Storie originali > Soprannaturale > Vampiri
Segui la storia  |       
Autore: PrimbloodyBlack    13/04/2021    0 recensioni
(la pubblicazione continuerà su Wattpad) Eloyn fa parte di una famiglia di cacciatori di vampiri. Durante la sua prima battuta di caccia viene separata dal gruppo e catturata. Viene portata nella grande dimora di uno dei 5 Signori Vampiri. Viene resa schiava dalla potente Lux che la renderà una Bloodgiver, il cui compito è quello di donare il suo sangue al suo padrone.
Lux riuscirà mai a sottomettere uno spirito ribelle come quello di Eloyn? Sarà una sfida che lei non vorrà di certo perdere.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Quanto tempo sarà passato da quando sono stata strappata via dal mio villaggio, dalla mia casa, da ciò che un tempo ritenevo prezioso?

Un mese, due mesi... forse tre?

Quando ero nella magione di Lux mi ritrovavo a contare ogni minuto, ora, giorno. Un'abitudine nata da una brama che si divideva tra vendetta e libertà. Ho desiderato a lungo oltrepassare quel cancello, quando in realtà era ciò che mi proteggeva. Ho smesso di contare le settimane, e ho smesso di avere paura della persona di cui avrei dovuta averne di più. Ho cominciato a conoscerla, ad apprezzarla, e poi desiderarla. Ma adesso ho ricominciato a contare, a sperare di ritrovare la libertà. Qui, in una carrozza, con gli occhi spalancati, avevo visto la notte tramontarsi in giorno, e le mie speranze di essere ritrovata morire, spegnersi come le vite che questi uomini avevano rubato.

L'uomo difronte a me... Titus si chiamava? Con il suo cappello cilindrico e il bastone poggiato sulle sue gambe, non aveva mai smesso di scrutarmi. Quei occhi curiosi, così chiari da sembrare addirittura gialli, mi obbligarono a guardare oltre il finestrino della carrozza. Neve, il paesaggio bianco e vuoto mi impediva di smettere di pensare. Non c'era nulla, niente su cui focalizzarmi, solo il suono delle ruote della carrozza e il pesante respiro dell'uomo robusto sulla mia destra. Teneva le braccia conserte, la testa chinata in avanti e gli occhi chiusi. Sembrava dormisse.

"Meglio non provare nulla di strano, non toccarlo nemmeno" mi intimò Titus, con uno strano sorriso. "Loro non dormono mai."

Loro. Quella parola fece echeggiare in me qualcosa di strano, curiosità o forse addirittura sgomento. Erano le implicazioni ciò che mi spaventavano. L'essere all'oscuro. Cosa sono questi "loro" e perché mi trovo in trappola? Sembra come se tutti sappiano tutto e io nulla. Io sempre in balia degli eventi, gli altri coloro che creano questi ordigni per scombussolarmi la vita. Di sicuro se la mia vita finisse, il creato ne rimarrebbe scontento perché non potrebbe più giocare con me. Effettivamente l'unica cosa su cui ho un briciolo di potere è la mia stessa esistenza, potrei farla finire in un attimo, mi basterebbe qualcosa di affilato o un punto elevato.

Non avevo mai fatto un pensiero del genere, forse sono proprio arrivata al limite.

Cominciai a fissare Titus, sperando che facesse qualcosa di strano, tanto per intrattenermi. Mi guardò di rimando con intensità, un intensità davvero teatrale. Avevo capito ormai che era un tipo strambo. Socchiuse gli occhi, guardandomi con ancora più carica. Si sporse in avanti con il solo collo, con il corpo immobile attaccato al sedile, sembrava un gobbo. E poi si mangiò le labbra e fece un sorriso da ebete. A quel punto sorrisi, e invece che strambo cominciai a considerarlo buffo. Poi fece una di quelle risate gutturali create apposta per far ridere gli altri. Io distolsi lo sguardo coprendomi il viso con le mani legate, nascondendogli il risultato della sua stupidaggine. Quando smisi di coprire il misto di imbarazzo e divertimento, lui era ritornato quello di prima. Si teneva il pizzetto tra il pollice e l'indice, girandolo e toccandolo come se fosse qualcosa che lo rilassasse. Se non avesse avuto baffi e pizzetto probabilmente sarebbe sembrato molto più giovane, forse un ragazzo poco più grande di me, senza il forse.

"Quanti anni hai?"

"Quanti me ne dai?" ribatté con un ghigno. In quel momento riuscii a notare che aveva uno dei premolari di destra fatto in oro bianco.

"Potresti averne venti come trecento, con voi vampiri non si più mai sapere," dissi mostrando un po' di disprezzo con l'ultima frase.

"Ne ho cinquantasei, ma fisicamente ventitré." Aprì le gambe e poggiò entrambe le braccia sopra il sedile e poi con un gesto della mano mi invitò a guardarlo. "Allora?" Io lo scrutai come se avesse fatto una battuta di cattivo gusto. "Sono bellissimo."

"Sì, continua a dirtelo da solo perché quelle parole non usciranno mai dalla mia bocca." Provai a rimanere seria, ma era impossibile. Era un idiota, ma quel tipo di idiota che vuoi avere intorno. 

Quando ritornò serio, io mi persi di nuovo tra i ricordi. Erano successe troppe cose in troppo poco tempo, e credo di aver veramente vissuto solo in questo breve periodo. Nel villaggio la mia vita era monotona, scandita da fendenti di spada e lividi, ogni giorno dalla mattina alla sera. Nel dimora di Lux per quanto strano sia, ho cominciato a capire cose che prima non notavo. Ho iniziato a socializzare nel bene o nel male, comprendendo i comportamenti altrui o quanto le persone possono essere imprevedibili. Mi chiedo cosa stia succedendo adesso in mia assenza. Forse sanno già che sono stata presa, oppure Rhea e Amelie continuano a dormire beatamente nei loro letti. Da Rhea me lo sarei aspettato un tradimento del genere, ha sempre nutrito uno strano interesse nei miei confronti, sia di astio che di curiosità, ma sapere che Amelie era dalla sua parte mi ha fatto più male di quanto avrei potuto credere. Era un'amica... era

Ma c'è qualcosa che non torna. La signora elegante a cui mi avevano venduta è stata uccisa, così come i suoi uomini. Ma allora come hanno fatto questi qui a sapere che proprio in quel momento sarebbe avvenuto lo scambio? Rabbrividii alla consapevolezza che all'interno della casa c'era uno o più traditori, qualcuno che forse aveva scoperto il piano origliando le discussioni tra Reha, Amelie e Arkel, oppure proprio uno di loro.

"Che succede?" chiese Titus. "Non fare quella faccia o mi farai venire la depressione," continuò con voce acuta.

"Meglio, magari vi venisse a tutti e vi buttaste da un burrone."

"Modera i toni, signorina. Noi agiamo solo perché ci viene ordinato."

"Allora, riferisci agli stronzi che mi hanno venduta che possono farsi fottere," dissi con carica aggressiva. "Ah! E dillo anche a chi vi ha mandati."

Improvvisamente il respiro dell'uomo accanto a me si smorzò per poi inalare velocemente. Prima di fare in tempo a scansarmi, mi ritrovai la sua mano sul viso e con forza mi schiacciò la testa contro il sedile. Non sbattei perché morbido, ma la sua mano mi aveva afferrata con una forza tale da sembrare una schiaffo, premendomi anche il naso nel farlo.

"Chiudi quella cazzo di bocca o non ti faccio arrivare integra."

Il suo alito puzzava, la sua mano era sudata e quel movimento rapido diffuse nell'aria un brutto odore di sudore. Io rimasi ferma, anche se volevo afferrare il pugnale che aveva in bella vista attaccato alla cinta e sgozzarlo con tutta la soddisfazione possibile. Evitai anche di morsicargli le dita, ne avrei guadagnato solo un pugno nello stomaco e forse anche qualcosa di più.

Quando mi lasciò notai che Titus aveva un fastidioso ghigno sul volto che si trasformò in una risata genuina quando mimando con la bocca gli dissi: "Non stavo scherzando."

"Riferirò il messaggio, ma solo agli stronzi che ti hanno venduta, a nostra signora dovrai dirlo tu o mi taglierà la testa."

Allora avevo intuito bene. "Chi è la tua signora?"

"Nessuno che tu voglia minacciare, te lo assicuro. Lei è diversa dal tuo Lord."

"Conosci Lux?"

"Non di persona, qualcuno mi ha parlato di lei."

"Quindi saprai che verrà a cercarmi."

Rimase in silenzio. Mi dà anche l'impressione di uno che non sa frenare la lingua e adesso stava palesemente cercando di trattenersi dato che sembra un tipo a cui piace parlare. Non sono riuscita ad estorcere molte informazioni, immagino che scoprirò il  mio destino una volta che ce l'avrò davanti. 

Passarono molte ore dal mio rapimento. Facemmo almeno tre soste, poi io mi addormentai con la testa appoggiata contro la portiera. Non importava quanto tremasse, non mi svegliai mai, del resto grazie allo scherzetto di Rhea e Amelie avevo fatto nottata. Mi svegliai solo dopo quelle che sembrarono sei ore, sia osservando il sole alto nel cielo che sentendo il mio stomaco che brontolava. Ciò che mi fece rizzare improvvisamente la schiena fu l'odore del sangue. C'era Titus che beveva da una bottiglia d'acciaio quello che premisi fosse sangue. Mi guardò alzando le sopracciglia e sorridendo mi portò la bottiglia davanti come invitandomi a bere. Io ovviamente distolsi lo sguardo con un volto disgustato e le labbra piegate.

"Scusa, scusa..." disse sogghignando. "Posso farti una richiesta?" Io annuii pronta ad ascoltare qualsiasi cosa assurda mi avrebbe chiesto. "Posso assaggiarti?" Avevo ragione.

"Cosa?!" 

"Solo la punta del dito, non amo invadere lo spazio personale, allora accetti?"

"Almeno me l'hai chiesto." Allungai le mie braccia legate verso di lui, Titus mi prese i polsi e avvicino il suo volto alle mie mani. Io posai l'indice sotto il suo canino appuntito e mi morse solo un po', nemmeno lo sentii.

"Delizioso!" esclamò tutto contento. "Adoro quel retrogusto agrodolce, mi fa esplodere le papille gustative e venir voglia di prosciugarti."

"E' stata la descrizione più strana, inquietante e sincera che abbia mai sentito."

Sto iniziando a sentirmi troppo a mio agio con loro, è colpa di Lux.  È così strano ricordare quanto odiavo tutto questo. Ma anche se non sono più così spaventata, sono ancora un umana in mezzo vampiri, e la maggior parte di loro non è rispettosa quanto questo strambo.

Viaggiammo per tutta la giornata, mentirei se non dicessi che ogni minuto passato speravo che qualcuno fermasse la carrozza uccidendo questi uomini e ridandomi la libertà. Mi ero addirittura immaginata la scena, ma più i minuti passavano, le ore, sentivo una pesante malinconia sovrastarmi. Volevo piangere. Era da molto tempo che non sentivo questa orribile sensazione di sconfitta e pena per me stessa. Nemmeno quando Lux mi catturò o mi rivelò di aver distrutto lei il mio villaggio mi sentivo così triste, ero più mossa dalla rabbia e dalla frustrazione. Adesso mi sentivo debole, incapace di fare qualcosa, totalmente in balia di ciò che accadeva intorno a me senza possibilità di controbattere o di farmi valere. La maggior parte del pomeriggio lo passai a guardare dal finestrino e capire dove mi trovassi, non che sarei riuscita a capirlo, sono quasi sempre rimasta rinchiusa in casa. Forse lo facevo ancora con la speranza di riuscire a fuggire per poi ritrovare la strada di casa. Come se fosse possibile... L'altra metà del tempo invece la passavo ascoltando Titus parlare ancora e ancora. Parlava delle cose più stupide, come quando aveva cercato di approcciare un ragazzo ubriaco in una locanda e aveva finito per farci a botte, aveva vinto lui a suon di colpi di bastone, "elegantemente però" aveva precisato. La mia salvezza fu la sosta per la cena. Finalmente la bocca di Titus si riempì di cibo e sangue e smise finalmente di parlare. A me invece diedero la stessa misera ciotola di riso del pranzo. Non sono esattamente abituata a mangiare poco, mio padre mi preparava sempre dei grandi pezzi di carne per mantenermi in forma, e a casa di Lux il cibo di certo non mancava. Mangiai con lentezza e tristezza il tutto, seduta nella carrozza con quell'uomo puzzolente accanto, mentre tutti gli altri erano seduti sul prato. Nonostante avessimo viaggiato per un giorno intero, nei paraggi non c'era stata traccia di civiltà, se non qualche casa abbandonata e vecchi campi aridi e impossibili da coltivare. Probabilmente avevano scelto quest'area apposta per evitare incontri scomodi. Quando ripartimmo era calata la notte. Nonostante non avessi fatto nulla sentivo una brutta pesantezza addosso e mi addormentai poco dopo. Mi sveglia solo quando sentii qualcosa smuovermi. Quando aprii gli occhi notai con orrore di essermi appoggiata alla spalla di quell'uomo. Mi staccai da lui con occhi spalancati portandomi da tutta l'altra parte. Forse feci anche qualche verso disgustato, ma ero troppo assonnata per farci caso. Il mio sonno fu inevitabilmente interrotto dalla prima delle solite tre fermate notturne. La cosa non mi riguardava dato che ero bloccata lì dentro, serviva più a loro per sgranchirsi le gambe e ai cavalli per farli riposare. Ma questa volta fu diverso. Titus non scese dalla carrozza, bensì uno dei suoi aprì la portiera. Fortunatamente ero sveglia perché sennò avrei fatto un capitombolo fuori e avrei dato un sonoro bacio al pavimento.

"Signore," disse l'uomo," abbiamo quasi raggiunto il confine, noi ci apprestiamo ad andare."

"Bene, attenetevi a quanto detto. Rimanete nascosti, non attaccate, prendete le informazioni che ci servono dal ragazzo, e poi tornate in patria. La prossima nave è già stata pagata. Tutto è stato preparato, tra una settimana tornerete."

"Perfetto," rispose lui. Poi chinando il capo in segno di reverenza disse: "Abbiate buon viaggio."

"Per la stabilità e l'onore di Tiamana."

"Per la stabilità e l'onore di Tiamana," ripeté l'uomo a sua volta.

A quanto pare, dal quel momento in poi, noi saremo stati gli unici a proseguire e le altre due carrozze che ci scortavano tornarono indietro. Guardai Titus in senso interrogativo. Nave, Tiamana, ragazzo... Tre cose di cui non ho la più pallida idea.

"Cosa?"

"Lo sai."

"No invece."

"Per la stabilità e l'onore di Tiamana," ripetei. "Cos'è, una preghiera?"

"Può essere considerato un motto."

"Un motto?"

"Sei davvero ignorante, eh?" disse tra uno scherzo e una presa in giro.

"Scusa se non ho ricevuto un educazione degna come voi vampiri" dissi con evidente offesa. E' colpa loro se non abbiamo testi su cui studiare, a mala pena conosciamo la storia, almeno sappiamo leggere e scrivere, è l'unica cosa ci hanno permesso di fare. 

"Tu non sopravvivrai," realizzò con un ghigno sul volto, quasi fosse divertito. "Proprio no."

Io corrugai la fronte e poi alzai un sopracciglio. "Elabora per favore."

"La tua aggressività è totalmente incontrollata, rispondi a tono per ogni cosa, anche quando qualcuno scherza, non hai senso dell'umorismo, e se sorridi... be'... ah, giusto, tu non sorridi."

"Ma- no! Io sorrido eccome, prima ho riso!"

"Quando scusa? Non ricordo minimamente."

"Prima! Quando hai fatto quella faccia da idiota!"

Alzò le sopracciglia, chinò un po' il capo e mi guardò con una faccia così ovvia che mi fece ritirare in me stessa e rimuginare. Aveva ragione, la mia irruenza non mi porterà a nulla di buono.

"Io sono un tipo tranquillo, alla mano. Ma quando metterai piede fuori da questa carrozza non troverai affatto persone disposte a sorvolare su un atteggiamento come quello, tesoro mio."

Sospirai, non faceva una piega. Anche se non mi piace ammetterlo, io sono solo un umana, e loro invece sono la razza superiore. Anch'io se fossi nata come vampiro avrei sicuramente avuto la mentalità di tutti gli altri miei coetanei. Avrei considerato gli umani essere inferiori, del resto siamo ignoranti, deboli, barbari. Ma anche noi abbiamo dei sentimenti e questi esseri a volte lo dimenticano. Abbiamo sogni, desideri, una volontà, e voglia di vivere come meglio possiamo, ma invece veniamo considerati cibo. E' tutto così ingiusto.

"Lo dico per il tuo bene," disse sporgendosi. Mi accarezzò la guancia, fu strano e inusuale. Ma avevo percepito in lui un lato buono, non c'era malizia in quel gesto, solo generosità. "Quindi, cerca di fare tutto quello che ti diranno, anche se non ti piacerà."

"Farò ogni cosa mi diranno, ma se mi obbligheranno a fare cose che potrebbero ferire, non il mio orgoglio, ma il mio essere donna, a quel punto non potrò assicurare nulla."

Mi guardò comprensivo e poi annuì. Mi domando a quanti bloodgiver abbia dato quel consiglio e quanti siano effettivamente ancora in vita. Mi chiedo quanti di loro si siano rifiutati di concedere i loro corpi a qualcuno che li vedeva solo come oggetti, e quanti ne siano usciti integri. Per quanto Lux ci abbia provato ad ottenere il mio corpo, rispetto il fatto che si è sempre tirata indietro quando mi ha vista disperatamente contrariata. E quando io stessa le ho dato il permesso, lei non è andata oltre, nonostante lo vedevo che voleva avermi. E' una cosa a cui non avevo mai pensato e adesso che rischio esattamente il contrario mi sento profondamente grata di aver avuto una padrona come lei.

 "Tesoro, tu non se cresciuta qui, immagino." 

"Io son-" mi corressi con rammarico "ero una cacciatrice."

Io suoi occhi si illuminarono improvvisamente, mise il gomito sul ginocchio e il mento nel palmo della mano. "Parlami di più."

"Sono stata catturata durante un'incursione nel mio villaggio, ci troviamo vicino al confine quindi è solito che veniamo attaccati. Quella notte è toccato a me, mi ha presa Lux in persona." Non realizzai di star sorridendo finché Titus non mi lanciò un sorrisetto sospetto.

"Ora capisco perché ti sei corretta" disse tutto entusiasta. "Tu non rimpiangi quel giorno!" esclamò con voce ancora più acuta ed esuberante.

"Perché cercate tutti di rovinarmi la vita!" dissi lamentandomi e perdendo nuovamente la pazienza. 

Titus rise di cuore, io volevo sotterrarmi. Prima Dave ora lui. Sì, l'ho capito, basta!

"Cavolo!" esclamò con le lacrime agli occhi. "Spero davvero che tu non faccia qualche cavolata perché sarebbe un peccato non averti intorno."

"Dato che ti piaccio così tanto, se faccio qualche cavolata metti una buona parola su di me." 

"Ritiro tutto, il senso dell'umorismo ce l'hai!"

"Ero seria..."

Inutile dire che continuò a ridere per i successivi cinque minuti, mentre io lo guardavo impassibile con uno sguardo giudicante. 

Dopo un'ulteriore mezzora di viaggio che passai in dormiveglia, ci inoltrammo per le strade di una cittadina e finalmente arrivammo a destinazione. L'uomo accanto a me mi diede una scrollata di spalle e mi intimò di sbrigarmi. Titus era già fuori. Mi porse la mano aiutandomi a scendere, impedita dalle corde. Mi guardai a torno, e mi bloccai. Per quanto fosse buio, rimasi a fissare quella distesa immensa ed infinita di nero, con quell'odore di sale che mi impregnò le narici. E poi rimasi ancora più turbata dalla grandezza delle barche. 

"Prima volta?" chiese Titus ammirando la mia espressione ebete. Io annuii, tenendo la bocca mezza aperta involontariamente.

"Non ho mai visto un lago così grande."

"Non è un lago, è il mare." 

"Che cos'è?" domandai confusa.

"E' semplice acqua salata che circonda continenti e isole," mi spiegò, ma vedendomi ulteriormente spaesata aggiunse: "Styria è completamente circondata dall'acqua e noi," disse indicando una delle tante barche, "prederemo quella nave per andarcene via."

"Dove?" domandai con un po' panico.

"A Tianama," sorrise.

"No, io non me ne vado," dissi piano. Non posso, come farà a trovarmi! Indietreggiai senza neanche accorgermene. Iniziai ad ansimare per l'ansia, il panico stava per prendere il sopravvento. 

"Per favore, non voglio dare inizio ad atti violenti," disse avanzando. Era davvero accigliato, sapevo che non voleva farmi del male, ma più si avvicinava più sentivo che la mia vita sarebbe finita. Quando mi voltai pronta a correre via, non feci neanche in tempo a fare due passi che una mano possente mi prese la spalla, mi spinse indietro e caddi a terra. Sentii un forte colpo sullo stomaco, un dolore così forte e allucinante che mi sentii svenire. "Piano!" gridò Titus. "La  vuoi morta?!" Da terra vidi Titus raggiungerci e spintonare quel tipo enorme e muscolo che non si mosse nemmeno di un millimetro. Non riuscivo a muovermi, ebbi paura di avere qualche costola rotta. Titus si piegò verso di me, mi scrutò il viso e disse: "Scusa tesoro, è per sicurezza." Mi posò sul viso un fazzoletto dall'odore forte e strano. Mi sentii lentamente scivolare via. Stavo perdendo coscienza. Il dolore scomparse, persi sensibilità, finché poi non riuscii neanche più a pensare.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Vampiri / Vai alla pagina dell'autore: PrimbloodyBlack