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Autore: witchakko    15/04/2021    0 recensioni
[YUKITENMA] fluff
Afflitto in solitudine da pensieri e considerazioni, Yuki si ritrova dinanzi l'ultima persona cui voleva ritrovarsi davanti: Tenma, il suo compagno di stanza, nonché la persona che meno sopporta della compagnia.
Genere: Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Gentilezza di primavera

La brezza primaverile fece percorrere un lieve brivido lungo la schiena del giovane, era intento nell’osservare la luna alta in cielo. Non si rese conto dello scorrere irrefrenabile del tempo, difatti varcò la soglia del balcone da più di un paio d’ore. Le voci dei coinquilini cessarono di sbraitare e caddero in un dolce riposo, ormai sembravano un ricordo lontano. L’unico suono che udiva era lo scroscio dei pensieri, monologhi su monologhi si accavallavano pur di ricevere l’agognata attenzione di Yuki. Non era suo solito rimuginare sul passato o, in generale, su avvenimenti negativi. Dietro di sé trascinava però un carico talmente pesante che piangere fu inevitabile, tentò di sfogarsi nel modo più silenzioso possibile, aggrappandosi alle braccia con forza.

Dei passi si avvicinarono con gentilezza a lui, e dal profumo non fu difficile capire si trattasse del suo compagno di stanza, l’ultima persona che avrebbe voluto vedere in quel momento. In fretta asciugò le lacrime dal viso stanco, improvvisò un’espressione neutrale dinanzi all’orizzonte oscuro e nostalgico.

“Non vieni a dormire?”, la sua voce sembrava sia provocatoria che preoccupata, fece aggrottare le sopracciglia a Yuki.

“Dopo. Cos’è, hai paura del buio? Mi sto solo esercitando per il prossimo spettacolo, ‘notte”, rispose come suo solito con del cinismo, la voce tremava lievemente. Detestava mostrarsi debole, pregò che non se ne fosse accorto e che tornasse in camera, eppure successe qualcosa che lo prese alla sprovvista. Tenma lo affiancò e osservò l’orizzonte insieme a lui, rimasero immobili e in silenzio per svariati minuti.

“Yuki.”

“Che c’è?”

“Perché non me ne parli?”, chiese tamburellando le dita sulla ringhiera in preda alla tensione. Fu raro vedere Tenma così cordiale, specie nei suoi confronti. Era ormai risaputo come i due bisticciavano con una facilità disarmante, non avevano mai affrontato discussioni serie o vagamente normali, difatti quella domanda scosse Yuki a tal punto da farlo balbettare.

“P-Perché dovrei? Scendi dal piedistallo, Signor So-Aiutare-Tutti: non sono affari che ti riguardano”, rispose freddo come quel vento che ancora accarezzava la sua pelle candida, si pentì di aver indossato quel leggero vestito in cotone. Nessuno ha mai voluto aiutarlo, era impossibile per lui prendere seriamente quelle parole sebbene sincere e genuine.

“Smettila per una volta! Dimmi, è successo qualcosa a scuola anche oggi?”

Non era raro che la gente prendesse in giro Yuki per il suo modo di vestire, d’altronde fu anche la ragione principale per il quale non frequentava nessuno. Abbassò lo sguardo e sfiorò il fiocco che legava il vestito dai colori delicati e rosei, prese a giocarci con le dita. “Forse”, rispose con occhi lucidi ed evitò il contatto visivo, difatti si voltò nella direzione opposta alla sua, “vado a letto, sono stanco”.

“Aspetta!”, Tenma lo richiamò afferrando il suo braccio freddo, dei brividi di freddo su quest’ultimo. Si sfilò in fretta la giacca di jeans e la porse Yuki, il volto completamente rosso. “Avanti, indossala o ti raffredderai…”

Fece come gli venne chiesto, sebbene la misura fosse il doppio della sua. Un dolce tepore lo pervase all’istante, e l’odore di Tenma era accogliente e rassicurante. Quelle cose, però, non avrebbe mai potuto dirle ad alta voce, fu già abbastanza strano pensarle.

“Non ti sta bene, per nulla. Anzi, ridammela, ti sta proprio malissimo”, affermò gonfiando un po’ le guance rosee, si avvicinò all’altro e sfiorò la giacca per riprenderla, ma l’amico strinse le braccia al petto con decisione. Osservava come calzava quel genere di abbigliamento su di lui e non si sentì sé stesso, eppure per qualche motivo desiderava indossarla ancora per un po’. “Preferisco di gran lunga quanto ti vesti con… insomma, in quel modo. Non dico che ti sta bene, intendo solo che avere uno stile diverso dagli altri non è male come credi.”

Yuki guardò l’amico con occhi increduli, poi scoppiò a ridere. Il suo sguardo si addolcì, le guance si riscaldarono in preda all’emozione. “E dirmi che la tua giacca non mi sta bene sarebbe il tuo modo per consolarmi? Certo che sei proprio stupido!”, rise a gran voce ancora una volta, si lasciò andare a tal punto che le lacrime che trattenne per minuti interi solcarono il volto, un sorriso sincero stregò totalmente Tenma, il quale arrossì maggiormente dall’imbarazzo.

“Ma che vuoi, cerco di farti stare meglio e tu mi prendi in giro. Non lo farò mai più, ho deciso.”

“Grazie, Tenma” sussurrò Yuki con voce gentile, mai ebbe l’occasione di udire neppure lontanamente cotanta dolcezza da parte sua. Si avvicinò all’altro e posò le labbra sulla guancia color peperone, stampò un bacio e si voltò, tornando finalmente in stanza mentre stringeva mani sulla giacca, come a volersi coprire ulteriormente. Tenma rimase in balcone immobile, era ancora immerso nel sorriso e negli occhi lucenti dell’altro. Si coprì il volto bollente con le mani e sospirò sonoramente, infine raggiunse l’altro in camera.
   
 
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