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Autore: Lucy_susan    15/04/2021    1 recensioni
Dal testo:
Un altro tonfo sordo si propaga lento attraverso il terreno umido della caverna. Un ringhio cupo e impercettibile riempie l'antro vuoto. Una luce giallastra si accende nelle profondità. Uno sbuffo rovente scalda l'aria gelida dell'entrata. Il corpo morente del mago non si muove, ma ha la consapevolezza di non essere solo in quel luogo sperduto.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Arriva il drago

Arriva il drago

Un grido si perde nella bufera trasportato lontano dal vento gelido che soffia da est.
Un corpo affossato nella neve si muove a malapena.
Il fruscio dei vestiti è ovattato dal manto candido che ricopre la montagna.
Il vento ulula nelle orecchie insensibili dell'uomo steso a terra, mentre le membra intorpidite cercano di ritrovare il calore.
Il freddo è tutto quello che riesce a percepire il mago nella neve.
I vestiti sono ormai impregnati di acqua che si sta lentamente congelando sotto le sferzate violente del vento.
Candidi fiocchi lo ricoprono leggeri mentre il respiro si affievolisce e il battito del cuore rallenta.
Il mondo si sta allontanando e la morte si avvicina lenta.

Un tonfo sordo scuote impercettibilmente il terreno sotto l'orecchio del morente.
Come risvegliato dal suono lontano, il corpo si irrigidisce: gli occhi si spalancano, le membra si tendono, il cuore batte veloce e il respiro riprende affannoso.
L'aria è così gelida che l'uomo fatica a tenere gli occhi aperti, ma questa volta non cede al sonno fedifrago.
Solleva il volto dal terreno per quanto il dolore al petto glielo possa permettere.
Il paesaggio intorno è bianco e indistinto, ma gli sembra di riconoscere una caverna davanti a lui. Non saprebbe indicarne la distanza, ma decide comunque di provare.
Si osserva la gamba sanguinante e il petto che, sotto i vestiti pesanti, è livido e dolorante.
Punta il gomito che affonda nella neve e spinge col ginocchio sano strisciando avanti di qualche centimetro.
Le ferite gli annebbiano la vista, ma non può cedere.
Avanza lentamente alternando le braccia e utilizzando solo la gamba sana mentre il vento ulula il suo nome e gli sottrae ogni briciolo di forza vitale.
Ogni respiro è una pioggia di strali per i suoi polmoni. Ogni centimetro è una scia di sangue nella neve. Ogni movimento è una libbra in più di acqua che si aggiunge al peso dei suoi vestiti. La grotta si avvicina e sembra quasi un miraggio al povero mago che stremato si accascia all'entrata.
Il suono del vento sembra ora solo un grido lontano. La neve gelida che gli sferza la faccia sembra furiosa di non avere più un vivente su cui abbattersi. Il manto candido è tagliato a metà da una striscia di sangue che ormai ha smesso di uscire dalla ferita profonda inflittagli dalla freccia.
Il silenzio comincia a farsi strada dentro di lui interrotto soltanto dagli ansimi strozzati che si condensano a pochi millimetri dal suo volto contratto in una smorfia. Le membra bruciano per lo sforzo e rifiutano di muoversi oltre.
Le palpebre si fanno pesanti e la fioca luce che proviene dall'esterno si spegne lentamente insieme al mago.

Un altro tonfo sordo si propaga lento attraverso il terreno umido della caverna.
Un ringhio cupo e impercettibile riempie l'antro vuoto.
Una luce giallastra si accende nelle profondità.
Uno sbuffo rovente scalda l'aria gelida dell'entrata.
Il mago non si muove, ma ha la consapevolezza di non essere solo in quel luogo sperduto.
Il muso squamato della bestia più feroce conosciuta dall'uomo si affaccia alla luce scrutando il nuovo inquilino.
L'odore di sangue è talmente forte da far venire l'acquolina in bocca, ma la preda è troppo piccola e non ne varrebbe la pena.
Gli occhi dell'uomo si aprono un poco.
Il drago indietreggia colto sul fatto. Cerca di nascondersi nell'ombra, ma ormai è troppo tardi.
L'uomo non indietreggia spaventato come tutti, non si muove in modo spasmodico come gli altri esseri umani, ma sorride.
"Sono morto?" mormora come se davvero si aspettasse una risposta da una creatura così superiore.
Tende una mano verso il suo muso e il drago è indeciso se mangiargliela o inghiottirlo interamente e risparmiarlo di ulteriori sofferenze.
Fa una smorfia di dolore quando, per raggiungerlo, sforza troppo il suo costato malmesso.
La bestia apre la bocca per mangiarlo vivo, ma non può compiere l'azione perché l'uomo parla di nuovo.
"No, non sono morto" sospira tenendosi il petto e stringendo i denti. "Ma chiedo a voi, nobile drago, di farmi da compagno nel momento del trapasso: non c'è cosa peggiore che morire soli e abbandonati."
Nobile? Compagno?
Parole dimenticate se rivolte ad una bestia mangiauomini. Ma sono davvero questo, i draghi?
Lo sono diventati, ma non lo erano.
Immagini di tempi lontani invadono la mente della bestia corazzata che si accascia soverchiata dal mare di emozioni contrastanti.
Forse non l'avrebbe mangiato vivo, alla fine.
Forse sarebbero potuti diventare amici, come un tempo lo erano draghi e uomini.
Si accuccia nell'angolo opposto della caverna ascoltando il respiro del mago affievolirsi mentre, indeciso, sceglie se salvarlo o ucciderlo.



NdA:
Ciao amici lettori e lettrici, spero di trovarvi bene! Navigavo su internet ascoltando canzoni di videogiochi famosi giusto per ignorare la miriade di pensieri che mi attraversano la mente e mi sono imbattuta nella colonna sonora di Skyrim. Putroppo non ho mai avuto l'onore di giocarci, ma appena l'ho sentita il mio cervello ha cominciato a viaggiare fra terre inesplorate e campi di battaglia insaguinati fino a raggiungere questa desolata montagna. Non sapevo dove volevo andare a parare, ma potrebbe, forse, venirne fuori una storia di qualche capitolo.
Ditemi voi se vi piace o se non vi piace!
Vi aspetto nelle recensioni,
Lu_Sue;P

  
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