, potrebbero trovarci! Ascoltatemi bene: questo mondo si sta riempiendo di cattiveria e la magia, come già visto da diversi anni a causa del padre di Agnarr, non è ben vista. Elsa, con i suoi poteri, potrebbe morire e portare ad orribili conseguenze anche per tutti voi. Propongo di cancellare i ricordi della bambina, che verrà affidata alle cure dei Northuldri. Con loro la bambina crescerà in salute e imparerà a gestire i propri poteri” spiega velocemente il troll, provando a scandire bene le parole.

“No, dovrebbe dimenticarsi di noi?! E noi di lei?!” chiede allora Iduna terrificata dall’ipotesi.

“Sì. La bambina dimenticherà di essere di sangue reale, dimenticherà anche voi e sua sorella. Lo stesso avverrà per il regno e tutti i reami circostanti. Da domani, infatti, ognuno penserà a voi come una famiglia reale con solo una figlia” aggiunge ancora il troll.

“No, voglio che ci siano delle modifiche a questo!” si aggiunge anche Agnarr, immobilizzato dalla situazione.

“Elsa si potrà dimenticare tutto, ma deve ricordarsi di noi… e così di Anna!” aggiunge allora il sovrano con sicurezza, guardando con profondità gli occhi della roccia.

“D’accordo. Elsa si ricorderà di voi come due genitori normali, obbligati a lasciarla alle cure dei Northuldri per colpa dell’odio umano nei confronti della magia, ma non conoscerà mai le sue origini reali. Per quanto riguarda sua sorella, questo non è possibile. Anna rischierebbe di confidare a qualcuno il segreto di avere una sorella, mandando all’aria tutto. Anna e Elsa, da domani, saranno due sorelle disgiunte” continua allora il guardiano con al collo degli smeraldi scintillanti.

“Ma, io non voglio dimenticarmi di lei! Voglio ricordarmela, per sempre! E così voglio anche ricordare il dolore che sto provando in questo momento nel lasciarla…perché ormai fa parte di me” aggiunge Iduna, con il volto rigato dalle lacrime delle quali non si era minimamente lamentata.

“Vostra maestà, mi permetta di preservare in voi il ricordo della vostra primogenita, ma di alleviarvi il dolore. Anche il dolore potrebbe portarvi a scoppiare e a rivelare il vostro segreto” spiega accuratamente il troll, cominciando a muovere le mani per preparare delle pietre magiche.

“No, io voglio ricordarmi anche questo momento. Ecco, prendi questo mio mantello!” prende iniziativa la regina, togliendo il mantello viola con il quale stava avvolgendo la bambina e porgendolo al troll.

“Ho capito Iduna e sono commosso di fronte all’amore così grande di una madre. Questo mantello ti ricorderà di Elsa. Ogni volta che lo indosserai, tutte le emozioni ti verranno restituite” conclude allora il troll, muovendo la mano sul tessuto dell’indumento e illuminandolo di magia.

“Dobbiamo andare…” conclude il re, continuando a guardarsi intorno preoccupato. Iduna e Agnarr, allora, salgono su una piccola barca, pronti ad arrivare sull’altra sponda dove Yelena li stava già attendendo, consapevole del piano proposto dai troll.

“Iduna, figlia mia…” sussurra l’anziana, stringendo subito tra le braccia la donna che, scossa dalle lacrime, nasconde il volto nell’abbraccio dell’altra.

“Yelena, ti affidiamo il nostro gioiello più grande. Raccontale di noi e del bene che le vogliamo” sussurra allora Agnarr, dicendo per sempre addio alla propria bambina, posandole un lungo bacio sulla fronte.

“Elsa sarà in buone mani. Non passerà giorno senza che io le faccia rimembrare di voi!” aggiunge Yelena, osservando poi in silenzio lo struggente saluto tra Iduna e la sua piccola.
Iduna riprende la bambina tra le braccia e, inginocchiata a terra, si gode quegli ultimi secondi di contemplazione. La mamma le accarezza il viso pallido, il sorriso riposato sul suo volto ed immagina quegli occhi azzurri meravigliosi, custoditi ora dal sonno delle palpebre. Con il dito passa delicatamente i lineamenti della bambina, come a volerne memorizzare ogni singola parte, per poi giocare con una ciocca di capelli biondi.

“Elsa, so per certo che questo non è un addio. Prima o poi ti rivedrò, ne sono certa! Qualsiasi cosa succeda, io sarò con te! La mia voce riecheggerà nel tuo cuore e non mi stancherò mai di chiamarti” sussurra la donna, per poi stringere a sé la bambina e canticchiare a bocca chiusa una ninna nanna, dedicata a un fiume, che cantava sempre alle figlie prima di dormire.

“Non arrenderti mai e, quando potrai, vai a cercare Anna” conclude poi la donna, posando un bacio sulla fronte della piccola per poi abbandonarsi a un singhiozzo distruttivo, dovuto a un dolore che nessuna madre dovrebbe vivere.
  
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