Film > Labyrinth
Segui la storia  |       
Autore: jarmione    15/04/2021    2 recensioni
Fairfarren
Aveva già sentito quella parola, o meglio, l'aveva letta nei suoi libri.
La si dice a qualcuno che deve affrontare un viaggio arduo.
Era un modo per dire “Che la sorte sia con te” oppure “Che la fortuna sia con te nel tuo cammino”
una parola dolce, con un significato molto profondo.
Perché Gliel'aveva detta?
Che mai poteva accadere, per dirle una cosa del genere?
Genere: Fantasy, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jareth, Nuovo personaggio, Sarah
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Perdonate il capitolo un po' lungo, ma non mi andava di dividerlo in due.

La descrizione dell'abito di Sarah (che viene nominato circa a metà) è opera di Fiore del deserto la quale, per mia stupidità e dimenticanza, non è stata ringraziata a dovere nel capitolo precedente.

Come sempre, vi suggerisco una sbirciatina alle sue storie che, sono sicura, vi piaceranno.

Un grazie anche a Trainzfan che mi fa da beta...e mi sopporta nella vita reale (poveretto, non lo invidio ihihihihih)

Buona lettura

 

 

 

Le strade della città erano deserte.

I goblin erano rintanati nelle loro case in vista di un temporale che era pronto a rovesci, tuoni, fulmini e saette.

Kal non negò che quel clima gli piaceva, ma non era il momento di fare il fenomeno e tramutarsi per correre sotto la pioggia.

Stava pattugliando le vie come ogni giorno, assicurandosi che tutto fosse al suo posto.

Che meraviglioso posto era quel regno.

I terreni erano sempre fertili, gli alberi rigogliosi e le mura che circondavano il labirinto sprizzavano magia solo a guardarle.

Persino il re era tanto amato e a Kal dispiaceva vederlo soffrire a causa di una sconfitta non prevista e di cui la vincitrice non era al corrente delle conseguenze.

Nessuno dei due aveva colpa, ma si facevano la guerra e si accusavano l'un l'altro della situazione in cui erano.

Gira e rigira, chi ne pagava le conseguenze era il popolo e il povero Kal.

Quest'ultimo era davvero fra l'incudine e il martello.

Jareth desiderava che usasse il pugno duro con Sarah mentre lei, che aveva un orgoglio smisurato, non cedeva e faceva resistenza.

Eppure, nonostante ciò, era sempre gentile con lui che, se non era per la sua particolarità, avrebbe fatto un pensierino su di lei.

Ma l'Underground non era sempre propenso ad accettare quelli come lui...forse nell'Aboveground sì, ma lì era molto difficile.

Sospirò e proseguì il suo giro fino a tornare sullo stradone principale.

Nel frattempo, il cielo aveva iniziato a far scappare qualche goccia e nel giro di poco la pioggia era cominciata.

Kal si tirò su il cappuccio e fece per tornare al castello, quando la sua attenzione fu richiamata da qualcosa.

Una figura grigia, offuscata dalla pioggia, non tanto distante da lui si stava avvicinando velocemente.

Gli ci volle qualche secondo per mettere a fuoco e notare che si trattava di un elfo, più precisamente un messaggero.

“Amdir, sei tu?” domandò Kal.

L'elfo si fermò a pochi passi da lui “Piacere di rivederti, Kal”

“Anche per me” insieme si spostarono verso il l'ingresso del castello e si misero sotto la volta per ripararsi dall'acqua.

“Dannazione, che pioggia” commentò Amdir “Quando comincia lo fa per bene” aggiunse, facendo sfuggire una risata a Kal.

“Non me ne parlare” disse quest'ultimo aggiungendo poi “Come mai da queste parti?”

“Ah, già” tirò fuori dalla borsa di pelle un rotolo di pergamena “Mi manda re Mihal, ho un messaggio per re Jareth” porse il rotolo a Kal “Dovrei consegnarglielo di persona, ma mi fido di te e sono sicuro che giungerà a destinazione”

“Contaci” ammiccò Kal “Sentì, la locanda del villaggio esterno ha delle stanze libere, fermati nel nostro regno stanotte”

Amdir rise “Così il tuo re mi può trucidare?”

“Spiritoso” lo ammonì Kal, ridendo anche lui “Di a Gerta, la proprietaria, che ti mando io così avrai la stanza migliore, e per il conto...non temere”

“Sei un amico, Kal” ringraziò l'elfo “Partirò domani mattina presto, spero di rivederti prima o poi”

“L'Underground è piccolo” rispose e lo lasciò andare.

Attese di vederlo scomparire fuori dalle mura, poi entrò a palazzo ed aprì la pergamena.

Lesse attentamente “Oh goblin”

 

*****

 

Recarsi al cospetto di re Mihal entro la prossima luna

per il gran ballo

Invito valido per il re di Goblin Jareth e la sua consorte

Regina di Goblin Sarah

 

“Porca banshee” mormorò Jareth

“E' esattamente quello che ho pensato anche io” commentò Kal “ma spero di essermi sbagliato”

Jareth fece un mezzo sorriso nervoso “Come ci si può sbagliare davanti all'evidenza?”

Il re iniziò a fare avanti e indietro nervosamente.

Se prima temeva l'arrivo di re Mihal per spodestarlo, adesso era terrorizzato che lo stesso scoprisse l'inganno.

E se l'avesse già scoperto?

Ma come?

Il povero “prelato” che aveva chiamato era un semplice fae della sua corte, che Jareth aveva rivestito del potere di unirli in matrimonio utilizzando una legge inesistente dell'Underground.

Questi era talmente stordito da non rendersi conto della bugia che gli era stata raccontata.

E se lo avesse scoperto e tradito? No, non era possibile.

Se Jareth e Sarah si fossero sposati davvero, lui avrebbe avvertito la magia scorrere dentro il suo corpo.

Se ne sarebbe accorto esclusivamente lui e nessun altro, quindi era scontato che re Mihal non avrebbe potuto scoprire l'inganno.

Però non si spiega perché re Mihal li avesse convocati per un ballo.

La sua testa era confusa e rimbombava di idee e pensieri di ogni genere.

Tutte le ipotesi erano buone e nulle allo stesso tempo.

“Mio sire, mi permettete un consiglio?” Jareth annuì, tanto peggio non poteva andare “E' probabile che stiamo facendo castelli in aria senza motivo” disse “io suggerirei di andare a questo ballo e vedere come si evolverà. Magari scopriamo che è semplicemente una festa e poi, se mi permettete ancora...” si avvicinò di qualche passo “...la prossima luna mi pare sia la festa del quadricentenario di re Mihal”

Jareth rabbrividì.

Quell'insulso gli stava talmente sull'anima che nemmeno si ricordava una festa semplice come il compleanno.

Kal aveva ragione, re Mihal festeggiava i suoi quattrocento anni.

Come aveva fatto ad arrivare a quell'età senza impazzire?

Jareth ne aveva appena duecentotrentasette e già voleva farla finita.

Sospirò, cercando di scrollare la tensione, poi si rivolse a Kal “Comunicalo alla regina e dille che non accetto negazioni o scuse di alcun genere”

“Mio signore...”

“Fa come ti ordino!” sbottò Jareth, costringendo Kal ad inchinarsi e poi scomparire dalla porta dietro al trono.

“La prossima luna...” mormorò Jareth fra sé e sé e fece un conto mentale.

Era fra cinque giorni.

 

*****

 

Sarah si portò le mani al volto.

Un ballo? E perché?

Non era intenzionata a rivedere quell'uomo per nessuna ragione.

E se ci fosse qualcosa sotto? Qualcosa di diverso dal ballo o dal compleanno dell'uomo?

Ma, soprattutto, perché aveva quelle brutte sensazioni?

La risposta era semplice, si chiamava coscienza sporca.

Non sapeva perché, ma era convinta che il gesto fatto a quel povero goblin l'aveva messa nei guai.

Kal le aveva detto che, vista l'importanza dell'evento e di chi invitava, sarebbe stato scortese non presentarsi e le aveva assicurato che sarebbe andato con loro.

Non era tranquilla, non era nemmeno intenzionata ad esserlo.

“Sarah, è solo un ballo” cercò di rassicurarla Kal “Nel nostro mondo sono normali queste ricorrenze in giorni di festa o in eventi particolari”

Sarah annuì e sorrise “Hai ragione, Kal” rispose “Sono una sciocca e mi preoccupo per nulla”

“Non preoccuparti” ammiccò e poi si avvicinò all'armadio “...permetti?”

Sarah annuì e Kal diede un paio di colpetti all'armadio, come se stesse bussando.

Pochi istanti dopo lo aprì “Io, fossi in te, indosserei questo e...” si avvicinò a Sarah e le tolse dai capelli il fermaglio “...così stai meglio”

 

*****

 

“Dove diamine si è cacciata!?” sbottò Jareth con impazienza, mentre attendeva all'ingresso l'arrivo di Sarah “Ha avuto cinque giorni per decidere!”

“La regina deve ancora abituarsi alle usanze del nostro mondo” intervenne Kal sistemandosi la manica della camicia perennemente nera e togliendo dei granelli di polvere dalla giacca blu di Jareth “Ma non temete, vostra altezza, sarà qui a breve”

“Me lo auguro per lei” borbottò Jareth, facendo poi congedare Kal.

Perché ci metteva così tanto? Nemmeno sua madre, quando vi erano quelle occasioni, ci metteva tutto quel tempo.

Fece un profondo respiro, maledicendo il giorno in cui aveva osato sfidarla.

Se solo si fosse fatto gli affari suoi...cercò di non pensarci, altrimenti avrebbe sbraitato.

Poco dopo fu costretto a girarsi, udendo dei passi frettolosi provenire dal corridoio degli alloggi.

Sarah stava avanzando di gran passo, per evitare di far attendere ulteriormente Jareth anche se, ammise, adorava farlo impazzire.

Considerava quel ritardo una piccola vendetta.

Jareth la osservò mentre si avvicinava e non poté non notare il suo aspetto, probabilmente c’era lo zampino di Kal.

L’abito di Sarah era lungo fin sotto i piedi, coprendoli completamente, dorato e rivestito da innumerevoli decorazioni cucite in rosso vermiglio.

Di comoda seta e dalla scollatura orizzontale frontale, dotata di una bellissima spilla in rubino a forma di stella a sei punte.

Il corpetto era sufficientemente stretto da poterle mettere in risalto le curve femminili, ma non per questo scomodo da non permetterle di respirare.

L’orlo della lunga gonna è riccamente decorato con i sopracitati ricami e copre parzialmente la sottoveste.

Ad aggiungere un altro tono principesco alla figura di Sarah, sono il diadema che le incornicia la fronte e un elegante anello al dito, fortemente abbinato alla bellissima spilla del décolleté.

Anche se stava avanzando con la stessa grazia di una semplice popolana, Jareth si ritrovò con le labbra socchiuse e gli occhi spalancati.

Quella ragazzina, tanto odiata e così tanto amata allo stesso tempo, non sembrava più una bambina intenta a giocare con i suoi costumi e le sue maschere.

Era lì, con un abito vero e dei più costosi, con l'aria di una vera regina e con l'aspetto di una persona più adulta di quello che era in realtà.

Rimase ancora più ammaliato quando le fu vicino e poté sentire il suo profumo di fiori d'arancio, abbinamento perfetto con il vestito e la sua personalità dolce e amara in contemporanea.

Jareth restò ammutolito per alcuni istanti, poi prese parola

“Era ora che tu arrivassi” disse, assumendo una posizione di superiorità “Non è cortese far attendere il proprio re e chi ti invita”

Se prima Sarah aveva un mezzo sorriso sulle labbra, dovuto al fatto che era riuscita a compiacere Jareth con il suo aspetto, ora aleggiava uno sguardo serio e fulminante.

“Forza, sbrigati” Jareth le indicò la porta e lei lo superò, ritrovandosi fuori.

Una carrozza, uguale a quelle viste nei libri e nei film, attendeva il loro arrivo.

Alla guida un maestoso cavallo nero, tutto imbrigliato d'argento e con l'aria di uno che voleva suicidarsi.

-Povero Kal- pensò Sarah -Non deve essere facile- non poté trattenere una risatina e si avvicinò.

In una delle loro passeggiate nei giardini del castello, Kal le aveva mostrato la sua forma animale e le aveva spiegato che grazie al medaglione lei poteva sentirlo e capire quello che diceva anche in forma animale.

Jareth, che non lo possedeva più, aveva smesso di sentirlo.

“Ti hanno sistemato bene” disse sarcastica, ricevendo un nitrito di disapprovazione “Ti preferisco uomo, comunque”

A chi lo dici” gli rispose Kal “Uno di quei dannati goblin mi è saltato sulla schiena” e cercò di indicarle un impronta di terra sulla zona natiche.

Sarah rise e lo aiutò a ripulirsi “Ora va meglio?”

Meglio, ma voglio finirla alla svelta” sbuffò e poi la guardo “Sei splendida”

“Grazie, Kal”

“Sarah, vedi di sbrigarti” l'ammonì Jareth, obbligandola a salire sulla carrozza e ordinando a Kal di muoversi.

Si ritrovò seduta sul sedile davanti a quello di Jareth, che faceva di tutto per non guardarla e ignorarla, sentendosi a disagio.

Non si accorse di avere lo sguardo basso e di essersi ingobbita come a cercare protezione.

Non vi era nemmeno una piccola finestra da cui poter osservare il paesaggio.

Lo considerò il viaggio più lungo della sua vita anche se, a occhio e croce, era durato a malapena un paio di ore.

Quando Kal li aveva avvisati di essere finalmente arrivati, Sarah notò che Jareth aveva iniziato ad innervosirsi.

Muoveva un piede velocemente e tamburellava le dita della mano destra sul sedile di pelle bordeaux.

Non era arrabbiato era...preoccupato.

-Il re di goblin preoccupato?- si domandò Sarah, incuriosita, -non è da lui-

Non c'erano labirinti che reclamavano regine e non c'erano pericoli imminenti.

Era solo un ballo per festeggiare i quattrocento anni del re degli elfi.

Jareth non era in quello stato quando avevano fatto il gran ballo al loro finto matrimonio.

I suoi pensieri furono interrotti dalla voce di Jareth “Vedi di mantenere un comportamento degno di una regina” le disse “E resta il più possibile lontano da re Mihal, non gli parlare e non aprire bocca”

Sarah lo guardò con aria di sfida “Temi che possa farti sfigurare?” domandò, incrociando le braccia al petto “Non temere, ci pensa già la tua faccia a farlo”

Jareth fece per alzare una mano, ma Sarah lo fermò

“Se lo fai, urlerò così forte che ti verrà in mente di auto esiliarti nella gora dell'eterno fetore”

Jareth preferì tacere e attese che Kal si fermasse.

Il re scese dalla carrozza e, per mantenere le apparenze, aiutò la sua regina a raggiungere il suolo e poi si rivolse a Kal.

“Vai pure, Kal” gli disse “E appena puoi raggiungici”

Kal fece un cenno col capo, poi si rivolse a Sarah

Fairfarren, Sarah” e andò a parcheggiare la carrozza.

Fairfarren.

Aveva già sentito quella parola, o meglio, l'aveva letta nei suoi libri.

La si dice a qualcuno che deve affrontare un viaggio arduo.

Era un modo per dire “Che la sorte sia con te” oppure “Che la fortuna sia con te nel tuo cammino”

Una parola dolce, con un significato molto profondo.

Perché gliel'aveva detta?

Che mai poteva accadere, per dirle una cosa del genere?

Scosse la testa, probabilmente si stava facendo fantasie inesistenti per via del nervoso.

Decise di non badarci e seguì Jareth.

 

*****

 

La sala da ballo di re Mihal era simile a quella del castello di Goblin, solo molto più ampia.

Sarah si aspettava di trovare un regno totalmente diverso da quello che in realtà le si era presentato davanti.

Pensava di vedere qualcosa in stile Signore degli anelli, invece era un regno semplice come quello di Jareth.

Solo gli elfi erano come li aveva immaginati.

Entrarono sotto braccio, Sarah cercò di sfoggiare il suo miglior sorriso e cercò anche di trattenere la voglia di pestare un piede a Jareth per il solo e puro gusto di farlo.

Notò che i regnanti degli altri labirinti erano già presenti e si inchinavano al loro passaggio.

“Jareth!” la voce della regina Elbereth alle loro spalle li obbligò a voltarsi, con somma gioia di Sarah che non vedeva l'ora di mollare Jareth e fare qualcosa di diverso dallo stargli accanto.

“Ben trovata, madre” salutò Jareth con un baciamano

“Sono lieta di rivederla, regina Elbereth” salutò Sarah con una riverenza, lasciando Jareth stupito.

Sapeva proprio come comportarsi, cosa assai rara negli umani.

“Meno male che siete venuti, non ci speravo più”

“Beh, madre, purtroppo abbiamo avuto un piccolo intoppo e...”

“La colpa è mia, regina Elbereth” intervenne Sarah “Per esigenze del regno ho dovuto tardare la nostra partenza, infatti sarà mia premura porgere le dovuto scuse al sovrano per averlo fatto attendere”

Jareth cercò di non ridere, era una scusa bella e buona ed era evidente che Sarah stesse sfoggiando tutta a sua passione teatrale e le frasi lette o sentite nei libri.

Ne rimase, comunque, molto compiaciuto.

“Mia cara, non devi mai scusarti quando si tratta di esigenze di regno” spiegò la regina Elbereth, prendendo Sarah sottobraccio “Ora, mentre il caro re Jareth andrà a parlare con il sovrano, io e te andiamo a parlare altrove”

Sarah deglutì, ma acconsentì e, mentre si incamminava, cedette all'istinto e pestò un piede e Jareth che, cercando di mantenere la sua compostezza, trattenne un ringhio rabbioso e maledisse mentalmente la ragazza.

La regina Elbereth la portò al centro del salone ed insieme si misero a danzare a ritmo di una musica allegra.

Sarah si sentì in imbarazzo, ma vide che tante altre donne danzavano fra di loro per divertimento e, quindi, cercò di essere allegra come tutti gli altri.

“Mia cara, sei splendida” disse la regina Elbereth “Scommetto che è stato Kal a suggerirtelo”

“Infatti” confermò Sarah, volteggiando

“Ho ottimi gusti quel ragazzo” continuò la regina “Approposito, non è venuto con voi?”

“Sarà qui attorno, maestà” Sarah iniziò a cercarlo con lo sguardo e tirò un sospiro di sollievo quando lo vide accanto a Jareth, che attendeva il suo turno per parlare con re Mihal.

Osservando meglio, rimase attratta da un gruppo di guardie reali che circondavano una donna vestita interamente di bianco.

I capelli del medesimo colore e la pelle diafana su cui risaltava il solo rossetto color rubino.

Sembrava un angelo caduto dal cielo e sorrideva con dolcezza a tutti, compreso re Mihal.

Salutò Jareth e Kal, che ricambiarono con un inchino e un baciamano.

Accanto alla donna vi era una dama di compagnia, che sembrava conoscere molto bene Kal, il cui naso molto lungo e la testa lievemente più grossa, spiccavano più dell'aspetto angelico dell'altra donna.

“Sottomondiani” disse la regina Elbereth, attirando l'attenzione di Sarah “Oltre all'Undergroud esiste anche il Sottomondo dove, credimi, sono tutti matti” ridacchiò “Quella è la regina Mirana, la più dolce e saggia regina che io abbia mai conosciuto e...” si avvicinò all'orecchio di Sarah “...se la sua dama di compagnia ti incuriosisce, dovresti vedere la sorella della regina Mirana, quella è anche peggio con il testone”

Sarah non poteva immaginare che testa avesse la sorella della regina Mirana, ma non riuscì a non ridere.

Finita la musica, la regina Elbereth e Sarah si scambiarono delle riverenze.

“È stato un onore danzare con lei, regina Sarah”

“L'onore è stato mio, regina Elbereth”

La donna ammiccò e lasciò Sarah per recarsi da re Mihal.

Quasi subito venne circondata dagli altri regnanti, che tentarono di coinvolgerla nelle loro conversazioni.

Cercò con lo sguardo Kal, ma era ancora intento a conversare con la dama di compagnia della regina Mirana.

Provò con Jareth, ma anche lui era intento a parlare con re Mihal.

 

*****

 

“Non mi aspettavo di vederti” disse re Mihal.

“Come avrei potuto mancare?” rispose Jareth, con evidente tono sarcastico.

“Jareth, bada a te o io...”

“Cosa?” domandò Jareth, zittendolo “Verrò esiliato? Verrò mandato via dal mio regno? Mi spiace dirtelo...” gli diede del tu e sottolineò bene l'ultima parola, facendo capire a re Mihal che ora erano di nuovo alla pari “...ma non puoi farlo” poi aggiunse “Volevi che sposassi la regina del mio regno? L'ho fatto, quindi non vedo cosa tu possa farmi”

Re Mihal non si scompose.

Teneva le mani dietro la schiena ostentando il suo petto, rigorosamente corazzato con un'armatura dorata.

Un pomposo pallone gonfiato, come amava definirlo Jareth.

“Permettimi di porti una domanda, Jareth” attese il consenso del re di Goblin e proseguì “Sei innamorato della tua regina?”

La domanda lo colse di sorpresa.

Sarah era una ragazza indomabile e odiosa e se avesse potuto l'avrebbe gettata nella gora dell'eterno fetore a vita.

Non poteva dire di amarla, ma non poteva negare che le parole rivoltole durante la sfida erano vere.

Lui qualcosa la provava ancora per lei, ma la sconfitta e l'umiliazione subita erano stati tali da renderlo cieco e fargli mettere in secondo piano i suoi veri sentimenti.

Lei era lì, indifesa, che cercava di destreggiarsi al meglio per non sfigurare o farlo sfigurare.

Dopo tutto quello che lui le aveva fatto, lei cercava di compiacerlo.

 

Non hai che da temermi, amarmi, fare ciò che io ti dico e mi renderai tuo schiavo

 

Era tutto chiaro all'epoca ed era così anche adesso, ma non andava tutto secondo i suoi piani e intanto l'odio cresceva.

Sospirò e quasi non si rese conto di essersi lasciato scappare un “Sì” in risposta alla domanda ricevuta.

“E sei tu, Jareth, disposto a fare qualsiasi cosa per la tua regina?”

A quella domanda, Jareth si insospettì.

Era normale domandare ad un altro re o regina se amasse il coniuge, visto che molti matrimoni erano combinati e, spesso e volentieri, i due sovrani non si amavano ma bensì si tolleravano.

Chiedere se lui fosse disposto a fare qualunque cosa per Sarah era un po' troppo.

Aveva avuto sin dall'inizio il sospetto che quella festa era solo una scusa e, a quanto pareva, non si era sbagliato.

“Ho tollerato la prima domanda, perché era lecita” rispose Jareth “Ma quello che io sono disposto a fare per la mia regina non lo ritengo affar tuo”

“Qui tutto è affare mio, Jareth” si chinò appena, quel tanto che bastava per non farsi sentire da nessun altro all'infuori di Jareth “Specie le menzogne”

Jareth lo guardò accigliato, ma non fece in tempo a rispondere.

Re Mihal si rimise composto e alzò un braccio in alto.

Schioccò le dita e si udì un sonoro CRACK.

Uno dei lampadari del salone posto sopra a Sarah, che si era isolata dagli altri regnanti, iniziò a muoversi e si staccò dal soffitto.

Qualche grido di spavento, qualche “oh” di stupore, restava il fatto che Sarah era esattamente sotto.

Neanche il tempo di realizzare e si ritrovò a terra a pochi metri dal lampadario.

Avvertì un dolore al braccio, ma non sembrava esserselo rotto e in più c'era Jareth, sopra di lei, che le faceva scudo.

La guardava dritto negli occhi, preoccupato.

Nella sala, era calato un silenzio glaciale.

Jareth si ricompose subito e aiutò Sarah ad alzarsi.

“Jareth!” la regina Elbereth, insieme a Kal, andò in loro soccorso e, dopo essersi assicurata che stessero bene, non riuscì a non chiederlo “Jareth, che cosa hai fatto?” domandò la donna che, purtroppo, aveva intuito qualcosa.

“Mi dispiace, madre, ho dovuto”

Sarah non stava capendo niente e si limitò ad abbassare lo sguardo.

“Lo avete visto tutti!” esclamò re Mihal, facendosi sentire da tutti i presenti “Ha violato la nostra legge!”

Sarah realizzò.

Re Mihal aveva scoperto del finto matrimonio e lo stava sbandierando a tutti.

“Ha obbligato l'umana a dichiarare fedeltà al labirinto per evitare le maldicenze e dato che lei lo ha rifiutato ancora, l'ha costretta a sposarlo per rimanere a capo del regno!” tutti i presenti ascoltavano scandalizzati quella storia “Il problema, è che quel matrimonio non è mai stato valido e questa è la dimostrazione!” poi aggiunse “Non possiede più la magia, avrebbe potuto fermare tutto con un solo movimento della mano e invece ha deciso di rischiare la vita!”

Jareth fece cenno a Sarah di restare in disparte e si avvicinò al cospetto di re Mihal “Prima di infangare il mio nome e quello della mia regina, vorrei che tu iniziassi a guardare te stesso!”

E di nuovo i presenti rimasero senza parole.

Jareth cercò di prendere tempo e proseguì a gran voce “Quest'uomo è stato costretto a sposare la regina Elbereth perché il suo regno iniziava a reclamarla come regina e lei, pur di non abbandonarlo nell'oblio ha accettato il matrimonio e poi lui l'ha costretta ad abdicare in suo favore, così che il regno non reclamasse più una regina e lui potesse restare al comando con tutti gli annessi e connessi”

Re Mihal si infervorò e, preso da un attacco di ira, caricò un pugno in pieno volto di Jareth, che cadde a terra dolorante.

“Jareth!” la regina Elbereth Sarah si avvicinarono a lui e lo aiutarono a rimettersi in piedi.

Sul volto del fae era già evidente un livido.

Dalle labbra dei presenti si levarono mormorii di sdegno, solo che non si capiva a chi erano rivolti se a Jareth o re Mihal.

“Caro, per carità, ferma tutto” lo implorò la regina Elbereth, mentre lui la zittiva con la mano.

“Smetterò solo ad una condizione...” guardò Jareth e, con un altro schiocco di dita, fece apparire dal nulla una foglia verde e nel pieno della vita “...che lui dimostri di avere la magia e che sono in errore. Io vi dimostro la mia”

Poi, dopo aver mostrato la foglia ai presenti, la fece essiccare e la stritolò fino a sbriciolarla e farla cadere a terra.

“Ora, Jareth, tramutati”

Jareth esitò e guardò Sarah, non sapendo cosa fare, poi volse lo sguardo a Kal che, pur di essere di aiuto, si avvicinò a Sarah lo incoraggiò a farlo.

“Coraggio, re di Goblin” lo incitò re Mihal “Devi solo trasformati in quella specie di volatile dorato che hai scelto, cosa ti costerà mai?”

Jareth aveva le mani legate.

Se lo faceva avrebbe fatto del male a Sarah e a stesso.

Era l'ultima cosa che voleva, ma sapeva che re Mihal non accettava un no come risposta.

Erano stati scoperti e aveva ben poco per difendersi.

Sospirò “Mi dispiace, Sarah” disse “Non ho altra scelta” mosse la mano, con l'intenzione di mutare, ma il cambiamento non avvenne.

Sarah gridò di dolore, mentre Kal cercava di sostenerla.

Jareth gemette e si ritrovò in ginocchio.

Re Mihal la considerò una dimostrazione sufficiente e gli ordinò di smetterla, dando loro il tempo di riprendere fiato e rimettersi in piedi.

Se davvero il matrimonio fosse stato registrato, entrambi avrebbero i poteri che gli spettavano:

Lui avrebbe potuto mutare di forma e lei non avrebbe avuto conseguenze.

“Avete visto tutti, non sono realmente sposati come prevede la legge!” disse re Mihal “Se davvero lo fossero lui poteva mutare come ogni re di questo mondo e lei avrebbe avuto il potere della guarigione come ogni regina dell'Underground e avrebbe potuto curare quello schifoso goblin ferito”

Sarah, che si era ripresa, spalancò la bocca. Come faceva re Mihal a sapere del piccolo Knegob?

“Il tuo affronto è tale da non renderti degno della tua posizione e per tanto...” guardò bene sia lui che Sarah “...io, re Mihal, sovrano delle terre di Elnar, condanno questi due traditori alla pena del labirinto di ombre”

Jareth deglutì e notò che la batosta non era finita.

“E condanno entrambi ad affrontarlo senza alcun tipo di potere, nemmeno quelli di base”

Alzò la mano e schioccò le dita e Sarah, che fino a poco prima era accanto a Kal, si ritrovò Jareth che la stringeva e le faceva nuovamente da scudo, mentre tutto intorno a loro svaniva.

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Labyrinth / Vai alla pagina dell'autore: jarmione