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Autore: Shimba97    14/04/2021    1 recensioni
Quando era angelo, ormai millenni fa, Crowley avrebbe giurato sulla sua vita ultraterrena che il Paradiso era il posto per i giusti, i meritevoli, coloro capaci di amare incondizionatamente, senza provare rancore o rabbia, come i suoi superiori gli avevano insegnato.
Col tempo però aveva capito che dietro sorrisi appena accennati e gesti di apparente gentilezza si nascondeva tutt’altro.
Per questo non si meravigliò tanto per le gesta che avevano compiuto, quanto per la violenza in sé, contro il suo angelo.
Genere: Hurt/Comfort, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ricomincio da te


Quando era angelo, ormai millenni fa, Crowley avrebbe giurato sulla sua vita ultraterrena che il Paradiso era il posto per i giusti, i meritevoli, coloro capaci di amare incondizionatamente, senza provare rancore o rabbia, come i suoi superiori gli avevano insegnato.
Col tempo però aveva capito che dietro sorrisi appena accennati e gesti di apparente gentilezza si nascondeva tutt’altro.
Angeli ed Arcangeli accecati dal potere e dal controllo dei loro subordinati, i quali tremavano anche ad un solo sguardo, compreso lui, fin quando non era caduto per i dubbi che la sua mente curiosa aveva maturato.
Per questo non si meravigliò tanto per le gesta che avevano compiuto, quanto per la violenza in sé, contro il suo angelo.
E sapeva in cuor suo che i responsabili erano Saldophon e Gabriel, perché Michael non si sporcava mai le mani, mai.
Come le migliori famiglie malavitose, vi era un mandante, poi gli aguzzini ed infine la vittima, in questo caso Aziraphale.
Quando era piombato come al suo solito in libreria non aveva trovato il sorriso smagliante e gentile di Aziraphale ad accoglierlo, ma il silenzio più totale, allarmandolo subito.
L’Apocalisse era passata da qualche mese e nonostante le rispettive fazioni avevano rotto qualsiasi rapporto con loro tenevano alta l’attenzione.

Osservò il cartello “chiuso” attaccato alla porta, insolito per quell’orario, le quattro del pomeriggio.
Camminò ancora, verso il retro bottega, sicuro di trovare Aziraphale lì, ma non era assolutamente preparato a quello che avrebbe visto.
Gli si bloccò il sangue nelle vene quando lo trovò disteso sul letto, rannicchiato e tumefatto, con la camicia chiara intrisa di sangue.
«Aziraphale!» subito si inginocchiò accanto a lui, avvicinando la mano al suo viso, senza toccarlo «cosa ti hanno fatto…»
«Crowley…» gli uscì solo un rantolo «li ho trovati qui… erano così arrabbiati… non sono riuscito a difendermi e…»
«Shhh… va bene così, non ti affaticare» era terrorizzato, nel vero senso della parola. Era pieno di lividi ed aveva lo zigomo spaccato «adesso prendo dell’acqua e ti pulisco, va bene?»
Lo vide annuire e subito scattò per prendere una bacinella che riempì di acqua tiepida ed un panno pulito, tornando da lui. Lo fece cautamente mettere seduto e iniziò a ripulirlo, mettendo tutta la delicatezza che aveva in corpo «mi dispiace, mi dispiace così tanto… dovevo capirlo da quando non mi hai chiamato stamattina»
Le telefonate giornaliere erano diventate una particolare abitudine di entrambi da quando avevano rischiato la morte e quella mattina il telefono di Crowleyera rimasto silenzioso, ma Crowley aveva solo pensato che l’angelo era stato impegnato, che stupido.
Una volta ripulito il viso guardò la sua camicia «devo controllarti adesso. Te la senti di togliertela?»
L’angelo sembrò molto titubante, cercando di stringere il tessuto tra le sue dita «è-è meglio di no»
«Angelo, per favore, puoi fidarti di me» disse più dolce, guardandolo negli occhi «io non ti farei mai del male» ed era sincero. Era il suo migliore amico, la persona a cui teneva più di tutte.
Dopo ancora un attimo di esitazione Aziraphale sbottonò le asole della camicia, aiutato dal demone. Quando si scoprì il petto distolse lo sguardo «mi dispiace tu debba guardare»
Crowley era senza parole, non riusciva nemmeno a respirare. Il suo petto era pieno di tagli ed ematomi ed al centro spiccava una parola la cui lingua era indelebile nella sua mente: בּוֹגֵד, traditore.
«La pagheranno, dovessi rivoltare il Paradiso» sibilò, pieno di rabbia. Gli sarebbe rimasta la cicatrice ed il ricordo di quella violenza.
Sentì la mano dell’angelo stringere la sua «non ne vale la pena, Crowley, loro sono il passato.
Io adesso voglio vivere il presente, nonostante mi abbiano colto di sorpresa, la prossima volta non sarà così»
Oh, il suo angelo. Così forte nonostante fosse stato piegato, ma mai spezzato.
Gli accarezzò lento il viso, attento a sfiorare lo spacco dello zigomo «tutto questo guarirà»
«Lo so»
«Non ti faranno più del male, perché li farò cadere proprio come hanno fatto con me»
«Crowley, mio demone» poggiò la fronte sulla sua «non struggerti, il rancore è per i deboli, non per esseri come te».
Rancorosi erano stati gli angeli del Paradiso, ma lui non era come loro. Nonostante avesse le ali di diverso colore e l’anima dannata non era povero di cuore come loro «ti porto a casa, angelo»
«Voglio stare qui»
«Ma potresti stare più comodo»
«Non importa, preferisco questo piccolo letto» ammise «mi aiuti a ripulirmi?»
«Ma certo» riprese il panno, sbiancando la sua pelle livida, con tutto l’amore che possedeva, nel suo piccolo cuore.
Cuore che batteva da tanto tempo per Aziraphale, così tanto tempo che non ricordava nemmeno l’inizio di tutto, ma lo avrebbe protetto, da chiunque avesse osato fargli del male.

«Sono arrivato tardi» disse, una volta messa da parte la bacinella ed averlo fatto rivestire con degli abiti puliti.
«Sei qui adesso, è quello che conta» Aziraphale si sfiorò le bende che stringevano le ferite, alzando poi lo sguardo verso di lui «Gabriel verrà punito»
«E spero anche quell’inetto di Saldophon, che brucino all’inferno»
«Sai che questo non accadrà, Crowley» sospirò.
«Dio preferisce voltarsi dall’altro lato, invece di ammettere il suo cattivo gusto nel scegliere i suoi intermediari»
«Se tutto fa parte del suo Piano lo accetto, ma anche se non posseggo più la spada infuocata la prossima volta dovrò attaccarli»
«Ed io sarò con te» strinse istintivamente la sua mano, lasciandola subito dopo come scottato, arrossendo.
Aziraphale sorrise appena, molto intenerito «perché l’hai lasciata?»
«Perché n-non è… ngk» borbottò qualcosa.
«Come caro?» lo incalzò lui.
«Perché non sapevo se avevo esagerato» sputò fuori, in un sussurro.
«Oh mio caro, carissimo Crowley» strinse di nuovo la sua mano, portandosela sul petto coperto, proprio dove vi era posta quella scritta ingiusta «adesso so cos’è giusto e no» si chinò, baciandogli il polso.
Crowley andò a fuoco, sgranando gli occhi «a-angelo…»
«Non voglio più impedire al mio cuore di essere felice, Crowley…» sussurrò sulla sua pelle «e non posso vivere con la paura che un giorno morirò per mano della mia ex famiglia. Voglio vivere il presente e posso farlo solo con te» tornò a guardarlo profondamente «questa cicatrice mi ricorderà sempre che ho fatto una scelta. La scelta di rimanere con te, per sempre» le sue labbra sorridevano, proprio come i suoi occhi «non è una sconfitta per me, ma per loro, perché ho trovato la mia felicità con un essere del tutto diverso da me, ma anche così simile»
Il labbro di Crowley tremò, spiazzato, col cuore che batteva forte nel petto, come se volesse uscire. Lui ricambiava i suoi sentimenti? Come era possibile? Era così puro, ingenuo e graziato rispetto a lui.
«Angelo…» che fine aveva fatto la sua voce? E cos’era quel lamento strozzato? Cercò di ricomporsi, ma la verità era che non voleva. Voleva mostrarsi vulnerabile a lui, nella sua interezza, per un essere del tutto diverso da lui, ma anche così simile.
Si avvicinò a lui, accarezzandogli i ricci di nuovo puliti e crespi «da quanto?»
«Tanto tempo, mio caro. Ma c’è voluto del tempo per capirlo realmente, prima che lo accettassi» poggiò il palmo della mano sul suo petto coperto dalla camicia nera «sono innamorato di te, demone malefico» vezzeggiò quell’ultima parola, facendo sorridere l’altro.
«Adesso non corro più per te?»
«Adesso sono io a correre verso di te»
Fu Aziraphale a baciarlo per primo, sentendolo subito ricambiare.
Nonostante tutti gli ostacoli che avrebbero dovuto affrontare erano insieme e questo nemmeno il più potente degli angeli o demoni poteva cambiarlo.
L’amore era più forte di tutto, gli avrebbe indicato la via per essere felici.


Amare non è guardarsi l’un l’altro, ma guardare insieme
nella stessa direzione.
(Antoine de Saint-Exupery)


Note dell'autrice:
Salve a tutti, ogni tanto rientro in questo fandom.
E' la prima volta che scrivo di H/C e spero vi sia piaciuta.
Alla prossima,
R.

   
 
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