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Autore: Exeregen    13/04/2021    0 recensioni
Storia originale che vede come protagonisti 2B e 9S , ma come umani.
La loro vita da ragazzi , non più circoscritta ad una guerra in futuro distante contro le biomacchine...
...la vita che hanno sempre sognato , oppure no?
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: 2B, 9S, Altri
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 12 - REVIVER

 

Il mio nome è Roku Matawa e ho 19 anni.

Frequento la stessa scuola di Tobi... sono nella classe accanto.

Non mi sono mai interessata a lei, ai miei occhi era una come un'altra... anche se dovevo ammettere che fosse davvero rilassante guardarla, con quel neo che elevava la sua delicata bellezza.

 

Staccando da scuola, andavo subito a lavorare. Avevo bisogno di soldi.

Tutti abbiamo bisogno di soldi nella vita, è normale... ma il mio era un caso particolare. Senza girarci troppo intorno come al mio solito: servivano parecchi soldi per l'operazione di mia sorella.

Ebbene sì: ho una sorella, Meari Matawa.

È sempre stata cagionevole sin da piccola, ma nell'ultimo anno le è stato diagnosticata una malattia rara... non è incurabile, ma le spese sono assurde.

Nel tempo è peggiorata, non è più autonoma... si è ritrovata intubata da un giorno all'altro.

Un giorno, una donna da un portamento regale mi si è avvicinata e mi ha teso la mano dicendomi "Lascia che ti aiuti".

Un angelo? Assolutamente no... è più appropriato definirla un demone. Non avevo scelta: avrei accettato un patto persino con il diavolo in persona.

White, il nome della donna in questione, mi ordinò di farmi amica una certa Tobi Ishikawa... ma non era quella ragazza dal viso angelico?

Perché chiedermi una cosa simile?

No... decisi di non farmi altre domande, avrei scoperto qualcosa su di lei.

Io sono una ragazza un po' svampita, ma dal giorno in cui mia sorella si è ritrovata in quello stato, ho provato a diventare più simile a lei. Eppure...

 

Qualche mese prima...

 

"Questa è casa mia! Puoi rimanere qui tutto il tempo che vuoi!"

Roku indica teatralmente casa sua, mentre Tobi si tiene le mani davanti alla bocca.

"Io non saprei..."

La ragazza indietreggia, ma Roku cerca di rassicurarla.

"Quando ti sei aperta con me raccontandomi della tua storia, non ho potuto fare a meno di piangere e... non posso proprio lasciarti continuare a vivere in quell'albergo puzzolente a due stelle!"

 

Non fu una recita... ero stata onesta con lei, sono stata me stessa sin dal primo momento.

Mi avvicinai a lei per tenerla d'occhio per ordine di White, pronta a sfruttarla... ma non sono quel genere di persona.

Non potevo dare via la mia umanità... ma sapevo che non dovevo dimenticare il mio obiettivo.
È solo che... potevo ottenere risultati anche essendo la vera Roku, senza mentirle del tutto, no?

Si trattava solo di osservarla, giusto?

 

Passò qualche mese e il rapporto tra Tobi e Roku si solidificò, sfociando in qualcosa di simile a un'amicizia.

Roku mandò resoconti periodici a White e questa inviò aggiornamenti sulle condizioni di salute della sorella, nelle mani dei migliori medici della regione.

 

Tobi ha conosciuto Nines Hanae, il figlio adottivo di White.

L'ho riferito immediatamente a White, ma mi ha detto di non preoccuparmi.

Io... provo un senso di disagio.

Inizialmente pensavo fosse per via del fatto che il ragazzo potesse complicarmi le cose, ma... sono gelosa? No, me lo chiedo perché... oh no, cosa mi sta succedendo?

 

Roku è fuori casa, seduta a osservare le stelle e i fuochi d'artificio.

"Non è da Tobi comportarsi così... dove si è cacciata?" La ragazza si mangia l'unghia del pollice, nervosa.

Sbarra gli occhi accorgendosi tardi del gesto involontario che le ha rovinato l'unghia.

"Sono proprio un disastro! UN DISASTRO!"

Roku saltella istericamente sul posto, mentre una voce le giunge dalla fine del vialetto.

"Roku, sei tu...?"

È Pascal, il medico della scuola, fermo con la sua bicicletta davanti a casa di lei.

"Signor Pascal...?"

È sorpresa quando l'uomo scende dalla bicicletta e mette il cavalletto.

"Come mai da queste parti, signor Pascal...?"

L'uomo fa un gesto e risponde "Per favore, chiamami solo Pascal" e la ragazza annuisce.

I due si siedono vicino alla soglia di casa e fissano i fuochi d'artificio.

"Stanno festeggiando un compleanno in zona, ma non so di chi si tratti."

Pascal si sistema gli occhiali che gli scendono spesso, mentre Roku fissa il profilo dell'uomo.

Egli si gira improvvisamente e coglie Roku impreparata che sposta lo sguardo altrove.

"So che tu e Tobi ora convivete."

Neanche il tempo di finire la frase che Roku si alza di scatto e saltella su sé stessa.

"Non è come pensa lei! Io e Tobi siamo solo amiche!"

Pascal guarda la ragazza con un'espressione perplessa, ma poi le sorride.

"Tobi è sempre stata una ragazza riservata, o almeno era quello che voleva far credere.

L'ho sempre visto nei suoi occhi... quel bisogno di avere qualcuno con cui parlare, con cui confidarsi e non poteva trovare nessuno migliore di te in quella scuola."

Roku si ricompone davanti a quelle parole dette dolcemente da Pascal, ma la malinconia appare sul suo viso.

"Non è così... io non sono completamente onesta con lei...", Roku si siede di nuovo vicino a Pascal, "… per alcune ragioni non posso essere totalmente me stessa con Tobi", poi stringe i pugni poggiati sulle sue gambe e versa qualche lacrima.

"Le sembrerò patetica, Pascal...", la ragazza singhiozza e tira su il naso, "Lei non si apre facilmente con le persone e io... sono una brutta persona! Le nascondo delle cose... e sono cose... cose che..."

Roku balbetta e si lascia andare a un pianto liberatorio sulla spalla di Pascal.

L'uomo la abbraccia e sorride. "Non so quale segreto tu le stia tenendo nascosto, ma vedo quanto ti sta facendo soffrire. Non sei una cattiva persona Roku, e sono sicuro che anche lei lo capirà quando troverai la forza di raccontarle tutto."

 

Quella sera piansi tantissimo. Non ce la facevo più...

Pascal era così generoso e così gentile... parlammo fino a notte tarda.

Passarono i giorni e la comparsa del padre di Tobi portò un gran trambusto.

Mi ricordo ancora quel giorno in cui lei scese dall'autobus...

 

Tobi si incammina svogliata verso casa. Roku la sta attendendo alla soglia.

"Tobi!", la ragazza accoglie calorosamente la sua amica, ma questa varca la porta senza nemmeno salutarla.

"È successo qualcosa?"Tobi si mette le mani davanti agli occhi e cade in ginocchio.

Roku non ci pensa due volte prima di chinarsi e abbracciare l'amica.

 

Non avevo mai visto Tobi piangere. Non feci domande in quel momento, mi limitai ad abbracciarla.. la tenevo stretta forte a me.

Mi spiegò di aver trattato un po' male Nines e di aver incontrato suo padre alla fermata dell'autobus. La sua famiglia era piena di segreti; avevano il vizio di nascondere i problemi sotto il tappetto.

Le loro due figlie, scoperte le menzogne, avevano deciso di andarsene via senza sentire ulteriori spiegazioni.

Una cosa che disse mi fece parecchio male.- Una sua frase che mi fece l'effetto di una coltellata..."

 

Tobi è seduta su una sedia, mentre sorseggia una camomilla.

"Sono fortunata ad avere un'amica come te... questa è casa mia... tu sei la mia casa."

Roku ha un mancamento e Tobi si alza subito a sostenerla.

"Roku, che cos'hai?!"

Tobi è visibilmente preoccupata e aiuta l'amica a sedersi.

Roku singhiozza e piange, ma nessuna parola comprensibile esce da quella bocca.

"Sei sempre la solita... ti emozioni tanto, sei così sensibile. Ti ringrazio anche di questo... queste tue emozioni sincere mi scaldano il cuore."

Tobi apre il frigorifero e sospira. "Esco un po', e già che ci sono vado a fare la spesa..." e scombina i capelli di Roku, ancora singhiozzante.

 

Rimase un'ora seduta su quella sedia, ferma come una bambola di porcellana. Poi, qualcuno bussò la porta con prepotenza.

 

Non appena Roku va ad aprire, si ritrova Aitoo che le grida addosso.

"Dov'è Tobi? Rispondi!"

Roku cerca di mantenere un tono gentile, ma viene riempita di insulti. "Sei proprio una cafona, capellona! Avrai pure la stessa faccia di Tobi, ma dentro sei meschina!"

"Ma stai zitta, oca... dove è finita quella maledetta di mia sorella?!"

 

Proprio in quel momento, Tobi sta rientrando. "Sono qui, calmati!"

Aitoo è fuori di sé. "Quel bastardo di nostro padre ha importunato pure te?! Rispondi!"

Tobi non ha tempo nemmeno di aprire bocca che viene abbracciata forte dalla sorella.

"Non permetterò più a quell'uomo di mentirci, mai più. Non deve nemmeno guardarci da lontano... da oggi vengo ad abitare con te."

Roku sta per aprire bocca, ma Aitoo si stacca bruscamente da Tobi e poggia un pacco di soldi in mano alla ragazza.

"Ti pago l'affitto per quanti mesi vuoi, dormo pure sotto a un letto o nella cuccia dei cani, ma non puoi permettere a me e mia sorella di essere separate in un momento così delicato!"

Roku ha gli occhi sgranati, mentre Tobi e Aitoo le passano accanto ed entrano dentro casa.

"… ma io non ho capito niente, aiuto!"

Roku si incammina come un robot verso casa con quel pacco di soldi in mano.

 

Da quel momento sarebbe iniziata una strana convivenza con quella matta e iperprotettiva sorella di Tobi. Era una situazione soffocante per me.

Ero in ferie e non sapevo proprio dove andare quindi mi diressi al complesso di condomini della zona, senza una particolare ragione. Poi incontrai Nines al parco. Se ne stava lì con lo sguardo perso nel vuoto.

 

"Il bimbo seduto sul motorino?"

Roku si toglie le cuffiette e si incammina verso Nines.

"Tu sei coso, non è vero?"

 

In realtà so benissimo come si chiama, ma... lasciamo stare.

 

Nines alza il suo sguardo verso Roku e una flebile luce torna nei suoi occhi.

"Cosa ci fai qui tu?"

"Ero andata a trovare il mio fidanzato... non è vero, sono single. Diciamo solo che da quando sono in ferie e da quando la mia casa è diventata un casino, io..."

Nines si anima e si rivolge a lei con un tono di voce alto e preoccupato.

"È successo qualcosa a Tobi?!"

Roku sgrana gli occhi. "E' successo qualcosa a Tobi?! Quando?!" e Nines rimane per un attimo senza parole davanti alla stupidità della ragazza.

"Io lo stavo chiedendo a te..." dice Nines con un tono quasi rassegnato.

"Per quanto mi risulta, fino a questa mattina stava bene, ma è possibile che ci sia stato un incidente e abbia dato fuoco a casa... oh mio dio, ma ci pensi? Io esco e c'è una fuga di gas e... devo tornare a casa!"

Nines rimane spiazzato e Roku gli rivolge un sorriso malinconico. Si chiana per osservare il ragazzo dal basso, mentre lui si dondola lentamente.

"Sai, io sono così stupida... ma molte volte uso questa scusa apposta per far sparire i musi lunghi come il tuo. Purtroppo sono successe delle cose che riguardano Tobi molto da vicino e le ho promesso di non parlarne con nessuno. Tu le manchi, Nines... ma quello che sta passando adesso è... una cosa tosta. Non ha la testa per affrontarti, ma io la osservo, sai? Prende quel cellulare, ogni volta... cerca il tuo numero nella rubrica e singhiozza.

Io faccio la solita tonta e svago dicendo qualcosa o ruttando... si lascia stare questa ultima cosa, ma... tu le manchi davvero."

 

Nines ha le labbra tremolanti di chi sta per piangere da un momento all'altro. Roku si alza e rivolge il suo sguardo al tramonto.

"Sai, nano... "

"Mi chiamo Nines..."

"... non posso parlarti di questa storia, ma posso darti un consiglio."

"… cioè?"

"Lei sta combattendo questa battaglia da sola, ma ha bisogno di te più dell'ossigeno... non è vero, l'ossigeno è più importante... ma non lasciarla sola...

Io credo che il suo sia un grido di aiuto silenzioso che solo tu puoi sentire... la ami, no?

Non la senti ora?"

 

Il ragazzo si alza improvvisamente dall'altalena e corre via.

Roku sorride, osservando la sagoma allontanarsi sempre più.

"Che carino, vai... raggiungila..."

Poi si sofferma un attimo a riflettere.

"Ehi, però un passaggio puoi pure darmelo se sei diretto a casa mia, eh!

Nano maledetto, aspettami!"

E gli corre dietro a tutta velocità.

 

Non potevo vedere Tobi così e riponevo la speranza in Nines.

Volevo essere io quella che l'avrebbe aiutata, quella che l'avrebbe sostenuta...

ma non potevo esserlo.

Volevo credere in lui, ma le cose non andarono proprio come speravo: i due fidanzati finalmente tornarono a parlare, ma la situazione era davvero tesa.

Tobi respinse freddamente Nines e questi, senza spina dorsale, girò i tacchi e se ne andò.

Che delusione!

Ma quello che mi preoccupò di più fu l'atteggiamento di Tobi: non l'avevo minimamente riconosciuta.

Colpa di Aitoo? Cosa le aveva detto in mia assenza?

Finita tutta questa storia potrò davvero legare con Tobi? Smettere di osservarla e... dirle cosa provo?

Mi odierà, ma un giorno prometto di essere sincera con lei... per ora devo tenere duro. Per mia sorella.

 

Qualche giorno dopo quegli eventi...

 

Roku è in visita all'ospedale.

White la sta aspettando proprio davanti alla porta della stanza di Meari. Non indossa più il camice, forse l'hanno dimessa.

La donna sorride alla ragazza e la invita ad entrare.

Roku si commuove vedendo sua sorella senza più flebo e tubi.

"Roku...?"

Meari è sorpresa della visita, mentre Roku corre da lei e la abbraccia, piangendo.

White si ferma sulla soglia e fa per chiudere la porta. "Vi lascio sole"

Roku dice tante cose incomprensibili e la sorella la esorta a calmarsi.

"Un po' di contegno, Roku!" Meari ha un tono serio.

"Ma stai zitta! E lasciati andare!" Ribatte Roku stritolandola.

"Sono felice anche io di vederti, va bene? Mi lasci adesso?"

Roku e Meari si guardano per un attimo e quest'ultima le sorride.

"Così ti voglio, Meaaaari!" Grida Roku abbracciandola di nuovo.

"Mi stai uccidendo, Roku!" Meari parla con un filo di voce, soffocata dall'abbraccio della sorella.

 

Nel frattempo White viene scortata fuori da alcuni uomini. Ad attenderla nella hall trova Nines.

"Beh, non me lo aspettavo..."

C'è imbarazzo tra i due, ma lo sguardo di White è rivolto al motorino alle spalle di Nines.

"Hai un casco in più?" Domanda la donna.

Nines rimane sorpreso della richiesta.

"Non capisco..."

"Salgo sul motorino, voglio un passaggio da te. Farò portare la mia auto dai miei uomini del partito."

"Ma così ti sporcherai il vestito. Sei sicura?"

"Sicurissima, Nines."

C'è un attimo di silenzio tra i due.

"Pensi che basti un piccolo cambiamento per farti perdonare di tutto?"

"La strada è lunga e probabilmente quello che ti racconterò mi porterà solo altro odio da parte tua."

"… sarà la verità quella che mi racconterai?"

"Si"

"… e allora forse proverò a capirti."

"Non credo, ma apprezzo lo sforzo."

 

White si mette il casco e sale sul motorino stringendosi a Nines.

I due partono, lasciando l'ospedale.

 

Dall'altra parte della città, Pascal si sistema gli occhiali davanti allo specchio.

Avvicina la faccia al suo riflesso e questo subisce una specie di interferenza che mostra un'immagine diversa. Per un attimo si intravede un robot, marrone con gli occhi verdi.

L'uomo non batte ciglio, anzi avvicina ancora di più la faccia allo specchio.

 

"Qualcosa non va, devo andare subito in quel posto..."

 

FINE CAPITOLO

 

   
 
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