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Autore: ChrisAndreini    14/04/2021    1 recensioni
Cinque coppie, cinque cliché, tropes letterari e delle fanfiction ovunque, e un narratore esterno e allo stesso tempo interno che sembra attirare a sé le più assurde coincidenze e situazioni da soap opera.
Un gruppo di amici si ritrova a passare l'anno più movimentato della loro vita guidati dai propositi, dall'amore, e da una matchmaker che non accetta un no come risposta.
Tra relazioni false, scommesse, amici che sono segretamente innamorati da anni, identità segrete e una dose di stalking che non incoraggio a ripetere, seguite le avventure della Corona Crew nella fittizia e decisamente irrealistica città di Harriswood.
Se cercate una storia piena di fluff, di amicizia, amore, e una sana dose di “personaggi che sembra abbiano due prosciutti negli occhi ma che alla fine riescono comunque a risolvere la situazione e ottenere il proprio lieto fine”, allora questa è la storia che fa per voi.
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Corona Crew'
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Stelle e sogni

 

Domenica 29 Settembre

-Ho indetto questa riunione di emergenza perché QUALCUNO deve dire QUALCOSA di molto importante al gruppo, e si è scordato di farlo durante le confessioni di martedì scorso!- quando Amabelle attaccò a parlare, nel  momento esatto in cui tutti i membri della Corona Crew si erano seduti al tavolo, prima ancora di ordinare, sembrava tornata la Amabelle esagitata precedente al suo compleanno.

E onestamente non la si poteva biasimare più di tanto, visto che effettivamente erano due mesi che Felix e Mirren stavano insieme e Amabelle aveva un po’ il diritto di esserne informata.

Non che fossero affari suoi, ma dopo tutto l’impegno che aveva messo nell’ottenere quel risultato, sarebbe stato giusto dirglielo anche solo per farle smettere di sprecare energie.

E, a pensarci bene, se glielo avessero detto subito, Amabelle probabilmente non avrebbe stalkerato Felix quando era uscito con Melany, e probabilmente tutto il casino successivo si sarebbe potuto evitare.

Ma dettagli.

-Amabelle, calma. Cosa è successo?- Norman era molto confuso, ed esternò le incertezze di tutti i membri della Crew.

-Dato che ora sono una brava ragazza che non rivela le informazioni altrui e non fa piani strani…- Amabelle esordì, facendo la santarellina.

-…questo mi sembra un piano strano- obiettò Mirren tra sé.

Amabelle lo fulminò con lo sguardo.

-Shush! Dato che sono maturata, non sarà io a dare l’informazione, ma ho preparato altruisticamente il palco in modo che siate voi a comunicarlo a tutti!- Amabelle indicò il tavolo con fare enfatico e occhi assatanati.

Petra avrebbe avuto il potere di fermarla, ma era ancora seccata per non essere stata informata della relazione, quindi la lasciò fare con malefico divertimento.

Mirren e Felix si lanciarono un’occhiata, poi Mirren sospirò e annuì leggermente con la testa, dando a Felix l’okay per rivelare la succosa informazione.

Non che avessero molte scelte al riguardo, ma era gentile da parte di Amabelle non aver esordito con un sonoro “Ascoltate, popolo di Harriswood! Felix e Mirren stanno insieme!!!” urlato da un megafono girovagando per la città.

-Il coniglio è fuori dal cappello… io e Mirren stiamo insieme- alla fine Felix fece la confessione, con semplicità e non trattenendo un ampio sorriso alla consapevolezza che finalmente, dopo due mesi di relazione e vent’anni di struggimento, erano alla luce del sole, insieme, e felici.

Ci furono parecchi secondi di silenzio, poi Clover scoppiò a ridere.

-Grandi, ragazzi! Usate la tecnica Clover e Diego per evitare che Amabelle continui ad accanirsi su di voi?- chiese, divertita, con un occhiolino in direzione dei ragazzi.

Amabelle si sentì particolarmente triggerata, e guardò i due ragazzi estremamente offesa.

-È una finta?! Perché se è una finta giuro che…!- iniziò a minacciare, con il dito per aria.

Felix si affrettò a negare vistosamente.

-No, stiamo davvero insieme, da due mesi. Ci siamo chiariti dopo il funerale di Fallon e siamo andati al nostro primo appuntamento il martedì successivo! L’abbiamo tenuto nascosto per vedere come andava- Felix si affrettò a spiegare, spaventato dalla veemenza dell’amica.

Mirren gli lanciò un’occhiata leggermente seccata, ma non commentò. Non era felice di condividere i dettagli della loro relazione, ma capiva le motivazioni di Felix.

-E come sta andando?- chiese Max, molto calmo.

-Alla grande!- rispose immediatamente Felix, per poi lanciare un’occhiata amorevole al ragazzo accanto a lui -Davvero alla grande- ripetè, prendendogli la mano senza alcuna esitazione.

Mirren ricambiò il sorriso.

Ora che la relazione era decisamente confermata, le reazioni al tavolo furono diversificate.

Clover era a bocca aperta, ancora poco convinta.

Amabelle e Petra soddisfatte e allo stesso tempo ancora oltraggiate per non esserne venute a conoscenza prima.

Denny accennò un -Sono felice per voi, ragazzi- con un sorrisino.

Max borbottò tra sé un -Almeno a voi sta andando bene, siete un esempio per tutti noi- che denotava da un lato felicità per loro, ma dall’altro anche parecchia invidia.

La reazione più inaspettata ed esagerata, però, venne da Norman.

Perché dopo aver analizzato qualche secondo la situazione, e aver avuto conferma dei dubbi che nutriva da quando era tornato, sbatté le mani sul tavolo, facendo sobbalzare tutti.

-AH! Lo sapevo! Cavolo, lo sapevo! È da quando sono tornato che dico che c’era qualcosa di strano tra voi! E mi prendevano tutti per pazzo. Ma avevo ragione! Avevo ragione!- esclamò con estremo entusiasmo.

Sembrò rendersi conto di essere andato un po’ fuori dagli schemi, e si sgranchì la voce, tornando più professionale.

-Cioè… congratulazioni, ragazzi- si complimentò, con un sorriso di cortesia.

Sia Felix che Mirren non trattennero una gran risata, Felix più del partner.

-In effetti eravamo molto poco discreti, e sono sorpreso che nessun altro se ne sia accorto- ammise il biondo, guadagnandosi un’occhiataccia di Amabelle, Petra e Clover.

-Guardate che vi comportavate sempre così prima che Amabelle iniziasse il suo proposito!- obiettò Clover, indignata per non averlo capito prima grazie alle sue brillanti abilità di lettura delle persone.

-Sempre appiccicati, a flirtare. Dai, sembrate sempre una coppia!- le diede man forte Amabelle, incrociando le braccia e facendo l’offesa.

-Beh, dai, ora sapete tutti la verità. Tutto bene ciò che finisce bene- Felix provò a cambiare argomento e sistemare la situazione.

Amabelle si risedette al posto.

-Però ora Clover mi ha messo la pulce nell’orecchio. Dovete dimostrare di stare insieme- era però ancora sul piede di guerra, e squadrò Mirren e Felix con attenzione.

-Non basta la nostra parola, il prenderci per mano e la spiegazione accorata?- chiese Felix, un po’ preoccupato.

-Conoscendo Amabelle, quelle sono prove circostanziali. Suppongo che voglia che vi baciate- rifletté Max, guardando la coppia con pietà.

Felix non avrebbe avuto alcun problema, ma Mirren si irrigidì, e lasciò inconsciamente la mano di Felix.

-Ames, stiamo insieme, ma alcune cose non cambiano, e Mirren è discreto. Ti prego, non insistere- Felix si rivolse principalmente all’amica, nonostante sapesse che tutti li potevano ascoltare, e se in un primo momento Amabelle fu in procinto di insistere con estrema veemenza, si interruppe presto, contò fino a dieci, lanciò un’occhiata a Norman e Petra, che scossero la testa, e finalmente si arrese, e sorrise ad entrambi.

-Va bene, mi fido di voi, non voglio mettervi troppo a disagio- alzò le mani e tornò rilassata.

Non aveva ancora intenzione di mollare, in realtà, ma sarebbe stata più discreta.

-Wow, sei cambiata davvero- osservò Mirren, incredulo, riprendendo la mano di Felix rassicurato.

-Sono maturata, cambiata e discreta!- insistette Amabelle, facendo la santarellina -Allora, cosa vogliamo ordinare?- chiese poi al tavolo, chiamando una nuova cameriera in prova. 

Era davvero pessima, a dire il vero, e sicuramente Roelke l’avrebbe licenziata non appena avesse trovato qualcuno di migliore, ma era meglio di niente.

-Scommetto tutto quello che vuoi che al nostro prossimo appuntamento ci seguirà- borbottò Felix all’orecchio di Mirren.

-Non è una scommessa equa, perché è ovvio che ci seguirà- gli diede man forte Mirren, seccato e allo stesso tempo suo malgrado divertito.

 

Martedì 1 Ottobre

Nonostante Felix avesse fatto del suo meglio per scegliere il luogo più strano e difficile da seguire per un appuntamento, ovviamente Amabelle e Petra li avevano stalkerati, ed erano a pochi metri dietro di loro.

E il fatto che persino Felix le avesse notate faceva intendere quanto isolato quel posto fosse.

Lui e Mirren, infatti, avevano organizzato un picnic serale e si erano messi a vedere le stelle nella montagna dove quest’ultimo li aveva portati poche settimane prima per baciarsi in santa pace.

Era da quel giorno che Felix si era iniziato ad organizzare per passare un’intera serata lì, e quella notte era davvero l’occasione perfetta per ricordare nonna Rea.

-E quindi quanto tempo sei in ferie?- chiese Felix a Mirren, che era intento a fissare il cielo con espressione afflitta.

Il giorno prima, suo padre gli aveva inviato un messaggio al telefono annunciandogli che era in ferie. Nessuna spiegazione, non si erano visti né parlati da quando Mirren aveva annunciato la sua relazione con Felix, e il ragazzo non sapeva proprio cosa fare e che sentimenti provare in quel momento, oltre all’inevitabile amarezza.

-Una settimana, ma è probabile che potrebbero essere in eterno- Mirren sospirò, rassegnato, e si portò una mano sul viso per evitare di mostrare gli occhi lucidi.

Felix però non se li perse, non si perdeva neanche il più piccolo movimento.

-Ehi, andrà tutto bene. Tuo padre non ti licenzierebbe mai per una cosa del genere. Sono sicuro che tra un po’ di tempo tutto si risolverà- provò ad essere ottimista, accarezzandogli dolcemente i capelli.

Mirren chiuse gli occhi e si concentrò su quel contatto.

-Vorrei avere il tuo ottimismo, Fel- sussurrò, usando un nomignolo che Felix non gli sentiva pronunciare dalle elementari.

Non riuscì a non arrossire, e si mise più comodo accanto a lui, per stargli il più vicino possibile.

-Non sono ottimista, sono realista. Tuo padre è un po’… debole al fascino delle donne, e forse leggermente non troppo eccessivamente aperto di mente…- il suo tentativo di tirare su il morale di Mirren provocò solo un grugnito depresso da parte del ragazzo.

-…MA è una brava persona, e ti vuole bene. Ha sempre messo la felicità tua e di Petra sopra qualsiasi altra cosa, e sono sicuro che si renderà conto di aver sbagliato tantissimo con questa questione e ti accoglierà a braccia aperte- cercò però di riprendersi ed essere il più incoraggiante possibile.

Mirren lasciò perdere l’osservazione delle stelle e si girò verso Felix, accennando un sorrisino.

-Vorrei davvero tanto avere il tuo ottimismo- disse nuovamente, avvicinandosi per dargli un dolce bacio sulle labbra.

Felix chiuse gli occhi preparandosi all’unione, ma dopo qualche secondo di speranza e labbra arricciate, li riaprì nuovamente, e notò che Mirren si era allontanato, e sospirava seccato.

Notò anche la chiara luce di una torcia del telefono… del flash di un telefono, alle loro spalle.

-Amabelle…- sussurrò come il signor Turner sussurra il nome “Dinkleberg”.

-Comunque, ehm… grazie per le parole di conforto- Mirren cercò di rimediare alla delusione provocata in Felix e tornò ad osservare le stelle.

-Uh… sì… certo… sempre- Felix cercò (senza alcun successo) di non mostrare la chiarissima delusione per il bacio mancato e fece altrettanto.

Rimasero qualche secondo in silenzio, intenti ad osservare il cielo, poi Mirren si sentì in dovere di dire qualcosa.

-Non è che io non voglia…- ci tenne a precisare, girandosi verso di lui.

Felix lo guardò innocentemente.

-Non guardarmi così, lo so che ci sei rimasto male, ma non sei tu…- Mirren si dimostrò ancora una volta come colui che conosceva meglio il migliore amico.

-…oh no! Mi vuoi lasciare! Quando il tuo ragazzo dice “Non sei tu sono io” non è mai un buon segno- scherzò Felix in tono fintamente drammatico.

Nonostante Mirren fosse depresso, non si trattenne dal ridere.

-Sei un idiota- lo insultò giocosamente, arruffandogli i capelli e provando con tutte le forze a restare impassibile.

-Oh, è l’ombra di un sorriso quella che vedo sul tuo volto? Sono riuscito nell’impossibile? Far sorridere il mio orsetto tsundere?- Felix iniziò a punzecchiarlo, Mirren scosse la testa.

-Ed io illuso che speravo di fare un discorso serio- sbuffò, spingendolo lontano da sé.

-Hai ragione, dai, continua…- Felix però si riavvicinò immediatamente, e lo incoraggiò a parlare, tornando serio.

-Sono un po’ teso, ultimamente. Tra Bonnie, mio padre, e anche la Corona Crew che ora sa della nostra relazione… non so bene come spiegarmi, ma ho tanti pensieri e preoccupazioni che non riesco ad ignorare- Mirren iniziò a confessarsi, torturandosi le dita.

Felix gli prese la mano, per mostrargli tutta la sua partecipazione.

-Allora non farlo. Non ignorarli… affrontali- lo incoraggiò, con determinazione.

-Non c’è molto che io possa fare al riguardo. Dipende dagli altri, e dal tempo- Mirren scossa la testa. Non era certo di riuscire a spiegarsi, ma Felix sembrò capire comunque. Lo abbracciò teneramente.

Era uno dei gesti più intimi che compieva da quando stavano insieme, e Mirren chiuse gli occhi apprezzandone ogni istante e concentrandosi sulle sue sensazioni.

-Sappi che per qualsiasi cosa, su di me puoi contare e potrai contare per sempre- gli promise, in tono parecchio convincente.

Il momento era perfetto per un dolce bacio sotto le stelle, così Felix gli si avvicinò per riprendere dove avevano interrotto, ma un nuovo piccolo ma evidente flash fece allontanare Mirren, che si separò dal ragazzo.

Felix avrebbe voluto poter dire che la nuova interruzione non gli aveva dato fastidio… ma la nuova interruzione gli aveva dato davvero tanto fastidio, perché sperava, in cuor suo, che una volta alla luce del sole sarebbe riuscito ad essere più aperto nelle espressioni di amore nei confronti di Mirren, invece lui sembrava essersi chiuso a riccio.

Ma non fece commenti, e si limitò ad allontanarsi, fare il muso (non perché volesse, ma perché non riusciva a trattenersi) e a tornare a guardare il cielo.

Alla fine capiva Mirren, dato che neanche lui era entusiasta di farsi stalkerare da Amabelle, ma alla fine non c’era niente di male a baciarsi appassionatamente, sebbene davanti a lei e Petra.

Per Mirren, al contrario, baciarsi appassionatamente davanti a sua sorella era forse la cosa più imbarazzante che gli potesse capitare in quel momento.

 

Per Petra il sentimento era reciproco, e ogni volta che aveva visto Amabelle prendere il telefono per scattare una foto ai due ragazzi in procinto di baciarsi, si era chiusa gli occhi e girata dall’altra parte con estremo disgusto.

-Suvvia, Tray! È una cosa naturale! Ed è solo un bacio, niente di più- Amabelle ridacchiò del suo imbarazzo e ritirò il telefono notando che i due amanti erano tornati fin troppo distanti l’uno dall’altro per essere in una relazione.

Anche se… considerando che un membro della relazione era Mirren, erano fin troppo vicini per essere solo amici.

Ma con Felix e Mirren non si poteva mai dire.

Quindi Amabelle era confusa e decisa ad avere prove che dimostrassero inconfutabilmente che Felix e Mirren erano più che amici! 

E quelle prove erano quantomeno un bacio!

Anche se… Amabelle e Petra erano la prova che un bacio poteva anche non essere sinonimo di relazione… ma dettagli!

-Ti prego, Amabelle, non voglio neanche rischiare di pensare a Mirren e Felix che fanno qualcosa di più che baciarsi e basta- Petra, ancora con occhi coperti nonostante fosse passato il pericolo, si lamentò a mezza voce.

…e pensò esattamente a quello che si era imposta di non pensare, e grugnì infastidita, scuotendo la testa per togliere quella disgustosa immagine.

Amabelle le fece pat pat sulla spalla, con un sorrisino malizioso. Anche lei aveva immaginato la stessa scena di Petra, ma la sua reazione al riguardo fu completamente diversa.

-Certo che sarebbe carino se stessero davvero insieme- commentò sospirando.

-Ames, Felix e Mirren STANNO insieme!- le fece notare Petra, che da quando aveva condiviso la notizia era stata costantemente messa in dubbio.

-Sì sì, lo dicono, ma mi sembra completamente impossibile! Qualcosa deve per forza essere andato storto, me lo sento!- Amabelle prese il binocolo e fissò i due ragazzi, che si si stavano imboccando a vicenda della torta avanzata dalla cena.

-Da quando sei così pessimista? Nei tuoi piani erano la coppia che si sarebbe messa insieme più in fretta. Avevi detto Marzo, giusto?- le fece notare Petra, arrischiandosi a togliere una mano da davanti al viso ma non guardando comunque in direzione della coppietta.

-Sì, lo so, ma… insomma, come si spiega il problema Melany?! Se stavano già insieme perché Felix è uscito con Melany?!- Amabelle continuò ad obiettare.

-Mirren mi ha spiegato che è stata Melany a contattare Felix e lui ha accettato solo perché lei voleva scusarsi- spiegò Petra, che aveva indagato un po’ con il fratello proprio per prepararsi a questo interrogatorio ed evitare che Amabelle lo facesse a lui.

-Si sono baciati!- insistette Amabelle, ancora fumante di rabbia per quello che era successo quel giorno.

-Tutta colpa di Melany. E poi l’hai visto anche tu quando Felix l’ha scansata violentemente- ricordò Petra.

Amabelle abbassò lo sguardo.

-Non ricordo molto quel giorno, ho cercato di rimuovere i ricordi dolorosi- Amabelle, probabilmente rendendosi conto che stava perdendo, cambiò argomento agitando la mano davanti a sé.

Petra scosse la testa, ma non insistette.

Anche lei cercava di non pensare molto al litigio che avevano avuto quel giorno, dato che era ancora in parte arrabbiata con lei.

Insomma, sapeva che stava migliorando, lo vedeva con i propri occhi, ed era ancora estremamente cotta di Amabelle, ma allo stesso tempo aveva un po’ paura che ritornasse quella di prima, esagerata ai limiti della pazzia. 

I suoi timori derivavano soprattutto dal fatto che, almeno con lei, Amabelle non aveva ancora trovato la causa scatenante della sua crisi, quindi non era certo che i problemi non si sarebbero ripresentati, prima o poi.

Al momento, però, escludendo quella serata, Amabelle sembrava davvero essersi calmata.

E senza neanche uso di psicofarmaci.

Si vede che questa è una storia di fantasia.

-Amabelle, posso farti una domanda?- Petra interruppe il silenzio che si era venuto a creare tra le due, mentre immerse nei propri pensieri, che per entrambe probabilmente riguardavano la famosa giornata del loro litigio.

Amabelle smise di guardare la coppia e lanciò a Petra un’occhiata allarmata, ma annuì.

-Certo, puoi chiedermi qualsiasi cosa- rispose, preparandosi alla domanda che, ne era certa, riguardava il fatidico giorno, o le sue motivazioni, o qualcosa a cui difficilmente Amabelle sarebbe riuscita a rispondere.

Ma Petra aveva altre idee in mente.

-Volevo solo sapere se avevi delle idee per l’operazione Matchmaker. So che è Norman il capo, adesso, ma sicuramente non ti sei arresa, giusto?- infatti Petra cambiò completamente argomento, e Amabelle si rilassò.

-Oh, beh, non direi proprio idee, al momento, ma voglio essere disponibile e pronta ad agire se qualcuno dovesse chiedere il mio aiuto- rispose, pensierosa.

-In che senso?- indagò Petra, adocchiandola con attenzione.

-Beh, tipo con Max e Veronika. Lei mi ha chiesto di dare un regalo a Max e io ho eseguito. Non ho più piani, ma sono disponibile a realizzare i piani degli altri- Amabelle si spiegò meglio.

-È molto poco da te, Amabelle- osservò Petra, poco convinta.

Il sorriso di Amabelle si spense.

-Petra, sono cresciuta, ormai. Non sto solo cercando di farmi apprezzare da tutti, voglio fare anche la cosa giusta, per davvero stavolta- si giustificò, cercando di mostrare all’amica le sue buone intenzioni.

Petra riusciva a leggere la sincerità nel suo sguardo. Era vero che ultimamente Amabelle sembrava davvero decisa a migliorare.

Non rispose, e si limitò a sdraiarsi e guardare le stelle, riflessiva.

-Comunque, se ti va potremmo fare un punto della situazione per l’operazione matchmaker?- Amabelle si sdraiò accanto a lei e prese il telefono, dove aveva segnato tutte le informazioni sostituendo così l’enorme calendario che era ormai diventato ingestibile.

Petra fece un grugnito che poteva essere interpretato in molti modi, ma Amabelle interpretò come un sì.

-Allora, Felix e Mirren sono ormai canon… forse… appena si baceranno- cominciò Amabelle, partendo dalla coppia più promettente. Petra fece un verso schifato all’idea.

-Poi ci sono Max e Sonja… Veronika… che mi sembrano molto complessi. Sto facendo ricerche su Agaliria, ma non trovo ancora strappi alla regola dei matrimoni combinati- Amabelle passò quindi alla coppia successiva, che purtroppo dava molte meno gioie.

-Stai studiando la legge di Agaliria?- chiese Petra, stupita.

-Certamente! Mi sta aiutando Denny. Ma per il momento abbiamo solo capito che per cambiare una legge c’è bisogno dell’approvazione del consiglio in maggioranza ma soprattutto l’approvazione finale del re o regina. Quindi dovremmo soprattutto convincere Re Manfred se vogliamo che Max abbia la possibilità di stare con Veronika. Sarebbe parecchio complicato… dovremmo andare innanzitutto ad Agaliria e…- Amabelle iniziò, in punta di piedi, a proporre una piccola idea, ma Petra si affrettò a romperle le uova nel paniere.

-Mi dispiace, Amabelle, ma ora come ora non me la sento proprio di spendere dei soldi per un viaggio all’estero, non con la situazione #BastaBonnie, il coming out di Mirren e il problema con Lottie- mise subito le mani avanti, un po’ dispiaciuta.

Amabelle non se la prese.

-Capisco. Beh, sarebbe stato difficile in ogni caso. È Max quello che deve decidere se vale la pena provarci o è meglio scegliere la strada sicura- Amabelle dimostrò ulteriormente la sua neo-raggiunta maturità ammettendo che le persone coinvolte nella coppia erano quelle con più voce in capitolo. Petra era decisamente stupita.

-Capisco… per quanto riguarda Clover e Diego?- chiese quindi, pensando ai due finti amanti e alla reazione di Clover quando si erano lasciati.

-Diego non mi risponde ai messaggi. Ma mi sono sentita con Juni e mi ha detto che tra qualche giorno dovrebbe tornare al dormitorio per frequentare l’università. È una buona cosa che non abbia cambiato città così potremo valutare la situazione. Devo ammettere che avrei volentieri messo le manette ad entrambi finché non avessero deciso di parlarsi, ma non voglio impormi. Quindi suppongo che come prima cosa cercherò di far tornare Diego nel gruppo, perché mi manca! O almeno tenerlo come amico mio. Poi il suo compleanno è tra un paio di settimane, dobbiamo festeggiarlo!- spiegò Amabelle, decisa.

-Dubito voglia vedere Clover- le fece notare Petra, mite.

-E Clover non sarà invitata. Sono certa che capirà! Non credo che farli incontrare in queste circostanze, e con l’inganno, possa aiutare qualcuno- Amabelle si dimostrò estremamente e sorprendentemente matura. Petra era sempre più stupita.

…e anche parecchio attratta da questa nuova Amabelle.

E già era attratta da quella vecchia.

Le si avvicinò appena, interessata.

-Okay… infine, Denny e Mathi?- chiese, andando alla coppia più spinosa e confusa.

Amabelle esitò qualche secondo, poi si prese il volto tra le mani, in difficoltà.

-Non c’ho capito niente con Denny e Mathi!- ammise poi, molto demoralizzata dalla sua mancanza di informazioni.

-Cioè… da un giorno all’altro Denny si è depresso e ha smesso di parlare con Mathi, e fin lì l’avrei anche capito. Nel senso, magari è successo qualcosa di piccante che ha sconvolto Denny, che non era ancora pronto ad ammettere i suoi sentimenti. Ma ora li ha ammessi, e ancora non ha contattato di nuovo Mathi! E poi a proposito di Mathi, è scomparso completamente da un giorno all’altro, e mi ha bloccato su Whatsapp. E non ha nessun social. È come se non fosse mai esistito!- Amabelle era decisamente confusa dalla situazione Mathi, e Petra non poteva biasimarla.

-Già, quando l’ho visto dal veterinario stava cercando qualcuno a cui dare Connie- ricordò. Era ancora confusa dal gesto, dato che le aveva dato l’impressione di adorare quel coniglio.

-VUOLE LIBERARSI DI BONNIE?!- chiese Amabelle a voce così alta che i due amanti poco lontano si girarono verso di loro sorpresi. Poi notarono che era sicuramente solo un classico sfogo di Amabelle e tornarono a guardare le stelle.

-Aveva dei volantini- Petra alzò le spalle.

-Aspetta, hai visto Mathi?! Ma quindi è ancora a Harriswood?- Amabelle cambiò priorità, e guardò Petra ad occhi sgranati. Non vedeva Mathi da così tanto tempo che aveva dato per scontato fosse tornato a casa.

-Lo era un paio di settimane fa, non so se adesso è ancora qui, però. Comunque devo dire che mi sembrava strano. Era molto agitato, sobbalzava parecchio, e mi sembrava come se camminasse con leggera difficoltà- Petra cercò di ricordare i dettagli di quando l’aveva visto.

In effetti era stato davvero molto singolare.

-Sono davvero tanto confusa. Comunque potrei rinunciare a Denny e Mathi e concentrarmi su far uscire Denny di più, fargli conoscere qualche bel ragazzo, mi basta che sia uscito dall’armadio. È più di quanto potessi sperare- nonostante le parole ottimiste e incoraggianti, il volto e il tono di Amabelle erano devastati. Puntava davvero molto su Denny e Mathi, erano una delle coppie che le piacevano di più.

E il fatto che cercasse comunque di abbandonare il proposito per il bene di Denny… wow, Petra non si aspettava minimamente che fosse arrivata già a quel punto nel suo percorso di crescita. Era… ammirevole.

-Wow… Amabelle, sei maturata davvero un sacco- si lasciò sfuggire, sorpresa.

Amabelle fu felice del complimento, e le sorrise caldamente.

-Sì! Sono Miss Maturità!- esclamò con gioia, prima di riprendere il telefono e provare nuovamente a fare una foto a Mirren e Felix, che sembravano quasi addormentati.

Forse Petra aveva parlato troppo presto.

Ma comunque faceva progressi, dai.

-Non fanno più niente di interessante- borbottò Amabelle, delusa, tornando sdraiata accanto all’amica, che aveva iniziato ad osservare con attenzione le stelle.

-Qual è la tua costellazione preferita?- chiese Petra, per fare conversazione.

Aveva una certa passione per le stelle, derivata da nonna Rea, che adorava l’astrologia.

-Beh, sono una fiera leonessa. Il leone è nel cielo?- Amabelle iniziò ad osservare le stelle, ma non era affatto in grado di orientarsi.

-No, ma c’è il toro- Petra indicò la propria costellazione, tracciandone il disegno con il dito.

Per osservarla meglio, Amabelle le si avvicinò, fino a posare la testa sulla sua spalla, a pochi centimetri dal volto dell’amica.

-Oh, credo di vederla. Quella stella è luminosissima- osservò, ammirata, indicando una luce nel cielo che Petra stava indicando.

-È Aldebaran, la più luminosa del toro ma in generale una delle stelle più luminose dell’intero cielo- spiegò Petra, con un sorrisetto.

-Nah, non è la stella più luminose di questa costellazione- obiettò Amabelle, scuotendo leggermente la testa.

Petra le lanciò un’occhiata interrogativa.

-In che senso, scusa?- chiese, confusa.

Amabelle si girò appena verso di lei, così vicina che i loro respiri si mischiarono tra loro.

-Beh, tu sei molto più luminosa- flirtò Amabelle, con un sorrisino malizioso.

O almeno, Petra l’avvertì come un ovvio flirt, e il suo cuore si fermò per un attimo per poi riprendere a battere a velocità inconsulta.

Voleva rispondere, un qualche commento brillante, magari rigirare il complimento per flirtare a sua volta. O anche un commento sarcastico che avrebbe rovinato tutto. L’importante era parlare. Doveva necessariamente parlare, ma non riusciva a spiccicare parola. Il complimento l’aveva colta fin troppo alla sprovvista, e Amabelle era davvero tanto vicina, così vicina che Petra, nonostante il buio, avrebbe potuto contare le lentiggini sul suo naso. E vedeva con chiarezza le stelle e la luna riflesse nei suoi occhi.

-Tray, ho esagerato? Stavo facendo una battuta- purtroppo, prima che Petra riuscisse a sbloccarsi, Amabelle arrossì vistosamente e si allontanò, un po’ a disagio.

Petra sbatté gli occhi un paio di volte per assicurarsi di avere ancora capacità motorie, e aprì la bocca per rassicurare Amabelle. 

-Beh, Aldebaran è l’effettiva stella più luminosa- disse, a caso. Grande, cervello! Una volta che Petra ha bisogno di te fai le valige e scappi via?

Petra stava per fare le valige e scappare a sua volta, quando Amabelle scoppiò a ridere, e seppellì il volto sulla spalla dell’amica.

-Okay, okay hai vinto! Ma se si parla di stelle non effettive tu resti sempre la più luminosa- flirtò di nuovo.

-Spero che non mi consideri una massa gassosa perché sennò mi offendo- di nuovo il cervello di Petra diede forfait lasciandola sola con i suoi sentimenti confusi, ma Amabelle rise di nuovo, anche se si staccò dall’amica per mettersi più comoda a guardare le stelle.

-No, certo che no! Al massimo sei la luce che guida le mie scelte!- Amabelle quel giorno era in forma con i flirt.

Ma Petra non era mai stata brava con le interrogazioni a sorpresa, e non si aspettava di finire in quel campo minato.

-Beh, tu sei…- non le veniva in mente alcun complimento -…come la lira!- disse poi, quando il suo sguardo raggiunse un gruppetto di cinque stelle molto vicine tra loro.

Quesa volta Amabelle era più confusa che divertita. Piegò la testa da un lato.

-La lira?- chiese, senza sapere abbastanza la lore delle costellazioni per capire cosa significasse.

-Sì… cioè, sei piccola… non nel senso che sei piccola, ma sei bassa… cioè non che essere bassa sia una brutta cosa… cioè non sei poi così bassa, ma il punto è che nonostante tu sia piccola è impossibile non vederti, perché Vega è una stella bellissima, che attira l’attenzione in mezzo a tutte le altre, come la tua personalità e allegria, che portano gioia a tutti quelli… intorno a te?- Petra non sapeva esattamente cosa diamine stesse dicendo (prof aveva detto che oggi stalkeravamo Felix e Mirren, non che dovevo flirtare con la mia cotta) ma sperò davvero che le fosse uscita una frase sensata.

Amabelle però rimase in silenzio qualche secondo, il ché non fece ben sperare Petra, che si preparò nuovamente a fare metaforicamente le valige e seguire sia il cervello che la dignità nella fuga da quella situazione. 

Ma prima che potesse farlo, Amabelle le prese la mano.

-Petra, credo che questa sia una delle cose più carine che mi abbiano mai detto- sussurrò, avvicinandosi un po’ di più e guardandola dritta negli occhi.

A Petra sopraggiunse improvvisamente una consapevolezza.

Quello era il momento giusto.

Era l’ambientazione perfetta, l’atmosfera perfetta, la compagnia perfetta (praticamente solo loro due e qualche grillo, se non si contavano i due amanti distanti che comunque si erano addormentati). Era tutto perfettamente perfetto!

…per dire ad Amabelle quello che provava per lei.

Si mise di scatto a sedere, facendo sobbalzare Amabelle, che fece altrettanto.

-Tutto okay, Tray?- chiese, sempre stringendole la mano.

No, nulla era okay, ma dettagli. Petra non credeva che le sarebbe capitata un’altra occasione simile mai più, o almeno non in tempi brevi.

Non lo aveva affatto programmato, ma chi era lei per rifiutare un dono della provvidenza.

-Amabelle…- cominciò, cercando di far uscire il tono più seducente del suo decisamente non vasto repertorio.

Amabelle inarcò le sopracciglia, molto confusa, ma pronta ad ascoltarla.

-C’è una cosa che devo dirti. Una cosa importante… non molto semplice da dire, ma…- Petra si interruppe. Santo cielo, non era Denny o Felix, non era tipa da tergiversare.

Dritta al sodo, prima di perdere il coraggio.

-Amabelle, io ti…- la confessione coraggiosa le si interruppe in gola quando notò lo sguardo di Amabelle.

Si aspettava mille espressioni diverse: se l’aspettava curiosa, confusa, preoccupata, forse, o arrabbiata, nella peggiore ipotesi. Nella migliore il suo volto avrebbe espresso gioia infinita.

Ma l’ultima cosa che Petra si aspettava era di vedere Amabelle terrorizzata, sentire le sue mani tremare, e il suo volto farsi pallido. Come se la confessione di Petra potesse essere motivo di estrema paura.

Come se volesse evitare a tutti i costi che Petra dicesse quelle parole.

E tutta la determinazione di Petra, tutte le sue speranze, si infransero in mille pezzi.

-…considero ancora la mia migliore amica, sai, dopo tutto quello che è successo- cambiò idea a metà frase, e parecchie emozioni passarono sul volto di Amabelle. Emozioni che l’amica (solo amica… sigh) non riuscì proprio ad identificare.

Sorpresa? Sollievo? Delusione? Altro sollievo? Boh, Petra non era Clover, non capiva le persone da un solo sguardo.

Anzi, si considerava decisamente pessima in materia.

E decise che il momento era decisamente passato, e probabilmente no, non ce ne sarebbe stato mai nessun altro, perché la soluzione più semplice ai propri sentimenti era di seppellirli in profondità in modo da non turbare né Amabelle, né in generale l’amicizia che aveva con lei.

-Aww, Tray! Grazie! Anche tu sei la mia migliorissima amica, numero 1!- Amabelle le strinse più forte le mani e sorrise raggiante.

Petra avrebbe voluto aggiungere qualcosa. Magari un altro commento che l’avrebbe fatta ridere per quanto impacciato fosse, oppure un diretto “Amabelle, ma io ti faccio schifo come possibile interesse romantico? Cioè, solo per ipotesi, eh. Non ho altri motivi per farti questa domanda” ma prima che potesse anche solo pensare di aprire nuovamente la bocca, Amabelle la lasciò andare, si voltò verso gli amanti addormentati, e prese il binocolo per tornare ad osservarli, nonostante non avessero fatto assolutamente nulla degno di nota.

-Guarda, Tray! Avevo ragione! Dormono abbracciati con le gambe intrecciate!- esclamò, rischiando probabilmente di svegliarli, e cambiando definitivamente argomento.

-Eww, non lo voglio vedere!- Petra si affrettò a coprirsi gli occhi, e il disgusto fu tale che quasi si dimenticò del suo cuore spezzato.

Ma tanto lo sapeva fin dall’inizio che con Amabelle non aveva alcuna possibilità.

Solo che… perché una reazione tanto esagerata?

O forse Petra aveva frainteso la sua espressione, dato che non era esperta? Forse era il caso di parlarne con qualcuno e chiedere consiglio.

Magari Mirren, una volta a casa ed entrambi svegli.

 

-Allora, il gatto è fuori dal sacco, eh?- Mirren amava sentire quella voce, di solito, ma non quando si trovava in una stanza piena di schermi e la persona a cui apparteneva lo osservava con tale scherno.

-Il vero Felix ha detto “coniglio fuori dal cappello”. Almeno cita la fonte in modo giusto se vuoi anche solo provare a passare per lui- Mirren si rivolse seccato a quello che nella sua mente aveva iniziato ad additare come il “Felix Cattivo” o “Falso Felix” che si presentava sporadicamente nei suoi sogni e cercava di convincerlo che la sua relazione fosse destinata al fallimento e stava solo rimandando l’inevitabile. O che suo padre lo avrebbe odiato per sempre. O che la camicia bianca non stava bene con i suoi mocassini preferiti o altre cose del genere.

Fondamentalmente, era la voce dei pensieri intrusivi, pessimisti e demolitori, e Mirren iniziava seriamente ad odiare le sue visite notturne, soprattutto perché prendeva sempre l’aspetto dell’amore della sua vita.

-Ma il vero modo di dire è “gatto fuori dal sacco”. E lo sai, e lo avresti tanto voluto correggere. Perché non l’hai corretto? Paura che ti lasciasse?- Felix cattivo gli si avvicinò e iniziò a provocarlo.

Mirren gli diede le spalle, senza essere per niente colpito dalle sue parole.

-Non mi interessa come Felix rigira i detti. Lo amo anche per questo- obiettò, con sicurezza, iniziando a cercare l’uscita di quel posto.

-Certo, certo. Lo ami, che tenero. Ma lui ti ama tanto quanto…- Felix Cattivo ritornò all’attacco, ma Mirren lo interruppe subito.

-Lui mi ama davvero, stiamo benissimo insieme, siamo felici, quindi levati di torno. Questa è stata una bella serata, non capisco perché tu sia qui! Non c’è niente che tu possa dire per farmi venire nuovi dubbi- in effetti era strano che il finto Felix fosse lì. Di solito compariva solo quando Mirren era agitato e nervoso per qualcosa. E sì, era preoccupato per la reazione di suo padre, ma Felix l’aveva tranquillizzato parecchio con le sue parole, e tra loro due andava tutto meglio che mai.

Ma nonostante la sua sicurezza, Felix Cattivo scoppiò a ridere, e gli si appoggiò alla spalla.

-Sei così ingenuo, Mirren. Eppure è ovvio il motivo per cui sono qui. Dato che non te ne rendi conto da solo, vediamo una bella clip?- uno schermo comparve davanti a Mirren nonostante lui avesse cercato di metterli tutti alle sue spalle, e su di esso passarono tanti momenti della serata.

Piccolo momenti di pochi secondi, ma tutti con lo stesso comune denominatore: lui che rifiutava qualsiasi forma di contatto intimo con Felix. Baci, perlopiù, ma non solo. Ogni volta che c’era il rischio che qualcuno li vedesse, Mirren si era allontanato, ritirato, e aveva evitato lo sguardo del suo ragazzo.

Sguardo che però poteva vedere ora, deluso, rattristato, amareggiato.

A Mirren si strinse lo stomaco.

-Scusa se te lo chiedo, ma non eravate alla luce del sole? Perché ancora tanta segretezza?- lo prese in giro il finto Felix, ridacchiando malefico.

Okay, Mirren doveva ammettere che l’accusa e le implicazioni della sua incertezza fisica non lo avevano lasciato indifferente. Ma non doveva parlare con quel Felix, ma con il suo.

Quindi cercò l’uscita per scappare da quell’incubo.

-Mirr, tesoro, non puoi scappare dalla tua mente- gli fece presente Felix Cattivo, in una pessima imitazione di quello buono.

-Sbagliato di nuovo! Felix non mi chiama mai tesoro!- gli fece notare. Si rese conto un secondo dopo che quella era probabilmente una trappola.

-Solo perché sa che sei troppo rigido per accettare il nomignolo. Povero Felix, non riesce proprio ad esprimersi con te. Non sarebbe meglio lasciarlo?- ed eccola lì, Mirren gli aveva servito quella cattiveria su un piatto d’argento.

Ma lo ignorò, cercando l’uscita. Uscita, uscita dove sei? C’è un’uscita da un sogno? Di solito Mirren vagava fino a svegliarsi. magari poteva uccidersi in qualche modo e tornare al presente, o cadere, come in Inception. 

I suoi pensieri che cercavano di oscurare le numerosi frasi crudeli di Felix Cattivo, che continuava a seguirlo e a parlare, vennero distratti da una visione davvero inusuale per il cervello di Mirren.

Infatti, sfocato, come se coperto da una spessa membrana semitrasparente, Mirren notò un ambiente molto colorato, dove delle strane creature indefinibili stavano saltellando e volando in giro.

Okay, quello era molto, molto strano.

Felix Cattivo sembrò rendersi conto della sua distrazione, e smise di parlare.

-No! Non ti avvicinare a quel posto!- lo avvertì, preoccupato, convincendo Mirren ad avvicinarsi, dato che il suo primo istinto era stato quello di allontanarsi.

Ma se la parte peggiore di lui cercava di tenerlo lontano, era davvero una buona idea andarci a sbattere di faccia.

Mirren però non ci andò proprio di faccia, ma lentamente, e toccò con attenzione la membrana, che si rivelò elastica e non troppo resistente.

Con un po’ di sforzo Mirren sarebbe riuscita ad attraversarla.

-Non ci provare, non te lo permetterò!- Felix Cattivo, molto più forte e alto di lui (come il vero Felix) lo prese bruscamente per un braccio per allontanarlo via, ma Mirren gli pestò un piede e si liberò dalla presa approfittando della sua sorpresa.

Poi si buttò con tuta la sua forza verso la membrana, e iniziò ad attraversarla, senza curarsi del finto Felix, che l’aveva afferrato nuovamente per la caviglia, e finì per essere trascinato con lui.

Dall’altra parte del velo, in quello che Mirren sperò non fosse la morte, c’era una scena che poteva sembrare una specie di paradiso.

Montagne di zucchero filato, cuccioli di ogni razza ma soprattutto cani, e un Felix volante che mangiava un gelato su una nuvola con un cane che somigliava parecchio a Fallon.

-Okay, questo è strano- commentò Mirren, che non aveva mai sognato una cosa del genere in tutta la sua vita.

Sembrava il set del video di California Girls di Katy Perry (e il paragone non viene da Mirren, che quel video non l’aveva mai visto, ma da me, per darvi un’idea).

-Wo, Mirren!- il Felix che stava sulla nuvola a mangiare un gelato sorrise con occhi brillanti, e volò giù dritto verso Mirren, posando poi il cagnolino a terra -Che bello vederti qui! Tieni, una crostata di mele come piacciono a te!- gli offrì poi la torta, e Mirren osservò il ragazzo con enorme sospetto, prima di girarsi verso la sua controparte cattiva.

-Che razza di strano gioco mentale è questo?- chiese, ma si rese presto conto che il Felix cattivo non sembrava affatto felice di quell’ambiente, e fissava l’altro Felix a denti stretti e pugni serrati.

L’altro Felix sembrò accorgersi del suo doppelganger e sgranò gli occhi, sorpreso.

-Wo, c’è anche un altro me! È una di quelle situazioni dove devo combattere con me stesso per ottenere Mirren? Beh, non perderò, datemi la spada caramella!- nella mano di Felix comparve una spada fatta con un bastoncino di zucchero natalizio, e Mirren, che non avrebbe mai in tutta la vita pensato a nulla di tutto quello, neanche inconsciamente, fu colto da un dubbio gigantesco.

-Felix… sei il vero Felix?- chiese, prendendolo per le spalle e guardandolo negli occhi.

Okay, era un’idea stupida, ma non gli veniva in mente nient’altro. Dopotutto si erano addormentati insieme, probabilmente, guardando le stelle. Quindi erano vicini, quindi era possibile che Mirren, che comunque aveva già avuto parecchie esperienze di sogni strani, potesse essere accidentalmente entrato a muso dritto nel sogno di Felix.

Si sarebbero spiegate molte cose.

-Uh… sì? Che succede? Mi sembra di essermi perso qualcosa- gli occhi del suo ragazzo iniziarono a farsi più lucidi, e si guardò intorno un po’ confuso, come se avesse guadagnato più consapevolezza.

-Non riesco a credere che lo sto facendo, ma… Felix. Sono il vero Mirren, siamo entrambi in un sogno, e credo di essere entrato nel tuo. Sei abbastanza lucido?- gli chiese, prendendogli il volto tra le mani per ancorarlo di più alla… non realtà… diciamo al sogno.

Felix smise di guardarsi intorno e lo guardò negli occhi.

-In effetti ha senso che questo sia un sogno. Figo però! E tu sei il vero Mirren? Sono propenso a crederti, dato che non ho mai fatto sogni lucidi e tu sei esperto, ma ho bisogno di prove, magari mi stai mentendo- Felix lo squadrò un po’ sospettoso.

In effetti anche Mirren aveva qualche dubbio, anche se quel Felix era di certo molto più autentico di quello che li stava fissando malissimo alle sue spalle.

-Diciamo qualcosa che l’altro non sa, così una volta svegli potremo confermare di essere stati insieme- propose Mirren. Non era il piano più intelligente del mondo, ma quando dormiva la sua mente era un po’ sorniona, giustamente.

-Mi sembra logico… allora. Ho una macchina della verità funzionante che mi ha dato la prima tipa con cui sono andato ad un appuntamento al buio. L’ho usata quando ti ho chiesto se provavi sentimenti per me prima che litigassimo a Giugno- Felix partì per primo, e Mirren ebbe conferma che quello era chiaramente un sogno perché le parole che uscirono dalla sua bocca non avevano alcun senso.

-No, lascia perdere, sei solo il frutto della mia mente- scosse la testa, e lo lasciò andare per mettersi ad esplorare i dintorni.

Certo che ne faceva di meraviglie la sua noiosa mente, forse doveva darsi all’arte?

-Ehi, rude! Al massimo sei tu ad essere nel mio sogno! E poi… chi è quel tizio che mi somiglia? L’hai portato tu?- Felix cominciò a seguirlo, e lanciò un’occhiata infastidita verso il suo sosia, che sembrò sbloccarsi, e con un gesto felino afferrò Mirren per il polso.

-Tu ora torni indietro con me, non abbiamo ancora finito di parlare!- esclamò, furioso, iniziando a trascinarlo via.

Prima che Mirren potesse ribellarsi, però, venne afferrato per l’altro braccio, e il Felix più simile al proprio che però era improbabile che fosse reale perché li aveva detto una storia troppo assurda… forse doveva abbreviare il titolo con cui gli si rivolgeva… sguainò la spada di caramella per allontanare il finto Felix, che si ritirò infastidito.

-Non mi interessa se questo Mirren è vero o un sogno, ma nessuno deve permettersi di fargli del male! Neanche una copia walmart di me!- esclamò, minaccioso, mettendosi davanti a lui per proteggerlo.

Se Mirren avesse avuto un corpo in quel momento, probabilmente sarebbe arrossito dalla punta dei piedi a quella delle orecchie, ma per fortuna riuscì a mantenere la sua dignità.

Dopo aver fissato il sosia con odio malcelato, Felix Cattivo si aprì in un sorriso rilassato, e alzò le mani in segno di resa.

-Okay, okay, ma quanto siamo protettivi. Strano, dato che Mirren è tutt’altro che protettivo nei tuoi confronti. non pensi? Geloso, sicuramente, ma non protettivo- Felix cattivo cambiò tattica, e si rivolse direttamente al “a questo punto probabilmente vero” Felix cercando di convincerlo delle sue idee.

Mirren impallidì, e mise una mano sulla spalla del ragazzo che lo proteggeva, in un goffo tentativo di spronarlo a scappare via. Lui però non sembrò accorgersene, e fissò la sua copia con le sopracciglia inarcate.

-Questi decisamente non sono miei pensieri- commentò, piegando la testa e abbassando leggermente la spada.

-Forse dovrebbero, non credi? Insomma, guardati e guarda Mirren. Tu sei divertente, energico, gentile, altruista. Lui è un debole e insignificante ometto noioso che non ha neanche la forza di toccarti in pubblico. Non sei arrabbiato?- Felix Cattivo, che dopotutto era una parte di Mirren, iniziò a lisciarsi il “sì, quello era decisamente quello vero” Felix, che sobbalzò, apparentemente colpito dalle sue parole.

-Felix, ti prego andiamo via, svegliamoci, e parliamo fuori da qui!- Mirren, spaventato che quelle parole potessero davvero aprire gli occhi di Felix, solo metaforicamente purtroppo, lo prese per mano e cercò di incoraggiarlo ad allontanarsi, ma Felix Cattivo comparve davanti a lui, e lo prese per le spalle, girandolo verso il vero Felix come un oggetto in esposizione.

-Su, guardalo! Occhiali da nerd, un sorriso che non compare neanche a pagarlo. E psicologicamente non è neanche così interessante. Tu potresti avere molto di meglio. Qualcuno che ti apprezza davvero, magari Melany, o qualcun altro. Oh, guarda, c’è un’insegnate delle scuole elementari che sarebbe un’ottima fidanzata per te. O questo baldo giovane di New Malfair…- dal nulla comparvero gli schermi che solitamente infestavano gli incubi di Mirren. Le immagini erano sfocate, ma erano comunque lì. I possibili partner che Mirren aveva visto per Felix nei suoi sogni peggiori, quelli in cui non ricambiava mai i sentimenti dell’amico. Come un virus, le emozioni negative di Mirren stavano infettando la mente di Felix.

Avrebbe dovuto ascoltare il suo istinto e non entrare in quell’oasi nel deserto della sua mente.

Era talmente agitato che non riusciva a dire assolutamente nulla. 

Perché, in fondo al cuore, condivideva tutto ciò che il Felix Cattivo stava dicendo a quello vero, che sgranò gli occhi, e fissò Mirren sconvolto. 

Mirren pregò con tutto il cuore che quello fosse solo un suo incubo, o che almeno il vero Felix si dimenticasse del sogno fatto.

-Mirren…- cominciò a dire, e Mirren si aspettò di sentire un “ha completamente ragione!” che però non arrivò -…davvero pensi questo di te?- chiese infatti Felix, preoccupato, avvicinandosi e ignorando completamente la sua visione cattiva, che sgranò gli occhi, sorpreso per non essere riuscito a scalfire la corazza di lealtà del ragazzo.

Se Mirren avesse avuto un corpo, probabilmente gli occhi gli si sarebbero fatti lucidi… ma che scrivo, gli occhi gli si erano fatti lucidi davvero, per tutte le emozioni che stava provando in quel momento.

-Io…- non sapeva come ribattere.

-Non è quello che pensa, è la verità!- Felix Cattivo parlò per lui, tornando ad arrabbiarsi.

-No che non lo è! Non so chi tu sia, ma smetti di dire queste assurdità!- Felix gli urlò contro prima di ritornare a rivolgersi a Mirren in tono gentile e confortante -Mirren, niente di tutto questo è vero. Tu sei una persona meravigliosa. Sei gentile, attento, intelligente. E sorridi molto più di quanto pensi, soprattutto con me. Non potrei chiedere nessuno di migliore al mio fianco- lo rassicurò, con un sorriso incoraggiante.

Felix Cattivo si ritirò, come se si fosse scottato.

-Smettila di mentirgli! Sappiamo entrambi che dico solo la pura verità. Forse adesso non te ne rendi conto, ma presto ti stancherai di lui!- continuò a parlare per Mirren. Quest’ultimo avrebbe voluto partecipare alla conversazione, ma si sentiva impossibilitato. Come nei sogni peggiori, era in una situazione dove per quanto cercasse di muoversi, era fermo sul posto, incapace di fare alcunché. Semplice spettatore di ciò che accadeva in quel limbo mentale.

-Si può sapere chi sei?! Perché ci tieni tanto a rovinare la nostra relazione?!- Felix lasciò un attimo perdere Mirren per ritornare ad urlare contro il finto Felix. Niente di tutto quello che stava dicendo lo aveva colpito, ma iniziava ad irritarsi.

-Non lo capisci, sono te. O almeno sono quello che pensa che tu sia- Felix Cattivo cercò nuovamente di affossare la loro relazione, questa volta però con una chiara bugia.

-Non è vero!- riuscì ad obiettare debolmente Mirren, combattendo il groppo alla gola.

-Ne dubito fortemente anche io- il vero Felix scosse la testa, poco colpito dal tentativo.

-Okay, allora forse sono solo il te di cui Mirren ha bisogno. Un Felix che non nasconde il suoi fastidio per le sue enormi mancanze! E non provare a negare che non sei infastidito. Da tutti i contatti mancati, dalla segretezza. Speravi che ora che il coniglio era fuori dal cappello finalmente tu e Mirren sareste stati felici, ma non cambierà niente. Mirren non potrà mai darti quello di cui tu hai bisogno! Mirren non è alla tua altezza. Non riuscirò mai a renderti felice!- lo sfogo del finto Felix fece indietreggiare quello vero, per la prima volta colpito dalle sua parole.

-Mirren…?- si avvicinò poi… verso di lui.

Un momento… verso chi? 

Dov’era Mirren? 

E dov’era il finto Felix?

Mirren ci mise qualche secondo a rendersi conto che a pronunciare il monologo, con voce spezzata e acuta, era stato lui stesso, sostituitosi al falso Felix, al Felix Cattivo, alla parte di sé che ancora nutriva dubbi e incertezze riguardo tutta la situazione. La parte di sé che ogni volta che la sua relazione con Felix si faceva un po’ più profonda iniziava a temere che il momento del risveglio si stesse facendo più vicino.

Si portò una mano alla bocca, tremante, e prima che potesse riaprirla per scusarsi, o chiedere a Felix di dimenticare quel tremendo sogno, fu interrotto dalle forti braccia del suo ragazzo che lo cinsero in un forte abbraccio che a Mirren sembrò di sentire fisicamente.

-Mirren, non mi interessa quello che puoi darmi. A me basti tu. Non nego di essere un po’ deluso dai baci negati, ma troveremo una soluzione, e non sto con te per questo. Non ho bisogno che cambi per me, perché ti amo così come sei. Voglio crescere con te, insieme, mano nella mano. Trovare compromessi per le cose che ci danno fastidio l’uno dell’altro, parlare dei problemi in modo da risolverli, litigare per cose stupide, ridere dei litigi. Nomina un problema che potremmo avere e ti prometto che l’avrò già contemplato nella mia equazione, e non mi renderà mai propenso a lasciarti. Io ti amo, Mirren Hart. E se anche proverai ad obiettare che l’amore a volte non è abbastanza, sappi che nel nostro caso c’è molto più che semplice amore. Siamo amici, siamo una famiglia, siamo partner. Quindi, ti prego. La prossima volta che hai un dubbio, parlamene- Felix gli sussurrò tutto all’orecchio, stringendolo forte a sé.

E alla fine, Mirren ricambiò.

-Mi dispiace- riuscì a sussurrare, con voce impastata.

-Non hai nulla di cui scusarti. Anzi, sono felice di averti parlato- Felix sciolse l’abbraccio per guardarlo negli occhi, e gli sorrise, rassicurante.

-Sei il vero Felix, vero? Non credo che riuscirei ad affrontare nuovamente tutte queste emozioni con quello vero- ammise Mirren, guardando Felix negli occhi, che brillavano della familiare luce, ma non erano comunque conferma della sua identità.

-C’è solo un modo per scoprirlo. Appena ti svegli, chiedimi della macchina della verità- Felix gli fece un occhiolino, e Mirren sentì la presa sul sogno farsi molto più sottile.

-Aspetta, voglio restare con te ancora un po’- si lamentò, stringendo con forse Felix, che ridacchiò.

-Siamo già insieme, anche fuori da qui- gli fece notare, mentre scompariva a sua volta.

Mirren però fu il primo a svegliarsi, abbracciato al suo ragazzo, e con le gambe intrecciate, sotto il cielo stellato che iniziava a farsi fresco.

-Felix…- sussurrò, osservando il volto ancora addormentato del suo ragazzo, che gli dispiaceva svegliare. Anche se aveva davvero bisogno di risposte.

-Mmmm, ancora cinque minuti… no, aspetta. Mirren! Sei qui!- Felix aprì di scatto gli occhi non appena la sua mente tornò alla realtà, e guardò Mirren sorpreso.

-Macchina della verità?- chiese Mirren, pregando con tutto il cuore che fosse stato tutto vero.

-Oh santo cielo! Abbiamo condiviso il sogno!- per tutta risposta Felix si mise a sedere, sconvolto.

Ora che la condivisione era stata confermata, Mirren iniziò a chiedersi se fosse effettivamente una buona cosa.

-Mi dispiace di averti invaso, non sapevo di esserne capace- mise subito le mani avanti.

Dopotutto Felix stava avendo davvero un bellissimo sogno, o almeno così pareva dai dolci e dai cani.

-Ma è una cosa fighissima! Dovremmo riprovarci una volta. Cioè, devi farlo tu, perché io non riesco a fare sogni lucidi, ma tralasciamo… Mirren, stai bene? Quel tizio è stato spietato. Ricordi tutto?- Felix era esagitato, Mirren si mise a sedere a sua volta e lo calmò.

-Sì, ricordo tutto, e sto bene. Grazie a te- accennò un sorriso riconoscente, mettendogli le mani sulle spalle.

Felix sorrise a sua volta.

-Visto che sorridi spesso?- gli fece notare, tracciando lentamente il contorno delle sue labbra con l’indice.

Il cuore di Mirren iniziò a battere fortissimo.

Si avvicinò a Felix…

…e fu fermato dal flash del telefono di Amabelle, che ancora non si era arresa e voleva quella maledetta foto.

Felix sospirò, e tolse la mano.

-Non preoccuparti, ci rifaremo in macchina, o nei prossimi giorni. Non pretendo che tu…- Felix si affrettò immediatamente a rassicurare Mirren, nonostante la sua delusione fosse abbastanza chiara, ma il ragazzo lo interruppe avvicinando i loro volti e premendo dolcemente le labbra su quelle del ragazzo.

Perché non gli importava nulla che Amabelle, Petra o chiunque altro li vedesse.

Lui e Felix stavano insieme, e sarebbero stati insieme il resto della loro vita, quindi a quale scopo nasconderlo?!

Dopo un istante iniziale di sbigottimento, Felix chiuse gli occhi e ricambiò il bacio.

In quei mesi erano diventati entrambi molto bravi (non che Felix non lo fosse già prima, dato che era obiettivamente quello con più esperienza), e non si staccarono neanche un secondo prima di approfondire il bacio, che si fece più intimo e intenso. Si ritrovarono nuovamente sdraiati a terra, Mirren sopra a Felix, che gli cinse il collo per avvicinarlo a sé. Ora che aveva iniziato, non aveva alcuna intenzione di fermarsi. La sua mano si ritrovò quasi da sola a sollevare la maglietta del ragazzo…

-Maledetti pervertiti! Trovatevi una stanza!- arrivò un urlo dalle due ragazze alle loro spalle, ovviamente da parte di Petra, che rovinò completamente l’atmosfera e li fece separare.

Nonostante avesse il respiro affannato, Felix scoppiò a ridere.

Mirren invece era profondamente offeso.

Ora che Mirren stesso aveva smesso di provare a separarlo da Felix, ci si metteva sua sorella?! Che ingiustizia incredibile.

-Siete voi le maledette stalker!- urlò in direzione delle due ragazze, offeso.

-Per me potevate anche continuare!- li incoraggiò Amabelle, con il tono di una ragazza il giorno di Natale.

Improvvisamente, Mirren non aveva più alcuna voglia di dare spettacolo.

Sbuffò, e si mise a sedere, incrociando le braccia.

-Su, su, abbiamo tutta la vita davanti, sai quante occasioni…- lo incoraggiò Felix, con un bacio sulla guancia, sedendosi a sua volta e dandogli qualche incoraggiante pacca sulla spalla.

Mirren non trattenne un sorrisino.

-L’intera vita…- sussurrò tra sé, senza farsi sentire da Felix, che nel frattempo aveva iniziato a sistemare gli oggetti del picnic per poi avviarsi in macchina.

L’idea di un’intera vita con Felix non era affatto male.

Anzi… iniziava a sembrare sempre più realistica.

 

Venerdì 4 Ottobre

Ormai mancavano pochi giorni al trasferimento di Mathi, e il ragazzo aveva già preparato le valige, smesso di frequentare l’università, e aveva trovato una nuova casa ad Apollo, in una bella famiglia a cui l’avrebbe portato quella domenica.

Quindi si stava godendo gli ultimi giorni con il compagno pelosetto.

-Mi mancherai tantissimo. No, non guardarmi così! Starai bene con quelle persone. Anche io avrei voluto darti a Denny, ma non posso avvicinarmi troppo a lui, e poi non ha spazio anche per te. Uff, mi mancherete così tanto- stava borbottando tra sé, sdraiato sul letto intento ad accarezzare l’animale con affetto.

-Mi chiedo, ti mancherà più il coniglio o il ragazzo?- una voce alla porta lo fece sobbalzare.

-Duke, bentornato- Mathi lo salutò senza alcun calore, ignorando la sua domanda. 

Gli doveva molto, dato che l’aveva aiutato contro Will, ma ciò non significava che fossero amici, o che Duke gli piacesse particolarmente come persona.

-La depressione non ti si addice, agente Yagami- commentò Duke, scuotendo la testa e sedendosi alla scrivania.

-Eppure pensavo che la depressione fosse uno dei requisiti per essere un buon agente- commentò Mathi sarcastico, continuando ad accarezzare Apollo e non degnando Duke neanche di uno sguardo.

-Sarcasmo a parte, mi hanno inviato una mail, hanno finalmente deciso il sostituto di Will- Duke mise da parte i convenevoli e andrò dritto al punto.

Mathi si voltò di scatto verso di lui, preoccupato.

-Davvero? Chi hanno scelto?- chiese, senza sapere cosa aspettarsi.

Certo, nessuno sarebbe stato peggio di Will, ma non è che all’agenzia ci fossero dei santi.

-Me- la risposta di Duke fu immediata e lasciava poco spazio alle interpretazioni.

Eppure, Mathi ci mise qualche secondo ad afferrare il significato della sua parola.

-Aspetta, hanno scelto te?- chiese per sicurezza.

Duke sospirò, seccato dalla sua lentezza.

-Sì, sono stato scelto come capogruppo, e mi è stata data la possibilità di crearmi il mio gruppo personale, quindi… tu potresti andare a finire da qualche altra parte- spiegò Duke, con sguardo impassibile.

Mathi sospirò.

Probabilmente quello era il momento giusto per fare un po’ il lecchino, e a Mathi solitamente riusciva davvero bene. Ma sapeva che, con tutto quello che Duke conosceva di lui, era oltremodo impossibile convincerlo che fosse un buon agente.

-Sarai tu a decidere dove mi manderanno o sceglieranno a caso?- chiese, demoralizzato.

Duke sospirò.

-Non provi neanche a convincermi?- chiese, un po’ deluso.

-Dubito che una persona seria come te vorrebbe un clown sentimentale nel suo gruppo- Mathi scosse la testa.

-Wow, sei più percettivo di quanto ti dessi credito. Ad essere onesto non ho intenzione di prenderti dentro, ma allo stesso tempo lasciarti con qualcun altro potrebbe essere un omicidio- rifletté Duke, girando con la sedia.

Mathi alzò le spalle.

-La morte è contemplata in questo lavoro, non sei responsabile per me- borbottò, sperando di vivere almeno fino ai diciotto anni di Aggie.

Duke sospirò.

-Lo rendi difficile, lo sai?- chiese, seccato.

-Farmi apprezzare? Lo so, è questo lo scopo- sbuffò Mathi, demoralizzato.

-Farti odiare. Rendi davvero difficile farti odiare- lo corresse Duke, sorprendendolo non poco. Era convinto che il suo compagno di stanza lo odiasse.

Mathi si girò nuovamente verso di lui, confuso.

-Sei forse il peggior agente che io abbia mai incontrato- continuò Duke, portandosi una mano sul mento pensieroso -…ma forse potrei trovare qualcosa da farti fare, nel mio gruppo- aggiunse poi, anche se non del tutto convinto.

-Mi accetteresti, davvero?- chiese Mathi, sorpreso.

-Beh, la lealtà non ti manca… anche se non verso Will, ma mi basta trattarti bene, e mi devi parecchio. Ma allo stesso tempo…- Duke rifletteva ad alta voce, sembrava soppesare ogni possibilità. 

Mathi pendeva dalle sue labbra, senza sapere cos’altro aspettarsi.

Dopo qualche secondo di riflessione alternata a qualche borbottio, Duke si alzò, e sollevò lo sguardo verso Mathi per guardarlo dritto negli occhi.

-Mathi, ho una proposta per te…- disse in tono estremamente serio.

Il cuore di Mathi iniziò a battere furiosamente nel petto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(A.A.)

Ho pubblicato molto più in fretta di quanto pensassi, soprattutto considerando che doveva essere un capitolo più breve dove succedevano molte meno cose. 

Dai, sono felice, e spero che lo siate anche voi.

Il prossimo sarà un misto tra “capitolo di passaggio” e “capitolo rivelazione”. Almeno teoricamente.

E dovrebbe essere anche più lungo in realtà.

Ma parlando di questo: 

Felix e Mirren sono alla luce del sole.

Teoricamente a questo punto della storia dovrei concentrarmi più sulle altre coppie dato che loro stanno andando davvero alla grande (Brogan escluso) ma volevo fare un appuntamento sotto le stelle dall’inizio della storia, e non mi sono proprio trattenuta. E devo dire che AMO come è uscita la parte del sogno! Adoro scrivere questi momenti onirici particolari dove si possono affrontare le proprie parti oscure e robe simili. Non avevo minimamente progettato così la parte ma adoro come è uscita! Spero non sia risultata troppo simile a quando si sono confrontati riguardo a Melany. Purtroppo Mirren ha i complessi e le paranoie. È fatto così.

Passando a Petra e Amabelle… finalmente scrivo una nuova scena con loro, era da parecchio che non le affrontavo.

E sono state davvero carinissime.

Sto notando che le cose che non progetto attentamente sono quelle che alla fine mi riescono meglio quando le scrivo… interessante.

Comunque c’è stata una quasi confessione, ma poi Petra si è tirata indietro notando la reazione di Amabelle. Chissà cosa nasconde e di cosa ha paura… questa storia non riesce proprio a stare senza misteri.

Ed infine… momento Mathi! È arrivato il momento di andarsene, ma chissà cosa vuole dirgli Duke.

Lo scoprirete nel prossimo capitolo, che non vedo l’ora di scrivere perché ci sarà un punto di vista di Clover davvero divertente… spero.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nel prossimo episodio: Denny fa un incontro inaspettato al Corona. Clover prende una decisione importante. Max capisce qualcosa di grosso

   
 
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