Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: BellaLuna    13/04/2021    8 recensioni
|Seconda Classificata al Contest "Storie Alfabetiche" indetto da Lady.Palma sul forum di EFP.|
Viserys Targaryen lascia Roccia del Drago con solo una corona dorata e una sorella. Del suo regno ormai, ciò che gli resta è solo il ricordo e il nome che porta.
[Questa storia partecipa alla Challenge "Solo i fiori sanno" indetta da Pampa313 sul forum di EFP.]
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Daenerys Targaryen, Viserys Targaryen
Note: Kidfic, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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I used to rule the world
 




Aveva avuto tutto, un tempo, Viserys: castelli in cui giocare, eserciti pronti a combattere per lui, schiere di servitori pronti a servirlo – e aveva avuto una famiglia, una volta, un fratello che ammirava e una madre che lo amava.
Bandito dal suo stesso regno, ora non gli resta più niente – ha solo una corona dorata e una sorellina piagnucolosa che non ha idea di quanto sia importante il nome che porta.
“Ci penserò io a fare di lei una principessa Targaryen” ha promesso a sua madre poco prima di dirle addio, e perciò quando Ser Willem Derry prova a strappargliela via dalle braccia, Viserys mostra le zanne da figlio del drago quale è.
«Daenerys è mia sorella,» gli urla contro adirato, «la Regina l’ha affidata a me e quindi la tengo io, capito!?»
È ancora piccola, fragile e stupida, Dany, ma è l’unica famiglia che gli resta e ha bisogno che lui le insegni cosa significhi essere un drago, – e se non lo farà lui, allora chi?
“Forse vedi un altro Targaryen in giro, Ser Willem?” vorrebbe chiedergli, sputandogli addosso un po' di quel veleno che sente bruciargli la lingua.
Gli risponde scrollando il capo, il vecchio Ser, i suoi occhi sono tristi e sconfitti come la terra che si sono appena lasciati alle spalle, e Viserys non lo sopporta, Viserys vorrebbe essere abbastanza grande e forte da minacciarlo con una spada e ordinargli di smetterla di guardarlo come se fosse solo un bambino stupido e non il suo Re.
“Ho solo il mio nome e il mio orgoglio adesso, Ser” pensa, anche se non è abbastanza coraggioso da riuscire a dirglielo, perché preferisce ancora illudersi che non sia così, che nulla sia cambiato.
“Io sono il figlio del drago e non ho paura di niente” continua a ripetersi, instancabilmente, dal giorno in cui sua madre lo ha condotto via dalla Capitale per rivelargli che suo fratello è caduto e che il trono di spade adesso reclama il suo nome.
“Li ucciderò io per te, fratello, tutti i traditori che hanno osato fare del male alla nostra famiglia.”
Molte notti ha sognato la sua vendetta, Viserys, la sua gente che lo riaccoglie a casa adorante, i traditori dati in pasto alle fiamme, carne di cervo, lupo e leone servite al suo banchetto.
Nei suoi sogni più belli però, (i sogni che fa solo quando Dany gli dorme accanto), la corona d’oro che indossa gli si scioglie sul capo, gli cola addosso come lava incandescente, entrandogli dentro la carne e cementandosi nelle sue ossa, fino a trasformalo in un drago dalle ali d’avorio che si libra libero nel cielo e non prova più dolore.
Ogni giorno osserva l’orizzonte, Viserys, dalla casa in cui Ser Willem li ha condotti, e ripensa a tutto ciò che ha perduto e a tutto ciò che un giorno sarà chiamato a riconquistare – con il fuoco e con il sangue, perché solo così l’onta della sconfitta potrà essere lavata via dal suo nome.
 «Prestami attenzione, Dany,» ordina alla sorella, che ha da poco iniziato a camminare e lo osserva con i grandi occhi color lavanda, «tu ancora non riesci a capirlo, perché sei una bambina stupida, ma in te scorre il sangue del drago! Quindi, ti ordino di fare la brava, perché così si comporta una principessa, chiaro?»
«Ruaagoo!» ripete Dany, e gli si tuffa fra le braccia, gli lascia baci umidi sulle guance e ride, all’ombra dell’albero di limone in cui sono seduti, e Viserys l’afferra prima che cada, stringendola forte e ridendo a sua volta, anche se quando ritorna a guardarla negli occhi si costringe a mostrarle un’espressione scocciata. «Sei proprio un disastro, Dany, non so proprio cosa devo fare con te!»
Tutto in Daenerys, in realtà, gli ricorda della bellezza dolce di sua madre, e per questo certe volte amarla è difficile, certe volte Viserys pensa a cose cattive che insieme alla rabbia, all’umiliazione e al dolore gli tolgono la lucidità spingendolo a picchiarla, a urlarle contro che è solo colpa sua se la Regina è morta, se Rhaegar è morto e se adesso loro sono lì, principi di niente.
Un giorno, una Dany di pochi anni si ribella, gli tira i capelli e gli dice: «Non so di che parli!» e Viserys la odia un po' di più anche per questo, la odia un po' di più perché una corona e dei racconti sono tutto ciò che la legano a persone che invece un tempo lui ha amato e poi perduto.
Vuole solo ritornare a casa, Viserys, vuole solo che il nome della sua famiglia non venga dimenticato, vuole solo punire chi gli ha fatto del male – vuole solo sentirsi nuovamente se stesso e non l’ombra pallida di un serpente che non può far altro che strisciare nel buio.
«Zitta,» la sgrida, sentendo il drago in lui che minaccia di risvegliarsi, «come osi rispondere così al tuo Re?» e Daenerys è tutto quello che gli resta, e se neanche lei riesce ad amarlo, allora chi lo farà più?
 




 
FINE
  
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