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Autore: Heartist    16/04/2021    1 recensioni
Tratto dal primo capitolo:
"Il corvino poggiò per qualche istante le labbra sul collo del suo alzatore e dopo affondò il viso tra i suoi capelli alla base della nuca, inspirando profondamente.
— Mi piace il tuo profumo — disse semplicemente, facendo rabbrividire il ragazzo che teneva in braccio. In risposta Kenma premette nuovamente play, tornando a giocare e beandosi del calore e delle attenzioni che Kuroo gli riservava."
Raccolta di flashfics (10+1) senza pretesto, che riguardano momenti di serenità e tranquillità della vita di Kuroo e Kenma. L'ultima sarà una one shot.
No spoiler!
[KuroKen]
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kozune Kenma, Tetsurou Kuroo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Piccola premessa prima di iniziare:
Come ho scritto nell'introduzione della fanfiction, in questa storia non ci sono spoiler; in quest'ultimo capitolo parlo del futuro di Kuroo dopo le superiori e del futuro della Nekoma senza tenere conto degli avvenimenti del manga.
Detto ciò, buona lettura!
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10+1. Goodbye
 
Era l'ultimo giorno dell'ultimo anno scolastico di Kuroo. Quei tre anni di superiori erano letteralmente volati via e da quel momento in poi si sarebbe dovuto catapultare nel mondo universitario e si sarebbe trasferito. Era innegabile il fatto che il corvino fosse al settimo cielo, certo, ma lasciare la scuola avrebbe anche significato lasciare la pallavolo, la sua squadra, i suoi compagni e, soprattutto, lasciare Kenma; quella era l'ultima cosa avrebbe voluto fare.
E fu così che affrontarono l'ultimo allenamento insieme quasi senza dire una parola. Yaku, Nubuyuki e Kuroo non sapevano bene cosa dire per incoraggiare i loro kouhai, non avevano pensato che quel momento sarebbe arrivato così presto ed erano impreparati; avevano paura di scoppiare a piangere da un momento all'altro, ma non potevano farlo, dovevano essere forti per i loro compagni. Fu per quel motivo che fecero semplicemente ciò che a tutti loro veniva meglio: giocare a pallavolo. Kuroo assaporò ogni attimo di quell'ultimo allenamento, si godette ogni alzata che Kenma gli faceva e cercò di imprimersi sulla pelle la sensazione di avere la palla tra le mani e di poterla schiacciare; quello fu probabilmente uno dei momenti più intensi della sua vita. Dopo ogni schiacciata perfetta, conseguenza di un'alzata altrettanto perfetta, Kuroo e Kenma si lanciavano uno sguardo che valeva più di mille parole. E fu così che tutti i momenti vissuti insieme passarono davanti ad entrambi e a Kuroo venne da sorridere.
Non avrebbe dimenticato nulla. Era poco ma sicuro.
Finito l'allenamento, i senpai cercarono di trovare le parole per incoraggiare i ragazzi più piccoli e finito quella sorta di "discorso" ognuno andò per la propria strada. Era dura, lo sarebbe stato per un bel po', dopotutto ne avevano passate tante insieme: erano la Nekoma e quello non sarebbe cambiato, anche se fossero arrivati dei nuovi ragazzi.
Kuroo e Kenma fecero la strada verso casa insieme, il primo con le mani in tasca a guardare il cielo e il secondo chino sulla sua Switch intento a giocare ad un videogioco: il solito, per loro due.
Ed era per quello che vedere Kenma posare nello zaino la console stupì non poco il corvino; gli chiese se ci fosse qualcosa che non andasse.
Il minore sbuffò, voltandosi a guardarlo.
— Chi ti ha dato il permesso di lasciarmi? — disse semplicemente, quasi in un sussurro, ma Kuroo lo sentì forte e chiaro e si costrinse a fermarsi.
Sospirò profondamente, grattandosi la nuca. Era strano che Kenma mostrasse i suoi sentimenti e i suoi pensieri in modo così diretto, tanto che l'ex capitano della Nekoma rimase interdetto per qualche istante. Ma lo sguardo di Kenma era sicuro, ferito, e Kuroo non poteva buttarla sul ridere né tanto meno cambiare discorso. Avrebbero comunque dovuto affrontare la cosa, prima o poi.
— Kenma… — riuscì soltanto a dire; le parole gli morirono in gola.
Il biondo non rispose, abbassando lo sguardo sull'asfalto.
Era arrabbiato con lui.
Non avrebbe dovuto esserlo, non era certo colpa di Kuroo. Ma non poteva farci nulla, lo odiava in quel momento.
— Kenma, guardami — Riprese il maggiore dopo qualche istante, prendendo una mano del più piccolo e accarezzandone il dorso con il pollice — Non rendere tutto più difficile. Non mi fa piacere lasciare la squadra, tanto meno lasciare te. Lo sai che non può andare diversamente.
Kenma non fu soddisfatto da quella risposta e lasciò bruscamente la mano del corvino.
— Mi hai nominato capitano, mi lascerai qui da solo a badare alla Nekoma mentre tu ti farai una nuova vita. Bell'affare, Kuro, grazie.
Il più grande sospirò, sfiorando una ciocca dei suoi capelli biondi e mori che così tanto amava.
— Se ti ho nominato capitano è perché so che puoi gestire al meglio quella gabbia di matti, Kenma. Mi fido ciecamente di te, mica l'ho fatto per dispetto. E per quanto riguarda il trasferimento… — cominciò, facendo un passo verso di lui — È vero, inizierà un nuovo capitolo della mia vita. Ma ciò non significa che io voglia chiudere questo. Tu, Kenma, sei il capitolo che non mi sognerei mai di chiudere.
Il biondo incastrò lo sguardo al suo, con un piccolo broncio stampato sul viso che fece sciogliere e ridacchiare il corvino.
— Non ti credo — disse poi, giocando con la zip della sua felpa.
Kuroo scosse la testa, alzando gli occhi al cielo per poi riportare lo sguardo sul ragazzo di fronte a lui.
— Io ti sposerò, Kenma. Non dubitare di questo. Non dubitare di me — proferì con sicurezza, prendendogli il viso tra le mani e appoggiando la fronte alla sua — Hai capito? Ti sposerò. — Ripeté in un sussurro, per poi chinarsi su di lui e baciarlo.
Kenma fu costretto ad alzarsi sulle punte e si beò della stretta del maggiore e di quelle parole che fecero fare una capriola al suo cuore. Ricambiò il bacio e un accenno di sorriso (proprio un accenno!) curvò i lati della sua bocca mentre il corvino gli circondava le spalle e ricominciava a camminare al suo fianco.
— …Perché dovresti volermi sposare? — domandò ancora il minore, con un filo di voce.
— Perché sei la cosa migliore che mi sia capitata nella vita, Kenma — rispose e il biondo fu sicuro che c'era sincerità in ciò che aveva detto; lo si vedeva dal suo sorriso, dai suoi occhi pieni d'amore e dalla convinzione più totale del suo tono.
— Stupido… — mugugnò, con un broncio che Kuroo giudicò dolcissimo e un lieve rossore sulle gote.
— Kenma, così mi ferisci! — rispose ridendo.
— Era quello l'intento.
Kenma ripensò a ciò che Kuroo gli aveva detto e il suo cuore perse l'ennesimo battito. Non sapeva se credere completamente a quelle parole, erano ancora così giovani e la strada che dovevano percorrere era ancora lunga. Era sicuro di una cosa però: l'avrebbero percorsa insieme, nel bene e nel male. Perché quello era il loro modo di amarsi incondizionatamente, anche se non l'avrebbero mai ammesso.

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Angolo autrice:

E questa volta è ufficialmente finita.
Wow, non so cosa dire...
Innanzitutto, volevo veramente ringraziare con tutto il cuore chiunque sia incappato in questa fanfiction e abbia deciso di leggerla, recensirla, metterla tra le seguite o le ricordate; per me è sempre un piacere immenso vedere che ciò che scrivo è piaciuto a qualcuno.
Sono il genere di persona che non riesce mai a portare a termine le cose che inizia a scrivere, quindi quando riesco a pubblicare una storia qui su EFP perché sono effettivamente riuscita a finirla è una grandissima vittoria.
Spero con tutto il cuore che "Saying I Love You Without Saying It" vi sia piaciuta e vi abbia tenuto compagnia, strappandovi magari anche un sorriso.
Ci vediamo presto (si spera), con una nuova storia!
Alla prossima,

Heartist
   
 
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