Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: DanzaNelFuoco    13/04/2021    2 recensioni
Eren/Levi
Reincarnation!AU
---“Ci siamo già visti da qualche parte?” Levi chiede ed Eren sgrana gli occhi, un leggero panico che si impossessa di lui.
Non crede sia appropriato far sapere a chiunque sia l’uomo che probabilmente ha soltanto l’amico di un cugino che assomiglia particolarmente ad Eren - o che al massimo potrebbe aver appena cercato di rimorchiarlo con la frase più scontata e banale dell’universo - dei suoi problemi mentali.
“Io - Io - Non che io sappia, no, non credo,” Eren balbetta e Levi inclina la testa con sguardo indagatore.
Qualsiasi cosa stia cercando, non deve averla trovata, perché schiocca le labbra, con disappunto. “Deve essere stato in un’altra vita, allora.”
Eren sta per sentirsi male.
Genere: Hurt/Comfort, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Eren Jaeger, Levi Ackerman
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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COW-T #10 (w6, m5)
Prompt: Preaterita mutare non possumus
21/03/2020

Spoiler-ish fino a un certo punto (mi sono fermata da qualche parte dopo il cap 119 e devo ancora recuperare, quindi non ho idea se rientri nella continuity del manga) 

 


 

Eren lo vede per la prima volta - la prima volta in questa vita - appoggiato al bancone della caffetteria. 

Levi

Non sa come lo sa - ma è certo che quello sia il suo nome. 

Deve fermarsi un istante perché il cuore gli tambura in petto e vede l’uomo davanti a lui volare nell’aria, appeso a un filo, una spada in ogni mano. 

Levi

L’uomo solleva lo sguardo, osserva la stanza con aria disinteressata. Eren rabbrividisce, l’aspettativa che gli monta nel petto, ma gli occhi di Levi non si spalancano in riconoscimento, lo vedono, registrano la sua presenza - perché Eren immagina, Eren sa, che il capitano è un uomo attento - ma passano oltre. 

Eren sospira, si sgonfia come un palloncino bucato, e cerca di nascondere la delusione sul proprio volto. 

Infilando il blocco per gli ordini nella tasca del grembiule, il ragazzo gli si avvicina. “Come posso servirla? Una tazza di caffè?” 

Eren non lo ha mai visto prima - non in questa vita -, non gli ha mai parlato prima - non in questa vita - ma sa esattamente quale sarà il timbro della sua voce - conosce pure la sensazione della sua pelle sotto le dita, il gemito strozzato, la piega della mascella contratta mentre Eren gli ricuce una taglio sul fianco. 

Eren quasi scossa la testa per scacciare il pensiero, ma si trattiene perché il capitano Levi ora lo sta guardando con quei suoi occhi freddi e penetranti che lo fanno arrossire. 

“Ci siamo già visti da qualche parte?” Levi chiede ed Eren sgrana gli occhi, un leggero panico che si impossessa di lui. 

Non crede sia appropriato far sapere a chiunque sia l’uomo che probabilmente ha soltanto l’amico di un cugino che assomiglia particolarmente ad Eren - o che al massimo potrebbe aver appena cercato di rimorchiarlo con la frase più scontata e banale dell’universo - dei suoi problemi mentali.
Certo, signore, ci siamo conosciuti in un’altro universo, pieni di orribili mostri giganti interessati soltanto a uccidere e distruggere e della cui razza io facevo parte. Effettivamente lei mi ha salvato la vita pestandomi a sangue davanti ad un’intero tribunale e successivamente io potrei o meno aver sviluppato un’insalubre cotta per lei che però non mi ha poi impedito di mettermi a trafficare alle sue spalle, fingendo di essere in combutta con mio fratello, cosa che incidentalmente ha portato alla sua morte, ma ehi, sono cose che succedano, ora metta giù il telefono e non chiami lo psichiatra, ecco la sua tazza di caffè, grazie. 

“Io - Io - Non che io sappia, no, non credo,” Eren balbetta e Levi inclina la testa con sguardo indagatore. 

Qualsiasi cosa stia cercando, non deve averla trovata, perché schiocca le labbra, con disappunto. “Deve essere stato in un’altra vita, allora.” 

Eren sta per sentirsi male. 

O questo è il più mediocre e scialbo tentativo di rimorchio nella storia dell’umanità oppure… ma è follia. Non può che essere follia. 

“Deve essere stato senz’altro così, capitano.” 

La testa di Levi si volta di scatto e i suoi occhi si assottigliano. 

“Lo sapevo.” 

Lo schiaffo gli arriva, secco e doloroso. Sa di meritarselo, dopo tutto quello che ha fatto  

Sulla sala cala il silenzio, i pochi avventori ancora in sala sono shockati. 

Einrich, il suo collega, esce dalla cucina in tutta fretta, pronto ad aiutarlo, quando Levi afferra il bavero della sua maglietta, tirandolo verso di sé. Eren si prepara ad essere picchiato, la pelle gli brucia ancora dove il capitano l’aveva colpito la prima volta, il bancone che gli si pianta nello stomaco. 

Il capitano Levi gli chiude la bocca con la propria ed Eren sgrana gli occhi. Questo… questo non se lo aspettava. 

Tra lo scoprire che i suoi ricordi sono reali e non solo sogni e l’aver trovato qualcun altro nella sua stessa situazione, questo bacio non dovrebbe essere la cosa più stupefacente della giornata. 

Eren ha davvero qualcosa che non va. 

“Sei un coglione, Jaeger,” il capitano gli sussurra contro le labbra, “Siamo morti per colpa tua.”

“Lo so.”

“Ma non ti dispiace.” 

Eren stringe le labbra e scossa la testa. Ha fatto quello che doveva. 

Il passato non si può cambiare. 

Ma il futuro è tutto da scrivere. 

“Quando stacchi, Eren?” 

“Tra un’ora, Levi.” 

  
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