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Autore: MaryFangirl    16/04/2021    4 recensioni
Cosa succede quando Ryo incontra di nuovo alcune donne che hanno segnato il suo cammino?
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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“È passato molto tempo...”

Kaori si voltò sentendo la voce dietro di lei mentre usciva dall'immobile per fare la spesa. Si accigliò quando vide la giovane donna appoggiata con noncuranza all'auto parcheggiata davanti all'ingresso.
 
“Sayaka? Che ci fai qui?” gli chiese.
“Sono venuta a prendere il mio fidanzato” disse la giovane con tranquillità.
 
La sweeper inarcò un sopracciglio, divertita; come se Ryo l'avesse seguita senza problemi...

“Buona fortuna” disse, voltandosi per andarsene.
 
“Non ne avrò bisogno. Mi sarai di grande aiuto” confessò la sua vecchia rivale.

“Davvero? Perché tu credi...?”

Kaori si voltò e si fermò quando vide l'arma puntata contro di lei dalla nuova leader del clan Drago Divino.

“Io non credo. Ne sono sicura. Sali in macchina” ordinò Sayaka. “Sbrigati” la esortò.
 
La sweeper obbedì, consapevole del pericolo che correva. Avrebbe trovato una via d'uscita e sapeva di poter contare su Ryo che sarebbe giunto in suo aiuto se non ci fosse riuscita da sola. Fu condotta al porto e rinchiusa in una stanza sporca e umida di un magazzino in una zona abbandonata.

“Non vincerai per l'originalità...” disse.
 
“Non sono qui per un concorso. L'unica cosa che voglio vincere è Ryo” rispose Sayaka scrollando le spalle. “Ti lascio. Vado a raggiungere il mio fidanzato” la informò.
 
“Spero che tu abbia delle scarpe da ginnastica, perché lui non corre mai così veloce come quando viene inseguito da una donna che vuole accalappiarlo” le disse la sweeper.
 
Aveva già avuto molte occasioni di notare l'avversione a qualsiasi forma di attaccamento definitivo con una donna del suo partner, che se la squagliava senza nemmeno provarci con lei. Aveva finito per accettare la cosa e pensare che la loro collaborazione lavorativa sarebbe stata il massimo che avrebbero potuto ottenere.

“Sono ostinata. Lo avrò” disse Sayaka, andandosene.
 
“Buona fortuna” disse Kaori, iniziando a ispezionare i dintorni.
 
 
Ryo stava tornando dal suo giro di informatori quando trovò Sayaka sulla soglia di casa. Erano passati circa sette anni da quando l'aveva vista e la graziosa studentessa delle superiori si era trasformata in una bellissima giovane donna...molto seducente, anche.
 
“Sei venuta a salutarmi?” le chiese, con un sorriso da pervertito e bavoso e il mokkori necessario per salutare appropriatamente la bellezza femminile.
 
“Buongiorno Ryo” rispose la giovane donna con voce sensuale. “Fedele alla tua reputazione a quanto vedo” aggiunse, accarezzandogli il petto.
 
“Eri un po' troppo giovane allora, ma oggi...” disse guardandole la scollatura.
 
La giovane sorrise e tirò giù un po' la maglietta per offrirgli una visuale migliore. Gli occhi dello sweeper saltarono fuori dalle orbite e le sue dita si dimenarono per accarezzare il seno generosamente offerto. All'improvviso si fermò e iniziò a cercare ansiosamente dappertutto.
 
“Qualcosa non va, Ryo?” chiese Sayaka, strofinandosi contro di lui.
 
“No no, tutto bene...” disse lui, riprendendo la sua manovra precedente mentre lanciava uno sguardo timoroso all'ambiente circostante.
 
“Sei preoccupato per lei? Per la tua partner?” gli chiese.
 
Lui la guardò con aria sciocca e Sayaka gli allacciò le braccia intorno al collo.
 
“Non preoccuparti, amore mio. Non verrà a disturbarci...” gli sussurrò, avvicinando le labbra alle sue.
 
“Perché?” domandò lui con voce normale.
 
La giovane aprì gli occhi e incontrò lo sguardo dello sweeper. Non aveva più un pervertito davanti a sé, ma un uomo determinato.
 
“Le ho dato qualche ora di vacanza. Volevo parlare con te in pace” gli disse, separandosi da lui. “Saliamo di sopra, amore mio?” gli chiese.
 
“Dov'è Kaori?” fece lui cupo.
 
“Al sicuro. Non intendo farle del male...a meno che tu non mi costringa” rispose.
 
Senza una parola, Ryo si voltò e si diresse verso l'edificio, Sayaka alle sue calcagna.
 
“Cosa vuoi?” sbottò lui a bruciapelo, appena entrato nell'appartamento.
 
“Te” rispose semplicemente. Si accasciò sul divano e accavallò le gambe con noncuranza, le braccia appoggiate sullo schienale. “Mio padre è morto l'anno scorso” disse con un lampo di tristezza negli occhi.
 
“Lo so e so che sei a capo del Divino Drago” disse Ryo.
 
“Sì. Devo sposarmi e assicurare la discendenza della famiglia. Ho bisogno di un compagno che sia all'altezza del compito e che sappia essere rispettato dall'ambiente” gli spiegò, gli occhi fissi su di lui.
 
“In che modo questo mi riguarda?” chiese lui.
 
“Il tirchio...”

“Non è il modo di parlare di un defunto padre” la rimproverò.
 
“Mio padre e io avevamo divergenze su molte cose, ma ce n'era almeno una su cui eravamo d'accordo” gli disse.
 
Con le mani in tasca, Ryo si appoggiò al bancone e aspettò che lei finisse con la sua invettiva, anche se aveva già un'idea di cosa gli avrebbe detto.
 
“Saresti il marito perfetto. Tutti ti conoscono, ti temono o ti rispettano” affermò.
 
“Non sono l'uomo da sposare. D'altra parte, se ci stai per una bottarella...” offrì, virando in modalità maniaco.
 
“Vuoi una bottarella con me? Prima sposami” ribatté con un sorriso trionfante sulle labbra.
 
“Per quanto tu sia mokkori, il matrimonio è no” asserì lui.
 
“Saresti potente, Ryo, e ricco”
 
“Non mi interessa” disse lui scrollando le spalle.
 
Sayaka si imbronciò, irritata, incrociando le braccia. Ryo la guardò, con aria seria. La Sayaka che aveva conosciuto era una ragazzina determinata, capricciosa ma relativamente innocua nonostante le sue arie da spaccona. Li aveva persino aiutati nel caso di quel padre che aveva rappresentato una minaccia per il primo ministro in modo che potesse ritrovare la sua bambina, dovendo collaborare con Kaori che aveva definito come rivale.
 
“Io ti amo, Ryo. Ti amo da quando ci siamo conosciuti. Senza Kaori, oggi vivremmo felicemente. Se quella lagna non fosse intervenuta...” cominciò Sayaka.
 
“Kaori non c'entra niente. Non volevo sposarmi allora e non lo voglio adesso” le disse.
 
“Eppure lei...”

“È la mia partner. Solo la mia partner” la contraddisse.
 
Non lasciò trasparire alcun sentimento sui suoi lineamenti. Kaori rappresentava un po' di più per lui, ma non lo avrebbe ammesso davanti a nessuno, tantomeno a una donna che la riteneva una rivale e la stava trattenendo.
 
“Questo significa che non mi ami?” fece lei, aggrottando le sopracciglia.
 
“Vi amo tutte. Ci sono troppe belle ragazze sulla terra per legarmi a una sola” rispose lui con occhi brillanti.
 
“E se ti lasciassi andare con altre donne come desideri?” gli suggerì.
 
“Perderesti ogni credibilità. Non fare promesse che non puoi mantenere” le disse bruscamente. “Mi costringeresti a rimanerti fedele”

Sayaka strinse le labbra, arrabbiata perché il suo stratagemma era stata scoperta, anche se lo sospettava, Ryo era tutt'altro che stupido.
 
“Se non mi sposi, ucciderò la tua partner” gli disse.
 
“Sai cosa succederà se lo fai” rispose lui noncurante.
 
“Non aggredisci mai le donne” replicò lei con sicurezza.
 
“C'è una prima volta per tutto” ribatté lui, guardandola duramente.
 
Non era sicuro di riuscire a rompere quel tabù ma, se c'era una persona in grado di apportare tale cambiamento, quella era Kaori.
 
“Ma non lo farai, Sayaka. Sotto le tue arie da dura, sei la stessa di prima. Sei ancora una bambina che cerca l'approvazione o forse l'immagine di suo padre. E io sono troppo giovane per esserlo...” disse Ryo.
 
“Troppo giovane?” si stupì la giovane donna.
 
Lei lo guardò e rise forte, calmandosi con difficoltà dopo pochi minuti.
 
“Troppo giovane, stai scherzando?” riprese.
 
“Ho solo vent'anni, signora!” esclamò Ryo, assumendo una posa gloriosa.
 
“Venti?” ripeté lei, sbattendo le palpebre incredula. “Aspetta...se hai vent'anni, sei più giovane di me”

“Oh, cougar...cattiva cougar...*” la prese in giro.
 
“Non sono una cougar! Sei tu che rifiuti di invecchiare!” si innervosì lei, arrossendo di rabbia, balzando sul posto.
 
“Sei una cougar e sei gelosa!” continuò lui stuzzicandola.
 
“Non è vero! Tu sei insopportabile, irresponsabile, rozzo, maleducato!” urlò.
 
“Allora perché dici che mi ami?”

“Perché...”

Lo guardò e non fu in grado di rispondere subito.
 
“Perché, nonostante tutti i tuoi difetti, sei una brava persona. Sei stato il primo a farmi battere il cuore, non solo perché mi hai difeso, ma anche per la tua gentilezza” disse. “Avresti potuto approfittarti di me, continuare a ospitarmi, ma mi hai rimandata da mio padre e abbiamo ripreso il dialogo che si era interrotto qualche anno prima. Per questo ti sono debitrice” confessò.
 
“Dov'è Kaori?” le chiese.
 
Sayaka lo fissò per un lungo momento senza rispondere, cercando di capire cosa le stesse nascondendo, se poi stesse nascondendo qualcosa.
 
“Perché è così importante per te?” gli domandò.
 
“È la mia partner” rispose semplicemente.
 
“E allora? Puoi cambiarla. Cosa succederebbe se lei scomparisse?” replicò Sayaka.
 
Cosa sarebbe successo? Il suo mondo sarebbe caduto a pezzi, lui avrebbe perso il raggio di luce della sua vita, la sua casa come la sua anima sarebbe diventata di nuovo oscura e lugubre, e quello era solo quanto riusciva a immaginare. Ma nulla trasparì sui suoi lineamenti, se non un'espressione annoiata.
 
“Dovrei addestrare qualcun altro. Ci vorrebbero anni senza avere la sicurezza di trovare una come Kaori, anche se cucina male, è scontrosa e non sa sparare. Alla fine mi ci sono abituato” sbottò sprezzante. “Niente più spesa da fare, niente lavori domestici, lei si mantiene attiva, fa il bucato, gestisce le crisi di pianto dei clienti e chiama la banca. Beh, non posso darle una botta ma ha comunque i suoi lati positivi” aggiunse compiaciuto.
 
Sayaka si ritrovò con una spalla scoperta e un corvo che gracidava dietro di lei.
 
“Ehi, sei bravo a fare i complimenti...capisco meglio perché ti colpisce con il martello. Quasi la compatisco...” mormorò.
 
“Sono io da compatire per ritrovarmi con una furia del genere” si offese Ryo.
 
“E tu che ti vanti di essere senza legami...se ti pesasse così tanto, l'avresti licenziata molto tempo fa” rise lei. “Io sono stata gentilmente rinviata al mittente dopo qualche giorno e su quel caso ero stata molto più coinvolta di lei” gli ricordò.
 
“Tu avevi tuo padre, lei non aveva più una famiglia. Ho fatto una promessa a suo fratello” rispose lui, cercando di eludere ulteriori domande.
 
“Sono abbastanza sicura che ci sia qualcos'altro” osò lei.
 
Ryo la guardò, appoggiandosi casualmente sull'angolo bar più e più volte. All'improvviso si chiese perché continuasse ad ascoltare Sayaka mentre lei teneva Kaori in ostaggio, ma qualcosa lo fece rimanere a sentirla.
 
“Davvero? Cosa?” le chiese.
 
“Una fiducia reciproca, qualcosa in più di quanto tu possa ottenere con chiunque altro” replicò lei.
 
“So cosa posso avere di meno...”

“Idiota...quando hai sparato alla macchina, come facevi a sapere che Hagio non c'era più?” gli chiese.
 
Ricordava di aver parlato severamente di Ryo, rimproverandolo di non essersi preoccupato di aver ucciso il suo cliente e ricordava ancora meglio la risposta di Kaori: lui aveva avuto fiducia in loro.
 
“Mi sono fidato di voi” rispose semplicemente.
 
“Di lei soprattutto. Non mi conoscevi abbastanza bene” affermò Sayaka.
 
Lo sweeper non distolse lo sguardo ma dentro di sé ammise che lei aveva ragione. Kaori si era guadagnata la sua fiducia durante la loro caccia vendicativa contro l'Union Teope e si era decisamente garantita una promozione al parco, accettando di fare da esca contro il generale. Non era la partner più abile che avesse mai avuto, ma era di gran lunga la migliore. Erano più che soci o colleghi. Erano complici, complementari, sulla stessa lunghezza d'onda.
 
“Le dai qualità ben al di sopra della realtà...” eluse lui, non volendo percorrere quel cammino.
 
“Bene, quindi se non è così, niente ci impedisce di sposarci” esclamò Sayaka.
 
“Sei di coccio, non voglio sposarmi!” gridò Ryo. “Voglio che liberi la mia partner e collaboratrice domestica e che te ne vada di qui” le disse. “Sono stato abbastanza paziente, credo” ribadì, aggrottando la fronte.
 
Si allontanò dal bar e afferrò Sayaka per il gomito, trascinandola fuori. Lei non si smontò e lo seguì alla Mini dove lui la gettò all'interno senza mezzi termini.
 
“Dov'è?” le chiese di nuovo.
 
“Non te lo dirò” disse lei col broncio, incrociando le braccia.
 
“Sempre con un brutto carattere a quanto vedo...” disse. “Non importa. Mi arrangerò”
 
Aprì il vano portaoggetti e accese il sistema di localizzazione. Dopo aver apportato alcune modifiche, un punto iniziò a lampeggiare.
 
“Il porto...che originalità...” sussurrò.
 
“Non partecipo a un concorso...” ripeté lei, seccata, ricordando l'osservazione di Kaori.
 
“Almeno l'hai legata?” le chiese.
 
“Beh, no, perché?” domandò Sayaka, sorpresa. “È in una stanza con la porta chiusa a chiave” spiegò.
 
“Non impari dai tuoi errori?” la rimproverò.
 
Sayaka lo guardò un po' stupidamente, poi ricordò il giorno in cui aveva mandato due dei suoi tirapiedi per malmenare Kaori, che considerava come la ragazza di Ryo, sperando di fare pressione su di lui. I due uomini si erano ritrovati legami sotto il controllo della giovane donna armata ed erano così terrorizzati da essersi dileguati, non vedendo mai più rivedere la rossina arrabbiata.
 
“Oh dannazione...” fece.
 
“Come dici tu...” sospirò Ryo, stanco.
 
Dentro, sorrideva alla grande. Aveva al suo fianco una giovane donna dall'aspetto duro, cresciuta in quell'ambiente e che alla fine si rivelava molto ingenua e tratteneva la sua partner, una donna che tutti i membri del loro ambiente, o almeno tutti quelli che non avevano visto la loro casa distrutta dalle sue belle azioni, prendevano per una donna dolce e fragile, innocua anche quando avevano tra le mani una bomba a orologeria, una giovane donna che, prima dei suoi vent'anni, aveva solo intravisto quel mondo oscuro e duro.
 
Quando giunsero al magazzino, tutto era tranquillo e silenzioso. Scesero dall'auto e Sayaka sospirò voltandosi verso Ryo, sorridendo.
 
“Beh, vedi, tanto rumore per niente...” ironizzò lei.
 
“Niente...è vero, anche le guardie appostate fuori non ci sono più” notò Ryo.
 
“Cosa?!” esclamò la giovane leader del clan.
 
In effetti, non vide nessun uomo di guardia davanti alle porte. Furiosa per la nuova fuga, si mise a correre e spalancò la porta, pronta a saltare dentro. Tuttavia, Ryo la fermò e le indicò il filo teso attraverso la soglia. Istintivamente, guardarono in alto e videro il peso di cento tonnellate sospeso in aria.
 
“Pensavo arrivassi prima” disse Kaori, arrivando sorridendo, con la pistola che pendeva tranquillamente dalla punta del suo dito indice. “Stavi facendo il casanova?” chiese sospettosa.
 
“Io? Ma che idea...cercavo la via diplomatica per liberarti” si difese.
 
Lei lo guardò, stringendo gli occhi, per un lungo momento prima di rilassarsi.
 
“Per una volta non dovrai intervenire. Ta-dam! Un bel gruppetto di delinquenti del Divino Drago” li presentò con orgoglio. Tutti gli uomini erano legati insieme, un po' verdi per la paura, forse per le granate attaccate alla corda che li stringeva.
 
“Non ci credo...dovrò ricominciare la campagna di reclutamento...” borbottò Sayaka. “Oltre che trovarmi marito, non sarà una passeggiata” sospirò.
 
“Quindi ha rifiutato” disse Kaori.
 
Ryo la guardò di sottecchi e sorrise al suo tentativo di nascondere il suo sollievo, che ebbe successo davanti agli altri ma non con lui, specialmente quando incontrò il suo sguardo e un leggero rossore le colorò le guance.
 
“Mi conosci, non sono l'uomo che si lascia attrarre dalle chimere” le disse. “E comunque, dato che non posso smettere di venire in tuo aiuto...” bofonchiò.
 
“Ripeti un po'?!” protestò Kaori. “Ti informo che me la sono cavata da professionista questa volta e senza fare alcun pasticcio! Potresti almeno riconoscerlo e complimentarti con me, razza di cafone!” gridò.
 
“Come una professionista? Forse l'idea migliore era quella di non farti rapire tanto per cominciare, cretina!” rispose.
 
“A causa di chi sono stata rapita, idiota?”

“Non posso farci niente se ho successo mentre tu solo fallimenti” ribatté.
 
“Pervertito!”
 
“Maschiaccio!”
 
“Maniaco!”
 
“Tavola da surf!”

Sayaka li guardò aggredirsi come due matti, un corvo passava dietro di lei gracchiando. Partner, loro? Bello scherzo...con sollievo vide Kaori andarsene come una furia seguita da un Ryo, mentre continuavano a scambiarsi epiteti. All'improvviso vide il peso legato sopra la porta crollare e schiantarsi su Ryo. Kaori si fermò e si voltò, deglutendo.
 
“Oops, ho rotto il filo” sussurrò desolata.
 
“Cretina!” gridò Ryo, sollevando il peso di colpo.
 
“Tieni, prendi questo se ancora non ti sei calmato!” gli urlò lei sbattendogli un martello in testa.
 
Poi volò via a passo di carica e Sayaka si avvicinò a Ryo.
 
“Non vuoi proprio sposarmi?” gli chiese, tentando la fortuna un'ultima volta.
 
“E lasciare un tale pericolo pubblico fuori controllo? Mai nella vita” rispose lui, balzando in piedi e correndo dietro la sua partner.
 
Lei lo osservò allontanarsi e raggiungere alla macchina una Kaori arrabbiata. Lo vide dire poche parole e il viso della sweeper si addolcì prima che l'auto scomparisse. Due tipi strani, si disse...però era un po' gelosa...
 
Un sorriso...
 
 
*termine che definisce le donne mature che intrattengono rapporti con uomini molto più giovani.
  
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