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Autore: Lodd Fantasy Factory    13/04/2021    1 recensioni
Non ho tempo per le introduzioni. Devo raccontare questa storia, e voglio farlo il prima possibile. Prima che qualcosa mi possa fermare... prima che loro... sono dietro ogni angolo. Sono nella mia casa... cancelleranno tutto. Persino me...
Genere: Dark, Mistero, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash, Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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13 Aprile 2021,

 

 

Perché le trame dei libri ci incuriosiscono tanto? Chi si è mai posto questa domanda?

Ultimamente, leggendo di grandi gesta, di antichi amori, di grandi eroi, ho avuto l’impressione di starmi perdendo qualcosa. Gradualmente sono giunto alla conclusione che, in tutta quella meraviglia, così assorto nel flusso delle vicende dei personaggi, avevo finito col tralasciare delle parti di trama che avevano poi contribuito ad innescare in me una straordinaria sorpresa. Come, dopo che mi era stato detto tutto, nero su bianco, avevo potuto perdere un dettaglio simile?

Queste domande hanno trovato una chiara risposta. Ora, dopo questi ultimi ricordi, so cosa rende i libri tanto speciali. È la magia della scoperta. Dapprima c’è chi si approccia alla lettura con curiosità o diffidenza, e prima di potersene rendere conto le pagine sono volate verso metà del libro; subentra quindi l’interesse nel voler conoscere la conclusione della storia. È dunque questo a renderci dipendenti da una storia, perché per una volta tanto ci sarà concesso di mettere insieme tutti i pezzi, avere una chiara visione dei fatti.

È l’idea di poter dare un senso a tutto.

È ciò che sono riuscito a fare, riguardandomi nei miei stessi ricordi, lucidi come realtà. Ho potuto vedere qualcosa che mi era a lungo sfuggita, rendendomi schiavo delle mie stesse mancanze. Noi, come essere umani, viviamo le pagine della nostra vita senza soffermarci sui dettagli, perché è arduo farlo; se solo potessimo, tutto ci sarebbe chiaro sin dal principio. I nostri timori svanirebbero, oppure l’opposto, e saremmo costretti nella totale agonia dell’incombete futuro.

La nostra storia è un libro incompleto. Per questo prendere appunti può aiutarci a sbrogliare certi segreti, certi passaggi. Rileggendo le nostre gesta, infine, può esserci possibile correggerci. Quante male parole pensate, quanti timori infondati che contribuiscono a renderci instabili?

Ma ricordare giornalmente quello che abbiamo fatto può essere pericoloso: potremmo rimane disgustati dalla nostra stessa disumanità, alterigia o omertà. Rivelo un segreto: abbiamo tutti paura di conoscerci nel profondo.”

 

 

Oggi mi sono imbattuto in queste pagine.

La scrittura era deformata, come se la consueta calma di Philipp Lloyd fosse venuta meno, dando spazio ad un recondito terrore. Il cambiamento, questo penso: credo fosse cosciente del fatto che qualcosa stesse per abbattersi su di lui. È la stessa sensazione che abbiamo avvertito io e Anduin. Se solo avessimo dato ascolto alla ragione!

Siete qui per un altro motivo, lo so. Siete qui per conoscere l’atto finale di quell’episodio all’interno della Ziggurat. Vi lascio dunque alle parole del vero Philipp Lloyd.

 

 

La concezione del tempo, così come aveva accennato il Professore, segue un corso tutto suo per ciascuno di noi. Io, in quel suo incedere verso di me, ebbi l’occasione di esplorare ogni singolo momento di quella visita nella Ziggurat. Mi ritrovai con la mente a quando l’operaio aveva perduto la mano… […] sino a quei rumori che avevano condizionato le nostre ansie; nessuna possibilità di tornare indietro: qualcosa ci attendeva, era stato questo il nostro pensiero. Poi… […] forse anche consapevoli di star finendo nella trappola di Poegrim.

Avevo dovuto assistere impotente al sacrificio dei miei compagni. Ed è qui, come credo di aver annunciato nei miei racconti precedenti, che avrei potuto anticiparvi sin dall’inizio che questa non fu affatto una spedizione, bensì una processione sacrificale. Tutto era stato deciso sin dall’inizio.

Benché avessimo trovato mille motivi per andare via, scegliemmo comunque la morte.

 

Poegrim venne verso di me con passo teatrale, facendo roteare la pistola quasi fosse un Cowboy. ‘L’esistenza ha però un simbolo che trascende la vita, lo spazio, il tempo e la morte stessa… il senso ultimo dell’eternità, in un concetto così semplice e altresì complesso: l’anima.’

Quel che era stato il Professore si fermò davanti a me. Non avevo mai osservato l’interno della canna di una Colt S.A.A. da così vicino, praticamente dentro il mio occhio. ‘Un elemento raro. Mi ha condotto a lei, Philipp. È sempre stato la chiave di tutto.’

Chi sei tu?’ chiesi con un filo di voce.

Conoscere la realtà dei fatti cambia poi qualcosa per lei, Sig. Lloyd? È solo fiato sprecato.’

Armò il cane.

Sostiene di voler attingere alla mia anima. Essa, se ho ben capito, serba memoria del suo esperire la vita, lo spazio, il tempo e la morte in questo flusso dell’esistenza?’ la mia domanda riportò a galla quell’espressione brillante di conoscenza tipica del vero Poegrim; da qualche parte, nel profondo, lui era ancora dentro quell’essere. ‘Voglio sapere a chi o cosa sto donando me stesso. Credo di averne il diritto.’

Diritti è doveri non sono che concetti astratti, resi nient’altro che catene dorate messe ai polsi della vostra libertà dalla società del momento. Essi, come dovreste sapere, cambiano d’importanza in base al regnante, al caso, al momento storico. È un tale spreco, il suo ingegno. L’avrei risparmiata…’ argomentò con una certa passione; gli piaceva parlare, come se troppo a lungo gli fosse stato imposto il silenzio. ‘Chi o cosa sono? Niente, per ora. Sono perlopiù un’Ombra dell’Antico Màlk-ar-Sùm, un residuo di una discendenza primordiale. Ho saltato di corpo in corpo, sino a questo marcente cadavere ambulante. Egli si è concesso, pur di conoscere. Una mente sorprendente, devo confessarlo. L’Antico tornerà…’

Perché era sigillato? Chi lo ha sigillato? Casa accadrà al suo risveglio?’ cercai di guadagnare tempo, senza un motivo specifico. Sentivo crescere dentro di me il desiderio di essere parte di quell’entità, di entrare in comunione col suo volere; allo stesso tempo provavo un terrore immenso di morire.

A questo potrà assistere, Sig. Lloyd.’ lo disse con tono gentile, assurdo. Tirò poi il grilletto.”

 

Non intendo interrompere questo momento, e mi scuso per l’intrusione. Ma è fondamentale fare una riflessione su quanto è stato detto. Questo Màlk-ar-Sùm non mi è tornato nuovo, da quando io e Anduin abbiamo fatto quello strano sogno. La voce aveva nominato un certo Malsumis. Io ritengo possa trattarsi della medesima entità: le tradizioni non scritte finiscono per alterare irrimediabilmente i nomi, e le storie con esse. Non ho trovato niente a riguardo. Questa entità mi sta dunque cercando? Quell’essere imprigionato nella crisalide?

Posso affrontare qualcosa che ha parvenze umane… ma ciò che ha descritto Philipp Lloyd? Questa è follia…

 

Il tamburo ruotò senza innescare alcuna cartuccia. Tremai dal capo ai piedi. Avrei voluto sorridere, cantare vittoria. La pistola non era stata ricaricata, da quando Harry Collins era stato ucciso. Teoricamente non avrebbe dovuto esserci un proiettile in grado di perforarmi il cranio; tuttavia, al mio posto, chi sarebbe riuscito a ridere in faccia alla morte?

Poegrim armò il cane.

Premette il grilletto una seconda volta.

Un suono metallico, a vuoto.

Cacciai un urlo.

Il salice rispose.

Era tutto nei piani, Philipp. L’anima deve prima liberarsi del fardello del corpo. Se la uccidessi, l’anima fuggirebbe via. Lei…’ Poegrim non avrebbe mai terminato quella frase. Una donna lo assalì alle spalle, pugnalandolo ripetutamente al petto con una oblunga pietra nera dai riflessi rossi, dall’aria tagliente. Quando il Professore riuscì a scrollarsela di dosso, la ferita vomitò fuori fiotti scuri come la tenebra.

La donna si precipitò su di me. Temetti fosse la fine.

Invece, la vidi tranciare le radici che mi legavano all’alcova.

Notai il suo volto, e mi resi conto che non fosse la prima volta. Il viso spigoloso, rossiccio, ornato di lunghi capelli scuri, il naso aquilino, occhi così chiari da farla sembrare cieca, profondi tanto da illudermi del fatto che potessero vedere oltre la carne. L’avevo già vista il giorno dell’assemblea, l’unica che si era opposta alla mia decisione. Non era solo quello, mi ricordò qualcosa che sul momento mi sfuggì.

Per quanto libero, sapevo di essere paralizzato, fatta eccezione per la testa.

Devi andartene!” è tutto ciò che disse, infilandomi in bocca un confetto di erbe dal sapore amaro e nauseante.

Vidi l’essere all’interno della crisalide agitarsi, i suoi occhi ardere di desiderio, scosse le ali, ripetutamente, scagliando in nostra direzione quelle forme di vita invertebrate contenute al loro interno, quai fossero aculei velenosi. Le sentii gridare, anzi, guaire. In quello stesso momento Poegrim si rialzò, tamponandosi la ferita con una mano. I suoi occhi erano orbite vuote, pura oscurità, e vidi quegli esserini arrampicarsi sul suo corpo.

La donna, al cui collo pendevano amuleti d’ogni sorta, prese a recitare una litania in una lingua inequivocabile. La collegai solo in quel momento allo Sciamano Zhùt. Non ebbi più alcun dubbio sul fatto che dovesse essere sua figlia!

Riuscii ad alzarmi e a barcollare, protetto sempre dall’indiana che aveva iniziato a farmi da scudo, agitando uno dei tizzoni ardenti per tenere lontane quelle creature immonde; alcune, ustionate, si scomposero in un gas denso, scuro.

Poegrim, dalla cui ferita ora scaturiva una sorta di tentacolo, tentò un assalto, riuscendo a privare la donna del fuoco, il suono del polso che si spezzava mi fece accapponare la pelle. Lanciò un urlo tremendo, ma solo quando il Professore, dopo averla immobilizzata, affondò i denti sulla spalla, strappandole un lembo di pelle. Altre di quelle piccole bestie le assaltarono le gambe.

Lasciala!’ tuonai, agitando due fiaccole per fargli capire le mie intenzioni. Avevo mancato di salvare i miei compagni di spedizione, non avrei permesso che anche lei morisse. Avrei però dovuto comprendere perché il Professore avesse insistito nel volere lo Sciamano lì sotto. Egli era probabilmente l’unico in grado di fermarlo!

L’albero urlo, e parve un grido di terrore.

Mi riuscii di distrarre Poegrim abbastanza da permettere all’indiana di liberarsi dalla sua presa, recidergli il tentacolo e, con tutta la sua foga guerriera, avventarsi sulla gola dell’Ombra, sgozzandola. Un fiotto oscuro la investì.

Ero consapevole del fatto che non mi sarebbe stato semplice fuggire, senza luce. Avrei voluto bruciare quell’albero con tutto me stesso, ma sarei morto nel tentativo di tornare in superficie… non mi pento della mia scelta.

Voltai le spalle e, come mi era stato ordinato, me ne andai il più in fretta possibile. Ero io la chiave per il suo ritorno, dunque era mio dovere non cadere di nuovo nelle sue mani. Sentii le grida dell’indiana dietro di me, ma non mi voltai. Proseguii senza guardarmi indietro.

L’intera Ziggurat fremeva al mio passaggio, mandando bagliori furiosi dalle pareti. Quel verso mostruoso mi perseguitò per tutta la strada. Mi fermai una sola volta per spegnere una delle fiaccole, affinché potessi riutilizzarla più avanti, e proprio in quel breve istante mi sorprese la figlia di Zhùt. Aveva gravi ustioni da acido in tutto il corpo, tali da sfigurarla, un polso rotto e l’altro sanguinante. Provai l’istinto di colpirla, e mi costrinsi a frenare le mie stesse mani dal farlo.

Svelto! Il percorso è solo un’illusione…” mi disse, spingendomi in avanti, contro un muro: vi passammo attraverso, ritrovandoci nella stanza delle anfore. Ora apparivano ricolme di quel liquido scuro, lo stesso che aveva sofferto le fiamme; proprio da quelle anfore si compose dinanzi a noi una sagoma antropomorfa, priva di alcuna dettaglio. L’Uomo Ombra!

L’indiana mi impedì di arderlo vivo, e mi ricordai cosa era accaduto quando Harry Collins era sprofondato in quello stesso liquame. Si scagliò lei contro l’essere, brandendo ancora una volta la sua pietra come se fosse un pugnale. Approfittai dell’occasione per darmela a gambe levate.

Molte sono le domande che mi soggiungono ora, ma rovinerebbero questa parte finale.

La donna, riuscita non so come a liberarsi dell’ombra, mi fu subito dietro; il suo volto era una maschera di sangue, la sua mano consumata, sino a mostrare le ossa, senza dare alcun cenno di dolore!

Quando una fitta rete di radici ci sbarrò la strada proprio sull’uscio della Ziggurat, fu sempre lei ad avventarsi contro di esse, aprendomi la via. Al ritorno dell’Uomo Ombra, mi trovai costretto ad utilizzare le fiamme per tenerlo a bada.

No!’ protestò l’indiana, mentre la sagoma si scomponeva davanti a me in quel gas velenoso, ipnotico. Lo inalai senza rendermene conto. ‘Non avrebbe dovuto farlo, Philipp…’

Mi ritrovai come era accaduto nella stanza della fontana, spaesato, indolenzito.

Hehewuti non tornerà da suo padre Zhùt.’ mi disse la donna, spingendomi all’esterno della Ziggurat. ‘Sigillatemi, Sig. Lloyd. Potrò trattenerlo, sinché avrò fiato... Malsumis sarà ancora sulle vostre tracce. Io lo sarò, come sua estensione. Il Widjigò sarà allora ancora più potente. Scappi, Philipp.’ E nel dirmi ciò mi consegnò la pietra che aveva adoperato contro Poegrim.

Rammentavo come Andrej aveva chiuso quella porta la prima volta e, prima di sprofondare in una catalessi sconcertate, sigillai l’ingresso al tempio di Màlk-ar-Sùm, e Hehewuti sparì per sempre dalla mia vista, abbandonata ad una morte orribile nell’oscurità della Ziggurat.

 

Mi avrebbero ritrovato alcuni degli operai, in stato di semi incoscienza. Da quel momento in poi mi fu sempre più difficile ricordare quanto accaduto all’interno della Ziggurat. I ricordi iniziarono a sbiadire e, quando tornai da Zhùt, mi limitai a consegnargli quell’oggetto e chiedergli consiglio. Ora comprendo che quei dadi siano un dono. Io ho condannato sua figlia, e lui mi ha fatto un simile dono di speranza. Mi sento così vile.

Per tutto questo tempo ho creduto che ad inseguirmi fosse l’Uomo Ombra… è sempre stata lei, invece: Hehewuti.”

 

 

Qualcuno mi segue.

Non credo abbia a che fare con l’Uomo Ombra. O forse dovrei chiamarla la Donna Ombra?

A me è sempre parso un uomo, a dirla tutta.

Ma qualcuno mi sta seguendo.

Spero questa parte sia chiara, perché non ho la possibilità di correggerla.

Devo sbrigarmi.

 

 

Aggiornerò,

 

 

Philipp Lloyd.

   
 
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