Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: RedelNord    14/04/2021    0 recensioni
La storia riprende gli eventi accaduti in The North Remembers. Si svolge a partire dalla settima stagione della serie. I personaggi sono gli stessi. Ma la storia è destinata a cambiare.
Genere: Drammatico, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arya Stark, Jon Snow, Nuovo personaggio, Sansa Stark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quella mattina, Mik si svegliò presto. Fece colazione e non disse di no, ad una passeggiata per i cortili di Grande Inverno.
 
Tutto quello prima della partenza, che avvenne comunque presto.
 
Arya lo attendeva già pronta a partire, con lei la scorta, e Nymeria, che sicuramente vedeva in lei e Mik, i suoi umani preferiti, e non voleva saperne di lasciarli andare da soli.
 
 
Sansa era lì con loro, per salutarli. I convenevoli non durarono tanto, poco dopo, la compagnia era già in viaggio, alla volta di Porto Bianco.
 
 
Il nord, era piuttosto monotono, e i viaggiatori se ne resero conto quei giorni, era come se tutti si stessero preparando alla tempesta imminente...
 
Nessuno parlò...
 
 
Fino all'arrivo al molo, dove una nave, li attendeva, pronta a portarli a Roccia del Drago, dove si sarebbero confrontati con la Regina dei Draghi...
 
 
 
 
“C'è qualcosa su di lei, che sai, che dovremmo sapere anche noi?” Chiese Mik, mentre rimaneva a fissare la nave, pensando a cosa li attendeva. Arya, era a fianco a lui, i due rimanevano fermi, mentre i soldati caricavano le provviste a bordo, e Nymeria, correva da un capo all'altro del ponte.
 
“Se ti raccontassi una storia spaventosa, ti farei desistere?” Lo punzecchiò la regina del nord, non degnandolo di uno sguardo.
 
Mik incassò il colpo, e sospirò, se avesse continuato a parlare ad Arya, le conversazioni sarebbero sempre state pungenti, se ne rendeva conto, ma non voleva restare passivo.
 
“No.”
 
“Mi hanno detto che è molto bella... Chissà magari te ne innamori, se mai dovesse ricambiare la avvertirò delle possibili conseguenze...”
 
 
Detto questo, la giovane Stark, si allontanò da lui, e prese posto sulla nave, pronta a partire.
 
Mik, scosse la testa con un ghigno, 'sarà un viaggio lungo'
 
Un tempo anonimo accompagnò la traversata della 'Lady Catelyn', una nave di costruzione recente, facilmente intuibile dal nome...
 
Arya passava parecchio tempo nella sua cabina, Mik invece restava sul ponte, si spostavano certo, ma facevano ben attenzione a non incrociarsi mai... Nymeria dal canto suo, per non fare torto a nessuno dei due, se ne stava da sola... Chissà se percepiva l'attrito che c'era tra i suoi amici, probabile, magari, ne stava anche soffrendo parecchio.
 
 
 
Qualche giorno dopo, la mattina, Mik se ne stava appoggiato al parapetto della nave, se ne stava lì a pensare, ma a tratti, alternava quei pensieri a buffe immagini, di creature mitologiche che lottavano nel mare, immaginava delle navi di intrepidi guerrieri dare loro la caccia, lui era con loro, erano insieme lui e Robb, c'erano anche Harry, Ross, e Jon, tutti sulla stessa nave, mentre davano battaglia al mitico Kraken, immaginare quelle avventure, lo distraeva, seppure per poco...
 
“Direi che non è andata come speravi...” Mik si voltò...
 
“Ancora tu!” Disse, riconoscendo lui... Ramsay Bolton, appoggiato ad un barile lì vicino.
 
“Mik, vecchio mio, per quello che stai facendo, meriteresti non solo di governare sul nord, ma su tutto il mondo conosciuto...”
 
“Non parlarmi, come se fossimo amici, non lo siamo...” “Dev'essere l'aria del mare, sì, la nausea... Forse quel rum di ieri sera, lo sapevo che non c'era da fidarsi.” Mik non si rendeva conto che diceva questo ad alta voce, mentre cercava di spiegarsi come mai, l'ormai defunto lord di Forte Terrore continuasse a perseguitarlo...
 
Ramsay, rimase dov'era, ghignante a braccia conserte... “che ti piaccia o no, Mikarion, io seppur morto, sarò sempre una parte di te... D'altronde... Ho visto più io tuo figlio, che non tu...” A questa affermazione seguì una risata beffarda, Mik non reagì, abbassò il capo e lo scosse, come per liberarsi da quella visione.
 
“Come sei devastato Mik...” Ramsay lo affiancò, e si mise anche lui a guardare l'orizzonte: “Sei solo, senza una famiglia, senza una casa... In viaggio, per incontrare qualcuno che non conosci nemmeno, insieme a qualcuno che non conosci più... E pure il lupo ti ha abbandonato... Ti aspetta un futuro di guerre, di pericolo, di morte...”
 
“In casi del genere, è meglio essere morto...” Bolton rise ancora, ma la cosa peggiore era che Mik, lo sapeva, Ramsay non era altro che una proiezione della sua mente, quelle cose, se le stava dicendo da solo, e in parte... In gran parte, ci credeva...
 
 
“Non so neanche più per cosa combatto... Sai, credevo di saperlo ma... Non so se posso ancora andare avanti, sono molto stanco...”
 
Era quasi buffo come, Mik, avesse l'aria sempre più afflitta, mentre il bastardo, era sollevato, e sempre sorridente...
 
“Se posso darti un coltello per la giungla dei tuoi pensieri... Evita qualsiasi tipo di scelta... Lascia che se ne occupi qualcun altro...”
 
 
“Tanto che combatta o no, i morti mi ucciderebbero comunque.” Tagliò corto Mik, che cercava un pretesto per non proseguire su quella strada anche se, in cuor suo, aveva una risposta anche a questo, risposta che fu palesata da lord Bolton di lì a poco.
 
“Non se sei dall'altra parte del mondo compare... Ti ricordi cosa ti ha insegnato Jon su di loro? Li uccide il fuoco... L'acciaio di Valyria, come la tua spada, che fortuna eh!? Non sanno nuotare...”
 
“Dall'altra parte del mondo ad Essos, sei libero da qualsiasi cosa...” Semplice e lineare, la scappatoia, ciò che parte della mente del ragazzo, stava considerando come un'alternativa più che valida.
 
 
“Non posso abbandonare tutto, Jon conta di su di me, anche la gente del nord...” “Vuoi dire gli stessi bastardi a cui tu hai restituito le terre, e che ti hanno additato come traditore codardo?”  Ramsay inarcò un sopracciglio, come per evidenziare quanto poco valesse la pena quella gentaglia...
 
“Eh va bene, però Sansa... Arya...” Detto quel nome, Mik si bloccò... Lei era lì... Con lui, era possibile che tra non molto sarebbero morti entrambi e gli ultimi ricordi che lui avrebbe avuto di lei, sarebbero stati solo di rancore, stupido rancore, che sarebbe impallidito di fronte alla tragicità della morte...
 
 
“Già, a questo proposito, che pensi di fare con lei...?” Ramsay, aveva deviato, riteneva che ora fosse quello l'argomento da affrontare. “Cosa pensi che faccia? Non mi vuole vedere è chiaro...” “O magari, si aspetta che tu vada da lei, e le dica qualcosa...”
 
Mik aveva un'aria affranta, e sotto sotto, non aveva nemmeno voglia di parlare con Arya, sapeva che si sarebbe finiti per litigare, e litigare, comporta sprecare energie, energie che il giovane Karstark, voleva conservare per la regina dei draghi.
 
“Eh cosa dovrei dirle?” “Che ne so, magari: scusa se ti ho abbandonata così senza il minimo preavviso? Potrebbe essere un inizio...”
 
“Be, se vuole che chiariamo le cose, perché non viene a dirmelo in faccia?” Mik, stava tirando fuori quel ben noto, ma a volte ben celato, orgoglio...
 
“Non dirai sul serio!? Sei tu che ne sei andato! Dico io, dev'essere lei a chiederti scusa!?”
 
“Non l'ho abbandonata, le ho lasciato una lettera in cui le spiegavo tutto!”
 
“Già, anche peggio, così non solo si è arrabbiata perché te ne sei andato, ma ha pure pensato che non avessi il coraggio di andarglielo a dire in faccia... Forse codardo ti si addice come appellativo...”
 
 
La cosa peggiore era che Mik, non poteva più ribattere, ogni cosa che aveva detto il bastardo era vera...
 
E se avesse continuato così, non avrebbe più rivolto la parola ad Arya, avrebbero fatto in tempo a morire entrambi...
 
“Be, non mi va di fare tutto da me... Vuole che parliamo!? Che venga lei!”
 
Il giovane Karstark sputò fuori gli ultimi residui di orgoglio...
 
“Vallo a dire a lei...” Disse Ramsay prima di voltarsi, facendo un cenno con la testa, indicando dietro a Mik.
 
Lui si girò, vide Nymeria correre verso di lui. “Ehi, ciao bellissima... Cosa c'è?” Il ragazzo accarezzò la testa della femmina di meta lupo, poi si voltò... Ramsay era sparito, “allora cosa c'è...”
 
Nymeria si fece seguire da Mik, il ragazzo non pensava a dove stavano andando, aveva altro per la testa in quel momento. Fu allora che raggiunsero una cabina...
 
Mik si fermò sulla soglia... Arya era sdraiata sulla branda, vestita, con gli occhi aperti, Nymeria uscì subito, e fu allora che il giovane Karstark capì...
 
“Cosa ci fai qui?” Lo accolse fredda la regina del nord, che rimaneva nella sua posizione sdraiata.
 
Seguì un lungo silenzio, l'unico rumore era quello delle onde... E i pensieri vorticosi dei due in quella piccola cabina.
 
“Vorresti che parlassi con te?” Incominciò lui, tentennante, quasi in cerca di conferme. “Vorrei che mi lasciassi riposare, adesso come adesso...” Tagliò corto Arya, prima di girarsi su un fianco dando le spalle a Mik, che annuì e fece per uscire...
 
Poi all'improvviso si bloccò: sentì una voce dentro di lui, una voce che gridava, e non la voleva mettere a tacere, o chissà quando sarebbe risaltata fuori.
 
“Chiedo scusa a vostra altezza, ma riterrei corretto, che se volesse dirmi che mi odia, sarebbe meglio farlo e basta!” L'orgoglio tornò poderoso, e Arya, si alzò dalla branda, pronta a rispondere.
 
“Se le cose tra noi sono cambiate te la prendi con me!?” I toni si stavano facendo accesi, e Arya era ufficialmente scesa in campo, pronta per lo scontro.
 
“Be, di sicuro il tuo comportamento da bambina non aiuta di certo...” I due si avvicinarono l'uno all'altra...
 
“Oh, adesso è colpa del mio comportamento, ti sei chiesto perché mi comporto così, lord 'non voglio responsabilità'?” Quell'appellativo fu accompagnato da una mimica eloquente di canzonatura da parte della regina.
 
 
“Io cercavo solo di fare quanto era meglio!”
 
“No, tu volevi solo trovare una scappatoia!”
 
“Ma che diavolo avete voi Stark che non va!? Che diavolo altro avrei dovuto fare!? Chi sono io il vostro soldato della guardia reale!?”
 
“Sei andato da Jon... Da lui potevi andare vero!?”
 
“Jon aveva bisogno di me!”
 
“Anch'io!”
 
 
Da lì, le grida si spensero... Sul volto di Arya si disegnò lo sconforto più totale, mentre su quello di Mik, stava crescendo un senso di colpa sempre più grande...
 
Arya si allontanò da lui, e si diresse verso una delle due piccole finestrelle alla parete dietro la testiera del letto.
 
“Dopo la riconquista... Dopo Ramsay... Io ero spaesata, non mi trovavo in una situazione sociale simile da anni, anni in cui, non ero niente più che una ragazzina... Hai una vaga idea di cosa significhi guidare un regno?
 
Io speravo che tu saresti rimasto... Che mi avresti aiutata... Invece te ne sei andato, credendo di fare il mio meglio... Ma me lo hai mai chiesto cosa secondo me, fosse il mio meglio!?”
 
Ci fu una pausa piuttosto lunga, Mik ebbe modo di pensare, il suo orgoglio stava impallidendo davanti a tutto quello...
 
 
“Per giorni interi, sono rimasta a fissare l'orizzonte... Verso nord, aspettando di vederti... Ma tu non sei mai tornato... E quando ti ho visto, nella sala grande qualche mattina fa...” La regina fu interrotta da un singhiozzo... Piangeva? Per far piangere una come lei, bisogna davvero scatenare emozioni non insignificanti...
 
“Arya... Io...”
 
Il giovane Karstark fu interrotto, da un grido: “Terra!”
 
Entrambi colsero l'occasione per interrompere quel confronto, prima tanto evitato, ora fermarlo faceva male ad entrambi...
 
 
Raggiunsero il ponte, e si sporsero dal parapetto: Roccia del Drago si estendeva davanti a loro...
 
Immensa, imponente, incuteva soggezione, ma d'altronde, coloro che la progettarono la pensarono apposta così... La dimora dei signori dei Draghi doveva spaventare già da fuori, dalle mura, dalle torri.
 
 
Ad un certo punto, un rumore assordante... Un verso terrificante ed affascinante allo stesso tempo... Un Drago! Sorvolò la nave, e poi un altro... E un altro ancora!
 
Il panico si impossessò dei marinai per qualche istante, ma poi, fu sostituito da un reciproco senso di ammirazione...
 
Nymeria iniziò a latrare rumorosamente, i tre draghi sparirono tra le nuvole, verso le alte torri della roccaforte dei Targaryen.
 
“Se vuoi ritirarti sei ancora in tempo...” Sussurrò Arya, a Mik, sporgendosi verso di lui lateralmente, lui non rispose, stanco di quella guerra fredda...
 
Ad accogliere l'arrivo della 'Lady Catelyn' v'era un drappello di guerrieri Dothraki, una giovane donna dai tratti somatici tipici di luoghi bagnati tanto dal sole quanto dall'acqua, e un nano in abiti ordinati, e spilla da Primo Cavaliere.
 
I nuovi arrivati raggiunsero la spiaggia su delle barche, il piccolo tragitto fu rapido, e in poco tempo, sbarcarono.
 
“I miei ossequi alla regina del nord.” Salutò il nano chinando il capo rivolto verso Arya. Lei ricambiò il gesto: “Tyrion Lannister dunque...”
 
“Sì, ma non credo di conoscere la tua guardia personale...” Disse Tyrion, protendendo la mano verso Mik, che si fece avanti solo quando fu certo che il nano stesse parlando con lui.
 
“Sono Mikarion Karstark.” Mik avrebbe voluto specificare che non era la guardia personale di Arya, ma poi pensò che gli avrebbero chiesto cos'era per lei, e dato che non sapeva affatto cosa rispondere, si fece bastare, guardia personale.
 
 
Il Primo Cavaliere, si voltò verso la giovane donna: “lei è Missandei, consigliera della regina.” La ragazza chinò il capo, “benvenuti a Roccia del Drago, sua maestà apprezza il vostro sforzo, per esservi presentati qui... Ora, se non vi dispiace, consegnate le vostre armi...”
 
Vi fu qualche secondo di esitazione, “e se ci dispiacesse?” Azzardò Mik, che già era uscito da quel sottile velo di cortesia che sperava di mantenere.
 
“Non ci si può presentare alla regina, armati.” Replicò Missandei, che aveva risposto rimanendo comunque composta, cosa non scontata dato che tutto il gruppo agli ordini di sua maestà Targaryen era rimasto piuttosto indispettito dalla domanda di Mik.
 
“Allora direi che non abbiamo altro da discutere.” Detto questo il giovane Karstark si voltò e si diresse verso le barche, ma fu fermato da Arya, che lo prese per un braccio.
 
“Mik, stai peggiorando la situazione” bisbigliò per non farsi sentire, “non possiamo fidarci, anche alle Torri Gemelle ci dissero di entrare senza armi, e non andò a finire bene.” Il giovane Karstark sembrava inamovibile, ma la regina del nord, non mollava la presa, in tutti i sensi.
 
“Ascoltami, se avessero voluto ucciderci lo avrebbero già fatto, non credi? Assecondiamoli, o vuoi mandare all'aria tutto?” La regina del nord, era sicura di se, e la sua precisazione trovò un riscontro positivo nel giovane Karstark, che tornò di fronte ai padroni di casa.
 
“Molto bene.” Concluse, sganciandosi la cinghia, che teneva Lungo Artiglio legata alla sua schiena di traverso, “ così va meglio.” Aggiunse Tyrion con un sorriso.
 
Il gruppo, iniziò la marcia verso il castello.
 
L'attenzione di Mik, fu catturata tutto il tempo, dai guerrieri Dothraki, i loro abiti, il loro portamento, le loro armi, incutevano non poca insicurezza. I Draghi, i selvaggi, niente armi, il ragazzo mise tutte queste cose insieme per formulare qualche deduzione: la regina è una donna potente, e anche esibizionista, è conscia del suo potere, e le piace mostrarlo... E la consigliera? I suoi tratti somatici suggeriscono che sia natia di qualche luogo nel sud est, da quello che so, in quei luoghi lo schiavismo è pratica comune, e non molta gente ha la possibilità di diventare consigliere di un sovrano.
 
Probabilmente le due hanno un rapporto intimo, creatosi dopo...
 
La liberazione... Missandei, è una donna, proveniente da un'isola in cui lo schiavismo regna sovrano, essendo una donna, ha molte meno probabilità di aver ottenuto i privilegi seppur scarsi che può avere un uomo schiavo, quindi era una schiava, il fatto che sia consigliera, è perché si trova in molto buoni rapporti con la regina, il che suggerisce, che Daenerys Targaryen sia una persona empatica... Inoltre il fatto che ancora se ne sta a Roccia del Drago, e non sia andata a bruciare la capitale, è un chiaro segno, che è migliore degli altri... Quindi magari, un dialogo sarà possibile...
 
 
“Come sta Sansa?” Tyrion ruppe, le deduzioni silenziose di Mik, rivolgendosi ad Arya, che non rispose, “immagino di mancarle da morire.” Aggiunse sempre il folletto, con una punta di ironia, comunque non troppo difficile da cogliere.
 
Arya gli rivolse uno sguardo incerto, ma ancora non rispose. “Il matrimonio era finto, e mai consumato comunque.” “Non ricordo di avertelo chiesto...”
 
“Era giusto che lo sapessi...”
 
“Mi perdonerete lord Karstark, ma non ho la minima idea di chi siate...” Questa affermazione, di Tyrion, colse alla sprovvista Mikarion, che si figurava in che modo, la regina dei draghi li avrebbe accolti.
 
“Non sono un lord...” Tagliò corto, sperando che finisse lì, “ah no? E allora cosa sei?”
 
Quella domanda rimbombò nella testa di Mik, come il suono di un tamburo, lui rimase in silenzio per alcuni istanti, poi quando vide che il folletto lo fissava, rispose: “Sono qualcuno di non cui non credo possiate fare a meno...”
 
 
Il gruppo raggiunse la Roccaforte poco tempo dopo, i soldati della scorta furono sistemati nel castello, solo Arya e Mik, furono ammessi alla presenza della regina dei draghi.
 
 
La sala del trono era tetra, la luce del sole filtrava dalle grandi finestre introducendo un timido pallore, quattro Dothraki stavano ai lati della sala, le scale che portavano al trono di pietra, erano divise in tre rampe, al termine di ciascuna si trovava una piattaforma, sulla prima stava Tyrion, sulla seconda, Missandei, intenta ad illustrare i titoli della giovane Targaryen.
 
Sulla terza, la regina in persona, che osservava con attenzione i nuovi arrivati, come se stesso prendendo loro le misure.
 
 
“...Distruttrice di catene...” L'ultimo degli innumerevoli titoli, seguì un lungo attimo di silenzio, prima che il giovane Karstark prendesse la parola: “lei è Arya Stark... La regina del nord.”
 
Le tetre pareti fredde della sala, sembravano ridere, a come quella scena si palesava, il semplice titolo di Arya, sembrava un'inezia di fronte alle glorie della regina dei draghi, ma Mik lo pronunciò con compostezza, come se non occorresse altro, per fare di Arya ciò che era.
 
 
“Grazie di essere venuta qui mia lady, hai fatto un buon viaggio?” Li accolse Daenerys con un lieve sorriso a bocca chiusa, “Perdonate l'intromissione maestà...” Intervenne Mik, prima ancora che Arya potesse aprire bocca, “ma Arya Stark, non è una lady, al nord... È una regina... È la regina.” Daenerys, corrugò la fronte, come se si stesse chiedendo, chi fosse quell'uomo che sembrava sfidarla.
 
“Perdonami...” “Karstark, Mikarion Karstark, vostra altezza.” Rispose lui, ora sempre più sicuro di se.
 
“Solo il tuo nome? Non possiedi alcun titolo?” Sebbene la regina dei draghi non si scomponesse molto, tutti potevano percepire la sua curiosità, in quel momento.
 
“Ne possiedo molti in realtà: per mia cugina e non solo, dovrei essere lord di Karhold...
Sono stato per molto tempo comandante delle armate della ribellione...
Amo definirmi, flagello dei Bolton...
Sole Bianco, mi chiamavano i miei soldati...
Vendetta del nord...
Re del nord, eroe... Codardo anche... Ma sua maestà può chiamarmi Mik.”
 
Il silenzio piombò nella sala, il sorriso di cortesia, era sparito sul volto di Daenerys, che però non mollò la presa: “bene Mik... Non ho ricevuto un'istruzione formale, ma mi sembra di aver letto, che l'ultimo sovrano del nord, sia stato Thorren Stark, che si sottomise ad Aegon Targaryen, per risparmiare la sua gente, è così nevvero?”
 
“Se, c'ero non lo ricordo maestà...” Rispose Mik, con un breve sorriso, che balenò per un attimo anche sulle labbra della regina dei draghi. “Ovvio che no, tuttavia, un giuramento rimane tale, e in obbligo perpetuo significa... Per sempre... Non è così lord Tyrion?”
 
“È così, maestà.”
 
Danerys tornò padrona della conversazione, e non mancò di darlo a vedere, con un sorriso più marcato.
 
“Quindi suppongo, lady Stark, che tu sia qui per rinnovarlo...”
 
Arya, attese un poco, spostando il peso da un piede all'altro, alternando lo sguardo, ora sulla giovane Targaryen, ora su Tyrion, ora per terra.
 
“Temo di no.” Rispose secca, con un mezzo sorriso, Mik rimaneva in attesa, la regina dei draghi, non sembrava troppo sconvolta, probabilmente si era aspettata una risposta del genere.
 
“Oh... Questo mi rattrista alquanto... Sei venuta qui, per rompere il tuo giuramento?”
 
“Credo che il giuramento tra le nostre casate si sia infranto quando tuo padre ha bruciato vivi mio nonno e mio zio, personalmente ritengo...” Arya fu interrotta, la regina dei draghi, non voleva perdere il controllo di quel confronto: “Mio padre... Era un uomo malvagio, in nome della casa Targaryen, ti chiedo perdono per i crimini commessi contro la tua famiglia, e ti chiedo di non giudicare una figlia per i peccati del padre.”
 
Arya ancora non rispose, e non ce n'era bisogno, dato che Daenerys non aveva ancora concluso: “le nostre famiglie sono state alleate per secoli, secoli in cui pace e prosperità regnavano sovrane, con un Targaryen sul Trono di Spade e uno Stark come protettore del nord. Io sono l'ultima del mio nome Arya Stark, onora il giuramento che i nostri avi stabilirono, e insieme noi salveremo questo paese da chi lo vuole distruggere.”
 
Erano belle parole, Mik lo riconosceva, sapeva anche di non dover dire niente ad Arya, loro erano spesso del medesimo avviso sulle questioni politiche, ma sarebbe intervenuto se fosse stato necessario.
 
“Non sei responsabile per i crimini di tuo padre hai ragione... Come io, non sono legata ai giuramenti dei miei antenati.” Il sorriso sul volto di Daenerys si spense di colpo, “perché sei venuta qui allora?”
 
“Perché mi serve il tuo aiuto, e a te serve il mio.” Queste parole, prepararono Mik, al suo intervento, mentre Tyrion e la regina si scambiarono un'occhiata dubbiosa.
 
“Hai visto i draghi qui fuori al tuo arrivo?”  “Difficile non notarli...” “E i guerrieri Dothraki?”  “Sì, ho visto anche loro...”
 
“Ognuno di loro è pronto a dare la vita per me, eppure tu sostieni che mi serva il tuo aiuto...”
 
Arya proseguì: “non certo per sconfiggere Cersei, se avessi voluto prendere Approdo del Re lo avresti già fatto, ma non lo farai, perché non vuoi uccidere migliaia di innocenti, lo capisco e lo condivido, quindi perlomeno... Almeno per adesso... Sembri essere migliore di Cersei.”
 
Sebbene Arya avesse appena elogiato la Non Bruciata, non sembrava averlo fatto con ammirazione, o devozione, sembrava piuttosto guardinga, anche solo per farle un mezzo complimento, ma probabilmente non era tale, si poteva definire meglio come una constatazione dell'ovvio.
 
 
“Questa non spiega perché mi serva il tuo aiuto.” Insistette la Distruttrice di Catene, che ormai aveva perso la docile espressione di poco prima, probabilmente messa in piedi solo per sfruttare i primi attimi del dialogo, per indurre i nuovi arrivati ad inginocchiarsi.
 
Arya guardò Mik, e lui capì.
 
“Maestà, posso assicurarti, che se tu avessi idea di cosa sta per arrivare non perderesti altro tempo.” Il tono di Mikarion era deciso, e lo era anche il suo sguardo, dritto negli occhi grigi di lei, e i suoi, persi in quelli di lui.
 
“Ti dispiacerebbe parlare più chiaramente... Mik.”
 
“Noi saremo tutti morti prima della fine dell'inverno se non battiamo il nemico a nord.” Continuò deciso Mik, ormai libero come un cavallo in fuga... Difficile da arrestare.
 
“Mi sembra di constatare, che siete voi quel nemico.”  “Non siamo noi il tuo nemico... I morti lo sono.” Arya osservò tutti nella sala, per mettere a confronto le reazioni di ciascuno dei presenti, a quanto aveva appena detto Mik.
 
 
“I morti?” Daenerys era incredula, come darle torto. “L'esercito dei morti, è in marcia, e credetemi, non si farà attendere ancora a lungo.”
 
“L'esercito dei morti?” Il Primo Cavaliere fece una faccia perplessa, intervenne Arya: “tu non mi conosci molto lord Tyrion, ma io mi fido di quest'uomo, mi reputi una pazza, o una bugiarda?”
 
“No, non penso questo.”
 
Mik riprese: “L'esercito dei morti è reale, io l'ho visto, li ho combattuti, fianco a fianco a Jon Snow, lui è fratello della regina, so a cosa andiamo incontro, e se superano la Barriera... Se invadono le nostre terre...” Mik si avvicinò alle scale, ma non fece molta strada, i Dothraki prepararono le armi, pronti ad ucciderlo se avesse fatto un altro passo.
 
“Non avremo scampo.” Concluse, tornando nella vecchia posizione.
 
Le pareti della sala attesero ancora, sapevano che il momento decisivo del confronto era arrivato.
 
Daenerys si alzò: “io sono nata a Roccia del Drago, non che me lo ricordi, fuggimmo prima che i sicari di Robert venissero a prenderci...” Iniziò ad avvicinarsi agli ambasciatori del nord, camminando con le mani in grembo, eretta e sicura di se.
 
“Ho passato la mia vita in terre straniere, molti uomini hanno cercato di uccidermi, troppi per ricordarli tutti, il destino non ha mancato di essermi avverso, e gli eventi hanno sempre fatto di tutto per mettermi alla prova. Sono stata venduta, come una giumenta, sono stata incatenata, tradita, stuprata e infangata...
 
E sapete cosa mi ha dato la forza di andare avanti in questi anni di esilio!?
 
La fede...
 
Non in qualche dio... Non in miti o leggende, in me stessa... In Daenerys Targaryen.
 
Il mondo non vendeva un drago da secoli, poi i miei figli sono nati... I Dothraki avevano paura dei mari, poi ne hanno solcato uno per me... Io sono nata per regnare sui sette regni... È il mio destino... E sarà così...”
 
 
Arya e Mik si guardarono, fu lui a parlare: “se non fermiamo il re della notte... Le sole cose su cui regnerai saranno: cenere, ossa e polvere...”
 
“La guerra contro mia sorella ha già avuto inizio, non puoi chiederci di fermare tutto solo per gettarsi a capofitto in qualcosa che non conosciamo nemmeno.” Tyrion si era avvicinato, forse aveva notato che la sua regina stava avendo delle difficoltà a gestire il confronto con gli ambasciatori, e si sentiva in dovere di appoggiarla.
 
“Voi non gli credete...” Arya parlò, “posso capirvi, anch'io stentavo a crederlo quando mi è stato detto per la prima volta, ma lo stesso destino che ha riportato qui Daenerys Targaryen, ha fatto di Mikarion Karstark l'uomo che ha restituito la libertà al nord, la sua vita è stata interamente dedicata a servire la casata a cui da sempre aveva giurato fedeltà.
 
Io non sarei a Grande Inverno se lui non mi avesse aiutata, anche quando la guerra sembrava perduta, lui non ha mai mollato, ha continuato a combattere per la sua gente, perché Mikarion Karstark è un figlio del nord, e io stessa avevo proposto lui come nuovo Re del Nord, e non per il suo nome, dato che è un Karstark.
 
Nessuno vorrebbe mai un Karstark come re del nord, ma alla fine della guerra con i Bolton, lui aveva l'appoggio di tutti, perché se l'era guadagnato combattendo fino all'ultimo per il suo popolo! Come dovrebbe fare ogni re!”
 
Mik, era incredulo, Arya aveva appena finito di elogiarlo, il ragazzo ormai aveva abituato le sue orecchie solo alla parola codardo, e traditore, e sentire Arya, che sulla nave, si era arrabbiata così tanto con lui, ora appoggiarlo, ringraziarlo, e dargli man forte contro l'insistenza e l'incredulità dei padroni di casa, lo faceva quasi commuovere.
 
“Se non uniamo le forze, presto saremo tutti morti... E non importa quale scheletro siederà su quel trono di ferro.”
 
“Se non importa, allora perché, non inchinarvi? Aiutate la regina a sconfiggere mia sorella, e insieme potremo proteggere il nord...” Tyrion tentò ancora una volta la mediazione, ma incontrò nuova resistenza: “Non c'è tempo per questo! Non c'è tempo per altre guerre, mentre stiamo qui a parlare...” Arya fu interrotta nuovamente da Tyrion, “basta un attimo per inchinarsi, metti le tue forze al suo servizio.”
 
Arya liberò il crescendo di rabbia che teneva dentro: “e perché dovrei farlo!?” Poi si rivolse a Daenerys: “le mie scuse altezza, ma io non ti conosco, e da quanto ho capito la tua pretesa al trono si basa esclusivamente sul nome di tuo padre, e mio padre ha combattuto per spodestare il re folle! I signori del nord, contano su di me, per proteggerli e guidarli, e io continuerò a farlo... Nel modo che riterrò più opportuno.”
 
 
Calò il silenzio, era evidente a tutti che Daenerys non si aspettasse una tale resistenza, e quei due abitanti del nord erano alquanto risoluti,  la Non Bruciata, non era diplomatica per natura, ecco perché il folletto, cionondimeno il trattamento che Daenerys avrebbe riservato ad Arya e Mik, sarebbe stato comunque migliore di quello che avrebbe potuto riservare ad altri, d'altronde in loro cercava alleati.
 
“È giusto... Come è giusto ricordarvi che siete alla presenza della legittima regina dei Sette Regni, e dichiarandoti sovrana dello stato più a nord del mio regno, Arya Stark... Sei apertamente una ribelle...” 
 
Nella sala seguì in intenso silenzio, una crescente attesa, una  tensione palpabile, tutto fu però interrotto da un rumore di passi.
 
Varys entrò nella sala, camminava svelto, raggiunse la regina e bisbigliò qualcosa al suo orecchio… Nessun’altro sentì.
 
Daenerys si ricompose, sembrava quasi che l’eunuco le avesse sussurrato di affrontare quella questione con maggiore calma, anche se Mik, non credeva a quella versione.
 
 
“Vogliate perdonarmi, sarete stanchi… Provvederò a farvi avere degli alloggi adeguati.” Detto questo, la regina dei draghi, si voltò e tornò a dirigersi verso il suo scranno.
 
Arya intervenne: “quindi siamo tuoi prigionieri?” Chiese con voce insistente, di chi non ha ancora perso la foga, e l’adrenalina del confronto.
 
Daenerys, si voltò…
 
“No, per il momento.”
 
 
 
 
  
 
Miei cari amici, lo so che sono in ritardo pauroso, ma ho avuto veramente parecchio da fare, comunque, meglio tardi che mai. Anche se non sempre… Ma in questo caso…
 
Buona primavera, per chi vola non c’è frontiera!  
 
   
 
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