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Autore: MusicAddicted    15/04/2021    8 recensioni
Prendete due serie TV, shakeratele fra loro, trovate un punto d’incontro, stravolgete tutto lo stravolgibile… ed ecco che otterrete questa storia.
Crowley ha una delle sue brillanti idee e la propone ad Aziraphale.
E se Jessica e Kevin avessero ottenuto i loro poteri in tutto un altro modo? Se fosse un altro il loro primo incontro?
Forse stavolta tutto fra loro potrà essere più romantico, forse.
Degli Ineffabili Maritini invece… che ve lo dico a fare?
E in tutto questo che ne sarà dell’Anticristo?
La fine del mondo si eviterà?
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Jessica Jones, Kilgrave, Trish Walker
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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ineffably-inevitable-cover



Capitolo X: Harder than it seems



                New York, Maspeth, 455 74th Street, 25 Oct 2006

 

“Seduta, sei già seduta…” borbotta Jessica, sistemando meglio i cuscini a Trish, che ha appena preso posto sul divano.

“Vuoi un tè? Forse sarebbe più indicata una camomilla… facciamo direttamente un sedativo?” continua la padrona di casa.

“Quello servirebbe a te, come mai tanto agitata? Mi hai chiesto di venir qui appena potevo, perché mi dovevi parlare,” controbatte l’attrice.

“Se mi hai detto che correvo troppo l’ultima volta che ti ho dato una grossa notizia .. ho un po’ paura di come reagirai adesso.”

“Ti comporti come se dovessi dirmi che aspetti un bambino da Killgrave.” ipotizza la sorella.

“No…” risponde subito la mora.

Trish si tranquillizza all’istante.

“Ma voglio aspettarlo! Forse un giorno non troppo lontano potrei irrompere da te e dirti ‘Presto sarai zia!’” 

Trish per poco non cade dal divano

“Cosaaa?!” la affronta sbigottita.

“Mi sembrava meno devastante dirlo così.”

“No fidati, mi hai steso sul colpo.” cerca di riprendersi la sorella. “Solo vorrei capire perché tutta questa smania.”

“Non è smania… è solo che non vorrei essere una madre decrepita!” dice a sua difesa l’altra.

“Per l’amor del cielo, Jess, hai a malapena vent’anni!” cerca di farla ragionare la sorella.

“Non accetto questi discorsi da chi ancora ne deve compiere diciannove!”

“Cosa che accadrà alla fine del mese prossimo, non è questo il punto. Hai la tua agenzia, il tuo lavoro…”

“Una cosa non mi impedirà di fare l’altra,” controbatte la mora, caparbia. “E prima che tiri fuori le tue solite cazzate, no, non sono controllata da Kevin, anzi, questa è una cosa che è partita principalmente da me. Diciamo che i festeggiamenti per il suo compleanno sono andati benissimo e stavamo per… hai capito, no? E lui stava andando a prendere un profilattico, ma io gli ho detto che non serviva… ma tu forse non vuoi tutti questi particolari,” si rende conto lei.

“No, infatti, non ne avevo necessità…” borbotta una Trish imbarazzatissima.

“Il punto è che ci amiamo così tanto e entrambi ci sentiamo più che pronti  per un passo del genere, che male c’è in fondo?” cerca di farle vedere le cose dal suo punto di vista la detective, con tono più soft.

“Nessuno ha detto che sia un male, solo che.. sia tu, sia Killgrave siete ancora molto giovani, quindi perché non aspettate due, tre… facciamo pure dieci anni?” azzarda Trish, beccandosi un’occhiata di fuoco da parte della più grande.

“E Zira e il suo demone che ne pensano dell’avere un bambino?”

“Di avere un figlio loro? Non ne ho idea, non so nemmeno come riuscirebbero a procrearne uno…”

“Jessica, non...”

“Né chi dei due lo partorirebbe e soprattutto come… anche se non so perché, ma ci vedo più Zira come madre,”

“Jessica…”

“E poi ce lo vedi Crowley? A rinunciare all’alcol per nove mesi? Oh, beh , forse nemmeno Zira farebbe salti di gioia a riguardo...”

“Jess!” si impone Trish e stavolta ottiene l’attenzione della sorella. “Non intendevo fra di loro, ma che ne pensano della decisione tua e di Killgrave!” chiarisce Patricia, con una pazienza che non sapeva nemmeno di possedere.

“Ah. Beh, come dire… loro non lo sanno ancora!” sfodera il suo più innocente sorriso la mora.

“Quando Crowley ha saputo che mi vedevo con Jessica ha fatto crollare la suite dove stavo allora, letteralmente, ma magari questa notizia la prenderà con un po’ più di leggerezza!” interviene Kevin, rientrato dal lavoro proprio in quel momento.

“Ciao, amore!” gli va incontro Jessica, scoccandogli un bacio veloce.

“Ewww, siete smielati, e anche ingiusti… non ho un ragazzo da troppo tempo!” sospira l’attrice.

“Vuoi che ti presenti qualcuno? Ho dei colleghi piuttosto avvenenti che farebbero carte false per uscire con te,” si offre Kevin.

“Non ho bisogno della tua carità!” gli abbaia contro la bionda.

Il persuasore preferisce ignorare la sua acidità.

“Jessica, ho affrontato un’intera seduta con le mie sole capacità umane, niente super poteri e il mio paziente è in via di guarigione. Crowley di certo no, ma tu forse sarai fiera di me,”

“Oh sì, lo sono tantissimo,” lo abbraccia lei. “Se vuoi per pareggiare i conti coi report uso la mia super forza per un piccolo atto vandalico?” gli propone con aria furbetta.

“Lo vedi perché ti amo così tanto?” le sorride estasiato lui.

 

Vorrebbe baciarla di nuovo, ma poi si ricorda della presenza della sua quasi-cognata.

“Allora, Patsy, Jessica te le ha raccontate le novità?” le rivolge di nuovo la parola, stringendo la fidanzata a sé. “A proposito, tesoro, credo di aver trovato un pavone viola per la stanza del bebè!” le annuncia fiero.

“Non ci credo.. tu ti metti addirittura ad allestire già la stanza?” lo guarda stranita Trish.

“Oh, fidati,  lui è anche più esaltato di me alla sola idea!” le spiega Jessica.

“Patsy, non sei contenta per noi?” si acciglia il persuasore.

“Non sto dicendo questo, solo che… mi sembra un po’ prematuro, ecco. Non serve che…” borbotta lei.

“Beh, così non va bene, Patsy, devi mostrarci un po’ più di supporto!”

A quelle parole di Killgrave, Patricia sembra accendersi di un immotivato entusiasmo e un sorriso radioso le attraversa il volto.

“Trovo che la vostra sia un’idea fantastica, non vedo l’ora di essere zia e mi proclamo fin da ora la sua baby sitter ufficiale.”

“Killgrave!” sbotta Jessica, con il suo più autoritario tono di rimprovero.

“Scusa, amore, mi è scivolato.” alza le mani lui, con aria innocente, prima di porre rimedio.

“Sì, certo. Se continui così, un giorno potresti scivolare tu... dal cornicione di un grattacielo.” è la non troppo velata minaccia della detective.

Tuttavia, Killgrave non si fa affatto intimorire.

“Forse, ma tu ti getteresti in mio soccorso per salvarmi. Mi ami troppo, mio prode Cavaliere!”

La sua è una constatazione, non un comando.

La guarda con aria provocatoria e quando lei cede, sorridendo, lui la bacia.

“Okay, Principessa in pericolo, ora però .... risistema mia sorella!” si raccomanda Jessica.

“Patsy, torna pure a pensarla come vuoi.” la libera dal suo influsso lui.

E Trish torna subito in sé.

“Per me state avendo una fretta sconsiderata, ma fate quello che volete. Jess, sai che ti sosterrò sempre,” la rincuora la più piccola, ma prima di avviarsi alla porta principale torna sui suoi passi in direzione dello psicologo.

“Giusto così… per curiosità, quanto avvenenti sarebbero i tuoi colleghi?”

Kevin e Jessica sorridono.

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           New York, Maspeth, 455 74th Street, 26 Oct 2006


“Spero per te che sia un’emergenza!” esordisce Crowley, comparendo non appena Kevin ha finito di invocarlo. “Azi e io stavamo per mettere in pratica i consigli di un libro interessantisssssimo!” sibila, per dare maggior enfasi alla cosa.

“Non ti tratterrò a lungo, così poi riprendi tutta la rassegna di posizioni per far l’amore col tuo angelo…” gli promette il suo assistito.

Crowley sgrana così tanto i suoi occhi di giada che gli si spostano le lenti scure.

“NGK! No, non cosssìììì interessante… mi riferivo a un libro di consigli per le piante d’appartamento!” precisa, risistemandosi gli occhiali sul naso.

Kevin lo scruta con una notevole diffidenza.

“Siamo certi che tu sia un demone?”

“Non mi degno nemmeno di risponderti!” borbotta l’altro, piccato. “Piuttosto, perché hai un ombrello se siamo in casa?” gli chiede, notando finalmente quell’insolito particolare.

“Perché ricordo bene come reagisci quando non gradisci qualcosa,” spiega lui, sistemandosi meglio l’ombrello sulla testa.

Un ombrello viola, ovviamente.

“Sentiamo, cosa dovresti dirmi?”

 “Io e Jessica vogliamo avere un bambino e ci stiamo provando da qualche settimana!” spiattella la verità piuttosto velocemente, coprendosi con l’ombrello meglio che può .
 

Tuttavia, non sente il benché minimo tremolio e sollevando lo sguardo si accorge che la casa è ancora integra.

“Tutto qui? Perché una cosa del genere dovrebbe farmi incazzare? Siete esseri umani molto giovani con un’attività sessuale molto intensa… è normale che prima o poi succeda, solo non pensavo così presto!” fa spallucce il demone.

Kevin ripone l’ombrello, sollevato dallo scampato pericolo.

“E pensi che anche Aziraphale reagirà bene?”

“Farà incetta dei più bei libri di fiabe per leggerglieli quando sarà più grande,” si intenerisce il demone.  “E comunque semmai mi fa incazzare il fatto che mi hai disturbato per dirmi qualcosa che avresti potuto benissimo dirmi in un altro momento!” ringhia.

“Ma aspetta, ho anche altro da dirti, questo di sicuro ti farà piacere saperlo…” preannuncia Kevin con aria furbetta.

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                           London, Mayfair, Hill Street, 26 Oct 2006

Mentre Crowley è impegnato a chiacchierare con il suo assistito, un certo angelo gironzola indisturbato nel suo appartamento.
Con il permesso del proprietario, ovviamente.

Si fida a tal punto da lasciarlo persino solo con le sue piante.

Quello che non può sapere è che con il tempo Aziraphale ha trovato un modo suo personale di soprannominarle, forse per creare più intimità fra loro.

“Molto bene Shakespeare, stai facendo delle nuove foglie, che bei fiori, Wilde, Milton, sei così rigogliosa.. Byron, ti dovresti raddrizzare un po’ di più,” cerca di sorreggere la pianta che sente un po’ il peso delle sue grandi e venate foglie.

Qualcosa di ancora più allarmante cattura l’attenzione di Aziraphale.

“Oh no, Baudelaire, è una macchia quella che vedo?” ispeziona la pianta, colpevole di presentare una macchiolina marrone su una delle foglie più esposte.

“Non dovrei, Baudie, ma abbiamo presente entrambi come si arrabbierebbe Crowley se ti vedesse..” e dicendolo schiocca le dita, restituendo alla foglia il suo vivido verde in ogni parte.

“Crowley non lo dovrà mai sapere,” fa l’occhiolino l’angelo verso quella pianta che se solo fosse dotata di parola lo ringrazierebbe.

 

“Non dovrei mai sapere cosa, angelo?” ricompare dal nulla Crowley, abbracciandolo da dietro.

“Che le tue piante sono le più belle di tutta Londra, ma che dico Londra? Di tutto il mondo,” trova un espediente credibile il biondo, voltandosi per baciarlo. “Non dovresti mai saperlo, perché, conoscendoti, ti monteresti un sacco la testa,” mormora scherzoso contro le sue labbra.

“Ho anche l’angelo più bello di tutto l’universo, ti sembra mi sia montato la testa anche per questo?” sorride il demone, prima di baciarlo voracemente.

“Caro non credere che in tua assenza io non abbia notato il laghetto artificiale. Non solo c’è ancora l’anatra che avevi soccorso… le hai pure trovato una compagna e hanno avuto tre anatroccoli!” sorride estasiato l’angelo.
 

Crowley non ci prova nemmeno a negare l’evidenza.

“E va bene, sì, angelo ficcanaso che non sei altro, non ce l’ho fatta a lasciare Jay McDuck così solo… così è arrivata Duckess … sai, un omaggio alla protagonista degli Aristogatti… ebbene sì, angelo, mi piace anche quel cartone, se mi devo sputtanare, che lo faccia fino in fondo. E prima che me lo chieda tu, gli anatroccoli li ho chiamati Huey Dewey e Louie, perché… le hai mai viste le avventure di quei paperi in TV? Dovrò farti avere una cultura a riguardo…”

Aziraphale per tutta risposta lo bacia con trasporto.

“Oh, Crowley, questo tuo lato tenero mi fa impazzire… se possibile, ti rende ancora più irresistibile e sexy!”

“Sapevo che era il crimine che pagasse, ma anche la tenerezza non scherza!” ridacchia il demone.

“Allora me lo racconti che ti ha detto Kevin? C’è da preoccuparsi?” gli domanda Aziraphale, separandosi da lui.

“L’unica cosa di cui dovremmo preoccuparci è che nel giro di qualche mese ci sarà in giro una mini versione sua o di Jessica.”

“Ooohhhhhhhhhhh!” squittisce felice l’angelo. “Vuoi dire che la mia dolce Jess sta già…”

“No, no, lo stanno solo programmando.”

“Sai già come lo o la chiameranno.. quando accadrà?”

“Ho tentato di estorcergli un Anthony se è maschio o Zira se è femmina, ma il mio assistito non sembrava granché convinto!” sbuffa Crowley. “Pensa che Kevin temeva gli buttassi giù la casa a quella notizia, magari dovresti rasserenare a riguardo la tua protetta anche tu.”

“Lo farò immediatamente.” annuncia l’angelo, ma Crowley lo blocca prima che possa schioccare le dita per scomparire.

“No, Kevin mi ha detto che è impegnata in un’indagine, meglio non disturbarla… e poi cos’è tutta questa fretta?” lo tira a sé. “Hai un compleanno umano e non me lo dici? Farò le cosssse in grande per te, angelo.” gli sussurra all’orecchio, infilandogli dentro la lingua, ora biforcuta, cosa che lo fa impazzire.

“Ohhh, quindi l’hai saputo…” geme Aziraphale abbracciato a lui.

“Sssììì e se penso a tutti quelli che non abbiamo fessssteggiato.”

“Oh, ma ho cominciato a farlo solo da quando ho conosciuto le ragazze…”

“Non importa, sssono comunque ssstati importanti!”

“Perchè non te ne inventi uno anche tu allora?” gli propone il biondo.

“Sceglimelo tu, angelo.” lo sprona il rosso, stringendolo a sé.

“Ohhh, mi piace. Allora facciamo oggi, così posso festeggiarti da subito.” sfodera un sorriso furbetto l’angelo, prendendolo per mano e conducendolo alla camera da letto.

“Beh, mi piace come inizio di festeggiamenti,” sogghigna Crowley, sdraiandolo sul letto.

Nel tempo di uno schiocco di dita da parte dell’angelo entrambi sono nudi, inginocchiati uno di fronte all’altro con al centro una ciotola di cioccolata fondente fusa fumante.

Crowley lo guarda stupefatto e Aziraphale gli sfila gli occhiali per godersi il suo sguardo sorpreso al naturale.

“È appurato che ti piaccia il cioccolato, non è così, mio caro?” sorride l’angelo, baciandolo e intingendo la spatolina adiacente nella ciotola.

“Dì, la verità, angelo, tu questo lo stavi pianificando da tempo, non è così?”

“Beh, sì, aspettavo l’occasione giusta, solo che il nostro anniversario è ancora così lontano, Natale non ti piace, San Valentino è troppo un clichè… cosa c’è di meglio di un compleanno?”

Soffia leggero sulla cioccolata raccolta e poi cosparge la spalla sinistra del demone e parte del suo petto.

Crowley freme a quel contatto inaspettato, caldo, ma non ustionante.

“Angelo, ti ricordo che bazzico fra le fiamme dell’Inferno come niente, non serve che tu… NGK!” si azzittisce da solo, non appena Aziraphale provvede a ripulirlo dal cioccolato con baci, leccate, succhiotti e qualche morso.

“E tu puoi fare la stessa cosa a me,” gli spiega l’angelo ripetendo il procedimento, stavolta attorno al suo ombelico, punto per cui Crowley gli ha mostrato più e più volte di avere una predilezione.

La salivazione del demone va a zero, mentre guarda il suo angelo sdraiarsi con fare lascivo sul letto, invitandolo con lo sguardo, con una certa parte di lui che chiaramente dimostra di gradire la situazione che ha creato.

Probabilmente la prossima che verrà ricoperta di cioccolata.

“Buon compleanno, mio caro!”

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            Manhattan, 230 Fitfh, 230 Fifth Ave Corner 27th, 29 Nov 2006 

Diciannove anni si compiono una volta sola nella vita e Trish Walker vuole dimostrare al mondo come si festeggino a dovere.

Del resto un’attrice con la sua fama ha le risorse per farlo.

Ecco perché ha invitato almeno trecento persone che ora si stanno godendo la magnifica vista di Manhattan quando fanno capolino dai vari igloo bar allestiti sul terrazzo.

È pur sempre una notte di fine Novembre.

Tra gli invitati ovviamente ci sono anche Jessica e Kevin.

Nemmeno Aziraphale è voluto mancare a un evento così importante di quella che ormai considera una delle sue due figliocce, il che significa che anche Crowley lo ha seguito.

Inoltre è un’ottima occasione per rivedere i loro assistiti.

“Davvero Crowley ti ha portato a Parigi per il tuo compleanno?” chiede affascinata Jessica al suo guardiano.

“Proprio così, mia cara. Mi sveglio e me lo trovo davanti, vestito di tutto punto, bello anche più del solito, se possibile, che regge un completo per me, nuovo di zecca, color crema, in tartan. Mi fa cambiare e poi mi dice ‘Chiudi gli occhi,’ mi prende per mano… e un attimo dopo sto guardando la Tour Eiffel,” comincia il resoconto Aziraphale, tutto emozionato al ricordo. “Facciamo colazione nella creperia più prestigiosa della città, addirittura sopporta di accompagnarmi a visitare il Louvre, è stato proprio impeccabile!”

“Poi di notte al Louvre ci siamo tornati, per far l’amore nascosti da tutti, col rischio di venire scoperti!” aggiunge Crowley, con aria fiera. “Le cose vanno raccontate per bene, angelo!”

“Oh beh, suppongo che anche quello fosse parte del mio regalo!” gongola Aziraphale.

“Beh, se invece volete sapere dove l’ho portata io per il suo compleanno… basta che guardate là!” spiega ai loro guardiani Kevin, indicando con il dito verso l’Empire State Building.

Jessica lo guarda in malo modo.

“Che c’è, amore? Ormai glielo possiamo anche dire… Jess non è stata per tutto il tempo a quella deprimente festa che gli avevate organizzato tu e Patsy!” rincara la dose il persuasore, rivolto all’angelo.

“Hey!” si offende lui, ma cambia umore all’istante. “Però...com’è romantico!”

“Già,” si tranquillizza anche Jessica, stringendo il suo ragazzo a sé. “E quella notte gli ho chiesto di far l’amore per la prima volta!”

“Jess!” si imbarazza Kevin.

“Le cose vanno raccontate per bene,” cita le parole precedenti del demone la ragazza.

A volte tutti e quattro si chiedono se abbiano fatto davvero i corretti abbinamenti.

“Chi di sicuro farà grandi cose stasera è Patsy, hai visto com’è andata bene l’uscita che le ho organizzato con Jimmy? Non si sono più persi di vista!” commenta sornione il persuasore, mentre lui e Jessica la osservano ballare in modo molto sensuale col collega di Kevin, un aitante biondo, con gli occhi azzurri e il fisico di un surfista californiano.

“Non lo so se mi convincono come coppia… insomma, lui ha già ventisette anni,” borbotta Jessica, che si sente molto protettiva verso la sorella.

“Disse la ragazzina che se la intende con i trentenni!” ridacchia Kevin, abbracciandola da dietro.

“A chi hai detto ‘ragazzina’?” lo guarda con una falsa aria minacciosa lei, prima che lui la baci.

“E poi non hai nulla di che preoccuparti, Jimmy è un tipo a posto, è uno psicologo dell'infanzia, nei casi più disperati mi chiede una mano per … calmarli un po’.” le spiega.

“Lui sa che tu…?” gli chiede perplessa lei.

“Naaah, crede solo che ci sappia fare coi marmocchi!” le strappa un sorriso lui.

“Beh, Kevin, quando sarà il momento, con uno dovrai saperci fare per forza.” mormora lei, con aria sognante.

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                              New York, Maspeth, 455 74th Street, 30 Dic 2006

“Niente, niente e ancora niente!” getta l’ennesimo test di gravidanza, frustrata. “Questa volta ero davvero convinta … quei due giorni di ritardo, invece…è più difficile di quel che sembra!” si demoralizza.

Trish è lì con lei, nel bagno della detective.

“Jess, alla fine sono giusto tre mesi o poco più che ci stai provando, è normale che non accada subito… Puoi fare tutti i calcoli che vuoi, ma devi anche avere un po’ di pazienza.”

“Calcoli? Quali calcoli?” si acciglia la mora.

“Beh sai, i giorni giusti per farlo…” la guarda confusa Trish.

“Ogni volta che mi va non è un buon parametro di riferimento?” domanda l’altra, con spiccata ingenuità.

“Oh mio dio, Jess, hai bisogno di un corso accelerato sull’argomento, ma io non credo di essere la persona più indicata… lascia passare queste feste e poi ti fisserò un appuntamento con la mia ginecologa.. qualcosa mi dice che non ne hai una, vero?”
 

“Sai, pensavo che con la super forza e tutto quanto non avessi più bisogno di molta… manutenzione!” scrolla le spalle la detective.

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Le feste passano e a metà Gennaio, ricca di preziosissime nuove nozioni, Jessica fa scorta presso la farmacia più vicina di tutto quello che le può servire: termometro per la temperatura basale, quaderni pre impostati per appuntare informazioni sull’ovulazione, test per controllare il livello di ovulazione e qualche libro per approfondire l’argomento.

“Ora sì che le cose cambieranno.” promette a se stessa.
                 
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Queens, NY, Rockaway Beach Dr 108-110, The Rockay Hotel  19 Jun 2007

  Il Dottor Thompson si alza dalla chaise longue a bordo piscina dove ha tenuto la seduta del suo facoltoso paziente, affetto da schizofrenia.

“Molto bene, Signor Spencer, per oggi abbiamo finito.” conclude il suo primo lavoro, prima di cominciare il secondo. “Scelga pure con quale personalità farlo e poi vada a dar sfogo al suo peccato mortale preferito, tranne Uccidere però, quello darebbe un po’ troppi problemi.” gli ordina, seppur con coscienziosità.

Il paziente si allontana un po’ confuso, ma pronto a eseguire il comando.

Tuttavia Kevin si rende ben presto conto di non essere solo come sperava.

“Ma siamo certi che tu lavori? No perchè sembreresti più in vacanza, ti manca solo una camicia hawaiana e un cocktail dentro una noce di cocco da sorseggiare!” esordisce con l’irriverenza di sempre una voce che ben conosce.

Kevin si volta truce verso Crowley, che per la cronaca se ne sta spaparanzato su un’altra delle chaise longue, a far finta di abbronzarsi con uno dei cocktail da lui descritti nella sua mano.

Non che ci sia un bar che li serva nei paraggi, ma del resto solo il suo assistito lo può vedere.

“Per tua informazione, io lavoro eccome… anche se avrei tanto bisogno di una vacanza!” borbotta lo psicologo, rimettendosi a sedere.

“Lo vedo che sei stressato, manca un po’ di fantasia, quel comando che hai dato prima a quell’uomo, così vago… non è da te, di solito vai dritto al punto,” osserva il demone. 

“E tu? Si può sapere che ci fai qui? Non hai nulla di meglio da fare che osservarmi in azione?” alza gli occhi l’umano.
 

“Da Azi c’è Gabriel, per discutere di alcuni report, non è prudente che resti nelle vicinanze quando succede,” fa spallucce Crowley. “A proposito di capi, se vuoi ci metto io una buona, anzi una cattiva parola con Belzebù, così tu e Jessica potete concedervi una vacanza.”

“Non hai capito… io la vacanza la vorrei da Jessica!” lo sorprende con la sua risposta Kevin.

“Uh?” lo guarda stranito Crowley.

“Sia chiaro, io la amo davvero tanto, ma in questi mesi è diventata un incubo, è ossessionata dal rimanere incinta a tutti i costi ed è sempre più frustrata perché non ci riesce. Abbiamo fatto le visite, sia lei che io ed è tutto a posto , ma lei non mi crede, è convinta che io abbia usato i miei poteri per farle dire dai medici quello che voleva sentirsi dire.” comincia il suo sfogo Kevin.

 

Crowley posa il suo cocktail a terra e si mette a sedere, per poterlo affrontare meglio.

“Ed è così?” lo scruta.

“Cazzo no. Non le farei mai una cosa del genere. Va davvero tutto bene, è solo questione di tempo, ma lei sembra non voler aspettare, a volte non la riconosco. Poi ci sono dei momenti in cui incolpa i nostri poteri, pensa che forse hanno danneggiato qualche caratteristica umana… quindi sì, ci sono giorni in cui ce l’ha a morte anche con Aziraphale,” lo informa Kevin. “Una sera mi ha implorato che usassi i miei poteri su di lei, ordinandole di rimanere incinta… cosa che ovviamente non ho fatto… e non mi ha parlato per tre giorni!” borbotta lui.

“Dannazione, si è proprio fissata con questa storia!”

“Sì, non ne hai idea, come non puoi immaginare la quantità spropositata di sesso che facciamo a ogni ora del giorno o della notte!”

“E hai pure il coraggio di lamentarti?”

“Fidati, non è eccitante come sembra, non con Jessica che nel mentre mi parla di temperature basali, ovulazione e cicli lunari!”

“NGK! In effetti no… rovina decisamente l’atmosfera.”

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               Time Square, NY 701 7th Ave 20, Paradise Club, 25 Aug 2007

“Perché mai darci appuntamento a un posto che si chiama Paradise?” storce il naso Hastur, quando insieme a Ligur, si trova all’entrata del luogo concordato da Michael e Sandalphon.

“Oh andiamo, non fare tutte quelle storie, è un nome come un altro!” taglia corto Michael. “Entriamo!” decide per tutti.

“E poi vedete? All’interno le luci sono rosse, è molto più simile alle vostre parti che alle nostre,” fa notare Sandalphon mentre prendono posto a un tavolo.

“In effetti sì, okay, possiamo considerarlo un compromesso!” grugnisce Ligur.

Un cameriere nota i nuovi avventori e si affretta a prendere le loro ordinazioni.

“Una birra nera, una rossa e … immagino due acque naturali,” sceglie per tutti Ligur, lanciando uno sguardo di derisione agli odiati arcangeli.

“Esatto, ma naturali e a temperatura ambiente, grazie.” si affretta a precisare Michael.

Il cameriere li guarda annoiato, con aria di sufficienza, poi se ne va.

“Ohh, che botta di vita!” li sbeffeggia Hastur.

“Preferivi che la portassi benedetta con il rischio che me ne scivolasse un po’ verso di voi?” ribatte mordace Michael.

“Non vogliamo inzozzare questi templi corporei,” precisa Sandalphon. “Detesto quando siamo in missione fra gli umani.”

“Mai quanto lo detestiamo noi,” precisa Hastur. “Ma va fatto il punto della situazione.”

“Oh beh, io da qualche mese ho reso l’assistita di Aziraphale molto ossessionata dal concepimento,” racconta con una certa fierezza Michael. “Mi è bastato incrociarla appena uscita di casa, approcciarla con una scusa e farle un bel discorsetto convincente. Se l’assistito del vostro demone crede di essere l’unico con capacità di persuasione si sbaglia di grosso!” sogghigna l’arcangelo.

“Ben fatto… o mal fatto, non so mai come si dice!” brontola Hastur.

“Ora non ci resta che aspettare, l'Armageddon è ogni giorno più vicino.” si compiace Ligur.

“Io continuo a essere contrario a tutti questi rapporti prematrimoniali… ma faccio un’eccezione per la causa.” borbotta Sandalphon.

“Mio buon collega, i tempi ormai sono cambiati, ben pochi esemplari di umani si attengono ancora a quel principio,” gli spiega Michael.

“Ci vorrebbe una nuova Sodoma e Gomorra, punire i traditori, insegnare un po’ di disciplina, preservar il timore divino,” sogna ad occhi aperti Sandalphon. “Queste le cose che piacciono a me!” canticchia uno dei motivetti più emblematici del suo musical preferito.

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                          New York, Maspeth, 455 74th Street, 15 Oct 2007

 

“Jessica, ti prego, non voglio imporlo come comando, però mi faresti felice se mi ascoltassi,” le va incontro Kevin, di ritorno dalla sua giornata lavorativa.

“Ti sto ascoltando…” lo guarda lei.

“Perché stanotte non facciamo l’amore, non per calcoli stressanti, temperature ottimali, posizioni più idonee…. ma senza pensare a nulla, se non a quanto ci vogliamo l’un l’altra, con la promessa di stare sempre insieme, qualsiasi cosa accada … o non accada?” le chiede, con la disperazione nel suo tono, prendendo il suo volto fra le mani.

Lei lo guarda in silenzio per un po’ e poi annuisce, spingendosi più contro di lui per un bacio che è solo il preludio della notte spensierata che li attende.




E qualche settimana dopo, una Jessica fuori di sé dalla gioia capisce che quella leggerezza è forse stato il fattore più vincente.

Quella sera stessa, lei attende che Kevin rientri dal lavoro e quando cenano insieme gli fa trovare sul piatto una scatolina di velluto.

Quando lui  la apre e vede al suo interno quel ciuccio argentato capisce tutto.

“Amore, ce l’abbiamo fatta!” gli butta le braccia al collo Jessica. “Sono incinta!”

--
TBC

 

Allora, che dire di questo capitolo?

Un sacco di cose.

Jessica vi potrà sembrare un po’ OOC ma è una cosa voluta, per far capire che fosse sotto l’influsso di quella str… ehmm stratega di Michael ecco ^^’

Quanto alla sua beata ingenuità riguardo ai consigli sul concepimento, ho fatto leva sulla sua giovane età, concedetemelo!

Duckess è n gioco di parole fra Duchess, Duchessa degli Aristogatti e Duck che è anatra … il kink che ho per Crowley e le anatre è forse parimerito a quello per Crowley e le piante XD anche se stavolta ho preferito farci interagire Azi, spero non vi sia dispiaciuto.

Quanto al nome degli anatroccoli, suvvia se non semino Easter Eggs non sono io XD

 

Scherzi a parte, vi informo che purtroppo questi momenti felici e spensierati stanno quasi per finire… io piango al pensiero di cosa dovrò scrivere, ma è necessario… comunque forse anche il prossimo capitolo non sarà ancora un’immane tragedia ^^’

Liberi di dirmi quello che più vi aggrada :)

alla prossima, per chi la segue, datemi qualche giorno e aggiornerò anche ‘Balance’

un abbraccione.


Lu



 
   
 
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