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Autore: riccimmargheritaa    15/04/2021    0 recensioni
Short story Wemma, con protagonisti Will Schuester e Emma Pillsbury da Glee. Altri personaggi presenti presi dalla serie tv sono Carl Howell e Terri Delmonico.
Trama:
Emma Pillsbury è una ragazza bassa, mingherlina, con la pelle bianchissima, i capelli rossi lisci, due grandissimi occhi color nocciola e qualche lentiggine sul viso.
È timida, ha un'ossessione per l'ordine e la pulizia e non è sicura di se stessa.
Si è appena trasferita al liceo McKinley, secondo anno.
Will Schuester è un ragazzo altro, fisico abbastanza muscoloso, con i capelli biondi ricci, gli occhi azzurri e una fossetta sul mento.
È sicuro di se stesso, abbastanza popolare e non riesce a controllare i suoi istinti.
Frequenta il secondo anno al liceo McKinley.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Emma Pillsbury, Terry Schuester, Will Schuester
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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(EP)

"Odio le persone."

Con questo pensiero mi incammino lungo il corridoio del liceo McKinley, la mia nuova scuola superiore. 

Al Carmel mi trovavo malissimo, ho dovuto cambiare scuola perché sennò avrebbero dovuto espellere circa metà degli studenti per bullismo. Però almeno là avevo la mia migliore amica. Qui non conosco nessuno e sono davvero bravissima a diventare la sfigata numero 1 in poche ore. A trovare un amico invece ci metto decenni.

Io e Kelly ci siamo trovate per purissimo caso, lei è così diversa da me, se al Carmel non mi lavavano la faccia nel water era solo perché sapevano che io sono la sua migliore amica.

Cammino verso il mio armadietto cercando di farmi notare il meno possibile, lo raggiungo e lo apro nervosamente, mettendoci dentro i miei libri.

Mi giro e a testa bassa percorro il corridoio, diretta verso l'aula della mia prima lezione, psicologia, ma sbatto contro un ragazzo, che mi spinge violentemente contro gli armadietti.

Sento un fortissimo dolore alla spalla e al braccio, ma trattengo le lacrime.

-M-mi dispiace.- balbetto, senza alzare gli occhi da terra.

-Guarda avanti quando cammini, sfigata.- mi dice il ragazzo, avvicinandosi.

Io gli fisso i piedi, sto tremando tutta di paura, non è il modo in cui speravo di iniziare questo nuovo anno scolastico.

-Guardami quando ti parlo, rossa.- aggiunge lui.

Io alzo lentamente la testa, ho gli occhi lucidi e le mie labbra non smettono di tremare.

Lo guardo, ha i capelli e gli occhi nerissimi.

-Oh ragazzi, guardate chi abbiamo a scuola! C'è Bambi!- dice poi, rivolto ai ragazzi che sono con lui, guardandomi in faccia. -Ehi Bambi, dove hai messo la mammina? Vai a piangere da lei?-

Un altro ragazzo, arrivando da dietro, lo interrompe. -Sei ubriaco, vattene Liam.- 

Guardo anche lui, ha i capelli biondi ricci e due piccoli occhi azzurri.

-Spostati Schuester, o ti ammazzo la famiglia.- lo minaccia il ragazzo, che ormai mi sta tenendo attaccata agli armadietti con entrambe le braccia. Il dolore alla spalla mi sta uccidendo.

-Fatti inculare Ford.- ribatte il biondo, spingendolo via.

Mi prende per mano e mi porta lontano da quel gruppo, mentre urla:-Sei ubriaco il primo giorno di scuola, vergognati!-

-Come ti senti?- mi chiede poi, sorridendomi gentilmente.

Io sono incapace di parlare, tremo ancora dalla testa ai piedi e il dolore alla spalla è ormai diventato insopportabile.

-Mi capisci?- domanda lui, non avendo nessuna risposta.

Io annuisco lentamente.

-Vieni con me.- mi mette un braccio attorno alla schiena e mi porta in quello che scopro essere il bagno delle ragazze.

-Tranquilla, calmati, non succederà più credimi, appena finisco con te corro dal preside e questa volta lo faccio espellere una volta per tutte.- prova a rassicurarmi. -Ti va di farmi vedere come sta la tua spalla? Togliti la felpa.- 

-H-ho solo la c-canottiera s-sotto.- balbetto io sussurrando.

I miei occhi sono ancora fissi per terra, non oso alzarli e sostenere il suo sguardo.

-Non mi scandalizzo, ne ho viste di donne nude e comunque non devi snudarti, semplicemente toglierti questa felpa.- 

Io sono un po' riluttante, ma ho troppo male per pensare lucidamente, perciò mi sfilo lentamente la felpa, rimanendo solo con la canottiera.

"In canottiera davanti ad un estraneo il primo giorno di scuola." penso, maledicendomi mentalmente per essere nata rossa, mingherlina, pallida e con gli occhi da cerbiatto.

-Stavolta lo ammazzo con le mie mani.- commenta lui fissando la mia spalla.

Giro leggermente la testa per guardarla, vedo un taglio non molto profondo, ma abbastanza lungo che percorre quasi metà dell'avambraccio. Il sangue sta ancora uscendo, probabilmente non ha sporcato tutta la manica della felpa, anche se non si vede perché è nera.

Lui prende delle salviette, le bagna e comincia a tamponarmi la ferita.

-Come fai ad indossare questi felponi in questa stagione? Siamo ancora in estate.- inizia a conversare.

Io guardo il suo abbigliamento, ha una maglia a maniche corte e dei jeans corti.

Non mi apro mai con gli sconosciuti, a malapena ci parlo, però lui è stato così gentile con una ragazza che nemmeno conosce. -Mi piacciono. Passo inosservata e nascondono gran parte del mio corpo. E sono molto freddolosa, sudo pochissimo, quindi per me non è un problema portare le felpe.- mentre parlo fisso la lunga felpa, ora appoggiata su un lavandino, che mi arriva fino alle ginocchia.

-Ehi, perché non alzi gli occhi? Guardami.- mi dice lui e mi mette una mano sotto il mento e me lo alza delicatamente. I miei occhi si fissano nei suoi e per un attimo si perdono.

-Hai degli occhi stupendi, sai?- mi dice. -Non tenerli sempre bassi, non privare il mondo di queste bellezze.- 

Nel frattempo la ferita sanguina decisamente meno. 

Sorrido debolmente, spero che nei miei occhi riesca a vedere tutta la riconoscenza che ho per lui in questo momento.

-Ti va di venire con me dal preside e raccontargli tutto? La sbornia ci mette un po' a passare, stavolta lo espellono. Che ne dici di collaborare?- mi domanda gentilmente.

Io annuisco lentamente, ho smesso quasi del tutto di tremare.

-Bene.- si slaccia e si sfila la cintura e la usa per tenere fermo sulla mia ferita alcuni pezzi di carta. -Puoi rimettere la felpa, sarà necessario solo tirare su la manica per mostrare la ferita al preside.-

Mi offre la mano, io la prendo un po' riluttante e lui mi conduce in presidenza. Bussa alla porta, sentiamo una voce dall'interno che ci dà il permesso di entrare, perciò lui apre la porta e io lo seguo dentro.

-Buongiorno preside. Liam Ford ne ha fatta un'altra, questa volta da espulsione: è venuto ubriaco, può controllare lei stesso se vuole, è mezz'ora fa ha spinto questa ragazza contro gli armadietti, provocandole un taglio non insignificante lungo l'avambraccio.- spiega. -Non credo ci sia bisogno di niente di più di un lungo cerotto, ma un po' di sangue l'ha perso e comunque deve aver fatto un male cane. Vero?- chiede rivolto verso di me.

Io mi affretto ad annuire. Il dolore non è tanto quanto lo era prima, ma si sente ancora. 

-Lei è la signorina?- domanda il preside.

-Emma Pillsbury.- rispondo io.

-Ah, è la ragazza nuova che viene dal liceo Carmel. Mi dispiace tantissimo della cattiva prima impressione che ha avuto di questa scuola, adesso faccio subito chiamare il signor Ford e, dato che ha già diversi richiami e sospensioni, se risulta effettivamente ubriaco, verrà espulso, senza nemmeno una consulenza con i genitori.- promette il preside. -Grazie Will, come sempre sei fondamentale per il mantenimento della sicurezza in questa scuola.- 

-Faccio solo il mio dovere preside. Ma ringrazi soprattutto la signorina Pillsbury, è lei la testimone chiave e ha avuto il coraggio di andare a parlarne col preside.- ribatte il ragazzo, Will.

-Grazie davvero signorina Pillsbury.- mi ringrazia il preside. Io sorrido in risposta.

-Ora potete andare, se lei ha bisogno di andare in infermeria accompagnala tu, altrimenti potete andare in classe.- conclude il preside.

Usciamo dalla stanza e ci fermiamo difianco alla porta. 

-Andiamo a farti vedere quel taglio?- domanda lui.

-No, sto bene. Davvero. Grazie di tutto, ma è meglio se andiamo in classe.- rispondo. Non voglio fargli perdere altro tempo e il dolore è diventato sopportabile.

-D'accordo. Io ho biologia, tu cos'hai?- 

-Psicologia.-

-D'accordo, allora le nostre strade si dividono. È stato un piacere Emma Pillsbury.- dice lui, porgendomi la mano.

-Anche per me Will Schuester.- rispondo, stringendogliela.

-Ci vediamo.- si gira e se ne va.

Lo guardo camminare allegramente, fino a che non sparisce dietro ad una porta.

Io mi sento indolenzita è tremendamente sporca, ho toccato così tante cose piene di germi e batteri nell'ultima ora, ma lo shock dell'evento avvenuto deve avermi tenuto questi pensieri fuori dalla mente. Ma ora mi stanno bombardando il cervello.

"Non vedo l'ora di farmi una doccia." mi dico mentalmente, mentre mi avvio verso la mia classe. È il modo migliore per non pensarci adesso. 

Però intanto ho conosciuto un ragazzo gentile, simpatico e davvero carino.



Spazio autrice

Ma buongiorno mondo! Ebbene sono di nuovo qui, dopo qualche giorno, con una nuova short story. L'ho scritta la scorsa estate, quindi non mi ricordavo molte cose, quando le ho rilette. Non l'ho pubblicata perché ancora non pubblicavo nulla, ma eccola, dato che ce l'ho, perché non regalare anche questa? Comunque ora vado a fare matematica, quindi vi saluto. Proverò a pubblicare una volta al giorno, se mi ricordo. Comunque è una short story.
Se gli Wemma si fossero ai tempi del liceo? Questo è quello che mi immagino io.

xoxo

   
 
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