Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: Allen Glassred    16/04/2021    0 recensioni
Questa raccolta è un regalo di compleanno ( un pò in ritardo) ad un'amica, che ha inserito nella serie canonica la sua pg di cui si legegrà in questa storia.
Serena Klyne è la figlia biologica di Raphael e Valentina e figlia scelta di Castiel. Ma come sarebbe stato per lei, avere come padre un altro Arcangelo? Questa raccolta ce lo mostrerà, fino ad arrivare alla fine in cui vedremo i momenti con il " padre scelto " e quello " canonico ". Spero possa piacervi questa nuova raccolta e buona lettura!
Genere: Angst, Generale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Bloody Sunset '
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Giardino d'Inverno
( Gabriel )

 

La giovane dalla chioma bionda entra nel freddo giardino dell’Acqua: un posto ora innevato, come fosse chiuso in un eterno Inverno senza fine. Accanto a lei una donna ed un uomo: Uriel e Gabrielle hanno voluto accompagnarla dato che, se non l’avessero fatto, sicuramente la ragazza sarebbe entrata da sola ed avrebbe potuto subire le conseguenze di questa rigida temperatura. “ Perchè fa così freddo? “. Sussurra solamente la ragazza diciassettenne, iniziando lentamente a camminare. A prendere parola è Gabrielle.

“ Vedi, anche se io controllo l’Acqua non riesco a mantenere una temperatura normale qui, senza l’aiuto del mio gemello “. Spiega e, a quella frase, Serena Klyne comprende: il giardino rimarrà chiuso in un eterno inverno fino a quando il suo padrone non si risveglierà. Incerta la fanciulla continua ad avanzare, barcollando di lì a poco.

“ Attenta “. Fa con premura colui che è suo zio, Uriel. La afferra dolcemente prima che lei cada, facendola lievemente sorridere.

“ Grazie, zio “. Mormora solamente la bionda: incredibile come già si sia abituata a considerare l’Arcangelo della Terra come suo zio quando, fino a poco tempo prima, non conosceva nemmeno la sua reale natura di Nephilim o, per lo meno, l’identità di suo padre. Già, suo padre: l’Arcangelo dell’Acqua ed uno dei figli più giovani di Dio, colui dal quale ha ereditato il potere di dominare lo stesso elemento senza alcuna difficoltà. Colui che inconsciamente, durante il suo concepimento le ha trasmesso una parte della sua Grazia Angelica, la stessa Grazia che l’ha salvata numerose volte nel corso della sua vita. Poco prima di proseguire tuttavia, Uriel posa una mano sulla spalla della nipote.

“ Sei sicura di volerlo vedere? Potrebbe non piacerti “. Sentenzia, lei tuttavia annuisce.

“ Si, ti prego: portami da lui “. Sussurra. A quella frase è Gabrielle a fare un passo avanti: posa una mano sul viso della nipote per poi sorridere lievemente.

“ Hai gli occhi di lui, la sua stessa determinazione: sarebbe così fiero di te, se potesse vederti “. Fa, mentre la nipote annuisce lievemente commossa: anche sua madre le dice sempre che ha gli occhi di suo padre, il suo stesso sguardo, la sua determinazione. In seguito decide di proseguire: fa molto freddo, in quel giardino d’inverno pare che il sole non voglia più splendere: tutto a causa del fatto che, essendo Gabriel non in grado di utilizzare la propria Grazia, tutto ciò che è sotto il suo dominio ne risente irrimediabilmente. Finalmente il terzetto giunge di fronte ad un trono, una brezza gelida sferza i loro visi, Serena sente freddo ma non le importa: i suoi occhi sono puntati su colui che è seduto su quel trono, come stesse dormendo.

“ E’ lui…? “. Chiede solamente, facendo un passo per avvicinarsi. Uriel annuisce per poi prendere parola di lì a poco.

“ Si: è tuo padre, Gabriel. l’Arcangelo dell’Acqua “. Sentenzia e, a quella frase, un gelo improvviso si impadronisce di lei: suo padre. Suo padre è ridotto in quello stato? Per questo pensa, non è mai andato da lei. Lei, che da sciocca ha sempre creduto che la odiasse, che avesse abbandonato sua madre incinta e che la odiasse, considerandola un abominio.

“ Cosa gli è successo…? Da quanto tempo è così…? “. Chiede agghiacciata la ragazza: in apparenza sembra solo che stia dormendo, ma non è così: la Grazia angelica dell’Arcangelo è quasi estinta, lei lo percepisce.

“ E’ così da diciassette anni “. Le risponde sua zia, avvicinandosi lievemente a lei per poi proseguire la frase. “ C’è chi dice che abbia perduto il senno e non possa più nemmeno parlare, asserendo che si sia già risvegliato dal coma. Invece io e tutti gli altri, crediamo che semplicemente sia ancora in quello stato comatoso e che non si voglia svegliare, per qualche ragione “. Spiega. La ragazza si china, portando una mano sul viso gelido di Gabriel ed accarezzandolo.

“ E’ freddo come il ghiaccio: perché lo tenete qui? “. Chiede. Uriel la osserva qualche momento mentre la sorella da una risposta alla nipote.

“ Perchè l’acqua è il suo elemento, questo è il Giardino dell’Acqua in cui lui amava passare le sue giornate: riteniamo sia più saggio lasciarlo qui, dato che non risente minimamente della temperatura esterna ma allo stesso tempo può percepire la vicinanza del suo elemento “. Spiega. La bionda annuisce mentre alcune lacrime le rigano il viso.

“ Papà… “. Sussurra, ovviamente nessuna reazione da parte del bruno che, invece, seguita a rimanere in quello stato simile alla catatonia e che tanto fa soffrire sia la fanciulla che i due Arcangeli presenti. “ Papà, sono io: tua figlia, Serena. La figlia tua e di Valentina, riesci a sentirmi? “. Chiede. Nessuna reazione, Gabriel non reagisce e rimane immobile come una statua eternamente congelata in quel freddo giardino d’inverno. “ Papà, ti prego… “. Mormora poi la ragazza, posando il capo sul suo grembo come fosse ancora una bimba e sperando che possa svegliarsi, che le accarezzi il capo, che le stringa la mano, che dia un qualunque segno che l’ha sentita. Ma nulla di ciò accade: l’Arcangelo rimane immobile mentre la figlia continua a piangere. “ Ti prego, Gabriel! “. Lo chiama per nome, come a volerlo spronare. “ Ti prego: adesso hai una ragione per risvegliarti, una ragione per lottare e tornare ad essere l’Arcangelo che eri un tempo! Ti supplico: voglio mio padre al mio fianco, per questo sono giunta sin qui. Voglio la mia famiglia, ti prego! “. Il suo corpo è scosso dai singhiozzi, Gabrielle ed Uriel si guardano: se da un lato vorrebbero consolare la nipote, dall’altro sanno di non poterlo fare. Non devono dividerla da Gabriel ora, perché forse è proprio in questo momento che loro fratello, sentendo la disperazione della figlia, potrebbe reagire e risvegliarsi. Ma no: nulla accade, tutto rimane esattamente come prima e la bionda cerca di calmarsi un po'. “ Ti prego… “. Mormora semplicemente, alzandosi ed asciugandosi le lacrime. Purtroppo pensa, ha fallito. Purtroppo non è riuscita a risvegliare suo padre, nemmeno il suo affetto è bastato. “ Mi dispiace… “. Mormora, guardando gli zii che, notando la sua reazione, vanno ad abbracciarla per consolarla: non immaginano che duro colpo sia stato per lei, ritrovare suo padre in quello stato e non poter far nulla per svegliarlo.

“ Non è colpa tua, tesoro. Non è colpa tua “. Fa Gabrielle, stringendola a sé mentre la nipote ricambia il suo abbraccio.

“ Forza, andiamo: qui fa molto freddo e tu non sei abituata a queste temperature. Potresti ammalarti “. Sussurra poi Uriel, mentre Serena annuisce: oggi ha fallito, ma domani pensa, domani non fallirà. Mentre i tre si volgono per andarsene tuttavia, un presentimento fa arrestare bruscamente il passo a Serena. In quel momento, Gabriel pare muovere seppur lievemente una mano.

“ Tesoro? Cosa c’è? “. Chiede Gabrielle, la nipote non risponde: è immobilizzata.

“ Sere… na… “. Un sussurro, un nome: il suo. La bionda si volta di scatto: Gabriel è ancora incosciente ma, lo può giurare, lo ha sentito pronunciare il suo nome. E, a giudicare dalle espressioni sconcertate di Uriel e Gabrielle, pare non essere stata la sola ad udirlo. Forse è vero: l’amore di sua figlia, la forza del loro legame potrebbe realmente risvegliare Gabriel dal coma in cui è caduto quando, diciassette anni prima, salvò Valentina consumando quasi tutta la propria Grazia Angelica.

   
 
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